N 19 2016 milan carpi web

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giovedĂŹ 21 aprile 2016 anno 6 numero 19

Sport

Mi l an

& Spettacolo

www.stadio5.it info@stadio5.it COPIA OMAGGIO

C ar pi

La coppia del gol


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Grande Inter, picccola Inter Bella Inter contro il Napoli, sia pure orfano di Higuain

Sandro Mazzola

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a vittoria è arrivata grazie al gol sul filo del fuorigioco di Icardi, però i tre punti sono strameritati. Se la squadra di Mancini avesse giocato sempre a questo livello, sicuramente sarebbe lì a lottare, gomito a gomito, non solo col Napoli ma anche con la Juventus, che sta vincendo il quinto scudetto consecutivo, grazie al nostro successo con i partenopei ed al loro poker contro il Palermo. E’ vero, Handanovic ha salvato un paio di volte la rete nerazzurra, però il nostro portiere

è senz’altro uno dei migliori del mondo , capace di entusiasmare i nostri tifosi e quelli della Slovenia, che non mancano mai di seguire a San Siro il loro portiere della Nazionale. In questa occasione vorrei elogiare la prestazione di Icardi e quella di Jovetic. Il montenegrino, infatti, mi sembra abbia recuperato la migliore condizione per dare un aiuto concreto all’attacco nerazzurro. Mi è piaciuto parecchio anche Perisic, che ha fatto diventare matto Albiol con le sue galoppate sulla fascia sinistra. Sono stati

Milan Allenatore

STADIO

tutti bravi, cominciando da Miranda, per finire a Kondogbia e Nagatomo, quest’ultimo caricato a dovere per il rinnovo del contratto, mi sembra, fino al 2019. Insomma, una bella Inter che si nessuno si aspettava dopo la faticaccia di Frosinone, dove abbiamo, si vinto, però salvati da tre pali. Complimenti al Carpi per il bel poker rifilato al Genoa, dopo essere stato in svantaggio per la rete di Pavoletti. Il campionato è ancora aperto, soprattutto nei piani bassi della classifica, dove stanno lottan-

MEAZZA

do, insieme al Carpi, leggermente favorito, al Frosinone, Palermo e Verona, L’Inter è gioie e dolori. Era attesa ad una vittoria anche a Marassi, ma la maledizione di Gasperini ha colpito ancora. Attaccanti sotto accusa, mentre la Roma recupera e vince alla fine, allungando sui nerazzurri. Avevamo fatto bene a pensare che il Genoa avesse risparmiato le forze contro Carpi e, difatti, puntualmente ci ha punito. La corsa dell’Inter, comunque, è sempre sulla Roma, che aveva faticato parecchio a Bergamo

con l’Atalanta, con il pareggio strappato da Totti quasi al termine delle gara. Comunque, i due punti guadagnati dall’Inter, hanno già preso il volo e la Champions è sempre più un miraggio che significa il quasi fallimento di un’altra brutta stagione.

Carpi ORE 20.45 Allenatore

In questi ultimi giorni, sono cambiate molte cose. La Juventus si è, praticamente, laureata campione d’Italia, il Napoli è, virtualmente, secondo, la Roma terza con alle calcagna un’Inter che nelle ultime due giornate pare aver trovato la continuità cercata tutta la stagione da Mancini. Un campionato che pareva aver già dato tutti i verdetti e che, invece, sembra aver rinnovato sfide distanti ancora molto interessanti. E come se non bastasse ecco arrivare il Milan targato Cristian Brocchi che con l’aiuto della buona sorte è andato a espugnare il Ferraris. Una vittoria che gli consente di rimanere al sesto posto, a quattro punti da Lazio e Sassuolo. Meglio un allenatore fortunato che bravo, avrà detto Berlusconi alla luce della vittoria di domenica sera. Non proprio una partita irresistibile, ma che ha prodotto tre punti fondamentali per il prosieguo di una stagione non proprio ricca di soddisfazioni. Una domanda sorge spontanea: all’inizio di questo campionato eravamo tutti convinti che sarebbe successo tutto ciò? Se analizziamo le molteplici aspettative, notiamo che la Roma è la vera grande delusa, mentre il Milan, se avessimo dato retta alla sua dirigenza, sarebbe in una posizione tragica, ma con tecnici alla mano, aprire una discussione in tal senso è materia per maghi e fattucchiere. Ognuno può dire che vuole, anche che gli asini volano, la differenza, però, la fa sempre la realtà. Per Mihajlovic il suo Milan era insufficiente per ambire a posizioni più prestigiose, evidentemente il suo datore di lavoro la pensava in modo diverso. Io, personalmente, sto con il tecnico serbo, che comunque ha portato i rossoneri alla finale di Coppa Italia, un miracolo se consideriamo il parco giocatori della rosa. Pensiamo a Boateng, Bertolacci, Montolivo, Balotelli, Menez. De Sciglio, Abate e compagnia cantante, ovvero simbolo di delusione e false aspettative, a fronte di El Shaarawy e Suso e qualcuno addirittura ricorda Aubameyang fatto partire troppo presto e che ora sta facendo le fortune del Borussia Dortmund. Non credo che la società Milan abbia fatto tutte le cose per bene, anzi. I dissapori sbocciati per colpa di alcune esternazioni del numero uno del club avrebbero potuto essere evitate. L’avvento di Brocchi è frutto di un’equazione sbagliata, non di un rimedio in corsa. L’arrivo dell’ex giocatore rossonero non cambierà nulla alla squadra, se non di avere prodotto ancora più alibi. Non sarà un successo col Carpi a far diventare magicamente tutto superfluo. Ammesso che questo successo arrivi.

