PASSO FALSO giovedi 27 marzo 2014 Anno 4 n 14
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Troppi errori, il tecnico di San Vincenzo rischia
Per i nerazzurri l’ombra del Parma
Parola al Baffo
CHE DELUSIONE
Il commento della bandiera interista Sandro Mazzola pag 3
LA PARTITA BASTA ERRORI E. Tramacere
pag 2
BIORITMI
INTER VINCENTE Enzo Occhiuto pag 8
IL PUNTO Severa Bisceglia pag 3
Mazzarri
mai nerazzurro L’OSPITE
INTER UDINESE
Simone Scuffet
A. Caronni
IIL PREDESTINATO pag 4
PALLA ALL’ONOREVOLE intervista a
Francesco Colucci senatore
Lara Comi
pag 8
2
Pensiero Stupendo...
giovedì 27 marzo 2014
OBIETTIVO QUARTO POSTO L’Udinese la scorsa
PUZZA DI BRUCIATO
di Beppe Vigani
la partita
I
l calcio sta diventando uno sport sempre più difficile. La cosa peggiore è la gestione dei rapporti con la stampa. Non si tratta solo di Inter o Milan, ma nella cultura professionale che esiste solo nei contratti, ma mai nei rapporti con i media. Basti guardare nelle interviste. Negli altri paesi allenatori e giocatori sono molto disponibili con la stampa: guardare nelle competizioni internazionali la disponibilità degli avversari che passano nelle mix zone italiane. Nello sport professionistico americano, la lega impone agli allenatori e ai giocatori richiesti di concedere interviste ai giornalisti. Il grande Michael Jordan era solito “bucare” le conferenze e ogni volta era punito con una multa di 80.000 dollari. Da noi la situazione è senza regole. Ognuno fa ciò che ritiene opportuno. Ventura e Conte spesso non parlano (dei giocatori, a parte qualche club, neanche l’ombra), mentre il dopo partita, molto volentieri, diventa quasi un silenzio stampa, soprattutto, delle squadre sconfitte. Non c’è una condotta uniforme nel calcio italiano. Ci fosse una Lega con conduzione più professionistica, qualsiasi giocatore sarebbe obbligato alle dichiarazioni. Non parliamo di regime, ma un cambio di approccio è auspicabile. Bayern, Ajax, Manchester United in fila indiana come bravi boy scout sono sempre disponibili, Inter, Juventus, Milan e compagnia cantante dipendono dal risultato o dai chiari di luna. Non esiste una specifica e in una realtà del genere è una situazione davvero buffa. Se poi sei un giornale
Emanuele Tramacere
S
ervono punti per raggiungere l’Europa”. Più che un auspicio le parole pronunciate da Erick Thohir sono sembrate più un diktat assoluto, un dogma da portare avanti da qui alla fine del campionato senza possibilità di ulteriori errori. Ulteriori, sì, perché l’ennesimo ko stagionale contro l’Atalanta ha lasciato l’amaro in bocca a tutti gli appassionati e addetti ai lavori vicini al
Contro l’Udinese
vietato sbagliare
bisogno. Antonio Di Natale si è riscoperto cannibale d’area di rigore e lo scatto proposto nelle ultime giornate ha permesso di mettere ben 10 punti di distacco fra sé e la zona retrocessione. Sono 4, invece, i punti che separano l’Inter dal quarto posto della Fiorentina. Il vero obiettivo imposto da Thohir, ma che dovrà passare dall’ennesimo banco di prova contro una formazione
Rodrigo Palacio, cannoniere dell’Inter con 13 gol complicato mondo Inter. Neanche il tempo di leccarsi le ferite, neanche la possibilità di studiare gli errori commessi contro la formazione bergamasca, quindi, che è già tempo di campionato. A San Siro arriva l’Udinese, uscita vittoriosa dalla sfida contro il Sassuolo e riscopertasi quanto mai concreta nel momento del
stagione sbancò il Meazza
storicamente ostica per i colori nerazzurri. Mazzarri valuterà attentamente la condizione atletica dei propri uomini e potrebbe presentare un piccolo turnover soprattutto a centrocampo e difesa. Juan Jesus torna dalla squalifica e riconquisterà il proprio posto da titolare nel centrosinistra della classica difesa a tre e
INTER
STADIO
In Casa Ultima Vittoria 9/3/14 Inter-Torino 1-0 Ultimo Pareggio 23/2/14 Inter-Cagliari 1-1 Ultima Sconfitta 23/3/14 Inter-Atalanta 1-2
se Rolando è certo di un posto da titolare il ballottaggio vedrà coinvolti Andrea Ranocchia e Hugo Campagnaro con il primo favorito nel ruolo di centrale e Rolando dirottato sul centrodestra. Ricky Alvarez darà un turno di riposo a Hernanes, la cui condizione atletica continua ad essere altalenante, mentre Mateo Kovacic potrebbe trovare minuti importanti sulla trequarti per far rifiatare Mauro Icardi. Yuto Nagatomo, infine, ritroverà la maglia da titolare con il ballottaggio con Danilo D’Ambrosio che, questa volta, riguarderà la fascia destra con quel Jonathan colpevole sul gol del 2-1 di Giacomo Bonaventura. A San Siro, la mole di gioco prodotto non è corrisposta ad altrettanta concretezza sotto porta. L’allenatore nerazzurro dovrà lavorare sul difetto congenito che questa squadra raramente ha saputo scrollarsi di dosso. La fortuna, certamente, non è favorevole in questo periodo, ma se contro l’Atalanta su 23 tiri in porta i nerazzurri hanno raccolto un gol e quattro pali, contro l’Udinese all’Inter non sarà più concessa questa Inefficacia. Mazzarri si è giocato gran parte delle proprie fiches nella sfida contro l’Atalanta. A San Siro l’Inter dovrà dimostrare al proprio presidente che il futuro del club è lanciato verso l’Europa che conta.
MEAZZA
statistiche Severa Bisceglia
S
u 40 match disputati a Milano tra Inter e Udinese, 22 sono le vittorie per i nerazzurri, 8 quelle dei bianconeri. In tutto i pareggi sono 10. Il primo match tra le due squadre è coinciso con la vittoria più strepitosa dei nerazzurri. Era la 27ª giornata della stagione 1950-1951 quando i padroni di casa piegarono gli avversari per 6-1, grazie a una tripletta di Nyers e reti di Wilkes, Rossetti, Lorenzi; Paulinich per il gol della bandiera dei friulani. Un’altra vittoria dell’Inter, diversa nella forma ma uguale nella sostanza, fu quella della 18ª giornata del campionato 1958-1959: 5-0 firmato da una doppietta di Angelillo e reti di Bicicli, Lindskog, Firmani. Per quanto riguarda l’Udinese, la sua vittoria più netta la ottenne nell’ultima giornata della scorsa stagione: 5-2 con Pinzi, Domizzi,
Di Natale, Gabriel Silva e Muriel per gli uomini di Guidolin, mentre per i nerazzurri andarono a segno Juan e Rocchi.. Complessivamente nell’incontro InterUdinese, sono realizzati 114 gol, di cui 71 a favore dei padroni di casa e 43 a favore degli ospiti. Inter-Udinese hanno realizzato più reti nel secondo tempo. Nella prima frazione di gara le due squadre hanno segnato 49 gol, nel secondo tempo 62. Nel primo tempo l’Inter ha gonfiato 31 volte la rete degli avversari contro le 18 dell’Udinese. Nella ripresa le reti realizzate dai nerazzurri sono 40, quelle dei friulani 25. L’ultimo successo dell’Udinese è della 14ª giornata della scorsa stagione: 1-0 con gol di Isla. E’ da due campionati che l’Inter perde con i friulani: dopo la sconfitta della scorsa stagione, anche nel campionato 2011-2012 i nerazzurri persero per 1-0 per un gol di Isla. L’ultima vittoria dei padroni di casa è stata conseguita tre stagioni fa: 2-1 per i gol di Lucio ed Eto’o, mentre per gli ospiti realizzò Floro Flores.
il bomber bianconero Toto Di Natale
ORE 20,45
UDINESE In Casa Ultima Vittoria 23/3/14 Udinese-Sassuolo 1-0 Ultimo Pareggio 23/2/14 Udinese-Atalanta 1-1 Ultima Sconfitta 19/1/14 Udinese-Lazio 2-3
Fuori Casa Ultima Vittoria 16/3/14 Verona-Inter 0-2 Ultimo Pareggio 2/3/14 Roma-Inter 0-0 Ultima Sconfitta 2/2/14 Juventus-Inter 3-1
Fuori Casa Ultima Vittoria 2/2/14 Bologna-Udinese 0-2 Ultimo Pareggio 16/2/14 Genoa-Udinese 3-3 Ultima Sconfitta 16/3/14 Roma-Udinese 3-2
Eduardo De Filippo, drammaturco, attore, regista e poeta italiano
di provincia o una realtà piccolissima è notte fonda. Un sassolino dalla scarpa era doveroso toglierselo, anche se cambiare la testa agli scienziati del Palazzo è molto dura. Proiettandoci a corpo morto sul campionato, le milanesi, domenica scorsa, hanno perso una grande occasione. L’Inter sarebbe potuto arrivare a -8 dal Napoli, mentre il Milan avrebbe fatto un passo importante verso lidi più vicini al suo blasone e, chissà, alla riconferma di Seedorf, il quale contro la Fiorentina, a sentire le tanti voci di corridoio, in caso di sconfitta potrebbe essere invitato a lasciare la nave rossonera. “Ha da passà nuttata”, lo diceva Eduardo De Filippo (in Napoli milionaria, 1945).
