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domenica 3 dicembre 2017 anno 8 numero 39

Sport & Spettacolo

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Inter non fermarti sul piĂš bello

Inter

Chievo


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C

ampionato bellissimo, niente da dire. Il più bello da alcuni anni a questa parte. Bisogna tornare indietro qualche stagione, sicuramente prima del XXI secolo, quando Il Milan di Zaccheroni vinceva lo scudetto, oppure il Verona di Bagnoli entusiasmava l’Italia con quella coppia là davanti, costituita da Elkjaer e Galderisi. Nella stagione 198485, alla 15ma giornata gli scaligeri erano in testa con 22 punti, proprio perché avevano perso con l’Avellino al Partenio, mentre l’Inter, seconda a un punto di distanza, era stata fermata sull’1-1 dall’Ascoli e il Torino, terzo a 20, aveva incespicato all’Olimpico con la Roma 1-0. Questo campionato sembra sulla stessa falsariga di quello, nonostante i due punti a vittoria ancora di moda. Il successo della Juventus al San Paolo, prima sconfitta di

campionato per il Napoli targato Sarri, catapulta l’Inter a una possibilità di essere almeno per una giornata la regina della Serie A. Nessuno l’avrebbe detto a inizio stagione, nemmeno i più ottimisti. Aver perso in casa con la Lazio, sembra aver rigenerato la squadra di Allegri che è andata a Napoli senza chiudersi, almeno nella prima parte di gara, allorquando ha piazzato il gol partita con Higuain. Nei restanti 77’, a parte sporadiche sortite e due parate fantastiche di Reina,

gli Allegri-boys si sono difesi con ordine portandosi a casa tre punti fondamentali. L’Inter, intanto, affronta il Chievo per cercare la vetta in solitaria della classifica. Vincere è un imperativo, anche perché il sabato successivo i nerazzurri saranno ospiti all’Allianz Stadium a vendere cara la pelle. Dietro ci sono sempre Lazio e Roma che difficilmente lasceranno l’osso. Questo campionato ha dimostrato che i colpi di scena sono dietro l’angolo e che solo alla fine si deciderà chi ne sarà il vincitore. La Juve è la più forte, il Napoli la più bella, la Roma entusiasma, la Lazio sorprende. L’Inter è una scommessa di Spalletti, che per il momento sta vincendo alla grande. Non è matura per lo scudetto, ma l’appetito viene mangiando e qualche volta i bambini nascono con i baffi. E’ la storia dello sport, perché sorprenderci?

Inter STADIO

Occasione ghiotta e perchè con il suo gol al Napoli si è tolto la sua bella soddisfazione personale. Per l’Inter questa sfida tra bianconeri e partenopei

Sandro Mazzola

R

agazzi, se non succede il finimondo, oggi pomeriggio, battendo il Chievo a San Siro, possiamo salire sul podio più alto della classifica. Dobbiamo ringraziare la Juventus che con il successo con il Napoli al San Paolo, ci ha dato questa possibilità, per ritrovarci protagonisti in assoluto. La Juventus ha disputato la gara perfetta, meritando la vittoria, anche se, in un paio di occasioni, ha rischiato di subire il pareggio. Sono contento per Higuain perchè è un professionista serio

MEAZZA

era importante e per aver bloccato il Napoli va un applauso alla Juventus. Non è che i bianconeri mi siano molto simpatici, lo sanno tutti, in questo caso hanno fatto un grosso piacere all’Inter. Se avesse vinto il Napoli, la situazione sarebbe stata diversa, perchè avrebbe potuto dare una svolta diversa al campionato e la sfida per lo scudetto avrebbe potuto essere un discorso ristretto ad Inter e Napoli, anche se guardando la classifica, si è fatta avanti minacciosa la Roma, considerando che deve ancora recuperare la partita con la Sampdoria. Il 3-1 alla Spal non fa un grinza perchè arrivato con gli emiliani in inferiorità numerica per quasi tutta la partita, mentre

il 2-0 è arrivato nel giro di dieci minuti. E’ chiaro che oggi l’Inter non può fallire l’obbiettivo dei tre punti, perchè sono fondamentali per la conferma dello stato di salute della squadra, in particolare modo sotto l’aspetto psicologico. Il Chievo arriva dal derby perso con il Verona, però resta sempre un avversario da non prendere sotto gamba. Sarà una mia sensazione, ma sento che oggi nell’anticipo di mezzogiorno, il Benevento possa giocare un brutto scherzo al Milan, conquistando i primi punti del campionato. Gattuso conosce bene i rossoneri, ma non ha la bacchetta magica e il fattore campo, stavolta, potrebbe favorire i padroni di casa, Molto

segue a pag 3

Chievo ORE 15.00

Rolando Maran

Allenatore

Allenatore

Luciano Spalletti

Parola al Baffo

(4-2-3-1)

Handanovic D’Ambrosio, Skriniar, Ranocchia, Santon; Borja Valero, Brozovic; Candreva, Joao Mario, Perisic; Icardi

(4-3-1-2)

Gianpaolo Calvarese

Sorrentino Cacciatore, Gamberini, Tomovic, Gobbi; Bastien, Rigoni, Hetemaj; Birsa; Meggiorini, Inglese


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dipenderà dal primo quarto d’ora, anche se è bene ricordare che proprio il Benevento a Torino con la Juve chiuse in vantaggio il primo tempo. Una bella partita, aperta ad ogni risultato sarà quella di Marassi, tra Sampdoria e Lazio, dove c’è in ballo il quinto posto, con le due squadre che devono recuperare con la Sampdoria e l’Udinese.

la partita

ICARDITE ACUTA punto, non solo la qualificazione alla prossima Champions League ma la lotta è serrata anche per lo scudetto. Cinque squadre in una manciata di punti, sette punti, oggi, dall’imbattuto Napoli capolista per la Lazio che virtualmente porrebbe già contare sui tre punti del recupero, ed allora i punti si riducono a quattro: cinque squadre in quattro punti. Anche l’Inter arriva imbattuta alla sfida di oggi contro il Chievo. La squadra nerazzurra con l’arrivo di Spalletti mostra continui miglioramenti, soprattutto nel carattere. Sa soffrire i momenti opachi ma sa anche attendere per colpire al momento giusto, come fanno le cosiddette grandi. E’ una squadra maturata e sempre più

consapevole di potersi giocare questo campionato alla pari con le cinque sorelle. L’Inter, reduce

Obiettivo Champions

Contro i clivensi, Spalletti dovrà, per motivi non dipendenti dalla sua volontà, rinunciare a Miranda e Gagliardini e affidarsi per la prima volta agli altri, quelli che

Severa Bisceglia

E Parliamone

Luigi Rubino L’Inter è come una tarantola. Spietata, al momento opportuno, ha tramortito anche il Cagliari. Al Sardegna Arena, i nerazzurri hanno subito a lungo il pressing dei sardi, ma poi hanno colpito ancora con Icardi, sempre più leader di una squadra che viaggia a media scudetto, in una stagione, in cui l’obiettivo primario della società, resta, e non lo dimentichiamo, la qualificazione Champions per il prossimo anno. Una competizione quella della Coppa con le grandi orecchie dove la beneamata manca da cinque anni. Quest’anno potrebbe es-

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ccoci alla 15° giornata di questo campionato che si rivela sempre più avvincente. I giochi sono apertissimi. Napoli, Inter, Juventus, Roma e Lazio, le due compagini capitoline devono anche recuperare una partita, si giocano, a questo

sere la volta giusta per centrare l’obiettivo, anche perché c’è Spalletti che, con la quasi intelaiatura dello scorso anno, compattezza e sicurezza del gruppo, è riuscito a far volare la squadra e guardando la classifica, oltre le previsioni, dopo quattordici giornate, dove il matador più volte, per la felicità di Wanda Nari è stato il suo bomber argentino Maurito, (15 gol in 14 gare); un record questo che conferma le grandi qualità innate del giocatore, che si trova sempre dove cade il pallone. Con le due reti realizzate al Cagliari, Maurito, come già verificatosi lo scorso anno, sembra amare le doppiette (il centravanti finora ne ha segnate cinque in campionato). Buono per l’Inter, anche perché i gol portano in alto, entusiasmo tra il pubblico nerazzurro, che sempre vicino alla squadra, sogna mete ambiziose che potrebbero concretizzarsi già quest’anno e ancora più avanti, dopo i limiti imposti dal fair play finanziario dell’Uefa a

da 11 vittorie e tre pareggi, oggi ospita a San Siro un Chievo che naviga in buone acque in classifica, lontana dalla zona rossa e che nell’anticipo di sabato scorso ha battuto una squadra ostica come la Spal. Una sfida, questa di San Siro, che sulla carta avrebbe poco da dire, il divario tecnico tra le due squadre è sotto gli occhi di tutti, ma il Chievo non ha mai giocato, soprattutto a San

Ma l’appetito vien mangiando

Suning. La caduta del Napoli nel big match contro la Juve al San Paolo, dà la possibilità, in caso di vittoria possibile, ma non facile contro il Chievo oggi pomeriggio al Meazza, di agguantare in questa stagione la testa della classifica, davanti alle grandi favorite dello scudetto Napoli e Juve. L’appetito, come si suol dire, vien mangiando. Bisogna però stare con i piedi ben saldi in terra. Nel calcio non esistono partite facili.

con saggezza e professionalità, senza battere ciglio, hanno continuato a lavorare in allenamento, giocando poco come Santon prima e Andrea Ranocchia oggi; un giocatore che, contro il Chievo, ha la grande possibilità, grazie soprattutto al tecnico Lucianone di Cetraldo, che ha sempre difeso il gruppo, di riscattarsi davanti al suo pubblico che più volte lo ha deriso, imprecando che andasse via.

* 1 partita in più

LA CLASSIFICA

* 1 partita in meno

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Siro, da semplice comparsa ed è capace di dare del filo da torcere alle cosiddette grandi. Cosa ha studiato …. per imbrigliare capitan Icardi che marcia a suon di doppiette (quinta), 15 gol per lui alla pari di Ciro Immobile, e che ha imparato a sbagliare meno sotto porta. Un inter sempre più targata Icardi ma utili anche i gol di Brozovic e Perisic. L’Inter di Spalletti ha imparato a pazientare per poi tuffarsi in gioco con determinazione e sagacia tattica mostrandosi sempre più solida mentalmente. Oggi al Meazza viene data per certa l’esclusione di Matias Vecino che ha recuperato, ma non abbastanza, il risentimento al bicipite femorale. Il centrocampista sarà sostituito da Joao Mario, magari scambiandosi di posto con Brozovic, Assenti per squalifica Gagliardini e Miranda, quest’ultimo sostituito dal sempre più contestato Andrea Ranocchia. Al fianco di Ranocchia ci sarà Skriniar e uno tra Nagatomo e Santon come terzino. 3 punti per forza, sabato allo Stadium vi aspetta la Juve.

