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SI RIPARTE

domenica 11 settembre 2016 anno 7 numero 32

Milan

Udinese

Sfida colombiana Bacca contro Armero


domenica 11 settembre 2016 www.stadio5.it

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ilan 3 punti, Gomez, Sosa, Pasalic, Lapadula, Mati Fernandez e il ritorno di qualche figliol prodigo: totale 27 milioni spesi tra lacrime e sangue. Inter 1 punto, Banega, Ansaldi, Candreva, Joao Mario e Gabigol: totale oltre 100 milioni. Eppure c’è una differenza sostanziale tra i due club, nonostante la proprietà comune di matrice cinese: la guida tecnica. I rossoneri sembrano aver trovato in Montella il Vate cercato da tanto tempo, dall’altra parte De Boer, voluto fortemente da Thohir, che fino a questo momento ha sollevato molti dubbi. All’ultimo respiro, Galliani è riuscito ad assicurarsi uno degli allenatori più validi del campionato, con un passato da offensivista con una grande propensione al bel gioco, mentre sulla sponda nerazzurra il tecnico olandese ha dimostrato di conoscere un bel niente di calcio italiano e di aver mandato in campo squadre non pro-

Milan

prio competitive, se si eccettua qualche minuto col Palermo. Domenica pomeriggio il Milan riceve l’Udinese, reduce un paio di settimane fa da una vittoria un po’ rocambolesca contro l’Empoli, mentre l’Inter sarà ospite all’Adriatico di Pescara, reduce dalla vittoria a tavolino contro il Sassuolo, in uno dei fatti più rari della storia del campionato. Per Montella non si tratta di una partita difficile, almeno sulla carta, anche se in queste prime fasi di campionato, le squadre sembrano più allo sbaraglio per via della preparazione estiva, che prima che sia smaltita, occorrerà ancora un po’ di tempo. L’Inter è chiamata a dare segnali convincenti, dopo l’avvio alquanto imbarazzante, per quell’incauto gesto di aver esonerato Mancini a pochi

giorni prima del campionato. Questa, però, è un’aggravante, non un alibi. Chi rileva una società è tenuto a rispettare le consegne, le strategie della vecchia proprietà, soprattutto, se questa ha dimostrato nel corso degli ultimi anni di migliorarsi in classifica. La storia di questo campionato, intanto, racconta di una Juventus a punteggio pieno con Inter a Milan a bisticciare per questioni tanto futili, quanto non indispensabili per contribuire in modo positivo a una ‘rinascita’, auspicata in molti. Se da una parte non ci sono denari, nonostante un’impronta tecnica significativa, dall’altra i soldi non mancano, ma l’aspetto tecnico della squadra deve essere completamente ribaltato, se si vogliono risultati immediati. Udinese e Pescara, forse arrivano a fagiolo, ma se si dovessero perdere punti, per una delle due, allora qualcosa comincerebbe ancora a stonare. E allora addio “luce in fondo al tunnel”.

STADIO

Sandro Mazzola

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San Siro ci sono i cugini che ospitano l’Udinese, però in tutta sincerità preferirei parlare prima dell’Inter, questa dannatissima Inter che fa soffrire una valanga di tifosi. Avete visto tutti come è finita a Verona col Chievo e cosa è successo qui a Milano col Palermo che per un soffio non si è portato a casa i tre punti. Penso che sia un’altra annata balorda perché de Boer non ha sicuramente la bacchetta magica per trasformare in campioni dei giocatori mediocri. Pur con tutti gli sforzi economici fatti dalla società l’Inter non decolla, ma non ce la fa perché, ribadisco, il convento passa roba di secondo piano. Abbiamo visto tutti cosa è

MEAZZA

successo al Bentegodi col Chievo, quindi a Pescara, o succede il miracolo, oppure l’Inter affonda un’altra volta dimenticando quello che poteva essere l’obiettivo più importante della stagione, cioè un posto in Champions nella prossima stagione. Anche il Milan è conciato male perché la squadra è praticamente quella dello scorso anno, con un punto in più rispetto all’Inter in merito al cuore e alla grinta che Montella pare abbia trasmesso ai rosso-

ventus, per la condivisione della vetta. I rossoblu hanno dimostrato carattere sbancando Crotone con una bella rimonta e due gol del sempre più bravo Pavoletti mentre la Sampdoria dovrà confermare il suo stato di grazia sfidando la Roma all’Olimpico, con quest’ultima imbufalita per il pareggio subito allo scadere di partita col Cagliari. L’Atalanta, immeritatamente a zero punti, rischia grosso col Toro, dal momento che i granata hanno

neri. La gara con l’Udinese sarà un po’ un banco di prova per il Diavolo e mi auguro per loro abbiano digerito le quattro pere indigeste di Napoli. L’Udinese è un po’ la bestia nera del Milan e sicuramente il portierino rossonero Donnarumma dovrà fare qualche lavoro straordinario com’è successo nelle ultime partite. Un plauso sicuramente alle due squadre genovese, al comando della classifica con la Ju-

confermato di essere una vera macchina da gol con le sette reti messe a segno in due partite con Milan e Bologna. Sicuramente ci sarĂ  da divertirsi anche a Verona con la Lazio decisa a tornare alla vittoria dopo la sconfitta

