sabato 16 dicembre 2017 anno 8 numero 4 3
Sport & Spettacolo
Inter
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Udinese
Spalletti, è bianconera ma non è la Juve
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N
atale è alle porte ma questa volta il calcio fa gli straordinari. Niente vacanze, tutti a giocare sotto l’albero. Sarebbe stata una cosa saggia se la Nazionale si fosse qualificata ai Mondiali e invece siamo qui a menarci i torroni con i mal di pancia di Donnarumma, un film visto e rivisto quest’estate che neanche sei milioni a stagione hanno messo a cuccia Mino Raiola, procuratore che sta mettendo a ferro e fuoco la casa del Diavolo. Affari loro, di certo è che il futuro portiere della Nazionale è sotto una grandine mediatica e sta diventando sempre più un oggetto detestato dai tifosi rossoneri. Situazione che si rivelerà un boomerang per il diciottenne nativo di Castellammare di Stabia, che deve anche salvaguardare la propria reputazione in giro per l’Europa. Non sono convinto che questo carosello sia guardato con simpatia in giro per il vecchio
continente, anche se Raiola avrà pure tessuto qualche rapporto con chi di dovere per spedire l’oggetto in questione da qualche parte Oltralpe. Rimane poi la questione umana, di cui spesso ci si dimentica. Siamo sicuri che a livello psicologico questa storia non lascerà sulla pelle di Donnarumma un disegno indelebile di un amore sbocciato e finito nel giro di un anno? La cosa paradossale è che un procuratore parli di pressione psicologica (mobbing) a un ragazzo che percepisce ben sei milioni di euro (più di 5 miliardi e mezzo delle vecchie lire), dopo essere riuscito a far portare in squadra anche la
“zavorra” del fratello Antonio a un milione netto a stagione, che ha disputato una sola partita in Serie A (19 maggio 2013 con la maglia del Genoa nella partita in trasferta contro il Bologna, terminata 0-0 e valevole per l’ultima giornata di campionato). Quanti sono i portieri in campionato che prendono questa cifra? A parte Handanovic, Reina, Buffon, Szczesny, Alisson, fatico a pensare che qualcun altro possa percepire una simile cifra. Il menu del weekend, intanto, ci propone l’Inter che deve difendere il primato con l’Udinese al “Meazza”, mentre il Milan deve andare al Bentegodi ad affrontare il Verona, sconfitto non più di tre giorni fa in Coppa Italia. Questo però passa in secondo piano. A meno che ci siano rivoluzioni in classifica. La fiducia ormai è diventata una rarità, proprio come la coerenza nel calcio malato di oggi.
Inter STADIO
Parola al Baffo
Sandro Mazzola
C
ompito non facile per l’Inter oggi a san Siro contro l’Udinese. L’impegno fa seguito alle inutile chiacchiere per il pareggio in Coppa Italia, con il Pordenone, che non deve scalfire il morale della squadra nerazzurra, che è bene ricordare, è l’unica imbattuta
MEAZZA
del campionato e che arriva dal confortante 0-0 con la Juventus. Siamo in testa alla classifica e dobbiamo dimostrare la nostra forza, battendo l’Udinese, un avversario difficile, ma alla nostra portata dove con Icardi, in gran spolvero, se riceverà i cross giusti, può colpire in qualsiasi momento. La nostra forza è Borja Valero, regista a centro campo, dove sta giocando in maniera perfetta. I friulani, da quando è arrivato Oddo, hanno cambiato passo, però l’Inter se ripeterà le prestazioni che l’hanno portata al comando della classica, salvo sorprese, si intascherà i tre punti. Importante e che è bene ricordare, che Napoli e Juventus saranno impegnate a Torino e a Bologna contro due squadre in ottima salute, anche se il Bologna senza fortuna è uscito sconfitto con il Milan sette giorni fa. Il Napoli, in particolare modo, potrebbe pagare l’assenza di Insigne, mentre la Juventus dovrà
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ORE 15.00
Massimo Oddo
Allenatore
(4-2-3-1)
dimostrare di essere capace di tornare al gol con Dybala e Higuain. Per conto mio, potrebbe essere un pomeriggio positivo per l’Inter, rispetto alle due avversarie che la inseguendo in classifica. Più facile, penso, sia l’impegno di questa sera della Roma con il Cagliari, anche se nell’ultima uscita i giallorossi hanno sollevato qualche perplessità con il pareggio con il Chievo. Occhio al Milan per la trasferta di Verona. I rossoneri, in Coppa Italia, hanno dimostrato la loro superiorità, dominando per tutta la gara e la squadra rispecchia, ma in campionato la situazione è diversa perchè il Verona venderà cara la pelle prima di cedere le armi. Per le altre partite, come ho detto, non sarà un pomeriggio tranquillo per la Juventus a Bologna e
Udinese
Allenatore
Luciano Spalletti
Speriamo nella fuga
Handanovic D’Ambrosio, Skriniar, Miranda, Santon; Vecino, Gagliardini; Candreva, Borja Valero, Perisic; Icardi
(3-5-2) Bizzarri Larsen, Danilo, Nuytinck; Widmer, Barak, Fofana, Jankto, Adnan; De Paul, Maxi Lopez
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nemmeno per la lanciata Fiorentina, dal momento che il Genoa arriva dalla sconfitta di misura contro un’Atalanta formato europeo che sta confermando alla grande il lavoro di Gasperini. I bergamaschi, per conto mio, faranno bene anche nel posticipo di domani sera, contro la Lazio, che è bene ricordare, accuserà anche la mancanza di un giocatore importante squalificato.
CONFERMARE IL PRIMATO IN
la partita
CLASSIFICA È POSSIBILE
Severa Bisceglia
I Parliamone
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nter-Udinese, finalmente in pomeridiana questa 17° giornata, dal sapore un po’ amaro. L’Udinese arriva a San Siro decimata in attacco ma con mordente quanto basta per dare fastidio, e non poco, alla capolista. Per Massimo Oddo questo
pomeriggio è comunque particolarmente impegnativo, oltre alle percepibili difficoltà, quasi fisiologiche, presenti nello sfidare la copista di un campionato, soprattutto emotive, deve fare i conti con i due attaccanti più rappresentativi dell’undici friulano, Kevin Lasagna e Stipe Perica che risultano poco pervenuti, forse out. L’Inter deve confermare la prima posizione e con l’Udinese, rigenerata dalla cura Oddo, non sarà una formalità. Archiviati gli ottavi di Coppa Italia, superati solo dopo la fortunata lotteria dei rigori contro un Pordeno-
ne che avrebbe meritato più nei nerazzurri, l’undici spallettiano deve fare attenzione, la sfidante ha raccolto comunque sei punti nelle ultime tre gare. Spalletti si riaffida ai suoi titolatissimi: Santon dovrebbe partire dall’inizio, sembra recuperata la botta rimediata all’Allianz Stadium, Gagliardi è ancora in forse, il ballottaggio è con Brozovic, Icardi in campo dal primo minuto dopo il semiriposo del turno di coppa. Quasi sicuramente mancherà Joao Mario, infastidito da una tonsillite. Alle ore 15.00 al Meazza l’Inter dovrebbe scende-
re con il solito modulo 4-2-3-1 con Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, Miranda, Santon; Vecino, Gagliardini; Candreva, Borja Valero, Perisic; Icardi. Oddo, invece, sembra puntare al 3-5-2 con Nuytinck in difesa, buona la sua prestazione a Benevento, perché ancora incerto il recupero di Samir. Torna Behrami e Fonfana in mezzo al campo. In attacco, come già detto, sicuro stop per Perica e Lasagna, e spazio, dunque, a De Paul. Va riconosciuto a Luciano Spalletti un lavoro egregio fin qui, in agosto nessun tifoso avrebbe scom-
messo sulla sua straordinaria conduzione. L’Inter deve vincere se vuole continuare il cammino in testa alla classifica di Serie A ma non sarà semplice, l’Udinese gode di ottima forma dopo la cura Oddo: sei punti nelle due ultime gare, cinque gol all’attivo e zero al passivo.
Ma quella di oggi non sarà solo una sfida tra Inter ed Udinese, più di tutte la sfi-
da sarà tra Luciano Spalletti, ex tecnico della squadra friulana, e la tifoseria bianconera che non gli ha ancora perdonato l’abbandono avvenuto al termine della stagione 2004/05.