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ontro il Chievo è in gioco la testa della classifica. E’ una partita importante. Bisogna vincere, è l’unica cosa certa, l’unica cosa che ho capito perfettamente. Vecino sta bene e può giocare. Se arriviamo nelle prime quattro c’è la Champions, se arriviamo settimi si giocano

Leader si nasce? le amichevoli a fine campionato. Domani giocherà chi ha giocato meno e la cosa non mi preoccupa. Non è detto che se avessero giocato altri in questi tre mesi avremmo perso dei punti anziché guadagnarli. Tutti devo farsi trovare pronti. Siamo attrezzati, zero alibi Le strade per arrivare al risultato sono molte. Non bisogna abituare nessuno. Domani credo faremo più possesso, ma attenzione al Chievo che sa prendersi quel che gli serve, sanno cercare i due contro due contro i difensori. Anche noi possiamo giocare come la Juve contro il Napoli, ma ora dobbiamo consolidare i nostri equilibri Il Chievo gioca con il rombo e due punte, sanno fare pressing e sanno tornare compatti dietro. Fanno squadra. Noi dovremo essere veloci, anche col pensiero La Juve resta la più forte, credo che volesse dire altro altrimenti vuol dire che gli specchi stridono. Ha sempre fatto grandi risultati, anche quando sono dietro, restano i più forti La gara di oggi è un opportunità. Che ci siano aspettative è corretto, non ci tiriamo indietro. Dobbiamo trasmettere ai nostri tifosi le giuste emozio-

ni. Poi le aspettative cambiano in fretta, dipende dai risultati, la strada è lunga e difficile, bisogna essere convinti di poter arrivare in fondo bene, la penso come Sarri. Si aspettava un’Inter così in alto in classifica e così competitiva? Il mondo Inter è attraente ma poi capisci meglio quando ci sei dentro. Ora i calciatori stanno mettendo in pratica quello che sanno fare, non perderemo per strada quel che stiamo costruendo. Vogliamo allenarci per le cose impossibile Non servono rinforzi a gennaio. Sono a posto così, il mio mercato sarà mantenere i calciatori che ho, perché sono forti. Con il club parliamo di tante altre cose. Alcuni di voi giornalisti sono qui a ogni ora Handanovic ha rinnovato perché crede in certi obiettivi. La società sa quel che deve fare. Lui si trova bene, vuole restare, vuole provare a fare il massimo e la società ha capito che era il momento giusto, lavorare così dà dei vantaggi. Ci sono anche altre situazioni e la società mi sta coinvolgendo. In difesa manca Miranda ma ho a disposizione un buon numero di calciatori, mancano

solo due squalificati. Dietro non siamo tanti, è vero, ma siamo allenati al cambio di ruolo, se c’è bisogno D’Ambrosio è pronto, ma domani gioca Ranocchia che sarà favorito dalle caratteristiche del Chievo, è fortunato in questo. Loro hanno due forti di testa, “Rano” dovrà essere più forte di loro. A fine partita vedremo se avevamo ragione noi a credere in Ranocchia, lo vedremo. Montella non l’ho ancora sentito, ma lo farò presto, è un amico, è stato un mio calciatore che mi ha fatto crescere. E’ una persona perbene, è squisito. Mi dispiace per l’esonero, ci credeva nonostante le difficoltà. Intanto faccio un grande in bocca al lupo a Gattuso”.

“ C’

è il Chievo tra l’Inter e il primo posto in classifica e noi non vogliamo fare sconti a San Siro. L’Inter se vince è prima? E’ uno stimolo anche per noi: è una gara difficile, poi è l’unica squadra che non ha ancora perso. L’Inter ha una

Bomber 15 reti ciro immobile

caratura tecnica importante, ma noi siamo abituati a superare le difficoltà. Il grande pubblico di San Siro non ci spaventa. Ripeto, è uno stimolo in più. Dobbiamo lavorare da squadra, come sempre. Castro, Radovanovic e Hetemaj non ci saranno e non sono convocati, quindi schiererò un centrocampo inedito. E’ un bel

banco di prova. E io mi fido di ogni singolo giocatore della mia rosa. L’Inter ha trovato l’equilibrio, prestazioni e continuità grazie a Spalletti. Loro hanno un obiettivo importante, ci sarà grande intensità in campo. Mi aspetto una gara con diversi spunti, con due squadre che crossano tanto”.

15 reti


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gli Ospiti

Giovanni Labanca

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a prima nota positiva di Inter-Chievo è che si gioca alle ore 15.00. Avete capito? I soloni del nostro calcio, e ce ne sono tanti a non far niente, se non danni, hanno guardato bene la cartina geografica e, dopo una veloce ripassatina, hanno capito che la latitudine di Milano e la sua infelice posizione in media pianura padana avrebbero consigliato un orario consono alle descritte condizioni. Finora erano convinte le autorità che a Milano non facesse freddo, come da romanzo famoso, letto troppo volte. A noi, della penna attori, ai tifosi gialli e nerazzurri, i maggiori interessati con le rispettive squadre, interessa molto questo gradito “regalo”, fino a quando devi riprendere a fare i conti con Mediaset e Sky che, come fogli di

Il Cavaliere in giallo carta, ti spostano alle notti freddi di San Siro. Pensiamo al presente, ora e vediamo che piatto assaporeremo, preparatoci da due buone squadre. L’Inter sta meglio del Chievo, il quale non sta poi tanto male in classifica e si gode pure le sue inattese vittorie esterne, che fanno lievitare, guarda la combinazione, la classifica come i panettoni ed i pandori di casa madre, per un buon Natale. L’abbiamo preso sul dolce e su questo gusto vogliamo restare, anche perchè il Chievo ha sempre giocato bene a San Siro, soprattutto dai tempi di Del Neri e, proprio all’inizio del mese di Natale, non vuole rovinare tutto. Sentite il re dei panettoni che dice: “San Siro, per noi è stato un campo quasi amico e mi auguro che lo continui ad essere. La squadra è in buona salute e non manca nemmeno più di quella cattiveria che, in passato, l’ha condizionata. Sarei davvero folle se dicessi che batteremo l’Inter di Spalletti che va a gonfie vele e lotta per non far scappare il Napoli ed avvicinare troppo la Juventus. Saremo leali avversari e, con calma, tesseremo qualche buona trama per mettere in crisi i nerazzurri che, alcune volte, perdono la memoria e vanno in crisi. Manderò a tutti una bella scota di panettoni veronesi, anche se loro, milanesi, di panettoni ne hanno già tanti: Sarà solo un bel gesto di cortesia, che servirà a sottolineare la grande stima che esiste tra le due società, calcio a parte”. Hai senti-

n casa nerazzurra è festa grande. Si festeggia lo stop del Napoli e si ringrazia la Juve, pensando in particolare modo al Chievo, ospite oggi a San Siro, ma soprattutto ci si sintonizza sulla partita di saba-

suoi ragazzi concentrati sull’impegno con il Chievo. “Un passo per volta - ha avvisato Spalletti -, al momento devo pensare solo al Chievo, mentre la Juventus, la nostra attenzione si concentrerà dal dopo partita di oggi. Calendario alla mano, vedrà in apertura alle 12.30 la sfida del Vigorito dove scenderà il Milan guidato da Gattuso che ha rilevato la bollente panchina di Montella. Il Benevento è a caccia del primo punto del campionato, ma il Milan targato Ringhio, non può permettersi lussi del genere, se vuol salire sul treno dell’Europa, dal momento che Lazio e Sampdoria viaggiano a forte velocità, anche se questa sera, si sfideranno a Marassi in una gara che si annuncia spettacolare. Segue il poker formato da Bologna, Atalanta, Torino e Chievo, in particolar modo dalla Fiorentina, che questo pomeriggio cercherà il rilancio ospitando

to prossimo di Torino, quando l’Inter dovrà affrontare la Juventus. Non si fanno calcoli, è l’ordine tassativo di Spalletti, dal momento che i tifosi sognano la fuga in caso di successo in terra piemontese. Un particolare che non sfugge all’allenatore nerazzurro che vuole, soprattutto, i

il Sassuolo. Bagarre, in fondo alla classifica con i due posticipi di domani, con il Crotone che riceve l’Udinese e il Verona che ospita il Genoa. Sulla carta potrebbero essere due pareggi annunciati, ma il calcio di oggi, non regala alcuna certezza.

Campionato

Laura Tangari

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L’Inter a caccia del primo posto

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Se le strisce sono bianconere A NAPOLI PER UN VENERDÌ DA LEONI da Torino

Pier Carlo Forneris

N to, Luca Campedelli come vuole prendere gli avversari? …per la gola Furbo il giovanotto. Meglio per lui. Rolando Maran, il mister re della panchina su cui siede ben fermo, dopo un periodo anche appannato, la butta tutto sul tecnico, ovviamente. “Noi abbiamo uno schema e una mentalità ancora della vecchia “provincia”, quella della squadra che veniva a giocare a Milano preparata solo di fare muro e non beccare tanti gol. Giochiamo bene e siamo sicuri che qualche scherzetto all’amico di turno lo potremmo anche fare. Loro hanno i carri armati in avanti e noi possiamo rispondere con le gazzelle, pronte

a puntare la porta di Handanovic con qualche speranza di ottenere qualcosa. I ragazzi sono tranquilli, perché tranquillo è l’ambiente e la classifica ne è la prova. Siamo attaccati al Milan e la cosa ci sprona a fare ancora di più. Il messaggio lanciato ai miei giocatori è stato chiaro. Dovremo giocare su tutte le palle, senza mollare”. Speriamo che i ragazzi di Chievo non intendano anche le palle degli alberi di Natale, di cui Milano è già piena, troppo piena, anzi tempo. Attenta Inter, non ti scordare che sul petto dei canarini, domina la bella sagoma del Cavaliere in giallo, sempre in agguato.

on c’è un venerdì migliore di quello appena passato, la partita tanto attesa da tutti i tifosi napoletani ha coinciso con calo fisico e alcuni infortuni per i bianconeri, Gonzalo Higuain con la frattura al terzo metacarpo della mano sinistra, anche se immediatamente operato, le possibilità che posse essere in campo venerdì scorso al San Paolo erano poche, ma il fato ci mette del suo come il Karma, e quindi Mister Allegri, oltre a vedere in Mandzukic il sostituto immediato, rischia perché crede nel bisogno di riscatto del Pepita. E ci ha visto bene il buon Allegri. La difesa ha un volto nuo-

vo, il tedesco Howedes, che con il Crotone ha sbagliato nulla, piace molto al AD Marotta, che vede in lui un difensore di qualità e quantità, riscattabile a 13 milioni di euro, al raggiungimento dì almeno 25 partite. Questo giocatore nel 2014 ha vinto con la sua nazionale il Campionato del Mondo in Brasile e nella Bundesliga con lo Schalke 04 ha dimostrato la duttilità in campo, potendo non solo difendere ma anche partecipare in fase di manovra. Napoli è una piazza difficile, che ha bisogno di risultati, e la possibile (non sicura) eliminazione dalla Champions League porterebbe ulteriori malumori in una società e tifoseria che ormai da molti anni è in attesa di uno scudetto. Il ricordo di Maradona e di quel Napoli è ancora vivo. Peccato per il Napoli ma la Juventus ha meritato questa vittoria spartiacque. Il Torino con i bergamaschi dell’Atalanta alla ricerca di punti e di bel gioco, si affrontano allo Stadio Grande Torino.

ARTIGIANO IN FIERA MILANO PAD CALABRIA


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PANINI FIFA 365: IN EDICOLA LA NUOVA COLLEZIONE SUL TOP DEL CALCIO MONDIALE UNA RACCOLTA DI 602 FIGURINE. E PER L’ITALIA: JUVENTUS, MILAN, INTER, ROMA E NAPOLI


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Vincere è il primo comandamento Un successo contro il Chievo porterebbe i nerazzurri in testa

Parliamone

Dario Trione

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uperare il Chievo per tornare in testa alla classifica, senza dover aspettare il risultato del Napoli. Proprio la squadra partenopea che venerdì è stata sconfitta in casa dalla Juventus, potrebbe essere superata in vetta alla classifica. Chi lo avrebbe mai detto ad agosto, quando il Milan annunciava colpi di giocatori che dovevano “spostare gli equilibri”, mentre l’Inter faticava a trovare e comprare un giocatore che potesse integrarsi nel modulo di Spallletti? Eppure, dopo solo tre mesi, i nerazzurri hanno la possibilità di guidare il campionato da soli mentre il Milan ha già sostituito Montella con Gattuso. La partita, perà, contro il Chievo non è da sottovalutare. La squadra di Maran ha 20 punti in classifica. In trasferta è uscita sconfitta in due occasioni: dall’”Allianz Sta-

dium” e dal “Galileo Ferraris”, rispettivamente contro Juventus e Sampdoria. E’ riuscita a fermare il Napoli di Maurizio Sarri, risultato da non sottovalutare. Come già visto contro il Cagliari, gli undici del tecnico di Certaldo faticano a costruire la manovra se vengono pressati nella propria metà campo. Mancheranno Miranda e Gagliardini squalificati, mentre per Vecino sarà presa una decisione prima della gara. Le scelte sono obbligate: toccherà a Ranocchia, che fin qui ha giocato solo 5’ minuti a Crotone, ritornare titolare nella partita casalinga. Il difensore di Assisi fino ad oggi è sempre rimasto nell’ombra, non ha mai fatto polemiche e, anche se le apparizioni della scorsa stagione non hanno mai convinto appieno, è giusto dargli il supporto e la possibilità di recuperare la fiducia del popolo nerazzurro. Proprio com’è successo prima a Nagatomo, che nelle gerarchie del tecnico viene prima di Dalbert e successivamente a Santon, il quale pian piano sta trovando sempre più spazio. A centrocampo, visto l’assenza obbligata di Gagliardini, sarà il turno di Joao Mario cui è affidato il compito di non far rimpiangere l’ex atalantino. Fin qui le prestazioni del portoghese non sono state all’altezza delle aspettative e ogni partita potrebbe essere importante per una sua conferma in nerazzurro. Battere il Chievo in casa e guadagnare tre preziosi punti, consentirebbe ai nerazzurri di essere primi in classifica. Una vetta che manca da due anni e che potrebbe cambiare gli obiettivi della stagione.