Arbitro: Xxxx Allenatore
Walter Mazzarri
INTER (3-5-2) Handanovic Rolando, Ranocchia, Juan Jesus; Jonathan, Guarin, Cambiasso, Hernanes, Nagatomo; alacio, Icardi
Xxxx di Xxxxx Allenatore
Francesco Guidolin
UDINESE (3-5-1-1) Scuffet; Heurtaux, Danilo, Domizzi; Widmer, Pinzi, Badu, Pereyra, Basta; B. Fernandes; Di Natale
PRIMA IL SORRISO
giovedì 27 marzo 2014
Sandro Mazzola
N
emmeno il tempo per festeggiare la bella e convincente vittoria col Verona, ed ecco che puntuale arriva un nuovo passo falso con la battuta d’arresto casalinga contro l’Atalanta. Peccato, forse c’eravamo illusi di aver voltato pagina con la serie positiva messa a segno nelle ultime settimane. Invece siamo allo stesso punto di partenza, con l’Europa League nuovamente in bilico e con la squadra ancora alle prese con problemi psicologici e di tenuta fisica. L’Atalanta, lo avevo sottolineato alla vigilia della gara, era una brutta gatta da pelare, però sinceramen-
POI LA DELUSIONE
te non pensavo che i ragazzi si trovassero in una situazione così precaria che alla fine ci è costata la sconfitta. E’ vero, l’Inter è stata anche molto sfortunata per aver colpito tre pali, ma molto prima avevamo avuto la possibilità di chiudere la gara a nostro favore una volta agguantato, nel giro di un minuto, il pareggio dopo il gol subito da Bonaventura. La posizione in classifica, malgrado questo contrattempo, è comunque abbastanza buona perché dietro ha rallentato il Verona. Però ora c’è il Parma che viaggia al nostro fianco, tra l’altro con una partita da recuperare. E’ chiaro che a questo punto non possiamo fallire l’obiettivo dei tre punti con l’Udinese, un
avversario che Guidolin ha portato di nuovo verso la salvezza e i piani tranquilli della classifica dopo una parentesi di risultati negativi. Buon per noi che i friulani hanno vinto con il Sassuolo ma questo ha una rilevanza poco importante perché Di Natale e compagni a San Siro, come sempre, vorranno fare bella figura. Spendo due parole per Immobile. Il ragazzo di Ventura è pronto per il Brasile e con lui Prandelli ha sicuramente in tasca un jolly in più, al di la della chiamata di Cassano o di Totti.
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bioritmi Enzo Occhiuto
L
’Inter, dopo aver subito la pesante sconfitta dall’Atalanta, cerca di risalire la corrente verso il quarto posto in classifica affrontando la coriacea Udinese. L’analisi della biosituazione dei singoli giocatori mette in risalto un leggero stato di benessere psicofisico dell’Inter 6.00 contro un
valore medio di 5.96 dell’Udinese. Secondo questa lettura bioritmica, i neroazzurri dovrebbero essere avvantaggiati sulla carta, ed avere più possibilità di vittoria rispetto alla formazione guidata dal bravo Guidolin. Attenzione Inter , però, a non sottovalutare troppo gli avversari, in quanto la capacità di intuizione dei loro attaccanti risulta superiore alla media. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei singoli atleti, i padroni di casa risultano, dal punto di vista
emozionale, maggiormente stimolati agonisticamente con 6.21 della compagine veneta con 5.98 di valore assoluto. In particolare citiamo Jonathan 6.50, Palacio, Icardi, D’Ambrosio, Campagnaro e Nagatomo 6.45 contro Basta 6.45, Badu 6.39, Di Natale e Fernandez 6.00. I bianconeri risultano più dotati fisicamente con 5.94 dei neroazzurri con 5.90 : Badu 6.5, Muriel e Lopez 6.47, Basta 6.37 contro Nagatomo 6.47, Alvarez 6.44 e Palacio 6,41.
VITTORIA DELLA BENEAMATA
l’attaccante del Torino Ciro Immobile
INTER–UDINESE CHE QUOTA L’1 + GOL! a Serie A giunge alla 30ª giornata e a San Siro posticipo tra Inter e Udinese con i nerazzurri reduci dal pesante ko di domenica contro l’Atalanta. I Mazzarriboys sono alla ricerca di un successo per scacciare le paure di vivere un finale di stagione ano-
ragazzi di Guidolin che alternano imprese come quella in Coppa Italia col Milan a vere debacle come all’andata quando l’Inter passeggiò al Friuli dimostrando una superiorità netta. Una gara che vede i nerazzurri favoriti e la giocata più allettante è l’1 + Gol, ossia la vittoria dell’Inter con entrambe le squadre a segno che è offerta mediamente dai concessionari italiani intorno al 2,10. Altra opzione da tenere in considerazione è la giocata sul Parziale/Finale (bisogna indovinare il risultato del primo tempo e quel-
italiani dal vostro Smartphone, Iphone o Tablet ed entrare nel mondo della giocata durante lo svolgimento del match. Scommettete Live sulla vostra squadra del cuore ed esultate il doppio, ma ricordatevi di farlo con RESPONSABILITA’. Infine parliamo di Champions League che tra pochi giorni vivrà l’emozione dei quarti di finale, ahi noi, senza italiane: strada in discesa per Barcellona, Bayern Monaco e Real Madrid, più dura per Mourinho e il Chelsea. E’ il primo responso dei
nimo, dopo i progressi mostrati fin dall’innesto, nel mercato di gennaio, di elementi come Hernanes; speranze affidate alla ritrovata forma di Icardi e ai guizzi di un Palacio sempre protagonista contro una formazione come quella friulana che negli spazi riesce a dare sempre il meglio. Campionato in chiaroscuro per i
lo del finale) X/1 con i nerazzurri che devono avere la meglio dei friulani nella ripresa e che paga decisamente bene, infatti con 10 euro giocati se ne possono vincere circa 45. Non dimenticatevi che scommettere Live su questo evento è possibile, basta scaricare una delle tante applicazioni dei maggiori concessionari
bookmaker internazionali, come riporta Agipronews, dopo i sorteggi. I bavaresi, campioni in carica, hanno il compito più facile, almeno in lavagna: il passaggio del turno contro il Manchester United si gioca appena a 1,08, mentre per i Red Devils si sale a 6,50. Bene anche i blaugrana (a 1,20), impegnati nel derby contro l’Atletico Madrid (4,00); vola Ancelotti con i blancos e pure in questo caso la qualificazione alla semifinale vale 1,20 contro il 4,00 del Borussia Dortmund. In bilico, invece, le previsioni per il testa a testa tra Chelsea e Psg: in quota vincono di un soffio i francesi, offerti a 1,85, mentre la promozione dei Blues è piazzata a 1,90. In bocca al lupo.
scommesse Pino Sardiello
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MAZZARRI, MAI STATO NERAZZURRO il punto
L
Severa Bisceglia
’era Thohir, in silenzio, inizia a farsi sentire e, forse, i calciatori nerazzurri che fin qui hanno ‘tirato a campare’ iniziano a sentire venir meno sotto i piedi l’erba del campo di San Siro. Dopo Vidic e Hernanes il terzo colpo con il botto è il messicano Javier
Non osa e non carica i suoi ragazzi pletare la rosa della nuova Inter. Mentre per il futuro sembra tutto pronto, in questo finale di campionato, invece, non è ancora pronto nulla e, i due gol subiti in casa dall’Atalanta, non fanno che confermare ancora una volta che Mazzarri non è da Inter e che i pochi risultati utili, fin qui, della Beneamata sono legati a singoli episodi. L’Inter non c’è e Mazzarri ancora meno. In casa
Milan si prevede pulizie. Clarence Seedorf è stato convocato venerdì scorso da Adriano Galliani nella sede del Milan, l’amministratore delegato del Diavolo chiede delle garanzie di rinascita al tecnico olandese. Alla luce di quanto visto domenica contro la Lazio è corretto ipotizzare che poco può fare Seedorf. La buona sorte, grazie al gol fortunoso, ha solo evitato ancora una sconfitta.
Il riscatto nerazzurro contro la tranquillità friulana l’uomo meno interista della rosa Hernández Balcázar. Il ventiseienne attaccante del Manchester United, rapido nelle azioni e con un buon fiuto del gol, arriverà a Milano il 1 luglio a ricoprire il ruolo lasciato libero dalla partenza del Principe Diego Milito. Altro validissimo ragazzo seguito dal d.t. Piero Ausilio è il centrocampista del Borussia Mönchengladbach, Granit Xhaka. Lo svizzero, di origine kosovara, sarebbe l’investimento giusto proiettato nel tempo, vista la giovane età, 21 anni. Ora bisogna solo capire quale dei nerazzurri sarà sacrificato, tra Handanovic, Guarin, Kovacic e probabilmente anche Icardi, per fare cassa in vista del mercato estivo per com-
la giusta preoccupazione di Walter Mazzarri
giovedì 27 marzo 2014
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IL BIVIO: EUROPA E NON EUROPA
Aldo Colombo
’era puzza di bruciato e l’arC rosto l’ha completato il redivivo WM, rovesciando a dritta e rovescia nel secondo tempo un Inter che si era dignitosamente comportata nei primi quarantacinque minuti. E così, sempre restando in tema gastronomico, la frittata si è completata al novantesimo in punto, con l’Atalanta capace di espugnare San Siro e rompere la miniserie positiva della brigata di Thohir, ripiombando nell’anonimato. Ovviamente c’è stata anche un po’ di sfiga (anzi bella abbondante) con i legni che hanno sempre detto no a Palacio and company, e con un Atalanta di livello europeo, alla faccia di chi dice che Colantuono sia solo un motivatore e basta, oppure un semplice allenatore di muscoli. Forse, diciamo la verità, è una bella occasione questo infrasettimanale che arriva subito a lenire (speriamo) le recenti e sanguinose ferite. Mazzarri non è fortunato anche in questo caso perché sulla sua strada (e sempre a San Siro) trova un Udinese rivitalizzata dal maestro sottostimato Guidolin. D’obbligo vincere, ma lo dicevamo pure una settimana fa con l’Atalanta e non ha portato buono, e occhio
perché si è risvegliato anche Totò Di Natale, tanto per gradire. In due parole anche stavolta sarà imprescindibile il rendimento degli unici due con quel briciolo di classe utile per svoltare e per girare la partita: stiamo parlando di Guarin e Hernanes che, guarda caso, contro l’Atalanta hanno avuto un rendimento, definiamolo così, “normale”. Cioè non sono andati male ma non sono andati neppure aldilà del cosiddetto compitino scolastico. Eh no! Da Ferdi e dall’uomo della Bibbia ci si aspetta molto ma molto di più, è il momento di sclassare, come si dice in gergo. Non è in dubbio l’impegno, chiariamo subito: Guarin, dopo la querelle di mercato di gennaio, ha cominciato ad allenarsi di buzzo buono e i risultati si sono visti subito: non è più un corpo estraneo alla squadra, non è più un solista vanaglorioso, è diventato una risorsa, grazie anche (e questo bisogna riconoscerglielo) ad un lungo lavoro psicomotivazionale ben svolto da Mazzarri stesso. Ferdi ha imparato a servire i compagni, ad usare il tiro da fuori al momento giusto, ad alzare ogni tanto la testa. Gli si
chiede solamente un pizzico di cattiveria in più proprio negli ultimi metri perché potrebbe essere un realizzatore coi fiocchi e invece non lo è ancora. Il capitolo Hernanes invece va preso con più calma visto che l’ex laziale è in nerazzurro da troppo poco tempo: l’inserimento, comunque, è stato più che positivo, anche lui con l’Atalanta però non è andato al di là di una regia un po’ troppo elementare e scolastica. Può fare di più, molto di più, è stato comprato per questo, e il primo banco di prova sarà proprio il centrocampo dei friulani che Guidolin schiera sempre in modo assai compatto. D’altra parte lo ha detto proprio lo stesso Mazzarri in una recente intervista alla Gazza: “Io do un’identità ma sono i giocatori bravi a fare la differenza e dunque conta anche la qualità e non solo il lavoro del tecnico. Più forti sono i giocatori e più facile è arrivare in alto”. Parole sante che sanno di investitura proprio per Hernanes e Guarin. A loro la risposta questo giovedì sera, in un match che si preannuncia altamente spettacolare.
