N 13 2015 inter fiorentina

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domenica 1 marzo 2015

Anno 5 n. 13

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COPIA OMAGGIO

OBIETTIVO EUROPA “Montella meglio di Mancini” intervista esclusiva a Ignazio La Russa che Sfida Matteo Renzi Luigi Sada a pag. 6

INTER

FIORENTINA


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Entrambe le sponde del Naviglio ridono per una favola durata una giornata. Numero 24 per gli amanti della statistica, il Milan batte il Cesena e l’Inter espugna Cagliari. Per i nerazzurri è la terza vittoria consecutiva, mai successo con Walter Mazzarri. Ora la squadra di Roberto Mancini deve affrontare la Fiorentina, quinta forza del campionato, che domenica scorsa ha compiuto un mezzo passo falso con il Torino. Avesse vinto, ora sarebbe quarta, davanti alla Lazio. Peccato veniale, ma l’occasione era ghiotta. Inter-Fiorentina è una di quelle partite che richiamano fausti periodi, in cui i pedatori si chiamavano Amarildo, De Sisti, Chiarugi, prima ancora Cervato, Pecos Bill Virgili, Julinho, Montuori e gli allenatori Petisso Pesaola e Fulvio “Fuffo” Bernardini. Erano le due squadre che nel giro di tredici anni

conquistarono due scudetti (1969 e 1956). Poi arrivarono Antognoni e Batistuta, due campioni che Firenze non dimenticherà mai. Nei giorni nostri la Viola è una buona compagine, allenata molto saggiamente da Vincenzo Montella. Alle 18 di domenica il Meazza accoglierà Icardi e Guarin con grandi applausi, dopo la brutta pagina scritta a Reggio Emilia, subito dopo il fischio finale del match con il Sassuolo. Entrambi hanno preso per la mano i propri compagni e li stanno portando a ridosso delle posizioni di profumo europeo. Il colombiano ritorna dopo la fucilata che ha steso il Celtic. L’Inter non è ancora la squadra che il Mancio vuole (gli scozzesi

sono testimoni), ma le prove generali sono sempre più intense. Gli arrivi di Shaquiri e Santon, la regia di Brozovic e la rinascita di Guarin hanno prodotto questa trasformazione. Manca all’appello la difesa. Un passo alla volta, perché tanti insieme è probabile cadere. Pian piano il cerchio si stringe. I centrali sono nell’occhio del ciclone; questo reparto è il più delicato, soprattutto dopo la partenza di Samuel. Vidic sta deludendo, Ranocchia è alle prese con alcuni problemi fisici, Juan Jesus non convince, Andreolli è più vicino ai box che al campo, ora sarà la volta di Felipe. Ottimo difensore negli anni con l’Udinese, poi una sorta di gregario che non piacerà agli esteti. Intanto godiamoci lo spettacolo: l’Europa ne ha già regalato un pezzo. Questa, però, è un’altra storia.

STADIO

LA FIORENTINA DIRÀ SE SIAMO TORNATI GRANDI

H

o seguito con

come il Bayern Monaco

interesse la sfi-

che disputa un campiona-

da di San Siro

to da solo. Comunque, un

di giovedì contro il Celtic

piccolo vantaggio lo ab-

e sinceramente la squadra

biamo dal momento che

nerazzurra mi sembra ab-

la prima partita si gioca in

bia fatto un passo indietro

Germania. Per quanto con-

rispetto alle ultime pre-

cerne il campionato quella

stazioni. Per avere ragione

odierna di San Siro è si-

degli scozzesi c’è voluta il

curamente la gara più im-

capolavoro di Guarin da

portante. Se ce la facciamo

trenta metri per abbattere

a battere i viola si aprono

il muro scozzese. Abbia-

parecchie possibilità di ri-

mo sudato freddo perché

entrare in gioco per i piani

se il Celtic avesse segnato

alti della classifica, soprat-

ora saremo qui a piangere

tutto se il Toro, che ho vi-

come è accaduto in più di

sto in formissima, riuscirà

una circostanza nelle ulti-

a superare il Napoli, che tra

me stagioni. Buon per l’In-

l’altro sta facendo sentire il

ter essere riuscita a centrare

fiato sul collo alla Roma.

l’obiettivo. Sarà dura, anzi

I giallorossi proveranno

durissima, col Wolfsburg. I

domani sera ad abbatte-

tedeschi, è bene ricordarlo,

re la Juventus per riaprire

sono secondi in Bundesliga

il discorso scudetto che

alle spalle di una squadra

sembra ormai chiuso con

MEAZZA

(4-3-1-2)

dei bianconeri sui giallorossi. Sicuramente sarà una partita da fuori o dentro, come si suol dire. La Roma dovrà interrompere la serie interminabile di pareggi se vuole far sentire ancora la sua voce in questo torneo. La squadra di Garcia ha giocato un ottima partita a Rotterdam col Feyenoord e se saprà ripetersi potrebbe anche battere la Vecchia Signora. Un vero peccato per quanto sta succedendo al Parma, sia per gli emiliani che per il calcio italiano.

ORE 18.00

Roberto Mancini

INTER

i nove punti di vantaggio

Vincenzo Montella

Arbitro: Davide

Handanovic; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, D’Ambrosio; Guarin, Medel, Brozovic; Shaqiri; Icardi, Palacio

Massa di Imperia

Neto; Richards, Savic, Gonzalo, Pasqual; Kurtic, Badelj, Aquilani; Diamanti, Babacar, Salah

FIORENTINA (4-3-3)


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TRE PUNTI PER L’EUROPA partita

L

’Inter di giovedì in Europa League ha fatto il minimo sindacabile, non sono ammesse giustificazioni per stanchezza europea e, se anche così fosse, la Fiorentina arriva dalla stessa competizione e con un maggior investimento in termini di energia e gioco. Rituffiamoci in campionato sottolineando la conquista dell’annosa terza vittoria consecutiva, traguardo che ai nerazzurri non riusciva da illo tempore. Questa Inter inizia ad assimilare la mentalità di Mancini, qualcuno ancora particolarmente fuori forma: D’Ambrosio poco convincente e contro il Celtic ha rischiato di compromettere il passaggio del turno con quell’intervento non intervento, Hernanes dopo tanta assenza fatica ad entrare in partita. Questa Inter convince ancora poco ma gioca, inizia finalmente a concedere sempre meno,

A

l peggio non c’è mai fine, recita un vecchio proverbio. Mai detto è stato più vero ed attuale se rapportato alla situazione del Parma. Non abbiamo perso anche questa occasione per farci conoscere, casomai ce ne fosse stato bisogno. La partita non è stata disputata per ordine del prefetto perché gli stewards, cui non era stato corrisposto il dovuto, non hanno garantito la loro presenza. Le forze dell’ordine non avrebbero potuto sostituirsi con la stessa efficacia agli addetti dell’ordine? Mah!? . Quindi niente incontro e stadio chiuso. Da tempo i calciatori del Parma non percepiscono lo stipendio ma sembra che anche gli addetti ai lavori, come il magazziniere, siano all’asciutto ed il loro salario non è certamente paragonabile a quello degli atleti professionisti. Cosa

seppur non sufficiente, in difesa e quindi rischiare meno. Non basterà, però, tutto questo per fermare i Montella boys. La Fiorentina oggi macina gioco ottimizzando gli sforzi e raccogliendo sempre il massimo. Ha un possesso palla intelligente e costruttivo. Quest’Inter per avere la meglio sui gigliati deve sperare nel miglior Icardi che finalmente non gioca più solo per se stesso, atteggiamento che costò l’allontanamento di Osvaldo per sua eccessiva e plateale reazione, e nel ritrovato Guarin che esplode in ogni gara o quasi. Un guizzo di Shaqiri non guasterà e la squadra deve girare tutta in sincronia perfetta concedendo pochissimo o quasi agli avversari. I tre punti conquistati contro il Cagliari dicono che i nerazzurri sono sulla strada della guarigione, non era facile vincere contro un avversaria alla disperata ricerca di punti e che dà l’anima per portare a casa almeno un pareggio. Ottima prova quella di Cagliari, ma questa di oggi è altra cosa, la Fiorentina gioca bene ed è capace di sfruttare al mas-

Santon e Podolski-Palacio, Maurito Icardi sfrutterà il suo momento magico, magari sostenuto da Shaqi-

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ri, e Fredy Guarin il trascinatore di questa nuova Inter. Il tallone d’Achille resta la dicesa: Ranocchia

e compagni troppo spesso inaffidabili. Montella risponderà, costretto a rinunciare ad elementi validi tra infortuni ed affaticati, con Babacar che dovrebbe sostituire Gomez. Fuori probabilmente anche Salah e Borja Valero. Alla trasferta del Meazza non parteciperanno sicuramente Mati Fernandez e Basanta, la porta viola sarà difesa da Neto. Questa partita delineerà la zona europea in classifica, la Fiorentina avanti di 4 lunghezze vorrà mettere il sigillo, dopo il mezzo passo falso col Torino, al quinto posto minacciato da Sampdoria e Genova che in caso di vittoria la raggiungerebbero, e l’Inter che proverà a portarsi a -1 dal primo posto utile all’Europa League della prossima stagione.