Oratorio Cup Inter

Vita di Club

Giovanni Labanca

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nter uguale calcio, campionato, Inter Club e basta. Non è del tutto così, se si riesce a guardare dietro le quinte, al di là del muro. Ci sono tante altre cose, finora impensabili, da assimilare ad una società di calcio. Siamo all’Inter, che vive un modo parallelo a quello del calcio puro e dedica tante sue energie ai ragazzi, italiani e stranieri, bisognosi di aiuto per crescere in buoni condizioni fisiche e morali. Ecco allora, le Scuole calcio in ogni continente, nelle zone più depresse, dove una semplice partita di pallone diventa stimolo di socialità, spinta verso un futuro altrimenti già segnato e tra le altre simpatiche iniziative ci sono anche le scuole calcio , tra le più simpatiche e toccanti, di particolare interesse socio-culturale,

verso gli oratori, luoghi deposti ad accogliere i ragazzi per venire incontro al modello di vita delle famiglie di oggi. Per ognuna di queste attività parallele, la Società ha costituito dei direttivi ad hoc, per seguire direttamente gli investimenti e la vita stessa di queste altre piccole società. Parliamo oggi dell’Oratorio Cup, il torneo di calcio Under 12.

Nella Sala Executive dello stadio Meazza si è tenuta, la settimana scorsa, la presentazione ufficiale della manifestazione Oratorio Cup 2017/18, giunta quest’anno alla 14^ edizione. Nato nel 2005, è il torneo di calcio Under 12 più importante riservato alle squadre d’oratorio ed è dedicato alla memoria del grande “padre” Giacinto Facchetti e ai valori e ai simboli di vita del “capitano”.

All’evento hanno partecipato il vice presidente Javier Zanetti e alcuni capitani delle squadre del Settore Giovanile nerazzurro: Marco Sala e Xian Emmers della Primavera, e Mirko Poropat e Niccolò Sotgia dell’Under 12, per una sorta di passaggio di testimone. Le finali si svolgeranno, come sempre, al Centro di Formazione Suning.

Inter Club GUATEMALA F

RAIJANES è la città del Guatemala che ospita la sede ufficiale del primo Inter Club del paese tropicale.

Inutile dire che la passione, anche in questi remoti posti della terra, sia tanta per l’Inter che, sin dai tempi remoti, ha sparso

di gloria anche il continente Sud Americano, A distanza di anni, torna la fiamma dei colori nerazzurri a scaldare i cuori già accesi di nuovi tifosi, al punto tale, anche per l’accorciarsi delle distanze, da essere riusciti a fondare il primo Inter Club. Tanto calore, tanto attaccamento andavano assolutamente premiati e così ha fatto il vice presidente Xavier Zanetti, che si è recato a Fraijanes, dove, inutile dirlo, è stato accolto con entusiasmo alle stelle. La visita di Zanetti ha avuto anche il merito di richiamare tanti nuovi tifosi, che sono quasi raddoppiati di numero.

INTER CLUB MALESIA

K

UALA LUMPUR - Una volta, solo a nominare questi paesi sembrava toccare la Luna per la lontananza, di ben diecimila chilometri da Milano. E sembrava anche improbabile che l’amore per i colori nerazzurri avesse potuto contribuire alla fondazione del primo Inter Club ufficiale, cosa che, fortunatamente, è avvenuta. proprio in questi ultimi giorni, nella capitale della Malaysia. L’Inter Summer Tour è stata la prima occasione di incontro fra fondatori del Club e il Centro Coordinamento Inter Club,riunione che con grande entusiasmo, è servita a cementare le reciproche forze per garantire anche a Guatemala, lo stesso trattamento di cui godono gli altri Club. Akmal Rahim, presidente del neonato club, racconta: “Grazie ai social media siamo riusciti a mettere in contatto i vari tifosi interisti del nostro Paese e da quest’anno siamo diventati un club ufficiale. Ora ci troviamo tutti insieme per tifare l’Inter: quello che sembrava un sogno, oggi si è finalmente avverato”.


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Accadeva Ieri e Venerdì Juventus OK Napoli KO

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uomo del San Paolo è sempre Higuain, il big match è stato risolto dall’ex azzurro. L’attaccante argentino non doveva neppure giocare, quando si dice la sorte! Ad essere fasciata è la mano, mica il piede e, se in giornata buona, Gonzalo Higuain centra lo specchio della porta anche con gli occhi bendati. La partitissima di questa 15° giornata se l’è aggiudicata meritatamente la Juventus. I bianconeri hanno interpretato la partita a meraviglia chiudendo ogni spazio agli avversari, niente triangolazioni brevi e veloci per i partenopei

che si sono visti imbrigliati in tutti i settori del campo. Non possiamo certo parlare di patitone, tanti gli errori grossolani commessi da entrambe le formazioni e tante le disattenzioni, ma la Juve ha più fame e l’ex Higuain ha servito in tavola un piatto da tre punti. Tutto facile per l’argentino, sostenuto anche da Dybala, lasciato solo e libero di ammutolire il San Paolo. Se la giornata è quella giusta, il Pipita e Dybala non sbagliano. Allegri porta i suoi in prima posizione in classifica, Higuain si è tolto l’ennesimo sassolino dalla scarpa, tutto rivolto all’ex presidente De Lau-

rentiis che a sua volta considera l’argentino un core ’ngrato. Mi preme sottolineare la mancata sportività mostrata al San Paolo dai tifosi partenopei: Higuain segna, lo stadio è un unico coro di fischi, il Pipita porta giustamente la mano all’orecchio per rispondere agli insulti. Mentre

Gonzalo corre esultando dirige lo sguardo verso il lato del campo che dà sulla tribuna autorità e si è portato la mano sulla fronte per scrutare la tribuna, come a cercare di incrociare lo sguardo del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.

Per la Roma gara in discesa Dzeko torna al gol dopo due mesi

T Il Torino non si sblocca

T

utto storto per i granata. Nell’unica gara in posticipo ieri sera, Torino-Atalanta si è fermata sull’1-1. L’undici di

Mihajlovic, in maglia verde per rendere omaggio alla Chapecoense a un anno di distanza da una delle più grandi tragedie sportive di tutti i tempi, reduce dallo 0-0 di San Siro contro il Milan, pareggia ancora contro la Dea a sua volta reduce dalla vittoria sul Benevento nel posticipo di lunedì scorso. Tutto storto sotto la Mole. I granata vanno in vantaggio allo scadere del primo tempo grazie al colpo di testa di N’Koulou. Ma a volte la sorftuna ci vede proprio bene, Ilicic entra e regala il pari alla squadra ospite.

utto facile per la Roma che, dopo il passo falso contro il Genoa, riprende a vincere e fa della Spal, rimasta in dieci dopo solo 9’ di gara, un solo boccone. 3-1 dice il campo, espulsione del capitano Felipe dice il Var. I giallorossi hanno usato clemenza verso gli avversari, il risultato poteva essere molto più rotondo. Eusebio Di Francesco ha dovuto fare i conti, nell’anticipo dell’Olimpico di venerdì scorso, con le assenze di Nainggolan, Perotti, Defrel e De Rossi (quest’ultimo squalificato), ma ci ha pensato la fortuna, nel gioco del calcio non guasta mai, e tutto si è fatto d’improvviso più semplice: Dzeko, in astinenza da due mesi, prende la mira della porta avversaria, si fa stendere dal capitano della Spal, ne consegue l’espulsione diretta, ed il bosniaco al 19’ interrompe il digiuno. La gioia di noi addetti ai lavori è tutta per Emerson Pal-

mieri tornato in campo dopo sei mesi di assenza per la rottura del crociato. La superiorità numerica ed il divario tecnico permettono alla Roma di dettare leggi in campo. Arriva il raddoppio di Strootman, su assist del ritrovassimo El Shaarawy, e chiude la partita il colpo di testa vincente di Pellegrini, al suo primo gol in giallorosso. Il gol bandiera dei toscani lo realizza su rigore Viviani che spiazza Alisson, ma l’arbitro Abisso fa ripetere perché c’erano troppi uomini in campo. Al secondo tentativo l’ex di turno fa il cucchiaio, Alisson devia sulla traversa e Viviani insacca sulla ribattuta. Archiviata la pratica campionato Di Francesco si rituffa in Europa, martedì all’Olimpico sfiderà il Qarabag, gara decisiva per la qualificazione agli ottavi di Champions, e potrà contare sul ritrovato Emerson, non in Europa, ma utile al turn over.


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Calcio e’…

Montella rifletteva mentre i tifosi fischiavano I Cugini

Severa Bisceglia

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rutto momento per il Milan dell’ormai ex tecnico Vincenzo Montella. Domenica scorsa a San Siro contro il Torino si è respirata un’aria davvero pesante. I rossoneri non segnano e non vincono in casa dal 20 settembre e quando segnano lo fanno in fuorigioco.

Il tecnico rossonero non sapeva più che pesci prendere, si ritrova a 18 punti dalla vetta e a 16 dall’Inter (questo fa ancora più male ai tifosi del Diavolo) in compagnia di squadre, senza mancare loro di rispetto, come Chievo e Bologna. Il quadro è sempre più desolato. Il Milan è sempre più mediocre, Kessie resta invisibile, Kalinic resta non pervenuto, Andrè Silva risulta spesso leggero e sulle punte, contrariamente a quanto ti aspetti da un numero 9, e Suso non sempre riesce a risolvere le questioni soprattutto se arretrato di 15 metri rispetto alla posizione a lui più congeniale. Un disastro che evidenzia, seppur mostrando buon gioco, la mancanza di un piano chiaro e concreto. Quella di domenica scorsa doveva essere la partita della svolta - il d.s. Mirabelli prima della partita ha caricato i suoi “Da oggi si gioca per vincere, non per partecipare” davvero poca la merce sul tavolo per lasciare intendere un segnale

di cambio marcia, seppur flebile. Peccato. Alla svolta ci ha pensato la dirigenza rossonera, fuori Montella e dentro Gattuso. Oggi, però, i tre punti dovrebbero essere concreti ed afferrabili. Nell’anticipo di oggi il Milan sfiderà il temuto Benevento che potrebbe, in caso di pareggio o vittoria dei giallorossi, passare alla storia non più per il record negativo in classifica ma per aver raccolto i primi punti contro una delle cosiddette grandì. La carica di Rino Gattuso è sotto gli occhi di tutti ed il Milan, seppur con pochissimo tempo a disposizione, non può passare indenne sotto il suo comando. Ringhio è un trascinatore nato e a Benevento schiererà il 3-4-3 con Montolivo e Kessie in mezzo, con Abate e Rodriguez sulle fasce. Dietro spazio a uno tra Musacchio e Zapata (il primo è favorito), sicuri anche Bonucci e Romagnoli. In attacco il tridente formato da Suso, Kalinic e Bonaventura.

