Bruce_Springsteen

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I Buoni del Mare I Buoni del Mare

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www.coraya.it Lunedì 3 giugno 2013

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COPIA OMAGGIO

THE BOSS

REBORN IN MILAN


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BRUCE SPRINGSTEEN E’ TORNATO IN ITALIA

Stasera tocca a lui, un unico grande concerto MUSICA

Riccardo Sada

Il 23 maggio era in piazza Plebiscito a Napoli. Il 31 a Padova. Ora tocca a San Siro, prima dell’impegno di Roma dell’11 luglio. Accompagnato dalla E Street Band in un unico concerto nello stadio di San Siro a Milano, torna più motivato che mai. Bruce Frederick Joseph Springsteen (Long Branch, 23 settembre 1949) torna a Milano. E lo fa alla grande. In fondo è lui l’artista più rappresentativo della musica rock oggi nel mondo. Il tour del Boss è iniziato a Oslo. E ora attraversa l’Italia e nel contempo dal nord al sud anche l’Europa. Come un gitano che non invecchia mai, il Boss si mette in discussione. Si rinnova ma al tempo stesso mantiene rigidi i canoni di un certo country rock assimilato a Freehold, nel New Jersey, dove è cresciuto con il padre Douglas (origini olandesi e irlandesi) e la madre Adele Ann (Zirilli di cognome e di chiare origini italiane). Le condizioni

economiche della famiglia erano spesso precarie: le occupazioni del padre (operaio nella fabbrica della Nestlè, guardia carceraria, autista di autobus) non riuscivano a garantire una certa solidità e sicurezza. A causa di questa instabilità la famiglia Springsteen fu spesso costretta a trasferimenti verso abitazioni e luoghi meno costosi, fino ad arrivare ad un trasloco in California, momento in cui il giovane Bruce si staccò dalla famiglia per tornare nel suo New Jersey. Il rapporto con il padre non era idilliaco: egli era infatti una figura severa e autoritaria, mentre la madre Adele era sempre comprensiva e attenta alle necessità dei figli. Incominciò a intraprendere la carriera musicale giovanile spinto da un’apparizione di Elvis Presley all’Ed Sullivan Show: comprò la prima chitarra a 13 anni con solo 18 dollari, per poi passare a 16 anni ad una chitarra Kent comprata dalla madre che contrasse un debito per il regalo donato al figlio. Iniziò a suonare a 16 anni in un

gruppo chiamato Castiles, la cui formazione era costituita da due chitarre e un basso, ottenendo un discreto successo in alcuni club e locali del New Jersey. Nel 1967 i Castiles tentarono il grande salto a New York dove erano stati ingaggiati per tenere 29 concerti al Greenwich Village nel Cafe Wha? (dove esordì Jimi Hendrix): la band non ebbe successo e si sciolse nello stesso anno. Springsteen ritornò nel New Jersey. Tra il 1969 e il 1971 ricominciò a suonare con Steve Van Zandt, Danny Federici e Vini Lopez in una band che ebbe diversi nomi (inizialmente Child, poi Steel Mill, successivamente Dr.Zoom and the Sonic Boom fino ad arrivare al nome definitivo Bruce Springsteen and The E Street Band). È sposato in seconde nozze dal 1991 con la vocalist della E Street Band Patti Scialfa, dopo il matrimonio fallito con la modella Julianne Phillips. Dall’unione con Patti Scialfa ha avuto tre figli, Evan, Sam e Jessica. Il boss è un grande. E porta tutto questo con sé, sul palco.

La Tournée Le prossime date 15 giugno 2013 Londra, Regno Unito Wembley Stadium 18 giugno 2013 Glasgow, Scozia Hampden Park 20 giugno 2013 Coventry, Regno Unito Ricoh Arena 22 giugno 2013 Nijmegen, Olanda Goffertpark 26 giugno 2013 Gijon, Spagna El Molinón 29 giugno 2013 Parigi, Francia Stade de France 30 giugno 2013 Londra, Regno Unito

Queen Elizabeth Olympic Park 3 luglio 2013 Ginevra, Svizzera Stade de Genève 5 luglio 2013 Mönchengladbach, Germania Borussia Park 7 luglio 2013 Leipzig, Germania Red Bull Arena 11 luglio 2013 Roma, Italia Rock In Roma 13 luglio 2013 Werchter, Belgio Rock Werchter 16 luglio 2013 Limerick, Irlanda Thomond Park

18 luglio 2013 Cork, Irlanda Páirc Uí Chaoimh 20 luglio 2013 Belfast, Irlanda del Nord King’s Hall 23 luglio 2013 Cardiff, Galles Milennium Stadium 24 luglio 2013 Leeds, Regno Unito Leeds Arena 27 luglio 2013 Kilkenny, Irlanda Nowlan Park 28 luglio 2013 Kilkenny, Irlanda Nowlan Park 21 settembre 2013 Rio de Janeiro, Brasile Rock In Rio


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IL BOSS FA PAURA

Nonostante Springsteen ami la Madonnina molti cittadini pensano a come fermarlo Milano, come un amuleto. Bruce Springsteen torna all’ombra della Madonnina, dopo l’anno scorso, ma soprattutto dopo quel 28 giugno 2003, in cui si esibì in uno dei cinque concerti più belli della sua lunghissima carriera. Nel capoluogo lombardo, l’autore di Born the run (una delle pietre miliari della storia del rock) si è sempre esaltato, come ha dichiarato più volte. La popstar torna al Meazza anche quest’anno. E’ molto affezionato alla nostra città, poiché ha suonato anche nel 2007 (Forum), 2008 e appunto nel 2012. Il cantante di Long Branch viene sempre a suonare nel Belpaese perché “da voi c’è qualcosa di magico”, dice ripetutamente. Nonostante il concerto del 2008, quando Springsteen ebbe un “problema” con le autorità della città meneghina. Per via dei bis “Twist and shout” e “American land”, il cantante sforò l’orario consentito di “ben” ventidue minuti (le 23.30 era il tempo limite in cui avrebbe dovuto terminare il concerto).