simo le defiance nerazzurre in difesa, reparto ancora da tarare. L’Inter deve vincere per proseguire la striscia positiva, già troppi punti lasciati per strada, e la Fiorentina punta diretta ai tre punti per non allontanarsi troppo dalla zona Champions. Alle 18.00 al Meazza lotta all’ultimo “sangue” tra due delle formazioni protagoniste in Europa League. Mancini dovrebbe mandare in campo, unico dubbio riguarderebbe Shaqiri-

NESSUN RISPETTO PER LA VECCHIA SIGNORA L’Inter si spera non viola di rabbia deciderà la Federazione non è dato sapersi. Sono più che certo che qualsiasi decisione verrà presa lascerà parecchio scontento, ma un punto a questa situazione dovrà metterlo, poiché il campionato è ancora lungo e una parvenza di regolarità dovrà pur essere garantita. Quel che certo è che il nostro Belpaese, ahinoi da tempo, non attira investitori esteri e Tohir sembra solo un’eccezione e non la regola come in altri paesi europei. Se i club più importanti inglesi e francesi sono in mano a sceicchi e petrolieri che non lesinano denaro, ci sarà pur

un motivo. E’ possibile, mi domando e dico, che almeno uno sceicco, magari non ricchissimo, anche bruttino, non gli venga l’uzzolo di acquisire una squadra di calcio della nostra penisola? Personalmente mi son dato una risposta. Provate anche voi a darvela. Quel che è certo è che ogni accadimento sul nostro suolo si viene a sapere in qualsiasi parte del mondo tramite Internet che è più pettegolo della perpetua dei Promessi Sposi, e il nostro calcio non ha fatto una gran bella figura. Provate anche a chiedervi perché degli ubriaconi olandesi, a Roma, si

permettano di far quel che hanno fatto e se ne tornino a casa impuniti lasciando le nostre strapagate autorità a palleggiarsi la colpa e a noi il conto salato di pagare per i danni arrecati all’opera del Bernini, scultore secondo solo al Buonarroti. Perpetua Internet avrà informato dell’accaduto anche l’eschimese nel suo igloo e persino il guerriero masai, che cercava riposo, dopo una fruttuosa battuta di caccia, all’interno della sua capanna. In questo caso non solo il nostro sport nazionale ma anche il belpaese è uscito con le ossa rotte. E non ce n’era bisogno! Ma andia-

mo avanti perché incombe la sesta di campionato che ha in programma non solamente la sfida principe tra i primi della classe ma una serie di partite incerte ed avvincenti. L’Inter affronta la Fiorentina reduce dal pareggio interno con il Toro. I milanesi forti delle tre vittorie consecutive vorranno fare poker. I viola usciranno da San Siro con i tre punti nel carniere. Il Palermo dovrà vederselo con l’Empoli e credo che difficilmente i toscani usciranno indenni dal Barbera. Il Sassuolo ospita la Lazio. Gli emiliani sono convalescenti e prenderanno un

Massimo Cerana punto così come i capitolini che mi sono sembrati piuttosto molli e distratti nel precedente match con il Palermo. E veniamo all’incontro clou del posticipo di lunedì. I giallorossi poco convincenti nelle ultime prestazioni meditano di prendersi la rivincita della cocente e molto discussa sconfitta dell’andata. Ce la faranno ma il campionato difficilmente si riaprirà. Se poi mi sarò sbagliato sull’esito dello scontro al vertice, per quanto riguarda l’assegnazione dello scudetto in questione possiamo metterci una pietra tombale. Statemi bene.


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AL MEAZZA IL PENSIERO È VIOLA D ertamente non è la sfida clou della 25esima giornata di campionato, Roma-Juventus del posticipo di lunedi all’Olimpico catalizzerà l’Italia calcistica, ma sull’onda spumeggiante delle qualificazioni conquistate dalle due squadre nei sedicesimi di Europa League, Inter-Fiorentina è sicuramen-

sugli spalti del Meazza per incitare a gran voce la beneamata. Il successo contro gli scozzesi non è stato semplice anche se nel calcio non esiste partita facile. Per fortuna, a coronamento dell’accettabile prestazione dell’Inter, è arrivata la legnata di Fredy Guarin che ha completato magnificamente la lista qualificazione delle italiane agli ottavi di Europa League.Ora c’è lo scoglio viola da superare in campionato. Speriamo che la squadra più che un tran-

te il contorno da gustare nella sesta di ritorno per i numerosi supporter nerazzurri che, anche questa volta, come accaduto nel match di Europa League (circa 40 spettatori) saranno presenti numerosi

satlantico diventi presto una corazzata vincente su tutti i fronti, come nel desiderio di Thohir, Mancini e di tutti i suoi tifosi. Le ultime quattro vittorie, una recentemente in Europa League e tre in

Luigi Rubino

C

campionato contro Palermo, Atalanta e Cagliari sono chiaramente un grande segnale di ripresa. In campionato, i nerazzurri in classifica si sono riportati nella zona che conta, cioè in orbita europea. La Fiorentina dista avanti di pochi punti. Un eventuale altro pieno contro la Viola aprirebbe prospettive di rilancio a breve e lungo corso, facendo finalmente sorridere il saggio e paziente Thohir che, con il passar del tempo, sembra più innamorarsi della sua creatura adottata a tinte nerazzurre, condividendo passione, sacrifici (quanti viaggi andata e ritorno dall’Indonesia), sofferenza, vittorie e trionfi come la conquista del Torneo Viareggio della Primavera di Stefano Vecchi, triofi che diventano bellissimi quando arrivano in periodi difficili. Tornando all’impegno di oggi, la gara è sicuramente difficile. La squadra di Montella è in serie positiva da sette giornate. L’ultima sconfitta risale addirittura al giorno dell’Epifania (1-0 in trasferta contro il Parma). L’Inter dovrà stare molto attenta in difesa. Salah è molto veloce e Gomez è in piena forma. I viola, inoltre, non vincono al Meazza contro i nerazzurri da 13 anni.

opo tre vittorie consecutive la voglia di champions è ritornata preponderante ma classifica alla mano siamo ancora lontani e il terzo posto è una mera chimera. E allora si inizia a pensare ad una alternativa anche in base alle discussioni di questi giorni tra gli addetti ai lavori. E’ vero il calcio pane e salame degli anni ottanta non tornerà più con i

di monetizzazione di ogni singolo aspetto. La partita è solo un parte dello spettacolo con un ruolo destinato a diventare meno egemone a favore di tutto il contorno composto da show, diritti, immagini, brand, pubblicità, ristoranti, eventi. I nostalgici si rassegnino a depositare le armi; d’altronde avrebbero imboccato le spade per dare battaglia ai mulini a vento e

nili o dei dilettanti favorendo ad esempio la costruzione di strutture moderne in grado di coinvolgere sempre più i giovani nella pratica di uno sport. Le squadre iscritte giocherebbero il torneo tra agosto e settembre, da vedere se

presidenti funamboli che cospargevano di sale il terreno di gioco prima del match e che nascondevano un animo gentile dietro una aurea burbera; sarà difficile rivedere le esultanze spontanee dei giocatori dopo un gol o la parata di un rigore. Oggi assistiamo a gesti studiati a tavolino, riprovati nello spogliatoio e mostrati alle telecamere per il gusto di apparire. Siamo entrati nel calcio 2.0 dove il business domina la scena e la commercializzazione del prodotto calcio è la priorità assoluta. Prima il binomio di calcio spettacolo era un concetto abbinato ad un gioco spumeggiante mostrato da una squadra sul campo ora invece rimanda al concetto

francamente di questi tempi non ne sentiamo la necessità. E allora se un nostalgico come me prova a immaginare un business lo fa con due priorità: vedere l’Inter nell’elitè del calcio mondiale e favorire una sorta di mutualità per i settori calcistici o sportivi con meno risorse. L’idea è quella di creare un torneo di qualificazione alla fase a gruppi della Champions League aperta a tutte le formazioni che non hanno conquistato l’accesso direttamente sul campo. La partecipazione di ogni singola squadra sarebbe subordinata al pagamento di un sostanzioso gettone d’ingresso che sarebbe poi utilizzato dalle istituzioni per migliorare il calcio dei settori giova-

attraverso una suddivisione in gruppi o ad eliminazione diretta, e le vincente approderebbero alla prima fase della Champions League. Avremmo così una competizione aperta a formazioni vincenti sul campo e a formazioni con un blasone ricco di storia e tradizione con un seguito di tifosi numerosi, arricchendo così il calendario della manifestazione con partite di grande e sicuro interesse. Questa idea peraltro non nuova nel panorama calcistico potrebbe far felici noi tifosi interisti e quelli di altre squadre di grande storia calcistica e convincere i presidenti dei team con meno tradizione ad investire su una competizione con un visibilità a livello mondiale.