AVANTI TUTTA di Certaldo schiera in campionato. Ne è venuta fuori una sfida trepidante, incerta contro un avversario che ci teneva a far bella figura nella scala del calcio. L’Inter ha sofferto, rischiato, ma anche provato ad abbattere alla fine, con l’ingresso dei titolari, il
il Pordenone, non giova a nessuno e soprattutto ai ragazzi che scendono in campo quasi mai in campionato e solo in scampoli di partite, come Karamoh, Padelli, Pinamonti, e in parte Dalbert e Cancelo. Il portoghese, comunque, non ha sfigurato e con il
Problemi che Spalletti dovrà cercare di risolvere, soprattutto se a gennaio non dovessero arrivare rinforzi per elevare il tasso di qualità della rosa attualmente a sua disposizione. Intanto, questo pomeriggio (assurdo giocare ancora alle 15,00 del sabato po-
Contro l’Udinese torna in campo la vera Inter
Luigi Rubino
L’
Inter in Coppa Italia contro il Pordenone si è qualificata per il rotto della cuffia e soltanto dopo la lotteria dei rigori. Niente allarmismi. In campo c’era l’Inter 2. Spalletti ha voluto concedere un po’ di riposo alle prime linee e mettere in campo un’altra squadra, rivoluzionata per i sei undicesimi, rispetto alla formazione che stabilmente il tecnico
muro dei ramarri. Non ci è riuscita. Icardi ha colpito il palo nei supplementari. E’ poi è andata bene ai rigori. Ora nei quarti sarà diverso. L’avversario, a fine dicembre, sarà il Milan. Occorrerà certamente un piglio diverso, una concentrazione maggiore e un turnover studiato nei minimi dettagli, anche perchè mandare all’improvviso giovani allo sbaraglio, come è accaduto contro
passar dei minuti ha acquisito tranquillità e sostanza soprattutto con le sue scorribande sul fronte destro; settore di campo che in campionato, purtroppo, è ricoperto da Candreva. Lo stesso dicasi di Karamoh, giocatore giovane, veloce che, per dimostrare le sue grandi qualità tecniche, avrebbe bisogno di essere impiegato di più, in certe situazioni anche in campionato.
meriggio n.d.r), l’Inter si ripresenta al Meazza in versione campionato per affrontare l’Udinese. I friulani sono in ripresa. La qualificazione agli ottavi di Coppa Italia, la vittoria contro il Crotone in trasferta e il successo casalingo contro il Benevento hanno dato più tranquillità alla squadra di mister Oddo, che proverà a fare uno scherzetto a Spalletti che schiererà in campo l’undi-
ci titolare. Fondamentale per la vittoria sarà, anche questa volta, l’apporto del pubblico, che non mancherà di incitare la squadra specialmente dopo il pari prezioso conquistato sul campo della Vecchia Signora Juve e la serie di risultati positivi ottenuti, senza nessuna sconfitta, dall’inizio del campionato ad oggi. Sembrano, a questo punto, impensabili i black out della squa-
dra. I tifosi nerazzurri possono quindi dormire tranquilli. Il primo grande obiettivo prefissato in questa stagione cioè il ritorno in Champions League, dopo cinque anni di assenza, sembra vicino. Tre punti contro l’Udinese però sono ora fondamentali per tenere a debita distanza le tante pretendenti alla Champions. Inter, quindi, avanti tutta. Lo scudetto? Ci penseremo più avanti.
* 1 partita in più
LA CLASSIFICA
* 1 partita in meno
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Leader si nasce?
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e potessi quale giocatore toglierei all’Inter? Ha talmente tanti giocatori che sarebbe una bella scelta. Icardi è il loro centravanti, è la punta che finalizza tutto ed è un giocatore importante. Ma hanno dei giocatori importanti in ogni reparto, Borja Valero e Vecino in mezzo e Skriniar dietro. L’Inter è una squadra forte che preferiamo affrontare con tutti e poi vedremo cosa succederà. L’Inter ha delle grosse chance per tanti motivi. Perché ha una mentalità vincente che gli ha dato Spalletti che io stimo molto, perché è forte e ha blasone: è una delle candidate che può arrivare fino in fondo. A parte gli scherzi a lui ruberei l’esperienza perché l’esperienza fa tanto e lui ne ha moltissima. Credo che l’esperienza sia fondamentale per la maturità e la crescita di un allenatore. Una delle tante panchine che ha avuto è stata anche qui a Udine. Ha allenato squadre piccole, medie, grandi e anche all’estero. Ha un bagaglio importantissimo. Sarà certamente un’Inter diversa da quella vista contro il Pordenone dove c’erano tantissimi titolari fuori: ci saranno altri uomini e avranno un’altra mentalità. Sappiamo che loro vogliono proseguire questa corsa in campionato, sappiamo che vorranno tenere la testa della classifica e allungare senza perdere. Sarà un compito arduo, noi scenderemo in campo con grande rispetto ma senza paura. Le nostre armi saranno sempre le stesse ma l’importante è che ci sia sempre coraggio. Rispetto sì ma non dovremo avere timore reverenziale. Ci saranno dei momenti di difficoltà come in tutti i match: dovremo essere bravi a superare quei momenti e provare a fare qualcosa di importante”.
“
Bomber 15 reti ciro immobile
16 reti
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La Zebretta ci prova gli Ospiti
Giovanni Labanca
I
nter-Udinese è sempre finita a scintille, con tanti gol e con il solito Di Natale che contro i nerazzurri si dannava l’anima, cosa mai vista fare contro la Juve, per esempio. Sarà che sono della stessa razza, i fiulani quando vedono i nerazzurri diventano leoni, si trasformano in vere e proprie spille che cercano in tutti i modi di pungerti e farti del male, quasi sempre riuscendoci. Via un campioncino, venduto assai bene dalla Società, che fa del permanente mercato di giovani
talenti allevati nel cortile di casa e poi venduti all’asta con grande ricavo monetario, la propria filosofia di vita, tanto la squadra è predestinata a rimanere sempre sul pelo dell’acqua e a salvarsi. Si fa così e puntualmente per l’Inter sbuca sempre un’altra puntarella, che va a conficcarsi puntualmente tra le costole di una difesa, che non è proprio un muro. L’animaletto curioso, quest’anno, si chiama Lasagna che, a sentirlo, già sembra godere nel far vedere i sorci verdi ai nerazzurri, un tempo suoi beniamini. “Non vedo l’ora di segnare un altro golletto alla squadra per la quale ho tifato tanto da bambino, ma che ora mi è stato imposto di battere. Ed io debbo ubbidire senza battere ciglio, perchè altri tre punti ci faranno tanto comodo. Siamo veloci e riusciamo a fare buone triangolazioni che ci portano diretti davanti al portiere. Quello che dico è dettato dalla speranza, ma poi sappiamo che dall’altra parte c’è una signora squadra che è prima in classifica. Ce la batteremo, alla grande”. Hai capito lo zebrotto? Ha già imparato bene la lezione, anche perchè la sua Udinese ha bisogno di tanti punti ancora per dormire tranquilla, tanto che la presidenza ha dovuto cambiare allenatore, per tentare una vigo-
rosa virata di bordo che la tenga lontano dall’onda anomala e per questo, il nuovo mister Oddo, sicuramente più navigato ed esperto di certe cose, ammonisce tutti e ne frena l’entusiasmo giovanile “I ragazzi, -dice il mister-, vogliono sempre strafare e si fanno prendere facilmente dall’entusiasmo, giusto come deve essere, ma tralasciano di pensare all’avversario che ti trovi davanti. Devono essere meno impulsivi e essere pronti a colpire, ammesso che l’Inter te lo faccia fare. Spalletti ha un centrocampo che è diventato senza buchi e con uomini che, domenica dopo domenica, giocano sempre meglio, tant’è che l’Inter è l’unica squadra che non ha ancora beccato una sola sconfitta e non è difficile capirne il perchè. Ho da poco preso la squadra sotto la mia guida e devo capire come è fatta. Non bisogna fare equazioni troppo semplici ed affrettate e, quindi, direi che un bel pari non ci farebbe male, ma quello per cui siamo in tanti a Milano è segno che i tifosi vogliono portarsi a casa qualcosa di concreto”. La Beneamata, come deve fare una squadra vera e natura, non deve farsi solleticare più di tanto, come non dovrebbe esaltarsi più del necessario, ma fare molta attenzione agli avversari in campo.