L’INTER A PESCARA PER IL RISCATTO

ORE 15.00

Udinese

Allenatore

(4-3-3)

segue a pag 3

Giuseppe Iachini

Allenatore

Vincenzo Montella

MILAN INCERTO MA GRINTOSO

Donnarumma Abate, Paletta, Romagnoli, De Sciglio; Sosa, Montolivo, Poli; Suso, Bacca, Bonaventura

Gianpaolo Calvarese

Karnezis Widmer, Danilo, Felipe, Armero; Badu, Fofana, Kums; De Paul; Thereau, Zapata

(4-3-1-2)


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casalinga dell’Olimpico con la Juventus. Ma anche il Chievo ha voglia di riscatto, dal momento che a Firenze con i Viola ha perso di stretta misura. Pareggio annunciato mi sembra quello di domani fra Empoli e Crotone mentre oggi a mezzogiorno il Bologna, indipendentemente dai 5 gol incassati all’Olimpico di Torino con i granata, rischia grosso perché il Cagliari è un ottima squadra e lo ha dimostrato col pareggio imposto alla Roma al Sant’Elia prima della sosta Azzurra.

V

incenzo Montella punta sul croato, vista la buona prestazione e la qualità messa in campo nell’amichevole di Bournemouth, che vuole subito una maglia da titolare. E se accade già questo pomeriggio contro l’Udinese ancora meglio soprattutto per il Milan. E’ vero che l’amichevole di sabato scorso al Vitality Stadium contro la squadra locale, fanalino di coda della Premier League, non è il verbo ma resta comunque una chiara indicazione per il tecnico che non vuole passi falsi contro l’unidichi di Beppe Iachini. An-

Mario Pasalic pronto per il palcoscenico di San Siro

la partita

Severa Bisceglia

cora tante le considerazioni da fare in casa rossonera, in attesa del danaro da spendere e del mercato riparatore di gennaio, in primis chi resta e chi parte nella prossima sessione di calciomercato. Qualcosa di buono con Montella e i nuovi innesti si è già visto. Suso Fernàndez Sàez, autore del gol nell’amichevole contro gli inglesi, ha già messo in campo una buona visione di gioco e del gol, M’baye Niang sembra essersi risvegliato dopo l’opacità mostrata nella fase finale dello scorso campionato. Decisamente in ritardo l’argentino Leonel Vangioni, il 29enne laterale mancino risulta poco efficace in fase difensiva, un pochino meglio in fase di spinta. La regia di Josè Sosa non fa impazzire ma inizia a notarsi, da considerare che ricopre un ruolo non suo ma voluto espressamente da Montella. Buona dimostrazione, fin qui, di Gianluca Lapadula soprattutto se ricopre il suo ruolo

c’è spazio sia per Pasalic che per Sosa. Purtroppo il mercato estivo del Milan non è stato da titoloni sui giornali e quindi bisogna organizzare una “zuppa” con quanto a disposizione di mister Montella che aveva chiesto più rinforzi un po’ in tutti i reparti. Il tecnico campano non ha altra scelta che schierare il prima possibile i pochi innesti arrivati in attesa degli investimenti veri che potrà fare la nuova dirigen-

di centravanti. Oggi al Meazza occhi puntati sul 21enne centrocampista croato Mario Pasalic nella speranza di comprendere finalmente quale sia il suo ruolo effettivo: mezzala, regista o trequartista? Molte le perplessità che hanno accolto Pasalic. L’ex Chelsea non disputa una partita vera da almeno sei mesi a causa dei problemi fisici, soprattutto la schiena, che l’hanno tenuto lontano dal campo di gioco molto spesso nell’ultimo anno. Capire la sua condizione fisica sarà molto importante per l’aeroplanino che ha potuto valutare già negli ottanta minuti giocati a Bournemouth dove ha dimostrato, come anzidetto, una buona tenuta fisica ma non al top. Il suo ruolo è quello di recuperare palla e servire chirurgicamente i suoi attaccanti. Carlos Bacca, capace di sfruttare in modo rapace quello che gli arriva sotto porta, può sicuramente guadarci dai suoi cross. Oggi Montella vorrà il croato in campo, magari passando dalla panchina. Oggi il Diavolo dovrà fare a meno di Juraj Kucka, squalificato per due giornate dal giudice sportivo, e di Niang. Rientra Giacomo Bonaventura sulla linea degli attaccanti e quindi nell’area centrale

Enzo Occhiuto

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za cinese. Torniamo alla gara di oggi che, come già detto, sarà orfana dei due squalificati Kucka e Niang e quindi spazio a José Sosa, come mezzala al posto di Kucka, e Gianluca Lapadila come attaccante esterno di sinistro. In alternativa a Sosa in campo potrà scendere solo l’ultimo arrivato Mario Pasalic che però, ribadiamo, non è ancora fisicamente al top. La sconfitta rimediata quindici giorni fa al

San Paolo, 4-2 contro il Napoli, è già alle spalle, non c’è tempo per leccarsi le ferite e la terza giornata chiama subito al riscatto. Di contro l’Udinese arriva al Meazza galvanizzata dalla vittoria sul modesto Empoli e non poco preoccupata della propria fascia difensiva che nella prima giornata, contro la Roma, ha incassato 4 pappine. Montella saprà come bucare la traballante difesa bianconera?