101° Giro d’Ialia Torna a casa Giro di

Giovanni Labanca

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ato nel lontano 1909, da una brillante idea del giornalista sportivo Tullo Morgagni, dal tragitto limitato a Milano e Lombardia, ha finito per diventare la corsa delle biciclette più famosa del mondo e, per antonomasia, la corsa più bella Italia. Man mano che le strade avanzavano nella penisola, lì arrivava il Giro, come pioniere a scoprire nuove terre, ad infuocare i cuori dei tanti crescenti appassionati delle due ruote, la cui industria ne ebbe un enorme beneficio, come enorme pubblicità ha avuto il nostro Bel

Paese con il successivo avvento della televisione, quando la radio con Adone Carapezzi, prima, e De Zan poi, dai microfoni quadrati trasmettevano le emozioni degli ultimi chilometri, ne decantavano le imprese per scalare Stelvio e Zoncolan. Lo sportivo “vedeva” le ultime pedalate di Binda, Coppi e Bartali e nell’immaginario collettivo questi campioni riuscirono anche nella non facile impresa ad unificare il paese, più di quanto non avesse fatto la politica stessa. Sono i miracoli dello sport. La partenza era dalla Lombardia

, salvo poi conoscere altre importanti città e l’arrivo era categoricamente fissato sotto la Madonnina di Milano. Era diventato un rito , più che una semplice consuetudine, come rispetto alla “culla” di nascita, divenuta storica. Le altre città conoscevano pure la loro gloria, ma solo come importanti tappe: la maglia rosa, quella ultima del vincitore, veniva sempre vestita tra il Vigorelli, l’Arena, per scegliere poi piazza Duomo come più prestigioso traguardo. E così è sempre stato, salvo occasioni storiche, che nel 60 lo portarono a Torino, nell’an-

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eguire il calcio e i suoi protagonisti permette di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze in moltissimi campi, anche quelli apparentemente meno affini come ad esempio la medicina, in particolare quella sportiva. Chi segue le gesta dei calciatori negli ul-

timi anni ha sicuramente incrementato le proprie competenze nell’ambito medico che a sua volta è cresciuto in termini di qualità. Nel corso della lunga stagione agonistica i calciatori vanno incontro a una serie di infortuni che spaziano dal semplice affaticamento muscolare a diagnosi ben più traumatiche come la rottura dei legamenti. La numerosità degli infortuni è in fase crescente e conseguen-

temente l’attività dei medici sportivi è in costante crescita. Una maggiore domanda permette un incremento del business abbinato alla materia e un costante miglioramento delle tecniche curative: ad usufruirne inizialmente sono ovviamente top player ma poi a cascata anche i giocatori e i semplici amatori potranno utilizzare le migliorie della medicina sportiva.

niversario del Centenario. Toccò anche a Napoli e a Verona, ma rappresentavano rare occasioni legati ad avvenimenti di elevata importanza, occasione che Milano concedeva con piacere. Il ritorno a casa, dopo, rientrava nella normalità, perchè la Gazzetta dello Sport era la sua casa naturale. Tutto questo finché alla guida della RCS c’erano dirigenti di alto valore culturale, oltre che sportivo e fino a che, lentamente, l’odore acre del denaro non cominciasse a soffiare fastidioso anche in via Solferino. Fiutato l’affare, il Giro si è trasformato, piano piano, in una macchina da soldi e, oltre a vendere a buon prezzo il passaggio della corsa, mise in palio addirittura l’arrivo stesso, considerando Milano non più inamovibile. “Signori, venghino, venghino, è all’asta l’arrivo del giro.Chi offre di più?” sembra risuonare il verso in uso nelle vecchie fiere di paese. E così, fatti due conti, anche Milano, perso lo ius della “summam recta” , la linea più importante, il traguardo appunto, si è vista costretta a venire a patti con gli organizzatori. Per l’EXPO il gioco fu facile, come per il centenario del Giro, perchè avere Milano come vetrina e sfondo, sarebbe stata sempre una bella figura. Quest’anno, il sindaco Sala, fatti due conti sulle spese da sostenere ha deciso di rinunciare, prefe-

rendo dirottare quei tanti soldi ad opere più concrete, durature, per il bene della città. Qualcuno gli dà ragione, altri torto. Noi siamo per il no al Giro, perchè la città ha ormai una visibilità gratis ogni giorno, per quello che si fa e per non darla vinta a questi nuovi signori della RCS, con la coppola nera, che impongono tagliole pesanti. Il Giro numero 101 terminerà la sua corsa sul Tevere e non sui Navigli, anche se ricordiamo bene la promessa fatta ufficialmente e solennemente da Cairo alla conferenza stampa di presentazione della corsa 100 “Voglio sperare e ve lo prometto che il Giro finisca sempre a tre chilometri della mia scrivania”. Spiegato ai non milanesi, è la distanza tra Piazza Duomo e la sede del Corriere della Sera, di cui il Cairo granata è l’assoluto padrone, quindi con pieni poteri decisionali. Niente da fare, ha vinto ancora una volta il vil danaro e saremmo curiosi di sapere quanto avrà pagato la Raggi per avere il Giro a Roma, essendo noto a tutti, che la Lupa non ha più na stilla di latte da mungere. E allora, dove li prenderà i soldi per rifare strade, togliere cassonetti ed immondizia, topi compresi, dalle vie del circuito di dieci chilometri? Dalle casse dello Stato, naturalmente. A Roma, sentite anche questa barzelletta, la carovana, si

parla di centinania di persone e mezzi, sarà caricata su più aerei a Torino e scaricata a Fiumicino, con una bella spesa complessiva. Non vogliamo dire che la capitale non meritasse tanto onore, ma che bastava inserirla nel Giro che conta e farne traguardo di una tappa con i fiocchi. Questo in via Solferino non lo pensano, distratti come sono a contare i dubloni di capienti forzieri. Sala, in conclusione ha fatto bene, mentre il Giro ha perso un’altra occasione per non offendere la Storia e la sua stessa città materna. E ce ne duole. Come ce ne duole vedere ancora una volta, poveri corridori, fino ad un certo punto, correre al risparmio, tra le mura di Gerusalemme, per far incassare, sempre alla RCS, una barcata di dollari e travalicare le sacre mura domestiche (da domus, casa), come avviene, ormai abitualmente. Guarderemo il Giro per dovere professionale, ma soprattutto per seguire la nuova coppia Pozzovivo-Nibali. Lo faremo, insomma, con distacco, perchè è una specie di corsa delle lepri, ben lontana da quelle raccontate da Adone Carapezzi. La Madonnina, quella buona e santa, saprà aspettare il ritorno del figliuol prodigo, ma con un tosto mattarello tra le pieghe della bella veste sacra.

Marco Papetti

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...Milano informa Cultura Commercio

Le foto di James Nachtwey in mostra a Con “Ambrogio” le edicole diventano moderne Palazzo Reale fino al 4 marzo 2018 portinerie di quartiere Tajani: ”Aiutiamo le edicole ad evolversi in Politiche sociali nuovi spazi multi servizio in cui trovare rispoCentri pronti ad accogliere i senzatetto, sta ai piccoli problemi quotidiani”.

in via Graf ricovero anche per i cani

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ervizi del Comune allertati per il freddo, apertura fino a mezzanotte del Centro aiuto alla Stazione Centrale. A breve aperti due nuovi centri diurni. Majorino: “Anche quest’anno metteremo a disposizione 2.780 posti letto”. Centri pronti ad accogliere i senza fissa dimora, i posti anche quest’anno saranno 2.780 (più che raddoppiati già dal 2013) e saranno messi a disposizione gradualmente al crescere della necessità. Ieri le richieste sono state 138. Il Centro aiuto della stazione Centrale, che dal 15 di novembre resta aperto tutti i giorni fino alla mezzanotte proprio per consentire al maggior numero di persone di rivolgersi al sistema di accoglienza per avere un posto per la notte, ha registrato in questi ultimi giorni un aumento delle richieste. “I posti ci sono e siamo pronti ad accogliere chi si rivolgerà alla nostra rete di servizi che comprende una ventina di realtà tra enti e privato sociale e con cui ogni anno mettiamo a punto un piano per far fronte all’emergenza freddo”, afferma l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. “Il passo più difficile resta sempre convincere chi si trova per strada ad accettare il nostro aiuto andando in un ricovero. Da quest’anno abbiamo

potenziato l’accoglienza anche per i senza dimora che hanno un cane, in via Graf troveranno un posto per sé e per i propri animali. Resta la preoccupazione per tutte le persone che non riusciamo a localizzare con le unità mobili notturne e che non si trovano in zone più facili da presidiare come il centro della città. Per questo chiediamo, come ogni anno, la collaborazione dei cittadini. Segnalate ai numeri del Centro aiuto chi sapete trovarsi per strada, in luoghi nascosti, ripari di fortuna, difficili da individuare. Ringraziamo fin da ora tutti coloro che ci aiuteranno”. Saranno 18 le unità mobili notturne (anche mediche e psicologiche) utilizzate con turni su tutta la settimana e coordinate dal Centro Aiuto Stazione Centrale (Casc), dove si svolgono le operazioni di registrazione e accesso ai servizi e si raccolgono le segnalazioni di persone in difficoltà. Ogni persona registrata prima dell’accesso ai centri accede ad una visita medica e deve sottoporsi al Test Mantoux, il protocollo previsto per la condivisione di spazi comunitari. Il Casc segue i seguenti orari: dalle ore 8:30 alle 24 dal lunedì al venerdì; il sabato e la domenica dalle 12 alle 24. I numeri di telefono per le segnalazioni sono: 02 884 47645 -02 884 47647 – 02 884 47649.

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uante volte capita di cercare un idraulico, un elettricista, una baby sitter, una badante senza sapere a chi rivolgersi? ‘Ambrogio’ permette di trovare il professionista adatto, possibilmente in zona, e concordare l’intervento in modo facile. Questo è l’obiettivo di ‘Ambrogio – Basta chiedere!’, il progetto nato dalla collaborazione tra La Società Umanitaria e la FAEN Consulting, con il patrocinio del Comune di Milano, volto ad affiancare alla normale attività di vendita di quotidiani e riviste delle edicole una capillare rete multiservizi capace di far evolvere la figura dell’edicolante in un moderno e fidato portiere di quartiere a disposizione dei bisogni e delle necessità degli abitanti. “Vogliamo – spiega l’assessore alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani – che le edicole e gli edicolanti tornino ad essere un valido punto di riferimento in ogni quartiere della città. Spazi dove i cittadini possano trovare tutte le informazioni per vivere la città o accedere ai servizi più diversi per risolvere e dare rapide risposte ai piccoli problemi quotidiani”. Il cuore di ‘Ambrogio-Basta chiedere!’ è una piattaforma informatica che funziona come un vero e proprio ‘social network di quartiere’ e, allo stesso tempo, come un valido motore di ricerca che mette in contatto chi ha un’esigenza con chi può offrirne la soluzione. Alla piattaforma si possono iscrivere persone fisiche e figure professionali: dai piccoli artigiani alle partite Iva e chiunque voglia mettere la propria professionalità a disposizione dei bisogni dei singoli cittadini. L’utilizzo di Ambrogio avviene

Salute Palazzo Marino si tinge di rosso per la giornata mondiale contro l’AIDS

Majorino: “A Milano un check point alla Casa dei Diritti per fare informazione, prevenzione e agganciare chi ancora non è consapevole dei rischi della malattia”.

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alazzo Marino si tingerà di rosso per la Giornata mondiale della lotta contro l’AIDS. Da domani, venerdì 1° dicembre a domenica 3, la facciata della ‘casa dei milanesi’ testimonierà l’impegno della città contro una malattia che nel 2016 ha fatto registrare in Italia 3.451 nuovi casi di infezioni da HIV. Secondo i dati elaborati dall’Azienda per la tutela della salute, la Lombardia è la regione italiana con le più alte incidenze per numero di nuovi casi di infezione da HIV: 691. Milano raccoglie il 66% delle segnalazioni lombarde con 458 nuovi casi (dati ATS Città metropolitana di Milano 2016), interessando l’83,4% dei maschi. Le fasce d’età maggiormente interessate sono quelle tra

i 25 e i 39 anni, un secondo picco è negli over 50. “Nelle scorse settimane – dichiara l’assessore alle Politiche sociali, Salute e Diritti Pierfrancesco Majorino – abbiamo messo le basi per realizzare anche a Milano un check point, con vocazione sociale e culturale, che aiuti le persone ad avere piena consapevolezza sui rischi che la malattia ancora comporta e sui passi successivi da fare, così come già accade nelle maggiori città europee. Un primo punto di incontro e di aggancio relativo alle dinamiche di trasmissione dell’HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili. Aprirà alla Casa dei diritti grazie ad una rete di associazioni non profit che già operano a Milano”. A Milano saranno tante

le iniziative messe in campo dalle varie associazioni impegnate sul territorio. In particolare il convegno nazionale organizzato dall’associazione AGEDO ONLUS in collaborazione con Ass ASA Milano “Un’onda ci unisce contro le malattie sessualmente trasmissibili”, evento che si svolgerà in contemporanea anche a Roma e Reggio Calabria. L’evento si svolgerà presso l’Auditorium “Stefano Cerri” via Valvassori Peroni 56 con inizio alle ore 9. Il 1° dicembre un evento voluto per i ragazzi delle scuole medie superiori, università e cittadinanza tenuto da medici infettivologi dell’Ospedale San Paolo-San Raffaele-ASA Milano.