Marco Papetti
S
ui possibili 6 punti da conquistare a San Siro nelle due partite casalinghe ravvicinate ne sono rimasti solamente 3, dopo l’immeritata sconfitta con l’Atalanta. In classifica non è cambiato molto ma forse in virtù del calendario e dei risultati è opportuno fare una serie di considerazioni sulla qualificazione all’Europa League (la Champions non è più neanche un miraggio). E’ proprio così strategica per la prossima stagione? E’ vero come abbiamo scritto nel numero precedente che la competizione europea garantisce visibilità e introiti (certamente limitati rispetto alla sorella maggiore chiamata Champions) ma anche un forte dispendio di energia che può compromettere l’intera stagione. Rispetto allo scorso anno l’Inter poi ha 3 punti in meno
e dovrà affrontare una serie di squadre molto motivate in lotta per la salvezza (Bologna e Livorno in primis). A questo punto conviene restare un altro anno senza trasferte ufficiali in Europa ma puntare forte sul campionato 2014/2015 e gettare le basi per il futuro immediato e non. Detto questo la partita di stasera è comunque da vincere ma è insidiosa dato che l’Udinese di Guidolin e Di Natale ha ripreso continuità di gioco e risultati e la squadra vuole ritagliarsi un finale di stagione tranquillo dopo
un’annata altalenante. Totò Di Natale dopo il record di presenze (siamo a quota 324) con la maglia bianconera punta ai 200 gol in serie A e San Siro è sempre un palcoscenico importante dove mostrare le proprie qualità tecniche. Tocca a Thohir la cui presenza in tribuna è assicurata dopo il volto transoceanico indicare con chiarezza la strada da seguire a tutta la società e alla squadra per garantire quella solidità finanziaria, tecnica e mediatica che tanto stiamo cercando in questi mesi.
IL PREDESTINATO l’ospite Alessandra Caronni
In campo mostra sicurezza e spirito reattivo
H RANOCCHIA Sembra rinato, Mazzarri lo aveva accantonato, poi lo ha ripescato e lui ha risposto alla grande, perfetto, preciso, tempista, senza una sbavatura. Chapeau!
TOP
& FLOP FLOP
di Aldo Colombo
CAMPAGNARO Lui invece ha perso la sicurezza dell’inizio campionato e da risorsa sembra diventato una palla al piede. Complice l’infortunio non è più lui, urge rinascita!
a 17 anni e difende i pali dell’Udinese. Sembra di vedere all’opera il Buffon dei primi tempi. Ha avuto la possibilità di prendere il posto di Brkić e Kelava e non ha deluso le aspettative. Simone Scuffet è stata sicuramente la migliore e più coraggiosa scelta da parte della società friulana. L’estremo difensore può anche sognare un ruolo diverso rispetto a quello che inizialmente si sarebbe aspettato una manciata di mesi fa. Le prestazioni con le varie under erano sempre di livello. Tuttavia, ora, Prandelli deve pensare al suo futuro: portarselo dietro ai mondiali, per un po’ di esperienza formativa, dietro a due mostri sacri come il citato Buffon e Sirigu. E infatti dal 10 al 12 marzo scorsi ha preso parte a uno stage con il c.t. della Nazionale. Un ruolo marginale, verrebbe da dire, ma dopo quello che è successo a Udine in questa stagione nulla sarebbe davvero da escludere. Con la Nazionale Under-17 italiana, Scuffet ha partecipato al mondiale Under-17 2013, distinguendosi peraltro come uno dei migliori giocatori della selezione azzurra. Il dirigente sportivo Giuliano Giannichedda lo vede costantemente lavorare sodo. Il portierino di Remanzacco sem-
bra già pronto fisicamente. Ma sta per arrivare il momento della responsabilità. Passato quello dell’apprendistato, tutti saranno lì col fucile spianato. Tutti lo aspetteranno al varco, pronti alla critica al primo errore e a
dire che quello è troppo giovane, che serve tempo. Siamo tuttavia a pochi passi dai Mondiali e dai grandi appuntamenti. Scuffet dovrà solo rispondere sul campo. E rivelare definitivamente il proprio innato talento.
Chi è Simone Scuffet Nato a Udine il 31 maggio del ‘96, Simone Scuffet è il portiere dell’Udinese e della Nazionale italiana Under-18, cresciuto nella formazione Primavera della squadra friulana. Ha esordito in Serie A il primo febbraio scorso, a 17 anni, in Bologna-Udinese (0-2), 22esima di campionato, per via di un infortunio al portiere titolare Brkić.
PERLA PIRLO
giovedì 27 marzo 2014
LA PIU BELLA DEL REAME E’ SEMPRE LEI
La Juve prosegue la sua marcia trionfale campionato Laura Tangari
L
’Inter prova a rialzare la testa con l’Udinese dopo il capitombolo casalingo con l’Atalanta. Ma quanta sfortuna con i bergamaschi non tanto per i tre legni colpiti quanto per le occasioni da gol gettate al vento. Fortuna vuole, si fa per dire, che l’Udinese domenica pomeriggio ha messo sotto il Sassuolo attenuando di conseguenza la tensione in casa friulana dopo la serie nera di qualche settimana fa. Per la Beneamata, insomma, visto come
si sono messe a posto le cose nel clan bianconero, una serata, quella odierna, che potrebbe regalare a Mazzarri un piccolo sorriso in prospettiva europea, oltre a stemperare la tensione venuta a galla dopo il kappaò casalingo con l’Atalanta. In cima il campionato sembra, comunque, ormai concluso perché la Juventus col successo di misura di quattro sere fa col Catania è destinata a fare una passeggiata da qua al 18 maggio quando col Cagliari a Torino calerà il sipario sul campionato. La lotta per il secondo posto, pure quella, sembra oramai decisa, considerando il capitombolo casalingo del Napoli con la Fiorentina e la vittoria
della Roma a Verona col Chievo. Per la Viola è atteso in rientro di Giuseppe Rossi ma nel contempo va male per l’infortunio di Gomez nel match del San Paolo con i partenopei. Per il Milan, invece, altri problemi malgrado il pareggio dell’Olimpico con la Lazio e la trasferta pirotecnica del Franchi con la Fiorentina di ieri sera. In coda lottano col coltello fra i denti Catania, Sassuolo, Chievo e Livorno. I prossimi turni, col Bologna leggermente avvantaggiato rispetto alla concorrenza, saranno velenosi perché un piccolo passo falso potrebbe segnare una svolta per tre di queste quattro formazioni in lotta per non retrocedere.
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europa league
Severa Bisceglia
P
eccato per le altre italiane che hanno rassegnato le dimissioni in anticipo rispetto alle aspettative. Per Juventus-Fiorentina non ci si poteva aspettare altro, una delle due squadre sarebbe comunque dovuta uscire, una perla dell’insostituibile Pirlo, sulla quale nulla ha potuto l’incolpevole Neto, ha spedito i bianco-
NAUFRAGA LA FINALE
TUTTA ITALIANA ammonizioni, commesso da Gonzalo Rodriguez su Llorente, da quella posizione Pirlo non sbaglia mai, per lui è come calciare un rigore. Sul finale i bianconeri hanno dimostrato che non è casuale il primato in classifica del nostro campionato confermato anche dal netto vantaggio sulle squadre che seguono. Complimenti alla Juve che continua a sognare una finale di Europa League nel suo stadio. A questo punto tutti tifiamo
no dominato dall’inizio della gara e controllato la partita per almeno 70 minuti, ma non hanno concretizzato sprecando troppe occasioni: Insigne, Ghoulam, Higuain e Mertens hanno fallito il gol qualificazione. E’ inevitabile, se sbagli così tanto prima o poi il gol che fa riaprire i giochi arriva, e così è stato. Ghilas al 69’, entrato da soli tre minuti, e l’ex interista Quaresma gelano i tifosi del San Paolo, l’avventura in Europa finisce
la magia di Pirlo porta la Juve ai quarti di finale
la Fiorentina calpesta il Napoli
MOURINHO vs IBRA AL PARCO DEI PRINCIPI champions
I
Luigi Sada
l sorteggio di Nyon ha regalato una smorfia a Josè Mourinho. Il suo Chelsea, nella gara d’andata dei quarti di finale di Champions, dovrà vedersela al Parco dei Principi col Psg di Ibra, un avversario, quello parigino, che sicuramente il Number One avrebbe preferito nella circostanza evitare non tanto per la presenza del bomber svedese quanto per la forza d’urto che possiede il collettivo di Blanc in questa sua straordinaria stagio-
ne. La gara si disputerà il prossimo 2 aprile in concomitanza con l’altra sfida del Bernabeu dove il Real Madrid ospiterà i tedeschi del Borussia Dortmunt di Jurgen Klopp altalenanti in campionato ma sempre pronti al colpo vincente in Champions. Le ultime notizie provenienti dalla Bundesliga non sono molto esaltanti per i vice campioni d’Europa distanziati ormai in classifica di venticinque punti dal Bayern Monaco di Pep Guardiola che a sua volta scenderà in campo il giorno prima affrontando a Manchester lo United di Moyes
in leggera ripresa in Premier dopo la disastrosa stagione che sta mettendo in dubbio la partecipazione alla prossima Champions. Gli inglesi, tra l’altro, hanno conquistato la qualificazione con grande fatica eliminando all’Old Traffor i greci dell’Oympiacos usciti vittoriosi nella gara d’andata degli ottavi del Pireo per 2-0. Il Bayern ha ormai vinto la Bundesliga con largo anticipo e per Muller e compagni le prospettive del passaggio del turno sono più che concrete. Tutto da seguire invece l’inedito derby spagnolo fra il Barca e l’Atletico Madrid, con i Colchoneros pronti a fare uno sgambetto a Messi e compagni.