A ricevere l’avviso di garanzia, fu il promoter dell’artista, nonché il titolare della Barley Arts, Claudio Trotta, che rischiò tre mesi di arresto oppure un’oblazione con l’accusa di disturbo della quiete pubblica e mancata osservanza dei provvedimenti dell’autorità. Sotto accusa come Trotta furono anche i promoter dei concerti all’Arena Civica di Lenny Kravitz e dei Subsonica. “Chi sbaglia deve pagare”, dichiarò l’allora assessore ai Giovani, Giovanni Terzi, “ma è assurdo che il promoter di Springsteen vada in carcere perché l’artista ha concesso due bis, mentre c’è gente in libertà vigilata che ha ammazzato i genitori. Chiedo che si trasformi questo tipo di reato in amministrativo e non penale. C’è il rischio che i promoter abbandonino Milano: chi vorrebbe rischiare la galera per un concerto?”. E Claudio Trotta commentò: “L’atto dei magistrati è ineccepibile ed è giusto che io debba pagare una multa, ma è assurdo che

sia un reato penale. Posso solo dire che quella notte ho visto ottanta mila persone uscire dallo stadio emozionate e commosse”. Un problema che avrebbe potuto far perdere per sempre una delle leggende del rock degli ultimi vent’anni. Da anni a Milano esiste il dilemma-concerti, con proteste, petizioni e persino esposti in comune e alle forze dell’ordine. Eppure il Boss c’è sempre. La sua carica è talmente superiore che può sopportare tranquillamente un centinaio di famiglie che amano una città in ciabatte e accappatoio piuttosto che viva, rigogliosa e rockettara. Purtroppo quello che offre il convento sono lo Stadio e il Forum, per il resto locali che sembrano cantine e spazi adatti più per giocare a dadi. Schopenauer diceva: “La vita è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia, passando per un intervallo fugace e per di più illusorio del piacere e della gioia”. Toglieteci anche questo. Bentornato Boss!

A N NAT E I N D I M E N T I C A B I L I “Wrecking Ball”

C ome i l v ino: più inve c chi a... Col tempo il successo supera i confini degli Stati Uniti i l B o s s v i en e c on si d er ato u n m ito. È l a c on fer m a d i u n su c c e s s o m on d i a l e Gli anni Settanta, quelli con i pantaloni a zampa e la Disco, sono gli anni del Boss che va alla riscossa. Gli esordi musicali avvengono nel 1972, con un’audizione alla Columbia Records e grazie ai produttori discografici Mike Appel e Jim Cretecos con i quali stipulò un contratto di collaborazione per dieci album. Questa scelta manageriale si rivelò successivamente sbagliata, e causò parecchi problemi a Springsteen con battaglie legali e lunghi periodi di inattività musicale a causa degli strascichi giudiziari. La musica giovanile di Springsteen era principalmente caratterizzata da un rock molto vivo e grezzo e da ballate strutturate e melodiose, che colpirono immediatamente alcuni critici ma che passarono quasi inosservate fuori dai confini degli Stati Uniti. Nel 1975 arriva la svolta, con l’album “Born to Run”, il suo terzo lavoro. Il disco si rivela immediatamente un successo di vendite grazie alla massiccia trasmissione del titletrack su molte radio commerciali statunitensi. Il tour per la promozione del disco è imponente, e fa entrare l’album nella top-

ten mondiale. Annata 1980-1989. Questi sono gli anni di conferma del successo mondiale di Springsteen grazie a “Born in the Usa.”, altro disco che conferma il successo di “Born to Run”. Il successo supera i confini degli Stati Uniti, e l’album sarà ricordato come il marchio del trionfo ottenuto da Springsteen. Gli introiti generati permetteranno a Springsteen il lusso di ingaggiare il regista Brian De Palma per filmare il videoclip di Dancin’ in the Dark in cui Springsteen si esibisce dal vivo in uno stadio: la ragazza presa dal pubblico per ballare con lui sul palco è l’allora adolescente Courteney Cox Arquette, poi attrice di successo per la sua partecipazione alla sit-com Friends ed ad altri film. Nei testi incominciano ad inserirsi riferimenti religiosi più evidenti. Nebraska, senza il supporto dell’allora immancabile E Street Band: se negli altri album le canzoni proposte sono alternate tra lenti e rock, questo album spezza completamente la discografia finora proposta in quanto collezione di canzoni completamente monocorde e dai testi molto più po-

etici, folk e anti-americani. Secondo Dave Marsh, critico specializzato nella biografia di Springsteen, questo album è stato scritto in un periodo di depressione. Con l’album “Tunnel of Love”, del 1987, il tema ricorrente è il fallimento e le difficoltà di coppia nella vita quotidiana e nel matrimonio. Annata 1990-1999. Questo decennio è stato per Springsteen il periodo musicale più sterile e con meno successi di vendite. Nel 1992 Springsteen pubblica 2 album quasi in contemporanea, Human Touch e Lucky Town, lavori in studio senza il supporto della E Street Band. Il risultato, sia in fatto di vendite che di apprezzamento da parte dei fan è deludente rispetto agli album precedenti. Questi lavori, per quanto gradevoli, vengono bollati come album poco interessanti dove l’assenza della E Street Band è la causa principale. Paradossalmente, però, proprio l’esperienza di Human Touch e Lucky Town portano Springsteen a sperimentare nuove sonorità e nuovi modi di comporre. Nasce così nel 1993 “Streets of Philadelphia”. Annata 2000-2013. “The Rising”, in

collaborazione con la E Street Band e prodotto da Brendan O’Brien, ha come tema trainante la rinascita dell’orgoglio nazionale ferito dall’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Schierato apertamente e duramente contro la politica di George W. Bush, pubblicata “Devils & Dust” per narrare le sensazioni di un soldato statunitense in guerra in Iraq. Questo è il suo terzo album acustico, che include alcune canzoni scartate dall’album “The Ghost of Tom Joad”. Il primo disco di Springsteen a essere sottoposto alla censura e al bollino di avvertimento a causa della canzone “Reno”, un pezzo che narra in dettaglio di un rapporto sessuale tra un uomo disperato e una prostituta. Il 2 ottobre 2007 esce l’album con la E-Street Band intitolato “Magic”. Il 27 gennaio del 2009 esce “Working on a Dream”, sempre con la E Street Band. Nel mese di marzo dello scorso anno, preceduto dal singolo “We Take Care of Our Own”, è arrivato “Wrecking Ball”, un album che ha raggiunto il primo posto in classifica in molti paesi del mondo.