Biroritmi MILAN A TUTTO BioRITMO

lla terza di campionato Vincenzo Montella è chiamato a dare una prova d’orgoglio. I rossoneri hanno evidenziato una certa mancanza di personalità e poca solidità mentale. “E’ vero, dobbiamo imparare ad essere una squadra dal primo all’ultimo minuto. Ma più che il modulo conta molto lo spirito con cui si affronta l’avversario. Mai come in questo momento serve la vittoria. Dobbiamo metterci coraggio e personalità. Veniamo da una sconfitta per cui

LA CLASSIFICA

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* partita in piĂš

dobbiamo mettere dentro tutta la carica che ci serve”. Pertanto, l’analisi della biosituazione della rosa dei probabili giocatori che scenderanno in campo a San Siro (salvo sorprese dell’ultima ora), evidenzia una superiorità di valori intellettivi del Milan 6.15 contro 6.09 della squadra guidata da Giuseppe Iacchini. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei vari atleti si nota che, dal punto di vista fisico, i bianconeri con 6.20 risultano più tonici dei rossoneri con 6.00. Sul piano della sensibilità intuitiva, i padroni di casa, hanno una marcia in più che gli consentirà di prevalere tecnicamente sul piano del gioco. Dal punto di vista della concentraziome e dell’impegno le due formazioni risultano pari. C’è sempre, però, da ricordare che esiste per ogni atleta “il limite individuale ed il valore proprio. Rapportando queste qualità alle ottimizzazioni dei dati bioritmici per i giocatori leader, segnaliamo di seguito quelli che, presumibilmente, si distingueranno maggiormente. Per il Milan: Joaquin Suso

6.50, Riccardo Montolivo 6.49, Gianluca Lapadula 6.47, Gianluigi Donnarumma e Ignazio Abate 6.45, Carlos Bacca e Gustavo Gomez 6.44. Per l’Udinese: Adalberto Penaranda 6.50, Seko Fofana 6.47, Rodrigo De Pau e Dal Belo Felipe 6.44, Silvan Widmer e Agymang Badu 6.41. Si prevede quindi una partita molto maschia e combattuta dal punto di vista tecnico.

JesĂşs JoaquĂ­n FernĂĄndez SĂĄez de la Torre, meglio noto come Suso

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Statistiche M

ilan e Udinese arrivano a questa terza sfida di campionato appaiate non solo nei punti in classifica ma accomunate anche dallo stesso destino seppur in modo inverso, ma entrambe vittoriose nella prima gara casalinga. Il Milan, infatti, hanno vinto la pri-

ma gara della stagionale in casa sconfiggendo il Torino dell’ex Mihajlovic che non deve aver ancora digerito l’umiliazione che invece doveva avere il sapore della “vendetta”. I rossoneri hanno poi perso malamente, prima della sosta per la Nazionale, la seconda gara al San Paolo contro

Accadeva prima della sosta I

l Napoli ha iniziato alla grande la sua prima gara casalinga ed ha rimandato all’Inferno il Diavolo rossonero. Gara vibrante, quella del San Paolo prima della sosta Azzurra, soprattutto nella ripresa, dove il Milan in tre minuti riesce a raggiungere il pari ma non a resistere, prima in dieci e poi in nove, agli assalti finali dei partenopei, in gol due volte con Callejon. Nella prima al S. Paolo, Sarri ha schierato fin dall’inizio il neo acquisto Milik con Mertens al posto di Insigne. Gabbiadini sedeva in panchina. Nutrito il gruppo di tifosi rossoneri presente nel settore ospite. Montella, invece, si è affidato alla migliore formazione del momento per tentare il col-

paccio al S. Paolo, con Bacca (tre gol in solo match) e Niang in attacco. Un minuto di silenzio è stato rispettato prima della gara per le vittime del terremoto che ha colpito recentemente il centro Italia. Poi si parte. Primo acuto milanista al 2’ con Niang, ma il suo tentativo da lontano finisce tra le braccia di Reina. All’ 8’ Niang centra da sinistra in area. Inserimento da destra di Abate che spreca la grande occasione, mandando alto. Al 18’ la gara si sblocca: tiro a giro di Mertens che colpisce il palo, sulla respinta è pronto Milik che insacca. Subito dopo incursione pericolosa rossonera con Niang che di testa manda alto. Al 26’ancora Mer-

Marjlja Bisceglia il Napoli del sempre più agguerrito Sarri. Un 4-2, e con il Milan in doppia inferiorità numerica, che pesa ancora oggi. L’Udinese, dal canto suo, ha bellamente perso la gara d’esordio all’Olimpico contro una Roma che li ha letteralmente bastonati e riscattato il morale con la buona prova al Friuli contro un seppur modesto Empoli. Ironia della sorte ad oggi in campo hanno convinto di più i friulani. A Milano le due formazioni si sono affrontate 41 volte con 23 vittorie per i rossoneri e solo 4 per i bianconeri, non c’è storia. I pareggi sono saliti a 14, l’ultimo la passata stagione dove al gol del momentaneo vantaggio di Armero per l’Udinese ha