attraverso smartphone, tablet e pc o recandosi direttamente presso una delle tante edicole presenti in città. È il progetto innovativo, semplice e rivoluzionario che porta solo vantaggi e facilitazioni per coloro che vogliono trovare servizi ed esperti a km0. Apre nuove opportunità di lavoro, relazioni e nuove professionalità. Chi utilizza ‘Ambrogio’ potrà gestire in totale autonomia la propria registrazione, le ricerche e il contatto con i fornitori di servizi attraverso qualsiasi device. L’innovazione che si aggiunge è la possibilità di rivolgersi direttamente al proprio edicolante di fiducia che si occuperà della registrazione, della ricerca e del contatto del professionista certificato, in sintonia con le singole necessità del cliente. ‘Ambrogio’ persegue anche finalità sociali e di aiuto e sostegno al prossimo attraverso il lavoro e la riqualificazione professionale, ponendosi in coerenza con quanto ha sempre fatto la Società Umanitaria e, in particolare, il suo Presidente, Amos Nannini, recentemente scomparso, che ha fortemente voluto e sostenuto il progetto ‘Ambrogio’ insieme a Nicola Fracasso della FAEN Consulting e ai sindacati SINAGI FENAGI e UIL. Un percorso di formazione aperto al territorio e rivolto a ragazzi e adulti in cerca di occupazione per aiutarli a costruire un progetto personale e professionalizzante e che è anche in grado di rivalutare il ruolo sociale della figura dell’edicolante e soprattutto dell’edicola, che torna ad essere un valido punto di riferimento per la vita di ogni quartiere della città. Sono già sei le edicole che hanno aderito al progetto Ambrogio: • piazza Oberdan/Malpighi • via Castelbarco 15 • via Fiamma 20 • piazza Abbiategrasso • piazzale Lagosta • via Pazzini

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naugurata a Palazzo Reale “Memoria”, la mostra di James Nachtwey, prima tappa internazionale di un tour nei più importanti musei di tutto il mondo. L’esposizione, aperta fino al 4 marzo 2018, propone un’imponente riflessione individuale e collettiva sul tema della guerra. Curata da Roberto Koch e dallo stesso James Nachtwey, la mostra rappresenta una produzione originale e la più grande retrospettiva mai concepita sul suo lavoro; è promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale, Civita, Contrasto e GAmm Giunti con il contributo di Fondazione Cariplo – Fondazione Forma per la Fotografia. “Il contrasto tra la bellezza delle immagini scattate da James Nachtwey e l’orrore dei soggetti delle sue foto stride quasi rumorosamente nella percezione degli spettatori –ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno–. Ma è proprio in questo modo che la guerra riesce a manifestare a coloro che non la vivono sulla propria pelle i suoi effetti perversi e suicidi, quale che sia la posizione di chi la osserva. Per questo il lavoro di Nachtwey non è solo la ragione di una bellissima mostra d’arte, ma anche la rappresentazione grafica di un impegno di civiltà, di un impegno per la pace”. Pluripremiato in vari contesti, non solo di fotografia, e considerato universalmente l’erede di Robert Capa, con tensione morale e con impegno civile James Nachtwey ha dedicato la sua vita a raccontare la condizione umana nei suoi momenti più estremi, quando è sul punto di trasformarsi in un inferno. È l’epico testimone delle crudezze della guerra, di cui le fotografie esposte a Palazzo Reale sono una testimonianza diretta. Nachtwey è un osservatore di eccezione del mondo contemporaneo, il nostro più acuto testimone: nei suoi scatti troviamo dolore, ingiustizia, violenza e morte, in

una danza quasi infinita in cui si alternano luce e tenebra. Per rimanere a contatto con la parte più sofferente e sola del mondo, il fotografo statunitense ha scelto di utilizzare la via della bellezza e della compiutezza formale. Le sue splendide fotografie sono uno strumento di lotta, un gesto di compassione di fronte a scene come in Bosnia, a Mostar, dove in una camera da letto un cecchino spara dalla finestra o quando realizza i reportage sugli effetti della carestia in Darfur o ancora sui danni causati dall’Agente arancio in Vietnam. Tra le sue immagini più iconiche troviamo anche un sopravvissuto a un campo di concentramento Hutu in Ruanda con una cicatrice sul volto in primo piano, ma anche la Seconda Intifada in Cisgiordania vissuta in prima linea. Nachtwey dà un volto alla guerra da 40 anni, mostrando cosa accade alle persone che la vivono sulla propria pelle. Quella guerra che l’11 settembre è arrivata anche “a casa”, negli USA, con l’attacco alle Torri Gemelle e con la guerra successiva in Iraq e in Afghanistan. Nelle immagini di Nachtwey a parlare è l’umanità ferita dalla violenza, devastata dalla malattia, dalla fame, dalla natura che insorge contro la pretesa di controllo dell’uomo. Organizzate in diciassette sezioni, le duecento immagini esposte nelle diverse sale propongono al visitatore un’ampia selezione dei reportage più significativi di James Nachtwey: da El Salvador a Gaza, dall’Indonesia al Giappone, passando per la Romania, la Somalia, il Sudan, il Rwanda, l’Iraq, l’Afghanistan, il Nepal, gli Stati Uniti (tra cui la testimonianza straordinaria dell’attentato delll’11 settembre 2001) e molti altri paesi e si conclude con un reportage oltremodo attuale sull’immigrazione in Europa. L’esposizione sarà accompagnata da un libro-catalogo pubblicato da Contrasto e Giunti.


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attualità

Giovanni Labanca

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stato presentato, nei giorni scorsi, il master plan di quella che diventerà la nuova città del futuro, che sorgerà sulla vecchia sede espositiva dell’EXPO 2015. Il concorso internazionale indetto dall’Area Expo, con il Comune di Milano, è stato vinto dallo studio Carlo Ratti Associati, in comunione con il Gruppo australiano Lendlease. Rappresenta il primo

finestra sul mondo e dintorni

EXPO: Nuovo ponte verso il futuro tassello di quella che sarà la realizzazione di una autentica città del futuro, che continua e prolunga nel tempo quello che l’EXPO ha rappresentato per Milano e l’Italia tutta e, soprattutto, tappa la bocca, la boccaccia è più appropriata, a tutte le grandi forzi intellettuali e politiche che avevano avversato, e con forza, la fattibilità dello stesso EXPO. Ricordiamo bene tutti la fase tribolata, le guerre intestine nella Milano che non sapeva ancora scegliere il suo futuro e che cercava tutte le occasioni per mettere i bastoni, tanti, tra le ruote del carro del sindaco Moratti che caparbia e lungimirante com’era e lo è tuttora, tirò dritta per la sua strada ben tracciata. La parola EXPO incuteva una specie di paura e, ognuno, facendo i suoi conti, dichiarava il suo NO bello secco ad una opportunità unica che avrebbe impresso la spinta necessaria, economica e turistica ad una Milano, che con

la cura Albertini si era ripresa da una catastrofe annunciata, con il burrone a pochi metri. Per non caderci, dunque, bisognava appigliarsi a qualcosa di solido e di lunga durata, non caduco e casareccio. Letizia, la tigre dei Moratti, non ci mise tanto a capire che l’EXPO sarebbe stata la fune che avrebbe tenuto a galla una città che arrancava ancora e che aveva bisogno di infrastrutture moderne, di lavoro dinamico che sarebbe servito anche da traino al resto del Paese, in fase stagnate e con poche prospettive di rilancio. Era il momento irripetibile ed il carro giusto su cui salire e riprendere il cammino della rinascita. Milano contro Smirne, Italia contro Turchia era la sfida, quella che si doveva combattere uniti per vincerla. Sedeva a Palazzo Chigi Romano Prodi e alla Farnesina Massimo D’Alema, entrambi di sinistra. La situazione politica non era certamente favorevole, perché sem-

Nord Corea: nuovo test nucleare in giro per il Mondo

Marjlja Bisceglia

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a Corea del Nord, dopo due mesi dall’ultima provocazione, ha testato un nuovo missile balistico dalla potenza tale che secondo alcuni analisti americani, avrebbe potuto raggiungere Washington e la costa orientale americana. Kim Jong-un ha definito il lancio una svolta impeccabile, condannato però dalla comunità internazionale, avendo bypassato le sanzioni internazionali relative al programma di armamenti nord coreano. Il presidente Donald Trump avrebbe infatti parlato col presidente cinese Xi Jinping, chiedendogli di convincere la Corea del Nord a porre

Il più potente missile in potenza e gittata fino ad ora testato fine alle provocazione e tornare sulla via della denuclearizzazione. La Cina è infatti l’alleato più forte del paese e il più importante partner commerciale. La potenza del missile lanciato mercoledì notte, il Hwasong-15, ha posto in allarme le grandi potenze, essendo stato descritto come il più potente tra i missili lanciati, il consiglio di sicurezza dell’ONU terrà infatti un incontro di emergenza per parlare del suddetto missile balistico intercontinentale. Il Hwasong-15 è atterrato in acque giapponesi ma ha viaggiato più di qualsiasi altro missile testato fino ad ora dallo stato, raggiungendo una altitudine di 4,475 km in soli 53 minuti. Kim aveva più volte affermato di poter raggiungere gli Stati Uniti ma questa è stata la prima prova che attesta la potenza di questo nuovo missile, una versione migliorata del precedente modello. La condanna internazionale va dal segretario generale ONU che ha definito il lancio come una dimostrazione della noncuranza nei confronti della visione negativa della comunità internazionale. La risposta della Corea del Sud invece è stata quella di lanciare un suo proprio missile

balistico, la Cina ha dichiarato invece le sue preoccupazioni a riguardo. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha definito il lancio intollerabile, è inoltre previsto un suo viaggio in Corea del Nord e Corea del Sud, per tentare una apertura al dialogo. Ancora la Russia dichiara il test una “provocazione” e il presidente Moon Jae accusa la Nord Corea di atteggiamento sconsiderato. Le sanzioni previamente imposte allo stato partono dal 2006, dopo il primo esperimento nucleare nord coreano, ora includono sanzioni come l’embargo agli armamenti, il congelamento del programma di armamento navale, il divieto nella esportazione di carbone e tessuti. Anche l’Unione Europea ha introdotto le proprie sanzioni sul paese, Trump ha invece aggiunto alle già esistenti sanzioni ulteriori tagli al sistema degli investimenti, la sanzioni delle Nazioni Unite ammontano ormai ad un miliardo di dollari. Ciò che preoccupa la comunità internazionali è la proprio la noncuranza di queste sanzioni, che non hanno fermato la Corea del Nord, riuscendo ad utilizzare tecniche sofisticate per raggirare gli embarghi.

pre intesa come l’eterna lotta tra le due Capitali. Moratti sapeva che ci voleva una autentica task force per sconfiggere Smirne e una bella squadra la formò, con capofila Giuseppe Sala, direttore del Comune e suo strettissimo e super valido collaboratore. Non immaginava, tuttavia, che il pericolo maggiore da cui guardarsi erano le cosiddette forze politiche cittadine e il solito groviglio di centri sociali ed affini. Faceva scalpore il perentorio NIET della sinistra milanese, quelli che in gergo si autodefiniscono “forze progressiste” che, appunto, per questo avrebbero dovuto unirsi alla causa comune, che riguardava tutta la città, la città di tutti. Queste, invece, con manifestazioni di partito, sindacati e umanità varia, anche con Pisapia in prima fila, sfilavano per le belle vie milanesi con vistosi cartelli NO EXPO, mettendo anche in crisi lo stesso Governo che, per imprescindibile dovere istituzionale, doveva fare gioco comune con la indigesta Milano. Fortuna ha voluto che, vinte le forze del male e battuta per un pelo Smirne, l’EXPO fosse assegnato a Milano, che ha accolto la notizia con tripudio, anche quello ipo-

crita dei sinistrosi di professione, e la grande esposizione universale poteva partire. Tutti ricorderete l’albero della Vita, il decumano di un chilometro e mezzo e i 22 milioni di visitatori che hanno preso d’assalto tutti i padiglioni della varie Nazioni del mondo, presenti in grande spolvero all’ammirazione dei visitatori di tutti i continenti. Fu un grande affare e venne premiata la precisa conduzione di Sala (chiacchiere politiche e giudiziarie a parte) che rilanciò Milano e l’Italia verso nuove mete, di cui oggi godiamo ancora i benefici, in termini di business per tutti i comparti imprenditoriali del territorio. Che soddisfazione per tutta la nostra Italia, ma per la Moratti, purtroppo, non ci fu la conferma a sindaco, proprio come successe a Churchill, che dopo la guerra vinta, non venne riconfermato. Ricordiamo il giorno dell’inaugurazione, come un momento triste: Pisapia, l’uomo del NO EXPO, da sindaco, per ironia della sorte, ebbe la fortuna di annunciare al mondo l’apertura ufficiale dell’Esposizione, mentre la Moratti e Romano Prodi, relegati in un cantuccio come ospiti non graditi, hanno atteso a lungo, prima che il cerimoniere di Palazzo Marino si ricordasse di loro. Acqua passata, ormai, acqua servita, però, a mettere in moto gli ingranaggi arrug-

giniti dei tanti mulini fermi da tempo, ma da allora di nuovo in funzione a macinare grano Carosella per l’economia nazionale. Il presente, con il masterplan in bella mostra, ci dice cosa avverrà dove una volta c’era l’EXPO. Vi sorgerà la città del futuro, la più innovativa del mondo, un polo scientifico del sapere e dell’innovazione, Palazzo Italia diventerà sede del Coworking Human Tecmopole, dove il verde sarà il principale attore lungo tutto il decumano, con altri tremila alberi nuovi, quattro chilometri di piste ciclabili e quattromila metri quadrati di specchi d’acqua, dove correranno solo macchine elettriche, dove sorgeranno poli scientifici di ultima generazione, dove l’Università Statale sposterà tutto il reparto scientifico, dove sarà costruito il nuovo ospedale Galeazzi di Ortopedia, dove saranno edificati nuovi ospedali, nuovi servizi ai cittadini, nuovi avveniristici negozi e punti di ritrovo, insomma tutto ciò che farà del caro vecchio EXPO’ la più bella città del mondo, tempi di lavorazione previsti almeno dieci anni. Milano, dunque, ancora una volta non si ferma e guarda avanti, come è nel suo DNA ed in quello dei suoi cittadini, di tutte le provenienze possibili, che vogliono primeggiare, anche in virtù del detto “Milano avant”. E così sarà, anche sta volta.

