N 24 2014 inter lazio

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Capitano.. Grazie

sabato 10 Maggio 2014 Anno 4 n 21

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Parola al Baffo Battere la Lazio per salvare la stagione

Sandro Mazzola pag 3

LA PARTITA Inter Lazio fra presente e futuro E. Tramacere

pag 2

PALLA ALL’ONOREVOLE intervista a

Bruno Tabacci deputato Lara Comi

pag 4

Javier Zanetti

C’È SOLO UN CAPITANO Luigi Rubino

pag 6

SPECIALE

Inter

Lazio

pag 8-9

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di Beppe Vigani

INTER-LAZIO, FRA PRESENTE E FUTURO VINCENTE INTER

la partita Emanuele Tramacere

S

arà ancora una volta una sfida da tutto in una notte. Inter-Lazio non è mai stata una sfida povera di contenuti, ma con soli sei punti a disposizione prima della chiusura del campionato e due posizioni per l’accesso all’Europa League ancora totalmente in discussione, quella contro i biancocelesti diventa necessariamente la partita che può condizionare un’intera stagione e, probabilmente anche quella futura. Se da un lato il pari della Lazio contro il Verona fa sorridere anche l’Inter, ora a +4 su entrambe le rivali, dall’altro i

Walter Mazzarri è al bivio nerazzurri sono comunque costretti a cercare il bottino pieno per evitare il rientro in extremis proprio del Milan, del Parma. Seppur con il morale tutt’altro che ai massimi storici, le remote possibilità di centrare ancora il sesto posto potrebbero rappresentare un ostacolo importante per l’Inter che si ritroverebbe a dover combattere anche con i fantasmi del recente passato. Niente spazio ai sentimentalismi, quindi, e che i tifosi nerazzurri si mettano il cuore in pace: il presente e il futuro dell’Inter contano più

INTER

della storia di uomini come Javier Zanetti, Walter Samuel e Diego Milito. Tutti e tre all’ultima partita a San Siro, in particolare per il capitano di lungo corso sarà, insieme con quella contro il Chievo a Verona, l’ultimo incontro di una carriera durata 19 stagioni con la maglia dell’Inter. Dei tre, tuttavia, solo il muro argentino (il cui futuro è comunque in argentina, conteso fra Boca Juniors e Newell’s Old Boys) ha la certezza della titolarità nel confermato 3-5-2 del tecnico toscano. Andrea Ranocchia e Rolando completeranno una linea arretrata che anche con il Milan ha saputo tenere la barra a dritta, eccezion fatta per l’episodio che ha portato al gol di Nigel De Jong. Proprio Esteban Cambiasso, colui il quale ha di fatto consegnato i tre punti al Milan, dimenticandosi la marcatura sul centrocampista olandese, non sarà della partita per squalifica e costringerà Mazzarri a una piccola rivoluzione in mezzo al campo. Hernanes, grande ex dell’incontro, vestirà i panni del regista arretrato lasciando spazio alle incursioni di Mateo Kovacic e Fredy Guarin il compito di supportare l’attacco. Dopo un derby opaco, sono chiamati al riscatto sia Mauro Icardi, sia Rodrigo Palacio. Soprattutto l’ex genoano, sempre impiegato da Mazzarri sembra arrivato al limite delle proprie energie e una staffetta con Ricky Alvarez potrebbe arrivare nel corso della ripresa. Il giudice sportivo Tosel ha imposto la chiusura della Curva Nord in seguito agli episodi di discriminazione territoriale nel corso della sfida interna pareggiata con il Napoli e, priva della parte più accesa della propria tifoseria, la formazione nerazzurra dovrà compiere una vera e propria impresa. Padrona del proprio destino, l’Inter non potrà più permettersi una partita da squadra attendista non in grado di produrre un singolo tiro in porta durante tutto l’incontro. E’ il momento di giocarsi tutto, per il presente e per il futuro. Mazzarri non può far altro che andare all in

STADIO

In Casa Ultima Vittoria 9/3/14 Inter-Torino 1-0 Ultimo Pareggio 27/4/14 Inter-Napoli 0-0 Ultima Sconfitta 23/3/14 Inter-Atalanta 1-2

bioritmi Enzo Occhiuto

L

’analisi della biosituazione, per questa sfida, regala un buon vantaggio alla squadra nerazzurra con 6.01 rispetto alla formazione di Reja, grazie alla quota totale che segna 5.94. Secondo questa lettura bioritmica il pronostico è favorevole all’Inter. Sempre che i due allenatori, all’ultimo momento, non inseriscano giocatori diversi dalla nostra analisi. Nello specifico delle potenzialità dei singoli atleti, la Lazio registra più tonicità e più forza nei contrasti con 6.01 contro 5.92 dei padroni di casa. Dal punto di vista della reattività e della sensibilità, invece, i padroni di casa risultano più pungolati con 5.99 contro il 5.88 della squadra ospite. Anche sul fronte delle energie mentali e intuitive 6.13 l’Inter si dimostrerà più astuta e vivace dei biancocelesti con un quoziente medio di 5.93, sotto tono.Vediamo quali potrebbero essere i giocatori migliori delle due squadre. Per l’Inter Hernanes e Palacio sono in testa con 6.50 seguiti da Nagatomo 6.49 e Samuel 6.48, ottimi valori anche per Cambiasso e Kovacic 6.42. Per la Lazio spicca Mauri 6.50 seguito da Berisha, Ledesma e Keita 6.49, Gonzalez e Candreva 6.45.

MEAZZA

I

nter e Lazio si sono incontrati a Milano ben 70 volte, per quanto riguarda la Serie A. I nerazzurri hanno collezionato 39 vittorie contro 8 degli avversari. 23 i pareggi. La prima partita disputata a Milano, risale nella stagione 1929-1930, quando alla 21ª giornata i padroni di casa vinsero 4-2 grazie alla tripletta di Meazza e alla rete di Blasevich, mentre per gli ospiti segnaro-

statistiche Severa Bisceglia 5-3 con doppietta di Conceiçao e reti di Mancini, Nedved e Salas, mentre i nerazzurri andarono in gol con doppietta di Ventola e rete di Winter. In questa sfida,

Pericolo biancoceleste

I numeri dicono Inter, ma l’anno scorso vinse la Lazio no Spivach e Ziroli. Sono due le vittorie con maggior scarto per i milanesi: la prima risale alla stagione 1933-1934, alla 26ª giornata, quando i biancocelesti furono travolti 8-1. Per l’Ambrosiana in gol Agosteo, Meazza e Demaria (tutti con una doppietta) e gol di Serantoni e Manzano, mentre la rete della bandiera per i biancocelesti fu realizzata da Guarisi su rigore. La seconda sconfitta più sonora per i romani, diversa nella forma ma uguale nella sostanza, accadde alla 22ª giornata della stagione 1960-61 quando il match si concluse 7-0 con poker di Firmani e gol di Angelillo, Morbello e Gatti. Per quanto riguarda gli Aquilotti, la vittoria più rotonda arrivò alla 5ª giornata della stagione 1998-1999, quando gli ospiti guidati in panchina da Spinosi (con Eriksson dt) espugnarono il “Meazza” per

sono stati messi a segno 196 gol, di cui 136 a favore dei nerazzurri e 60 a favore dei biancocelesti. Nella prima parte di gara Inter e Lazio hanno segnato in totale 97 reti, nella ripresa 99 gol. Nel primo tempo, l’Inter ha realizzato 65 centri contro 32 degli avversari. Nella ripresa l’Inter ha segnato per 71 volte contro 28 dei rivali. Se l’ultimo successo dei padroni di casa è della 19ª giornata della stagione 2011-2012 quando vinsero per 2-1, con gol di Milito e Pazzini per i nerazzurri e rete di Rocchi per i laziali, l’ultimo successo della Lazio, invece, risale alla 36ª giornata della scorsa stagione, quando la squadra allora guidata da Vladimir Petkovic, sbancò il “Meazza” per 3-1: vantaggio biancoceleste per un’autorete di Handanovic, pareggio di Alvarez e, infine, rigore di Hernanes e rete di Onazi.

LAZIO

ORE 20,45

In Casa Ultima Vittoria 6/4/14 Lazio-Sampdoria 2-0 Ultimo Pareggio 4/5/14 Lazio-Verona 3-3 Ultima Sconfitta 9/3/14 Lazio-Atalanta 0-1

Fuori Casa Ultima Vittoria 19/4/14 Parma-Inter 0-2 Ultimo Pareggio 30/3/14 Livorno-Inter 2-2 Ultima Sconfitta 4/5/14 Milan-Inter 1-

Fuori Casa Ultima Vittoria 27/4/14 Livorno-Lazio 0-2 Ultimo Pareggio 12/1/14 Bologna-Lazio 0-0 Ultima Sconfitta 13/4/14 Napoli-Lazio 4-2

Arbitro: Davide

Allenatore

“Dum differtur, vita transcurrit”, è quello che direbbe Seneca; “Mentre si rinvia, la vita passa”, sarebbe il pensiero di qualche saggio contemporaneo che ha a cuore il nostro Paese. Niente è cambiato da quel terribile 2 febbraio 2007 (morte dell’agente Filippo Raciti a Catania), nulla è cambiato da quel 30 gennaio del 1995 (in cui Vincenzo Spagnolo fu ucciso, accoltellato da un tifoso del Milan). Potremmo citarne almeno una quindicina di casi border-line che hanno causato lutti nel mondo del calcio, ma non servirebbe a nulla. In questo mondo, prima di muoversi bisogna fare i conti con la connivenza, con la complicità d’individui insospettabili, chissà magari anche con le forze dell’ordine, con società e una pletora di personaggi ambigui e poco raccomandabili. L’ennesima inchiesta è partita, qualcuno pagherà, ma un giorno qualcuno avrà la forza di ammettere la sconfitta delle istituzioni, dei politici e di tutti gli esperti e sociologi che pensano di avere un rimedio a tutte le situazioni? Ora, tutti gli ultrà d’Italia (soprattutto quelli di Napoli) sono camorristi, spacciatori di droga, strozzini e delinquenti della peggiore risma. Allontanandoci da qualsiasi faccenda di cuore poniamo un altro quesito: ma i poliziotti che hanno applaudito i colleghi condannati per aver ucciso Aldrovandi sono meglio di Genni a’ carogna che indossava una maglia con la scritta “Speziale libero”? Vi sono delle anomalie che non hanno spiegazioni. La “tessera del tifoso” che benefici ha dato al calcio? Nessuna, perché è una card che ha nascosto magagne di un sistema che ha fallito, che ha complicato ancora di più la voglia di andare a vedere una partita di calcio, con gli stessi rischi di quando non c’era. Lo Stato, oggi, si ritrova a fare i conti con la stessa realtà di 1020 anni fa, soltanto che allora il movimento non era mastodontico come quello attuale. Abbiamo commesso lo sbaglio di molti altri giornali: abbiamo scritto anche noi di quello che non avremmo voluto vedere. Non abbiamo ricorso a medicine, però, perché siamo convinti che non esista una cura, almeno qui in Italia. Non in questa politica, non in questo mondo. Di Inter e Milan che dire? Poche cose. I rossoneri hanno vinto il derby, i nerazzurri sembrano tornati indietro con le gambe. La testa è quella che è. Mazzarri e Seedorf sono sotto i riflettori. La prossima stagione, entrambi rischiano di sparire da Milano. Purtroppo, oggi, c’è altro cui pensare.

sabato 10 maggio 2014

Allenatore

Pensiero Stupendo... 2

Massa di Imperia

Walter Mazzarri

Eddy Reja

INTER (3-5-2)

Handanovic;

Ranocchia, Samuel, Rolando; Jonathan, Hernanes, Kuzmanovic, Kovacic, Nagatomo; Palacio, Icardi. Lucius Annaeus Seneca, filosofo, poeta, politico e drammaturgo romano

LAZIO (3-4-3) Berisha;

Biava, Cana, Dias; Gonzalez, Ledesma, Biglia, Pereirinha; Candreva, Mauri, Keita.