risposto Nijang fissando il punteggio finale sulla’1-1. L’ultima vittoria del Milan, allora targato Inzaghi, porta la data del 30 novembre 2014 grazie alla doppietta di Menez. Al Meazza l’Udinese, invece, per ricordare una vittoria deve tornare indietro al 19 maggio 2007, una bella partita ricca di gol. Per i bianconeri andarono a segno Asamoah, Di Natale e Barreto, 2-3 il risultato finale. Il passato presenta questa partita ricca di gol, in totale ne sono stati realizzati ben 138. 94 sono le reti rossonere e 44 quelle subite. I Milan ha segnato cinque reti nelle prime due giornate di questo Campionato con, però, una difesa particolarmente insicura che, nonostante i miracoli di Gigi Donnarumma, è riuscita a subirne sei (due col Torino e quattro col Napoli). Anche l’Udinese mette in campo non poca insicurezza soprattutto nel reparto difensivo, 2 le reti realizzate in questo avvio di stagione e 4 subite. Sulla base dei precedenti il Diavolo parte decisamente favorito in questa sfida ma i friulani a San Siro hanno sempre venduto cara la pelle. Che vinca la squadra migliore o la più fortunata.

e sposta il suo barientro in avanti e tre minuti dopo con un gran tiro di Suso dal limite agguanta il pari. La gara è avvincente. Il Napoli riprende ad attaccare e la Curba B canta. C’è poi l’espulsione di Kuska per un evidente fallo commesso a centrocampo. Il

Luigi Rubino tens in evidenza con un destro a giro indirizzato all’incrocio, bravo nell’occasione è Donnarumma che devia in angolo con uno stupendo volo. Il Napoli mantiene l’iniziativa e si rende pericoloso soprattutto con il belga che sei minuti dopo impegna Donnarumma che devia in angolo. Su angolo successivo di Jorginho, Milik di testa raddoppia. Secondo tempo: Subito pericoloso è il Milan. Scambio Bacca – Bonaventura e servizio per Niang che in diagonale manda sull’esterno della rete. Passano pochi minuti e al 51’ Niang, su servizio di Bonaventura, trafigge Reina con un tiro rasoterra. Subito dopo, viene espulso Sarri per proteste. Il Milan è più convinto

Campionato

Laura Tangari

S

i parte con le partite odierne con l’anticipo delle 12.30 con la sfida del Dallara, dove il Bologna, con il dente avvelenato e mortifica-

l’Inter chiamata a Pescara per far vedere di non essere quella vista a San Siro col Palermo. La sfida più interessante è sicuramente quella di Marassi col capolista Genoa che ospita la Fiorentina in leggera ripresa dopo la sconfitta incassata nella giornata inaugurale dei campioni d’Italia della Juventus. Ma sotto i riflettori ci sono anche Milan e Roma, con i rossoneri reduci dal poker rimediato al San Paolo con il Napoli. L’undici di Montella affronterà l’Udinese, che col Veccio Diavolo ha sempre portato a casa qualche punto pesante. La Roma, dopo l’eliminazione dalla

SASSUOLO IMBUFALITO to dall’1-5 incassato quindici giorni fa dal Torino.La squadra di Donadoni non passerà sicuramente un mezzogiorno tanto tranquillo, dal momento che il Cagliari col 2-2 incamerato con la Roma, seppur in extremis, ha confermato di essere una formazione di tutto rispetto, capace di mettere alla frusta le squadre più blasonate. Donadoni è arrabbiatissimo per la manita dei granata di Mihajloviced ai suoi ha ordinato un pronto riscatto. A seguire la giornata regala altri sei match, cinque nel pomeriggio alle 15.00, uno alla sera con

Champions per opera del Porto, ha mezzo steccato a Cagliari facendosi rimontare due gol. I giallorossi riceveranno all’Olimpico l’altra capolista Sampdoria, che festeggia insieme ai cugini del Grifone il primo posto in classifica. Sicuramente ci sarà da divertirsi a Bergamo dove l’Atalanta riceverà lo scatenato Torino pronto a riconfermarsi macchina da gol. Domani cala il sipario sulla terza giornata col neopromosso Crotone che va ad Empoli contro una squadra col fiatone dopo le due sconfitte con Sampdoria e Udinese.

Milan in dieci. Al 73’ il Napoli si riporta in vantaggio con Callejon. Saltano i nervi in campo. Niang colleziona la seconda ammonizione e viene espulso, dopo un fallo commesso su Reina. Nel finale il Napoli al 90’ porta a quattro le reti ancora con Cal-

lejon. Napoli-Milan 4-2 e oggi alle 15.00 si riparte per riscattare quelle quattro pappine, il tempo della sosta dovrebbe essere sufficiente ad una squadra come quella rossonera per rialzarsi in piedi e riprendere a corre.


