Smetti di dirti che non vai bene

Page 1

Edizioni Riza S.p.A. - Via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it

RIZA Cover Smetti di dirti che non vai bene_SCELTA.indd 1

SMETTI DI DIRTI CHE NON VAI BENE Se ti sforzi di cambiare il tuo carattere perdi il bene più prezioso: la tua unicità

OGNUNO DI NOI POSSIEDE UN TESORO INTERIORE. ECCO LE REGOLE PER SCOPRIRLO

RIZA

Chi corre sempre dietro ai giudizi altrui e pensa di dover cambiare per essere migliore ingaggia una lotta interiore contro se stesso che lo lascia insoddisfatto e infelice. Criticarsi e sforzarsi di assomigliare ai modelli distrugge la propria identità e personalità, perché ognuno è già perfetto così com’è. Se impariamo ad accettare tutte le particolarità che ci rendono unici, anche la rabbia o la paura, lasciamo emergere i nostri talenti più preziosi e riusciamo senza sforzi a realizzare noi stessi.

SMETTI DI DIRTI CHE NON VAI BENE

RIZA

08/07/20 15:45


001-005 Introduzione.indd 2

08/07/20 17:52


Smetti di dirti che non vai bene Se ti sforzi di cambiare il tuo carattere perdi il bene piĂš prezioso: la tua unicitĂ

RIZA

001-005 Introduzione.indd 3

08/07/20 17:52


Smetti di dirti che non vai bene Testi di: Vittorio Caprioglio Immagine di copertina: Alberto Ruggieri © 2020 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.

001-005 Introduzione.indd 4

08/07/20 17:52


Sommario

Capitolo 1

Non devi migliorare ma solo essere te stesso..............................................7 Capitolo 2

Cosa non sai di te: tu sei molto di piĂš di quello che credi....................................................39 Capitolo 3

Come sintonizzarsi sul proprio destino e trovare il benessere...............................................71 Capitolo 4

Nella vita fatti trasportare dalla tua onda........................................................101

001-005 Introduzione.indd 5

08/07/20 17:52


006-037 Capitolo 1.indd 6

08/07/20 16:06


Capitolo 1

Non devi migliorare ma solo essere te stesso Lo sbaglio peggiore che possiamo fare è quello di voler cambiare noi stessi con l’intenzione di diventare migliori. Così perdiamo il nostro bene più prezioso: i lati del carattere che ci rendono unici. Invece di puntare a diventare come tutti, dobbiamo lasciare che si svolga il processo naturale che ci porta a essere quello che siamo davvero

006-037 Capitolo 1.indd 7

08/07/20 16:06


Capitolo 1

Se ti sforzi di cambiare rovini la tua identità Non è affatto vero, come molti sostengono, che per stare bene, per realizzare le proprie capacità, servano lunghi percorsi di auto-miglioramento. Se devi “migliorarti”, vuol dire che non vai bene. Ma se pensi di non andare bene ingaggi una guerra contro te stesso e ciò che hai di più prezioso: la tua unicità, le tue caratteristiche innate, che vedi come difetti da abolire. E non è vero nemmeno, come dicono molti, che sia necessario andare a cercare le cause antiche dei propri disagi, come se la risposta fosse nascosta nel passato. Il passato non esiste più, non possono venire soluzioni da ciò che non esiste! Ciò che esiste è solo l’adesso: anche il ricordo è un’energia che accade adesso. Analizzare il passato è una malattia, non una cura: rinforza il problema, trasformando un evento tra tanti, magari importante ma non decisivo, nel “trauma” in cui ti identifichi. Il primo gradino verso l’autorealizzazione è l’accettazione delle nostre caratteristiche, anche dell’ira, della paura o dell’introversione, se fanno parte del nostro carattere. Il vero veleno che intossica la nostra vita è la ricerca del miglioramento di sé. Perché dovremmo migliorare? Perché sforzarci di diventare omologati al pensiero convenzionale? Migliorare secondo quale progetto? Quello di diventare più buoni? Il carattere (ovvero ciò che ci caratterizza) detesta la somiglianza… L’essere unico che noi siamo fin dalla nascita viene imprigionato e rovinato dall’idea di perfezionamen8

006-037 Capitolo 1.indd 8

08/07/20 16:06


Non devi migliorare ma solo essere te stesso

to: sarebbe come dire che una tigre si realizzerà realmente quando sarà più dolce, meno aggressiva… insomma quando sarà addomesticata, come nel circo.