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Se le strisce
da Torino
sono bianconere
A TORINO ARRIVA MISTER SARRI
Pier Carlo Forneris
IL NAPOLI TREMA CONTRO UN TORINO CREDIBILE
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giochi non sono fatti e, ancora più importante, il campionato non ha ancora decretato chi sarà il campione di inverno. Certo è che una grossa mano, si fa per dire, la può dare il Torino di Sinisa Mihajlovic a Massimiliano Allegri, perché fermando oggi il Napoli allo Stadio Grande Torino allontanerebbe le velleità da scudetto dei partenopei. Il Torino come si sa non è una squadra continua nel rendimento e nei risultati, spesso soffre proprio di mancanza di autostima, e dopo il magico risultato di Roma con la Lazio forse anche di troppa autostima che
A Bologna la Juventus contro le barricate di Donadoni può capovolgere le sorti di una partita come quella di sabato, che certo i granata non entrano in campo svantaggiati. I giovani della primavera validi il Torino li ha sempre avuti e l’esempio di Edera a cui il mister ha dato la giusta fiducia fino dall’inizio di questo campionato facendolo giocare il giusto minutaggio, che per un ragazzo come lui classe 1997 è molto importante. Dopo la bufera con la Lazio di lunedì scorso, anche il presidente Cairo ha detto la sua in merito alla punizione di fare restare in tribuna il giocatore serbo Ljaijc. Lo staff dirigenziale è con il mister
Mihailovic che in questi casi usa metodi duri per il bene dei giocatori e nel rispetto dei valori di una società che gli ha dato fin da subito fiducia e carta bianca. Ma ora andiamo a Bologna, e su questo campo di gioco, domani (17° giornata e domenica 17), attenzione alla cabala, si disputa un interessante incontro tra due allenatori preparati, che fanno giocare in modo similare le proprie squadre e che hanno la voglia di dimostrare e di smentire chi li addita di volere raggiungere la vittoria passando solo dal contro piede e da un gioco privo di una certa bellezza. Roberto
Donadoni ha un parco giocatori di qualità e di quantità, quali Simone Verdi, Mattia Destro, Erick Pulgar. Il modulo preferito è spesso il 4-2-3-. La Juventus vede il probabile rientro dal primo minuto di Paulo Dybala, e visto il comprensivo chiarimento con la società, in particolare modo con Nedved, offre al giovane campione argentino una rapida rivincita dimostrando con i fatti sul campo il valore di un trequartista portato a creare gioco e ad aprire con il suo connazionale Gonzalo Higuain le difese avversarie.
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PANINI FIFA 365: IN EDICOLA LA NUOVA COLLEZIONE SUL TOP DEL CALCIO MONDIALE UNA RACCOLTA DI 602 FIGURINE. E PER L’ITALIA: JUVENTUS, MILAN, INTER, ROMA E NAPOLI
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Inter, abituati a
l nuovo tecnico bianconero torna a casa in quel di San Siro con i colori dell’Udinese ma pur sempre da ex ros-
I
to Allievi Dilettanti. Dopo aver disputato anche 3 partite con la prima squadra nel Campionato Nazionale Dilettanti 1992-1993, nel 1993, a 17 anni, è passato nelle giovanili del Milan. Nel 1995, dopo due anni nella Primavera rossonera, il Milan lo ha ceduto in prestito al Fiorenzuola, in Serie C1, dove Oddo ha esordito tra i professionisti. Negli anni successivi ha giocato, sempre in prestito e sempre nella stessa serie, nel Monza, nel Prato e infine nel Lecco, dove l’allenatore Adriano Cadregari lo ha schierato come difensore centrale e con cui ha segnato la prima rete in carriera. Nel 1998 è tornato nuovamente in prestito al Monza, con cui ha esordito in Serie B, collezionando 30 presenze e segnando 4 gol, tutti su punizione. L’anno successivo è stato acquistato in comproprietà dal Napoli, con cui Oddo ha disputato il campionato di Serie B 1999-2000 (36 presenze e un gol)
sonero. Massimo Oddo è figlio d’arte, il papà è Francesco Oddo, ex calciatore e successivamente allenatore. Il suo ruolo naturale era quello di terzino destro, ma all’occorrenza poteva essere impiegato anche come difensore centrale. Abile rigorista (24 segnati su 27 calciati, alla media realizzativa di 88,9%), era dotato nei calci da fermo. Massimo Oddo ha iniziato a giocare nelle giovanili del Renato Curi, con cui ha vinto il Campiona-
ottenendo la promozione in Serie A. Passando per Verona e Lazio approda al Milan. Nel gennaio 2007 è stato acquistato dalMilan in cambio di 7 milioni e 750000 euro e della cessione a titolo definitivo alla Lazio del cartellino di Pasquale Foggia, che vestiva già la maglia biancoceleste. Ha esordito con la maglia rossonera il 28 gennaio 2007 in Milan-Parma 1-0 e ha segnato il suo primo gol con la nuova squadra in Milan-Chievo 3-1. Al
storica qualificazione ai preliminari di Champions League per la società friulana. Tutto bellissimo, poi la fine. Arrivederci e grazie, ancora una volta. Fine della storia, per Spalletti già pronto un accordo con la Roma. E’ per questo che i tifosi dell’Udinese, pur apprezzandolo in fondo per gli sprazzi di grande calcio mostrati e per i risultati ottenuti, non lo hanno mai perdonato. Una per-
centuale del 41,35% di vittorie nelle 133 panchine bianconere, numeri che non mentono. Ma non solo, l’attuale allenatore nerazzurro ha lanciato in maglia bianconera alcuni dei giocatori più importanti della storia recente e non solo del club. Dal capitano storico Antonio Di Natale a Vincenzo Iaquinta, campione del mondo con l’Italia nel 2006, passando per Sulley Muntari e David Pizzarro, portato poi con sé nell’esperienza alla Roma.
l’Ospite
rimanere in vetta Parliamone
Dario Trione
L’
Inter affronta l’Udinese nell’anticipo della 17° giornata. Serve una vittoria convincente per rimanere in vetta dopo la brutta prestazione contro il Pordenone. Per la seconda volta consecutiva l’Inter si avvicina alla gara di campionato da prima della classe. La gara interna contro l’Udinese non dovrebbe essere un problema, ma l’insidia è sempre dietro l’angolo, soprattutto considerando la non abitudine della squadra di rimanere nelle posizioni che contano. Nella stagione 2015/16 il debutto con Roberto Mancini aveva creato, nell’ambiente e nei tifosi, la speranza di una stagione da protagonista ma, dopo le 5 vittorie e un buon avvio, proprio nel mese di dicembre la squadra ha subito un tracollo tecnico e soprattutto, mentale. Lo psicodramma sportivo sfiorato martedì in Coppa Italia contro il Pordenone, passaggio del turno dopo i calci di rigore contro una squadra che milita in serie C, potrebbe ria-
Luciano Spalletti, la fine della
storia avvenuta al termine della stagione 2004/05, probabilmente la più importante nella storia del club. “La cosa che mi è maggiormente dispiaciuta è stata come ci siamo lasciati con i Pozzo: non abbiamo avuto nemmeno il tempo di dirci grazie”, ha raccontato Spalletti negli scorsi anni. Sì, i ringraziamenti, perché a godere di quell’esperienza sono stati tutti, dai diretti interessati ai tifosi dell’Udinese. “Un trampolino di lancio”, il club bianconero è stato questo per Spalletti, chiamato a campionato in corso dalla fa-
prire vecchie ferite e minare l’autostima creata fino ad oggi. Le vittorie nerazzurre sono il frutto di una compattezza di squadra; a volte sono arrivate grazie alle parate di Hadanovic e alle reti di Icardi ma, fino ad oggi, il gruppo ha mostrato una solidità ed un equilibrio tra i reparti che, fino all’arrivo di Spalletti, non si erano neanche mai intraviste. Proprio la partita contro i veneti ha evidenziato la mancanza di alternative agli undici che Spalletti ha utilizzato. Dalbert, Karamoh, Cancelo e Pinamonti non si sono fatti trovare pronti e la mancanza di sostituti, alla lunga, potrebbe risultare fatale alla condizione fisica dei titolari. Il campionato fin qui ha mostrato una continuità di risultati e una solidità che hanno permesso di raggiungere la vetta della classifica. Juventus, Napoli, Roma e Lazio viaggiano ad alta velocità mentre la squadra del tecnico di Certaldo ha, nella rosa, il punto debole. I giocatori capaci di fare la differenza e di cambiare il volto della gara non mancano, e il non giocare le coppe, può sì garantire un vantaggio ma, come si è visto in coppa Italia, non può contare su alternative valide. Se l’anno solare dovesse chiudersi con l’Inter ancora saldamente nelle prime 3 posizioni, ci si aspetta un intervento del gruppo Suning nel mercato di gennaio. L’acquisto di un paio di giocatori: un centrale difensivo e un centrocampista che possa far rifiatare Borja Valero, potrebbero risultare determinanti anche per la lotta scudetto. Spalletti, in più di un’occasione, ha ribadito che l’obiettivo è il raggiungimento della Champions League ma, a furia di stare sopra a tutti, l’idea di fare il colpaccio può diventare più che un sogno.