neri direttamente ai quarti di finale. Ha deluso la Fiorentina che non è riuscita a sfruttare il vantaggio del pareggio nella sfida dell’andata, troppo inconcludente negli ultimi quindi metri e troppe occasioni sprecate da Mario Gomez, Pizarro e Ilicic che spara alto un gol già fatto. Insomma i viola hanno deciso di perderla questa partita e lo conferma l’inutile fallo, costato l’espulsione per somma di
Juve, unica squadra italiana rimasta in Europa. L’eliminazione del Napoli, invece, ha lasciato l’amaro in bocca, proprio come accaduto in Champions dove ha subito l’eliminazione nonostante i 12 punti conquistati. L’illusione del gol di Pandev, che ha lasciato sperare il ribaltamento dell’1-0 subito all’andata, è durato poco. Benitez ha fallito anche questo obiettivo, peccato, i partenopei han-
qua. Il 2-2 finale permette al Napoli di uscire dalla competizione a testa alta, ma resta comunque eliminata. Non resta che augurare alla Juventus di superare i quarti di finale contro il Lione che affronterà il prossimo 3 aprile, a Lione appunto, e la settimana successiva allo Juventus Stadium. L’urna di Nyon è stata clemente con la squadra bianconera, evitate Benfica e Porto.
il valzer degli arrivi in maglia nerazzurra non è affatto finito, anzi, dal momento che sul piatto viene messo pure Podolski ecco che un’Inter targata Wenger sembra prendere piede al di là delle smentite lanciate dai diretti interessati. Quanto costa l’ingaggio del tecnico francese nessuno lo dice, ma pensiamo che Thohir abbia fatto bene i conti, anche se le valutazioni dei mister d’oltre Manica sembrano assai esagerate considerando i quattrini sborsati di recente dallo Zenit San Pietroburgo per Vilas
Boas subentrato a Spalletti alla guida della squadra russa. Per il portoghese, ex Tottenham, si parla di sette milioni a stagione… .e pensare che Vilas Boas, dopo i disastri con gli Spurs, veniva considerato un perdente. Intanto il Psg è tornato alla carica per Pogba. I parigini sarebbe disposta a dare alla Juventus Cavani e Pastore, più un piccolo conguaglio. Blanc spera che i dirigenti del club ce la facciano a chiudere positivamente la trattativa, altrimenti l’interesse verrà spostato su Piquè.
DZEKO SI AVVICINA mercato Luigi Sada Un nome su tutti, per l’Inter: Dzeko. Il bosniaco del City è stufo di giocare a corrente alternata in Premier con l’undici guidato da Pellegrini e a fine stagione potrebbe fare le valige per Milano dove Vidic, neo acquisto di Thohir, lo aspetterebbe a braccia aperte per far tornare grande l’Inter dopo queste ultime stagioni disastrose del dopo-Mourinho. Se ci sia Wenger o Spalletti, oppure ancora Mazzarri, sulla panchina nerazzurra questo è tutto da vedere, però se sono vere le voci messe in giro da alcuni quotidiani inglesi sul possibile addio di Sagnà all’Arsenal per far tappa a Milano, allora la cosa potrebbe diventare tremendamente seria, non solo per Sagnà ma pure per Wenger ormai ai ferri corti con i Gunners dopo il 6-0 incassato dal Chelsea dal suo Arsenal nell’ultima di campionato. Ma occhio perché
il bosniaco Edin Džeko, attaccante del Manchester City
amarcord ***
Il Barone, all’anagrafe Franco Causio, fa il suo esodio in prima squadra con il Lecce, anch’essa al primo anno di Serie A, sua città natale, ma ben presto viene notato dalle grandi società e, dopo una parentesi alla Sambenettese, arriva sul grande palcoscenico Juventino dove, però, non scenderà
mai in campo. Dopo un po’ di anni passati con le valige sempre pronte si accasa ancora alla Juventus, questa volta per ben undici anni. Non si fa mancare neppure lo stadio di San Siro e il Friuli. Dalle zebre passa all’Udinese (1981-1984) e in tre stagioni segna 11 reti in 83 presenze. Con la maglia dell’Udinese riconquista un posto in Nazionale, già campione del mondo Spagna 82. Nel 1984 si trasferisce all’Inter per una sola stagione e in ventiquattro presenze resta a digiuno di gol.
Marco Branca, di ruolo attaccante e soprannominato ‘il cigno di Grosseto’, fa il suo esordio da professionista con il Cagliari, ma dopo due stagioni si trasferisce a Udine. L’esordio in bianconero non gli porta molta fortuna, due sole reti in 18 partite giocate, un po’ pochino per un attaccante. Dopo la pausa di un anno alla Sampdoria torna all’Udinese per due campionati (1992-1994), scende in campo in 58 incontri e segna 22 reti. Nel 1995 arriva all’Inter per sei miliardi di lire. L’esordio in nerazzurro è contro la sua ex squadra, l’Udinese. Nella sua prima stagione in Serie A con la maglia nerazzurra realizza 17 gol in 24 partite. La stagione
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L’attaccante tedesco Oliver Bierhoff arriva in Italia nel 1991 perché acquistato dall’Inter con la cui maglia, però, non disputò nessun incontro. Dopo quattro anni passati all’Ascoli viene acquistato dall’Udinese per 2,5 miliardi di lire. Con i binconeri disputa tre stagioni ad alti livelli. Nel primo campionato segna 18 gol, l’anno successivo, grazie anche ai suoi gol, l’Udinese si piazza al quinto posto che garantisce la partecipazione alla Coppa UREFA, il terzo anno sarà capocannoniere di Serie A con 27 gol e porta la sua squadra al terzo posto dietro Juventus e Inter. Grazie alle eccellenti prestazioni con l’Udinese, viene convocato per la prima volta nella Nazionale tedesca.
successiva raccoglie un bottino più magro, 5 gol in 21 partite di campionato e 1 nelle Coppe Europee. Chiusa la carriera di calciatore in altre squadre fa ritorno all’Inter nel 2002 come capo degli osservatori, nel 2003 viene promosso a Responsabile dell’area tecnica. L’8 febbraio 2014 Marco Branca chiude definitivamente ogni rapporto con la società F.C. Internazionale.
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zurra per quattro stagioni segnando anche 3 reti in 109 presenze. Al termine dell’esperienza in nerazzurro si trasferisce a Udine per una sola stagione, 2 reti in 20 presenze per lui, ma l’anno successivo lascia in bianconeri retrocessi in Serie B a causa della penalizzazione di 9 punti.
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Il difensore centrale Fulvio Collovati, cresciuto nel vivaio rossonero, dopo sei anni passati in prima squadra e con il titolo di campione del mondo in tasca, cambia sponda del naviglio e indossa la maglia neraz-
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Marco Delvecchio, di ruolo attaccante, inizia la sua carrie-
ra da professionista con la maglia nerazzurra, correva l’anno 1991. Non trovando molto spazio all’Inter, viene mandato a fare esperienza prima a Venezia, dove si ferma 1 anno, a seguire ancora 1 anno a Udine dove non riesce a segnare neppure 1 gol in 7 partite giocate. L’anno successivo torna all’Inter, per una sola stagione, centrando 5 volte la rete avversaria in 33 partite giocate.
giovedì 27 marzo 2014
vita di club Giovanni Labanca
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dore di petrolio al Centro Coordinamento. Riyad, capitale del giacimento petrolifero più grande del mondo, sbarca a Milano e si iscrive nelle fila degli Inter Club e così la mappa degli Inter Club si è arricchita di una nuova prestigiosa stella. Un nutrito gruppo di giovani inte-
risti sauditi ha infatti affiliato al CCIC l’Inter Club Interksa, che vuole diventare un punto di riferimento importante per tutti gli interisti non solo di Riyad, ma di tutta l’Arabia Saudita. Il club vanta già 109 soci iscritti e il direttivo sta lavorando per migliorare ulteriormente il già ottimo risultato raggiunto, in attesa di poter coronare il proprio sogno: una trasferta a Milano per vedere dal vivo una partita della nostra Inter. E noi,Stadio5 e tifosi milanesi e non, siamo pronti ad accoglierli a bracca aperte.
Inter club Arabia Saudita
Inter Club Milano Centro Le gambe d’oro al cinema I
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unedì 17 marzo, presso il ristorante Botinero di via San Marco a Milano, si è celebrato il 15° anniversario dell’Inter Club Milano Centro. Presenti alla serata come ospiti il capitano Javier Zanetti, con sua moglie Paula, e Ruben Botta.Durante la serata è stata organizzata una lotteria dove è stata messa in palio una maglia di Zanetti, la sua fascia da capitano e 10 gagliardetti ufficiali. Il ricavato è stato destinato alla Fondazione Pupi.