In noi c’è un seme che ci rende unici

«La salvezza - ci dice Granet nel libro “Il pensiero cinese” - non è che un ritorno alla natura», o meglio a quel Nucleo Naturale, a quel Seme profondo che fa di ognuno di noi un albero unico. Da questo punto di vista, che cosa potremmo aggiungere o modificare in quello che caratterizza ogni individuo e che è opera di un processo universale di crescita ed evoluzione? «Ciò che è impuro e germe di morte è l’artificiale, l’acquisito - continua Granet -: tutto ciò con cui la civiltà ha deformato e falsato la natura. Ogni invenzione, ogni preteso perfezionamento non è che una fastidiosa escrescenza. Anzi è piuttosto un tumore maligno. Non bisogna violentare la natura, soprattutto col pretesto di raddrizzarla. Ciò che è curvo deve rimanere curvo. Non si pretenda di accorciare le zampe della gru e allungare quelle dell’anatra». Cercare di migliorare se stessi altro non è che stendere una vernice fittizia, quindi un modo di diventare come tutti gli altri. L’indipendenza e l’autonomia di ogni persona nasce dall’essere soli in mezzo agli altri, dal non ascoltare nessuno, dal seguire la propria strada. «Si perde la propria natura se si va dietro ai costumi - scrive ancora Granet - si “distrugge il proprio io” se si va dietro agli altri esseri». I disagi vengono se ti allontani dalla tua rotta - Perché una rosa dovrebbe migliorare? Si può dire che una quercia sia migliore di un’altra? Il cammino, il proprio cammino, 9

006-037 Capitolo 1.indd 9

08/07/20 16:06


Capitolo 1

è l’unica cosa che conta e non accetta deviazioni, salvo poi pagarle a caro prezzo. I disagi che proviamo sono spesso legati alla perdita della nostra rotta, al fatto che ci incamminiamo su percorsi che non ci appartengono perché non sono naturali, non sono nostri. Allora i disagi arrivano per segnalarci che siamo fuori strada. Le ansie e le paure che temiamo e vogliamo scacciare, in realtà ci stanno conducendo verso noi stessi. Dovremmo averne cura invece di cercare di mandarle via. Stare con i propri disagi, accoglierli nel vuoto è scoprire la propria natura. Cercare di cacciarli via in nome della presunta normalità ci toglie la possibilità di scoprire mondi nuovi e soprattutto ci impedisce di incontrare il nostro destino. La mossa decisiva non è cercare di far andare tutto come pensiamo che debba andare, ma cedere, fare spazio solo alla propria natura e farsi guidare da lei. È un diverso atteggiamento mentale che modifica il rapporto con se stessi, spegne l’autocritica, aumenta l’autostima e regala relazioni appaganti. La vita cambia davvero quando cambi il tuo modo di vedere, il tuo modo di stare in campo. Quando non pretendi più di guidare la vita secondo le tue convinzioni e le tue idee, ma ti affidi al mondo interno, ai suoi saperi. Quando non ti opponi a ciò che c’è dentro di te e vivi in sintonia con la tua guida interiore. Quando ti affidi al tuo lato sconosciuto.

Hai opinioni sbagliate su di te

Nello specchio vedi ciò che sei o invece ciò che credi di essere? L’immagine che hai di te è spesso un freno alla tua realizzazione. Ma basta spostarsi, allontanarsi un po’ dalla si10

006-037 Capitolo 1.indd 10

08/07/20 16:06


Non devi migliorare ma solo essere te stesso

tuazione in cui sei calato e puoi scorgere d’improvviso il tuo vero profilo. Quando guardiamo un bel cielo stellato, tutte le stelle ci sembrano stare alla stessa distanza da noi, tutte sullo stesso piano. È un’illusione ottica dovuta al nostro punto di vista: in realtà alcune sono più vicine, altre lontanissime. La distanza da cui guardi le cose può ingannare. È proprio quello che succede quando siamo troppo assorbiti da una situazione o da un modo di pensare o di vedere le cose. Ci sembra che la vita “sia tutta qui”. Invece no, c’è sempre altro