Venti di guerra fra USA e Corea del Nord

buco nero

Luigi Sada

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uove minacce tra il dittatore Kim agli Stati Uniti con l’ennesimo esperimento del lancio di un missile intercontinentale che potrebbe colpire le coste ovest americane. Le provocazioni continuano e l’ONU sta varando altre sanzioni a Pyongyang, mentre gli USA stanno la valutando un possibile attacco per porre fine alle provocazioni di Kimjong. Secondo l’emittente nord coreana KCTV, il nuovo missile balistico intercon-

tinentale è testato nelle ultime ore dalla Corea del nord con successo. Un’ultima versione messa a punto dell’Hwasong-15 con una gittata di 13 mila chilometri. Adesso tutto il territorio USA è nel mirino della Corea del Nord, non solo nella parte occidentale. Lapidarie le parole di Kim che ha rivendicato che la sua nazione “Ora è una potenza nucleare, in grado di colpire qualsiasi punto dell’intero continente nord americano. Le nazioni più in pericolo sono la confinante Corea del Sud, che sono il primo bastione. L’ambasciatore USA Haley ha dichiarato: “Il dittatore nordcoreano ha superato la linea rossa ed ha fatto uno scelta che porta il modo più vicino alla guerra, Se la guerra scoppierà, non ci saranno errori ed il regime nordcoreano sarà completamente distrutto dal nostro intervento militare”. Haley ha poi aggiunto “Ho parlato con il presidente cinese XiJinping delle azioni provocatorie e ha confermato il suo appoggio in merito ad altre sanzioni al governo nord coreano”. Il presidente degli Stati Uniti Trump ha esortato tutte le levi possibili per

convincere kim ad accettare la cessione degli esperimenti missilistici nucleari e programmate verso l’occidente, invocando una strada nuova di pace. In questi venti di guerra non poteva esimersi la Russia tramite il ministro degli esteri Lavrov. Le iniziative degli Stati Uniti contro la Corea del Nord, secondo Lavrov sono intenzionalmente provocatorie. Nella situazione attuale, la Russia chiede a tutte le parti coinvolte di fermare le crescenti tensioni e iniziando immediatamente i lavori per trovare una formula per giungere ad un accodo politico e diplomatico. Sulla stessa lunghezza d’onda la Cina, con il ministero della difesa, esprime profonda preoccupazione per l’ultimo lancio missilistico della Corea del Nord, ma ribadisce che l’opzione militare non è in opzione. La soluzione, secondo il portavoce cinese non può che maturare attraverso il dialogo e le consultazioni. All’ONU il vice rappresentante cinese ieri ha chiesto a PYONGYANG di rispettare le risoluzioni in modo da ridurre la tensione.


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Arte

Marcella Baldassini

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ilano omaggia Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, dal paese dove nacque nel 1571. Il suo realismo magico è riassunto in una mostra dal titolo insolito “Dentro Caravaggio”, che ha un significato ben preci-

“Ora

vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia”

Il mito del Caravaggio illumina la Madoninna

San Paolo, ne La prima lettera ai Corinzi

La mostra di uno dei più grandi pittori italiani di scena a pochi metri dal Duomo indagini diagnostiche e le nuove ricerche documentarie che hanno portato a una rivisitazione della cronologia delle opere giovanili, grazie appunto sia alle nuove date emerse dai documenti, sia ai risultati delle analisi scientifiche. Chi era Caravaggio? Un semplice uomo ribelle alle regole, o piuttosto un artista appassionato, ambizioso di dare spazio al suo modo innovativo di intendere la pittura e la composizione? Tutto questo, sicuramente. Inizia a lavorare in giovane età a Milano nella bottega del suo primo maestro, Simone Pederzano, un pittore tardo manierista, allievo di Tiziano. E’ l’esperienza romana, però, che lo rende cele-

La Buona Ventura so: presentare al pubblico opere provenienti dai maggiori musei italiani ed esteri e per la prima volta documentare le opere con innovativi apparati multimediali e immagini radiografiche che ci permettono di analizzare più profondamente l’opera di questo grande artista, innovatore di tecnica pittorica e compositiva. La mostra, curata da Rossella Vodret, coadiuvata da un prestigioso comitato scientifico, vuole raccontare da una prospettiva nuova gli anni della straordinaria produzione artistica di Caravaggio, attraverso due fondamentali chiavi di lettura: le

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bre. In un primo momento va a bottega anche nella città eterna, da Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino che lo indurrà a dipingere alla maniera dei pittori più riconosciuti del periodo come Annibale Caracci e Guido Reni. Ma prima ancor che fare figure umane, il Cavalier d’Arpino lo indurrà a produrre nature morte alla maniera del periodo e secondo gli schemi e i modelli del momento. Caravaggio da sempre ribelle e insofferente alle logiche correnti scappa presto dalla bottega d’Arpino per trovare un nuovo mentore. All’epoca i cardinali hanno a

Ragazzo morso da un ramarro Roma un ruolo centrale, soprattutto in questo periodo storico. Più che i pontefici che dimorano nel palazzo inespugnabile, i cardinali sono i veri protagonisti della vita culturale della città. Essi non solo presenziano le messe di giorno, ma aprono la sera nei meravigliosi palazzi romani, i più interessanti salotti frequentati da scienziati, artisti e intellettuali . Uno dei più potenti cardinali che incrocerà la vita di Caravaggio è il cardinale Francesco Maria Bourbon Del Monte, uno degli uomini e cardinali più influenti, colti e facoltosi di Roma. Dal 1597 diventa una presenza costante nella vita del Merisi, un punto di riferimento per le sue scelte intellettuali e per le questioni con la giustizia in cui sarà coinvolto. Il Cardinale lo salverà sempre da interrogatori e arresti proprio in forza del fatto che l’artista aveva l’orgoglio di dichiarare di essere iscritto al ruolo di poter lavorare presso un cardinale. E questo comportava molti privilegi. Nonostante l’inimicizia con l’ambiente artistico romano sobillato dal Cavalier D’Arpino, ebbe molte commissioni nelle chiese da alti prelati e signori borghesi. In un primo tempo, soprattutto nelle opere giovanili, si sente molto l’influsso del naturalismo lombardo e veneto che porta alle estreme conseguenze. In queste opere giovanili egli associa la natura alla figura umana. Si autoritrae nel suo “Bacchino Malato”, e in altri quadri come, “Ragazzo morso da un ramarro”, ma presto abbandona il genere e

se tutti i personaggi fossero all’interno di una scena per rappresentare in modo enfatico le emozioni e le ossessioni del momento. Anche se i personaggi sono d’ispirazione religiosa e rimandano a Santi e Madonne Immacolate, non troveremo mai in Caravaggio la rappresentazione religiosa schematica del secolo scorso. Lui è anche un naturalista, ama il popolo e quella Roma, città religiosa ma anche ingannatrice e perversa di piaceri. Il Caravaggio studia le sue opere scientificamente a tavolino, niente è a caso. Alcuni sostengono che usasse una stanza con un grande specchio nel modo della camera oscura per ricreare sul quadro una composizione più perfetta possibile a quello che vedeva. La cosa più curiosa del Caravaggio è che di lui non esistono disegni, ma non perché fossero stati distrutti ma perché il pittore incideva sulla tela con una

San Giovanni Battista Nelson-Atkins Museum Kansas City

Marta e Maria Maddalena si dedica alla figura umana e alle scene religiose, in chiave naturalistica e popolare. A Caravaggio interessa l’uomo, il suo disagio esistenziale e il suo rapporto con Dio. Le forme plastiche sono costruite dall’incidenza violenta della luce, e se nella pittura nordica e in quella del pittore lombardo Gerolamo Savoldo, le figure sono illuminate da torce e candele, Caravaggio non volle mai rappresentare l’oggetto da cui de-

riva la luce, come se questa fosse il simbolo del divino. Nel percorso espositivo di Palazzo Reale i capolavori del Caravaggio sono messi in evidenza anche da un allestimento in cui la luce ha un ruolo molto importante. Non luce diretta ma stanze un poco oscurate, che esprimono meglio lo spettacolo luminoso e teatrale delle opere dell’artista. Caravaggio è anche teatro, ogni quadro è studiato dall’artista in modo particolareggiato come

punta dura; la pennellata è data con estrema libertà. Lui rivoluziona la prassi comune a tutti gli artisti, che era quella di preparare bozzetti e disegni prima di porvi la pittura. Il suo stile invidiato e copiato da molti altri artisti dell’epoca, non si limitò ai confini nazionali ma rimase attivo per molte generazioni e si rivelò soprattutto in Francia con l’opera di Pieter Paul Rubens, e in Spagna con l’opera di Diego Velàzquez. Possiamo dire che per questi motivi dobbiamo considerare il Caravaggio come il pittore che è stato pietra miliare per tutta la pittura europea. Caravaggio muore a soli quarant’anni, forse stremato anche dal suo stesso vivere, soprattutto negli ultimi anni, accusato di omicidio scappa a Napoli e poi a Malta ma anche se protetto dai cavalieri maltesi, riuscirà per carattere iracondo e forse inflessibile a lasciare anche l’isola per morire in solitudine sulla spiaggia di Porto Ercole. Con il Caravaggio si apre un modo nuovo di intendere la pittura, l’espressione popolare e il suo realismo, si coniuga con il classicismo delle forme e dà il via al concetto di pittura moderna.

Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 12 Fino al 28 gennaio 2018

Riposo durante la fuga in Egitto

Lunedì 14.30 – 22.30 (dalle 8.30 alle 14.30 gruppi scuole), Martedì, mercoledì e domenica 9.30 – 20.00 Giovedì, venerdì e sabato 9.30 – 22.30 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Biglietti (audioguida inclusa) Intero € 13,00 Ridotto € 11,00 Ridotto speciale € 7 Catalogo: Skira Editore


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Cinema

Amori che non sanno stare al mondo Quando finisce l’amore per la Comencini

Anastasia Mazzia

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a nota regista Francesca Comencini porta sul grande schermo il suo ultimo omonimo romanzo: “Amori che non sanno stare al mondo”, dal 29 novembre nelle nostre sale. Claudia (Lucia Mascino) e Flavio (Thomas Trabacchi) sono stati insieme per sette lunghi anni. La loro storia d’amore ha vissuto alti e bassi, grandi litigi ma anche momenti di profonda passione e complicità. Ora la storia è finita, ma Claudia pensa che lui ritornerà presto perché un amore così grande non può semplicemente finire all’improvviso. Flavio ama ancora Claudia, ma è stanco dei continui litigi e preferisce consolarsi con Giorgia, molto più giovane di lui e molto più semplice di Claudia. Con “Amori che non sanno stare al mondo” la Comencini riflette

sulle varie sfaccettature dell’amore, tema sempre importante ed attuale. Claudia è l’emblema di tutte le donne: eclettica, nevrotica ma anche brillante ed acuta. Come ogni donna, ritiene che un sentimento d’amore così importante e totalizzante non può essere soffocato, ma sicuramente troverà il modo di sopravvivere e resistere. Dall’altro lato c’è Flavio,

affascinante, colto. Degno rappresentante del mondo maschile, Flavio ama ma preferisce al sentimento profondo, che stimola e litiga ogni giorno, qualcosa di più semplice da gestire, di più facile da controllare. La regista così disegna una società contemporanea che vede le donne sempre troppo esuberanti, centristiche, mentre gli uomi-

ni risultano deboli e superficiali. Ben articolata è la sceneggiatura, molte le gag ironiche e pungenti sulla società “capitalistica eterosessuale”, mentre il ritmo zoppica in alcune parti. Buone anche le interpretazioni e sempre curata la scenografia. “Amori che non sanno stare al mondo” è un film pieno di spunti di riflessioni molto realistiche e veritiere sia sull’universo femminile che su quello maschile. Il quadro che ne delinea risulta essere forse troppo egocentrico e nevrotico, specchio della società moderna. La regista, infatti, non giudica ne condanna i suoi protagonisti, semplicemente li racconta.