INTER CLUB Jakarta D ue giorni di lavoro intenso e la gioia finale per la vittoria con il Torino nel giorno del 106esimo compleanno della Beneamata; si può così riassumere il meeting che ha visto coinvolte le varie sezioni dell’Inter Club Indonesia Moratti che si sono
radunate a Jakarta nell’ultimo week end. Tanti i partecipanti e tanto l’entusiasmo dimostrato ancora una volta dall’Inter Club più numeroso al mondo, sempre al fianco dell’Inter anche a 11095 km. Il tifo unisce più di quanto la distanza allontani.
l cinema in generale non si è mai occupato molto di calcio non sortendo mai un effetto domino. Ricordo in una sala cinematografica il lungo scrosciante applauso per la rovesciata di Pelè, al termine di ‘Fuga per la vittoria’ (1981) diretto da John Huston. Un film liberamente ispirato alla partita della morte di Kiev il 9 agosto 1942 tra calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell’aviazione tedesca Luftwaffe, un film che può definirsi una pietra miliare del binomio calciocinema, oggi ancora molto popolare soprattutto per la presenza del celeberrimo Pelé. La partita per i nazisti è una buona propaganda e per i nostri una chance d’evasione. Alla fine del primo tempo i nostri sono sotto di tre gol. Un film che parte stretto e desolato nel campo di Gensdorff, va avanti sulla doppia tensione della guerra e della partita che crea un movimento di popolo che smuoverebbe le lacrime alle pietre. Huston sembra divertirsi da matti, i calciofili-cinefili sono in paradiso. Altri film che vale la pena menzionare è Gambe D’Oro diretto da Turi Vasile, protagonista il grande Totò nel ruolo del ricco ma tirchio produttore di vini pregiati il Barone Luigi Fontana che è anche presidente della squadra di calcio dilettantistica del Cerignola vicina alla promozione. L’ambiente è idilliaco con tutti i giocatori legati come fratelli. L’equilibrio viene sconvolto dall’arrivo di un procuratore milanese (questi milanesi), vuolea acquistare due giocatori creando le gelosie degli altri. Tutto si risolverà nel migliore dei modi con un’amichevole contro la Nazionale italiana. Il film racconta una Italia lontana anni luce, con valori che oggi sembrano chimere. Da sottolineare un film inglese ‘Febbre a 90°’ (Fever Pitch) diretto da David Evans nel 1997, tratto dall’omonimo romanzo di Nick Hornby. Il film ha come protagonista Paul Ashworth, figlio di genitori divorziati, che vive nella periferia di Londra, e la struttura della narrazione è caratterizzata dall’alternarsi di scene della sua adolescenza e quella da adulto che ruotano perlopiù attorno alla sua
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giù al nord Fiore Marro squadra del cuore. La pellicola in cui mi riconosco è: Ultimo minuto del 1987 diretto da Pupi Avati con un fantasmagorico Ugo Tognazzi. Un film che parla del calcio della provincia italiana a volte spaccona, a volte arruffona, a volte incomprensibile, ma così vera, così viva e inimitabile. Walter Ferroni (Ugo Tognazzi) è il direttore sportivo-factotum di una squadra di calcio che sopravvive nella bassa classifica della Serie A degli anni ‘80 tra problemi finanziari, piccoli imbrogli e tanta passione. Dopo anni di difficoltà e di bilanci “aggiustati con la scolorina”, Ferroni riesce a vendere la squadra all’industriale Di Carlo, convinto di continuarne la gestione. Il nuovo presidente invece lo rimuove dall’incarico gestendo personalmente. La squadra parte con baldanza, ma senza l’esperienza e i contatti di Ferroni incontra subito notevoli difficoltà. Il nuovo presidente impara a proprie spese che gestire una società di calcio è diverso dal gestire un’azienda. La squadra passa da una sconfitta all’altra, sino a quando Di Carlo si trova costretto a richiamare Ferroni. Tra le perplessità vince la prima partita della sua nuova gestione con una mossa coraggiosa e disperata: sostituendo Boschi, il vecchio e corrotto centravanti, con il giovane diciassettenne Paolo Tassoni della squadra”primavera”, che realizza il gol decisivo proprio all’ultimo minuto.
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Lara Comi intervista Francesco Colucci, senatore palla all’Onorevole Lara Comi
europarlamentare È vero che fa parte del Club che riunisce i parlamentari tifosi nerazzurri? “Si, sono stato uno dei fondatori del Club ‘Giacinto Facchetti’, che associa deputati, senatori e dipendenti dei due rami del Parlamento”. L’ Inter va avanti a passo di gambero, che squadra è quella di Mazzarri? “È un’Inter che in prospettiva, per l’età dei suoi giocatori
giovedì 27 marzo 2014
“L’INTER STA MEGLIO DEL MILAN
PER IL FUTURO SERVE SOLO QUALCHE RITOCCO”
e con qualche rafforzamento, può essere considerata discreta”. Jonathan sembrava un flop e oggi si ipotizza addirittura di una sua possibile convocazione nella nazionale italiana. Merito dell’allenatore? “È merito dell’allenatore e della volontà che dimostra l’atleta”. Chi è stato, a suo parere, il più grande affare nella storia nerazzurra e il più grande “bidone”?
“Il più grande affare nella storia recente nerazzurra è stato Ronaldo. Sicuramente non ci possiamo dimenticare di Mariolino Corso e Luisito Suarez. Di bidoni non ricordo, perché i buoni rincalzi che l’Inter ha sempre avuto hanno annebbiato i più inefficienti”. L’Inter incassa con merchandising e sponsor quasi 200 milioni in meno del Psg, è giusta allora la strategia di Thohir di potenziare il marchio Inter in Asia per aumentarne i ricavi? “Per il grande seguito che l’Inter ha in tutto il mondo, credo
Stramaccioni ha sbagliato a non lanciare i suoi giovani che la politica di Thohir potenzierà ulteriormente la diffusione dei gadget e dell’oggettistica” Guardando in casa dei “cugini”, la difficoltà a ottenere risultati rispecchia quella del calcio italiano a essere competitivo? “Attualmente, vista la crisi che attraversa il Milan, credo che
LUCE VERDE AL BERNABEU
MA PER IL BARCELLONA estero Luigi Sada
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rofumo di Barca al Bernabeu nel Clasico che doveva concedere semaforo verde al Real in Liga. Ancelotti anche questa volta non ce l’ha fatta a battere i blaugrana così per l’undicesimo anno consecutivo il tecnico di Reggiolo esce a mani vuote da una sfida con i catalani che nella circostanza avrebbe potuto regalare un potenziale allungo in classifica in prospettiva dello sprint finale del campionato. Spettacolo, comunque, doveva essere e spettacolo è stato perché il Barca di Messi ha rifilato alle
Merengues un pesante e pirotecnico poker (3-4) al termine di una gara da cardiopalma. La Pulce argentina ha infilato nel sacco di Diego Lopez tre palloni personali mentre l’altra rete è stata siglata da Iniesta in apertura di partita. Il Real ha reagito rimontando lo svantaggio iniziale con una doppietta di Benzema ma alla fine ha dovuto fare i conti con Messi, prima a segno col gol del pareggio alla scadere del primo tempo, poi in gol replicando a Cristiano Ronaldo per due volte nella ripresa. A guadagnarci, oltre al Barca ora a un punto dalla squadra di Ancelotti, è stato l’Atletico Madrid vincitore a Siviglia col Betis. I Colchoneros di Simeone, con i tre punti conquistati, adesso affiancano i cugini del Real al comando della classifica. In Premier altro crol-
lo dell’Arsenal di Wenger con il Chelsea di Mourinho sempre più capolista. Sagnà e compagni sono sommersi da sei gol (a zero) dei Blues firmati da Eto’o, Oscar (2), Hazard, Schurrle e Salah. Si diverte anche il Liverpool dopo una partenza ad handicap col Cardiff siglando un 3-6 che impescerisce sicuramente il Chelsea. Torna al successo il City con un bel 5-0 al Fulham e addirittura un pesante 0-3 rifilato allo United, firmato dalla doppietta di Dzeko e da un gol di Ya Yatouré. In Francia domina sempre il Psg che espugna Lorient con il Monaco staccatissimo al secondo posto. Infine in Bundesliga trionfo del Bayern, che battendo prima il Mainz poi Lerta a Berlino conquista il titolo di Germania con 7 turni di anticipo. vittorioso a Magonza col Borussia corsaro ad Hannover. Cade rovinosamente per 3-0-l’Herta a Moenchendablach ora quinto alle spalle del Leverkusen.
l’Inter stia decisamente meglio”. Moratti ha detto che la sentenza della Corte di Appello
uno è interista. È d’accordo? “Io credo che nel mondo sportivo le commissioni giudicanti devo-
su Calciopoli fa parte delle motivazioni del perché
no essere al di sopra delle parti. In qualche occasione ci sono
Ronaldo il più grande affare nella storia nerazzurra
sentenze che fanno discutere”. Dopo Vidic l’Inter è fortemente mobilitata sul mercato estero. È giusta questa strategia o si dovrebbe più guardare al mercato italiano? “L’attenzione che l’Inter presta verso i giovani non deve avere frontiere, perché oggi il calcio è rappresentato anche da atleti validi che sono al di fuori dei nostri confini”. L’Inter primavera di Stramaccioni è stata campione d’Europa ma nessuno di quei giovani giocatori ha poi trovato posto all’Inter, come si spiega? “Qui la responsabilità ricade in modo particolare sull’allenatore che stabilisce le formazioni. Stramaccioni che ha conosciuto bene i suoi atleti a mio avviso ha commesso un errore a non lanciare i suoi giovani nel campionato di serie A”. L’Inter affronta l’Udinese. Come vede questa sfida? “È sempre una sfida interessante per il valore delle due squadre. Mi auguro che l’Inter possa prevalere sull’ottima squadra bianconera”.