L’uscita dell’ultimo album da studio risale a marzo di un anno fa Prodotto da Ron Aniello, e dallo stesso Boss, “Wrecking Ball” è il 17esimo album da studio di Bruce Springsteen. Uscito il 6 marzo del 2012, l’album è stato anticipato dal singolo “We Take Care of Our Own”, uscito il 19 gennaio. Nei primi sei mesi dell’anno, il lavoro ha venduto 425mila copie nei soli Stati Uniti. La title-track “Wrecking Ball”, composta nel 2009 in occasione della chiusura del Giants Stadium e suonata dal vivo nel “Working on a Dream Tour”, è il fulcro dell’intero cd. “American Land” comunque fa la sua porca figura: scritta nel 2006 durante il tour con la Seeger Sessions, registrata e suonata durante la stessa tournée e riproposta costantemente nei due tour successivi con la E Street Band, è la canzone che tutti conoscono a menadito. “Land of Hope and Dreams” è stata invece scritta da Springsteen nell’88 e suonata per la prima volta nel ‘99 nel Reunion Tour con la E Street Band. Il tour di supporto all’album ha visto la E Street Band all’opera al gran completo. L’album persegue i temi della giustizia economica ed è stato definito da tutti come il lavoro più dirompente e provocatorio che il Boss abbia abbia mai realizzato nella sua carriera: molte tracce hanno infatti un riferimento diretto alla crisi mondiale a

cavallo tra il 2008 e il 2012. Quasi un atto d’accusa all’avidità di Wall Street e alla sua corruzione. Il singolo “We Take Care of Our Own” è stato un apripista: ha posto subito e ironicamente la questione sul futuro degli americani. La Sony ha creato appositamente due versioni su cd: una da undici brani e una speciale con due bonus track in più. E ne ha fatto anche un vinile a tiratura limitata per i collezionisti.

Track-list 1. We Take Care of Our Own 2. Easy Money 3. Shackled and Drawn 4.Jack of All Trades 5.Death to My Hometown 6.This Depression 7.Wrecking Ball 8.You’ve Got It 9.Rocky Ground 10.Land of Hope and Dreams 11.We Are Alive Bonus track Swallowed Up (In the Belly of the Whale)

American Land


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IL SOGNO AMERICANO CHE SI AVVERA

Grazie al Boss si sono tramandate canzoni e personaggi R appres entante d el l a musi c a p op statunitens e Br u ce Springste en è un vero “Work C l ass Hero”

Con gli anni arriva l’immaginazione dell’artista che ti permette di entrare nelle storie di altri e raccontarle. “Ma i primi diciotto anni di vita non ti lasciano mai”: le parole del Boss riecheggiano nell’aria. Sono il periodo che ha maggiore impatto sulla vita di un uomo. “Le cose che provi allora danno forma al tuo modo di inquadrare il mondo: ancora oggi leggo i giornali ogni mattina con il punto di vista di allora”. La stampa statunitense nei primi anni Settanta, con la necessità di proporre nuove star e nuovi idoli per il pubblico del rock, ha da subito amato uno come Bruce Springsteen, pronto a firmare un contratto con la Columbia dopo una audizione con John Hammond, che fu anche lo scopritore di Bob Dylan. A Bruce venne affibbiata l’etichetta del “nuovo Dylan”. Un’etichetta indubbiamente fuori luogo e influenzata dal repertorio (ripreso solo parzialmente nel primo album, Greetings From Asbury Park, New

Jersey) proposto come solista dal Boss nel periodo in cui viene scritturato. Fu così la stampa musicale a dare la prima svolta al successo di Springsteen, almeno sul territorio statunitense: il 22 maggio 1974 il critico musicale Jon Landau, del The Real Paper di Boston, rimase impressionato da una esibizione all’Harvard Square Theatre di Cambridge, in Massachussets, scrivendo un articolo in cui citò la seguente frase: “Ho visto il futuro del rock’n’roll e il suo nome è Bruce Springsteen”. Successivamente, Landau lasciò la critica musicale per diventare manager, produttore e consigliere di gran parte dell’intera discografia di Springsteen. Musicalmente nella produzione autografata dal Boss dominano rock e rhythm and bluse con fortissime influenze e commistioni con i più diversi generi e con sempre più frequenti incursioni nel folk. Ritroviamo un filo conduttore che parte da “Rosalita” e via via passa per

“10th Avenue Freeze-Out”, “Prove It All Night” sino “Glory Days”. In realtà, Bruce Springsteen è soprattutto un rappresentante della musica popolare statunitense con cui tramanda canzoni e personaggi che altrimenti si sarebbero potuti perdere nell’oblio della musica anni Ottanta usa e getta. I testi dei primi lavori parlano generalmente di una gioventù statunitense illusa, e sin dai primi anni la stampa definì Springsteen un “Work Class Hero”, l’eroe della classe operaia. Il tema del fallimento del sogno americano è comunque molto ricorrente nelle sue opere: i suoi personaggi sono spesso dei perdenti, gente comune dell’immensa periferia statunitense che lotta per sopravvivere.

UN BOSS SUL GRANDE SCHERMO

È riuscito a scrivere una quantità notevole di brani spesso inclusi in colonne sonore Springsteen stupisce spesso la critica musicale e i propri fan per la facilità nello scrivere canzoni di Riccardo Sada Anche se ci sono stati parecchi anni di inattività tra alcune opere ed altre, Bruce Springsteen è riuscito a scrivere una quantità notevole di brani. Ha incominciato nel 1973 con Greatings from Asbury Park e sempre nello stesso anno con “The Wild, The Innocent and The E-Street Shuffle”. Nel 1992 pubblicò a pochi giorni di distanza 2 album di canzoni completamente inedite: “Human Touch” e “Lucky Town”. Nel 1998 è stato pubblicato un cofanetto quadruplo “Tracks” di soli inediti per un totale di 66 canzoni mai pubblicate prima. Altri inediti non sono ancora stati pubblicati: parecchie sue composizioni, scartate dallo stesso Springsteen sono diventate il maggior successo per altri cantanti. “Because the Night” cantata da Patti Smith (che è l’autrice di parte del testo) o “Fire” cantata dalle The Pointer Sisters sono solo un esempio della prolificità di Springsteen. Alcuni titoli? “The Promise”, “Follow That Dream” (una ver-