“A

mori che non sanno stare al mondo” è un film interessante ma forse troppo ridondante: le donne, intelligenti ed esigenti, vogliono e chiedono un amore complesso per questi uomini troppo lineari.

Il libro di Henry La ricerca del senso della vita

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al 23 novembre è arrivato nelle nostre sale il film drammatico “Il libro di Henry” con protagonista Naomi Watts e diretto da Colin Trevorrow (“Jurassic Park”). Hudson Valley, tranquilla cittadina americana, piena di verde e di deliziose villette. Susan Carpenter (Naomi Watts) è una madre single di due ragazzi: Henry (Jaeden Lieberher), undicenne prodigioso; ed il piccolo Peter (Jacob Tremblay). Quando Henry scoprirà che la vicina di casa, sua compagna di classe, cela dei segreti inconfessabili, deciderà di aiutarla. Nel frattempo però Henry scoprirà di avere un’incurabile malattia così dovrà essere Susan, suo malgrado, a dover

metter in atto il piano del piccolo per salvare la vicina di casa. A metà strada tra il thriller ed il sentimentale, “Il libro di Henry” è un film coinvolgente e drammaticamente realistico. La sceneggiatura è complessa e la pellicola ha due anime ben distinte: la prima parte della pellicola racconta il mondo di Henry, bambino prodigio e pilastro della sua famiglia. È un padre e compagno premuroso di una madre infantile e fragile, affettuoso genitore ed amico del fratello minore. La seconda parte della pellicola vede protagonista Susan, e la sua crescita emotiva, la sua evoluzione dall’età infantile a quella matura. Diversi sono anche i toni narra-

tivi: si passa dalla tradizionale comedy al thriller, per poi arrivare ad un finale sicuramente mieloso e positivo. La scarsa linearità narrativa che caratterizza questa pellicola lo ha reso bersaglio di molte critiche oltreoceano. In realtà il film scorre velocemente come un fiume in piena,

coinvolgendo ed avvolgendo lo spettatore in un turbinio di emozioni e lacrime. Bellissimi sono i dialoghi e la scenografia, curata la fotografia, sostenuto il ritmo. Molto buone sono anche le interpretazioni: da una piacevolmente ritrovata Naomi Watts, al giovane Jaeden Lieberher,

già apprezzato nel recente remake di “It”. “Il libro di Henry” è un film drammatico, poeticamente straziante che vuole riflettere sul senso della vita al di là della morte. Il messaggio del film è molto semplice ma allo stesso tem-

po importante: ciò che importa sono le azioni buone che si compiono oggi per costruire un domani migliore. Non mancano le lacrime, ma anche qualche sorriso per questo piccolo delizioso prodotto cinematografico che è “Il libro di Henry”.


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Musica

Riccardo Sada

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ianfranco Bortolotti Management mette a segno un altro colpo: scopre Dydo, il rapper gà amatissimo dai millenials italiani. La promozione del suo nuovo singolo, “Sentiti Perfetta”, anticipa innumerevoli sue date live. Negli ul-

timi tre anni il rapper ha deciso di ricostruire la propria carriera partendo dalla sua nuova avventura da solista. “È stata dura ripartire ma i sentimenti superano ogni barriera: i miei fans, anche quelli di vecchia data, mi hanno regalato una seconda vita”, spiega Dydo. “Sto lavorando a molti brani; tendo a scrivere tantissimo e a scremare tanto. Quindi, prima del mio secondo album ufficiale

Dydo è il tuo momento Gianfranco Bortolotti Management, con Italo Musica Indipendente, scopre un altro talento nel mondo dell’hip-hop amato dai millenials Sei anche un musicista? “Mi diletto solo un po’ nel suonare la batteria. Nel mio primo album da solista, in un brano, la batteria è suonata da me. Amo le percussioni, tuttavia non mi definirei mai un batterista”. Come sei entrato in contatto con Gianfranco Bortolotti? “L’ho conosciuto a dicembre del 2016. Dovevo iniziare a collaborare con un’agenzia di booking e chi la gestisce mi ha permesso di incontrarlo. Ho aspettato qualche mese prima di rifarmi vivo con lui, volevo avere del materiale valido prima di presentarmi”.

sta entrando mediaticamente in contesti dove, fino a qualche anno fa, sembrava impensabile arrivare”. Tra gli artisti chi ti piace? “Tra gli italiani posso citare Calcutta, Noyz Narcos, Mecna, Luchè, Coez, Il Cile. Mi piacciono molto autori come Pacifico e Niccolò Agliardi. Tra gli stranieri preferisco Machine Gun Kelly, Pusha T, Talib Kweli, The Game, Sigur Ros. Takagi & Ketra poi fanno delle produzioni di altissimo livello. E mi piace molto anche lo stile di Don Joe e Big Joe”.

care e lasciare qualcosa a chi mi segue. Poi, penso di essere uno degli artisti che più investe per quanto riguarda i live: preferisco fare qualche video in meno, ma dare grande spazio allo show. Chi non ci credete, venga a vedermi dal vivo”. Tieni molto all’aspetto live, è vero? “Forse è la cosa a cui tengo maggiormente. Credo che un vero artista lo si riconosca quando si esibisce dal vivo; in studio ci sono molti trucchetti per sembrar

sempre meno pregiudizi, ci sta dando la possibilità di crescere. Finalmente ora ci sono anche i budget necessari per fare musica di qualità, con professionisti e in studi sempre più attrezzati. Essendo ancora un genere in espansione, comunque, il rap non ha ancora acquistato la credibilità giusta per essere considerato un genere radicato; molti pensano sia solo una moda passeggera. Ma presto il valore dell’hip-hop emergerà. Ma confido in una ulteriore crescita: ascolto tantissima musi-

altro. La mia maggior paura è di non riuscire ad avere il tempo di comunicare tutto ciò che ho in testa: per questo scrivo appena ho anche solo un secondo libero. Voglio vivere e descrivere ogni emozione: Il mio approccio alla scrittura è fondamentale: non mi interessa mostrare un lato tecnico, l’ho già fatto per anni in passato; mi interessa molto più comuni-

bravi. Ho un dj e una vocalist di fiducia, con cui collaboro a stretto contatto e fanno parte del mio team. Per le date estive mi piacerebbe aggiungere al collettivo anche un batterista e un chitarrista, con cui fare, all’interno dello show stesso, anche un set acustico”. E in ambito sperimentale, la pre produzione quanto conta per te? “Tra gennaio e febbraio del 2000 sono entrato per la prima volta in studio, in quello che a Varese era considerato un tempio: Lo Scannatoio di Vez e Vigor. Lì ci avevano registrato dischi tra gli artisti più importanti della scena rap italiana. Mi è sembrato di essere in paradiso”. Il rap è legato a un momento storico particolarmente fortunato? “Certo, questa possibilità di comunicare a un pubblico che ha

ca e, appena qualcosa mi ispira particolarmente mi ci soffermo, scrivo su quelle note. Scrivo tantissimo e quindi spesso realizzo provini nel mio piccolo studio casalingo, poi vado dai produttori di riferimento per realizzare la parte musicale più adatta”. Hai ricevuto molte proposte discografiche? “Nel circuito underground il mio nome circola da tempo. Ma ho sempre cercato una situazione precisa, per mesi ho parlato con tante persone. Quando ho conosciuto Gianfranco Bortolotti e il suo team di lavoro, ho capito che questo era ciò che stavo cercando: persone con idee chiare, persone attive. Io sono un iperattivo, ho bisogno di poche parole e tanti fatti. Sono abituato a scriverle, le parole. Poi però mi piace agire. L’ho sempre fatto”.

tegoria matura e consapevole. Dydo è riuscito così a ottenere una propria posizione e a creare una nuova nicchia di ascoltatori che rappresenta, quindi, il “rap da adulti”, cosa mai esistita prima d’ora in Italia. La sua carriera iniziò con gli Huga Flame, con cui ha pubblicato 5 album riscuotendo notevoli successi e riconoscimenti a livello nazionale. Ha anche fatto numerose apparizioni a Rai

2, TG Rai 3, Trl MTV, Deejay Tv, Hip Hop Tv e vincitore nel 2008 del premio MEI come “Gruppo Web dell’Anno”. Dal 2012 ha intrapreso la carriera da solista e nel 2013 ha pubblicato il suo primo album, “Schiavo Dei Sogni”, che ha esordito direttamente alla posizione numero 1 nella classifica di vendite di iTunes nella categoria hip-hop e nella top ten della classifica generale. Sempre nel 2015,

Dydo ha pubblicato il suo primo romanzo, “Schiavi Dei Sogni”, entrato anch’esso nella top ten dei romanzi digitali più venduti su Amazon. Nel 2016 ha pubblicato due mixtape, “Dark Night” (vol.1 e vol.2) e il progetto “Instarap”, una raccolta di 10 tracce totalmente in extrabeat. Nel 2018 è atteso il suo secondo album ufficiale, “Orgasmi al Cuore, su Italo Musica Indipendente.

conduzione familiare dove ognuno ha imparato a registrare dischi, girare video, curare grafiche e social. Con l’esplosione del web era facilmente intuibile che il rap avesse una vera e propria chance di rivalsa. Il rap ha l’occasione di esporsi: sta a noi oggi portare dei messaggi che possano far crescere il genere”. Come definisci il tuo stile? “Cantautorap, a metà tra un rapper e un cantautore. Ho un’amore viscerale per la scrittura, tanto è vero che pubblico anche romanzi, racconti, audiopoesie e tanto

Sei soddisfatto dei tuoi più recenti lavori? “Nel 2016 ho avuto la fortuna di suonare tanto in tutta Italia e il fatto di essere molto produttivo, mi ha dato la possibilità di mettere in piedi uno show di 90 minuti in cui ho cantato quasi tutti brani da solista, fatta eccezione per 2-3 hit dei tempi degli Huga Flame. Credo che soprattutto ‘Senza Volermi Bene’, ‘Occhi di Cristallo’ e Il rap ha un linguaggio vero, sincero? “Il rap arriva alla gente e da quando finalmente il web ha dato la possibilità a tutti di esporsi, un genere come l’hip-hop (sicuramente tra i primi stili a investire sul web) si è ritrovato avvantaggiato. I rapper, per anni esclusi dai piani alti, hanno dovuto costruire delle piccole case di produzione a

Biografia

da solista, ‘Orgasmi al Cuore’, voglio lavorare duramente per poter portare il meglio che posso ai dreamers che lo aspettano”. Da dove nasce il tuo nome? “Dydo mi è stato affibbiato dal mio migliore amico, nonché collaboratore fidato: Emanuele. Mi chiamo Dino e lui fin da ragazzino mi aveva dato questo soprannome, per me ormai molto familiare”.