miglia Pozzo poco più che quarantenne per sostituire Gigi De Canio nella stagione 2000/01. Risultato? Salvezza ottenuta e primi segnali lanciati da un giovane allenatore pronto a diventare presto grande. Il ritorno in Friuli un anno e mezzo più tardi, per dare il via ad un vero e proprio crescendo di emozioni e risultati. Prima il sesto posto nell’annata 2002/03 e la relativa qualificazione all’allora Coppa UEFA, poi il capolavoro nella stagione 2004/05: quarto posto in campionato, subito dietro le grandi del calcio italiano, e prima
Marjlja Bisceglia
Handanovic e Candreva
Oltre a Luciano Spalletti, contro l’Udinese a vivere una partita del tutto particolare saranno anche altri due ex di eccezione, Samir Handanovic e Antonio Candreva. Soprattutto il portiere sloveno, sbocciato proprio in maglia bianconera prima di spiccare il volo verso i pali di San Siro. Arrivato in Friuli appena ventenne, dopo una brevissima parentesi
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Massimo Oddo termine della stagione vince la UEFA Champions League ad Atene battendo in finale il Liverpool. Il 21 luglio 2010 Oddo ha prolungato il contratto con il Milan fino al 30 giugno 2012. Nel 2010, in qualità di portavoce dell’Associazione Italiana Calciatori, ha condotto le trattative tra i calciatori e la Lega Serie A sul rinnovo del contratto collettivo. Il 26 gennaio 2011, in occasione dei quarti di finale di Coppa Italia contro la Sampdoria, ha indossato per la prima volta la fascia di capitano del Milan. Il 7 maggio 2011 ha vinto lo scudetto con i rossoneri a due giornate
dal termine del campionato grazie allo 0-0 contro la Roma. Il 6 agosto 2011 il Milan vince la Supercoppa Italiana nel derby contro l’Inter ma Oddo non prende parte alla sfida. Massimo gioca la sua ultima partita da calciatore, 34°, il 6 febbraio 2008 contro il Portogallo. Dopo una prima esperienza alla guida del Pescara, Massimo Oddo Il 21 novembre 2017 subentra sulla panchina dell’Udinese al posto dell’esonerato Luigi Delneri. Al debutto perde con il Napoli per 0-1 mentre la prima vittoria arriva il 30 novembre in Coppa Italia contro il Perugia per 8-3.
pionato nella stagione 2007/08 con la maglia bianconera per quello che adesso rappresenta uno dei tasselli principali dello scacchiere offensivo dell’Inter. Una curiosità però c’è: Candreva esordì in Serie A con la maglia dell’Udinese proprio contro l’Udinese.
nella stagione 2004/05 Handanovic ha difeso stabilmente la porta dell’Udinese dal 2007/08 al 2011/12. Cinque stagioni per farsi apprezzare a livello nazionale e non solo, con il club friulano l’attuale portiere dell’Inter ha stabilito nella stagione 2010/11 il record di rigori parati in un campionato di Serie A (6 su 8 subiti). Importante ma meno fortunata l’esperienza di Candreva in Friuli: soltanto tre presenze in cam-
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INTER CLUB BAKU A
nche noi giornalisti, vecchi e nuovi, dobbiamo assolutamente ripassare la geografia del globo perchè, quando si parla di formazione di nuovi Inter Club, non possiamo più fermarci all’Europa, ma dobbiamo spaziare fino ad arrivare in continenti lontani fino a ieri, operazione inimmaginabile fino a qualche anno fa. Dobbiamo fare i conti con un tifo che non conosce linea di confine, anche grazie allo sviluppo estremo dei mezzi di comunicazione. Ecco un esempio di come cambia la piantina del tifo e questa volta ci tocca, con piacere, occuparci nientemeno di Baku, capitale dell’Azerbaijan. In questa bella e misteriosa capitale, difat-
Vita di Club
ti, da poco tempo è stata piantata un’altra bandiera nerazzurra, un altro vessillo con lo stemma del Biscione per merito di un folto gruppo di tifosi che ha scelto di unirsi, per condividere con passione l’amore per l’Inter, nonostante l’enorme distanza da Milano (più di 4.000 km) . Nijat Namazov, presidente del club, racconta le proprie sensazioni: “Amore, passione ed entusiasmo non conoscono distanza. Aprendo questo Inter Club vogliamo esprimere i nostri sentimenti verso i colori nerazzurri. Siamo orgogliosi di questo nuovo inizio e vogliamo coinvolgere il maggior numero possibile di tifosi interisti presenti in Azerbaijan per condividere tutti as-
sieme la nostra comune passione per l’Inter”. Il presidente, pur riconoscendo le difficoltà che la distanza provoca, pensa fortemente di organizzare anche una trasferta a Milano per toccare con mani la realtà di San Siro ed unirsi sugli spalti al tifo dei sostenitori locali, sempre pronti ad accogliere nuovi amici sotto le volte dello stadio più bello del mondo.
saper superare questi contrattempi che l’hanno resa vulnerabile, vista la sconfitta con la Samp a Marassi. Appuntamento interessante anche a Firenze, con la Viola di Pioli che ospita il Genoa dal dente avvelenato per la sconfitta casalinga con l’Atalanta, che stasera ospiterà la Lazio.
Occhio al Crotone a caccia dei tre punti allo Scida, con il Chievo rinfrancato dal pareggio con il Napoli, dopo il disastroso 0-5 con l’Inter. Chiudono a Marassi, Sampdoria e Sassuolo, mentre la Spal sarà ospite a Benevento, contro la cenerentola del campionato.
Giovanni Labanca
Compleanni da ricordare
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rima di ogni partita, si svolgono sul terreno di San Siro, delle simpatiche manifestazioni che altro non fanno che rafforzare i rapporti tra la Società ed i tifosi, in particolare con i soci degli Inter Club, che non accorgendosi del tempo che vola, passano anni ed anni sugli spalti a gridare a squarcia gola tutta la passione che portano da anni nel cuore. Una di queste simpatiche iniziative è la consegna di una maglietta nerazzurra, con stampati il numero degli anni ed il nome dell’Inter Club. Finora, il club più longevo premiato è stato quello dell’Inter Club Terranova di Pollino, provincia di Potenza, che ha toccato quota 45 anni, premiato da Lothar Mattaus il trenta aprile di quest’anno, durante Inter Napoli. Passiamo, ora, alle premiazioni avvenute nel pre partita di InterChievo per segnalarvi i club che hanno raggiunto un gran numero di anni, premiati dall’ex capitano Xavier Zanetti, vice presidente e membro dirigente di Inter Forever. Ecco gli Inter Club premiati: Inter Club Vevey (35°), Torre di Mosto (30°), Corleone (25°), Belpasso (20°), Aci Castello (15°) ed Andria (10°). È stata un’esperienza davvero emozionante, hanno detto i presidenti orgogliosi dell’ambito riconoscimento. Essere proprio di fianco alla nostra panchina, con tutto il pubblico che applaude e ritrovarsi con Zanetti per celebrare il nostro anniversario è un momento da portare nel cuore, racconta Salvo Licciardello, socio dell’Inter Club Belpasso, interpretando assai bene il pensiero dei suoi colleghi. Anche questa è Inter.
Campionato
Laura Tangari
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iornata favorevole, sulla carta, per la capolista oggi pomeriggio a San Siro. La squadra di Spalletti, reduce dal pareggio con il Pordenone, raddrizzato dai calci di
L’Inter prova ad allungare rigore, affronta la lanciatissima Udinese di Oddo, decisa a mettere il bastone fra le ruote a Icardi e compagni, con il Napoli e la Juve sponsor nella circostanza, in quanto inseguitori. L ‘Inter, alla faccia dei suoi denigratori, si gode questo momento favorevole, atteso da stagioni poco felici, per confermarsi la regina del campionato, trascinata dal capo cannoniere del torneo Icardi, a segno con sedici gol in altrettante partite. L’odierna giornata, la diciassettesima, a seguire il match di san Siro, vedrà il Napoli in trasferta a Torino contro i granata di Mihjalovic reduce dal
colpaccio contro la Lazio. Per il Napoli non è sicuramente un momento felice, visto il pareggio interno con la Fiorentina e la sconfitta in coppa dei Campioni con il Feyenoord. I tifosi dell’Inter, con Mazzola in primo piano, tifano Toro, augurandosi un nulla di fatto all’Olimpico. Completerà gli anticipi odierni la sfida di Roma, dove i giallorossi di Di Francesco, trainati dallo zero a zero di Verona con il Chievo, tenteranno il rilancio con il Cagliari, autore di un rocambolesco 2-2 con la Sampdoria, nell’ultima di campionato. Il pomeriggio di domani si aprirà
a mezzogiorno con l’anticipo del Bentegodi tra Verona e Milan, con gli scaligeri decisi a vendicare lo 0-3, incassato in Coppa Italia tre giorni fa dai rossoneri. Il Milan ricorda la fatal Verona. Un impegno piuttosto delicato per la risalita in classifica di Gattuso e compagni. Ma i riflettori del pomeriggio sono puntati soprattutto su Bologna, dove la Juventus dovrà cancellare le perplessità sollevate con il pareggio del derby d’Italia con l’Inter. La squadra di Allegri sembra aver qualcosa di inceppato nel proprio meccanismo che contro l’undici di Donadoni dovrà dimostrare di
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Calcio e’… Marco Papetti
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tatistica. Certo il rettangolo di gioco con la palla che vaga da un estremità all’altra del campo e rincorsa da 22 uomini e osservata da uno che arbitra è oggetto di approfondite analisi statistiche che generano un enorme quantità di dati il cui utilizzo varia a seconda dei casi. Ogni partita dei campionati più importanti viene vivisezionata in ogni suo aspetto: si calcola la distanza percorsa da ogni atleta, la velocità di corsa, le energie spese, i tiri effettuati, i passaggi andati a buon fine e quelli sbagliati, il baricentro dell’intera squadra, i minuti giocati e via discorrendo. Questi dati servono in primis allo staff tecnico della squadra per monitorare lo stato di salute della propria squadra e poi per studiare la situazione degli avversari al fin di proiettare previsioni e compiere scelte vincenti. Il calcolo di questi dati viene affidato a società specializzate che attraverso sofisticati logaritmi e formule algebrico matematiche realizzano le applicazioni da applicare all’abbigliamento tecnico dei giocatori. Sempre più allenatori poi utilizzano i droni per avere immagini e ovviamente dati degli allenamenti e studiare ulteriori migliorie tattiche. Insomma i vari studenti di statistica, fisica e matematica hanno un ulteriore e remunerativo (si spera) sbocco lavorativo.