Milan Cristian Brocchi

Fabrizio Castori

Arbitro:

MILAN

Marco Guida di Torre Annunziata

(4-3-1-2)

(4-4-1-1)

Donnarumma Abate, Alex, Romagnoli, Antonelli; Bertolacci, Montolivo, Poli; Bonaventura; Bacca, Balotelli

Belec Zaccardo, Poli, Romagnoli, Letizia; Pasciuti, Bianco, Cofie, Di Gaudio; Lollo; Mbakogu

CARPI


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IL MILAN TARGATO BROCCHI VINCE

la partita

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Entusiasmo per il ritrovato Balotelli

Severa Bisceglia

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a prima partita di Cristian Brocchi alla guida della prima squadra regala i tre punti al Milan che mancavano da 5 gare. In questo posticipo della 34° giornata, turno infrasettimanale per la Serie A, è il Carpi a fare visita al Milan al Meazza. Entrambe le formazioni arrivano a questo turno infrasettimanale con una vittoria che dò la giusta carica.

I precedenti tra Milan e Carpi dicono poco, una sola partita chiusa sullo o-o nella gara di andata. Per l’undici di Castori è la seconda visita a San Siro dopo il pareggio conquistato contro l’Inter (1-1). Torniamo alla sfida di questa sera che vede un Carpi reduce dalla goleada, 4-1, rifilata al povero Genoa settimana scorsa e con i rossoneri che sono tornati, dopo cinque turni (due pareggi

e tre sconfitte), alla vittoria contro la Sampdoria di Vencenzino Montella. Vittoria sofferta, ma contano solo i tre punti. Brocchi confermerà la coppia d’attacco Bacca-Balotelli con l’instancabile Bonaventura sulla trequarti a foraggiare. Nel modulo 4-3-1-2, orfano dello squalificato Juraj Kucka (una giornata rimediata contro i blucerchiati) e dell’indisponibile Niang, trova posto tra

i pali il confermatissimo Donnarumma con Abate, Alex, Romagnoli e De Sciglio a sua protezione. In regia salgono Bertolacci, Montolivo (alla sua 99° presenza con la maglia rossonera) e Poli in sostituzione di Kucka. In alternativa potremmo vedere in campo il 4-3-1-2 con Antonelli centrale. Mister Castori proverà a contenere i padroni di casa con il modulo 4-4-1-1. Belec tra

i pali, Zaccardo, Poli, Romagnoli e Letizia in difesa, la zona centrale e le fasce saranno coperte da Pasciuti, Bianco, Crimi e Di Gaudio. Il reparto avanzato vedrà Lollo e Mbakogu unica punta. Anche il Carpi deve fare i conti con le assenze di Gagliolo, squalificato, e degli indisponibili Brkic, Bubnjic, Gnahorè. Il Milan ha bisogno di conferme, anche per non vanificare quanto di buono visto al Marassi, e, consapevoli dei limiti di questa squadra, non sarò facile. Il bel gioco manca e mancano i risultati in mezzo al campo. Riccardo Montolivo poco costante nel rendimento e Bertolacci che ha giocato l’intera stagione molto

al disotto delle aspettative, anche contro i doriani ha deluso, non facilitano certo la costruzione del gioco. Brocchi non avrà scelta, confermerà Bertolacci dal primo minuto, proprio come faceva Mihajlocvic, perché mancano alternative valide. La panchina riserva solo i giovani Josè Mauri (19 anni) e Manuel Locatelli (18 anni), quest’ultimo potrebbe, a partita in corso, fare il suo esordionella massima serie. Presto per parlare, ma sembra che il cambio di allenatore ha fatto bene alla squadra. Oggi gli occhi saranno puntati tutti sul reparto offensivo che avrà l’onore di buttare giù il muro difensivo degli avversari

Non bastano 90 minuti, ora c’è bisogno di conferme Q ti, ancora in ansia per una salvezza che molto probabilmente arriverà nelle prossime giornate di campionato. Per il Milan, a questo punto, visti gli alti e bassi, si attendono conferme e prestazioni soddisfacenti da qui alla fine del campionato, ad iniziare dalla sfida di questa sera contro il Carpi, soprattutto per blindare il sesto posto e respingere gli assalti delle inseguitrici Sassuolo e

Lazio, distanti solo quattro punti. L’altra nota positiva rossonera è il ritorno al gol di Bacca. Il colombiano, nonostante i limiti tecnici e tattici palesati quest’anno dai rossoneri, ancora una volta è stato decisivo. Il bottino di 15 gol realizzati in campionato sono ora una garanzia soprattutto per mister Brocchi che sembra aver rigenerato, quasi preso per mano, l’altro pezzo grosso

della squadra che risponde al nome di Balotelli. Confortante ed ammirevole per impegno è stata la prestazione di SuperMario contro la Samp. Come nella gara precedente contro la Juve, l’attaccante bresciano/palermitano non ha segnato, ma ha lottato, sacrificandosi molto per la squadra. Cristian Brocchi sa che il recupero di Balotelli in questo momento della stagione è

importante, soprattutto per cercare di centrare il solo e grande obiettivo di quest’anno rimasto ai rossoneri: aggiudicarsi la sesta Coppa Italia, trofeo che il Milan non vince dalla stagione 2002/2003 quando ad alzare la Coppa, come allenatore, fu Carlo Ancelotti, dopo una sonante vittoria in trasferta (1-4) e un emozionante 2-2 a S. Siro. Milan e Carpi non si sono mai affron-

Luigi Rubino

tati in campionato allo stadio Meazza. L’unica sfida è quella di Coppa Italia disputata tre mesi fa e vinta dai rossoneri per 2-1 con reti di Bacca e Niang.