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‘Insieme Contro Tutti’ siano dei brani particolarmente riusciti e che rispecchino la mia attuale visione della musica”. Il rap in Italia sta avendo il giusto riconoscimento e la giusta considerazione? “Sì, finalmente. Sempre più dischi scalano le classifiche di vendita, sempre più artisti riescono ad avere un grosso seguito, e, soprattutto, sempre più questo genere

Dydo, 35 anni, è uno dei pochi cantautori del panorama rap italiano che si distingue dagli altri artisti per i suoi testi carichi di una maturità artistica difficilmente riscontrabile in Italia in questo genere. Dato lo spessore tematico dell’artista, i suoi fan sono racchiusi in una ca-


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“Buon Natale” dai Gatti Vandalici

In vista della pubblicazione di nuovi lavori, la coppia rende disponibile il brano natalizio ai propri fan www.facebook.com/LUV4LUVLasciaUnaTraccia/ www.j-e.com

atti Vandalici, dj, produttori audio e video, e cantautori amanti del pop, hanno annunciato la pubblicazione di “Buon Natale”, un singolo natalizio in uscita i primi giorni di dicembre per l’etichetta benefica luv4luv in collaborazione con JE | Just Entertainment. In vista della pubblicazione di nuovi lavori, i Gatti Vandalici hanno reso disponibile il brano “Buon Natale” ai propri fan. “Abbiamo sempre amato la musica di Natale, sin da quando andavo in chiesa con la mia famiglia da piccolo”, hanno raccontato. “A distanza di molti

anni siamo finalmente riusciti a pubblicare la versione originale del 1994 per le festività natalizie e per questo siamo veramente felici. Amiamo la sfida di pubblicare la musica con cui siamo cresciuti in un modo da unire il vecchio al nuovo”. I Gatti Vandalici hanno aggiunto: “Ci siamo proprio divertiti ad aggiungere il nostro tocco a un pezzo così classico; di sicuro i nostri fan più irriducibili riconosceranno subito il nostro stile. Il Natale è, in fin dei conti, divertimento, tanto quanto lo è la musica: il mood di tutta questa stagione è legato all’immaginazione, alla speranza, all’amore. Questo vale per tutti, a prescindere dalla propria fede”. L’irrefrenabile macchina della solidarietà prosegue grazie a

“Buon Natale” e grazie alla collaborazione tra la casa discografica Just Entertainment e il marchio Royal Supreme, tutto diventa a scopo benefico. “I proventi raccolti dalla vendita dei suoi brani sono semestralmente devoluti a enti caritatevoli italiani e non, con lo scopo di aiutare le persone più bisognose. Il marchio nasce dopo aver raccolto per anni fondi per i terremotati. E noi Gatti Vandalici ci aggiungiamo alle prime release”. JE | Just Entertainment è un’etichetta indipendente nata nel 2003, attiva nella scena della musica elettronica, dance e pop, ed è a capo di un gruppo di società specializzate in music entertainment. Grazie al suo ampio catalogo musicale, sviluppa strategie.

cali e/o case discografiche in quella opposta. Le regole e i cambi vengono dettati da uno speaker in consolle. Scaduto il tempo, uno dei due si alzerà per accomodarsi al posto accanto, in costante rotazione (denominata “round-robin”), e così via. Lo scopo è, evitando perdite di tempo, che ogni singolo rappresentante porti a termine il proprio business. La caccia alla hit è aperta. Nuovi patrocini e nuove collaborazioni, per Midance, nell’edizione 2017. I main partner Sio Cafe e recreative12 vedono la conferma dei media partner Danceland Magazine, Radio Italia Network, clubtelevision e l’arrivo di OMNE e SilverMusic Radio. Si registra la presenza di Level

Up Milano, agenzia specializzata in eventi, e restano nel roster marchi come Wimpy Music, GIGC, Muzik Pusher, Sindacato del Suono, PEEM e Art & Music; si aggiungono la piattaforma Firstplanet e lo studio BigBiz. Tra le case discografiche ed etichette che parteciperanno figurano le main label Energy Production, Do It Yourself, Bang Record, Tornado (FMA), Reshape (Dipiù Music), JE | Just Entertainment e IHU Music Group. Partecipano inoltre le outsider K-Noize, Hitaly Muzik, X-mood Records, Royal Supreme e luv4luv. Midance & Sio Cafe Influencer Chart 2017 è la classifica dei 100 personaggi più influenti della musica dance italiana

nel mondo. Manager, imprenditori, dj, musicisti, giornalisti, blogger, produttori, gli addetti ai lavori che con le proprie scelte influenzano il mercato legato al ding, al clubbing e a tutta la musica elettronica. Un countdown veloce porterà i presenti alla consegna delle targhe dei primi tre classificati. Non si escludono colpi di scena.

Riccardo Sada

G

Midance: 15 anni di soddisfazioni Lunedì 4 dicembre al Sio Cafe di Milano dj, produttori, musicisti, promoter, discografici italiani e non, si faranno sentire. L’unico evento italiano dedicato alla produzione, al placement, alla promo e allo scouting della musica dance elettronica Presso il Sio Cafe (Via Temolo, 1, 20126 Milano), lunedì 4 dicembre 2017, dalle 20:00 si terrà la quindicesima edizione di Midance, la manifestazione non a scopo di lucro, “ma a scopo di placement”, che permette a dj, produttori, musicisti, promoter e discografici di scambiare idee e trovare l’etichetta discografica o lo sfogo promozionale ideale. Cosa accade al Midance 2017 punto per punto R12 club masterclass, in col-

laborazione con la scuola di musica elettronica recreative12, si terrà alle 19:00, esattamente un’ora prima dell’inizio di Midance 2017. I docenti di recreative12 terranno un incontro con alunni e il pubblico presente spiegando le dinamiche, i presupposti e le possibilità che oggi la musica elettronica e il mondo dell’intrattenimento riserva nel mondo del lavoro. I docenti saranno a disposizione, sul palco, per rispondere a ogni singola

domanda. La masterclass, a carattere didattico a gratuito, terminerà alle 20:00. Speed Dance* è lo speed date di Midance, che torna per mettere in contatto i protagonisti della serata. Ideato e importato in Italia dagli Stati Uniti, lo speed date, personalizzato e ribattezzato dallo staff di Midance “Speed Dance”, vede al Sio Cafe gli uomini sostituiti dai dj produttori e disposti in una fila e le donne sostituite da editori musi-

Midance si tiene ogni anno, il primo lunedì di dicembre. Addetti ai lavori della musica dance (underground, mainstream ed elettronica) si incontrano da 15 anni per dibattere svariate tematiche relative segue a pag


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Battisti e De Andrè come non sono mai stati ascoltati

Midance: 15 anni di soddisfazioni ai problemi dell’industria discografica e musicale. Midance è l’unico evento italiano dedicato alla produzione, al placement, alla promo e allo scouting della musica dance elettronica. Artisti, produttori, giornalisti, speaker, dj e promoter del mondo delle sette note, indipendente e non, si incontrano dal 2002 nel massimo della serenità tra vinili, cd, chiavette e mp3, link e drink. Ogni professionista, a ogni incontro, ha l’occasione di scambiare e ascoltare demo e promozionali testandoli grazie alla consolle disponibile nei locali. Il massimo per le proprie pubbliche relazioni. La partecipazione al Midance è gratuita. “Non è il Midem di Cannes e non è l’IMS di Ibiza né l’ADE di Amsterdam. Né altro. Midance è un meeting senza scopo di lucro nella città da bere, una città cara ma

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certamente con meno puzza al naso di tanti altri luoghi esotici. Unico fee: 10 euro di ingresso che dà diritto a una consumazione al buffet”, dice lo staff organizzatore composto da Riccardo Sada (www.facebook.com/riccardo.sada), la dj e partygoer Katya Malagnini (https://www.facebook.com/ katya.malagnini), il promoter e produttore Pier Di Stolfo (https://twitter.com/pierdistolfo) e il dj e produttore Roberto Turatti (www.facebook.com/ roberto.turatti). Midance è l’unica manifestazione volta alla discografia clubbing, che resiste da anni in Italia e in grado di riunire il gotha della musica dance elettronica, clubbing underground, pop overground mainstream e non solo. Divertimento, business, nuove sonorità e mercato in una sola serata.

Scaletta serata di lunedì 4 dicembre 2017 19,00 Midance warm-up: r12 club masterclass 2017 20,00 presentazione Midance 2017 20,02 discorso introduttivo main partner Sio Cafe e recreative12 20,05 discorso introduttivo partner 20,30 inizio ufficiale Midance: royal buffet di benvenuto 21,30 selfie e tanti flash: le fotografie al red carpet davanti al backdrop di Sio Cafe e Midance da parte di tutti gli invitati 22,30 fine royal buffet di benvenuto 22,30 inizio Speed Dance 23,30 fine Speed Dance e inizio countdown Midance & Sio Cafe Influencer Chart 2017 00,00 premiazioni Midance & Sio Cafe Influencer Chart 2017 Midance partners Main partner: Sio Cafe - recreative12 Media partners: Danceland Magazine – Radio Italia Network - SilverMusic Radio OMNE – clubtelevision Partners: Level Up Milano - Wimpy Music – GIGC - Muzik Pusher – Firstplanet - Sindacato del Suono – PEEM – Art & Music Recording Studios - BigBiz (*) Le regole dello Speed Dance a) si hanno a disposizione 3 minuti per ascoltare/proporre i brani: invece che uomo vs donna sarà label vs dj producer b) 4 giorni prima dell’evento la casa discografica/label dovrà confermare la propria presenza c) ogni dj producer dovrà presentarsi con il supporto idoneo all’ascolto (smartphone, tablet, mp3 player, laptop etc etc) d) si scala di un posto per lasciare lo spazio al turno successivo Quando: Lunedì 4 dicembre 2017 Orario r12 club masterclass: 19:00 Orario Midance 2017: 20:00 Dove: Sio Cafe, Via Temolo 1, 20126 - Milano - www.siocafemilano.com Official hashtag: #midance2017 #midanceitaly www.facebook.com/midanceitaly/ Link all’evento: www.facebook.com/events/118743208839181/

Arriva il “Best Of ” del Deejay Time

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ono passati tre anni esatti da quando Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso hanno deciso di riaprire un libro di storia che sembrava essere stato chiuso definitivamente. Ma quando il passato è così piacevolmente ingombrante diventa impossibile farne a meno. Così l’apparizione speciale alla festa dei trent’anni della Time Records si è trasformata in una puntata radiofonica celebrativa su Radio Deejay. Era il 3 dicembre 2014. In radio è tornata nuovamente la magia che è diventata un tour lungo trentasei mesi, in giro in lungo e in largo per tutta l’Italia. Doveva essere solo una piccola serie di eventi ma l’amore di quelli che erano gli amici della cassettina, insieme alle nuove generazioni hanno convinto Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso che non era il caso di smettere. Questo “Best Of ” celebra il meglio di questo viaggio. E lo fa nel migliore dei modi. Non solo Snap!, Technotronic, Reel 2 Real, Robin S, Ultra Natè, The Chemical Brothers, Run-DMC, Corona. Attraverso il codice inserito nella confezione è infatti possibile vedere “And The Heads Keep On Movin”, film documentario originale che racconta la Reunion attraverso le testimonianze uniche ed esclusive di chi ha vissuto in prima persona la nascita del mito, da Linus a Jovanotti, da Max Pezzali a J-Ax e molti altri. Una compilation da non perdere, un “Best Of ” da collezione.

Riccardo Sada

N

atale si avvicina, e le case discografiche danno il meglio di sé stesse sfornando una serie di raccolte e best of di altissimo livello. Difficile orientarsi in questo autentico mare magnum musicale e per andare sul sicuro non resta che scegliere due fuoriclasse assoluti. Entrambe le raccolte sono targate Sony Music.

L

ucio Battisti. Il cofanetto Masters contiene 60 brani estratti direttamente dai nastri analogici originali restaurati e rimasterizzati a 24bit/192KHZ, la migliore definizione attualmente possibile; era il 1967 quando “29 settembre”, interpretato dall’Equipe 84 e firmato da Battisti, arrivò al primo posto in classifica. Il brano fu il suo primo grande successo e l’inizio della sua straordinaria carriera. A 50 anni esatti dalla prima pubblicazione del brano, Sony Music vuole

rendergli omaggio e celebrarne il lato misconosciuto al grande pubblico, ma capace ancora di sorprendere: il Battisti produttore di studio, il Musicista, l’innovatore! Masters è disponibile in tre versioni.

F

abrizio De Andrè. Tu che m’ascolti, insegnami è il titolo della nuova raccolta di Dè Andrè: contiene i brani rimasterizzati in alta definizione 24BIT/192KHZ dai master analogici originali di studio. 4 cd nei quali Dori Ghezzi (la moglie di De Andrè – ndr) ha scelto di seguire quattro aree tematiche precise, tentando di ottenere quattro concept album, ciascuno dei quali racconta dimensioni emotive molto care al cantautore genovese. “Così è nata questa nuova raccolta, che sin dal titolo esprime un’esigenza di dialogo, di ricerca di conoscenza, di apertura – spiega Dori Ghezzi - Un modo di porsi che credo abbia sempre caratterizzato Fabrizio e la sua opera”. http://www.sonymusic.it/


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