sabato 10 maggio 2014

BATTERE LA LAZIO PER SALVARE LA STAGIONE Sandro Mazzola

N

on finiamo mai di soffrire. Col Milan era sufficiente un pareggio per andare in Europa. Invece abbiamo perso mandando all’aria tutte le belle prospettive per concludere con un po’ di tranquillità il campionato. Ora dobbiamo battere la Lazio perchè la concorrenza per un posto al sole si è allargata, Fortuna vuole che la Lazio e il Verona nell’ultimo turno abbiano pareggiato eliminandosi quasi reciprocamente, altrimenti saremmo ancora più preoccupati visto che Torino e Parma sono alle nostre immediate spalle. Domani Toro e emiliani sapranno già come è andata a finire questa sera a San Siro e sicuramente trarranno le loro conclusioni

nella corsa per l’Europa. Noi, comunque, dobbiamo concentrarci al massimo sulla Lazio perchè questa è un’ occasione d’oro per centrare l’obbiettivo. Alle spalle dobbiamo guardarci anche dal Milan impegnato a Bergamo con l’Atalanta. Per loro c’è solo la vittoria dal momento che un risultato diverso diventerebbe fatale per la classifica in funzione degli impegni delle avversarie dirette. Vorrei spendere due parole sul Sassuolo. La squadra di Di Francesco l’altra sera ha dato spettacolo a Firenze confermando di essere un complesso ad alto tasso tecnico con i suoi giovani attaccanti guidati da uno spettacolare Sansone e da un Berardi degno di una convocazione di Prandelli in prospettiva Brasile. Non voglio essere esagerato ma in alcuni momenti mi è sembrato di veder giocare il Real Madrid non il Sassuolo. Bravi, veramente bravi, questi ragazzi che hanno messo sotto la Fiorentina capovolgendo i pronostici della vigilia. Se si ripeteranno col Genoa la squadra sarà salva. per il resto complimenti, a denti stretti, alla Juventus per lo scudetto. Domani sera a Roma contro Totti e compagni sarà però dura strappare i tre punti perchè l0undici di Garcia vorrà far pace con i propri tifosi dopo la scoppola di Catania.

scommesse Pino Sardiello

EMOZIONI E TANTI GOL

L

’Inter di Mazzarri saluta i propri tifosi nel match contro la Lazio di Reja, vero e proprio spareggio per l’accesso ai preliminari di Europa League. Tante le emozioni attese in questa giornata partendo da Hernanes che si ritrova di fronte il suo recente passato, fino al saluto che il popolo interista vorrà fare a una delle ultime bandiere del calcio italiano e non solo: Javier Zanetti. Il capitano nerazzurro è al termine di una carriera lunga e gloriosa e i suoi tifosi vogliono omaggiarlo per ciò che ha fatto e per ciò che ha rappresentato in questi 19 anni da Bauscia. Una gara da vincere per entrambe in cui si potrebbe vedere andare a segno sia Palacio e soci, sia i biancazzurri, con l’opzione Gol, quotata intorno all’1,60, che si lascia preferire. Per la giocata sul “Primo Marcatore” (bisogna indovinare il giocatore che realizza il primo gol dell’incontro) tra i fpapabili ci sono Icardi (4,50), Palacio (5,50) e l’ex Hernanes (9,00) mentre nella Lazio è Klose il più probabile a quota 6,00, seguito da

LA CLASSIFICA Pos. Squadra P.ti G V N S Gf Gs 01 Juventus 96 36 31 03 02 76 23 02 Roma 85 36 26 07 03 72 23 03 Napoli 72 36 21 09 06 67 36 04 Fiorentina 61 36 18 07 11 62 42 05 Inter 57 36 14 15 07 57 36 06 Torino 55 36 15 10 11 55 45 07 Parma 54 36 14 12 10 55 45 08 Milan 54 36 15 09 12 54 46 09 Lazio 53 36 14 11 11 52 50 10 Verona 53 36 16 05 15 59 61 11 Atalanta 47 36 14 05 17 40 48 12 Sampdoria 44 36 12 08 16 43 54 13 Udinese 42 36 12 06 18 41 52 14 Genoa 41 36 10 11 15 38 46 15 Cagliari 39 36 09 12 15 34 49 16 Sassuolo 31 36 08 07 21 38 68 17 Chievo 30 36 08 06 22 31 53 18 Bologna 29 36 05 14 17 27 55 19 Catania 26 36 06 08 22 30 64 20 Livorno 25 36 06 07 23 39 74 Qualificazione Champions Preliminari Champions Qualificazione Europa League Retrocesse

classifica marcatori Pos. Giocatore Gol Squadra 1. Ciro Immobile 21 Torino Carlos Tévez 19 Juventus 2 2 Luca Toni 19 Verona 4 Gonzalo Higuaín 17 Napoli 5 Domenico Berardi 16 Sassuolo 6 Giuseppe Rossi 15 Fiorentina Fernando Llorente 15 Juventus 6 6 Paulinho 15 Livorno 6 Rodrigo Palacio 15 Inter

INTER-LAZIO

+/53 49 31 20 21 10 10 8 2 -2 -8 -11 -11 -8 -15 -30 -22 -28 -34 -35

Candreva e Keita (7,00) e Mauri a 10,00. Chiudiamo dando uno sguardo alle partite più importanti della domenica: alle 12,30 a Bergamo è di scena il Milan di Seedorf, le motivazioni rossonere ci spingono a sposare l’ipotesi del segno 2 offerto a 1,70. Scontro salvezza nel pomeriggio tra Bologna e Catania con le due squadre obbligate a vincere per sperare in una salvezza complicata dalla vittoria in settimana del Sassuolo a Firenze: l’ipotesi Under 2,5 (meno di 3 gol totali nell’incontro), offerta a 1,85, è ottimo moltiplicatore per una multipla. Altro scontro diretto, ma per l’Europa, è di scena all’Olimpico di Torino per la sfida tra granata e Parma con i ragazzi di Ventura che, sospinti dal proprio pubblico, godono dei favori del pronostico e un loro successo viene offerto dai concessionari italiani intorno al 2,20. Chiudiamo con la gara tra Roma e Juventus in cui ci aspettiamo gol a grappoli e dunque optiamo per l’Over 3,5 offerto a 2,60. In bocca al lupo.

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M

ancano due giornate alla fine e invece di maggio sembra gennaio dalla nebbia fitta che avvolge la società di via Aldo Rossi. La silente linea seguita da Galliani e dalla famiglia Berlusconi persiste ormai da settimane e dei risultati sul campo si parla poco, forse proprio per non doversi sbilanciare sul futuro di Seedorf che, nono-

cugini Andrea Anelli

Fin che la barca va… Si naviga a vista fino alla fine poi si vedrà stante tutto, sembra sempre più lontano dal Milan. A 180 minuti dalla fine di una stagione comunque storta, l’unica certezza è che la Juventus è di un altro pianeta e se si vuole diventare competitivi per l’anno prossimo bisognerà cambiare parecchio in risorse umane e mentalità. Archiviato il derby, non è più possibile tirarsi indietro dalla corsa al sesto posto con pazza idea del quinto, lì a soli tre punti di distanza. Il calendario sorride al Milan che scenderà in campo all’Atleti Azzurri d’Italia contro i bergamaschi che non hanno più nulla da chiedere e nel prossimo turno si chiude a San Siro con il Sassuolo. Le altre concorrenti invece si scontreranno tra loro: Inter-Lazio e Torino-Parma . E’ chiaro che se Inter e Torino faranno bottino pieno la corsa si esaurirà senza sussulti finali ma è più che lecito aspettarsi un finale di stagione coinvolgente. Detto questo, rimane il fatto che neanche la vittoria sull’Inter ha regalato a Seedorf la tranquillità per la prossima stagione. La società ha lavorato sotto traccia per trovare l’alternativa giusta e non farsi trovare impreparata. La soluzione potrebbe essere interna (Inzaghi) ma molto più probabilmente ci si affiderà

TURNO ODIERNO Giornata 37 Sabato 10 MAGGIO 18:00 Verona-Udinese Stadio Marc Antonio Bentegodi, Verona 20:45 Inter-Lazio Stadio Giuseppe Meazza, Milano Domenica 11 MAGGIO 12:30 Atalanta-Milan Stadio Atleti Azzurri d’Italia, Bergamo 15:00 Livorno-Fiorentina Stadio Armando Picchi, Livorno 15:00 Cagliari-Chievo Stadio Sant’Elia, Cagliari 15:00 Sassuolo-Genoa Stadio Città del Tricolore, Reggio Emilia 15:00 Torino-Parma Stadio Olimpico, Torino 15:00 Sampdoria-Napoli Stadio Luigi Ferraris, Genova 15:00 Bologna-Catania Stadio Dall’Ara, Bologna 20:45 Roma Juventus Stadio Olimpico, Roma

a un tecnico d’esperienza come Luciano Spalletti. I numeri sono dalla parte del tecnico ma il suo futuro sembra sempre più lontano da Milanello e allora si va avanti settimana dopo settimana aspettando la fine di questa Serie A per capire cosa fare, come muoversi ed eventualmente chi contattare per la prossima stagione. Una cosa è avere il preliminare di Europa League (raduno indicativamente a inizio luglio), una cosa è arrivare quinti e saltare il preliminare, ma comunque sapere di dover fronteggiare una stagione su tre fronti (Serie A, Europa e Coppa Italia) e ben diverso pensare di dover affrontare una sola partita a settimana. Il campo regalerà molto probabilmente anche il rientro in campo di Stephan El Shaarawy, dopo mesi d’assenza. Occhi puntati da parte di società, tifosi e soprattutto Prandelli che già l’aveva convocato per dei test fisici a metà aprile. Non partirà probabilmente titolare, ma a gara in corso dovrebbe ritagliarsi il suo minutaggio. Unico squalificato Abbiati, rimpiazzato da Amelia, poi poche sorprese, in pratica la stessa formazione che ha battuto l’Inter con il dubbio di riproporla con lo stesso disegno tattico di domenica scorsa, il rombo.

PROSSIMO turno Giornata 38 Milan-Sassuolo Lazio-Bologna Juventus-Cagliar Napoli-Verona Chievo-Inter Parma-Livorno Fiorentina-Torino Genoa-Roma Catania-Atalanta Udinese-Sampdoria


sabato 10 maggio 2014

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palla all’On

Aldo Colombo

Lara Comi

S

i crede sempre di aver toccato il fondo e invece la sensazione è a volte quella sbagliata. Il Derby è stato il punto più basso (per ora) dell’era Mazzarri perché altre volte, alla mancanza di gioco si era sopperito con una certa volontà, un cosiddetto attaccamento ai colori, un po’ di palle insomma! Stavolta sono mancate anche quelle e per un allenatore che dice di passare tutta la settimana a motivare i suoi ragazzi è proprio il colmo! Ma c’è bisogno di motivazioni extra per un Derby? Mi sembra di sognare… si è trattato di uno dei più squallidi (non c’è altra parola) match dell’intero campionato: ci si diverte molto di più col povero Sassuolo (che verticalizza e segna) e persino Livorno e Catania, ulti-

concreta senza mai essere troppo spettacolare. Un osso duro, insomma, anche se avrà certo perso parecchie motivazioni dopo il pareggio col Verona che le ha impedito di sognare ancora l’ingresso in Europa. Insomma anche quella con la Lazio non sarà una passeggiata, anzi se l’Inter sarà in versione Derby sarà come scalare l’Everest! Destano preoccupazione l’involuzione di alcuni giocatori che, presentatisi come i salvatori della patria, ora languono in panchina o ai margini del progetto. Prendete Alvarez come esempio: dopo lunghi mesi di torpore sembrava tornato in forma: la classe non gli è mai mancata ma si vedeva anche la corsa, il dribbling, l’intuizione creativa. Poi, panopiano, è tornato ad immalinconirsi, assomiglian-

Come si definirebbe, come tifoso nerazzurro? “Un tifoso sportivo, non un accanito. Mi piace il calcio quando vedo giocare bene. Se poi a giocar bene è l’Inter è meglio. Ma sono

do sempre più al Ricky svogliato e abulico di inizio stagione. Male, male! Così come in un brutto imbuto si è infilato Icardi, anche lui travolgente poco tempo fa ma ora, da un mesetto, l’ombra di quel centravanti esplosivo che avevamo ammirato, e decisivo in quasi tutte le occasioni! Proprio ora che Mazzarri e la dirigenza interista hanno giurato che su di lui ed Hernanes si fonderà l’Inter del futuro: non parliamo del Profeta, per carità! Lento e involuto anche lui, sempre in orizzontale e poco in verticale, tiro e profondità zero. Anzi… zero tituli…ma dei giornali perché questa Inter ci ha davvero stufato!