Marco Papetti

Il calcio di domani: un’idea


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Guarin… è nato un leader a palla non è di cartone e per calciarla come si deve ci vuole forza, qualità e fantasia. Lo sa benissimo Fredy Guarin, il cui rapporto con l’Inter fino ad un anno fa sembrava sul punto di concludersi, poi sono arrivate le contestazioni dei tifosi che hanno posto il freno alla pazza cessione del colombiano alla Juve in cambio di Vucinic e un sostanzioso conguaglio. Ora il giocato-

dra nerazzurra, che può finalmente dire di aver ritrovato un campione, utile soprattutto quando c’è da risolvere situazioni difficili, abbattere i fortini di avversari rocciosi come quelli britannici. L’inserimento in pianta stabile nel modulo studiato dal Mancio, è stato per il giocatore come una manna scesa dal cielo. Ne ha beneficiato tutta la squadra che dalla gara con il Palermo, si è prontamente ripresa dallo shock e brutte figure, come la gara con il Sassuolo, mettendo in mostra il miglior Gua-

re, con Mancini, è ritornato leader come una volta lo era nel Porto, squadra con la quale il “Guaro” in tre anni e mezzo ha messo a segno 21 gol. E’ sua l’ultima perla (bomba imparabile dal limite dell’area contro il Celtic) che ha dato l’ennesima gioia, questa volta in Europa League, alla squa-

rin: battagliero, onnipresente, efficace negli assist e in zona gol e pronto a dialogare con i compagni, soprattutto con il nuovo arrivato Shaqiri e Kovacic, dando un sostanzioso aiuto a Maurito Icardi in zona gol, permettendo poi al bomber argentino di agguantare Tevez nella classi-

di Luigi Rubino

L

fica cannonieri con 14 reti. Il forte centrocampista colombiano ha poi ripagato la fiducia di Mancini la settimana dopo contro l’Atalanta a Bergamo, spingendo alla vittoria la sua squadra (1-4) dopo sette anni di digiuno con una formidabile doppietta. Un successo, quello ottenuto contro i bergamaschi, che Fredy ricorderà a lungo anche perchè dedicata ai suoi figli e a tutti coloro che lo hanno sempre difeso e sostenuto nei momenti bui. Grazie al Mancio, Guarin (quattro gol nelle ultime cinque partite) è risorto ed insieme a lui è rinata la nuova Inter, una squadra che sembra essere rimasta sempre nel cuore di Fredy. In fondo, come dice la massima di un proverbio “l’amore non è bello, se non è litigarello”.


La politica nel PALL NE domenica 1 marzo 2015

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intervista esclusiva a

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Ignazio La Russa

ove eravamo rimasti? Forse col Patto del Nazareno siglato a Roma tempo fa dopo l’incontro segreto fra Berlusconi e Renzi. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e si dovrà ricominciare tutto daccapo. Allora il ping pong sportivo Milan-Fiorentina con il Presidente del Consiglio pronto, senza tradire Gomez e compagni, a sventolare la bandiera ros-

Matteo Renzi

in filo diretto con

di

calcio, la sua squadra, lo ripeto, sta sciolinando un buon gioco. E’ partito Cuadrado ed è arrivato Salash. Io dico, pur con tutto il rispetto per Cuadrado, che la Fiorentina nel cambio ci ha guadagnato e non solo

“L’INTER CON LA FIORENTINA VINCE ALL’ULTIMO SECONDO… parola di Ignazio”

All’amico Matteo Renzi dico: Batti la Roma e ci vediamo in finale di Europa League sonera pur di sigillare l’amicizia con l’ex Cavaliere, dall’altra Berlusconi pronto a gridare forza Viola per far contento il Matteo gigliato. L’importante era saldare il patto ma intanto dopo la caduta del Nazareno ecco affacciarsi nuovamente la calata su Milano della Fiorentina questa volta però per affrontare l’Inter di Mancini, altro ex di lusso, come Berlusconi e Renzi è chiamato un altro interista doc, Ignazio La Russa a mettere a fuoco la sfida di San Siro. La Russa che, guarda caso, ama più Montella di Mancini. L’ex Ministro della Difesa vedrebbe di buon occhio l’aeroplanino alla guida della benamata. “Sarebbe il massimo per me -fa rimarcare La Russaavere un tecnico così bravo alla guida dell’Inter. Accontentiamoci, comunque, di Mancini. Non è il massimo, però è senza dubbio un buon tecnico. Montella, prima col Catania poi con la Fiorentina ha messo in luce tutte le sue grandi qualità, tant’è che i viola si stanno comportando molto bene sia in campionato che in Europa”. Sulla sfida di San Siro c’è il tiro incrociato col Presidente del Consiglio. “E’ bravo -sottolinea La Russa- però penso che sappia far meglio col

con i quattrini”. Matteo Renzi da Roma manda un messaggio all’Ignazio nerazzurro: “L’Inter è forte, è in ripresa, però noi a San Siro conquisteremo i tre punti. Avete visto come ha giocato la Viola col Tottenham. Per questo ho parecchia fiducia in questa trasferta. La vittoria ci serve per non perdere terreno nei confronti di Napoli e Roma. Accipicchia, peccato aver pareggiato la settimana scorsa col Torino. Ma noi non molliamo”. Vi replica La Russa: “Noi sappiamo quanto è brava la Fiorentina e vi dico che l’Inter la batterà segnando all’ultimo minuto. Un po’ come abbiamo fatto col Celtic”. L’onorevole nerazzurro, è quasi inutile ripeterlo, è di Montella mania. “Se mi chiedete quale giocatore toglierei dalla Fiorentina per non averlo contro nella gara del Meazza, io ribadisco che togliere Montella e non un giocatore. Sarò monotono ma ripeto che Montella è il numero uno della squadra viola”. Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi non rimane che attendere l’ora x di oggi, dopo essere stato alla finestra a seguire la manifestazione della Lega Nord di Matteo Salvini. Guarda un po’ un altro milanista come Berlusconi capace di far perdere il sonno al Matteo targato Firenze.


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M

ario Gòmez García, anche conosciuto come El torero per le sue origini iberiche, è attuale attaccante della Fiorentina e della Nazionale tedesca. Il calciatore di padre spagnolo e madre tedesca, nato a Riedlingen il 10 luglio del 1985, è però cresciuto a Unlingen in Svezia. El torero è un attaccante fisicamente prestante, abile nel gioco aereo, dotato di un ottima tecnica e capace di calciare con entrambi i piedi. È inoltre in grado di sfruttare al massimo i cross

dei compagni e può ricoprire in vari ruoli la posizione di punta. Gòmez comincia la sua carriera nelle giovanili di SV Unlingen e FV Saulgau fino al 2001, quando passa allo Stoccarda che lo utilizza nelle sue giovanili, in seguito invece debutta in campionato nella squadra amatoriale della Regionalliga e in Champions League contro

Mario Gòmez García il Chelsea. Rimarrà nella Regionalliga anche la stagione successiva realizzando numerose reti, meritando l’inserimento nella prima squadra nel 20052006 e nel 2007 grazie alle sue prodezze in campo vince il titolo di calciatore tedesco dell’anno. Viene in seguito ceduto per 30 milioni di euro al Bayern Monaco con il quale esordisce in Coppa di Germania contro il SpVgg Neckarelz, partita nella quale realizza

una doppietta, con la stessa malga segnerà anche un gol contro la Juve durante una partita di Champions League. Dopo 115 presenze e 75 gol con la maglia del Bayern passa alla Fiorentina nel 2013, firmando un contratto quadriennale per 4,5 milioni di euro a stagione. Esordisce con la maglia viola nella gara di Europa League contro il Grasshop-

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L’Ospite

El Torero a corte per vinta 2-1 mentre in campionato esordisce nella partita della prima giornata vincendo contro il Catania, mentre segna il suo primo gol durante la seconda giornata di campionato mettendo a segno una doppietta contro il Genoa. In seguito sfortunatamente si infortuna al ginocchio destro lesionando parzialmente il legamento e a causa di ciò resta fuori dai giochi per quasi cinque mesi, concludendo la prima stagione alla Fiorentina con 15 presenze e 4 gol. Durante la seconda stagione ri-

Prima e dopo la partita... Vino, birra e il gusto di un panino espresso

Marjlja Bisceglia sulta invece decisivo nell’esito di numerose partite, importante è infatti la sua doppietta in Coppa Italia contro la Roma, che porta la squadra in semifinale con la Juventus. Gomez ha inoltre partecipato a tutte le nazionali giovanili di calcio della Germania esordendo nella Nazionale maggiore nel 2007 contro la Svizzera segnando anche il suo primo gol in nazionale. Grazie alle sue incredibili prestazione viene convocato a Euro 2008 con una qualità di gioco non convincente e a Euro 2012 risultando questa volta capocannoniere della competizione.