Ognuno deve vivere la propria vita A proposito della singolarità di ogni persona Nietzsche scrive: «Ognuno di noi custodisce in sé una feconda unicità, il nucleo del suo io: quando diventa consapevole di questa unicità, comincia a emanare un particolare fulgore, quello delle cose inconsuete». In una delle sue lettere Hugo Von Hofmannsthal dice: «La cosa più importante è che ciascuno viva fino in fondo la propria vita, la propria singola vita, che gli è stata assegnata e a cui lui è stato assegnato una volta per tutte e in modo ineluttabile, e che la viva nel modo più autentico e poi nel modo più bello possibile». «Invece di augurarci che gli altri ci conoscano come siamo - scrive ancora Nietzsche - desideriamo che pensino di noi il meglio possibile. Ciò significa che non ci fidiamo della nostra incomparabile unicità». «Con ciascuno di noi - conclude - viene al mondo qualcosa di unico e irripetibile e il nostro compito è proprio quello di realizzare tale unicità».

11

006-037 Capitolo 1.indd 11

08/07/20 16:06


Capitolo 1

che non vediamo. Basta cambiare sguardo e te ne accorgi. Molti si lamentano della propria vita e non si rendono conto che il malessere nasce quasi sempre in realtà dal contrasto tra ciò che c’è nella loro vita e ciò che vorrebbero che ci fosse. Shakespeare scrisse: «Dio vi ha dato un viso e voi ne desiderate un altro». Se ciò che fai e le situazioni che vivi non si incastrano nel tuo sistema mentale e nei tuoi modelli ideali di comportamento, provi a forzarti, cambiarti, correggerti, aggiustarti. Sono azioni controproducenti: è come se, anziché un nemico, tu colpissi te stesso. Il vero problema non è come sei, ma il tuo modo di concepire il mondo. Prova a pensarci. Se scrosti via i tuoi schemi mentali, che cosa rimane? Chi sei? Perché sei al mondo? Il tuo nucleo sa cosa rispondere, sa chi sei. Ma tu lo sai? Ecco perché arrivano i disagi. Ecco perché sopraggiungono le crisi. Sono tutti tentativi dell’interno di richiamarti sulla tua strada. Ti portano verso il tuo destino, anche controvoglia. «Il vostro male è non rendervi conto di quanto siete belli!» ci ammonisce Dostoevskij. Quante volte purtroppo ce ne dimentichiamo!

Non seguire i modelli altrui

«Conoscersi è osservarsi» ripetono i saggi di ogni tempo. In che cosa consiste il conoscersi attraverso l’osservarsi? Non è un programma che si può studiare a tavolino ed elaborare teoricamente: le cose non cambiano perché ho in mente un progetto o perché mi va di cambiarle. Cambiano quando riconosco che mi abita una diversità, cioè una serie di tendenze e attitudini mie, un sapere mio e soltanto mio. Questo è ben diverso dal seguire uno schema, un modello 12