Lara Comi intervista Bruno Tabacci, deputato continuano ad attrarre, da Mou al Cholo. “Magari arriverà anche il momento di Zenga, ma credo sia ancora presto. Mourinho per gli interisti è un mito. Chiaro che per lui le porte sono sempre aperte. Ma non credo sia in arrivo. Anche Simeone ha dimostrato di essere un grande. E ha lo spirito

Contro la Lazio serve il riscatto, il derby è stato giocato male”

altrettanto appassionato di ciclismo e di sport olimpici”. Che giudizio dà dell’Inter di Mazzarri? “Credo abbia fatto il possibile in una stagione difficilissima. Un tecnico meno esperto quest’anno

“Proprio per i motivi che ho appena ricordato direi di sì. Merita una seconda chance. Soprattutto se gli sarà consentito di avere voce in capitolo sul mercato”. Zenga si è proposto per la panchina, poi ci sono nomi che

MILANO PALLONARA MAI COSÌ IN BASSO

C

mamente, hanno messo in campo sprazzi di bel gioco e volontà. No caro Thohir, no caro Moratti, siamo alla frutta, altroché impostare il lavoro per il prossimo anno, e piange il cuore dover vedere e raccontare che Palacio e Cambiasso sono ancora i meno peggio! Di nuovo un tentativo per raddrizzare la barca, ed ecco arrivare la Lazio di Reja, uomo esperto che di certo non regalerà niente a nessuno. La seconda squadra romana non è in periodo eccezionale, anche lei sembra aver consumato quasi tutta la benzina: ma ha una certa quadratura del cerchio, ha una certa solidità a centrocampo,

sarebbe stato travolto: l’allenatore ha dovuto gestire una delle fasi più difficili per qualunque società, quella del cambio di proprietà, con il passaggio da Moratti a Thohir, che si è protratta per mesi ed è avvenuta a campionato in corso e non d’estate o a fine stagione come avviene di solito”. L’obiettivo Europa League è sufficiente per promuovere Mazzarri?

i sono voluti quasi tre anni, ma alla fine ce l’ha fatta. Il Milan ha vinto la stracittadina di ritorno di questa stagione contro una squadra che crea imbarazzo chiamare Inter. Pensare ai cinque anni gloriosi, ci fermiamo unicamente ai giorni nostri, della Beneamata diventa difficile immaginare che si tratti della stessa squadra, o quasi. Anche una qualsiasi squadra di oratorio, con tutto il rispetto per esse, avrebbe vinto questo derby. Il Milan ha faticato tanto per mettere a segno la rete vincente, nonostante giocasse praticamente da solo, questo denota anche la poca salute dei rossoneri che, in una condizione normale, avrebbe dovuto

il punto Severa Bisceglia segnare almeno cinque reti. Disastro Inter, inqualificabile Mazzarri che in questa occasione mi rifiuto di chiamare tecnico. Quale tecnico, degno di essere chiamato tale, manda in campo una squadra che deve difendere un risultato che non è ancora maturato? Ha paura della sua stessa ombra, in effetti, per un tecnico di provincia, calpestare in terreno di San Siro è un peso di difficile gestione, se poi si tratta

di un derby si rasenta il terrore. Difficile pensare ai nerazzurri in Europa e nel contempo salvare, il prossimo anno, uno dei record a cui tine tantissimo: non essere mai retrocessa in Serie B. Se Mazzarri resta alla guida dell’Inter il rischio è molto alto. Appartiene ad un passato molto lontano il derby che ti teneva con il fiato sospeso fino al triplice fischio, roba d’altri tempi. Mazzarri si, Mazzarri no; Seedorf resta, Seedorf parte. La piazza calcistica di Milano è caduta in basso, troppo. Ai presidenti delle rispettive squadre l’onere di ricostruirle sulle ceneri ancora calde.

indomito che piace agli interisti. Ma immagino rimarrà Mazzarri. E anche lui non ha certo poco carattere”. Che giudizio dà della presidenza di Thohir? “Il primo vero giudizio si potrà dare alla fine del prossimo campionato. Vediamo come opera sul mercato e poi come gestisce le fasi più delicate che in ogni stagione inevitabilmente si presentano. Per ora mi pare stia portando idee nuove sul piano del marketing: una ventata di novità e di internazionalizzazione va bene, è da

Meglio Guarin”. Circolano nomi importanti in chiave di mercato, ultimo quello di Hamsik. Di chi ha veramente bisogno l’Inter il prossimo anno? “Hamsik sarebbe un buon acquisto, anche se quest’anno al Napoli non ha reso granché. Per

PROMOSSI HANDANOVIC E ICARDI

Internazionale…”. Come si fa, e se si può, imitare il modello Juve? “Non ho mai ben capito che sarebbe il modello Juve. L’unico passo su cui i bianconeri a livello societario mi sembrano oggettivamente più avanti è quello dello stadio di proprietà. Lo stadio è un asset che genera profitti e quindi possibilità di far crescere anche i risultati sportivi. Speriamo che anche l’Inter possa avere presto una sua ‘casa’”. Non cedere Guarin alla Juve è stata una scelta giusta? “Considerate le prestazioni di Vucinic nella Juventus, che sarebbe stato la contropartita, non mi pare ci sia molto da rimpiangere.

puntare in alto servono un paio di top player, uno a centrocampo e uno in attacco. Ma le regole sul fair play impongono attenzione ai bilanci. Ecco perché servirebbe lo stadio di proprietà”. Bocciati e promossi della stagione? “D’Ambrosio, Hernanes e Kovacic per ora non hanno convinto del tutto. Da promuovere Handanovic e Icardi”. Che sfida sarà Inter-Lazio? “Un bel match. La Lazio ha bisogno di punti per credere nell’Europa League. Per cui presumo giocherà a viso aperto. E noi dobbiamo riscattare un derby davvero giocato male”.


sabato 10 maggio 2014

intervista

intervista a Francesco Colonnese

Emanuele Tramacere

E

’ sempre stato una ‘colonna’ difensiva, in ogni squadra di cui ha vestito la maglia. Francesco Colonnese, difensore tutto grinta e coraggio ha fatto della sua irruenza, abbinata a un ottimo colpo di testa, il suo marchio di fabbrica fin dai tempi della Cremonese, sua prima vera esperienza ad alti livelli. Vestirà la maglia di Roma e Napoli, ma è con l’Inter che nel 1997 vivrà le sue stagioni di maggior rendimento. Vince nella storica anna-

‘’Match tra deluse’’ ta 1997/98 la Coppa Uefa da titolare e vivrà da vicino il rimpianto di quel famoso rigore negato a Ronaldo nella gara di ritorno fra Inter e Juve. Si trasferisce alla Lazio nel 2000 e chiuderà la carriera da calciatore al Siena. Che partita si aspetta fra inter e Lazio a San Siro? Vedremo sicuramente una partita fra due squadre in grande difficoltà. Sono due formazioni che nelle ultime uscite stagionali non stanno giocando in maniera eccezionale, faticano a produrre e proporre gioco e questo sicuramente inciderà sull’andamento del match. L’Inter però ha bisogno di far punti e alla fine credo che sarà lei a fare la partita con una Lazio attendista. L’Inter è costretta a vincere, ma in stagione ha dimostrato di reggere a fatica la pressione… L’Inter ha l’occasione per centrare l’Europa League e non credo che questa volta si lascerà sfuggire l’obiettivo. I risultati dell’ultimo turno sono stati tutto sommato favorevoli perché avrebbero potuto mettere i nerazzurri in una

l’ospite

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Alessandra Caronni

econdo la stampa svizzera, il domani di Federico Marchetti è rossonero. La Lazio sembra abbia già trovato un accordo con il Milan sulla base di 13 milioni di euro. Il Diavolo, ricordano dai confini elvetici, è alla ricerca di un portiere. Marchetti così diventa a tutti gli effetti il candidato principale per sostituire Abbiati, nonostante un contratto lo leghi sino al 2016 al club biancoceleste. I colloqui tra le due società sono in fase avanzata. Si attende solamente l’assenso del portiere per chiudere l’operazione. Un’ascesa costante, quella di Marchetti, nato nel Vicentino. Ha iniziato con gli allievi del Bessica, nel Trevigiano. Poi è passato alle giovanili del Torino. È transitato della Pro Vercelli, dal Crotone, dal Treviso per poi fare ritorno al Torino. Dopo una fugace apparizione alla Pro Vercelli, si è trasferito alla Biellese, poi all’Albino Leffe e al Cagliari, sino ad ar-

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situazione ancor più complicata, ma con questo risultato ha fra le sue mani il proprio destino e credo che alla fine l’obiettivo minimo stagionale sarà centrato. Resto comunque convinto che da questa squadra ci si aspettasse di più, perlomeno dal punto di vista del gioco. L’andamento della stagione, molto altalenante, ha dimostrato che questa squadra è inferiore alle prime tre, ma ciò che mi fa storcere il naso è il distacco accumulato che è veramente eccessivo. Non ci sarà Cambiasso al suo posto dovrebbe giocare Hernanes, non rischia di essere un’In-

nella foto contro Andy Cole in Inter-Manchester Utd nel 1999 dalla presenza di un giocatore dai piedi buoni davanti alla difesa. Con il pareggio contro il Verona la Lazio ha ridotto al minimo le proprie chance di entrare in Europa League, con che motivazioni scenderà in campo? Le motivazioni sono sempre tante, perché giocare queste partite è sempre bello per un calciatore. Si gioca a San Siro, con tantissima gente che avrà gli occhi puntati sul match. Fare bella figura in contesti come questo è sempre positivo se non per la squadra almeno per se stessi. Sicuramente quella della Lazio non può essere giudicata come una stagione positiva, anche la Lazio, così come l’Inter, doveva fare qualcosa di più in campionato e aver quasi sicuramente fallito l’accesso all’Europa League è il risultato peggiore

che se le tifoserie saranno assenti per motivi differenti. Non voglio entrare nello specifico, ma dico che sicuramente è una situazione che può incidere. L’atmosfera che si respira allo stadio, con i tifosi che incitano la squadra, dà una iniezione in più di fiducia. I calciatori si sentono più coinvolti, entra in circolo più adrenalina. Sono fattori che gli allenatori dovranno essere bravi a contrastare. Da difensore come valuta la stagione di Ranocchia? Merita la Nazionale e il rinnovo? Ranocchia è sicuramente in grande crescita. Lui è un difensore che non aveva fatto un buon inizio di stagione, ma ha ritrovato fiducia nei suoi mezzi e grande prepotenza fisica nell’ultimo periodo. Sta bene e lo sta dimostrando in campo. Forse c’è voluto un po’ per Mazzarri per farlo adattare alla difesa a tre che non è probabilmente l’ideale per le sue caratteristiche, ma in questa Inter e, soprattutto, in ottica Nazionale, Ranocchia è un giocatore importante. Credo proprio che Prandelli potrebbe portarlo in Brasile. Sarà la ultima a San Siro di Javier Zanetti con la maglia dell’Inter, che ricordo ha del capitano nerazzurro? Nel 1998, quando io sono arrivato all’Inter, io lo ricordo come un ragazzino. Sono passati 16 anni e io lo vedo ancora come allora, la faccia è rimasta la stessa di quei giorni, ma soprattutto l’impegno che ci mette in allenamento

ULTIMA PARTITA A SAN SIRO

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nter-Lazio è l’ultima partita ufficiale giocata a San Siro della lunga stagione interista, iniziata lo scorso 18 agosto con il rotondo poker rifilato al Cittadella nel III turno eliminatorio di Tim Cup. Nel corso di questi nove mesi la squadra neroazzurra non ha partorito il gioco che tutto il popolo interista si aspettava e i risultati sono stati piuttosto deludenti. Lo scoramento dei tifosi non deriva tanto dalla non conquista dei titoli da collezionare in bacheca ma e soprattutto dalla poca convinzione della squadra nella ricerca della vittoria. Il derby di domenica scorsa è solo la punta di un iceberg che è composto da un gioco spezzettato e distaccato tra i reparti e un atteggiamento troppo molle nell’approccio alla partita. Troppo spesso l’Inter di questa stagione ha iniziato a giocare dopo essere passata in svantaggio e/o a partire dal secondo tempo, gettando alle ortiche un tempo di gioco e lasciando sul campo numerosi punti. La partita di stasera è l’ennesima occa-

Marco Papetti

sione per rimpinguare la classifica e staccare definitivamente il biglietto per l’Europa al fine di programmare la prossima stagione con le ambizioni degne del blasone della società. Sarà anche l’occasione per salutare Javer Zanetti che per 19 anni ha guidato la squadra attraverso un percorso ondulatorio, con alti e bassi ma sempre dimostrando una grinta da giocatore vero e mai appagato. Il capitano è un capitale umano e di esperienza calcistica da sfruttare per aprire un ciclo vincente e formare i giovani al fine di fornire loro gli strumenti giusti per vincere. Speriamo che la dirigenza accolga le sue dichiarazioni affidandogli un incarico operativo sul campo, dove non è secondo a nessuno, e non una mansione di pura facciata. E pazienza se non sa l’inglese.