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Cristian zapata

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l colombiano, attuale difensore del Milan e della sua Nazionale, prima di arrivare ad indossare i colori rossoneri è arrivato all’Udinese, sua prima piazza italiana. Nel 2005, all’età di 19 anni conosce il tifo italiano al Friuli al modesto costo di euro 500.000 circa. Il suo debutto in Serie A è contro il Messina, 19 novembre 2005, nella vittoria casalinga per 1-0 contro il Messina. Ci mette poco a guadagnarsi la maglia da titolare diventando ben presto uno dei tre perni su cui ruota la difesa bianconera. Il primo gol in bianconero lo realizza contro la Sampdoria il 21 dicembre successivo (2-0 per i friulani). Arriva anche la prima sfida europea il 15 febbraio successivo contro il Lens, gara vinta per 3-0. Resterà all’Udinese fino al 2011 mettendo a segno cinque reti in 168 partite disputate. L’8 agosto 2012 passa al Milan con la formula del prestito oneroso 0,4 milioni di euro con diritto di riscatto fissato a 6 milioni da pagare in tre anni mentre al calciatore andranno 1,5 milioni di euro a stagione. L’esordio con il Milan sa di beffa, il 23 settembre in casa della sua ex Udinese i rossoneri perdono per 2-1 e Zapata rimedia anche un espulsione per doppia ammonizione. La prima rete benedetta dalla Madonnina arriva contro il Celtic in occasione della gara di Champions League vinta per 3-0 in trasferta. Il 16 ottobre successivo arriva anche il primo sigillo in Serie A nella partita pareggiata in casa contro la Roma per 2-2. Ad oggi con il Milan ha totalizzato 71 presenze e realizzato 2 reti.

Pablo Armero

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’attuale difensore e centrocampista dell’Udinese ha indossato anche i colori rossoneri nella stagione 2014-2015. Dalla formazione America de Cali approda prima a Udine il 28 agosto 2010 dove trova anche i connazionali Cristian Zapata e Juan Cuadrado. L’esordio in bianconero è nella gara persa in casa contro la Juventus (0-4) del 19 settembre 2010. La prima rete, firma il pareggio, arriva la Friuli contro la Fiorentina i’11 dicembre successivo, gara vinta 2-1. In Europa League il suo gol (2-1 contro i Rennes) permetterà alla squadra friulana di passare il turno. Dal 2010 al 2013 con i bianconeri realizzerà tre reti in 69 gare disputate. La stagione 2014-2015, come anzidetto, indosserà la maglia rossonera in otto occasioni, solo cinque in Campionato, senza lasciare il segno e senza gol al suo attivo. Al Milan arriva dal West Ham il 31 gennaio 2014 in prestito. Il debutto in rossonero è contro la Lazio nella prima giornata di Campionato il 31 agosto 2014, gara vinta per 3-1. Nel 2016 il calciatore colombiano fa ritorno a casa e mette a segno la sua prima rete con la maglia bianconera il 7 febbraio siglando il pareggio (1-1) proprio contro il suo ex Milan.


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Indisponibili Marjlja Bisceglia

Andrea Bertolacci Andrea Bertolacci, lesione

alla coscia sinistra, il suo rientro è previsto nelle prime gare di ottobre.Il centrocampista rossonero ha rimediato l’infortunio nella sfida contro il Torino, appena entrato in campo ha avuto la peggio in un contrasto di gioco contro il granata Lucas Boyè

Cristian Zapata Cristian Zapata resta fuori al-

meno fino a fine ottobre, salvo prolungamenti, per una lesione rimediata nello scorso mese di luglio alla caviglia (lesione capsulo legamento). Inizio campionato sfortunato per il difensore colombiano che è stato operato alla caviglia sinistra dal professor Niek Van Dijk assistito dal dottor Rodolfo Tavana, coordinatore sanitario del Milan.

Mati Fernandez Mati Fernandez riesce a mala-

pena a sentire sotto i piedi l’erba del campo da gioco ed è costretto a fermarsi già per infortunio. L’ultimo giorno di mercato lo porta al Milan e l’ultima sfida nazionale Cile-Bolivia lo spedisce direttamente in infermeria. Una lesione al muscolo flessore della coscia destra lo costringe a restare fermo almeno fino a fine mese, salvo cambiamenti dell’ultima ora, per una lesione al flessore. Il 30enne centrocampista cileno non ha ancora gustato l’esordio con i colori rossoneri, piacere solo rimandato.


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gli Ospiti La Zebretta solletica il Diavolo

Giovanni Labanca

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uando si dice la fortuna. L’Udinese sbarca a San Siro nel momento peggiore della squadra di Montella. I rossoneri, infatti, stanno ripetendo, tale e quale, la vecchia stagione, su un copione scritto male ed interpretato peggio dagli attori protagonisti. La paura di un nuovo scivolone in casa per i milanesi di piazza Rossi si taglia con il coltello ed il pubblico, quello troppo paziente, potrebbe sfoderare fendenti a

manca e a destra per svegliare il Diavolo, che di corna ne ha sempre due, ma pericolosamente più spuntate, a tal punto che non potrebbero pungere abbastanza la Zebretta che vien dal Friuli. La Zebretta, appunto, quella che non pensa a vincere il campionato, a questo scopo è candidata la Zebra maggiore, ma soltanto a fare più punti possibili e a crescere, come fa da anni, giovani volenterosi ed anche bravini, da immettere sul mercato e ricavarne quel solito bel gruzzoletto, che dà ai Pozzi la tranquillità economica, virtù necessaria per rimanere tra le grandi, anche se poi basta gioire appena raggiunta la quota salvezza. Lo sanno fare da sempre e con bravura, in modo da accontentare tifosi non troppo esigenti per natura e le tasche del cassiere, che può godersi le partite in tutta tranquillità dalla tribuna del nuovo ed apprezzato Friuli. L’Udinese, inoltre e con esperienza da grande società, non si