Durante Catania-Juve, Conte e Maran sono stati entrambi espulsi. I due sono usciti insieme, dandosi la mano. La stessa cosa che si dice di Buffon e della D’Amico.
Icardi, dopo il gol, ha sventolato una t-shirt dedicata alla fidanzata Wanda Nara. Che, al contrario di lui, non ha mai mostrato attaccamento alla maglia: è sempre in foto ignuda!
Berlusconi ha detto che tornerà a occuparsi del Milan. Ma, domiciliari, solo delle partite in casa.
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giovedì 27 marzo 2014
IT’S POSSIBLE POLEMICHE VERSO SEPANG basket
L
Beppe Vigani
giocare anche playmaker. Buona mano da due (52.3%) e velenosa anche da tre, anche se discontinua (31.1%). Si fa sentire anche sottocanestro con 3.7 rimbalzi catturati di media con quasi 5 assist distribuiti. Bojan Bogdanovic è la guardia-ala di Obradovic. Ottimo talento, tanto da non passare inosservato agli scout della Nba, ha un’ottima mano da due (55.8%) ed è un ottimo difensore. Il centro di questa squadra è Luka Zoric, 211 cm di altezza, non un fulmine di guerra, ma vitale negli equilibri del quintetto di Obradovic. Le sue statistiche non sono da far sgranare gli occhi, anche se il 57% da due non induce a dormire sonni tranquilli.
Nemanja Bjelica, sorvegliato speciale
LA CARICA DEI 100 rugby Tony Morandi
A
sti sembra segnare il punto di svolta nella stagione di Rugby Grande Milano. Dalla città piemontese, nel girone di andata, era iniziata la riscorsa dei ragazzi di Ragusi e Vaghi, nel girone di ritorno, al Giuriati domenica scorsa, è arrivata una vittoria record per 100-12. Una passeggiata che con cinque punti ha consolidato il quarto posto in classifica, lanciando RGM nella volata finale: “Asti è arrivato a Milano deluso da una stagione difficile - dice il direttore sportivo Antonio Raimondi - e si è
S
ono due i nostri grandi driver di trotto che si dividono i favori (e le scommesse) degli appassionati. Due che più diversi non si potrebbe, e proprio qui sta il bello della diretta! Avete indovinato chi sono? Sono entrambi figli d’arte e si chiamano Pietro Gubellini ed Enrico Bellei. Si stimano, si rispettano, ma ovviamente non sono amici, né potranno esserlo mai. Il bello però è che vincono corse a ripetizione, in Italia e all’estero, ma sono davvero diametralmente opposti, uno potrebbe essere un quadro rinascimentale tipo Piero della Francesca, e l’altro un astratto del 900 tipo Paul Klee. Pietro Gubellini, detto Pippo, è
trovato subito in difficoltà, perdendo un po’ la voglia di lottare. Per noi è stato facile, produrre il nostro gioco di corsa. Dispiace per l’Asti, ma siamo contenti per questo successo che nessuno alla vigilia poteva aspettarsi così ampio. E’ comunque una bella risposta da parte di tutto il gruppo, dopo un periodo di alti e bassi. Nelle prossime tre giornate avremo due trasferte difficili, che ci daranno un ultimo segno del livello raggiunto dalla squadra. A Parabiago, domenica prossima, e fra tre settimane a Lumezzane, giocheremo contro la terza e la prima del campionato e abbiamo voglia di toglierci qualche altra soddisfazione, pensando al futuro, alla prossima stagione”. L’unica nota negativa della giornata è stati l’infortunio alla spalla subito da Calzaferri: “Purtroppo quest’anno non siamo stati molto fortunati
sul fronte di questi contrattempi - dice Mauro Vaghi il coach della mischia di RGM - e spesso ci siamo ritrovati a fare scelte obbligate. La partita con Asti è stata positiva, ma abbiamo avuto qualche sbavatura, comprensibili, visto il punteggio, ma che non possiamo permetterci nelle prossime giornate se vogliamo essere competitivi. Ci rimettiamo subito al lavoro, perché abbiamo il dovere di concludere la stagione su una nota alta”. I progressi di RGM sono molto incoraggianti per il futuro: “Da settembre a oggi - afferma Antonio Raimondi - abbiamo fatto miglioramenti importanti. La testimonianza migliore sono i complimenti che riceviamo dagli avversari che riconoscono il cambiamento, rispetto al girone di andata. Avendo una rosa molto giovane, con diversi giocatori al primo anno tra
figlio del grande Edy che negli anni della Milano da bere (1970-
80) spopolava a San Siro quando ai cavalli giocavano davvero tutti. E’ dunque cresciuto con la passione in famiglia e si è subito avviato ad una carriera di livello stratosferico. Pippo è l’estro, l’invenzione, la creatività per un trotto tutto fantasia: guida da dio, sa inventare cose che nessun altro sa fare, con lui puoi sperare fino all’ultimo metro di ribaltare una situazione che credevi compromessa. Sa dare ai cavalli come una specie di scossa, segue l’istinto che lo porta a vincere delle
Enrico Bellei
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Debora Cheli
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l Gp della Malesia è dietro l’angolo, eppure si parla ancora di quanto successo a Melbourne. A scuotere il mondo dei motori due fatti rilevanti accaduti in Australia: la squalifica di Ricciardo e le critiche al regolamento, ma sopratutto la prestazione mostruosa della Mercedes e la necessità di misurare il gap fra il team tedesco e gli altri. Per quanto concerne la squalifica di Ricciardo la situazione resta in stand-by. I commissari di gara avevano contestato alla squadra di Milton Keynes un eccessivo afflusso di carburante nel serbatoio della monoposto dell’australiano, ben oltre il limite consentito di 100 kg per ora di gara stabilito dal nuovo regolamento. Com’è noto la Red Bull ha fatto ricorso, sostenendo di aver più volte segnalato anomalie del sensore. La società produttrice del sistema di rilevamento Gill ha ribadito la conformità dello stru-
i seniores, abbiamo impiegato un po’ a comprendere le richieste della categoria, e a costruire l’identità del gruppo. Siamo molto contenti dei ragazzi e del lavoro che sono riusciti a impostare Ragusi e Vaghi”. Si
mento, sottolineando che la regolazione del sensore è affidata a soggetti indipendenti dall’azienda. La direzione di gara ha precisato, inoltre, di aver richiamato il muretto della Red Bull nel corso del GP, senza ottenere risposta. Qualunque sia la decisione della FIA si tratta di un precedente importante che potrebbe condizionare l’andamento del campionato, qualora si ripresentasse una situazione simile. Oltre alle insidie legate all’affidabilità dei motori, le scuderie devono fare i conti con i valori messi in campo dalla Mercedes. Nonostante la performance di Rosberg e il
distacco dagli avversari, la scuderia tedesca mantiene però un basso profilo. La stessa speranza che nutre Felipe Massa, il quale ha espresso grande entusiasmo per essere finalmente primo pilota di un team con reali possibilità di competere. L’atmosfera è positiva anche in McLaren, dove si parla di colmare il gap con la squadra di Brackley entro la trasferta in Spagna. A Maranello c’è un’atmosfera di attesa. Va bene andare a punti, ma non basta a rassicurare i tifosi che si aspettavano un debutto migliore. A placare gli animi ci ha pensato Raikkonen.
per il resto dell’anno: “Rugby nei Parchi è un evento - prosegue Antonio Raimondi - dedicato ai bambini e alle famiglie. E’ totalmente gratuito e avvicina il nostro sport ai milanesi. Così Milano è all’avanguardia
nella propagande e nel mini rugby, mentre ancora è in ritardo nell’alto livello. Qualsiasi progetto che miri all’alto livello è attualmente bloccato sul nascere dalla mancanza di un impianto adeguato”.
soggetti più scarsi. E con i puledri ci sa fare alla grande, vedrete sempre un’andatura perfetta, una lettura della corsa, anche in chiave tattica, sempre puntuale, mai un errore, mai un gesto inutile in sulky. E così fioccano le vittorie e Bellei è quasi sempre, negli ultimi anni, capolista per vittorie di tutta Italia, conquistando sempre l’ambito frustino
d’oro e facendo vincere un sacco di euro ai suoi proprietari! In due parole, Gubellini è da giornata da gran premio, Enrico da tutti i giorni ma anche lui vince le corse importanti! La cosa più bella? Vederli l’un contro l’altro armati, ingaggiare duelli che ormai restano nella storia del trotto e non solo italiano.