L’EX DIFENSORE DI INTER E LAZIO SI ASPETTAVA DI PIÙ DA MAZZARRI ter troppo sbilanciata? Per come la vedo io quello di regista è il ruolo naturale di Hernanes. In passato l’ha già fatto più volte e non credo che l’Inter possa risultare più sbilanciata che con Cambiasso. Anzi, essendo costretta a fare la partita, a differenza di quanto fatto vedere nel derby, l’Inter potrebbe anche giovarne

dal punto di vista dei tifosi che l’anno prossimo dovranno aspettarsi un’annata di rivoluzione. L’Inter non avrà i propri tifosi sugli spalti, situazione che la accomuna alla Lazio i cui tifosi disertano da tempo l’olimpico, quanto può incidere giocare in un clima così surreale? E’ una situazione particolare, an-

rivare il 22 ottobre del 2009 a essere premiato come miglior portiere dell’annata 2008-09. Ha sperato più volte di andare alla Sampdoria. Ma non ce l’ha fatta. Il 5 luglio del 2011 è stato acquistato dalla Lazio per 5 milioni. Il 16 ottobre ha vinto il suo primo derby della Capitale (2-1). Il 15 dicembre del 2012, contro l’Inter, raggiunge un primato di imbattibilità: 360 minuti senza subire un

gol. Il 26 maggio dello scorso anno ha vinto la Coppa Italia battendo in finale la Roma per 1-0 ma il successivo 18 agosto ha perso la Supercoppa italiana 2013 contro la Juventus subendo 4 gol. Il 19 settembre, durante la gara di Europa League, Lazio-Legia Varsavia, ha indossato per la prima volta la fascia di capitano. Ultimamente, Marchetti ha ripetuto di non essere stato mai distratto dalle insistenti voci di mercato. “Ho un contratto con la Lazio e ho sempre pensato a fare bene qui. Non mi sono comunque mai fatto condizionare da certe voci di corridoio”, ha detto più volte.

Milan, eccomi!

Chi è Federico Marchetti Nato a Bassano del Grappa il 7 febbraio dell’83, Federico Marchetti è non solo portiere della Lazio ma anche della Nazionale italiana. Marchetti ha iniziato come attaccante grazie al suo potente tiro. Successivamente, ha iniziato a ricoprire il ruolo di portiere.

e quando è chiamato a scendere in campo è lo stesso di 16 anni fa. E’ un campione e lo ha dimostrato anche oggi che ha deciso di smettere, l’ha fatto con intelligenza prima che la sua carriera entrasse definitivamente in una fase calante. Tutti potranno ricordarsi dello Zanetti guerriero e capitano che ho conosciuto io.

LAZIO, AQUILA REALE DIMEZZATA ospiti

Giovanni Labanca

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on si può dire che l’Aquila non sia volata dove c’era da prendere prede tra i suoi artigli. Lo ha fatto come sempre, ma nel carniere della Società è finito non tutto quello che ci si aspettava, tanto che il mugugno degli appassionati biancocelesti non ha tardato a farsi sentire ,in modo anche plateale verso Lotito, presidente sempre criticato per via di una innata “ tirchieria” nello scucire denari che, invece, lui chiama saggezza amministrativa. La sua Lazio, lo sanno proprio tutti, non può attaccarsi sul petto nessuno scudetto, ma guadagnarsi al massimo un posticino di onore tra i combattenti della Europa di serie B, che è pur sempre un ottimo risultato che serve a portare qualche chilo di farina al suo mulino, sebbene la concorrenza sia tanta per quei miserabili posticini, su uno dei quali ha messo già un bel piede sopra proprio l’Inter di stasera. Gemellate le tifoserie, stasera manca quella interista per la squalifica della “stupidità” che porta danni più ai giocatori che alla Società, visto che il prezzo

del biglietto è stato già pagato in anticipo. Non ci saranno i reciproci e scambievoli cori di incoraggiamento, ma l’eco di altre giornate epiche, famosa quella di un funesto cinque maggio, in cui i biancocelesti fecero di tutto, proprio di tutto ,per far vincere il tricolore a Ronaldo e company, senza tuttavia riuscirvi per la dabbenaggine nerazzurra. Stasera l’Aquila ha gli artigli ben affilati ed il becco tagliante più di un laser ,pronta a depredare senza remore un Biscione amico, ma pur sempre rivale e non valgono, in questo caso, le regole del far play, quando in palio ci sono punti ed onore. La squadra capitolina dovrà badare a se stessa se non vuole che cada nella rete di Mazzarri, altro preoccupato pescatore di punti in acque agi-

tate, rese ancora più agitate dopo lo scialba prova fornita contro il Milan, più come glost che come compagine che deve dimostrare di meritare il posticino in UEFA. Meglio per l’Aquila che troverà una fila di giovanotti nerazzurri che poco hanno a che vedere con il campionato e con il calcio vero e proprio, perduti, meglio ancora, nella nebbia delle polemiche che ne ha ancor più confuso le già incerti pensieri. Tanti Aquilotti biancocelesti saranno appollaiati sulle seggiole di San Siro per un tifo forte e deciso, che sarà ancora più efficace per il vuoto lasciato , nella parte opposta, dagli amici della Nord che trarranno, novelli aruspici, i segni del destino della loro Inter, dal volo dell’Aquila reale, radente o altero, nella notte di San Siro.


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C’È SOLO UN CAPITANO Luigi Rubino

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’ora x di capitan Zanetti si avvicina. Per il centrocampista argentino questa sarà l’ultima partita giocata davanti al suo pubblico. A fine campionato appenderà le classiche scarpette al chiodo senza però lasciare l’Inter. A partire dal prossimo anno, il neo presidente Thohir affiderà infatti all’argentino un ruolo da dirigente. Riconoscenza, ammirazione? Certamente si, anche perché Javier è un campione autentico quasi identico a due capitani storici del passato nerazzurro, Facchetti e Bergomi i quali, come Zanetti, hanno indossato nella loro lunga carriera una sola maglia: quella dell’Inter. I tifosi della Beneamata non vogliono

perdere questo grande e storico incontro con il Capitano e questa sera accorreranno in massa. Alla festa, purtroppo, non parteciperanno i ragazzi della curva Nord che rimarrà chiusa dopo la decisione presa dal giudice Tosel in seguito ai cori discriminatori. Per l’addio di Zanetti al calcio attivo è prevista comunque una presenza massiccia di supporter nerazzurri provenienti da tutta Italia che per l’occasione hanno organizzato vere e proprie carovane. Lealtà, correttezza, onestà rispetto per gli avversari, sono questi i valori, oltre al coraggio e al carisma, che hanno portato Zanetti ad essere considerato l’erede di Facchetti; il mitico terzino della grande Inter di papà Moratti, sopranominato il “gigante buono”. Impressionante i record raggiunti da “El tractor” a 41 anni. Sedici i trofei vinti: 5 scudetti, 4 coppa Italia, 4 Supercoppe italiane, 1 coppa Uefa, 1 Champions

League e 1 Coppa del Mondo per club. Attualmente, Javier non è solo il secondo calciatore con più presenze in serie A, dopo Paolo Maldini, ma anche il giocatore che più volte ha giocato in Champions League con la fascia da capitano, disputando anche la bellezza di ben 19 stagioni in A con la maglia dell’Inter. Indimenticabile per i tifosi nerazzurri le scene dei festeggiamenti della Coppa contro il Bayern, quando il capitano, circondato dai suoi compagni, alzò al cielo l’ambito trofeo europeo. Il suo esordio nel campionato italiano avvenne nel 1995, quando Moratti casualmente vide questo ragazzo sconosciuto, tutto muscoli e potenza, lo acquistò insieme all’altro argentino Avincito Rambert che, a differenza di Zanetti, si rivelò poi un grande bidone. Il suo esordio in nerazzurro passò quasi inosservato, anche perché il giocatore con la sua semplicità e modestia raggiunse la sede estiva dell’Inter soltanto con un sacchetto da supermercato in mano. La prima partita ufficiale allo stadio Meazza la gioca all’età di 22 anni in occasione della partita con il Vicenza vinta 1-0 dai nerazzurri. La prima gara da capitano, invece, la disputò in Coppa Italia contro il Castel di Sangro. Poi quella fascia gialla, su quella fatidica maglietta, la numero quattro, Javier non l’ ha più ceduta. Il cerimoniale d’addio di Zanetti sarà comunque semplice. Per il calciatore argentino, prima della gara contro la Lazio, è infatti previsto soltanto un giro di campo per salutare tutti, insieme a moglie e figli. La sua maglia sarà poi ritirata a fine campionato, anche perché per i tifosi dell’Inter esisterà sempre e solo un Capitano.

LA JUVE FESTEGGIA LO SCUDETTO

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a Juventus festeggia lo scudetto battendo l’Atalanta e andando a caccia di record dopo il clamoroso tonfo della Roma col Catania. Ma la festa vera, sapendo in anticipo come sarebbero finite le cose in vetta alla classifica, è quella del Sassuolo di Eusebio Di Francesco andato a sbancare il Franchi mandando al tappeto la Fiorentina di Montella reduce della finale di Coppa Italia dell’Olimpico. Un Sassuolo super con un Sansone magico e un Berardi fantastico autore di una tripletta che chiede a Prandelli il pass per il Brasile senza pensarci due volte. Ma nel Sassuolo dei miracoli riportato a

mercato Luigi Sada

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l tris siglato da Berardi alla Fiorentina nella gara di campionato di martedì scorso vinto dal Sassuolo ha fatto alzare le antenne a metà Europa. Il ragazzino di Di Francesco di proprietà della Juventus piace parecchio al Benfica, finalista di Coppa il 14 maggio prossimo a Torino col Siviglia, e al Real di Carletto Ancelotti. E’ vero, le Merengues hanno già Benzema in attacco ma proprio il francese potrebbe diventare una contropartita importante nella trattativa se il club bianconero concedesse semaforo verde a Berardi per l’avventura spagnola. Ma anche Sansone ha impressionato le platee continentali con la superprestazione del Franchi fornita con la Viola. Lo United, infatti, ha messo gli occhi sul giocatore neroverde e potrebbe chiudere in fretta l’affare. Partendo sempre da Firenze ci sono voci in merito alla partenza di Montella per

galla da Di Francesco (senza la parentesi negativa di Malesani dove sarebbero oggi Cannavaro e compagni? ) non ci sono solo Berardi e Sansone: ci sono anche i Zaza e Missiroli, i Longhi e Gazzola, oltre al portiere Puggioni. Ecco perchè domani sarà determinante la prestazione degli emiliani con Genoa dove con un successo la salvezza del Sassuolo sarebbe cosa certa. Il campionato è agli sgoccioli. In vetta tutto è deciso. Si gioca per il posto in Europa League con la Fiorentina quasi blindata in quarta posizione ma con un’Inter col fiatone contro la Lazio dopo la sconfitta rimediata nel derby

campionato Laura Tangari col Milan. Per l’undici di Mazzarri la vittoria è d’obbligo soprattutto in considerazione dell’ultimo turno di campionato dove i nerazzurri saranno impegnati col pericolante Chievo che domani si gioca le ultime cartucce al Sant’Elia con il Cagliari. Scontro mortale pure a Bologna fra i padroni di casa e il Catania rilanciato dal 4-1 inflitto alla Roma al Massimino. Verifica per il Milan a Bergamo con l’Atalanta e passerella della Juventus a Roma con i giallorossi alla ricerca di una vittoria di prestigio con i campioni d’Italia.