sveste mai del tutto, quando cede un campioncino, ma è sempre diligentemente pronta a trovarne un degno rimpiazzo, che non faccia rimpiangere quello partente. Quest’anno sono arrivati Ewandro, ventenne, Fofana e Kums, che, dicono i ben informati, valgono quel tanto da non sfigurare in serie A e dovranno darne immediata prova nel catino milanese. Mister Iachini è un signore tranquillo, dal temperamento mite e dalle idee chiare, che lo rendono consapevole, con il beneplacito della Società, del traguardo da raggiungere. “La nostra squadra, come succede all’inizio del campionato, parte sempre con il freno tirato e non dà il meglio di sè. Abbiamo preso una legnata a Roma e ci siamo rifatti con l’Empoli, anche con una buona dose di fortuna. Ora dai miei ragazzi pretendo una prova di forza, non dalle gambe molli, ma dai muscoli

da guerrieri. Da loro voglio soprattutto una grande prova di personalità, quella che nelle due gare precedenti è rimasta negli spogliatoi. L’Udinese, quando decide di raggiungere l’obbiettivo prefissato, non guarda in faccia a nessuno ed è proprio quello che voglio dagli undici che scenderanno in campo fra poco e in maggiore misura dai nuovi arrivati, che devono dimostrare di valere quanto sono stati pagati. Io, comunque, ripongo in loro la massima fiducia” Gli fa da sponda, senza timore e senza perdere un solo secondo, proprio il più atteso Ewandro. “Sono giovane e ben consapevole delle mie forze. I tifosi possono starsene tranquilli sulle mie condizioni e spero tanto di emulare il beniamino Di Natale, ora in meritato riposo. Contro il Milan, che ha una difesa lenta, potrebbe essere già la prima occasione che cerco. Ne vedremo delle belle, tra due squadre che a perdere non ci stanno proprio

e che di punti hanno bisogno come dell’ossigeno”. Non c’è che dire sulle prime dichiarazioni quasi bellicose di

Ewandro Felipe de Lima Costa al Friuli

Bomber A n d r e a Belotti

4 reti

questo arzillo brasiliano che vuole ritrovare il suo MaracanĂ  sotto la Madonnina. Diavolo avvisato e mezzo salvato dunque? Staremo a vedere se le promesse verranno mantenute e se le solite strisce bianconere della Zebra minore riusciranno almeno a spaventare il giĂ  impaurito Diavolo.


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I Cugini

Severa Bisceglia

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nche in casa nerazzurra le difficoltà non sono certo poche. Il nuovo tecnico de Boer non ha avuto tantissimo tempo a disposizione e, cosa ancora più preoccupante, non è riuscito ancora a trasmettere ai suoi uomini un minimo delle sue idee di gioco. Siamo sicuri che l’allontanamento di Roberto Mancini non sia stata una soluzione scellerata? Oggi c’è anche Joao Mario, ma c’è ancora Jovetic… Che fare? In serata l’Inter affronterà in trasferta un Pescara che non sembra uno scoglio facilissimo da superare e

Curiosità e grande attesa per Joao Mario che partirà dalla panchina sarà questa la prima vera prova del nove di questa “nuova”, si fa per dire, Inter. All’Adriatico di sicuro non vedremo Ansaldi né Andreoli e tutti gli altri sembrano essere a pieno regime. E’ iniziato il toto-modulo, Joao Mario affiancato a Medel nel 4-2-3-1 o anche nel 4-3-3 ma con l’inserimento di un centrocampista più difensivo. De Boer è partito alla volta di Pescara con 24 giocatori nella manica. Portieri: Handanovic, Carrizzo e Berni. Difensori: Ranocchia, Santon, Murillo, Miranda, D’Ambrosio, Nagatomo e Miangue. Centrocampisti: Melo, Joao Mario, Kondogbia, Medel, Banega, Gnoukouri e Brozovic. Degli attaccanti sono partiti, insieme al capitano Icardi, Palacio, Jovetic, Biabiany, Eder, Pe-

risic e Candreva. Il Pescara può contare su una squadra al gran completo, almeno dal punto di vista infortuni. Recuperato anche l’ex Campagnaro che sembra aver superato i problemi fisici di inizio stagione.L’Inter è ancora un po’ menomata. In attesa dell’esordio ufficiale di Cristian Ansaldi, fermato da una distrazione del legamento collaterale del ginocchio, e del ritorno di Marco Andreolli, non meglio precisati problemi fisici per lui, in casa nerazzurra c’è non poca apprensione per Yuto Nagatomo che lamenta un risentimento muscolare al soleo. Non vedremo in campo neppure Gabigol, fresco di medaglia d’oro olimpica ai giochi di Rio de Janeiro, che ha ottenuto giustamente qualche

giorno di permesso straordinario per recuperare le fatiche. Alle 20.45 capiremo se il nuovo tecnico sarà riuscito ad abbozzare una formazione che convinca non solo lui. Allo stadio Adriatico Giovanni Cornacchia, assisteremo ad una gara che costringerà l’Inter ad inseguire lo stesso Pescara davanti in classifica, grazie alla vittoria a tavolino sul Sassuolo. Beffa di fine estate. La squadra abruzzese, complice lo sbandamento nerazzurri, farà di tutto per portare a casa un risultato che farebbe bene alla classifica, mettere fieno in cascina per i periodi magri, ma soprattutto al morale, battere l’Inter resta pur sempre un risultato prestigioso. Al di là dei risultati, in questo inizio di stagione Massi-