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QUASI TUTTO LISCIO IN EL E ORA LA FIORENTINA

Ancora una magia di Guarin accompagna l’Inter agli ottavi

C

i sono voluti ben 88’ minuti giocati quasi tutti, a causa dell’espulsione di Van Dijk, in undici contro dieci per vedere l’Inter vincere a San Siro. Il passaggio del turno era quasi in cassaforte, ma i tifosi si aspettavano tra le mura amiche la goleada della partita dell’andata. La pazienza dei sostenitori nerazzurri è stata ampiamente ripagata dalla magia del colombiano, un bolide imparabile. Il passaggio del turno è comunque merita-

loni, al 19’ non aggancia il cross basso di Santon e al 36’ arriva sul lancio lungo di Jesus ma viene atterrato da Van Dijk che rimedia il secondo giallo. Non poche difficoltà a contenere le veloci ripartenze del Celtic ma si sa, la palla è rotonda e la cavalcata di Santon con palla al piede per almeno 40 metri ha premiato i nerazzurri, passaggio a Guarin che segna un gol degno d’essere rivisto. San Siro esplode, si può festeggiare un meritato passaggio del

to. Una partita che ha visto il rientro di D’ambrosio dopo un mese di assenza e Hernanes, quest’ultimo particolarmente insofferente alla tensione. Tanti i pericoli corsi dalla banda Mancini, al 7’ liscia D’ambrosio e Mackay Steven ne approfitta costringendo Carrizo al miracolo; Santon rischia in area su Armstrong e Shaqiri ha pochi spazi di manovra, Brown e Biton l’hanno letteralmente imbrigliato. Icardi arriva su pochi pal-

trasferta con lo Zenit.

EIN PLEIN DEL BEL PAESE

I

LA CAROVANA ITALIANA PROSEGUE IL CAMMINO

T

utto liscio al San Paolo per la gara di ritorno che si presentava come pura formalità. NapoliTrabzonspor 1-0. Gli azzurri hanno faticato poco segnando comunque un gol per accontentare i tifosi partenopei che hanno fatto registrare il tutto esaurito. De Guzman questa volta non sbaglia il tap-in sul tiro respinto di Callejon. La vittoria in Turchia aveva già scritto il nome del Napoli sul tabellone degli ottavi ma le formalità vanno comunque espletate. Benitez dovrà vedersela con il Dinamo Mosca, una nota stonata è la gara di andata in casa.

L

a Fiorentina continua a mietere vittime, due reti

Per Fiorentina e Roma è già derby europeo e puntato tutto sugli inserimenti di Gomez e Salah. Al 9’ della ripresa ci ha pensato prima Gomez di sinistro, servito da Badelj, a bucare la porta difesa da Lioris e poi l’egiziano Salah chiude i giochi al 71’ rubando palla a Vertonghen su lancio di Gomez. Gli ottavi per Fiorentina e

turno. Ora si gioca sul serio. L’Inter dovrà vedersela con l’ostico Wolfsburg, seconda forza in Bundesliga che ha fatto vedere i sorci verdi al Bayern, primo in classifica, battendolo per 4-1. Una volta arrivati agli ottavi di finale tutte le partite sono difficili e diventa, quindi, inutile qualsivoglia calcolo strategico, vince chi meglio prepara la partita e, se aiutati da un pizzico di fortuna, con il vento a favore.

Marjlja Bisceglia Roma sono subito derby d’Europa peccato, una delle due compagini italiane sarà costretta ad abbandonare il

l vero miracolo l’ha compiuto la Roma. La partita era tutta in salita, non tanto per il pareggio dell’Olimpico nella gara d’andata ma per il morale che sembrava sotto gli scarpini. Questa vittoria ed il meritato passaggio del turno ha caricato a dovere i giallorossi che nel posticipo di lunedì potranno giocarsi la loro par-

rifilate al Tottenham, una delle squadre favorite del torneo, fanno volare Montella agli ottavi. Meritatissimo dopo il buon lavoro fatto all’andata al White Hart Lane. Partita quasi perfetta al Franchi, la Fiorentina ha letteralmente neutralizzato Lamela, Chadli e Eriksen, gli avversari più temibili,

cammino verso la finale. La gara d’andata si giocherà al Franchi.

I

l Torino dei miracoli? No, come già detto il Toro non sarebbe tale se non sfoderasse il meglio di sé nelle situazioni difficili. e’ risaputo, i granata non mollano mai. Tutto bene quel che finisce bene e la prima gara se la giocherà in

tita all’Olimpico consapevoli di non essere mai persi e giocare fino allo spasmo per l’obiettivo finale: battere la Juventus. Se poi i giallorossi guadagnassero i quarti di finale, anche in campionato sarà altro spirito capitolino. Come già detto i giallorossi sfideranno l’undici di Vincenzo Montella.


amarcord domenica 1 marzo 2015

al 1988 segnando 8 gol in 80 presenze, nel 1988 e ci resta fino al 1998, 229 presenze e 29 gol. Instancabile, riusciva a correre, palla al piede, tutto il campo e per l’intera partita. Memorabile la corsa nella partita di Coppa Uefa (1988-1989) contro il Bayern Monaco che lo porta al gol. Purtroppo ha subito troppi infortuni in carriera, limitandone le presenze. Ha partecipato anche a due Mondiali: 1990 e 1994 giocando da titolare la finale persa ai rigori contro il Bra-

Gabriel Omar Batistuta

Per un decennio è stato la vera anima della Fiorentina, lui, il “Re Leone” Batigol Gabriel Omar Batistuta, la mitraglietta. Con 212 gol segnati con la maglia viola resta il marcatore numero 1 dei gigliati, riuscendo anche a stabilire un nuovo record (11), prima apparteneva a Ezio Pascutti, di gol in giornate consecutive nel campionato di Serie A. Il giovane Batistuta arriva in Italia proprio in forza alla Fiorentina, che lo paga 12 miliardi di lire, nel 1991 e gioca la sua prima partita al Delle Alpi contro la Juventus, il primo gol invece arriva la settimana successiva contro il Genoa. Riesce a realizzare, l’anno successivo, tre doppiette nelle prime sette partite contro Lazio,

Nicola Berti

Inter e Sampdoria. Nel gennaio 2003 arriva all’Inter, in prestito dalla Roma, e vi resta solo fino a fine stagione segnando 2 gol con dodici presenze. Oggi Batigol vive

un dramma personale che gli ha fatto rischiare di non poter neppure camminare. Colpa anche delle infiltrazioni, negli anni di attività, che lo mettevano nelle condizioni di tornare subito in campo. Oggi Batistuta non riesce più a correre ma almeno riesce a camminare, seppur a fatica. Altro personaggio da Amarcord è sicuramente il centrocampista, dall’infaticabile corsa e dallo spiccato senso del gol, Nicola Berti. Anche lui un decennio nella stessa squadra. E’ l’Inter la sua squadra del cuore, dove si è reso protagonista nella conquista dello scudetto 1988-1989. Mediano molto amato dalla tifoseria interista e soprattutto, pochi calciatori si esponevano così tanto, anti-milanista,

Sèbastien Frey

sono sue le parole “meglio sconfitti che milanisti”. Arriva all’Inter, che lo acquista per 7,2 miliardi di lire, proprio dalla Fiorentina, dove ha giocato dal 1985

Roberto Baggio

glia viola totalizza 39 gol. Passando dalla Juventus, dal Milan e poi da Bologna (dove realizza il suo personale record di gol segnati, 22 in 30 partite) arriva all’Inter giocando il campionato 1998-1999 e quello successivo, segnando 11 gol in 44 presenze. Altro ex di entrambe le squadre il portiere Sèbastien Frey,

Roberto Galbiati

Renato Cappellini

sile. Roberto Galbiati, altro personaggio che ha militato in entrambe le squadre. Debutta in Serie A con la maglia dell’Inter, nella stagione 1974-1975, contro la Sampdoria. Con i colori nerazzurri gioca due stagioni, con 18 presenze in campionato e 10 in Coppa Italia, e, dopo aver giocato con il Pescara in serie B, viene venduto alla Fiorentina dove gioca per quattro stagioni, collezionando 111 presenze. Passando da Torino, sponda granata, torna a Firenze nella stagione 1986-87. “Il divin codino”, considerato uno dei migliori giocatori nella storia del calcio, Roberto Baggio. E’ ancora il primo degli italiani nella speciale classifica –migliori giocatori del XX secolo pubblicata da World Soccer- e 16° in classifica generale.