BENFICA E REAL MADRID SU BERARDI Torino, sponda campioni d’Italia, se Conte alla fine cederà alle lusinghe del milionario Monaco. In Francia col Psg piazzato davanti al club del Principato sembra sia prendendo piede la possibilità di vedere Pirlo a Parigi o in alternativa in Costa Azzurra. In casa MIlan circolano voci sull’arrivo di Insigne, anche se a Napoli si smentisce. A Benitez potrebbe essere invece girato Iturbe del Ve-

RANOCCHIA

rona e Mascherano del Barca mentre non è da sottovalutare la prospettiva di vedere in maglia azzurra l’interista Alvarez se Hamsik andrà a Milano. Sempre in casa Milan compare il nome di Alex che avrebbe chiuso col Psg. Intanto il Tottenham è su Ranocchia mentre Tallo del Barcellona potrebbe finire al Liverpool. Infine, l’atalantino Bonaventura sembra sia stato richiesto dal Galatasaray.

TOP FLOP

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Difficile dare un top dopo lo squallore del Derby. Forse Ranocchia è quello che ha meno demeritato e questo è un altro punto a sfavore di Mazzarri che lo ha spesso trascurato di Aldo Colombo

HERNANES

Il Profeta che fu anche lui travolto dall’apatia generale. Sarebbe lui ad accendere la luce e invece resta la notte più buia che mai, atteso al riscatto.


sabato 10 maggio 2014

club Giovanni Labanca

INTER CLUB LAUROPOLI

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mici lettori, terminiamo il nostro giro tra gli Inter Club in Calabria, a Lauropoli, bella cittadina in provincia di Cosenza. Lauropoli è stata fondata dalla Duchessa Laura Serra il 2 novembre 1763, nei pressi di Cassano allo Jonio, di cui, nonostante la grandezza , ne è ancora frazione, dal punto di vista amministrativo. Quest’anno ne ricorre il 250° compleanno e l’attiva Amministrazione Comunale si appresta a festeggiarlo con tanti eventi di alto spessore culturale, che serviranno anche da forte richiamo per i tanti figli lontani che torneranno per una occasione irripetibile. Stadio5, con grande piacere, formula i migliori auguri. Dai suoi 240 metri di altezza, si può ammirare il cristallino mare del porto di Sibari, città tra le più potenti della Magna Grecia, fondata dagli Achei, venuti dal Peloponneso. Numerosi resti, ancora oggi, ne testimoniano il magnifico impianto strutturale, mentre un moderno museo ne custodisce gli importanti ritrovamenti di inestimabile valore storico. In questa cittadina, alle propaggini del Parco Nazionale del Pollino, dal 1995 opera l’Inter Club “C.V. Genovese” Cassano allo Jonio-Lauropoli, presieduto da Riccardo Maccaferri, con l’abile collaborazione del segretario Sergio Praino. I soci affiliati al Centro Coordinamento sono 100 e tutti entusiasti. Il presidente è uomo di polso dal cuore tenero, un perfetto mix di gente di mare e di montagna, con la giusta caparbietà per

aver fondato uno dei sodalizi che è il vanto dell’intera regione. “Non è stato facile, anche se può sembrare una banalità. Nei nostri paesi l’associazionismo non conosce mezze misure: può essere eccessivo e, al contrario, debilitante. Per fortuna, a Lauropoli-Cassano il popolo interista ha mostrato sempre tanta passione per i colori nerazzurri e la cosa mi ha, in un certo senso, facilitato il compito, come dimostrano le iscrizioni sempre in crescendo. In questa, chiamiamola pure fatica, un valido aiuto mi è venuto, in modo particolare, dal segretario Sergio Praino che, a dire il vero, fa di tutto, come , del resto, deve fare un degno segretario.” Presidente, e l’Inter, Delusi fino a quanto? “La delusione è stata davvero tanta, anche se di più ci ha colpito la nebulosità della Società che, negli ultimi anni, si è lasciata andare, fino all’arrivo provvidenziale di Thohir. Il campionato che sta finendo avrà sicuramente insegnato qualcosa a tutti, altrimenti sarebbe meglio non giocare più”

Torniamo a voi, alle vostre attività sportive ed extra. Cosa bolle nel pentolone dell’Inter Club Lauropoli? “Organizziamo, di

Luigi Imperio

solito, tornei di calcio per i nostri ragazzi che sono tanti e,per i più grandi, di calcio a 5, che sono un bel richiamo per tutta la comunità cassanese, che ci aiuta con una partecipazione corale veramente ammirevole. Del resto, Lauropoli – Cassano vanta anche una bella squadra che milita in seconda categoria regionale, pronta a spiccare il volto verso migliori e più prestigiose mete. In questo, i colori del tifo si fondono per il bene del paese. Quest’anno, per la prima volta, abbiamo dato vita al “Memorial Luigi Imperio”, per ricordare il nostro Presidente onorario. Lo merita oltre ogni motivo, ma soprattutto per essere stato il maestro elementare di quasi tutti noi. In una sola parola, un interista squisito, di cui Lauropoli è fiero, tant’è che al Memorial sono iscritte squadre diverse e provenienti anche dai paesi limitrofi. Questa manifestazione, alla quale ha presenziato anche il Coordinatore Regionale della Calabria, Giandomenico Amodeo, in rappresentanza del Centro Coordinamento e della Società, è il modo migliore per rendergli l’affettuoso”. Presidente, in chiusura un messaggio alla Società, a Mazzarri, ammesso che venga riconfermato, ed ai baldi, non sempre, giocatori. “Vogliamo rivedere uno squadrone in campo, come una volta. Punto e basta! Un applauso, partito dal segretario Sergio Praino e presto condiviso da tutti gli altri soci, sigilla, in modo perentorio, questa giustificata richiesta, mentre bottiglie di buon vino si apprestano ad innaffiare una solare giornata nella città della Duchessa Laura.

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LA FINESTRA DEL TIFOSO

Donato Colacrai, del Q.O.N. QuartoOggiaroNerazzurra, ci ha chiesto di pubblicare il post dell’amico Stefano Ras Benaglio che saluta il Capitano. Donato Colacrai ringrazia in questo modo l’amico per avere provato un emozione da “pelle d’oca”, come da lui stesso definita.


sabato 10 maggio 2014

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sabato 10 maggio 2014

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A TORINO IL SIVIGLIA SFIDA IL BENFICA europa league

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Severa Bisceglia

alerà un po’ di malinconia giovedì sera sullo Juventus Stadium per la mancata finale di Europa League della squadra di Conte. I tifosi bianconeri erano quasi certi di vedere in passerella la Vecchia Signora contro il Siviglia. Invece ad incrociare le armi con la formazione spagnola che ha eliminato all’ultimo minuto il Valencia, saranno i portoghesi del Benfica bravi, anzi bravissimi a bloccare la Juventus sullo 0-0 dopo averla battuta per 2-1allo

estero Luigi Sada

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rime della classe in crisi profonda nei due principali campionati d’Europa. In Liga il capolista Atletico Madrid finisce a gambe all’aria col Levante, il Barca e il Real non vanno rispettivamente oltre il pareggio col Getafe e il Valencia, con le Merengues nuovamente bloccate sull’1-1 anche nel recupero di metà settimana contro il modestissimo Valladolid. In Premier il Liverpool si suicida facendosi rimontare dal Crystal Palace da 0-3 a 3-3 nei minuti finali mentre il Chelsea è inchiodato sullo 0-9 allo Stamford Bridge dal Norwich in lotta per la salvezza.

stadio Luiz di Lisbona nel match d’andata. Il Benfica non è nuovo a queste imprese e nella circostanza parte col ruolo di favorito anche se il Siviglia nelle ultime uscite in Liga ha dimostrato di essere in netto progresso rispet-

SUICIDIO LIVERPOOL IN PREMIER A guadagnarci è il City ora al comando della classifica. Tutto da rivedere, dunque, in Spagna e in Inghilterra nella corsa per il titolo nazionale. Ma andiamo con ordine: In Liga l’Atletico di Simeone a Valencia stecca clamorosamente col Levante perdendo 2-0 gettando praticamente al vento la possibilità di allungare il passo sul Barca e il Real. La squadra di Tata Martino pareggia in casa con la sua bestia nera Getafe e fa la stessa cosa l’undici di Ancelotti infilzato in contropiede per due volte dal Valencia dopo i gol di Sergio Ramos e Cristiano Ronaldo. La classifica dice: ATM 88, Barcellona 85, Real 84. Per la quarta posizione il Bilbao la blinda alla grande grazie allo 0-3 di Madrid intascato col Rayo

L’Inter supera la prova Empoli

Milan ko con l’Udinese

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ame over. La rincorsa del Milan si arresta ai Playoff contro una grandissima Udinese, trascinata dai baby fenomeni Zielinski e Bruno Fernandes. Al Vismara finisce 3-1 per i bianconeri: al vantaggio iniziale di Petagna al 6’, risponde Zielinski alla mezz’ora. Poi nella ripresa i friulani dilagano con Hoxha e Bruno Fernandes. Una sconfitta figlia della stanchezza accumulata sabato nell’ultimo turno di campionato contro l’Atalanta, gara in cui i rossoneri dovevano vincere per accedere alle Final Eight. Gli orobici, però, erano riusciti a bloccare i rossoneri sul 2-2, mentre l’Udinese, forte della qualificazione matematica ai playoff aveva mandato in campo tutte le seconde linee per arrivare nella miglior condizione contro i rossoneri. Super Pippo, nonostante la sconfitta, tesse le lodi ai suoi ragazzi: “Oggi, i ragazzi hanno dato tutto. Quando ho visto che loro avevano due giocatori che giocano da due anni in serie A. Sabato, noi abbiamo speso tanto, loro invece hanno riposato. Nell’ultimo mese hanno

to alla condizione messa in luce nella fase centrale del campionato. Allo Juventus Stadium è previsto il tutto esaurito. Con i tifosi bianconeri a far da spettatori come accade ormai da undici anni in Europa.

giocato sempre gli stessi. Io comunque ho ringraziato i ragazzi per questa stagione, dove abbiamo fatto un’ottima Youth League e abbiamo vinto il Viareggio. Questo gruppo al completo, forse, meritava di andare alle Finali Scudetto, ma dobbiamo fare comunque i complimenti all’Udinese. Infortuni? Abbiamo una bella rosa, ma alcuni giocatori sono difficili da sostituire. Ma non vogliano accampare scuse, io ho fatto i compimenti ai ragazzi e cercheremo di vincere l’anno il prossimo anno. Futuro? È un gruppo di grande qualità e voglia di fare bene. Il Milan è tanto che non vince il titolo italiano e queAlessandro Capello, centravanti dell’Inter, 2 gol all’Empoli

Vallecano che arrivava da quattro vittorie consecutive. In Premier, il Liverpool, come detto, fa harakiri col Crystal Palace e viene raggiunto e superato dal City che dopo aver battuto l’Everton in trasferta per 2-3 nel recupero di mercoledì stende con un poker l’Aston Villa. . Imbufalito Mourinho perchè se il Chelsea avesse battuto il Norwich ora sarebbe al secondo posto davanti al Liverpool. Continua a far bene il Sunderland del tandem Borini-Giaccherini. Stavolta la vittima è lo United di Giggs steso all’Anfiled Road per 0-1. Poi il Sunderland si salva battendo anche il WBA. In basso col Cardiff retrocede il Fulham. In Francia il Psg vince la Ligue 1 col Monaco secondo. I parigini fanno festa al Parco dei Principi perdendo però per 1-2 col Rennes. Terzo posto in ballottaggio col Lille in pole mentre Valenciennes e Ajaccio salutano tutte scendendo in Ligue 2. In Germania il Bayern travolge per 1-4 il quasi condannato Amburgo mentre Borussia Dortmund e Schalke 04 ipotecano il posto in Champions seguiti dal Leverkusen.

primavera Daniel Rizzo sto sarà il nostro obiettivo nel prossimo anno”. L’Inter di Cerrone, invece, supera la prova Empoli. Secco 3-0 al “Facchetti” di Milano, dove apre e chiude Alessandro Capello, il centravanti ritrovato e di nuovo a segno dopo il lungo digiuno dallo scorso dicembre. I baby nerazzurri hanno sempre avuto la partita in pugno, e dopo l’1-0 del primo tempo difeso col cuore, la ripresa è stata una formalità con Palazzi che raddoppia e Capello che chiude il match. Domani a Trigoria la squadra di Cerrone dovrà affrontare l’ultimo ostacolo per accedere alle Final Eight: la Roma.