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finestra sul mondo e dintorni attualità
Giovanni Labanca
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aria Teresa d’Austria la volle ad ogni costo e ne affidò la progettazione e la realizzazione a Giuseppe Piermarini, il migliore architettoingegnere (archistar) dell’epoca, che la consegnò secondo i tempi programmati e, con grande ammirazione ed entusiasmo, a maggio del 1778 si potè inaugu-
rare la stagione con la prima alzata di sipario con l’opera “L’Europa riconosciuta” di Antonio Salieri. Da quella fatidica sera, si apriva a Milano ed al mondo intero quello che divenne il Tempio della Musica, sopra il cui palcoscenico sfilarono i migliori artisti di ogni epoca, che con le loro opere incantarono Re e Principi, Imperatori e Presidenti, Sindaci e belle dame. Nasceva una nuova epoca per la musica che, a macchia d’olio, si espandeva per tutto il continente, tanto da farne il luogo sacro delle sette note, alle cui armonie nessuno voleva rinunciare. E fu sempre una corsa assai costosa per le signore presentarsi con i gioielli più belli e le vesti più sgargianti, soprattutto nell’occasione “principe” della Prima del 7 dicembre, quando il palco d’onore era tutto ad appannaggio di capi di Stato, di principesse e regine, sindaci e ambasciatori. Essere invitati a tale evento era considerato un onore, un prestigio, come per gli illustri politici un’ottima occasione per rendere omaggio alla Città e alla Scala stessa. Il capo del nostro Stato si è sempre seduto accanto al sindaco, in segno di amicizia e di ammirazione per una eccellenza italiana. Negli anni e fino a qualche tempo fa, contestazioni a par-
Scala, chi scende e chi sale te, ben orchestrate da un certo Capanna, che di mestiere faceva il “sobillatore”, la sera di Sant’Ambrogio, la più bella ed attesa dell’anno, era un sfavillante e continuo via vai di celebrità di ogni sorta che, lungi dal capire di musica, si accalcavano nello splendore delle luci del foyer, scambiato per una magica passerella di gioielli e vestiti di sarti alla moda, in una gara tra stupide oche, qualche volta fatte segno anche di precisi lanci di uova. Era la parte mondana che serviva all’economia della città. Quella politica, invece, è stata sempre di un tono superiore perché riguardava i rappresentanti degli Stati europei, i magnati dell’industria e il meglio della cultura. Altra roba, che, in definitiva, fungeva da termometro per misurare il successo dell’opera di apertura. Era anche l’unità di misura per capire in quale stato fosse considerata la forza istituzionale dell’Italia. Più politici con cariche di alto livello, italiane ed europee, occupavano i palchi, più risultava
Alabama: rischioso eleggere un senatore
accusato di molestie su minori in giro per il Mondo
Marjlja Bisceglia
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e elezioni per il Senato in Alabama che si terranno giovedì, diventano una delle votazioni più particolari nella storia del Sud. Gli elettori dovranno infatti scegliere tra Roy S. Moore, un candidato Repubblicano accusato di abusi su numerose adolescenti e Doug Jones, un Democratico, che con la vittoria porterebbe in serio rischio per il prossimo anno la maggioranza repubblicana in Senato, rimasta a quel punto ad una sola sedia di vantaggio. Nel
frattempo gran parte delle figure Repubblicane si sono distanziate dall’ex giudice. Tra le azioni più contestate ci sono sicuramente la dichiarazione contro le attività omosessuali e il suo auspicio affinché diventino illegali e le sue contestazioni contro la rimozione del linguaggio segregazionista nella costituzione, ma sono state sicuramente le accuse di molestia su minori a far vacillare la solidità repubblicana. Una delle donne che ha accusato Moore di molestie ha affermato di aver avuto 14 anni quando si sono verificati i fatti, un’altra invece accusa il candidato di tentato stupro. Insomma le accuse hanno messo a rischio un ventennio di primato repubblicano nello Stato. Il presidente Trump appoggia comunque il candidato repubblicano, twittando un post di sfiducia contro Doug Jones, in quanto pro aborto, con una politica debole riguardo al crimine alla immigrazione e contraria all’uso delle armi e ai veterani. Moore invece risponde alle accuse dichiarando di essere convinto che gli elettori voteranno secondo coscienza, ovviamente negando ogni accusa e chiedendosi come mai abbiano tardato quarant’anni per essere rese note. In un recente discorso il repub-
blicano ha inoltre richiamato Dio e la Bibbia numerose volte, “voglio un’America nuovamente grande, ma voglio un’America buona e non può esserlo fin quando non torniamo al Signore”, la moglie Kayla invece nega ogni accusa di antisemitismo rivolta al marito. Anche se Trump mantiene il suo sostegno, molti esponenti repubblicani come il senatore Mitch McConnell e l’ex segretario di Stato Condoleezza Rice, un afroamericano cresciuto in Alabama, mostrano il loro dissenso, Rice dichiarando la necessità per il suo Stato di rifiutare ogni bigottismo, sessismo e intolleranza. L’altro senatore dello Stato dell’Alabama, Richard Shelby, ha invece dichiarato che lo Stato merita qualcosa di meglio di Moore. L’opponente è invece un ex procuratore di 63 anni che nega le accuse mosse dal presidente Trump di essere una marionetta della leadership democratica. Uno dei suoi successi è la collaborazione nell’arresto di due membri del Ku Klux Klan, colpevoli di aver bombardato una chiesa nel 1963 a Birmingham uccidendo quattro ragazze di colore. Il supporto all’aborto del Democratico costa però numerosi voti della parte cattolico conservatrice in Alabama.
alto l’indice di gradimento. E la Prima della Scala è stata sempre all’altezza della sua fama internazionale, mentre, con il tempo, si assottigliava la folta pattuglia degli inviti di prestigio non richiesti, con le scuse più banali. Quest’anno, si è toccato il fondo: il Capo dello Stato era in giro per l’Europa a spargere chiacchiere, i suoi sostituiti istituzionali erano in giro a fare campagna elettorale, con il chiaro messaggio che si può tradurre in “chi se frega di Milano”. Milano, insomma, all’apice della sua rinascita culturale e strutturale, poteva aspettare il suo turno, tra l’indifferenza della Politica che conta, non tanto per i nomi, quanto invece per la funzione istituzionale, segno che avrebbe significato rispetto, elogio e prestigio verso quella che è ritenuta, oggi più che mai, la ca-
pitale economica, buona sola ad essere munta fino allo stremo per altri interessi del Paese che non davano, in cambio, un minimo di progresso effettivo delle regioni in cui il denaro della mucca lombarda veniva impiegato. Anzi, è quella stessa politica di Stato che negli ultimi anni, ha tagliato finanziamenti per la Cultura, in genere, senza tener conto, per esempio, che la Scala di Milano supera, tranquillamente, le 250 alzate di sipario all’anno, contro quelle delle altre Opere italiane che, fatte la Prima, di facciata, abbassano il sipario, per riaprirlo in poche occasioni, ricevendo, però, gli stessi contributi. Come al solito, il lavoro di Milano è stato sempre misconosciuto e snobbato. Il sovrintendente e direttore Alexander Pereira non ne ha fatto un dramma, al contrario del povero sindaco Giuseppe Sala che si aspettava almeno i suoi PD, anche per farsi perdonare la pessima figura fatta in Europa con la bocciatura di Milano per la sede EMA e lo schiaffo successivo per Padoan, cui è stata negata la
cadrega promessa in Europa. Figuraccia di un governo sempre più alla deriva e che in Europa conta come il famoso due di briscola, niente, per dirla chiaro e tondo. Chailly e Pereira, invece, erano baciati dal successo, se consideriamo il tutto esaurito in Teatro, i tredici minuti di applausi del pubblico scaligero e i 2 milioni e passa che hanno visto lo spettacolo in diretta su Rai Uno, senza contare le altre migliaia di appassionati di tutto il mondo. Un successo che premia il gran lavoro di tutte le maestranze, la qualità delle scelte musicali, che hanno prodotto stima e prestigio nel mondo per il Teatro e per Milano che, in questo caso, è riuscita a suonarla, eccome, alla marmaglia di coloro i quali, a diverso titolo, cercano di rappresentare lo Stato. Ha vinto alla grande Milano e lo farà ancora, anche se qualcuno non se ne accorge, preferendo affogare nell’indifferenza. Ancora una volta e con merito, Milano è salita di un gradino in più alla Scala, mentre triste è l’immagine di che ne scende per non risalirne più.