006-037 Capitolo 1.indd 12

08/07/20 16:06


Non devi migliorare ma solo essere te stesso

di comportamento che hai assimilato dagli altri. I modelli, essendo pronti a priori, non possono rispondere ai cambi di percorso e ai vari ostacoli che puoi incontrare: invece la vita è la storia di un continuo cambiamento. E soprattutto, non sono tagliati su misura su te stesso, sulle tue caratteristiche, sul tuo modo di essere. Seguire schemi di comportamento presi dagli altri è come montare ruote di pietra alla propria autovettura: non bucherai, ma nemmeno farai strada. Come scrisse Oscar Wilde «Nessuno può essere libero se è costretto ad essere simile ad altri». E senza la libertà di realizzare quello che siamo, nessuno può essere davvero felice. L’unica strada da seguire è quindi quella che ci viene indicata da dentro, dalle risorse interiori che possono guidarci a essere ciò che siamo destinati a essere. Rispetta il tuo carattere - Ciascuno di noi possiede una bussola interna capace di orientarci, proprio come gli animali. I segnali arrivano via via e in mille modi diversi: immagini, sensazioni, emozioni, coincidenze significative, sogni, disagi… Questo ti mostra il tuo vero carattere. Si deve rispettare il proprio carattere perché, anche se non ci piace, è la tendenza più vera e autentica che assume la nostra Anima. Il nostro carattere è come il nostro volto: unico! Spesso, però, si tende a voler essere persone comuni: come quelle che quando perdono sorridono, si controllano, non mostrano mai le delusioni. Ogni volta che ti mascheri, ti allontani da quello che sei. Non è un’operazione senza conseguenze. Molti fingono o si controllano credendo di farlo a proprio vantaggio - per essere accettati, rispettati, amati, apprezzati - ma non si rendono conto che tradire se stessi significa precludersi la possibilità di realizzarsi. A volte, l’Anima ci vuole competitivi o viceversa arrendevoli 13

006-037 Capitolo 1.indd 13

08/07/20 16:06


Capitolo 1

per prepararci a realizzare i nostri desideri più profondi, che magari neppure conosciamo e che poi, con il tempo, verranno alla luce; soprattutto se abbiamo cura degli aspetti di noi che non ci piacciono, ma che sono intimamente nostri. Non dobbiamo mai lottare contro il nostro carattere, perché in esso sono tracciate le linee del nostro destino. Ogni volta in cui ci arrendiamo alla vita, conquistiamo la felicità, che non è una meta lontana, ma il viaggio quotidiano. Devi solo favorire la tua crescita naturale - La domanda vitale che devi farti non è quindi «Che cosa devo cambiare di me stesso?», ma piuttosto «Che cosa mi sta impedendo di essere me stesso? Che cosa non sto facendo per agevolare l’azione delle risorse naturali che fanno crescere la mia pianta?». Il tuo compito principale è di agevolare questo processo. Ti accorgi di riuscirci quando ti capitano cose inaspettate e in te si formano nuovi modi di pensare. Al contrario c’è da preoccuparsi quando dici che è tutto a posto: se è sempre tutto

Quando sei davvero tu? Come puoi scoprire se stai seguendo la tua sorgente interna? Sei davvero tu nelle cose che sai fare senza averle imparate. In quello che ti viene naturale, sei tu. Nei sogni e nelle immagini spontanee, sei tu. In quello che ti piace e in quello che non ti piace, sei tu. Negli istinti, nei talenti, nelle doti grandi e piccole, sei tu. Nei disagi, nelle coincidenze significative, nei gesti spontanei, sei tu.

14

006-037 Capitolo 1.indd 14

08/07/20 16:06


Non devi migliorare ma solo essere te stesso

a posto vuol dire che è tutto uguale. Tutto a posto è tutto fermo. Tutto fermo è tutto morto. Nella mia vita non devo dirmi cosa va bene o non va bene. Ma constatare semplicemente cosa capita. In quello che capita, c’è l’azione di forze a me complementari o di forze che si oppongono al mio percorso. Ecco perché a volte hai la sensazione che le cose viaggino da sole e altre volte, viceversa, senti che il percorso è difficoltoso e faticoso. Più sei in linea con il sentire della tua anima, e più la vita scorre con naturalezza, pur nei normali alti e bassi della quotidianità. Il tentativo di cambiare gli aspetti che ti caratterizzano produce solo problemi. È come se cercassi di cambiare le note a una sinfonia di Beethoven. Non faresti che rovinarla. Ciascuno ha uno stile differente, che emerge quanto più si manifesta in modo spontaneo, non ostacolato da processi mentali e intenzioni di miglioramento. Quindi non cercare di cambiare, non inseguire le mete che hai in mente: gli obiettivi pensati sono obiettivi scadenti. La pianta, infatti, mette i rami, le foglie e i fiori senza alcun obiettivo appreso dall’esterno. Lo fa al momento opportuno. Non ci sono sforzi da fare - Se si lavora per cercare di diventare migliori, si finisce con lo stare peggio perché si ostacolano i processi naturali di evoluzione e maturazione. La nostra anima fa tranquillamente il suo corso anche se non ce ne accorgiamo. Non c’è nessuno sforzo da fare. Si tratta di portare l’attenzione sull’adesso; occorre dirsi: adesso sono qua e sto leggendo, o sto lavando i piatti o provando un dolore; insomma bisogna percepire nell’adesso la mia presenza, ma - attenti bene! - senza volerla controllare, inquadrare, dirigere, senza dirsi che così va bene o così non 15