AL NAPOLI LA COPPA ITALIA DELLA VERGOGNA coppa italia Marjlja Bisceglia

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ll’Olimpico di Roma, in una notte da tragedia, il Napoli ha alzato la Coppa Italia 2014 battendo per 3-1 la Fiorentina. Sotto gli occhi increduli del presidente del Consiglio Matteo Renzi e tutte le altre autorità per quanto è accaduto all’esterno e all’interno dello stadio prima della partita. La squadra di Montella si è fatta travolgere dall’undici di Benitez capitolando senza scampo sotto i colpi di Insigne andato a rete per due volte nel giro di dieci minuti. Senza Cuadrado, squalificato, con Gomez infortunato e Rossi rientrato solo nei minuti finali,

la Viola sembrava un pugile costretto alle corde barcollante verso il kappaò, ma all’inizio della ripresa, grazie a una bordata di Vargas, la situazione sembrava cambiata riuscendo a mettere alla frusta il Napoli. Il pareggio sembrava quasi cosa fatta dal momento che i partenopei erano

andati in apnea. I supplementari sembravano dietro l’angolo però, proprio mentre i toscani proseguivano l’assedio davanti a Reina in contropiede, Maertens ha fulminato Neto mandando in delirio i cinquantamila napoletani. Ora il Napoli aspetta la Juventus nella Supercoppa.

Nel Milan Seedorf sempre più in bilico. Per l’anno prossimo si fanno i nomi di allenatori dal pugno di ferro: Montella, Spalletti e Genny ‘a Carogna.

Terzo scudetto consecutivo vinto dalla Juve. E sono 30. Per Agnelli 32. Per la questura solo 15

Dopo la sconfitta nel derby, il presidente dell’Inter Thohir difende il suo allenatore Mazzarri: “è il futuro”. Io perderò, tu perderai, egli perderà…

Noi siamo in lutto ma non molliamo mai Noi siamo Napoletani!

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a faccenda della serata di Coppa Italia a Roma è l’emblema dello stato delle cose in vigore in questo Paese. Tra l’altro il caso dovrebbe essere chiuso da tempo: abbiamo trovato il capro espiatorio. Gennaro De Tommaso alias ‘a Carogna, è perfetto per risolvere il caso. Il cattivo camorrista, il rognoso napoletano, colui che rappresenta il popolo partenopeo, quegli impuniti che nonostante 154 anni di dissacrazione nei loro confronti , sia per via scolastica che divulgativa, resistono ancora e nun vonno murì. Trovato l’alibi si è dato fiato alle trombe della notizia, una miriade di pennaruoli a tanto a virgola, in compagnia degli speaker di regime, hanno scatenato l’inferno, come prassi, facendo a gara a chi la sparasse più grossa. La partita in questione, udite, udite, si è giocata grazie alla camorra, non per capacità dello Stato, finalmente abbiamo trovato la chiave di volta, e così un crescendo di scemenze, a fare parere e indicazione, hanno fatto il resto. Spero per De Tommaso che non faccia la fine di Gaspare Pisciotta: trattare con la più grande organizzazione mafiosa potrebbe risultare per lui un azzardo mortale. Tutti a scandalizzarsi per i fischi all’inno pezzotto di Mameli, una miriade di ascari che si sono strappati i capelli e le parti intime in nome di una sacralità oltraggiata, specie quella categoria di nullafacenti mantenuti proprio per fare da crumiri. Il capo dei ministri in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni citava qualcuno. Criminali i fischiatori dell’inno, criminali quelli che, pur essendo colpiti da arma da fuoco, nientedimeno manco muoiono , criminale ‘a Carogna che si è permesso di

dire alle istituzioni che non si sarebbe fatto il tifo per rispetto dei feriti. Criminali e Mostri: questo è il senso della strumentalizzazione delle vicende della finale di Coppa Italia, tutte dirette a gettare ancora fango sulla città. Questo è il paese dove il divario tra il ricco nord e il desolato sud appare come un fato naturale, questo è il paese che non si è scandalizzato di un individuo che spara per ammazzare in nome di un appartenenza calcistica diversa, questo è il paese che mette sotto inchiesta un ragazzo ferito solo perché si accingeva a fare il tifo per la sua squadra del cuore, questo è il paese che non si meraviglia se, durante ogni incontro di calcio tra il Napoli e le squadre del centro nord, finisce sempre con cori beceri inneggianti al Vesuvio o peggio ancora indicandoci come colerosi, questo è il paese dove passa in silenzio l’oltraggio che le nostre campagne e la nostra terra ha dovuto subire in nome di una unità che esiste solo su carta, ma che si straccia le vesti sui fischi

giù al nord Fiore Marro all’inno che rappresenta solo una fratellanza bastarda. Noi siamo in lutto perché un nostro figlio è in fin di vita; siamo a lutto perché anche l’ultimo baluardo di decoro, e cioè fare il tifo ad una partita di pallone, che è lo sfogo di tanti ragazzi che vivono nel degrado, nella disperazione per la mancanza di lavoro e trovano in quei momenti un momento di dignità identitaria, un momento di riabilitazione, è oramai diventato un lungo, interminabile momento di continua offesa da parte degli avversari sportivi. Noi siamo la voce della mamma di Ciro Esposito e come lei perdoniamo da un secolo e mezzo il nostro carnefice, perché la nostra è la cultura dell’amore, dell’accoglienza, della fratellanza quella vera. Potrete farci quello che volete, ma noi non cambieremo mai . Noi siamo in lutto ma non molleremo mai, noi siamo Napoletani!

Una delle scene di cui non vantarsi


sabato 10 maggio 2014

TERRANOVA DI POLLINO (PZ) BASILICATA una perla per tutte le stagioni

foto di Antonio Di Taranto

0981 913614 3881789223 e AMENDOLARA (CS)

tel.0973.93037

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sabato 10 maggio 2014

IL NEMICO È SEMPRE SIENA RITORNO IN EUROPA 12

basket

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Beppe Vigani

iena arriva al momento giusto per rompere le uova nel paniere degli uomini di Luca Banchi, che con la vittoria di Cremona, per 81-69, sono arrivati a 18 successi consecutivi, senza contare che nella regular season, nessuno è mai riuscita a batterli in casa. In questa stagione solo tre sconfitte al Forum, di cui due sanguinose: con Sassari, ai quarti di Coppa Italia ed eliminazione, Maccabi che anche in quest’occasione è costata l’uscita dai quarti di Eurolega, e Barcellona nella prima fase di Eurolega. Contro i toscani, l’Olimpia negli ultimi anni è sempre uscita con le ossa rotta, ma quest’anno le cose appaiono diverse. La squadra di Marco Crespi, cresciuto come allenatore proprio con Milano, è seconda in campionato, dopo la vittoria a Varese ai supplementari, presenta in cabina di regia Marquez Haynes, che ha iniziato la stagione con l’EA7 Emporio Armani prima di essere “tagliato” e ceduto a Siena con l’arrivo sotto la Madonnina di Daniel Hackett. Il play di Irving, contea di Dallas (USA), non è un tiratore formidabile (36% da due e 33.3% da tre) ha buona visione di gioco, spreca poco, ma è poco presente sotto le plance. Non è un cuor di leone, ma è affidabile. Con i 10 assist contro Varese, Haynes ha stabilito il suo career high italiano ed è entrato nella Top10 Mens. David Re-

L’EA7 chiude la regular season contro i campioni d’Italia ginald Cournooh è anch’egli un play, ma è utilizzato anche come guardia: (51.7% da due, 33.3% da tre), come il suo collega, l’atleta nato a Villafranca di Verona è un buon contropiedista. Josh Carter è un’ala da 10.4 punti di media con 51.7% da due e 40% da tre. Per l’uomo di Dallas anche 3.2 rimbalzi a partita. L’ala forte è Nelson Spencer: buone mani (52.1% da due, 35.7%), vecchia conoscenza del basket nostrano (Treviso nel 2007-08 e Fortitudo Bologna la stagione successiva), greco (Aris, Peristeri) e spagnolo (Gran Canaria). Per il giocatore di Pocatello (Idaho), anche 4.4 rimbalzi catturati a partita. Otello Hunter non è un centro naturale, ma la classe è tanta che Crespi lo utilizza anche in quel ruolo. Per l’uomo di Winston Salem (North Caroli-

na), tra alti e bassi anche l’NBA con gli Atlanta Hawks (tra il 2008 e 2010), prima di approdare a Sassari. La stagione successiva va in Cina, poi Ucraina, Grecia e Spagna, ancora Cina prima di ritornare da noi. Per lui cifre davvero interessanti: 54.5% da due con 7 rimbalzi a partita. Incostante, è capace di accendersi improvvisamente e decidere la partita. Da tenere d’occhio a Matt Jannings, che Banchi conosce bene per averci vinto lo scudetto, la scorsa stagione. La guardia di Watertown (Massachusetts) tira con il 46.7% da due e il 34% da tre e cattura 3.1 rimbalzi a gara. Occhio anche ai centri Tomas Ress, che con Siena ha vinto praticamente tutto, e Benjamin Ortner, altro uomo scudettato nella squadra di Banchi dello scorso anno.

formula1

N

Debora Cheli

ella calma apparente della lunga pausa del campionato, il lavoro è stato intenso. Per tornare domani in scena sul tracciato di Montmeló per la quarta tappa del Mondiale, le scuderie hanno studiato a fondo nuove soluzioni per limare il distacco con le Mercedes. Consapevoli che il gap non resterà ampio ancora a lungo, i piloti del team tedesco hanno deciso di fare fronte comune, mentre il team principal Toto Wolff gioca la carta della prudenza, ripetendo come un mantra che i progressi non sono mai abbastanza. «Dobbiamo stare attenti a non sbagliare nulla – ha dichiarato il dirigente della Mercedes ad Autosport -, sappiamo che gli

Marjlja Bisceglia

C

hi ha puntato su Marquez, ci ha visto giusto. Ancora una volta, ed è la quarta vittoria su quattro gare, a Jerez –Spagna-, sul gradino più alto del podio è salito il fenomeno, ormai non più rivelazione, che ha fatto il vuoto dietro di se. Il campione spagnolo in carica conferma la sua superiorità, nonché quella della Honda, anche davanti al suo pubblico impostando la gara ai ritmi che più gli sono congeniali sapendo che non ha nulla da temere dagli inseguitori. L’unico rischio, in questa stagio-

scenari possono cambiare molto velocemente. Dobbiamo avere lo spirito di chi sa di non avere un margine abissale da gestire». Dal canto suo, Hamilton ha affermato che non chiederà ordini di scuderia nel corso della stagione, ma al tempo stesso ha ribadito il suo desiderio di vincere in Spagna: per lui sarebbe la prima volta. Inoltre, l’inglese è conscio che il rivale per il titolo mondiale ad oggi è proprio Rosberg, il quale guida la classifica con quattro punti di vantaggio su di lui. Una cosa però è certa, il Circuit de Catalunya è la seconda casa di Alonso. Trionfatore qui lo scorso anno, l’asturiano ha buone ragioni per crederci anche questa volta, considerando i passi avanti compiuti dalla sua F14 T in Cina, con la conquista del primo po-