sione stravolta di un misconosciuto pezzo di Elvis Presley saltuariamente proposta dal vivo), “Sugarland”, “Little Girl”, “Waitin’ for the End of the World” e “If I was a Priest”. La musica di Springsteen nella cinematografia mondiale è presentissima. Molte canzoni di Springsteen sono state incluse nelle colonne sonore di molti film di cui alcune scritte appositamente. Prevalentemente vengono scelte perché il film è spesso ambientato nel New Jersey o in altre locazioni citate da Springsteen. Il rapporto tra Springsteen ed il cinema è un legame molto proficuo. Infatti, oltre alle unioni tra la musica di Springsteen e il cinema nelle connessioni più evidenti e già citate come in “Lupo Solitario” e “Philadelphia”, altri film si sono avvalsi della sua musica come colonna sonora. Nel 2000 il Boss esordì come attore in un cameo del film “Alta fedeltà” di Stephen Frears tratto dal romanzo omonimo di Nick Hornby, apparendo in sogno al protagonista mentre imbraccia la sua Telecaster.

Tra i più famosi: 1989 – “Palombella Rossa” di Nanni Moretti con la canzone “I’m on Fire”. 1993 – “Philadelphia” di Jonathan Demme con la canzone “Streets of Philadelphia”, vincitrice del Premio Oscar 1994 come Migliore canzone. 1995 - Tre giorni per la verità (“The Crossing Guard”) di Sean Penn con la canzone inedita “Missing”. 1996 – “Dead Man Walking” - Condannato a morte di Tim Robbins con la omonima canzone “Dead Man Walkin’”, candidata come miglior colonna sonora per l’Oscar nel 1996. 1996 – “Jerry Maguire” di Cameron Crowe con la canzone “Secret Garden”. 1997 – “Cop Land” di James Mangold con le canzoni “Darkness on the Edge of Town”, “Drive All Night” e “Stolen Car”. 1999 – “Limbo” di John Sayles con la canzone inedita “Lift Me Up”. 2000 – “Alta Fedeltà” (“High Fidelity”) di Stephen Frears con la canzone “The River”. 2002 – “La 25ª Ora” (“25th Hour”) di Spike Lee con la canzone “The Fuse” 2008 – “The Wrestler” di Darren Aronofsky con il singolo omonimo, “The Wrestler”.


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IL RE ED IO Molti ricorderanno il Broadway musical di successo del 1951 interpretato da Yul Brynner, Il Re ed Io, la cui trama racconta le avventure di un insegnante assunta dal re per modernizzare il suo paese. Non molto tempo dopo, esattamente 40 anni fa, la rock-star Bruce Springsteen ha dato vita ad un nuovo stile rock che cambierà lo scenario del Rock & Roll per sempre. La sua musica racconta lo stato d’animo di un’intera generazione, ma dietro le parole che canta troviamo le storie più incredibili raccontate dai fan stessi. Ora “il popolo” di tutto il mondo diventerà protagonista all’interno della più recente colonna sonora di Bruce Springsteen, che apparirà in un documentario/film, “Springsteen and I”, prodotto da Ridley Scott e che sarà proiettato sul grande schermo il prossimo luglio. La musica di Springsteen è stata spesso descritta come cinematografica, semplicemente perché ci mette di fronte a storie del quotidiano, perché i personaggi sono veri e fedeli alla realtà, con un inizio ed una fine e grazie ad un’incredibile empatia nella creazione di una vera e propria trama del film. Vi riportiamo solo alcune delle sue canzoni che sono sta-

te considerate avere l’inserimento più totale dentro la pellicola: The Wrestler, Secret Garden, Lift Me Up, Macchina Rubata, Born in the USA, Hungry Heart e Streets of Philadelphia. Il re del rock, il rocker stile Rambo del New Jersey è l’unica star che può vantare di rappresentare l’America meglio di qualsiasi altro artista, è stato un simbolo culturale costante per l’America, è opportunamente stato considerato come il portavoce della classe operaia americana, i cui eroi hanno popolato le sue canzoni in lungo ed in largo. Un aspetto fondamentale del lavoro di Springsteen è quello dell’isolamento, l’alienazione e l’individualità, è un fatto noto che la cultura americana approva di gran lunga il potente ed il competitivo, nonostante i risultati spaventosi che questi potrebbero avere sulla società; Springsteen canta il bisogno di comunità e comunicazione tra la gente. Parlando del suo capolavoro Nebraska, l’artista asserisce: “Il disco parla fondamentalmente di persone che sono state isolate. E penso che quando ciò accade, avviene un crollo totale. Quando si perde quel senso di comunità, si verifica una sorta di rottura spirituale. Vieni ca-

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tapultato da qualche parte dove nulla conta più.” Le sue canzoni ci insegnano ad ascoltare e come raccontare i traumi, piangere le perdite in modo più accessibile, ma al tempo stesso mettono seriamente in dubbio quello che pensavamo di sapere. La sua musica parla della necessità di fuggire per raggiungere qualcosa di meglio e di come tutti i suoi eroi sembrano avere bisogno di andare da qualche parte, forse a casa. Da vero americano, e attraverso l’uso di tematiche ed immagini, Springsteen sembra fare appello ad un insieme di valori che milioni di persone condividono in tutto il mondo, rappresenta l’icona del Sogno Americano, un sogno condiviso da molti. Anche il drammaturgo americano contemporaneo e autore di Glengarry Glen Ross, David Mamet afferma che: “la cultura nazionale si fonda in larga misura sull’idea di conquista e successo ... il tuo estremo rappresenta la mia opportunità”. Come miglior artista americano, Springsteen rappresenta l’America per il resto del mondo, è un prezioso ambasciatore culturale, come sopravvivere e godersi la fan tanti motivi per cui essere nuare a sognare e credere in un dà voce ai maltrattati e agli emar- vita. E’ orgoglioso del suo paese, individui orgogliosi, gioire per le mondo migliore. Questo è Bruginati, senza mai dimenticare nel bene e nel male, e dà ai suoi proprie realizzazioni e di conti- ce… The Boss.