Due note curiose: non è mai riuscito a vincere la classifica marcatori e risulta ancora l’unico calciatore italiano ad aver segnato in tre diverse edizioni dei Campionati Adrian Mutu

arrivato in Italia, cresciuto nella squadra francese del Cannes, nell’estate del 1998 segnalato dal portierone Walter Zenga, allora osservatore per l’Inter. Nella squadra nerazzurra fa tutta la gavetta, prima terzo portiere, dietro Gianluca Pagliuca e Andrea Mazzantini e poi, dopo la cessione di Mazzantini al Perugia, viene promosso secondo portiere. Bisogna attendere il 21 marzo 1999 per il suo esordio in partita contro la Sampdoria a Genova subentrando a PaGabriele Oriali

del mondo (1990, 1994 e 1998). Arriva alla Fiorentina nel campionato 1985-1986 ed è subito amore a prima vista, ci resterà fino al 18 maggio 1990. Con la ma-

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gliuca. Passando da Verona e Parma, arriva a Firenze il 24 giugno 2005 e ci resta fino al campionato 20102011. Anche Adrian Mutu passa da nerazzurro a viola. Nel 2000 viene tesserato dall’Inter e gioca 10 partite senza segnare, gli unici 2 gol li segna in Coppa Italia. A fine stagione viene ceduto. Arriva alla Fiorentina nel campionato 2006-2007 e ci resta fino al 2011. Nell’agosto 2008 è multato dalla FIFA, per aver rotto il contratto con il Chelsea dopo che è risultato positivo alla cocaina. Purtroppo non finiscono qui i suoi guai. Il 10 gennaio 2012, nei campioni prelevati dalla commissione antidoping del C.O.N.I., riscontrano la presenza di metaboliti della sibutramina e viene ancora sospeso per 9 mesi. Ancora un centrocampista, Renato Cappellini, cresciuto calcisticamente nell’Inter esordendo a 19 anni in Serie A. Fatta eccezione per un campionato, passato in prestito al Genoa, resta nerazzurro fino al 1968. Gioca per la “Grande Inter” che riuscì a perdere lo scudetto all’ultima giornata di campionato e successivamente anche la Coppa dei Campioni. Nel 1974 indossa i colori della Fiorentina senza però giocare nessuna partita. Il Mediano campione del mondo, citato anche in una canzone di successo “una vita da mediano” di Luciano Ligabue, Gabriele Oriali, è stato un punto di riferimento per i nerazzurri. Piper, così fu soprannominato da Giovanni Brera, ha esordito giovanissimo nell’Inter, nella stagione 1970-1971, vincendo subito lo scudetto. Resta in nerazzurro fino al 1983, lo stesso anno viene ceduto ai viola e vi resta fino al 1987. Ma i grandi successi in nerazzurro Oriali li conquista da dirigente dal 1999 al 2010: 5 scudetti, 3 coppe Italia, 3 Supercoppe italiane e 1 Champions League. Non sono mancati neppure i guai per Oriali, coinvolto nello scandalo dei passaporti falsi legato alla pratica Recoba.


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o z an

r p A

Danilo D’Ambrosio

I

l terzino di spinta Danilo D’Ambrosio, che ha conosciuto la popolarità grazie alle stagioni giocate col Torino, parte da Firenze, quella Primavera, dove gioca con il fratello Dario per consacrarsi sotto la Mole ed approdare alla volta della Madonnina, quella con il manto nerazzurro. Con i Viola, arrivato nel 2005 rifiutando l’offerta del Chelsea, giocherà nella formazione Primavera fino al 2007, anno in cui entra a far parte anche della prima squadra. Dal 2008 al 2010, gennaio, fa esperienza nelle squadre di Serie minore e nel gennaio dello stesso anno arriva a Torino. Con i granata mette in mostra tutte le sue qualità guadagnandosi subito un posto da titolare. L’esordio con il Toro è in Serie B mostrandosi grande protagonista della rimonta granata. La stagione successiva si rivela fallimentare per D’Ambrosio al punto da essere messa in

con g li Ex

discussione la sua permanenza a Torino. L’arrivo del nuovo tecnico Giampiero Ventura favorisce il suo giusto inserimento in squadra ed il napoletano diventa uomo di punta contribuendo alla salvezza della squadra in Serie A. Il 30 gennaio 2014 passa all’Inter con un contratto di quattro anni e 1.750.000 milioni di euro oltre alla comproprietà di Marco Benassi e Matteo Colombi. L’esordio in nerazzurro è contro la Juventus in sostituzione di Jonathan. Il primo gol con la maglia dell’Inter arriva nella gara di andata dei playoff di Europa League contro lo Stjarnan, si ripete contro il Dnipro nella prima giornata della fase a gironi segnando la rete decisiva per la vittoria nerazzurra e segna ancora contro gli azeri del Qarabag, sempre in Europa League, il 2 ottobre successivo. In nerazzurro conta 22 presenze tra campionato e coppe.

David Marcelo Pizarro Cortés

E

l Pek, se preferite Il Pequeño, prima di dirigere la difesa dei gigliati ha indossato la casacca interista. Correva l’anno 2005 e precisamente luglio, quando per 10 milioni di euro sveste la maglia bianconera dell’Udinese per quella nerazzurra. Una sola stagione all’Inter sufficiente, però, per vincere la Supercoppa di Lega, la Coppa Italia e lo scudetto arrivato d’ufficio dopo i fatti di Calciopoli. Che dire… il ragazzo ha reso, oppure ha preso. In nerazzurro ha se-

gnato 3 reti in tre diverse competizioni: la prima rete arriva in campionato contro la Reggina, 4-0 il risultato finale; la seconda rete la mette a segno in Champions League contro i Rangers Glasgow e la terza in Coppa Italia contro la sua ex Udinese. Tre gol, tre trofei. Alla Fiorentina arriva, fermandosi prima sei stagioni alla Roma dove totalizza nove reti in 148 presenze e al Manchester City con cui gioca solo 5 partite a reti inviolate, arriva il 9

agosto del 2012 firmando un contratto biennale per 750.000 euro a stagione. L’esordio in maglia viola lo fa in Coppa Italia contro il Novara, 2.0 per la Viola, e il suo primo gol con la nuova maglia arriva il 16 dicembre successivo nella partita derby di campionato vinta contro il Siena per 4-1, gol realizzato su calcio di rigore. L’anno successivo il suo gol regala alla sua squadra il pareggio contro il Milan. La stagione successiva, 20132014, segna alla prima giornata di campionato il gol vittoria al Franchi contro il Catania (2-1). A fine stagione rinnovò con la Fiorentina per un altro anno. Ad oggi le reti messe a segno dal centrocampista cileno con la maglia viola sono ferme a quattro e le presenze salgono a 75. Buon pranzo con gli ex compagni nerazzurri.


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una scuola nella savana per

vedere tanti gol e a volte

tanti bambini che così po-

non si va allo stadio perché

tranno avere un futuro. Se

non c’è nessuna partita e

mi dai 15 euro e il tuo indi-

si rimane a casa magari a

rizzo prometto di spedirtelo

leggere un libro. Ecco per-

ma sopratutto prometto che

ché ho scritto e disegnato

i tuoi 15 euro diventeranno

questo libro, per riempire

un avvenire per tante per-

le giornate senza partite. E’

sone in Africa. Te lo giu-

un libro da leggere, da bere,

ro. Inoltre tu, fra il primo

che fa pensare. Leggendo-

e il secondo tempo di una

lo diventa all’improvviso

partita, avrai qualcosa di

acqua per l’Africa oppure

importante da raccontare

A volte si va allo stadio per

Icio de Romedis - Icio Onlus -

www.musioka.it

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12 giù al nord

Fiore Marro

I

l calcio sta vivendo momenti davvero difficili, le furbate spalma debiti di lotitiana memoria, inventate tempo fa, per aggiustare situazioni economiche al limite dell’indecenza, pare che con la terribile recessione che stiamo vivendo in ogni dove, non tengono più, non sono più ammissibili. Le magagne e

i bilanci fatti con la scolorina sono storie che sembravano appartenere al passato, il calcio invece si riscopre povero, si avvista in mano a una marea di impostori, le conseguenze di tutto ciò stanno mettendo in ginocchio tantissima gente, non certo i calciatori che giunti in categorie professionistiche, sono economicamente comunque ben tutelati. Il mio pensiero è rivolto alle difficoltà che stanno vivendo per esempio i dipendenti del Parma Calcio e la miriade di persone che lavorano attorno

domenica 1 marzo 2015

Comunque vada il Napoli è già un successo ma soprattutto giunto al Napoli, perché riconosciuta come società solida dal gotha del calcio europeo. Europa che ci vede ora proiettati agli ottavi di finale e che per la verità, ha visto premiato l’intero pacchetto delle squadre italiane in competizione. In questa tornata, c’è stata la tanto ambita “manita” che molti auspicavano. Un plauso su tutti al Torino che a Bilbao ha passato il turno, riscat-

alla società emiliana, quel famoso indotto che parte dal giardiniere e arriva al custode, agli impiegati, i magazzinieri, ai titolari dei bus messi a disposizione della società per gli spostamenti, alle aziende che forniscono attrezzatura, abbigliamento, tutti lavoratori che nessuno tutela e nessuno ha tutelato. Mi chiedo come si è arrivati a questo? Quante altre società sportive sono messe in questo stato? Speriamo che da dopo il flop Parma, la Figc prenda i dovuti accorgimenti per evitare una si-