GP DI SPAGNA Il Circuit de Catalunya sorge nella periferia di Barcellona, a Montmeló. Costruito nel 1991, il tracciato è lungo 4,655 km ed è costituito da 16 curve e un lungo rettilineo. Su questa pista i sorpassi sono difficili, per questo una buona posizione sulla griglia di partenza e la strategia di gara sono fondamentali per vincere qui. La pista mette a dura

MARC MARQUEZ, RE ANCHE IN SPAGNA moto mondiale

Domani alle 14 appuntamento con il GP di Spagna

ne appena iniziata, è quello di ‘ammazzare’ il mondiale: Marc è primo in tutto e sta inanellando tempi e piazzamenti che potrebbero portarlo a raggiungere i record di Agostini, mentre quelli di Rossi sono sicuramente alla sua portata. L’allievo ha superato il maestro. Valentino Rossi è, e resterà, l’idolo dello spagnolo. L’attenzione è tutta sulle posizioni che seguono: Valentino Rossi ha ripetuto l’ottima prestazione della gara d’esordio in Qatar realizzando ancora il secondo tempo e riuscendo a sfruttare al meglio la gomma extra hard e il telaio 2014 della sua Yamaha M1. Il Dottore riesce a beffare anche il secondo pilota della Honda, Dani Pedrosa arrivato terzo. Peccato per le Ducati che iniziano a mostrare i soliti limiti. Andrea Iannone, a prescindere dalla gara non conclusa a causa

della scivolata in avvio e conseguente ritiro, non riesce a fare una gara decente e Andrea Dovizioso per racimolare la quinta posizione, da sottolineare i 30 secondi di distacco dal gruppo di testa, deve fare letteralmente i miracoli. Dopo gli ottimi risultati nei test ci siamo illusi di vedere la rossa di Borgo Panigale lottare per le prime tre posizioni, ma i limiti ci sono: Pirro e Iannone lamentano problemi sia davanti che dietro, Crutchlow costretto al ritiro per guai ai freni. Problemi, forse di natura psicologica, anche per un arrendevole Jorge Lorenzo che nella gara di casa e nel giorno del suo 27° compleanno ha deluso i suoi tifosi, mai entrato in gara, non ha osato un minimo quasi nel timore di farsi male ed è rimasto ancora una volta giù dal podio.

dio dell’anno. Tuttavia, il pilota di punta del Cavallino lamenta ancora problemi da risolvere e, come ha ammesso ad Autosport, «mancano un’aerodinamica migliore ma anche più trazione e più potenza». Raikkonen invece si trincera nel silenzio completo, dimostrando, se mai ce ne fosse il bisogno, evidenti difficoltà di adattamento. Il finlandese non ha trovato l’assetto che gli corrisponde e patisce la vettura, condizioni che gli impediscono di esprimersi al meglio in pista. A Maranello intanto, il presidente Montezemolo ha imposto, in accordo con il nuovo direttore della gestione sportiva Mattiacci, un taglio al personale, in particolar modo nel settore delle consulenze. Obiettivo della riforma è di concentrare maggiori risorse economiche nel comparto sportivo, coinvolgendo anche i fornitori esterni in un patto di efficienza per rispondere rapidamente alle richieste dei due piloti. Sul fronte Red Bull continua il malcontento di Vettel, il quale si è lamentato in settimana dei nuovi motori V6. “Corriamo il rischio di perdere l’essenza del motorsport” ha dichiarato il campione in carica, aggiungendo che non c’è feeling con la sua RB10, specialmente in frenata e in curva. La frustrazione del tedesco è palese e direttamente proporzionale alla crescita del suo compagno di squadra.

Debora Cheli prova la resistenza degli pneumatici, a causa delle curve ad alta velocità e per la presenza di polveri sull’asfalto portate dal vento. Per questo la Pirelli ha scelto le due mescole più dure, la P Zero Orange hard adatta alle alte temperature (considerando che si raggiungono fino a 130 gradi sulla pista), e la P Zero White medium, più resistente all’usura.

ANNIVERSARI IMPORTANTI

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opo la commemorazione di Senna il primo maggio ad Imola, con un evento organizzato sul circuito emiliano, a esattamente sette giorni di distanza si ricorda anche la scomparsa di Gilles Villeneuve. Il pilota canadese moriva infatti l’8 maggio 1982 a Zolder, durante le qualifiche del GP del Belgio, ad appena 32 anni. Pupillo di Enzo Ferrari, che lo volle fortemente

in Scuderia, Villeneuve vinse sei gare, tutte a bordo della Rossa. Nel ‘79, stagione in cui arrivò secondo, alle spalle del compagno di squadra Jody Scheckter, passò alla storia per il duello con René Arnoux al GP di Francia, nonché per il giro a tre ruote al GP dei Paesi Bassi, quando lo scoppio di una gomma durante la battaglia con Alan Jones non gli impedì di proseguire la corsa.


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DALL’IRLANDA IL VIA AL 97° GIRO D ‘ITALIA RGM È QUARTO, OBIETTIVO CENTRATO PER I MILANESI Ora sotto con il Rugby nei Parchi Favorito Nibali rugby

ciclismo Luigi Sada

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’ scattato ieri dall’Irlanda del Nord il 97° Giro d’Italia. Al tradizionale appuntamento con il ciclismo internazionale su strada prendono parte le migliori firme del settore capeggiate dal messinese Vincenzo Nibali salito sul podio più alto nella scorsa edizione dopo aver dominato la gara. La corsa rosa è partita da Belfast ventiquattro ore fa con la cronometro a squadre disputata nel tardo pomeriggio e si concluderà a Trieste il primo giugno dopo aver percorso 3345,5 chilometri suddivisi in 21 tappe. Allo starter di partenza nel gruppetto dei favoriti capeggiati da NIbali

Napoli in copertina, Napoli da standing ovation, un Lotteria da favola, oltre 16mila spettatori e più di 10mila paganti. Numeri record in un momento che non si può definire florido. E pensare che solo sei-sette mesi fa l’ippodromo era chiuso e le strutture ridotte a un cumulo di macerie: i fratelli D’Angelo e altri imprenditori hanno fatto diventare realtà un sogno, hanno riaperto il tutto e i risultati si sono visti proprio nella domenica più importante. L’entusiasmo si poteva toccare e la ciliegina sulla torta è stata la presenza dell’incommensurabile Varenne che ha aperto la sfilata dei concorrenti partecipanti alla Finale. Lui di Lotte-

sono inseriti diversi corridori fra i quali spiccava il nome del vincitore della Liegi-BastogneLiegi, l’australiano Simon Gerrans, pupillo di Vittorio Algeri, rimasto però a casa. Ci saranno, comunque, Hesjedal trionfatore del Giro 2012, poi Scarponi, Cunego, Moreno Moser, Uran, Colbrelli, Caden Evans, Ivan Basso, Goss ma soprattutto Quintana e Rodriguez , due avversari di cui Nibali dovrà tenere d’occhio specialmente quando inizieranno le salite. A proposito di salite, si presenta in gran spolvero Domenico Pozzovivo promosso a capitano della AG2R La Mondiale guidata dal ds Biondi dopo le belle prestazioni fornite lo scorso anno. Il corridore lucano, tra l’altro, è stato uno dei protagonisti nell’ultima Liegi-BastogneLiegi dove insieme a Caruso sul Muro conclusivo, inserito poco prima del traguardo, ha incendiato la gara con una bellissima azione. Al Giro, che oggi ha in programma la seconda frazione in linea in terra d’Irlanda con la Belfast-Belfast di 219 chilometri, caccia alla maglia rosa. Al ritorno in Italia, fissato per il giorno 12, dopo la terza fatica in onda in Eire domani con la ArmaghDublino, sono pronti a dare battaglia a Vincenzo Nibali oltre duecento corridori. Martedì si riprende con la Giovinazzo-Bari. Il 14 si passa dalla Puglia alla Basilicata con la Taranto-Viggiano col primo arrivo in salita mentre,

ria, a cavallo dei primi anni del Duemila, di Gran Premi Lotteria ne aveva vinti ben tre ed è stato eguagliato quest’anno da un altro cavallo che può di diritto entrare nella sua scia. Si tratta di Mack Grace Sm, allenato dal bravissimo Lucio Colletti e guidato da un mostro delle redini lunghe quale Roberto Andreghetti. I tre formano un team favoloso che ha fatto esplodere le tribune del Lotteria quando, nella Finale, si sono staccati dagli avversari per vincere in modo chiaro e netto. Dovete sapere che il Lotteria per i napoletani è un po’ come la pastiera e Maradona: non si tocca! Si tratta di un rito e come tale va rispettato e celebrato: i cavalli sono divisi in tre batterie e i primi tre arrivati vanno alla Finalissima che era dotata come premi di oltre 450mila euro! Mack Grace dunque si è alquanto arricchito ma i suoi meriti vanno ben oltre questa ultima impresa:

in ricordo del bombardamento dell’Abbazia di Montecassino del 1944, si va da Sassano allo storico luogo con salita finale di 8,5 chilometri al 5%. Il 24 per ricordare Pantani tappa Agliè-Oropa La Cima Coppi è fissata al Gavia nel tappone dello Stelvio del 27 maggio con la Ponte di LegnoVal Martello sulla distanza di 139 chilometri dei quali solo 20 di pianura. Due giorni più tardi la Belluno-Panarotta di 171 chilometri con arrivo in salita con una punta massima dell’asperità al 14% .Il terribile Zoccolan è in programma invece il giorno successivo con partenza da Maniago. Il primo giugno ultima fatica con la Gemona-Trieste.

Tony Morandi

R

ugby Grande Milano ha chiuso al quarto posto il campionato di Serie B. Nell’ultima decisiva giornata ha stritolato Sondrio con un pesante 66-25. “Ringraziamo i ragazzi ha detto il coach Mauro Vaghi perché sono riusciti ad esprimere in campo, ciò che avevamo pianificato. Era una partita da vincere, ma dovevamo farlo dimostrando il nostro stile di gioco. Proprio la nostra voglia di giocare è stata premiata, davanti ad un avversario che nel girone di andata ci aveva battuti”. Una vittoria convincente, nove mete, con una prestazione super del mediano di apertura Renato Borzone, che le ha trasformate tutte, per un dieci su dieci, se aggiungiamo anche i tre punti segnati su punizione: “Sono contento - ha detto il direttore tecnico Gianluca Ragusi proprio per la qualità del gioco. I ragazzi, nel corso della stagione, hanno acquisito sicurezza e adesso sono più accurati nelle scelte di gioco. Certo, ci sono ancora errori, ma ciò che conta è la volontà di giocare e su questo abbiamo fatto passi in avanti importanti”. Il quarto posto conservato non è però un punto d’arrivo per la squadra: “Siamo

una squadra così giovane ha detto il direttore sportivo Antonio Raimondi - che non possiamo pensare di fermarci qui. Abbiamo festeggiato la laurea di Filippo Vicinanza, in precedenza nella stagione abbiamo festeggiato quella di Francesco Lenzi. Ora aspettiamo che anche i maturandi, facciano il loro dovere scolastico, prima di rituffarci nella prossima stagione. Il primo anno dello staff Ragusi-Vaghi è stato molto positivo, quindi continueremo con loro e questo è l’aspetto fondamentale per continuare la nostra crescita. Avevamo chiesto ai ragazzi questo quarto posto, per confermarci la loro volontà di impegnarsi ancora di più nella prossima stagione. L’obiettivo per l’anno prossimo sarà quello di migliorare il quarto posto e lottare così per giocarci un

posto nei playoff”. La vittoria su Sondrio ha chiuso un week end che si era aperto con la seconda tappa milanese di Rugby nei Parchi. Al Parco di Trenno un altro successo con oltre 400 partecipanti, dei quali 200 neofiti. Un sabato pomeriggio di grande festa ed entusiasmo che poi è stato replicato domenica mattina anche a Torino. Le prossime tappe saranno il 17 e il 18 di maggio a Bologna e Verona, prima della Grande Festa Finale in programma all’Arena Civica di Milano domenica 25 maggio. Bambine e bambini dai 6 ai 13 anni potranno provare i giochi di Rugby nei Parchi, mentre i più piccini avranno un’area riservata con un’animazione specifica per loro. Per tutti, iscrizione gratuita, compresa di terzo tempo finale a base di frutta, succhi e snack di qualità.