Piacere, Joao Mario I

prezzo dalla nuova proprietà Suning, ci sarà l’importante sfida casalinga contro i campioni in carica della Juventus. Un match, quello con la “Vecchia Signora,” molto sentito dai sostenitori nerazzurri, che certamente, accorreranno in massa allo stadio non solo da Milano e dintorni, ma anche da altre città d’Italia. Ora, comunque, c’è da pensare al presente ed esclusivamente alla gara contro il Pescara. Joao potrebbe finalmente ridare nuova vitalità e dinamismo all’Inter che da tempo non riesce a risolvere il mal di trasferta. In ben undici gare finora disputate, i nerazzurri, lontano dal Meazza, hanno vinto soltanto una sola volta. Troppo poco se si vuole puntare in alto. A Pescara, contro una squadra che, nella prima giornata di campionato, ha messo in serie difficoltà il Napoli, fermato sul pari, non sarà facile, anche perché le cosiddette piccole, contro le grandi del campionato, spesso si caricano tra le mura amiche. L’Inter però non deve aver paura e contro il delfino Pescara

sere il 4-3-3 con Handanovic tra i pali, in difesa la coppia centrale Miranda-Murillo con a destra D’Ambrosio e Santon a sinistra. A centrocampo spazio a Benega e Medel, contro il Palermo non hanno fatto scintille, supportati da Kondogbia. Il tridente d’attacco più probabile vede Eder e Perisic esterni ai fianchi della punta centrale Icardi. A partita in corso ci sarà spazio anche per Candreva e Joao Mario. Per coloro che non potranno recarsi allo stadio Adriatico, la partita è trasmessa in diretta tv sia sui canali della pay tv satellitare (Sky Sport 1, Sky Super Calcio e Sky Calcio 1) che quelli della pay tv digitale terrestre (Mediaset Premium Sport e Mediaset Premium Sport HD).

Inter Primavera Luigi Rubino

l momento tanto atteso nell’ambiente Inter è arrivato. Joao Mario, messo a lucido dai preparatori nerazzurri, debutterà questa sera contro il Pescara nel campionato italiano. E’ passato poco tempo dal suo arrivo a Milano (27 agosto) e c’è molta euforia e curiosità di vedere all’opera il calciatore portoghese, finalmente felice di scendere in campo con la nuova maglia a strisce nere e azzurre. Peccato che il suo esordio non sarà nel mitico e glorioso stadio di S. Siro, davanti ai nuovi tifosi, ma a 522 km di distanza, allo stadio Adriatico-Giovanni Cornacchia di Pescara, capace di ospitare poco più di 20 mila spettatori. Pubblico forse troppo scarno per un campione reduce dal successo europeo con la Nazionale portoghese. L’appuntamento, quello forse più importante del campionato comunque non è lontano. Tra sette giorni ne vedremo delle belle, anche perché per il giovane 23enne centrocampista proveniente dallo Sporting Lisbona, pagato a caro

mo Oddo ha dimostrato si saper schierare i suoi uomini in campo che hanno dato del filo da torcere anche al Napoli. Il Pescara dovrebbe scendere in campo con un 4-3-2-1. A difendere la rete ci sarà Bizzarri coperto dalla quartina Zampano, terzino destro, centralmente la coppia Campagnaro-Gyomber e sulla sinistra ben piazzato Biraghi. Al centrocampo ci penserà Brugman affiancato da Memushaj e Cristante. Sulla trequarti si muoveranno Verre e Benali alle spalle dell’attaccante Caprari acquistato in estate dall’Inter ma ancora in forza al Pescara. Frank de Boer, a differenza del collega Oddo, ha ancora non pochi dubbi sulla formazione ufficiale. Il modulo più accreditato sembrerebbe es-

deve vincere assolutamente, anche per cancellare soprattutto la sconfitta imprevista e in trasferta nella prima gara di campionato contro il Chievo. Con Joao Mario in campo certamente de Boer potrà meglio assestare la squadra; migliorare manovra e velocità, dopo i pochi e significativi progressi palesati nell’ultima gara interna pareggiata contro il Palermo. Il portoghese in effetti è un vero jolly del centrocampo e può agire in tutte le posizioni. Può giocare da mediano ( molto probabilmente a Pescara partirà in questo ruolo), mezz’ala, trequartista. Inoltre, il suo fisico possente, le grandi falcate, insieme ad una buona tecnica consentono al tecnico olandese De Boer notevoli varianti tattiche, dal momento che il giovane calciatore portoghese è capace di giocare anche sugli esterni ed in particolare sulla destra con ottimi risultati e come alternativa in fase offensiva a Candreva o Eder. E poi? Le 14 reti realizzate in due anni con la maglia dello Sporting Lisbona sono senz’altro una garanzia di un giocatore che nonostante la giovane età ha tutti i requisiti per far felice non solo il suo nuovo tecnico olandese, ma tutti i tifosi della beneamata.