Gonzalo Higuain

Paulo Dybala

Carlos Bacca

Mauro Icardi

Josip Ilicic

Éder Citadin Martins

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LA CLASSIFICA

classifica marcatori

uanto può valere la vittoria del Milan a Genova contro la Sampdoria? Difficile dare risposta. Il cambio di allenatore ha funzionato. A Brocchi sono bastati novanta minuti o poco più per dare vitalità ad una squadra prima spenta e che ora è tornata a vincere dopo più di due mesi, in trasferta, giocando con giudizio contro i blucerchia-

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Cristian Zaccardo

Simone Romagnoli


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Vita di CLUB

Giovanni Labanca

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l periodo per la squadra rossonera, lo vediamo tutti, non è dei migliori. La crisi è sempre latente ed offusca quella che era la fulgida immagine di una società tra le prime al mondo. Il campionato, anche quest’anno è andato a farsi benedire e si pensa al futuro con tanti rammarichi da parte di tutti. I tifosi, tuttavia, son quelli che non cambiano mai direzione ,anche se perdono l’umore giusto, per seguire la squadra: il tifo è l’unica componente che non muta mai, ma che, anzi, si rafforza propria nei momenti di maggiore difficoltà. La prova lampante di tutto questo l’hanno fornita due Milan Club d’oltre confine:Il 28 febbraio scorso a Prishtina il Milan Club Albania e Milan Club Kosovo hanno dato vita ad un in-

Milan Club ALBANIA contro di calcio, inaugurando il primo torneo tra i club. I presidenti dei rispettivi sodalizi hanno espresso tutta la loro soddisfazione per la magnifica riuscita della manifestazione, che ha richiamato un gran numero di tifosi e gente comune, che hanno socializzato fraternamente, durante lo svolgersi della gara. Il Trofeo, per dovere di cronaca, è stato vinto dal Milan Club Albania ed è stato salutato con molto entusiasmo dai suoi sostenitori. I presidenti, all’unisono, hanno dichiarato felici: “Quello giocato oggi rappresenta solo l’inizio di un programma che prevede tante altre manifestazioni, non solo calcistiche. Ci incontreremo periodicamente per scambiarci opinioni su tanti argomenti che possano servire a rinsaldare sempre più la nostra gente, in un continuo scambio di esperienze e mettere a frutto quanto è successo in passato,per una convivenza sempre più prosperosa e pacifica. Siamo solo molto dispiaciuti per la nostra squa-

dra. Non riusciamo a spiegarci questo declino e non riusciamo nemmeno a capire come mai la società sia impantanata in un mare di guai. Noi diamo la colpa a tutti, dai dirigenti ,all’allenatore ed ai giocatori che, proprio loro, dovrebbero dare esempio e prova di maggiore impegno nelle partite. Questo calo del nostro Diavolo non lo so si può spiegare diversamente. Noi siamo e saremo sempre dalla parte della squadra, ma pretendiamo, in cambio, una svolta epocale della società che sembra brancolare nel buoi, senza che si intraveda la fine del tunnel di una crisi che dura ormai da troppo tempo. Forza Milan, comunque e grazie a Stadio5 che si occupa di noi e ci dà la possibilità di farci conoscere nel mondo del tifo rossonero”. L’appuntamento, ora, è alla prossima edizione del Torneo, alla quale hanno già preannunciato la loro partecipazione altri Milan Club, anche della vicina Italia. Questo è un segnale di grande passione ed amore per la squadra che all’AIMC di Milano hanno molto apprezzato.

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Vita di CLUB Ospiti in tribuna

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Milan Club in Tribuna

Giovanni Labanca

In occasione di Milan - Lazio, come è buona abitudine della Società, sono stati invitati in Tribuna i Milan Club di Chieti e di Ortona, che hanno vissuto una giornata con i giocatori e dirigenti.


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Ospiti

Giovanni Labanca

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’anno scorso quando il verdetto del 28 aprile decretò la promozione del Carpi in serie A, fiumi di spumante corsero non solo negli spogliatoi della cittadina emiliana, ma anche nelle “segreterie” delle altre squadre, per la sicurezza di avere già i tasca i sei punti che la compagine del modenese poteva offrire su un comodo vassoio d’argento. Insomma, un boccone all’andata ed uno al ritorno, ed un bel bottino, dopo una bella scampagnata sugli ameni Appennini, era già nel carniere delle vanitosette grandi del calcio che conta. Semplice sarebbe stato, proprio come bere

C

ol Napoli l’Inter aveva cullato i sogni per il terzo posto, col Genoa il sogno è svanito. E pensare che ad un certo punto della partita i nerazzurri erano ad un tiro di schioppo dalla Roma che stava perdendo all’Olimpico con il Torino. Alla fine, a Marassi il mondo è crollato addosso a Mancini, cancellando con un colpo di spugna tutte le speranze venute alla luce dopo il 2-0 di San Siro con il Napoli. sferrare il colpo del KO a Icardi e compagni è stato il rossoblu De Maio, grazie alla bella solita dormita della difesa interista. Fortuna vuole per l’Inter che la Fiorentina le abbia buscate dall’Udinese, col la Viola sotto di due punti in classifica dai nerazzurri. La Juventus, intanto, con il minimo sforzo ha abbattuto per 3-0 la Lazio di Simone Inzaghi, mettendo un sigillo sulla corsa per lo scudetto, anche se il Napoli ha rispedito a casa il Bologna dal San Paolo sotto una valanga di gol. Il 6-0 porta la firma di una tripletta di Gabbiadini e due gol di Martens che conferma che il Napoli non è solo Higuain. Nei bassi fondi della classifica cade pesantemente il Frosinone a Verona col Chievo, mentre il Palermo non va al di là di un 2-2 con l’Atalanta. Di conseguenza