Toto Wolff, team principal Mercedes
’EA7 Armani, dopo l’ennesima partita vinta in campionato, vittima questa volta la Sutor Montegranaro di Carlo Recalcati, va all’Ulker Sports Arena per garantirsi il passaggio aritmetico ai quarti di finale di Eurolega. Contro l’Efes, venerdì scorso, le “scarpette rosse” hanno sudato le proverbiali sette camicie, nonostante i turchi fossero già fuori dai giochi. L’assenza di Keith Langford è un macigno che pesa, soprattutto, in Europa, cosicché nella trasferta di domani sarà un’impresa riuscire a sbancare il campo del Fenerbahçe, allenato dal santone Zelimir Obradovic. I turchi occupano il quarto posto, ultimo accessibile per qualificarsi ai quarti. Uno dei loro giocatori più talentuosi è Nemanja Bjelica, ala forte di 209 cm, con mani dolcissime (52.3% da due e 44.7% da tre), autentica forza della natura, che anche sotto le plance si fa sentire (6.2 rimbal-
zi a partita). Può giocare anche da ala piccola per la grande capacità di giocare lontano da canestro. In cabina di regia c’è Bo McCalebb (vecchia conoscenza del campionato italiano), autentico proiettile a campo aperto, immarcabile se ha un metro di spazio, ha un terzo tempo come pochi in Europa. Quest’anno, tuttavia, sta incontrando qualche difficoltà. Anche per il play di New Orleans, ma con passaporto macedone, mani temibili (67.3% da due e 40% da tre) e buona presenza a rimbalzo, nonostante i soli 183 cm di altezza. Un altro talento del Fenerbahçe è sicuramente Elmir Preldzic, ala piccola di 206 cm. E’ un giocatore completo, tanto che Obradovic lo fa
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RGM asfalta Asti e consolida il quarto posto guarda al futuro e ad aprile tornerà Rugby nei Parchi, l’evento organizzato da Rugby Grande Milano in collaborazione con il Comune di Milano. Il prossimo 8 aprile ci sarà la presentazione ufficiale a Palazzo Marino, ma già si può anticipare la prima tappa, che si svolgerà al Parco Lambro il 12 aprile. Come lo scorso anno, quando l’esordio fu al Parco di Trenno, sarà inaugurato un altro campo pubblico di rugby. I pali sono già spuntati al “Lambro” e il campo, che sarà intitolato a Cesare Ghezzi, è a disposizione dei cittadini. Ai club milanesi, il compito di farlo vivere
corse definite impossibili: come lui pochi sanno mandare e sostenere un cavallo in retta d’arrivo, si agita come un forsennato però anche con stile, quando sembra chiuso allo steccato eccolo trovare la soluzione vincente, eccolo sgabbiare in fuga per la vittoria. Giocatelo però quasi sempre vincente e non piazzato! Il rovescio della medaglia è che Gubellini, proprio per questo innato furore agonistico, a volte getta via piazzamenti sicuri proprio per la smania di vincere ma con lui ogni corsa è uno spettacolo. Enrico Bellei è l’esatto opposto, un cronometro (anche se lui non lo usa mai) in pista. Figlio dell’incommensurabile Nello, da lui ha preso il rigore e la serietà, il concetto di regolarità ad altissimo livello. Infatti è capace di vincere quattro-cinque corse in una sola riunione, dal cavallo più scarso al fuoriclasse, li porta tutti al palo. In testa è una certezza e una sentenza: raramente vedrete perdere Enrico al comando: con lui i trottatori più scalmanati diventano dei soldatini ligi al dovere, le sue mani hanno il potere di rendere competitivi anche i
Pietro Gubellini
VITTORIA DI MARQUEZ
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motoGP
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Marjlja Bisceglia
a musica resta la stessa, Marc Marquez chiude in testa lo scorso mondiale e riapre il nuovo sempre in testa, cambia solo il circuito, siamo a Losail. La noti-
Luigi Sada
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n’altra Milano-Sanremo all’insegna del maltempo, quella andata in onda sulla tradizionale distanza di 294 chilometri domenica in un pomeriggio infernale caratterizzato da un prodigioso e spettacolare allungo di Vincenzo Nibali sulla Cipressa. Ma a Sanremo, come negli ultimi anni, c’è stata la solita vo-
volo
IL RITORNO DEL DOTTORE zia però è il ritorno di Valentino Rossi che sale sul secondo gradino del podio e ci ripropone uno strepitoso duello, da tanto mancava, con Marc per la vittoria. Il primo Gran Premio è di marca Honda ad opera del campione in
carica che, come già abbondantemente detto, farà di tutto per non cedere il gradino più alto del podio. Una corsa avvincente e spettacolare, Jorge Lorenzo al via brucia tutti e passa subito in testa, peccato che dopo pochissimo cade distruggendo la sua moto. I protagonisti assoluti resteranno Marquez e Rossi che all’undicesimo giro conquista la testa della corsa, ma il centauro della Honda si mette a ruota e lo supera al 15° giro. Stupendi i continui sorpassi tra il giovane campione spagnolo e il Dottore negli ultimi due giri. Questo mondiale riserverà molte sorprese, una su tutte, il ritorno della Ducati. L’ordine d’arrivo ha visto sfrecciare Marc Marquez (Honda), Valentino Rossi (Yamaha), Dani Pedrosa(Honda), Espargaro (NGM Forward Racing), quinta e sesta posizione per le Ducati di Dovizioso e Crutchlow.
ANCORA UNO STRANIERO A SANREMO ciclismo
IL LUNGO WEEKEND IN VOLO
Il norvegese Kristoff si impone
nella Classicissima di Primavera latona conclusiva accompagnata dall’acuto progressivo del barbuto norvegese Alexander Kristoff, atleta della Katusha, bravo nel mettere in fila Fabian Cancellara, Switt, Lobate, Cavadin e Coldrelli in dirittura d’arrivo. In sintesi, dopo il quasi sconosciuto Ciolek vincitore della scorsa edizione su Sagan, è toccato a un nuovo outsider a firmare la Classicissima. La corsa ha trovato
per oltre duecento chilometri sei protagonisti guidati dal giovane Bono, poi ridotti a due nella fase finale con gli olandesi Tjallingli e Demaar. Presi dal plotone i due battistrada all’inizio della salita della Cipressa, è scattato Nibali ma il suo tentativo è stato vanificato a una dozzina di chilometri dall’epilogo di Sanremo quando il gruppo si è compattato sotto la spinta di Sagan e Ciolek..
Gustavo Vitali
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li organizzatori dell’associazione Parapendio Pizzo hanno scelto un nome eloquente: “Il lungo weekend del 25 aprile in volo”. Saranno tre giorni all’insegna delle emozioni che il volo libero in deltaplano e parapendio, cioè senza motore, sulle ali del vento, reggendosi in aria grazie alle correnti ascensionali, sa regalare. Tre giorni a Pizzo Calabro (Vibo Valentia), borgo arroccato su un promontorio al centro del Golfo di Sant’Eufemia. Sotto la frastagliata Costa degli Dei, contraddistinta a nord-est, dalla pineta mediterranea fino alla foce del fiume Angitola, da 9 chilometri di ampie spiagge sabbiose, e più a sud, dove si innalza il masso di tufo sul quale si sviluppa Pizzo, da numerose calette, grotte e zone ricche di scogli naturali. Suggestivo il panorama con le isole Eolie sullo sfondo. Tre giorni di voli spensierati lungo un costone di 18 chilometri dai decolli a nord di Pizzo, in zona Marinella, oppure dal decollo Pandolfo in località Maierato, entrambi a 380 metri d’altezza sul mare. L’atterraggio ufficiale sarà il Lido Blue Moon, adiacente alla spiaggia. Il programma, al quale collaboreran-
no i piloti di Fly Maratea e quelli siciliani di Etna Fly, prevede due prove d’abilità, facoltative, vale a dire che i piloti al termine del volo tenteranno di centrare un bersaglio posto in atterraggio. La prima sarà aperta a tutti, mentre la seconda è consigliata a volatori più esperti con atterraggio nella marina di Pizzo Calabro. Faranno da contorno escursioni in mountain bike con percorsi tra le pinete, nelle stradine del centro storico, o salendo fino ai decolli. Chi vorrà provare per la prima volta l’ebbrezza del volo, può valersi della presenza in loco di piloti equipaggiati con parapendio biposto, vale a dire idonei al trasporto di un passeggero oltre al conduttore. Come ogni anno il 5 e 6 aprile ritorna il Meeting di Monterosso al Mare (La Spezia), raduno “non organizzato” ci fanno sapere gli organizzatori, di piloti di para-
pendio nello splendido scenario delle Cinque Terre. La giornata di sabato sarà dedicata a voli liberi fin dalla mattinata e ad un grande ritrovo conviviale la sera all’Eremo di Soviore. Domenica, per chi se la sente, è prevista una prova di precisione in atterraggio con decollo da località Termine a 528 metri di quota ed atterraggio lungo la cosiddetta Spiaggia dei Giganti dove sarà posto il bersaglio che i piloti tenteranno di centrare. Monterosso è una località che non ha bisogno di presentazioni, come lo sono le Cinque Terre, sconvolta dalla tragica alluvione del 2011 e prontamente rinata per l’opera indefessa dei suoi cittadini. Molto frequentata dai piloti di parapendio e deltaplano che anche quest’anno coloreranno il cielo tra mare e collina con le loro vele per un volo molto particolare su una terra altrettanto particolare.
Davide Spinosa Oro Mondiale L’interista Carlo Molfetta oro Olimpico
C
apolavoro dell’atleta di Mesagne (Puglia) contro il turco Emre Sayan. Sotto di 5 punti, Davide recupera round dopo round arrivando a vincere un in-
contro strepitoso per 2118. Inserito in un girone di ferro passa incontro dopo inconto sovvertendo tutti i pronostici. La semifinale contro il coreano Seung-Gu Lee vinta per 16 a 4 è un concentrato di intelligenza tattica e tecnica perfetta. Ai quarti di finale Davide ha superato abilmente il beniamino di casa Yuan Wei Lo (TPE) per 12 a 2 e agli ottavi ha surclassato per 22-4 il polinesiano francese De
Beuf. Negli incontri preliminari ha battuto il cinese Song e il Tailandese Haller rispettivamente per 9-4 e 10-2. Auguri dalla redazione di Stadio5 in alto il podio mondiale, a sinistra una splendida azione di Davide e in basso Carlo Molfetta con Massimo Moratti
giovedì 27 marzo 2014
musica Riccardo Sada
NOTE TRA SESSO E AMORE
Enrique Iglesias tra sesso e amore
“
Sex And Love” è il nuovo album di Enrique Iglesias. Anticipato dal singolo “I’m A Freak”, l’album è salito al primo posto della classifica di iTunes in 20 paesi raggiungendo la Top10 in altre 36 nazioni del mondo. Il nuovo lavoro arriva a tre anni di distanza dal precedente “Euphoria”, pubblicato nel 2010. “Il titolo descrive esattamente cosa racconta il disco”, racconta Iglesias. “Fin dal primo giorno di lavorazione sapevo che avrei
chiamato così questo nuovo lavoro. Sono canzoni che mixano i due lati della medaglia e altre che ne raccontano invece una sola parte. Alcune tracce sono divertenti e sexy mentre altre sono più introspettive e nostalgiche. Le due parole viaggiano normalmente insieme ma possono essere separate e inspirare diversi sentimenti e pensieri. È un titolo, come dire, onnicomprensivo”.