Israele, pronta risposta a Hamas buco nero
Luigi Sada Il medio Oriente si infiamma. Le dichiarazioni di Trump, in merito alla conferma di Gerusalemme capitale d’Israele, ha fatto scattare una violenza inaudita nei territori palestinesi, in particolare modo a Betlemme, dove oltre ad aggredire i militari ebraici, sono stati lanciati sassi contro gli inviati delle televisioni straniere, con il ferimento del corrispondente della Rai Piero Marrazzo. Hamas aveva annunciato, per protesta contro il presidente americano, tre giorni di rabbia, innestando una nuova intifada, che ha provocato alcuni morti fra i palestinesi, lanciatori di pietre. Erdogan, presidente della Turchia, ha minacciato di rompere le relazioni diplomatiche con Israele, che ha definito “Stato terrorista”, proprio lui che i terroristi dell’Isis li ha fatti transita-
re liberamente sul suo territorio, alimentando le stragi che gli uomini neri hanno provocato nella popolazione siriana e irachena. Proprio il governo di Bagdad, nei giorni scorsi, parlava della proclamazione della guerra con l’Isis, anche se resta aperta qualche sacca, con miliziani del Califfato, in fuga verso l’Europa. E proprio per questo motivo che Trump ha voluto ufficializzare Gerusalemme capitale di Israele, in modo di poter contare su governi forti e civili, rispetto alle altre regioni del Medio Oriente che da settanta anni continuano a litigare fra di loro, dando la colpa a Israele della povertà e il poco sviluppo della zona. Tre quarti di Israele, dopo la dichiarazione della nascita dello Stato nel 1948, era deserto di un ricco proprietario arabo, in mille anni, avevano abbandonato a carestie senza precedenti. Tutte le colpe, dopo il 1948, sono state rivolte al governo, allora guidato da Ben Gurion, che aveva con coraggio accolto sul territorio, allora occupato dall’Inghilterra, i superstiti dell’olocausto. Povera gente che non era capace nemmeno di reggersi in piedi, dopo le sofferenze nei campi di sterminio. Queste persone, grazie agli eroi della resistenza contro i paesi arabi che avevano subito dichiarato guerra, dopo l’ufficialità di Israele, sono diventati guerrieri e costruttori di civiltà, cosa che non hanno fatto Nasser e compagnia. Intanto, la tensione
in Israele continua a salire. La visita del vice presidente USA Pence, prevista dal 17 al 19 dicembre a Gerusalemme è stata momentaneamente rinviata, in quanto la sua presenza è legata al prossimo congresso USA. Giovedì scorso, l’organizzazione dell’OIC, della cooperazione islamica, ha riconosciuto Gerusalemme Est capitale dello Stato di Palestina occupato, invitando tutti i Paesi di fare altrettanto. L’Unione Europea conferma la sua oltranza nei confronti di Trump. il quale, giustamente, continua tranquillamente per la sua strada. Non fate arrabbiare Israele. E’ questo il monito del governo di Gerusalemme, dal momento che Hamas ha provato a lanciare razzi sulla zona sud, partiti dalla striscia di Gaza. Pronta la risposta ebraica, con raid aerei verso il Sud, in particolare modo a Gaza, dove sono state colpite alcune postazioni dell’enclave palestinese. Secondo i porta voci israeliani le zone militare colpite erano usate per l’addestramento e per immagazzinare armi di Hamas. Una fonte palestinese ha riferito che sono stati colpiti più di dieci obbiettivi, tra cui una postazione navale e una base militare vicino al campo profughi di Shati, al nord di Gaza. Immediata la ritorsione israeliana con l’abbattimento di diverse rampe di lancio di missili di Hamas, con due capi dell’organizzazione palestinesi uccisi.
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Cinema Anastasia Mazzia
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l regista Fausto Brizzi ritorna sul grande schermo con il nuovo cine-panettone “Poveri ma ricchissimi”, sequel di
“Poveri ma ricchi”, dal 14 dicembre al cinema. La famiglia Tucci, credendo di aver perso l’intera vincita del
Ferdinand Il toro che adorava i fiori
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al 21 dicembre arriva nelle sale “Ferdinand”, il nuovo film d’animazione diretto dal regista brasiliano Carlos Saldana e distribuito da
20th Century Fox. La pellicola s’ispira a “La storia del toro Ferdinando”, libro per ragazzi scritto da Munro Leaf ed illustrato da Robert Lawson nel
Poveri ma Ricchissimi Superenalotto, è ritornata nel piccolo paese di Torresecca, alle porte di Roma. Scoprendo di essere ancora ricchi, decideranno di fondare un Principato indipendente per non pagare le tasse. Così Torresecca diventerà un paradiso fiscale, con le sue leggi assurde, i suoi imbrogli politici, i suoi piccoli scandali. La famiglia Tucci dovrà affrontare e gestire una nuova realtà non solo politica ma anche sociale. Il regista Brizzi con questo secondo capitolo affronta molte tematiche attuali: dalla brexit al terrore degli immigrati, dall’uscita dall’euro agli scandali politici. Molte sono le gag divertenti, le battute ironiche e taglienti sugli italiani, quale popolo “coatto” a cui interessa solo il calcio e la buona tavola! L’intera struttura filmica si regge ancora una volta sui due protagonisti: Christian De Sica nelle vesti di Danilo Tucci e Lucia Ocone in quelli di Loredana Bertocchi. De Sica, con tanto di parrucchino e deliri di onnipotenza alla Trump, bene si articola con la sua partner femminile Lucia Ocone, che in questo secondo capitolo eccelle con la sua “first lady” a metà strada tra Melania Trump, Anastasia Steele e Maleficent. La Ocone, infatti, riempie lo schermo con la sua comicità semplice e diretta, genuina ed ironica. I personaggi secondari, invece, risultano deboli e spesso superflui. Enrico Brignano e Lodovica Comello, come Giulio Bartolomei e Federica Lucaferri , i Tucci più giovani; il maggiordomo Ubaldo Pantani e la sboccata nonna Anna Mazzamauro risul-
Il ritorno della famiglia Tucci
tano zoppicanti e poco incisivi. Tra le new entry c’è anche Paolo Rossi e Massimo Ciavarro, noti attori ben ritrovati che però a causa di una sceneggiatura lacunosa interpretano ruoli inconsistenti. Il regista Brizzi, con questa pellicola, omaggia ed ironizza molte commedie famose, da “La la Land” a “50 Sfumature”,
in salsa tutta italica e riuscendo a strappare più di un sorriso. A causa delle presunte molestie sessuali che hanno travolto Fausto Brizzi, regista e sceneggiatore della pellicola, la Warner Bros. Italia aveva inizialmente deciso di cancellare il suo nome da tutte le locandine e da tutti i trailer. In realtà, al di là degli scandali
che riguardano il regista, “Poveri ma ricchissimi” è un cinepanettone che facilmente conquisterà la vetta del botteghino, come è gia successo per il primo capitolo. “Poveri ma ricchissimi” è una commedia tutta italiana, che deride e ride dei vizi e delle frustrazioni del nostro Bel Paese.
dei fiori piuttosto che prepararsi ai combattimenti nella corrida. Un giorno Ferdinando scappa dall’allevamento e viene adottato da una bambina. Ben presto però il toro, diventato ormai grande e forte, verrà scelto per partecipare alla corrida da El Primero, il più grande torero del mondo. Ferdinando non vuole combattere ed insieme ai suoi amici cercherà di fuggire. Il regista Carlos Saldana (“Rio”, “L’era glaciale” e “Robots”) torna al cinema con un nuovo ed entusiasmante film d’animazione dedicato ai più piccoli. Ad una bella grafica si affianca un buon ritmo e tanta musica e
colori che sicuramente allieteranno i bambini ed anche i loro genitori. Con un uso sapiente del 3D, curata risulta la scenografia e ben articolata la sceneggiatura. Il messaggio del film è sicuramente importante e ben delineato: il toro Ferdinando è diverso dagli altri suoi coetanei e, per questo motivo, viene presto deriso ed allontanato. La diversità però può diventare anche un punto di forza: grazie a Ferdinando, infatti, nessun toro perirà più nell’arena. C’è anche il messaggio dell’amicizia e della non-violenza: grazie agli amici
ed al suo animo gentile, il toro dimostrerà al mondo intero che la bontà d’animo vince sempre soprattutto sulla crudeltà umana. Una curiosità che riguarda la pellicola è che, all’epoca, la storia fu etichettata come “sovversiva” per i suoi contenuti pacifisti ed i regimi di Franco e di Hitler la censurarono! In realtà “Ferdinand” è semplicemente un film sull’amicizia, sulla diversità e sulla bontà d’animo. A dicembre il toro “Ferdinand” sicuramente conquisterà tutti, dai più piccoli ai più grandi, con la sua travolgente simpatia.