tando così anche la nostra sconfitta subita a opera dei baschi, in quel famoso, maledetto spareggio di Champions League.Proprio il Torino sarà il nostro prossimo avversario di campionato, squadra in salute che vince da 5 partite consecutive tra Serie A e Europa League, sarà un osso duro da affrontare, una “prova del fuoco” importante. Un risultato positivo ci avvicinerebbe comunque a una delle prime due(Juventus e Roma), così da potercela giocare fino alla fine, per un posto diretto in Champions, viceversa si potrebbe incorrere in una sorta di vortice all’indietro, che ci vedrebbe risucchiati dal gruppo delle inseguitrici, se posso permettermi un termine ciclistico. Anche la pratica turca del Trabzonspor è stata risolta con una vittoria, un grande bravo a Rafa Benitez e i ragazzi che hanno reso questa partita un tranquillo allenamento. La formazione in campo era composta da molte seconde linea, Mesto, Henrique, Britos, Jorginho, Inler erano in campo tutti assieme come non è capitato spesso quest’anno, c’era anche Rafael Cabral tornato titolare ancora per una volta, mancavano solo gli infortunati Insigne e Zuniga e Michu, perfino il gol è stato segnato da un non titolarissimo, tanto per completare l’opera la rete del 1 a 0 definitivo l’ha marcata De Guzman . Questi ragazzi sono tutti da encomiare, perché pur non avendo molto minutaggio nelle gambe si impegnano comunque ogni qualvolta vengono chiamati all’appello, come sta facendo il

tuazione tragicomica come quella che stiamo vedendo accadere con alla squadra emiliana allenata da Roberto Donadoni. Questa debacle non la sta vivendo per fortuna il Napoli, che ha come patron una persona molto misurata, che non ama spendere con semplicità. Un presidente che usa la borsa con molta cautela, una figura poco propensa allo spreco e che proprio per questo motivo non riscontra tanta simpatia tra i tifosi azzurri che invece erroneamente hanno individuo De La come uno che pensa solo agli investimenti cinematografici a scapito del Calcio Napoli. Bene-

detto sia invece questo suo atteggiamento da tirato, che ci proietta tra le pochissime società sane, con le casse in attivo del calcio europeo. Una società che con oculatezza e parsimonia ha reso questa squadra un modello da imitare e che deve essere comunque vanto per tutti noi al di là del risultato. L’arrivo di Gabbiadini e Strinic ha generato un grande entusiasmo, acquisti frutto appunto di una situazione economica in buone condizioni , uno l’ex della Samp acquisto con moneta cash, cosa che pochi possono permettersi , nel calcio italiano, l’altro il croato arrivato a costo zero

capitano Gokhan Inler , nonostante il suo pessimo periodo di forma, che ha puntano proprio su questo tema, durante la sua intervista dal campo ai microfoni Mediaset: “Una gara molto importante. Chi ha giocato meno ha dimostrato il suo valore. Abbiamo ancora tre competizioni e ogni giocatore è importante per arrivare fino in fondo”. Sul sorteggio: “Se vuoi andare fino in fondo si deve vincere con chiunque”. Per quanto riguarda il poco impiego:”Io sono un professionista e do il 100% sempre. Quando il mister chiama io sono qua”. Un applauso a tutti.

Consiglia


domenica 1 marzo 2015

UTIMO ASSALTO DELLA ROMA ALLA JUVE

Per i bianconeri a +9 va bene anche un pareggio

E

’ inutile dire che il match clou della 25° giornata è quello dell’Olimpico fra Roma e Juventus. Per i giallorossi, reduci dal passaggio del turno col Feynoord, è l’ultima spiaggia, vincere o abbandonare i sogni di scudetto e, soprattutto, respingere l’assalto del Napoli questa sera in campo a Torino contro i granata di Ventura su di giri per il successo di Bilbao con l’Athletic. La Roma giocando domani saprà già il risultato dell’undici di Benitez e di conseguenza, in caso di successo dei partenopei a Torino, farà bene a tenere

Nell’anticipo delude il Milan a Verona

Berlusconi medita l’addio. Arrivano i libanesi? Luigi Rubino

O

ra il vento sembra cambiato davvero. La notizia trapelata nelle ultime ore potrebbe presto concretizzarsi. Berlusconi non sarà più padre padrone del Milan. I soldi in tasca del presidente per rilanciare il glorioso club sono pochi. Denaro sufficiente per ripianare i debiti della società rossonera molto probabilmente arriveranno dalla Libia. Una cordata di imprenditori di questo stato a trazione anteriore, la cui ricchezza principale è ricavata dal-

la vendita di petrolio e gas naturali, è pronta a rilevare più del 50% delle quote societarie. La decisione di Berlusconi di cedere quote consistenti del club risalirebbero addirittura allo scorso ottobre. Il tempo delle vacche grasse anche per il generoso Berlusca sta finendo. La società non può andare avanti cosi. Il bilancio chiaramente in rosso non dà alcuna possibilità di successo in uno sport come il calcio dove il denaro è fondamentale per coltivare successi a 360 gradi. Il passaggio del pacchetto di maggioranza ai nuovi magnati libanesi dovrebbe avvenire gradualmente. Il miliardo di euro, questa è la cifra che

permetterà di pianare i debiti del “diavolo,”verrebbe incassata dalla società in tre anni: 300 milioni il primo, 300 il secondo e 400 il terzo anno. Attualmente, i debiti del Milan con le banche ammontano a 256 milioni di euro. Consistente è il passivo accumulato che si aggira sui 60 milioni di euro. Il ruolo di Berlusconi, come quello del suo fido Galliani diventerebbe marginale all’interno della società e consentirebbe ai nuovi soci di maggioranza di entrare in punta di piedi in Italia e in un mondo, quello del calcio, dove in Italia diventa sempre più difficile programmare, investire con professionalità e responsabilità.

le antenne alzate per non trovarsi col fiato sul collo della squadra del Golfo. Una giornata interessante quella odierna dove tiene banco il match delle 18.00 fra Inter e Fiorentina. I nerazzurri puntano al quarto successo consecutivo, successo che porterebbe l’undici di Mancini ad un solo punto dalla Viola attualmente in quinta posizione, il Genoa dovrà rinunciare a scendere in campo per il forfait del Parma e i cugini della Sampdoria potrebbero approfittarne se usciranno vittoriosi dalla sfida di Bergamo con l’Atalanta e allungare quindi in clas-

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sifica del confronto diretto con il Grifone. Partite disperate, oltre quella di Bergamo per gli orobici, quella di Cesena con i romagnoli impegnati con l’Udinese e quella del Sant’Elia dove il Cagliari si gioca la salvezza col Verona. Il Palermo prova a rialzare la testa affron-

tando il frizzante Empoli mentre il Sassuolo riceverà la Lazio, tornata pimpante dopo la parentesi del leggero annebbiamento. Ieri sera intanto il Milan a Verona contro il Chievo ha raccolto un deludente pareggio che l’allontana sempre più dalla zona Europa.

DOPO IL KO CASALINGO IL BARCA RIALZA LA TESTA Pronto a rispondergli oggi il Real Madrid. In Ligue 1 ko del Marsiglia

I

n Liga il Barcellona torna a ruggire, rifila tre gol in trasferta al Granada firmati da Rakitic, Suarez e Messi. Oggi al Bernabeu prova a replicargli il Real Madrid affrontando il Villareal, quest’ultimo all’attacco del quinto posto occupato dal Siviglia. Siviglia che dovrà incrociare le armi con l’Atletico Madrid, terza forza del campionato, col dente avvelenato per la sconfitta in Champions col Bayer Leverkusen. Atteso alla prova del nove l’Athletico Bilbao in casa del Eibar dopo la sconfitta in Europa League col Torino. Da seguire con attenzione anche il Valencia al Mestalla contro la Real Societad. Da registrare il poker del Rayo Vallecano siglato dal bomber Bueno, ad un passo dal record di cinque gol firmati da Bebeto. In Francia prove di sorpasso questa sera per il PSG dopo le clamorose sconfitte del Lione col Lille e del Marsiglia al Velodrome col Caen. La squadra della Costa Azzurra in vantaggio di due gol incassa il sorpasso per opera di Toliseo, Gueye e Lopes. Il PSG, per agguantare il pronostico dovrà però battere il Monaco al Louis II. Il Monaco è in gran spolvero e Ibra e compagni dovranno fare il miracolo. Questo pomeriggio altro piccolo derby fra Montpellier, con i rossoneri della Costa Azzurra pronti al nuovo colpaccio.

In Bundesliga sempre travolgente il Bayern Monaco. La squadra di Guardiola travolge con un poker il Colonia e il Wolfsburg precipita a -11 con la speranza di vedere ridotto lo svantaggio se riuscirà a battere questo pomeriggio a Brema il Verder. Quarto successo consecutivo invece per il Dortmund di Kloop, avversario della Juventus in Champions. Coltro lo Shalke04 di Di Matteo la gara si decide nel finale con la tripletta siglata da Aubameyang, Mkhitaryan e Reus, messa a segno nel giro di 8 minuti. Torna alla vittoria l’Hertz Berlino che

batte all’Olympia Stadium l’Augusta. In Inghilterra il Chelsea riposa per la finale di Fa Cup col Tottenham e oggi il City di Pellegrini potrebbe approfittarne se batterà il Liverpool, attualmente al sesto posto in classifica. Di scena anche l’Arsenal contro l’Everton mentre lo United grazie alla doppietta di Rooney supera il Sunderland. Perde ancora il Southampton abbattuto dal West Bromwich a segno con Berahino.