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La preda scomoda al profumo di Carpino un bel bicchiere d’acqua nella calura estiva. I fatti del campionato hanno dimostrato e stanno dimostrando esattamente il contrario, come speravano nella città del Carpino che dal 1909 ha visto la luce del pallone sorgente ed ora adora e rispetta come un Dio, nel senso che, nessuno si è mai sognato da queste parti, di diventare lo scendiletto del campionato. E di questo, si sono accorti in parecchi, se anche le grandi hanno dovuto penare e molto per avere ragione dell’undici di Claudio Caliumi e di Castori. “Per noi il miracolo della A bastava e avanzava per campare di gloria per mille anni ancora, ma la volontà ci ha spinto oltre. Abbiamo pagato lo scotto della neofita, ma, una volta aggiustato il tiro e capito bene il nuovo meccanismo di gioco, abbiamo preso sempre più coscienza delle nostre forze e, anche con spavalderia, ci stiamo giocando i tre punti di volta in volta, con il coltello tra i denti, perchè mostrarsi impauriti, sarebbe stata la fine anticipata dei nostri progetti”. I

risultati danno ragione a questa bella “Jucunditas”, che, pur navigando sulla pericolosa linea di galleggiamento, non cederà le armi fino all’ultimo secondo, avendo anche a disposizione

campioncini mica tanto male come capitan Zaccardo, Borriello e Lasagna, tanto per dirne qualcuno. Questi baldi giovinotti, proprio oggi, nello scenario più bello d’Italia, vogliono dare

dimostrazione del loro valore, pur temendo un ritorno di fuoco del Biscione che, dopo una settimana pazza, non può più rovinare la digestione ai propri affezionati tifosi che, con il termometro

sotto lo zero, rischiano di brutto, specialmente se la palla, i nerazzurri, non dovessero farla girare nel modo giusto e nella porta avversaria. “Ci sarà da divertirsi e parecchio” ci dichiara un Borriello volenteroso e deciso a riscattare una stagione quasi anonima. San Siro è stato anche il mio campo e, per fortuna, la strada della porta, me la ricordo ancora. Sarà una bella sfida che scalderà cuori e polmoni, con la non troppa recondita speranza di un buon risultato”. Vittoria o non vittoria, al presidente Caliumi preme un’altra cosa che ancora non ha avuto dalla vita sportiva, che, dato i tempi, oltre a poter essere una noto Amaro, è il ritorno urgente a poter giocare nella sua sede naturale della sua città, che è il glorioso Sandro Cabassi, lo stadio del cuore e della storia della pianta verde.

Inter, addio al terzo posto diventa di importanza capitale la sfida di questa sera di San Siro del Carpi con il Milan. Considerati i due risultati del Frosinone e del Palermo, e pure la sconfitta del Verona con l’Empoli, con un risultato positivo del Carpi con i

rossoneri potrebbe diventare determinante per la lotta per non retrocedere. Il Milan di Brocchi, però, non sembra disposto a fare regali alla formazione di Castori, anche se i rossoneri sono perfettamente

al corrente del pericolo che può portare in attacco Mbakogu e lo stesso Lasagna che quando entra ad un quarto d’ora dalla fine, riesce quasi sempre a lasciare il segno, come è successo nelle ultime trasferte del Carpi.


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La metafora del tifo come cartina di tornasole di un Paese alla deriva I

l calcio è la metafora di una società. In Germania si afferma la capacità di organizzare gioco e di rendere forte una nazionale anche attraverso l’integrazione di altre etnie. In Spagna la bellezza estetica è sopra tutto il resto, ho assistito di persona a partite dove se un calciatore lanciava il pallone oltre gli spalti, per evitare di fare subire un gol alla sua squadra, invece di essere applaudito si è beccato una sonora bordata di fischi, da far rabbrividire. In Inghilterra la voglia di lottare e correre su ogni pallone è la costante, oltre a una certa etica che forse in terra di Albione trova rifugio proprio solo attorno a un rettangolo di gioco. In Italia intorno al mondo della pedata si affermano sempre più spesso l’imbroglio, la corruzione, l’asservimento al potere mafioso, sempre più evidente e sempre più senza pudore alcuno, da parte di chi ha messo in scena questo garbuglio. Quando finirà tutto ciò? Per gli italioti, mai, anche perché è ciò che cer-

cano. Per noi duosiciliani, penso l’unica soluzione rimane quella di separarci da questa truffa di nazione, che ci odia e ci tratta da colonia da 156 anni ininterrottamente. Anche l’altra sera a Milano, mentre si giocava una partita falsata dalla terna arbitrale di turno, la gente dagli spalti urlava incitando il Vesuvio a “lavarci”, come si usa dire in casi del genere “curnute e mazziate”. Stessa cosa il giorno appresso a Torino, una tifoseria, quella dei non colorati, che dovrebbe gioire per l’ennesima vittoria – truffa della loro squadra del cuore, invece di questo consta registrare l’ennesima situazione poco piacevole all’interno dello Juventus Stadium. I tifosi bianconeri, infatti, sin dall’inizio della partita contro il Palermo, hanno intonato i soliti cori anti Napoli. “Napoli colera, sei la vergogna dell’Italia intera” era il grido che si innalzava prepotentemente e fuori luogo tra le mura di uno stadio che troppo spesso quest’anno è stato il palcoscenico di situazioni di questo genere. Anziché osannare i propri calciatori e innalzare canti e altari alla classe arbitrale, per i tanti errori commessi quest’anno, tutti a favore dei loro beniamini, i tifosi juventini, preferiscono perdere tempo insultando. C’è da registrare poi anche il continuo intonare del-

la famosa canzone napoletana “O surdato ‘nnammurato”, uno degli inni storici degli azzurri divenuto oggetto di sfottò per gli ultras bianconeri. Insomma, la Juve vede sempre più vicino il quinto scudetto di fila, in quanto vincendo si è portata a +9 sugli azzurri. I non colorati esultano evidenziando però una caratteristica che da sempre li contraddistingue, ovvero il forte odio verso i napoletani, odio che naturalmente va anche in scena in tutti gli stadi del nord italico, un campionato così irregolare neanche all’inferno esiste. Pare rivivere l’autunno del 1860, stesse regole , stessa gente, stessi ascari e traditori di allora. Onore

ai vinti. Fenestrelle vive ancora; appurato questo malessere, la mia domanda rimane sempre la stessa, perché siamo ancora in Italia?” A chi stamme aspettanne per stennere sti panni?” avrebbe chiesto Pino Daniele. Tra l’altro sono anni che i miei amici e collaboratori del CDS mi dicono che il popolo è pronto, personalmente finora l’unica cosa che riscontro di pronto è l’acqua per la pasta, che rimane tuttora l’unica cosa che conta nelle case della mia gente, lo ha dimostrato tra l’altro da solo ciò che è accaduto in occasione del referendum sulle trivelle, che non raggiunge il quorum: i votanti si sono fermati attorno al 32% con i Sì che sfio-