LOTTARE SENZA ARRENDERSI MAI Essere definito il miglior performer di tutti i tempi, questa la sentenza della rivista “Rolling Stone”, non è cosa da poco, se poi ci aggiungiamo che è sicuramente uno dei cantautori più rappresentativo della produzione musicale americana, ne facciamo un mito non solo del rock puro ma, grazie alle incursioni della musica folk, lo si può tran-

quillamente considerare il maggior produttore di musica popolare statunitense. L’eroe della classe operaia, identificato come simbolo del moderno liberalismo americano, vive nell’equazione “fama : potere mediatico = denaro : impegno nel sociale”. Springsteen è molto sensibile alle problematiche legate alla difesa, all’ambiente e ai diritti umani. E’ parte attiva, dal 2008, della New Jersey Hall of Fame impegnato nella ricostruzione del New Jersey. Le sue stesse canzoni spesso sono votate alla lotta nella ricostruzione, qua-

lunque sia la sua natura, morale, sociale, politica o religiosa, poco importa, l’importante è lottare senza mai arrendersi. Molto schietto nel cantare il fallimento del sogno americano, dei perdenti e della gente comune che lotta per la sopravvivenza nelle immense periferie statunitense. Non si limita a cantare trasmettendo emozioni o semplici messaggi, ne approfitta per denunciare le ingiustizie sociali come nel caso della dedica del brano American Skin ad Amacou Diallo, dilaniato da 41 colpi di pistola esplosi dalla polizia.

FRONTE DEL PALCO

Springsteen è da primato anche nei live: nel corso della sua carriera, ha fatto anche più di dieci concerti consecutivi nello stesso posto Daniela Veronese

Springsteen intermezza spesso le sue canzoni con lunghi discorsi, dialogando con i fan su tematiche disparate e introducendo i brani con amore. Spesso racconta aneddoti sui motivi che lo hanno portato alla composizione. Stadio di San Siro, stasera. Il Boss è fatto così: prendere o lasciare. Il suo concerto con la E Street Band manda in visibilio la città della Madonnina e l’Italia intera. Intanto, la società di promozione che segue il Boss nel nostro Paese, la Barley Arts, ha comunicato che in occasione dello show di stasera sarà indetto un sorteggio che permette ai possessori del biglietto per il prato di accedere al “pit” (l’area transennata imme diat amente prospiciente il fronte del palco; generalmente la

più ambita dallo zoccolo duro dei fan). La procedura di assegnazione è stata elaborata dallo staff statunitense del rock, e si articolerà in otto punti che riportiamo qui sotto: 1) Nel giorno dello show i possessori di un biglietto valido per il settore prato, a partire dalle ore 8 ricevono un braccialetto numerato. La distribuzione viene effettuata da personale dello staff del “Wrecking Ball Tour”, solo presso un cancello designato, adeguatamente segnalato in ogni stadio e nel materiale informativo distribuito per ogni concerto. 2) Il braccialetto numerato viene consegnato solo a persone fisicamente presenti e in possesso di un biglietto valido per l’accesso al prato e solo in misura di 1 bracciale per 1 biglietto. 3) Chiunque riceva un braccialetto numerato ha la stessa possibilità di accedere per primo allo stadio e quindi al “pit”. Il braccialetto numerato garantisce l’accesso al “pit”. Coloro che non ricevono il braccialetto numerato avranno la possibilità di accesso al “pit” fino ad esaurimento posti, entrando dai cancelli generici d’ingresso Prato. 4) Alle 12 e 30 viene sorteggiato un numero che stabilisce l’ordine di accesso al Prato. Il numero sorteggiato sarà annunciato col megafono a tutti i presenti al cancello preposto. 5) Al momento del sorteggio i possessori di tagliando numerato devono essere presenti

e pronti ad entrare nello stadio se vogliono usufruire della sequenza di numeri sorteggiata, diversamente possono accedere al “pit” anche durante il giorno perdendo ovviamente la sequenza sorteggiata ma avendo garantito l’accesso al “pit”. Invitiamo il pubblico, nel dubbio, a verificare con il personale addetto prima del sorteggio. 6) Alle 13, con il supporto del personale dello staff, i partecipanti dotati di braccialetto numerato si metteranno in fila rispettando l’ordine stabilito dall’estrazione. 7) Alle 14 i vincitori, con biglietto Prato alla mano, saranno fatti entrare nell’ordine stabilito. 8) La partecipazione al sorteggio non è obbligatoria per nessun possessore di biglietto Prato, che può decidere di accedere all’area Prato generica, per la quale ha acquistato il biglietto.


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THE KING AND I

Some of you might remember the 1951 Broadway hit musical starring Yul Brynner, The King and I, the play’s plot recounts the adventures of a schoolteacher hired as part of the King’s desire to modernize his country. Not long after, precisely forty years ago, the rockstar Bruce Springsteen gave birth to a completely new rock scene that will change the Rock & Roll scenario forever. His music portrays the mood of an entire generation, but behind the words he sings we find the most incredible stories told by the fans themselves. And now “the people” from all over the world are to become the protagonists of Bruce Springsteen’s latest soundtrack, appearing in a documentary/film “Springsteen and I”, produced by Ridley Scott and coming to cinemas this July. Springsteen’s music has often been described as cinematic, simply because it pictures an everday story in front of our eyes, because the characters are true and faithful to reality with actual beginnings and ends and because of his incredible empathy in creating a real movie storyline.

IL BOSS È IN ITALIA Grandissima emozione l’altra sera a Napoli, non solo patria delle squisitezze, del clima e del calore “Made in Italy” ma anche di una storia musicale importantissima che ci rende orgogliosi. “O sole mio”, questo ė il celeberrimo brano con cui Bruce Springsteen ha aperto le danze della sua prima tappa italiana del 2013 in piazza del Plebiscito. Accompagnato per l’occasione da tre fisarmoniche che hanno colorato il cielo di Napoli, ha dichiarato orgoglioso di essere tornato finalmente a casa. L’artista nel lontano 21 giugno dell’85 fece la sua prima tappa italiana a Milano, allo stadio Meazza, insegnando alla gente come anche in uno stadio, ci si possa amare nel nome della Musica. Il palcoscenico risulta molto sobrio ed essenziale come ci ha sempre abituati, perchè quando sei il Boss, non hai bisogno di stupire il pubblico