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arte & fotografia Marby

Photograph by Robert Capa © International Center of Photography/Magnum . Collection of the Hungarian National Museum

IL FRONTE RACCONTATO DA CAPA

La Guerra secondo il noto fotoreporter allo Spazio Oberdan

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Soldati americani a Troina nei pressi della cattedrale di Maria Santissima Assunta dopo il 6 agosto del 1943

Benvenuto delle truppe americane a Monreale 23 luglio 1943 In coda per l’acqua in una via di Napoli 1943

enti di guerra anche se lontani temperati solo dalla visione televisiva. Sappiamo ben poco di quel che succede sulle sponde del Mediterraneo, ma si sa, le guerre mietono morti e migliaia di disperati in navigazione verso paesi apparentemente più stabili. Ed è di guerra che trattiamo in questa mostra, quella più nota a tutti, la Seconda Guerra Mondiale documentata, dal 1943 al 1944, attraverso foto di Robert Capa, uno dei più noti fotoreporter, ungherese di nascita e statunitense di adozione. La mostra è curata da Beatrix Lengyel, promossa dal Ministero delle Risorse Umane d’Ungheria e dal Consolato generale di Ungheria a Milano, in collaborazione con la Fondazione Fratelli Alinari, per la storia della fotografia e il patrocinio del Comune di Milano. In mostra settantotto fotogra-

Anziana signora tra le rovine di Agrigento 1943 7- 18 luglio

fie in bianco e nero che documentano il periodo della grande guerra tra il 1943 e il 1944 in Italia durante le operazioni di sbarco in Sicilia e l’inseguimento dei nazisti in fuga lungo la penisola. Gli scatti documentano le diverse fasi della cosiddetta “liberazione” d’Italia, mostrandone l’umanità dolente e partecipe, la resistenza partigiana, il volto antieroico del conflitto con i soldati statunitensi e marocchini colti in attimi di vita quotidiana, quelli tedeschi – prigionie-

ri, caduti – spogliati dalla dimensione marziale. L’occhio di Capa alterna scatti del paesaggio italiano a quello di uomini in fuga che incontra lungo la penisola. Il militare che sorride beffardo mentre lo sciuscià (ossia lo shoe-shine) gli lustra gli scarponi, lo sguardo complice della coppia sullo sfondo, il corteo che segue le camionette che trasportano i soldati applaudendoli e festeggiandoli, i bambini che si assiepano curiosi per ascoltarne i racconti. Immagini che sembrano

Soldato americano in perlustrazione nei dintorni di Troina 4-5 agosto 1943

voler raccontare una possibile quotidianità anche se sofferta e poco prevedibile. La guerra è comunque sempre presente. Nelle macerie lasciate dalle bombe, nella confusione dei volti, nella diffusa povertà, dalle smorfie di dolore dei feriti, dai volti immoti dei caduti, dall’ospedale militare improvvisato in una chiesa. Le fotografie illustrano le montagne vicino a Cassino, teatro di scontri cruenti. Mostra la popolazione in fuga, l’attesa che precede l’attacco, le rovine dietro di sé. Protagonisti di questa serie di scatti sono i militari, come il generale di brigata Theodore Roosvelt jr (figlio del XXVI Presidente degli Stati Uniti), il generale Alphonse Juin, a capo della spedizione francese (poi passato alla storia per aver autorizzato i crimini di guerra commessi dai gourmier, ovvero i soldati di nazionalità marocchina inquadrati nell’esercito francese), le autiste dell’ambulanza che ingannano l’attesa lavorando a maglia. Poi l’arrivo a Napoli dopo

le Quattro Giornate di resistenza partigiana che ha scacciato i tedeschi. Racconta l’orrore delle ultime stragi realizzate dal nemico in fuga, come la bomba a orologeria piazzata alla Posta Centrale che causa cento morti. La resistenza vincente e amara; il difficile ritorno alla normalità con le lunghe file per avere l’acqua. Ogni scatto racchiude in sé una storia, guarda al soggetto con empatia e, pur nella ricerca tecnica, evidente nella composizione dell’inquadratura e, nello studio della luce rivela l’umanità del fotografo, da sempre chiamato – per il suo ruolo di testimone “dietro la macchina” – a non intervenire, ma non a essere indifferente rispetto a ciò che ritrae. Robert Capa, al secolo Endre Friedman, si interessa alla fotografia fin da giovanissimo. Nato in Ungheria nel 1913 da una famiglia della borghesia ebrea entra a far parte di un colto circolo culturale che lo introduce alla rivista Munka (Lavoro). Nel 1931 si trasferisce a Berlino, dove studia scienze politiche e giornalismo, ma ben presto – grazie all’Agenzia Fotografica Dephot, cui viene presentato da Eva Besnyo – comincia a dedicarsi al fotoreportage. In seguito alla nomina di Hitler a Cancelliere del Reich, lascia la Germania e approda a Parigi, dove incontra diversi colleghi fotografi, come il connazionale Andrè Kertsz, David Seymour e Henri Cartier-Bresson, e viene presentato a Lucien Vogel, redattore capo della rivista VU. Dopo Berlino, va in Spagna per documentare nel 1936 la resistenza spagnola. I suoi scatti sono pubblicati da tutte le più importanti riviste illustrate dell’epoca e sono utilizzati anche in alcuni opuscoli

di propaganda per la causa della Repubblica Spagnola. Entra in contatto con artisti impegnati nella causa repubblicana come Ernest Hemingway. Nel 1939 fotografa gli ultimi giorni della guerra civile spagnola ed i profughi spagnoli nel campo di accoglienza di Argèles-sur-Mer e prepara un reportage fotografico del Tour de France per Match. Alla morte di suo padre decide di trasferirsi a New York, dove, in quanto cittadino ungherese, ha continui problemi di passaporto e di visto, che – secondo le sue memorie – decide di risolvere sposando una cittadina statunitense. In seguito vive per sei mesi in Messico, dove realizza scatti relativi alle elezioni presidenziali e agli ultimi giorni di Trotzkij dopo l’attentato. Tra il 1941 e il 1945 il suo obiettivo è puntato sulla Seconda Guerra Mondiale: dalla distruzione di Londra ai reportage sugli sforzi bellici, dallo sbarco degli Alleati a Salerno ed in Normandia alla liberazione di Parigi. Con il suo obiettivo attraversa l’Europa centrale sconvolta dal conflitto: le Ardenne, Lipsia, Norimberga e Berlino. Tornato a Parigi, conosce Ingrid Bergman, con cui intreccia una relazione che durerà due anni. Nel 1946 diventa cittadino americano, trascorre diversi mesi a Hollywood, si avvicina alla regia e lavora sulle sue memorie di guerra, da cui avrebbe voluto trarre una sceneggiatura. In Turchia collabora alla realizzazione di un cortometraggio per la serie di cinegiornali The March of Time. Nel 1947 dà luce a Leggermente Fuori Fuoco, riceve dal governo degli Stati Uniti la Medaglia della Libertà

per i suoi meriti bellici e fonda l’agenzia fotografica indipendente Magnum insieme agli amici e colleghi Henri Cartier-Bresson, David Seymour e George Rodgers. Quella stessa estate, viaggia con John Steinbeck in Unione Sovietica, dall’esperienza nasce il libro Diario Russo, pubblicato l’anno seguente. Fino al 1953 (anno in cui, a causa del clima di sospetto generato dal Maccartismo, gli revocano temporaneamente il passaporto statunitense) viaggia senza sosta, documentando la proclamazione dello stato d’Israele, il conseguente conflitto arabo-israeliano ed i suoi profughi, attraversando Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, accompagnato dal giornalista Theodore H. White, facendo lunghe soste a Parigi per occuparsi della gestione della Magnum. Nell’aprile del 1954, su invito dell’editore Mainichi, arriva in Giappone per realizzare delle fotografie destinate al lancio di una nuova rivista, ma un incarico commissionato da Life, lo spinge ad abbandonare il progetto. All’inizio di maggio raggiunge Hanoi, dove prepara un reportage sull’escalation della Guerra d’Indocina, quindi va in Laos, dove fotografa dei soldati francesi feriti, reduci dalla battaglia di Dien Bien Phu. Tornato a Hanoi si unisce a un convoglio francese in viaggio verso il delta del Fiume Rosso. Il 25 maggio 1954, durante una sosta si allontana dal convoglio e rimane ucciso dall’esplosione di una mina. Viene provvisoriamente sepolto a Hanoi e poi riportato negli Stati Uniti. Le sue spoglie riposano nel cimitero della comunità quacchera di Amawalk, a New York.