Gary Barlow tra le strade di New York È uscito anche in Italia “Since I Saw You Last”, il nuovo disco di Gary Barlow che, pubblicato lo scorso anno in Gran Bretagna, ha venduto oltre 700 mila copie conquistando il primo posto in classifica. L’album, disponibile
nei negozi tradizionali e in digitale, è stato anticipato dal singolo “Let Me Go”, tra i più trasmessi dalle radio inglesi accompagnato da un video girato per le strade di New York che ha totalizzato oltre 3
Alex Neri, Coccoluto e la compila intoccabile Il dj Alex Neri e Claudio Coccoluto presentano la loro nuova compilation, “The Untouchable Selection”. “Questa selezione rappresenta un percorso non facile, poi rivelatosi un viaggio, bellissimo, che ha fatto riaffiorare emozioni intense e ricordi indelebili”, ha detto lo stesso Alex Neri. “Questa degli intoccabili è una categoria di brani eletti che, nella mia percezione di protezione del bello, vanno in una teca, protetti e guardati a vista”, ha aggiunto
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Coccoluto. Il primo volume di questa collana è disponibile in doppio cd ed in digitale su Time Records da fine marzo, e integra
brani che hanno costruito le fondamenta della musica dance in tutte le sue odierne e molteplici sfaccettature.
Christina Perri, ampi consensi ovunque
milioni di visualizzazioni. Oltre al singolo “Le me Go”, l’album contiene altri 14 brani inediti tra cui il duetto con Elton John in “Face To Face”. Con i Take That, il cantante ha pubblicato 8 album, tutti al numero uno,
piazzando 15 singoli alla prima posizione delle classifiche di vendita e radiofoniche di tutto il mondo. Ha inoltre conquistato 6 Ivor Novello Awards come migliore compositore e scrittore musicale.
Il successo della colonna sonora di Twilight si chiama Christina Perri, ragazza statunitense ma di genitori italiani e polacchi. Tutti ricordano “A Thousand Years”, brano che caratterizzò la scena del matrimonio tra Jacob e Bella nel successo planetario del film. Così il singolo ha raggiunto il Disco D’Oro in Italia facendo da apripista al suo debutto
con “Human”. Il video della canzone ha già sette milioni di visualizzazioni su YouTube e anticipa la pubblicazione dell’album di inediti “Head Or Heart”, che arriverà in Italia il 15 aprile. La Perri ha firmato con Atlantic Records e con il suo album d’esordio “Lovestrong” è entrata direttamente nella Top 5 della Billboard 200.
Caparezza si ispira a Lucian Freud Freud’, un trittico del pittore irlandese Francis Bacon”, rivela Caparezza. “Si tratta di una delle opere più costose della storia (accaparrata in un’asta con un’offerta di oltre 140 milioni di dollari) che mi ha offerto lo spunto per sviscerare la frase più pronunciata di questi ultimi anni.”
Il nuovo singolo di Caparezza “Non me lo posso permettere” è in rotazione radiofonica e disponibile in tutti gli store digitali dallo scorso venerdì. Il brano anticipa l’uscita del nuovo album “Museica”, che sarà pubblicato da Universal Music il prossimo 22 aprile. “Non me lo posso permettere è un brano ispirato ai ‘Tre Studi di Lucian
Hasselhoff special guest all’“Acceleration” di Monza vip Luca De Franco
U
n festival dedicato ai motori ed alla musica, dal 6 all’8 giugno all’autodromo di Monza, questo sarà “Acceleration”. Saranno presenti cantanti di
grido negli anni Ottanta del secolo scorso come Rick Astley e Samantha Fox e l’attore/cantante David Hasselhoff che in quel periodo interpretava Michael Knight nel telefilm “Supercar” (titolo originale “Knight Rider” che si può tradurre con “Knight il cavaliere” ma che si pronuncia allo stesso modo della frase “il cavaliere notturno”). Negli Stati Uniti furono trasmessi 84 episodi di Supercar tra il 1982 ed il 1986 e Hasselhoff aveva come coprotagonista un’automobile Pontiac Trans Am nera che parlava e guidava da sola e rispondeva al nome di KITT (abbreviazione di “Knight Industries Two Thousand”) e che potrà essere ammirata durante il festival all’autodromo di Monza. Nonostante abbia quasi 62 anni, Hasselhoff è in perfetta forma fisica. Il suo segreto? “I work out every day = mi alleno tutti i giorni”. Lo ha rivelato nel corso della conferenza stampa svoltasi venerdì 21 marzo al ristorante Noon di Milano.
IL VOLTO DI “CAR” SARÀ PROTAGONISTA AL FAMOSO AUTODROMO L’attore aveva una gran voglia di incontrare i giornalisti, quasi tutti suoi fans essendo cresciu-
ti guardando “Supercar” e nel decennio succesivo “Baywatch” (dal quale venne tratto un secon-
do telefilm “Baywatch Nights”). All’autodromo di Monza David Hasselhoff sarà presente anche in veste cantante, ma il suo ruolo è soprattutto quello di testimonial come si evince dallo slogan scritto sul poster: “Celebrate the 80s and 90s with The Hoff = celebrate gli anni Ottanta e Novanta con Hasselhoff ”. Oltre agli appassionati di motori e di musica, è facile prevedere che il festival sarà affollato da quarantenni che da adolescenti guardavano “Supercar” e da trentenni che non si perdevano un episodio di “Baywatch” magari non attratti dalla bravura del protagonista, ma dalla straordinaria bellezza delle attrici che si sono succedute nelle undici stagioni di programmazione del telefilm (221 episodi dal 1989 al 2000) come Pamela Anderson, Alexandra Paul e Nicole Eggert. Tutti a Monza, quindi, dal 6 all’8 giugno.
Giambellino a Brera giovedì 27 marzo 2014
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arte
di Marby
I
l 2 aprile s’inaugura alla Pinacoteca di Brera, la mostra dedicata a Giovanni Bellini e alla pittura devozionale umanistica, nell’opera restaurata della Pietà, che il celebre artista veneziano dipinse tra il 1467-1470. L’opera è un dipinto a tempera su tavola conservato nella Pinacoteca di Brera dal 1811 e donato dal viceré del Regno d’Italia, Eugenio di Beahanais. Giovanni Bellini nasce a Venezia 1430, noto anche con il nome di Giambellino, è uno dei principali innovatori della pittura veneziana, introducendo nell’ambiente lagunare le novità dell’arte rinascimentale. Figlio del pittore Jacopo, costituisce, insieme al fratello Gentile, la più importante famiglia di pittori di Venezia, tra l’altro imparentata anche con Andrea Mantegna che sposò una sorella di Giovanni Bellini. L’artista, protagonista dell’arte rinascimentale, trae le tre fondamentali regole pittoriche del linguaggio quattrocentesco: circoscrizione, componimento e ricevimento dei lumi che in italiano moderno volevano dire prospettiva, composizione e colore che l’ar-
GIOVANNI BELLINI Cristo morto fra putti (1460 ca.) tempera su tavola (ora su supporto rigido); 80,5 x 120 cm Rimini, Museo Civico
MARCO ZOPPO Cristo morto sorretto da Santi tempera su tavola; 26,4 x 21 cm London, The National Gallery
La Pietà di Bellini e la pittura devozionale umanistica
GIOVANNI BELLINI Cristo crocifisso tra la Vergine e San Giovanni tavola; 71 x 63 cm Paris, Musée du Louvre chitetto e intellettuale Leon Battista Alberti, aveva delineato nei suoi trattati, De pictura, De Statua ed De re edificatoria. Bellini
se ne appropria e aggiunge allo sguardo prospettico del paesaggio retrostante, la sua particolare propensione alla rappresenEditore Edizioni SBM Via Domodossola, 21 Milano Tel/fax 02.36563906 Sito internet www.stadio5.it
tazione della dolente umanità dei protagonisti, secondo uno stile che divenne poi una delle caratteristiche più tipiche della sua arte. La sezione centrale della mostra presenta la straordinaria Pietà resa leggibile anche nei suoi valori cromatici, dopo il complesso restauro. Nella tavola campeggiano i volumi statuari delle figure isolate contro il cielo chiaro che amplificano il dramma, che si condensa nel muto dialogo tra madre e figlio, mentre lo sguardo di San Giovanni tradisce un composto sgomento. Lo scambio di emozioni si riflette poi nel sapiente gioco delle mani, con un senso di dolore e amarezza. Al centro della rappresentazione proprio sotto la figura di Cristo vi è l’iscrizione sul cartiglio della balaustra marmorea, che riprende un verso delle Elegie del poeta latino Properzio e con la quale il pittore si firma. Nella mostra sono esposte intorno al nucleo centrale rappresentato dalla Pietà, la Pietà del Museo Civico di Rimini e quella della Pala di Pesaro ora conservata ai musei vaticani che furono entrambe un punto di riferimento iconografico per molta pittura del tempo non solo veneziana. La rassegna si completa con la Madonna del magistrato da Mar, sempre dell’artista che fonde in un unico dipinto il tema della Madonna e quello della Pieta’. La mostra a cura di Sandrina Bandera, Matteo Ceriana, Keith Christiansen,
GIOVANNI BELLINI Pietà (1455-1460) tempera su tavola; 86 x 107 cm Milano, Pinacoteca di Brera
Emanuela Daffra, Andrea de Marchi e Mariolina Olivari, presenta un catalogo, edito da Skira, con saggi di Marco Collareta, Andrea De marchi e Mariolina Olivari, con alcune novità sulla storia della Pietà braidense di Giovanni Bellini, alla quale è dedicata una sezione sul restauro.
Amministrazione mail: commerciale@stadio5.it Concessionaria pubblicità Edizioni SBM Tel. 329 3847157 mail: commerciale@stadio5.it
INFO:
PINACOTECA DI BRERA Milano Dal 2 aprile al 6 luglio 2014 Sale II, III,I V, V Orari: 8.30 - 19.15 da martedì a domenica Prenotazioni: www.pinacotecabrera.net Tel.02.92800361
Direttore responsabile Grafica Beppe Vigani - mail: direttore@stadio5.it Team grafico Edizioni SBM mail: grafica@stadio5.it Collaboratori: Andrea Anelli, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Aldo Colombo, Lara Comi, Luca De Franco, Bianca Elton Ara, Giovanni Labanca, Marby, Fiore Marro, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011