1936. Nel 1938 la Disney confezionò il noto cortometraggio “Il toro Ferdinando” diretto da Dick Rickard che vinse il premio Oscar come miglior corto animato.
Ferdinando è un piccolo vitello che vive insieme al padre in un allevamento di tori. A differenza dei suoi coetanei, il giovane toro preferisce prendersi cura
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Teatro Laura Tangari
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rande successo di pubblico al teatro Manzoni alla prima per la commedia Una festa esagerata con Vincenzo Salemme. Commedia scritta e diretta dall attore napoletano finalmente è approdata a Milano una idea
Musica
Riccardo Sada
La loro grande passione per la trance li ha portati a produrre tanto materiale che potrebbero oggi pubblicare un paio di album. Il singolo “Back ‘Till Eternity” è uscito a ottobre su Neurals Records (gruppo Media Records EVO) e sta andando alla grande nelle chart. Il 2018 vedrà nascere “Lines Of Infinity”, brano a cui i Tribal Temptation sono molto legati. “In realtà tutti i pezzi in produzione sono legati tra loro da un filo conduttore nello stile e nelle atmosfere, sarebbe
che le ha permesso di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano,ovvero quel blocco sociale definito piccola borghesia.uno spettaccolo che con tante risate faccia riflettere e sproni al dialogo tra persone che si rispettano e provino a volersi bene.La commedia sarà
in scena fino al prossimo primo gennaio giorni feriali alle 20.45 e domenica 15.30 26 dicembre e primo dell’anno ore 16.30 la sera di s.silvestro ore 18 e 21.30 con brindisi di mezzanotte di attori e spettatori.Riposo il 24 e 25 dicembre.Il film della stessa commedia uscirà il prossimo marzo 2018.
Tribal Temptation, un’onda d’urto nella musica trance Andrea Simon e Alessandro Scialotti vivono in due città diverse. Per questo la loro produzione quotidiana come Tribal Temptation avviene totalmente on-line interessante concretizzarli in un unico album. Conosciamo e apprezziamo molto tutte le sfumature della trance. L’uplifting però è senza dubbio l’unico genere che ci scorre nelle vene: noi facciamo e faremo solo uplifting trance”. La trance vi appassiona da sempre? “Abbiamo seguito le sue evoluzioni nel tempo e ci siamo sempre rispecchiati nei mood e nel sound prima di tutto come fan e par-
te della grande trance family, e poi come artisti. La trance è un legame unico che unisce gli appassionati di tutto il mondo attraverso un qualcosa di davvero speciale. Il nostro è un semplice contributo a questa grande famiglia”.
Come vi siete invece avvicinati a Mario Più e scoperto Neurals? “Mario Più è una leggenda. Da fan è stato emozionante conoscerlo attraverso due grandi amici come Daniele Vantaggio (aka Seismal D) e Andrea Mazza. È nata da subito una buona alchimia
che ci permette di lavorare al meglio ai nostri brani e a tutto ciò che rappresenta Tribal Temptation”.
Negli ultimi anni c’è stata un’esplosione enorme della musica elettronica al livello globale. “La sua influenza ha scar-
dinato anche il pop, il rock e l’intrattenimento in generale. La Trance riesce sempre a rinnovarsi riflettendo le influenze attuali, pur mantenendo un’identità propria, chiara e definita”.
Servirebbero più occasioni in Italia dedicati alla musica elettronica in generale? “Sì, più spazi per far suo-
nare i dj. Di talenti ne abbiamo veramente molti nel nostro paese, sarebbe fantastico unire almeno una volta l’anno tutti gli artisti, i producer e dj più interessanti in grande evento, un Trance Day. Una grande festa per tutta la… famiglia”.
Valutando le vostre radici stilistiche, pensate a più contaminazione all’orizzonte? “Sicuramente c’è sempre più interesse per una vo-
cal trance al femminile. La qualità delle armonie e delle melodie sarà sempre più determinante nella scena”. Come è nato “Back Till Eternity”, il brano pubblicato da Neurals? “Si tratta della fotogra-
fia di un istante particolare che ognuno di noi ha sicuramente vissuto. È il momento in cui fai i conti con te stesso e ti rendi conto di cosa hai in mano e di cosa stai perdendo. Questo può valere per un rapporto
importante, un amore, un amico o anche nei confronti della vita stessa, pensando a chi si trascura o peggio si autodistrugge. Bene, proprio in quel momento ti rendi conto di aver sbagliato e senti l’estremo bisogno di tirare una riga e cambiare registro aprendo la mente e il cuore”.
www.mediarecords.dance www.tribaltemptation. com
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NICOLA ZUCCHI DALLE AMERICHE AI MIGLIORI CLUB ITALIANI
Riccardo Sada
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anada, Colombia, Messico, Equador, Panama, Repubblica Domini-
cana: queste le tappe della tournée americana che negli ultimi due mesi ha visto protagonista il dj e produttore Nicola Zucchi, che da anni abbina le serate nei club alle
sue selezioni musicali in eventi di alto profilo internazionale quali il Festival del Cinema di Cannes e Art Basel in Miami. Il tutto restando sempre fedele a sonorità House alquanto eleganti, in particolare quando propone il suo proverbiale set Sparkling Attitude, con nu disco, funk e
house classic a farla da padroni. E dopo le Americhe, per Nicola Zucchi è il momento di tornare in Italia. Il suo calendario di dicembre prevede serate nelle migliori città, nei migliori party e nelle migliori location, da Cortina a Milano, da Roma a Milano Marittima, senza ovviamente trascurare
Modena, la sua città natale, e senza vietarsi una nuova incursione all’estero, per la precisione in quel di Londra. E proprio settimana prossima Nicola Zucchi è atteso da due serate milanesi: lunedì 18 dicembre suonerà all’Armani Privè, giovedì 21 all’Alcatraz. E per quanto riguarda il
2018, le sue serate in giro per il mondo non mancheranno di sicuro, così come non è da escludersi il suo ritorno alle produzioni discografiche. www.nicolazucchi.com
L’IMS di Ibiza ha annunciato le tematiche per la prossima edizione Per l’undicesima volta, l’IMS di Ibiza, ovvero l’International Music Summit terrà banco sull’isola balearica. Il più importante meeting dell’industria discografica internazionale si svolgerà da mercoledì 23 a venerdì 25 maggio prossimi sempre all’Hard Rock Hotel di Ibiza. Si tratta di una kermesse dedicata ai discografici, agli artisti, ai manager ma anche agli appassionati della musica elettronica, del djing, del clubbing. Nel contempo sono stati annunciati i primi panel e i primi ospiti. IMS poi si diramerà in due distinte parti: IMS Visionaries, dedicato alla ricerca degli influencer musicali di domani, e IMS Accelerator, atto a individuare le start-up del settore degne di investimenti economici. Si parlerà dei 25 anni di Sònar e di Positiva Records, dell’evoluzione del ruolo dei talent scout (A&R) e delle tematiche connesse alla salute dei dj in tour alla nuova scena musicale del Medio Oriente. Tra i brand presenti Burn! e Toolroom,. Tra i grandi ospiti figura Black Coffee, il dj sudafricano rivelazione degli ultimi anni e reduce di una strepitosa stagione all’Hï Ibiza. Il summit prevede anche una serie di conferenze, esposizioni di materiale hardware, diversi meet&greet, molte masterclass, innumerevoli eventi serali e tantissimi altri appuntamenti. Altre info su www.internationalmusicsummit.com
Il Trance Gate non lo ferma nessuno Dopo l’appuntamento di dicembre ecco quello marchiato Neurals al VIP DiscoClub di Sesto San Giovanni con Mario Più, Manuel Le Saux e Voolgarizm
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orna spesso, il Trance Gate, l’appuntamento tutto italiano, ideato da Gianluca Ferrandu, per gli amanti della musica trance. Dopo la serata di dicembre ecco quello marchiato Neurals al VIP DiscoClub di Sesto San Giovanni con Mario Più, Manuel Le Saux e Voolgarizm. L’ultimo evento che si è svolto il 2 dicembre ha visto in scena tre ospiti internazionali: Gai Barone, uno dei produttori più apprezzati del panorama progressive; il tedesco Cold Blue, punta di diamante della Fsoe di Aly & Fila e della Subculture di John O’Callaghan; e l’inglese Shugz, uno dei dj che nell’ultimo anno ha saputo meglio valorizzare il genere tech-trance. Ora il Trance Gate, grazie a Gianlu-
ca Ferrandu, tiene sotto occhio alcuni nuovi artisti. Qualche nome? Paul Denton, 2nd Phase e Sam Jones Trance. Artisti al 100 per cento psy ancora non ce ne sono “ma che spaziano anche nella psy, ad ogni serata, da ormai ve ne sono da oltre quattro anni”, spiega spiega Ferrandu. Qualche nome? “Bryan Kearney, Indecent Noise, Sean Tyas, Jordan Suckley, Will Atkinson, Eddie Bitar e tanti altri ancora”. L’interazione con i fan del Trance Gate è costante e interessante. “Prendo sempre in considerazione i nomi suggeriti dalla community. Inoltre, cerco sempre di proporre nomi nuovi che presto diventeranno protagonisti dei fe-
stival più importanti del pianeta, prima che diventino inaccessibili per il mercato italiano”. Trance Gate cerca sempre di migliorare. “Ma aver proposto la serata in una delle location più belle di Milano (sia a livello audio che visivo), proponendo in una sola notte 4 ospiti internazionali, non è cosa da poco”. Nel Trance Gate c’è sempre tanta uplifting. “A dicembre ha suonato Cold Blue, da oltre 10 anni è uno dei pionieri del genere. Ma proporremo anche progressive e tech-trance e il set di Shugz sicuramente è stata la dimostrazione che abbiamo un orecchio anche per le sonorità più dure”.