006-037 Capitolo 1.indd 15

08/07/20 16:06


Capitolo 1

va bene. Questo è stare con se stessi e prendere atto delle proprie contraddizioni, che sono il meccanismo segreto di funzionamento della nostra anima. Se facciamo così, allora di colpo cessa la lotta interiore e arriva puntualmente il benessere. I cambiamenti sopraggiungono sempre spontaneamente e in modi che non avevamo previsto. Continua a fare quello che ti viene naturale, ma senza cercare “salti di qualità”. Allora, l’Anima ti porterà regali inaspettati. Non devi diventare perfetto, devi diventare te, completamente te. Spezza gli attaccamenti mentali - Non sono gli altri o la vita a farci soffrire: siamo noi che ci mettiamo in gabbia da soli! Una gabbia fatta soprattutto di attaccamenti mentali e di convinzioni radicate. L’idea che saremo felici solo quando le cose andranno “secondo copione” finisce infatti per farci vivere al di fuori di noi, tutti proiettati verso gli obiettivi da raggiungere, i modelli da rispettare. Questo schema malato vale per l’amore, per i rapporti con gli altri, per la carriera, per tutto: nella corsa a tenere ogni cosa al suo posto, più ci attacchiamo alle cose, alle persone, agli obiettivi, alle aspettative, più ci sfuggono dalle mani. E allora tutto si restringe, diventa piatto, soffocante, limitato, faticoso. L’impossibile, l’inaspettato, la novità, spariscono dalla vita. Sparisce cioè la magia. Come ritrovarla “in un attimo”? Occorre smettere di aderire ai ruoli e dare spazio a ciò che emerge dal mondo interno così com’è: semplicemente accorgerci della sua esistenza e integrarlo. «Sono qui, con tutto me stesso, e non voglio cambiare niente!». Guardare ciò che c’è senza dirsi niente aiuta a percepire la nostra personalità in maniera completa: così potremo dar via a quella trasmutazione che, per gli antichi alchimisti, era rappresentata dalla trasformazione dal metallo grezzo all’oro: la realizzazione di Sé. 16

006-037 Capitolo 1.indd 16

08/07/20 16:06


Non devi migliorare ma solo essere te stesso

Temi di essere sbagliato se non sei come gli altri Il bisogno di appartenenza è uno dei bisogni fondamentali: sentirsi parte di un gruppo aumenta il senso di sicurezza, l’autostima e la sensazione di essere accettati e quindi di “andare bene”. Quando questo non accade e per qualche ragione ci sentiamo diversi avvertiamo un senso di disagio, di inadeguatezza. Per non sentirlo commettiamo un errore: inseguiamo modelli che non ci appartengono e ci costringiamo dentro forme che non sono le nostre. Cerchiamo di omologarci, di diventare come tutti, ma al prezzo di perdere ciò che conta di più: noi stessi. Quindi iniziamo a stare male. Paola, quella strana - Paola ha 16 anni e l’etichetta di “strana”. È strana perché soffre di frequenti emicranie, perché piange molto, perché di notte non riesce a dormire, soprattutto perché non ama la confusione e le piace molto stare sola, cosa che intorno a lei non molti sembrano apprezzare. Quando arriva l’attacco di emicrania Paola non riesce a fare nulla se non stare sdraiata a occhi chiusi, nel silenzio. I farmaci non danno effetti e, nell’ultimo anno, gli episodi sono stati talmente tanti da costringerla a casa da scuola. È a questo punto che i suoi genitori decidono di mandarla in psicoterapia. A casa del resto gli scontri sono quotidiani: mamma e papà non riescono ad accettare la situazione e pensano che sia almeno in parte una scusa per evitare la scuola e gli impegni. 17

006-037 Capitolo 1.indd 17

08/07/20 16:06


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.