rano l’80% e i No al 20%. Questo ci dimostra il livello insulso che abbiamo raggiunto, siamo diventati un popolo di lamentosi e pieni di prosopopea, l’occasione del voto non era solo per il referendum in se ma per dare prova che davvero esistiamo e che questo andazzo politico a sud, sulle nostre spalle e sulla nostra pelle non è più tollerabile e invece ci siamo per l’ennesima volta defilati, l’ennesimo harakiri, ancora spariti davanti alla responsabilità civile, squagliati, come neve al sole; quindi tenetevi questo sistema e gli insulti copiosi che giungono senza sorta di discontinuità ovunque ci presentiamo, ma abbiate almeno il pudore di

non lamentarvi più cari amici miei, anche se le indicazioni risultano comunque come una cartina di tornasole, che è da di se l’immagine di un Paese agli sgoccioli, un’immagine da ultimi fuochi, noi Terroni tra ascarismo e menefreghismo stiamo dando il nostro vergognoso contributo allo sfascio. La partita del Napoli contro il Bologna è stata pura accademia, azzurri irresistibili, Mertens fa l’Higuain, Bologna travolto, tra l’altro il campionato è finito è quindi la tensione degli arbitri e del Palazzo si è allentata , alleluia brava gente. Al San Paolo contro i romagnoli è andata in scena l’ennesima recita perfetta della squadra di mister Maurizio Sarri, 6 gol ai felsinei, che fanno si che a questo punto della stagione gli azzurri arrivano in totale 72 reti, risultando il migliore attacco in assoluto della serie A, raggiunto anche il record di vittorie in casa (14) che era di Walter Mazzarri, e a soli 6 punti dal record di punti. Per la cronaca in porta contro i rossoblù di Roberto Donadoni sono andate le seconde linee con le 3 reti Dries Mertens , 2 di gol Manolo Gabbiadini, e 1 di David Lopez che realizza il suo primo gol nel campionato risultando l’11° realizzatore stagionale del club partenopeo. Nota a latere il 100° gettone di presenza in maglia azzurra di Raul Albiol. Forza Napoli.


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Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00

smo calcistico, l’esaltazione della

to casciavit (Fratelli Frilli Editori,

isbn 978-88-6218-242-3

dialettica, della libertà. Questo

2008). Nel 2013, ha curato il Dia-

libro rappresenta un sincero, ap-

rio della mia guerra (Segni e Pa-

ell’ottobre del 1908, cu-

passionato atto d’amore nei suoi

role), scritto da suo padre Paolo,

riosamente a Chiasso, si

confronti.

e nel 2014 ha partecipato all’an-

disputava il primo Inter-Milan,

Alberto Figliolia è giornali-

tologia 33 Racconti rock (QuiE-

la sfida che sarebbe diventata il

sta pubblicista. Collabora con

dit). Il suo sito è www.davideg.it,

derby italiano per eccellenza, il

il «Gazetin», periodico indi-

il blog www.fuorigiocoblog.com.

più giocato, il più prestigioso. Il

pendente di cronaca civile, e

Mauro Raimondi, milanese, ha

derby della Madonnina ne ce-

«tellusfolio», rivista telematica

esordito nel 2003 con Invasione

lebra la storia ripercorrendo in

“glocal”. Allenatore di basket, ha

di campo. Una vita in rossonero

sessantuno storie la sua gloriosa

provato a coniugare la passione

(Limina), partecipando all’an-

epopea attraverso partite famose

dell’insegnamento con i concetti

tologia

e incontri che pochi conoscono.

di agonismo, democrazia e soli-

(Limina, 2003). Insegnante di

Un lungo, intenso e vivace rac-

darietà. Collabora con Silvana

Storia di Milano, ha curato la

conto, ricchissimo di aneddoti,

Ceruti alla conduzione del Labo-

biografia del poeta Franco Loi in

interviste, personaggi: dai fratelli

ratorio di Scrittura creativa nella

Da bambino il cielo (Garzanti,

Cevenini all’immenso Meazza

Casa di Reclusione di Milano-

2010). Della sua città ha raccon-

che segnò con entrambe le ma-

Opera. Ha scritto numerosi libri

tato il cinema in Milano Films

glie, dai fuoriclasse come Nyers

navigando fra poesia e sport.

1896/2009 (Frilli, 2009, coautore

e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola,

Condivide con Çlirim Muça la

M. Palazzini), le testimonianze

Matthaeus e van Basten, Ibra e

vocazione alla divulgazione del-

dei viaggiatori stranieri in Dal

Kaká, a giocatori magari meno

lo haiku e crede con fermezza nel

tetto del Duomo (Touring Club,

celebri ma che un’impronta, nel-

martello libertario e gandhiano

2007) e i libri in CentoMilano

la stracittadina, l’hanno lasciata:

della poesia.