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...Milano informa Cultura
Sabato alla Biblioteca Sormani cittadini in posa per uno scatto d’altri tempi
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osare con la famiglia o con gli amici davanti a un fondale in perfetto stile ottocentesco e portarsi a casa uno scatto avvolto dal fascino d’altri tempi: sarà possibile farlo gratuitamente sabato 16 dicembre dalle 14:30 alle 18 (le prenotazioni in loco chiuderanno alle 17:30) alla Biblioteca Sormani in corso Porta Vittoria 6. Si potrà richiedere la stampa della fotografia o, portando la propria chiavetta usb, traferirla sul dispositivo in formato digitale. A ritrarre i “cittadini in posa” sarà il fotografo Claudio Argentiero, co-protagonista insieme a Giovanni Verga e Luigi Capuana della mostra “Scritture di luce. La Sicilia di ieri e di oggi nella visione fotografica di Capuana,
Verga e Argentiero”, all’interno della quale è stato allestito il set fotografico realizzato in collaborazione con l’Archivio fotografico italiano. L’esposizione, visitabile gratuitamente fino al 5 gennaio, si snoda lungo lo Scalone monumentale della Sala del Grechetto della Biblioteca Sormani e propone un viaggio nella Sicilia ottocentesca degli scrittori veristi Luigi Capuana e Giovanni Verga. In mostra fotografie scattate dagli stessi romanzieri che immortalano la dimensione quotidiana, lettere frutto del loro rapporto epistolare e numerosi manoscritti. Una rassegna di fotografie contemporanee dei medesimi luoghi offre, in un percorso parallelo, una rilettura iconografica
Le più belle “Ave Maria” in Duomo, torna il 20 dicembre il tradizionale concerto che celebra la natività Natale
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alle porte il tradizionale appuntamento natalizio, ormai immancabile nel calendario di Milano, del concerto in Duomo. La Cattedrale tornerà ad aprire le porte alla grande musica, offrendo alla città la possibilità di assistere gratuitamente ad un evento sempre molto amato e partecipato. Promosso dalla Veneranda fabbrica e dal Comune di Milano, il concerto si terrà all’interno del Duomo mercoledì 20 dicembre alle ore 19:30. Protagonista dell’evento, realizzato anche con il sostegno di Assolombarda, saranno
l’Associazione concertistica Carmina et cantica e MoMus A.P.S., con l’ensemble Accademia musica festival diretto dal maestro Stefano Seghedoni. Il programma musicale del concerto (la cui direzione artistica è affidata a Beatrice
Bianco), prevede le più celebri “Ave Maria” del repertorio classico, con musiche di Bettarini, Caccini, Cherubini, Donizetti, Franck, Gounod, Luzzi, Mascagni, Mercadante, Perosi, Saint-Saens e Schubert. Un percorso tra melodie molto amate dal grande pubblico e pagine meno conosciute della tradizione. L’ingresso al concerto in Duomo, libero fino ad esaurimento posti, sarà consentito a partire dalle ore 19. Al fine di agevolare i controlli delle autorità di Pubblica sicurezza ai varchi di accesso, si richiede la collaborazione dei visitatori, che
dovranno permettere la verifica di quanto contenuto nelle tasche e nelle borse personali. Si informa che non è possibile accedere in cattedrale con caschi, oggetti di vetro e valigie. Si sconsiglia, inoltre, di portare con sé borse voluminose.
del paesaggio elaborata dal fotografo Claudio Argentiero e accompagnata dai commenti della scrittrice Silvana Grasso. La mostra è curata da Roberto Mutti e realizzata in collaborazione con Archivio fotografico italiano, Casa museo Luigi Capuana di Mineo, Fondazione
3M, Associazione culturale biblioteca Famiglia meneghinaSocietà del Giardino, Fondazione Verga di Catania e Università degli studi di Milano. Orari: da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19; sabato dalle 9 alle 12:30; chiuso domenica e festivi.
Lavoro
Sono “made in carcere” i regali di Natale che coniugano qualità e riscatto sociale
L’
assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani: ”Tanti prodotti e idee regalo per sostenere percorsi virtuosi di riqualificazione professionale e reinserimento nel mondo del lavoro delle persone detenute”.
grande impatto. “Proprio in questi giorni in cui tutti siamo impegnati nella ricerca di piccoli pensieri per i nostri cari – dichiara l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive
delle persone private della libertà e prevenire il rischio di recidiva con il lavoro: tutto questo lo si ottiene anche acquistando i regali di Natale realizzati da persone detenute.
A presentare l’iniziativa volta a promuovere l’economia carceraria e a prevenire la delinquenza e la recidiva dei detenuti, l’assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani con i rappresentanti del Consorzio Viale- e Commercio Cristina Tajani –, possiamo trovare qui oggetti originali e di qualità che deimille. coniugano innovazione tecnologica e maVini, marmellate, panettoni, ciocco- estria artigianale con il riscatto sociale per lata, grembiuli gourmet, borse, pro- chi li realizza. La collaborazione tra impredotti in cashmere, corone dell’av- se ristrette e imprenditori che scelgono di vento, runner, calendari, cartoline, produrre all’interno delle carceri consente fiori, piante e molto altro. Sono que- di ampliare i percorsi di riqualificazione sti i regali che si possono acquistare professionale per i detenuti aumentandone in viale dei Mille. Regali buoni e che le competenze tecniche e favorendo il loro fanno bene. Buoni perché realizzati rientro nel mercato del lavoro come valido con impegno e passione da persone strumento di riscatto sociale. Invito tutti i detenute che con il lavoro si stanno milanesi a considerare questa opportunità guadagnando una vita migliore e un come una valida alternativa ai classici regali, futuro più degno. Fanno bene per- spesso scontati”. ché rimettono in moto l’economia carceraria, creando percorsi virtuosi L’obiettivo del Consorzio Vialedeimille, nato che, attraverso il lavoro, contribui- per iniziativa dell’Amministrazione comuscono a prevenire il rischio di recidi- nale nel giugno 2015 negli spazi comunali va. Un gesto di responsabilità sociale in viale dei Mille 1, è quello di promuovere per aziende e privati, semplice ma di percorsi concreti di reinserimento sociale
Il Consorzio Vialedeimille è stato fondato da cooperative sociali che lavorano nelle carceri lombarde di San Vittore, MilanoOpera, Bollate, Monza. Le cooperative sociali che appartengono al Consorzio impiegano oltre 100 persone detenute in carcere e altrettante fuori. La novità di quest’anno sono i mercoledì al Consorzio con il panettone per tutti e ospiti itineranti, nei due mercoledì precedenti il Natale (13 e 20 dicembre): una serata con ospiti durante la quale viene offerta una fetta di panettone alla cittadinanza, invitando anche anziani del quartiere, persone svantaggiate e amici.
Made in carcere Milano, 13 dicembre 2017 - Arrivano dalle case circondariali della città le idee regalo per i milanesi in occasione del Natale 2017. Il meglio delle produzioni ‘made in carcere’ realizzate da persone detenute è in vendita al Consorzio Vialedeimille in viale dei Mille 1, angolo piazzale Dateo.
Il senso dell’iniziativa è quello dell’amicizia esprimendo gratitudine alla città che accoglie il lavoro delle persone detenute e il loro impegno verso il cambiamento.
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