ha giocato col cronometro alla grande e con questa vittoria il suo cavallo ha raggiunto proprio il mitico Varenne con tre vittorie nel Lotteria. Il pubblico ha risposto alla grande, c’è stata la consueta e pacifica invasione di pista anche perché il proprietario è un napoletano doc e quindi ha giocato e vinto in casa. Forse il momento più emozionante è

stata la consueta standing ovation tributata proprio al vecchio Varenne, 19 anni e non sentirli. Come sempre questo cavallo, più umano che mai, di fronte alla tribuna si è inchinato verso la gente quasi a ringraziarla di tutto l’affetto. Un luminoso momento di sport che ha fatto da contraltare alle tristezze della Coppa Italia romana.

panoramica dell’ ippodromo d’agnano è un cavallo che sa leggere e scrivere, è una specie di cronometro a quattro zampe, non ha paura dei rivali e di solito va in testa e saluta la compagnia.Anche stavolta il compito è stato svolto alla perfezione e il merito va anche a Roberto Andreghetti, uno dei migliori driver italiani: non si emoziona mai, è molto freddo, in arrivo manda con energia senza

scomporsi. Conta anche l’esperienza perché Andreghetti ormai ne ha viste di cotte e di crude e gli attacchi improvvisati in corsa non lo hanno mai turbato: anche stavolta Mack Grace è andato in testa e ha sparato all’inizio una frazione molto violenta che non ha consentito repliche. La retta d’arrivo è stata una specie di passerella trionfale, Andreghetti


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musica Riccardo Sada

Gareth Emery profeta (anche) in patria

TORNA LA GRANDE MELODIA all’Ultra Music Festival e allo Stereosonic, Emery passa dai festival a location più intime, presentando dal vivo anche ospiti come Bo Bruce, Christina Novelli e sua sorella Roxanne Emery.

Dopo aver sbaragliato la concorrenza su iTunes Usa all’inizio dell’anno con l’album “Drive”, il dj e produttore britannico Gareth Emery torna al suo paese natale. Il Regno Unito lo vedrà protagonista a breve di un nuovo tour con sette date che toccheranno Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda e Irlanda del Nord. Emery porterà i suoi set in alcuni dei locali britannici e irlandesi mandando in visibilio i fan di Manchester (all’Albert Hall), Londra (Ministry of Sound), Glasgow (Arches) e Dublino (Academy). Dopo aver suonato al Coachella,

intervista vip

Luca De Franco

Un successo di pubblico superiore alle aspettative grazie ad un conduttore appassionato ad ospiti di alto livello, a servizi giornalistici molto efficaci, questo è “Tiki Taka”, il programma calcistico in onda ogni lunedì in seconda serata su Italia 1. Prima di essere un giornalista sportivo, Pierluigi Pardo è un grande tifoso di calcio. Per questo, è stato ben felice di parlare con Stadio 5. Il campionato di Serie A sta per concludersi e di conseguenza anche Tiki Taka. Tirando le somme, è soddisfatto dei risul-

Doctor Clapis, elettronica con testi espliciti

Federico Clapis, noto ai più come Doctor Clapis, 27 anni, oltre a essere comico, autore, musicista è un youtuber famoso nel nostro paese. Il suo canale (youtube.com/federicoclapis) conta oltre 110mila iscritti. Il suo successo non è casuale, è infatti in parte dovuto al suo singolare genere musicale (“house comedy music”) è un misto tra house ed elettronica con testi espliciti. Da tempo è uscito “Il Mio Bambino, In Vendita A Pochi Euro”, il suo primo album: 10 brani inediti tra cui “Donne”, “Piccolo Nerd” e “Fabbro Fibra” e

Pardo: “La Champions al Real” tati ottenuti dal programma? “Sono molto soddisfatto dell’audience e della qualità degli ospiti. A Tiki Taka sono venuti tutti: calciatori, cantanti, attori, artisti di vario tipo, giornalisti, politici. Matteo Renzi è venuto due volte: prima e dopo essere stato nominato primo ministro. Nella prima puntata ho avuto il piacere di intervistare Quirico, il giornalista del quotidiano torinese La Stampa rapito in Siria e poi rilasciato. Con lui e con gli altri ospiti ho parlato di tutto. Il mio obiettivo è far raccontare il calcio a tutti e far conoscere ogni realtà del mondo del calcio, come quello di strada. A questo scopo ho incontrato Carlitos Tevez che ci ha raccontato il calcio nelle strade di Fuerte Apache, il quartiere di Buenos Aires

in cui è cresciuto. Abbiamo seguito la nazionale italiana quando è stata a Scampia, il quartiere di Napoli di cui si parla fin troppo spesso per episodi legati alla malavita. Insomma, siamo stati sempre sul pezzo (come si dice in gergo giornalistico).” A proposito di Tevez: dicevano che fosse sul viale del tramonto, invece ha segnato gol a grappoli. Per lei è stato una sorpresa? “Non più di tanto. Chi segue il calcio internazionale, sapeva da tempo che Tevez era un campione. Subito dopo Lionel Messi, Cristiano Ronaldo, Zlatan Ibrahimovic e pochi altri viene lui.” Quali sono i suoi modelli nel giornalismo sportivo? “Sicuramente Maurizio Mosca, sono cresciuto guardando i suoi programmi. E’ stato un mito per

24 invece nella Deluxe Edition, disponibile esclusivamente nei punti vendita della catena Game Stop. Argomenti scabrosi, affrontati in modo semplice, diretto e senza peli sulla lingua.

Syria vuole “Odiare”

me. E poi Giampiero Galeazzi. Mi piaceva il rapporto informale che aveva con i calciatori, sempre disponibili a farsi intervistare da lui. Credo di essere riuscito anch’io ad

giocatori come fa lui deve avere una personalità molto forte. E poi non sottovalutiamo i paciocconi: essere ben educati, gioviali, non significa non avere carattere.”

ricevere testo migliore”, conclude la cantante.

“Odiare” è il nuovo singolo di Syria, scritto da Max Pezzali, Fortunato Zampaglione, Francesco de Benedittis e realizzato da Big Fish, Marco Zangirolami e Sonic Syndrome. “Chi di noi non ha provato questo sentimento? Odiare per imparare di nuovo ad amare, a dimenticare. Odiare, fare il pieno di rabbia per poi voltare pagina. Odiare per non ripetersi più”, spiega Syria. Il pezzo è un condensato di sonorità, di vari stili e racchiude in se molteplici emozioni, di chi ha scritto e realizzato il brano ma soprattutto di chi lo ha interpretato. Syria torna a collaborare con Pezzali. “Max è un visionario, ha colto delle azioni in cui noi tutti possiamo rispecchiarci quando soffriamo, non potevo Un pronostico per la finale di Champions League: Real Madrid o Atletico Madrid? “Dico Real per la stima che ho per Carlo.”

“Tevez non è stato una sorpresa Dopo Messi, Ronaldo e Ibra viene lui” avere questo tipo di rapporto con i miei intervistati. Forse è per questo che sono felici di partecipare al programma.” Fra i calciatori e gli allenatori che ha conosciuto, chi l’ha colpita maggiormente? “Carlo Ancelotti. E’ un grandissimo professionista. Lo dimostra il fatto che ha vinto con qualunque squadra, sia in Italia che all’estero. Mi fa sorridere quando lo descrivono come un pacioccone, chi riesce a farsi seguire dai suoi


Sud Italia, storie da raccontare sabato 10 maggio 2014

I

l photofestival a Milano prosegue fino al 16 giugno e la rassegna, che si è aperta la settimana scorsa, con 150 mostre sparse per la città di cui 36 sul tema reportage e fotogiornalismo, 24 naturalistiche, 19 di nudo e ritratto, 16 di architettura e 4 di food mette in mostra autori italiani di grande prestigio. Questa settimana la scelta è dedicata alla storia del Sud Italia con le sue immigrazioni e il suo drammatico linguaggio a volte colorato di ironia attraverso lo sguardo attento dei più noti maestri della fotografia italiana, Letizia Battaglia, Antonio Biasiucci, Carmelo Bongiorno, Mario Cattaneo, Mario Cresci, Luciano D’Alessandro, Mimmo Jodice, Uliano Lucas, Lello Mazzacane, Carmelo Nicosia, Federico Patellani, Tino Petrelli, Francesco Radino, Marialba Russo, Ferdinando Scianna. La mostra, a cura di Arianna Bianchi e Roberta Valtorta, è un percorso attraverso il linguaggio fotografico di cinquant’anni di storia italiana, dal secondo dopoguerra ai primi anni novanta e descrive con la tecnica in bianco e nero i grandi temi della cultura

Luciano D’Alessandro

Tino Petrelli

La povertà: Bambini in una scuola ad Africo nel 1948

Marby

accanto. Il famoso Peppino, che insieme con altri giovani aveva fondato a Cinisi un giornale, “L’Idea socialista” che, dopo alcuni numeri, sarà sequestrato. Lui morirà trentenne assassinato dalla mafia il 9 maggio del 1978. Il percorso foto-giornalistico continua con Federico Patellani che lavora a più riprese in Sardegna dove compie continui viaggi dal 1950 alla metà degli anni 60 e narra fotograficamente il faticoso lavoro dei minatori di Carbonia con un’intensa forza ritrattistica. E poi Mario Cattaneo che immortala Napoli con le foto dei suoi “scugnizzi”,vere e proprie icone della città partenopea e ancora Mario Cresci che dedica parte della sua poetica agli oggetti della cultura contadina. Per finire Mimmo Jodice, napoletano doc che ha dedicato importanti ricerche sulla realtà sociale e sui rituali religiosi del sud come quello sul culto dei morti. Il percorso si conclude con Uliano Lucas, da sempre impegnato nella narrazione dei grandi

temi che hanno segnato la vita dei lavoratori e dei migranti. In questa mostra le sue immagini si ispirano alla disoccupazione di Napoli dove nel 1974 nacque il movimento dei disoccupati organizzati. Il percorso espositivo è anche arricchito con alcuni video che raccolgono interviste a persone che ci parlano della loro esperienza del sud e dei loro ricordi infantili. Molto curioso è l’allestimento della mostra che ha come idea conduttrice quella di intercalare i soggetti fotografici in bianco e nero, di formato più grande a quelli a colori di piccole dimensioni che appartengono al Fondo della nota agenzia fotografica di Grazia Neri.Queste piccole immagini a colori di soggetti diversi ci ricordano anche l’allegria del sud, i suoi luoghi turistici particolari, il mare sempre in evidenza, i profumi e i sapori delle terre meridionali quasi a testimonianza che da quelle parti la nostra Italia è dramma ma anche gioco, ironia e tanta bellezza.

La disoccupazione: un disoccupato a Napoli nel dopoguerra

Letizia Battaglia

La mafia: La mamma di Giuseppe Impastato accanto alla sua foto, a Cinisi 1984

Federico Patellani

Il lavoro: minatori di Carbonia nel 1950

arte

Museo di Fotografia Contemporanea Villa Ghirlanda, via Frova 10 Cinisello Balsamo- Milano Fino al 12 Ottobre 2014 www.mufoco.org

Collezioni nel Museo di Fotografia Contemporanea a Cinisello Balsamo

Mario Cattaneo

I bambini: Uno “scugnizzo” nei vicoli di Napoli negli anni Cinquanta

contadina del sud con i suoi riti , le sue tradizionali processioni, il culto dei morti il carnevale, l’emarginazione sociale e il degrado urbano, il lavoro in miniera, il problema della disoccupazione e le lotte per combatterla, le figure dei bambini, vere icone del Sud, i sapienti oggetti della cultura popolare, il tema della mafia, doloroso e offensivo per queste genti, il paesaggio del mare e quello della campagna. Veri documenti foto-giornalistici all’insegna del dramma sono le foto di Letizia Battaglia che ci restituisce in pochi scatti il suo lungo e coraggioso lavoro sulla mafia nella foto dell’omicidio del magistrato Cesare Terranova e nell’altra foto ancora più densa di dramma: il ritratto della madre di Giuseppe Impastato con la foto del figlio

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