(Frilli, 2006). I tre autori hanno

Smerzi, Bonizzoni, Cappellini,

Davide Grassi, giornalista pub-

pubblicato insieme Centonovan-

Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-

blicista, ha collaborato con diver-

tesimi (Sep, 2005), Eravamo in

ti altri. Calcio, dunque, ma non

si quotidiani nazionali – tra cui il

centomila (Frilli, 2008) e Portieri

solo. Poesia, musica, fatti di cro-

«Corriere della Sera» – prima di

d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010,

naca si inseriscono spesso e vo-

approdare agli uffici stampa. Ha

Figliolia e Grassi hanno inol-

lentieri nei racconti, al pari delle

pubblicato Inter? No, grazie! (Li-

tre scritto La sua Africa. Storia

vicende di una città fortunata

mina, 2002), Rossoneri comun-

di Samuel Eto’o (Limina), e nel

a possedere il derby. Perché la

que (Limina, 2003) – antologia

2012 Grassi e Raimondi hanno

stracittadina, oltre a essere emo-

curata con Andrea Scanzi –, La

pubblicato Milano è rossonera

zione allo stato puro, è anche de-

palla è rotonda? (Limina, 2003),

(Bradipolibri).

mocrazia: una sorta di bipolari-

Rossoneri. Il manuale del perfet-

N

Rossoneri

comunque


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finestra sul mondo e dintorni dallo spazio ci guardano buco NERO

Luigi Sada

C

redete agli UFO? Probabilmente, NO. Per quanto riguarda una parte dello staff di Sta-

dio5, SI. Primo perchè, diciotto anni fa, il sottoscritto è stato testimone del passaggio di un disco volante sopra la circonvallazione di Pavia,

secondo è assurdo sostenere che non esista alcuna forma di civiltà extraterrestre fuori dal nostro sistema solare. Lo sapevate che esistono miliardi di pianeti con condizioni ambientali simili a quelle della nostra vecchia Terra, che come è noto, è figlia di una stella, il sole, destinato fra qualche miliardo di anni a spegnersi, come sempre, accade al resto della costellazione, da quando esiste l’universo. Quindi, il sole è nato, cresciuto ed è destinato a scomparire dopo il suo viaggio nella galassia. Di conseguenza, a tutto c’è un inizio, passaggio ed una fine. Le civiltà nascono, crescono e muoiono. Dunque, perchè non pensare che sia successo la stessa cosa nella storia di altri pianeti? Anzi, dirò di più: la sonda mandata un mese fa verso Marte con la collaborazione italiana è partita proprio con lo scopo di cercare altra vita e le origini del pianeta rosso, capace di ospitare qualche forma di vita di qualche milione di anni fa. Una domanda ai lettori: se fossimo noi gli eredi della vita passata di Marte? Il pianeta si stava spegnendo e noi ce ne siamo andati, puntando sulla Terra, un suolo ospitale con acqua ed ossigeno a nostra disposizione. Gli extra terrestri , direte voi, cosa c’entrano? C’entrano, eccome, perchè nell’universo non siamo soli. Chi ha avuto la fortuna di aver visto un UFO sa che la verità passa da questi avvistamenti, confermati anche dalla NASA e dai lavori della famosa Area 51, negli USA. Il 26 ottobre 1998, quando l’UFO di Pavia è passato sulle nostre teste a duecento metri di altezza, in auto con il sottoscritto c’era anche il figlio Riccardo e Stella Tangari, attualmente impiegata nel settore informatico. La loro testimonianza conferma che non c’è stata alcuna allucinazione personale, anzi sottolinea che tutte le vetture che precedevano la nostra si sono fermate nell’alzare il naso verso il cielo. Ma c’è altro. Per tre ore, rientrati a Milano, un cerchio alla testa mi ha fatto compagnia e stesi sul divano, sentendo un vuoto, come un cuscino d’aria. Alla fine il cerchio è scomparso, lasciando in noi una sensazione straordinaria

di benessere, per poi costituito nell’arco degli anni una specie di difesa a favore della nostra salute. Il disco, scomparso all’improvviso, com’era apparso, ha emanato probabilmente energia positiva, la quale è stata assorbita da noi. Un vecchio collega, qualche anno prima, sosteneva che eravamo matti, negando l’esistenza degli UFO, poi quando alla periferia di Corsico la sua auto si è bloccata ed il passaggio di un disco volante a qualche chilometro di distanza, si è ricreduto, aggiungendosi al nostro gruppo di pazzi che guarda il cielo. Ci auguriamo di ricevere quanto prima un altro segnale importante

dallo spazio, perchè, lo ricordiamo ancora una volta, non siamo gli unici abitanti dell’universo, considerando, lo ripetiamo, che esistono miliardi di galassie, con possibilità di vita extraterrestre. La Gran Bretagna un paio di anni fa ha aperto un dossier segreto sugli ufo, e ha rivelato straordinari documenti che confermano la presenza aliena sul nostro pianeta e nello spazio. In primis, sulla Luna, dove gli astronauti americani nel 1969 comunicarono la presenza di alcune astronavi all’orizzonte lunare. Dichiarazioni, poi censurate, in diretta tv dalla stesso Tito Stagno, per non allarmare la popolazione mondiale.


giovedì 21 aprile 2016 www.stadio5.it

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Zona d’ombra

I

l noto attore e produttore Will Smith ritorna sul grande schermo con il dramma a sfondo sportivo “Zona d’ombra” (“Concussion”). Ispirato ad una storia vera e basato sull’articolo “Game Brain” di

Jeanne Marie Laskas, pubblicato su GQ, il film è diretto da Peter Landesman (“La regola del gioco”, “Parkland”). Il dottor Bennet Omalu (Will Smith) è un neuropatologo forense che lavora all’ospedale di

Montedoro

M

ontedoro è un film drammatico scritto e diretto da Antonello Faretta ed interpretato da Pia Marie Mann. Ispirato alla vera storia di Pia Marie Mann, il film racconta le vicissitudini di una donna italoamericana di mezza età nata nel paese fantasma di Montedoro (Craco vecchia in provincia di

Pittsburgh. Dopo aver condotto l’autopsia su diversi giocatori di football che avevano militato nei Pittsburgh Steelers, tra cui il famosissimo “centro” Mike Webster, il dottor Omalu scopre la CTE (Encefalopatia traumatica cronica), sindrome che si verifica a seguito di traumi multipli o colpi al cervello. Naturalmente la NFL cerca di negare l’esito della ricerca scientifica del medico e di insabbiare i suoi risultati. Il giovane dottore dovrà lottare per vedere riconosciuti i suoi risultati. L’ incipit del film è sicuramente interessante: si concentra sulla forza di volontà di un uomo che vuole scoprire la verità scientifica che si cela dietro misteriosi suicidi e che combatte contro una multinazionale, qual è la NFL, e soprattutto contro il pregiudizio di un popolo il cui sport nazionale viene messo in discussione. A questo però corrisponde una sceneggiatura lacunosa, dialoghi sterili ed al limite del ridicolo. I personaggi non vengono caratterizzati ne approfonditi. Lo stesso