con effetti speciali, costumi disegnati ad arte da qualche richiestissimo stilista alternativo o da luci psichedeliche che allontanano l’attenzione dello spettatore dalla cosa che per Springsteen é la più importante: la Musica. Con la sua fedele Fender Telecaster sempre a tracolla e un parco chitarre a disposizione da far invidia al “supermercatone della chitarra”, le maniche della camicia ripiegate da buon operaio della musica, Bruce canta e incanta gli oltre 20 mila presenti. Dalle primissime note é riconoscibile, il suo Rock che ha attraversato negli anni le diverse sonoritá, riuscendo sempre a distinguersi, sia per l’utilizzo delle tastiere che hanno caratterizzato ad esempio le sonoritá di “Born in the USA” sia per il coraggio con cui ha sempre utilizzato le chitarre in tutti i suoi capolavori. Unico artista al mondo che prepara oltre 100 brani prima di un tour, sempre unico e capace di andare a ruota libera, senza seguire una scaletta predefinita. Incarna l’Improvvisazione, dote assai preziosa e rara nel panorama musicale

odierno, il Boss non fa solo rock and roll, ne ė parte. Con la sua fedelissima E-street band, senza più il suo “grande” Clemons, troviamo nuovamente gli inseparabili Van Zandt, Patti Scialfa, Max Weinberg, Roy Bittan, Nils Lofgren e il grande motore ritmico composto da Garry Tallent e Max Weinberg. Al repertorio del Boss non mancano di certo i successi, forse definirli successi è riduttivo. Le sue “The river”, “Dancing in the dark”, “Born in the USA”, “Thunder Road” ed innumerevoli altre, che hanno tracciato una fase importantissima della storia della musica mondiale. E’ tanta l’attesa per il concerto di questa sera a San Siro e non meno per le esibizioni del 31 maggio a Padova e a Roma l’11 luglio. Non possedere almeno un vinile, un cd o un qualsiasi supporto contenente qualche capolavoro di Springsteen, credo sia equivalente a non possedere un asciugamano da usare dopo la doccia... e non cercate di convincere qualcuno che le tende di casa possano svolgere la stessa funzione.

The following are only a few of his songs that have been considered to have the finest completion within film: The Wrestler, Secret Garden, Lift Me Up, Stolen Car, Born in the U.S.A., Hungry Heart and Streets of Philadelphia. The King of rock, the New Jersey Rambo look-alike rocker is the only star who can claim to represent America better than any other artist, he has been a constant cultural symbol for America, he has appropriately been considered as the spokesman of the American working class, whose heroes have populated his songs throughout. A fundamental aspect of Springsteen’s work is that of isolation, alienation and individuality, it’s a known fact that American culture approves by far the strong and competitive, aware of the frightening results this might have on society; Springsteen sings about the need for community and communication between people. Relating about his masterpiece Nebraska, the artist says: “The record was just basically about people being isolated. And I think when that happens, there’s just a whole breakdown. When you lose that sense of community, there’s some spiritual breakdown that occurs. You just get shot off somewhere where nothing really matters.” His

songs carry examples of how to narrate traumas and losses in ways that render them more addressable to the listener but at the same time deeply question what we thought we knew. His music speaks of the need to escape, to reach something better and his heroes all seem to need somewhere to go, maybe home. As a true American and through his use of themes and images, Springsteen seems to appeal to a set of values that millions of people share all over the world, he represents the icon of the American Dream, a dream shared by many. Even the contemporary American playwright and author of Glengarry Glen Ross, David Mamet states: “national culture is founded very much on the idea of strive and success… your extremity is my opportunity”. As best American artist, Springsteen represents America to the rest of the world, he’s a valuable cultural ambassador, he gives voice to the abused and marginalized, never forgetting how to survive and enjoy life. He is proud of his country, for good and for bad and he gives his fans reason to be proud individuals, to rejoice in their accomplishments and to continue to dream and believe in a better world. That’s Bruce for you… The Boss.

C U R I O S I T A’ I T A L I A N E Sfogliando riviste di un lontano e vicino passato italiano, emergono singolari notizie sul conto del Boss

Bruce Springsteen partecipò come ospite straniero alla prima serata del 46esimo “Festival di Sanremo” del 1996, cantando la canzone “The Ghost of Tom Joad”. Chiese e ottenne di poter cantare senza presentazioni ed interviste da parte dell’allora conduttore Pippo Baudo, iniziando la performance addirittura prima della sigla iniziale del Festival. Pippo Baudo tentò di fermare il cantante per qualche secondo dopo l’esibizione, ma il tentativo non andò a buon fine: il conduttore proclamò la standing ovation del pubblico verso Springsteen ormai a palco vuoto. La casa discografica di Spring-

steen imbastì nel novembre 2000 una causa verso Jeff Burgar per la registrazione del dominio brucespringsteen.com, sito che puntava ad un motore di ricerca di dubbia qualità e con molta pubblicità invasiva. Dopo questa causa, Jeff Burgar costruì il sito attualmente attivo sulla carriera dell’artista per appianarne le polemiche: nel febbraio 2001 il WIPO (World Intellectual Property Organization) con votazioni per 2 a 1 riconobbe a Burgar i diritti sul dominio. Il sito ufficiale dell’artista è brucespringsteen.net. Il 22 maggio 1997 finito un concerto acustico al Teatro Augusteo di Napoli alcuni fan urlarono a Springsteen fuori da una delle finestre del teatro. Uscì Springsteen che cantò direttamente dal balcone organizzando un secondo piccolo concerto di strada. Fece la stessa cosa nel 1988, cantando a tarda notte nelle strade di Roma. Nel

2000 ha partecipato come ospite per un cameo di pochissimi secondi nel film “High Fidelity” (“Alta Fedeltà” in italiano), trasposizione cinematografica del best-seller di Nick Hornby, in cui Springsteen compare in sogno snocciolando alcune consigli di vita al protagonista Rob Gordon (interpretato dall’attore John Cusak). Bruce Springsteen ha una sorella, Pamela, attrice di alcuni film horror e commedie adolescenziali degli anni ottanta. Nel film “Blow” una sua canzone (“Blinded By The Light”), è stata inserita nella colonna sonora ufficiale del film, ma la canzone è stata riproposta dalla Manfred Mann’s Earth Band. Nell’edizione 2008 del concerto del Primo Maggio in Piazza San Giovanni (Roma), durante lo show, il video di Long Walk Home è stato trasmesso dai maxischermi.