Spazio Oberdan Milano

30 gennaio fino al 26 Aprile 2015 Orari dalle 10.00 alle 19.30

info 02774063.02 www.cittametropolitana.mi.it/cultura


domenica 1 marzo 2015

musica Riccardo Sada

U

n pulsante per due: è la novità della nuova stagione di “The Voice of Italy”, il programma che premia la “Voce”, al ritorno in prima serata lo scorso 25 febbraio su Rai2. Accanto ai coach dello scorso anno J-Ax, Noemi e Piero Pelù, la terza edizione vede infatti il debutto della “poltrona doppia” di Roby e Francesco Facchinetti, che dovranno comportarsi come un unico coach e decidere di comune accordo se premere l’unico pulsante che

hanno a disposizione per scegliere, soltanto ascoltando la voce, i talenti che comporranno la propria squadra. Alla conduzione del programma – realizzato da Rai2 in collaborazione con Talpa Italia negli studi del Centro di Produzio-

“The Voice Of Italy” torna e le ugole sono premiate

Torna l’evento televisivo che premia la “Voce”. Insieme ai tre vocal coach J-Ax, Noemi e Piero Pelù debutta una nuova “poltrona doppia”: quella di Roby e Francesco Facchinetti. Conducono Federico Russo e Valentina Correani

ne Tv Rai in via Mecenate a Milano – confermati Federico Russo e Valentina Correani. In tutto, quattordici appuntamenti con la grande musica italiana e internazionale, con cover di brani leggendari e hit del momento suonate live: un percorso che si svilupperà in quattro fasi. Prima di tutto, la formazione dei diversi team nelle cinque Blind Audition all’interno delle quali novità di quest’anno sono le cosiddette “Blind/Audition Blind”, audizioni in cui il cantante non sarà visibile in alcun modo, neppure al pubblico. Si passerà poi alla “scrematura” con le due Battle, i duelli tra i componenti della stessa squadra. Confermata in questa fase l’opzione Steal: il cantante

eliminato da un coach potrà essere recuperato da un altro e inserito nella sua squadra. Seguirà la fase dei due Knock Out e, infine, si entrerà nella parte finale dello show con i cinque Live, che decreteran-

no il vincitore della terza edizione che si aggiudicherà un contratto con la casa discografica Universal Music. Le Quattro Fasi di “The Voice Of Italy” “Blind Audition”: il cantante in gara entra in scena e inizia a cantare, con i coach seduti di spalle, senza possibilità di vederlo. I coach ascoltano e se uno di loro sceglie il cantante schiaccia il pulsante I want you e la sedia si gira. Se nessuno dei coach fa girare la poltrona, il cantante lascia il programma. Se più coach, invece, decidono di girarsi, sarà il cantante in gara a scegliere a chi affidarsi. “Battle”: ogni coach fa eseguire da due diversi artisti della propria squadra la stessa canzone in un vero e proprio “duello”. Al termine il coach sceglierà chi passerà il turno, ma anche quest’anno ci sarà l’opzione “Steal”, grazie alla quale il cantante eliminato da un coach potrà essere recuperato da un altro e inserito nella propria squadra. Ogni coach, però, potrà sfruttare questa possibilità solo due volte nel corso di tutta la fase. “Knockout”: è lo step che precede la fase finale e vede due concorrenti della stessa

Holi torna a Milano e diventa un’esperienza fluo

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abato 7 marzo 2015 Holi, il festival dei colori per antonomasia, torna a Milano. Dopo il grande successo dell’edizione outdoor dello scorso luglio, Holi si palesa nel suo format indoor, sotto forma di Holi Fluo Expe-

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rience. Alla discoteca Limelight la magia dei colori flou è pronta a far divertire il pubblico presente grazie al contrasto che si crea tra le polveri colorate e le luci wood, ed il conseguente effetto cangiante e fosforescente. In consolle ospi-

ti speciali Dzeko & Torres (nella foto), duo canadese che oscilla tra la House e l’EDM e che vantano collaborazioni con artisti quali Chuckie, Steve Aoki, Erick Morillo e soprattutto con la label Musical Freedom di Tiësto, l’iconico dj olan-

dese recentissimo vincitore dei Grammy Awards, gli Oscar della Musica. A fianco di Dzeko & Torres, Ema Stokholma, già protagonista dell’edizione estiva di Holi e Frankie Gada, direttamente da Radio Studiopiù. Presentatrice ufficiale dell’evento, Andrea Delogu, con il compito fondamentale di scandire il conto alla rovescia che scatenerà a più riprese il lancio dei colori fluo. Holi Dance Festival è organizzato da Unconventional Events, Music Priority e Milano Promotion, le stesse strutture che sovraintendono a The Zombie Walk, Monsterland Halloween Festival In The Circus e La Festa Della Musica, quest’ultima prevista da giovedì 18 a domenica 21 giugno 2015, sempre a Milano. Al Limelight Milano di Via Castelbarco 11 (ingresso dai 15 ai 35 euro). Info su http:// www.holidancefestival.it

squadra sfidarsi su due brani diversi. Al termine del confronto, il coach eliminerà un partecipante che questa volta non avrà più possibilità di essere ripescato. “Live Show”: i finalisti di ogni squadra si esibiscono singo-

lo del pubblico da casa, fino all’ultima puntata, nella quale

larmente, con il proprio coach e con gli ospiti. Ogni coach valuterà i propri cantanti, ma al loro voto si unirà quel-

le sorti delle Voci in gara verranno decretate unicamente dai telespettatori. www.thevoiceofitaly.rai.it

Da Toolroom su Just Entertainment

N

ews da Toolroom e da Mark Knight per la precisione che con “Ironing Man” / “Feel Good” approda su Beatport con un’esclusiva. Il proprietario della Toolroom, etichetta storica nel settore della house, consegna il suo primo EP del 2015 annunciando il suo intento musicale di voler scalare ogni chart globale. Fresco della recente campagna #RESET, Mark Knight (nella foto) imposta la direzione musicale dell’etichetta sull’onda della house music più pura, accessibile e di qualità. “Ironing Man” è una traccia che vanta un groove potente mentre “Feel Good Now” è più adatta per gli underground. Info su http://www.j-e.com


domenica 1 marzo 2015

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La storia d’amore tra Riccardo Scamarcio e Valeria Golino dura ormai da dieci anni e la coppia

sono però ancora un mistero che forse non verrà mai svelato, considerato il loro desiderio di avere delle

Valerio Scanu, ex concorrente del talent show “Amici”, condotto da Maria De Filippi, partecipa quest’anno a “L’isola dei Famosi”, durante il quale uno dei naufraghi dichiarerà la sua omosessualità. In molti credono che il concorrente in questione sia proprio Valerio. Il padre del cantante ha dichiarato al settimanale “Chi”, di non credere che il figlio sia omosessuale, ma di non avere problemi se lo Barbara

D’Urso

non smette mai di far parlare di sé, le vengono infatti puntualmente attribuiti flirt e presunti nuovi amori e lei continua a ribadire di essere single, la sua ultima smentita è stata pubblicata dalla rivista “Oggi”. La notizia del suo fidanzamento con il manager Mauro Porcini sembra essere falsa, nonostante il loro presunto avvistamento insieme a

sembrerebbe essere pronta al livello successivo, il matrimonio. La prova delle imminenti nozze è la loro pubblicazione, avvenuta nell’albo pretorio del comune di Andria, luogo in cui l’attore risiede da anni. Il luogo e la data in cui verrà celebrato il matrimonio

fosse. Lui e la madre infatti, genitori sempre più orgogliosi, avrebbero affermato: “Quando dai alla luce un figlio, metti in conto tutto, siamo nel 2015“, sono pronti quindi a sostenerlo in qualsiasi scelta. Sembrano invece meno convinti della sua partecipazione al programma, affermando che preferirebbero vederlo all’Ariston che naufrago su un isola, essendo lui un cantante.

New York, Mauro sarebbe infatti un semplice amico. La regina di regina di Canale 5 ammette però di desiderare un uomo che la ami, che sia protettivo, che sappia tenerle testa e soprattutto che non sappia chi è Barbara D’Urso. La voglia di innamorarsi, essere positivi ed essere superiori alle numerose critiche sembra quindi fondamentale per la conduttrice.

nozze intime. La differenza di età tra i due attori è notevole, lui ha infatti solo trentasei anni mentre lei ne ha cinquanta, ma questo non è mai stato un problema per la coppia, che ora desidera quindi coronare il loro amore.

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** La lista delle presunte fidanzate di Andrea Montolivi si allunga che, ufficialmente è single ma in realtà avrebbe una situazione sentimentale ambigua. In molti infatti sostengono una possibile storia tra l’attore e Fanny Neguesha entrambi naufraghi sull’isola dei Famosi, sembra però che lontano dall’isola ci siano numerose presunte

Anna Tatangelo, reduce dal Festival di Sanremo, ha organizzato al suo compagno, Gigi D’Alessio, una magnifi-

ca festa a sorpresa per i suoi quarantotto anni. La cantante in seguito ha scritto sui social che questo compleanno non poteva pesare inosservato e che quindi aveva scelto di organizzare una magnifica festa invitando numerosi vip come Mara Venier, Ciro Ferrara, Paolo Bonolis, Federico Moccia e altri amici della coppia. I due innamorati immortalati in una foto davanti alla grande torta preparata per il compleanno, sembrano sempre più sereni e felici, pronti a smentire qualsiasi voce che screditi la loro relazione.

ragazze, come la show girl Elena Morali e l’attrice Valeria Nardilli. Sui profili dell’attrice nei vari social network ci sarebbero infatti numerose foto che ritraggono i due felici e spensierati, ci si chiede quindi se si tratti di una relazione ormai finita o se l’attore abbia deciso di diventare un Casanova.


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