Will Smith vs la NFL

protagonista Will Smith barcolla ed inciampa spesso in un ruolo che poco gli appartiene. “Zona d’Ombra” è sicuramente un elogio agli Stati Uniti: patriottico è il messaggio piuttosto urlato su quanto siano una nazione stupenda dove chiunque, nativi e non, possano realizzarsi professionalmente e diventare ricchi e famosi. Al “sogno americano”, poi, si affiancano tutti i temi su cui si basa la società a stelle e strisce: Dio-famiglia-Patria. Il film,

inoltre, è stato accompagnato da una vivace polemica. L’attore ha gridato al boicottaggio alla notte degli Oscar perché non aveva ottenuto neanche una nomination sia nella categoria dei film ne in quella degli attori. Se alcune volte le decisioni dei membri dell’Academy Awards possono essere discutibili, sicuramente in questo caso la nomination non sarebbe stata plausibile! Il cast di supporto include Alec Baldwin, Luke Wilson, Gugu

Mbatha-Raw, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Arliss Howard, Paul Reiser, David Morse e Albert Brooks. “Zona d’ombra” è una pellicola sui pericoli degli sport d’impatto e sull’enorme business sia politico che economico che si cela dietro certi eventi sportivi. Mediocre prodotto cinematografico, il film di Peter Landesman risulta essere pieno di aspirazioni che non riesce a realizzare.

Cinema

L‘antica favola lucana

Matera), data in adozione all’età di quattro anni ad una famiglia newyorchese. La donna ritorna nel piccolo paese del Sud Italia alla ricerca delle sue origini e della sua identità. Il paese lucano, adagiato su una maestosa collina, è stato completamente abbandonato nel 1963 a causa di una devastante frana. Grazie all’incontro casuale con alcuni

abitanti del luogo, la protagonista compirà un incredibile viaggio nel tempo e nella memoria alla scoperta di una comunità antica ormai dimenticata dalla Storia e dal Mondo. A metà strada tra il favolistico e la ghost story, “Montedoro” è una riflessione profonda sulla convivenza tra passato e presente, tra la morte e la vita.

La storia s’incentra sulla protagonista e la sua dolorosa ricerca della verità per guarire una ferita del passato, un legame materno spezzato. Il luogo fisico è il paese fantasma di Craco: un posto metaforico dove il tempo sembra essersi fermato, dove si respira la magia di riti ancestrali ormai dimenticati. Il giovane regista lucano, Antonello Faletta, così vuole raccontare la storia di una comunità arcaica qual è quella che ancora si respira in alcuni piccoli paesi del Sud Italia. Immersi nella natura incontaminata ed estranei al turismo ed alle luci del con-

Anastasia Mazzia sumismo, ci sono ancora piccole società, scrigni di valori e memorie, di rispetto per i morti, di rituali legati ai cicli della vita e della morte. Onirico, visionario e con un linguaggio fortemente poetico, la pellicola di Faletta segue un re-

spiro lento e profondo. Lenti sono i movimenti di camera alternati da immagini girate in super 8 che documentano sia le immagini di Craco prima della frana, sia gli Stati Uniti degli anni ’50. Essenziali sono i dialoghi, mentre i silenzi risultano assordanti. Bellissima è la fotografia di Giovanni Troilo: il paese abbandonato, i calanchi e le ampie distese di grano. Il cast si compone oltre a Pia Marie Mann, di Joe Capalbo, Caterina Pontrandolfo, Luciana Paolicelli e gli abitanti di Craco. “Montedoro” è un film metaforico complesso ed allo stesso tempo meraviglioso perché riesce a raccontare tutta la magia e la bellezza del nostro Sud.


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“Rock’n Sport - Musica, discipline olimpiche e anche no”

V

ololibero

tempi dell’antica Grecia, in-

ne sportive – dall’Alpinismo

Edizioni

fatti, i Giochi Olimpici erano

al Volley, con l’aggiunta dello

presenta

costantemente accompagnati

spettacolare Wrestling - l’au-

un

libro

da gare di contenuto artisti-

tore racconta le infinite volte

di Antonio “Tony Face” Bac-

co, tra poesia e canti. Dopo

in cui la musica (prevalente-

ciocchi: “Rock’n Sport - Mu-

il successo di “Rock’n’Goal”,

mente “rock”) ha affiancato lo

sica, discipline olimpiche e

Bacciocchi si cimenta con

sport o viceversa. Scritto con

anche no” (Collana: Passio-

quasi tutti gli altri sport, olim-

la collaborazione di Alberto

ni Pop Formato: 14 x 21 cm

pici (ma anche no), pronto a

Galletti ed Elena Miglietti, il

Pagine: 192 b/n Prezzo: 15

svelarci incredibili connes-

libro contiene un’intervista

euro In libreria e Ebook dal

sioni, cortocircuiti e curiosità

esclusiva al pugile Lenny Bot-

19 aprile). Da sempre la cor-

da mondi pieni di passioni.

tai.

relazione tra sport e musica è

Analizzando il rapporto tra

particolarmente forte. Sin dai

musica e ventisette discipli-

Musica

Riccardo Sada

Info: www.vololiberoedizioni.it, www.tonyface.blogspot.it

The Martinez Brothers, dal Bronx al Fabrique

D

omenica

assiduo frequentatore di

icone quali Nile Rodgers e

24

aprile

locali di culto quali il Pa-

Bodega Band e di felici in-

prefesti-

radise Garage di New York.

cursioni nel mondo dell’al-

vo di gran

Dal 2011 resident al DC-

ta moda.