MILANO E LE NUOVE REGOLE di Giovanni Labanca Il Comune di Milano ha varato le nuove regole per la stagione degli spettacoli all’aperto. Limiti al livello del suono, orari di chiusura e luoghi dedicati sono indicati zona per zona. Tutto volume al Meazza solo per Springsteen e Depeche Mode. Gli

obiettivi sono due: da un lato garantire la quiete dei residenti del quartiere in cui si svolge il concerto, e dall’altro tutelare il diritto dei fan di godersi lo show del loro artista preferito. Palazzo Marino ha stilato le linee guida per i concerti e le manifestazioni in città. Il vademecum individua i 21 spazi, dal centro alla periferia, in cui potranno svolgersi concerti o spettacoli in generale e le regole da rispettare. In questo modo si eviteranno ordinanze ad hoc che stabiliscono le regole della serata. Visto che le norme saranno valide per ogni show. «Si tratta di una programmazione chiara — dice l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso — che per la prima volta ha anche il parere favorevole della Asl di Milano». Il regolamento entra in vigore da subito: per ogni spazio, stabiliti la soglia di decibel da non sforare, il numero di concerti e gli orari di chiusura (mezzanotte durante la settimana e nei festivi, l’una nei venerdì e prefestivi). Focus su San Siro, al Meazza ogni anno potranno esserci dieci

eventi: in due casi, e se il pubblico occuperà solo il primo e il secondo anello, il limite massimo di decibel si fermerà a 78. In sei casi, la musica potrà arrivare a 80 decibel, mentre per due concerti l’anno (quest’anno dovrebbero essere quello del Boss di oggi e quello dei Depeche Mode il 18 luglio) a 82. Regole particolari anche sugli orari: dei dieci show del Meazza, quattro potranno finire alle 23.30, tre a mezzanotte e tre a mezzanotte e mezza. Per gli altri 20 spazi, la soglia massima dei decibel andrà da 72 a 80 nel caso dei concerti, e tra 72 e 76 decibel per le altre manifestazioni (cortei, assemblee). Variabile, per ogni spazio, il numero di eventi consentiti ogni anno: si va dall’Arena (che, con i suoi 26 concerti, è la location dove potranno esserci più show) all’Arco della Pace, piazza Duomo, l’Ottagono della Galleria, la Fabbrica del Vapore e piazza Duca d’Aosta (in ognuno potranno esserci dieci concerti), passando per piazza del Cannone (15 concerti) e il Vigorelli (7 show nei 12 mesi).


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VEDI NAPOLI E POI… CANTI

E’ stato puro rock e polemica C’era anche un sito internet (www.springsteenanapoli.it). È rimasta l’emozione, a Napoli. Quelle vibrazioni che solo il Boss sa trasmettere. Bruce Springsteen all’ombra del Vesuvio non si è fatto mancare nulla. Oltre ventimila persone lo hanno applaudito in Piazza del Plebiscito. Lui ha sbottato così: “È bello essere al Sud dell’Italia: io sono del Sud Italia, è bello essere a casa”. Ha attaccato con “O sole Mio”, Springsteen, e ha fatto seguito con altri successi. L’omaggio alla terra d’origine era per suo nonno An-

tonio. Quasi si è commosso, il Boss, quando ha raccolto tra il pubblico la gigantografia di una foto raffigurante il vecchio Gran Caffé Zerilli di Vico Equense. Là, nella Costiera sorrentina, lavorava la sua famiglia. “It’s my resturant”: è il mio ristorante, ha ripetuto emozionato. Aggiungendo in dialetto napoletano: “Vulesse dedica’ sta canzone

agli amici di Vico Equense, la mia città”. Sono partite così le note di “My Hometown”. Caloroso Boss, che dopo due ore e mezza di concerto, deflagra con “Born in the Usa”. Il giorno dopo lo hanno visto sul Lago di Como. Quasi a dimenticare quanto è accaduto tra il soprintendente ai Beni architettonici di Napoli, Giorgio Cozzolino, e il suo promoter italiano, Claudio Trotta che ha scritto una lettera aperta al Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, qui sotto riportata in modo integrale.


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E STREET BAND

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Alessandra Caronni

QUELLI CHE… HANNO “INVENTATO” IL BOSS Anche il nomignolo spesso citato dalla stampa e da alcuni fan, “The Boss” appunto, è stato coniato dal gruppo. Non si può parlare di un gruppo di virtuosi ma di bravi musicisti che riescono, insieme, a esprimere uno stile musicale inconfondibile Boss: un nomignolo amato e citato da tutti, ormai. In fondo Bruce Springsteen è sempre stato il capo, quello che retribuiva i componenti della E Street Band al termine delle apparizioni in locali come The Stone Pony o

il Bottom Line, locali rock del New Jersey e di New York in cui si esibivano agli albori della carriera. Springsteen ha più volte dichiarato di non apprezzare questo soprannome. La provenienza artistica di Springsteen è

legata alla E Street Band. Questa è in fondo una storia di amicizie di lunga data. La E Street Band è un gruppo musicale conosciuto al pubblico come band di Bruce Springsteen, considerata dai più noti critici musicali una delle

più grandi rock’roll band della storia. La prima formazione della E-Street Band risale all’ottobre 1972, anche se la costituzione ufficiale del gruppo è datata settembre 1974. Questo gruppo musicale ha seguito Springsteen

in gran parte della sua discografia, tournèe e successi, mentre in altri progetti Springsteen vi rinunciò, dedicandosi a lavori acustici da solista o con la collaborazione di altri musicisti. In particolare, la E Street Band non ha collaborato con il suo Boss nel periodo compreso tra la fine del 1988 e l’inizio del 1999, fatta eccezione per la registrazione dell’album “Greatest Hits” nel 1995. Particolare degno di nota è il fatto che quasi tutti i componenti della Band e Springsteen si conoscono sin da ragazzi, riuscendo a creare con il tempo una vera e propria famiglia, ovviamente con alti e bassi, ma arrivando dopo 35 anni di carriera ad essere ancora lì a saltare sul palco come ragazzini. La E Street Band ha collaborato con Bob

Dylan, Meat Loaf, Bonnie Tyler, Dire Straits, David Bowie, Peter Gabriel, Sting, Ian Hunter, Ringo Starr, Ronnie Spector, Gary U.S. Bonds, Darlene Love, Southside Johnny, Santana, Lucinda Williams, Steve Earle, Emmylou Harris, Tracy Chapman, Aretha Franklin e l’italiano Zucchero Fornaciari. La prima formazione era composta da... Clarence Clemons (sassofono), Danny Federici (tastiera, accordi), Vini “Mad Dog” Lopez (batteria), David Sancious (tastiera), e Garry Tallent (basso). Secondo la leggenda, presero il nome E Street Band dalla via in cui la madre di David Sancious viveva, e che permetteva loro di utilizzare alcuni locali della casa per suonare ed esercitarsi.