lusso al Fabrique di Mila-

10 di Ibiza, dal 2014 sono

no. Merito della presenza

diventati un riferimento

e soprattutto della musica

assoluto nel panorama sia

di The Martinez Brothers

house che techno, merito

e Lele Sacchi. Originari

di produzioni e remix tra

del Bronx, Stevie Jr e Chris

i più suonati in contesti

Martinez si sono avvicinati

fondamentali quali Ibiza e

e appassionati alla musi-

l’Amsterdam Dance Event,

ca House grazie al padre,

delle collaborazioni con

Fabrique Milano, via Fantoli 9 – tel. 02/5063008 www.fabriquemilano.it


Pane gratis giovedì 21 aprile 2016 www.stadio5.it

Suoni e Sapori

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non solo calcio

Buste piene di pane lasciate fuori dal panificio per “chi ne ha bisogno”

L

’idea è stata adottata da Emanuela Pacera, giovane titolare di un panificio a Ischia. “È un modo semplice per aiutare chi è in difficoltà” “Cari amici... stasera per chi ne ha bisogno fuori al negozio ci sono pane e pizzette. Ho fatto più buste con la speranza di aiutare più persone. Vi prego di condividere affinché il messaggio possa arrivare a chi necessita di queste cose”. Così qualche giorno fa ha scritto sul suo profilo Facebo-

non mancano persone che hanno difficoltà ad acquistare un po’ di pane a un euro o di sfamarsi con una pizzetta. Soprattutto quando ci si avvicina alla fine del mese e il portafogli è inesorabilmente vuoto. Il mio non è certo un gesto eclatante. Piuttosto, un invito a fare altrettanto rivolto a ristoranti, panifici, pasticcerie: mettere a disposizione le rimanenze, magari con l’ausilio delle amministrazioni, creando dei punti di raccolta a favore di chi ne ha bisogno”. Il grande cuore del Sud che per

ok Emanuela Pacera, titolare di un panificio sul corso di Casamicciola a Ischia, promotrice di questa iniziativa assolutamente encomiabile. Ennesimo gesto di chi vuole tendere una mano a poveri e bisognosi. “E’ un modo semplice per aiutare chi è in difficoltà”, ha spiegato Emanuela. “Dialogando con un’amica, che a Ischia gestisce la catena alimentare per i poveri, ho preso coscienza di una realtà in parte sommersa: anche su un’isola apparentemente ricca

fortuna del mondo si manifesta ancora, così che ci consente di dire: non tutto è perduto. Il mondo sarebbe stato migliore se nella guerra dei mondi dell’800 avessero vinto i fautori della tradizione e non i padri del futuro liberismo sfrenato che ancora domina la scena dell’umanità, riducendo l’uomo a macchina di consumo . Un grazie infinite a tutta quella gente di buon senso che ancora resiste e non intende arrendersi nonostante le brutture e le violenze quotidiane .

La cucina campana e siciliana figlie della stessa madre: la Magna Grecia

C

’avimma stà’. Davanti alla cucina siciliana, c’amma stà’. Noi e loro, figli della Magna

Grecia e di quello straordinario modo di vivere e di pensare, ne abbiamo di cose da dire, in ogni campo. Ma sul cibo, questa vol-

ta, la gara è veramente dura. Il primo libro di cucina della storia sapete dove è nato? In Sicilia. Autore: Miteco Siculo, nato a Siracusa. Una vera personalità del mondo culinario. Siamo nel quinto secolo prima di Cristo e fu lui a far conoscere e apprezzare la cucina sicula in Grecia, dunque nel mondo di allora. E suo compagno di mantesino e cucchiarella era l’altro maestro di lopas e tagena: Labdaco di Siracusa. Inoltre, poiché già allora c’era il detto che chi sa fare fa e chi non sa fare, insegna o fa il critico, sempre dalla Sicilia arriva il padre dei critici dell’arte culinaria, l’antenato di Masterchef, tale Archestrato di Gela, autore del poema “Gastronomia”.

Lopas e tagema sarebbero i corrispettivi di padelle e tegami. In quel momento storico di grande splendore e fervore culturale, perfino nella fattura degli attrezzi da cucina gli artigiani erano più illuminati di qualsiasi designer dei giorni nostri. È in Magna Grecia che si trovano per la prima volta particolari padelle in terracotta, dotate di un breve manico forato per introdurci un manico di legno, utile per non scottarsi. Ne volete sapere un’altra? Nella batteria di cucina e nei corredi di stoviglie, già esisteva il piatto da pesce, dalla forma di pesce e “con orlo ricurvo e incavo-omphalos per contenere il condimento al centro della vasca”, diffuso nel corso del IV

sec. a.C. “in Sicilia e da qui poi in Campania, a Paestum, in particolare con le officine di Asteas e Python”. In generale, si legge ancora nei vari testi antichi, tanta era la cura per i banchetti e l’attenzione rivolta ai cibi che, secondo la tradizione, nel VI sec. a.C. Smindiride di Sibari si recò alla corte del tiranno di Sicione, Clistene con circa mille cuochi al seguito. Che pariàta! Si può dire che le due millenarie culture abbiano cromosomi comuni. A parte le altre e varie contaminazioni, Napoli e Palermo condividono parentele importanti nell’albero genealogico. Poi, certo, ognuno si è specializzato su determinate tipicità che non cito perché l’elenco sarebbe

lunghissimo e poi perché sono fin troppo note. Di base c’è la stessa culla, quella Magna Grecia che era così avanti perfino nella conoscenza della Dieta Mediterranea che, pensate, si utilizzava l’olio di oliva per cucinare prima dell’VIII secolo avanti Cristo. E, giusto per chiarire un concetto che anima il dibattito di queste ore in Europa: l’olio prodotto in Magna Grecia trovava un uso massiccio soprattutto come condimento per cucinare; mentre l’olio prodotto in Spagna e soprattutto in Africa era considerato pessimo e veniva utilizzato esclusivamente per l’illuminazione.

Fiore Marro


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