DJ. LADY JAM JAM “ FEEL MY TROUBLE” Lady Jam Jam è una delle DJ più acclamate e conosciute negli ambienti della musica House di nicchia. Ha vissuto la sua infanzia in Piemonte e già all’età di 13 anni la passione per la musica ha condotto l’artista a soluzioni di tendenza, partecipando ai primi rave e ai primi after-hours come fenomeno della musica house. Questa passione per la musica porta Lady Jam Jam a passare intere ore della sua giornata ad ascoltare musica di ogni genere e quindi anche a collezionare 40 mila dischi, che le ha permesso di acquisire così quel gusto e quella conoscenza dei vari linguaggi musicali della House e della Dance. La storia artistica di Lady Jam Jam inizia a metà degli anni ‘80, nelle discoteche meno conosciute del nord Italia ma subito dopo essersi trasferita a Milano inizia a farsi notare dagli addetti ai lavori, il suo no-

viziato coincide con l’esplosione della house music ed è proprio in quel periodo che Lady Jam Jam si muove alla volta dei locali più trendy d’Italia affiancata dalle One night di radio ItaliaNetwork, ospitata nei locali più

prestigiosi come Hollywood, Plastic, Mazom, Alter ego, Are city, Divine follie, Cocoricò, Just Cavalli dove mercoledì 5 Giugno avverrà la presentazione dell’album. www.grecords.it (S.B.)


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IL BOSS? CHE... PIZZA!

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Marjilia Bisceglia

Si moltiplicano le iniziative dei fan per accogliere degnamente il Boss, protagonista dell’evento rock della primavera musicale italiana. La pizzeria Silvio di Cadoneghe, in provincia di Padova, dove gli stessi titolari sono tra i tanti fan di Springsteen, gli ha addirittura dedicato una pizza, “The Boss”. Gli ingredienti? Porcini, pomodorini, scamorza e basilico: un piatto “evergreen” che ha energia e calore come la musica di Bruce, hanno spiegato i gestori. La novità è stata subito gradita: a tavola molti hanno già reso omaggio al Boss.

AT TAC C AT E V I A L T R A M In occasione del concerto di Bruce Springsteen, è stata confermata la convenzione tra Comune, ATM e Barley Arts. Per il secondo anno consecutivo chi ha acquistato il biglietto per la data del concerto, potrà utilizzare gratuitamente i mezzi di superficie e la metropolitana per tutta la giornata nelle tratte urbane, escluso il Passante ferroviario, fino alla fine del servizio. Allo stadio si attendono sessantamila persone. Per viaggiare in metrò si potrà ritirare gratuitamente il biglietto giornaliero Atm ai distributori automatici da giovedì 30 maggio, digitando il sigillo fiscale che si trova stampato su ogni tagliando (un codice alfanumerico univoco di

IL LIBRO

Da quando Time e Newsweek dedicarono l e proprie copertine a una giovane promessa del rock di nome Bruce Springsteen, la corsa alla descrizione del personaggio, della sua vita e delle sue innumerevoli gesta è andata crescendo inesorabilmente. Una progressione tale che oggi chi vuole addentrarsi nella la sterminata bibliografia si trova davanti a innumerevoli informazioni: biblioteche e soprattutto internet. Siti che offrono un primo orientamento, perlomeno sulle opere di lingua inglese, sono numerosi. In primis www.backstreets.com che gli dedicò il primo numero dell’omonima rivista . Quanto ai nostri confini, non sono poche le opere tradotte, mentre quelle di matrice italiana non sono affatto inadeguate. Un primo necessario cenno va a un libro che ha fatto sognare un’intera generazione. Apparve nel 1979 con il titolo “Born to Run” e fu tradotto in Italia da Gammalibri quattro anni più tardi. L’autore, Dave Marsh, un nostalgico del rock tipicamente americano, risvegliato dal giovane Springsteen, scrive un libro pieno di pathos in cui racconta momenti straordinari, senza celebrazione, ma con una forza e un vigore che solo il Boss aveva potuto trasmettergli. Un grande successo edito in Italia da Hoepli e commercializzato anche dalla Libreria dello Sport.

LE TRIBUTE BAND www.estreetsoffire.com www.glorydays.ca www.jerseydevilband.it www.thepinkcadillac.it www.thepromise.it www.trampslikeus.com

16 caratteri, preceduto dalle lettere SF), mentre sui mezzi di superficie sarà sufficiente esibire il biglietto originale del concerto - che quindi vale come titolo di viaggio -. Anche chi comprerà il biglietto del concerto il giorno stesso potrà usufruire dell’opportunità, infatti anche le casse dello Stadio sono state organizzate per distribuire titoli di viaggio gratuiti. Chi ha effettuato l’acquisto via web su Ticketone.it, scegliendo l’opzione ‘ritiro sul luogo dell’evento’, riceverà un’e-mail dal Servizio Clienti con il Sigillo Fiscale relativo al proprio biglietto, che permetterà il ritiro del titolo di viaggio. I mezzi a disposizione del pubblico saranno potenziati.


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Direttore responsabile Grafica Beppe Vigani - eMail: direttore@stadio5.it Giulio Puglisi e Giuseppe Venezia - eMail: grafica@stadio5.it Collaboratori: Simone Aiello, Andrea Anelli, Silvia Arosio, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Leone Di Lernia, Bianca Elton Ara, Silvia Fortunato, Giovanni Labanca, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Enzo Occhiuto, Velia Paini, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Franco Rossi, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011


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