Vecchi tiene a lungo l’iniziativa e prova a colpire sfruttando anche gli inserimenti in avanti di Vanheusdsen. A centrocampo tutta la manovra nerazzurra parte dai piedi di Awua, giocatore

lità e con un gran destro quasi dal vertice dell’area costringe il portiere palermitano a deviare in angolo. Il gol che sblocca il match arriva al 75.’ A realizzare è Pinamonti, che in piena area

Inter, è subito vittoria. Battuto il Palermo A llo stadio “Breda” di Sesto San Giovanni, la nuova Inter di Stefano Vecchi inizia nel migliore dei modi il campionato Primavera battendo per 2-0 il Palermo. I

nigeriano classe ’98 prelevato in prestito dallo Spezia. I rosaneri si fanno vivi al 32’ con Bonfiglio. Il sinistro dell’attaccante palermitano è però bloccato da Di Gregorio. Al 41’ destro a giro di

Decidono Ripamonti e Vanheusden nerazzurri, come del resto anche gli avversari, si presentano in campo con molte elementi nuovi rispetto alla scorsa stagione. Il tecnico Vecchi schiera una formazione con un inedito 3- 5- 2. L’Inter parte decisa. Al 7’ preciso lancio di Awua in area, volè ad incrociare di Pinamonti che sorvola di poco la traversa. Pochi minuti dopo, su punizione, ci prova Vanheusden, ma il tiro del difensore centrale dei nerazzurri è facile preda di Guddo, che blocca a terra centralmente. Il Palermo si fa vivo al 19’ con una punizione di Lo Faso che costringe il portiere palermitano alla deviazione. La squadra di

Tarantino, pronta la risposta del portiere nerazzurro Di Gregorio che respinge. L’Inter prova a sbloccare la gara con Pinamonti, che stacca di testa, ma il pallone è facile preda del portiere. Sul finale di gara è poi Bonfiglio che, tra una selva di gambe, tenta il gol, ma pronta è la risposta di Di Gregorio che salva in uscita. Nella ripresa, al 55’ Pinamonti, su cross di N’Diaye, gira a volo, il pallone però termina sul fondo. L’Inter non si ferma e tenta di sbloccare lo 0 a 0. Al 63’ gran intervento di Guddo che sulla linea di porta respinge un colpo di testa di N’Diaye. Due minuti dopo Rivas conferma le sue qua-

stoppa alla perfezione un cross basso da destra dell’ottimo Rivas e porta i nerazzurri in vantaggio. L’attaccante classe ’99 cerca il bis pochi minuti dopo, ma si oppone alla grande Guddo. Al 78’ Awua serve Belkheir che in area si infila tra un nugolo di avversari ed insacca sotto la traversa il pallone che sancisce definitivamente la meritata vittoria dei nerazzurri. Inter – Palermo 2 - 0 Marcatori: 75’ Pinamonti (I), 78’ Belkheir (I) Inter: Di Gregorio, Mattioli, Vanheusden, Lombardoni, N’Diaye,( 67’ Piscopo) Zonta, Awua, Rivas, Cagnano, Bakayoko,( 57’ Belkheir) Pinamonti. ( 87’ Carraro) All: Vecchi Palermo: Guddo, Gallo, Tafa, Punzi, Rizzo,(55’ D’Amico) Tramonte,( 78’ Plescia) Pane, Santoro,(90’ Cattabria) Tarantino, Lo Faso, Bonfiglio. All: Bosi Arbitro: Garofalo di Torre del Greco Note: Giornata afosa. Numeroso pubblico presente in tribuna.


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Se le strisce sono bianconere

G

onzalo Higuain vola e con lui la Juventus. L’argentino ha offerto un delizioso spettacolo allo Juventus Stadium, per tutti i palati. I campioni d’Italia hanno giocato dominando e lasciando al malcapitato Sassuolo solo le briciole. Sul palcoscenico ci è salito lil protagonista indiscusso Higuain. L’attaccante argentino, al suo esordio dal 1° minuto in maglia bianconera, ha realizzato una doppietta d’autore in cinque minuti e Pjanic ha chiuso la porta con la terza realizzazione lasciando fuori ogni velleità di

da Torino

P. C. Fantini Forneris

L

e due formazioni torinese decise piĂš che mai a dimostrare la loro forza. Dopo la sosta di campionato, per gli impegni della nazionale, ci rituffiamo nel campionato. Gli anticipi giĂ  ieri con Juventus in casa col Sassuolo, uscito rintronato dalle 3 reti, e il Torino oggi a Bergamo con la Atalanta. Qui a

recupero del povero Sassuolo. Tutto troppo in questa squadra. Il Pipita è solo la ciliegina sulla torta. La Juventus viene da un’altro pianeta, gioca un’altro calcio. Non c’è squadra in questo Campionato che possa frenare la calcata bianconera, solo un loro errore. Errore come quello commesso da Buffon sull’unica rete neroverde, poi deviata. L’undici di Allegri sa come vincere le partite, tutto si gioca nella prima mezz’ora e senza errori. E’ uno spettacolo vedere questa squadra giocare. Il Pipita in coppia con Dybala da lezioni di calcio e Pja-

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Higuain shoow nic a centrocampo detta i tempi senza nessun timore o ostruzioni da parte della squadra avversaria. A dire il vero, penso che il Sassuolo nella prima frazione di gioco non abbia proprio compreso il perché della sua presenza allo Stadium dal momento che il pallone l’ha solo visto sfrecciare. Che spettacolo! Allegri lascia a riposo Barzagli e Dani Alves degnamente sostituiti da Benatia e Lichtsteiner, Lemina preferito ad Asamoah. Il 3-5-2 bianconero è un carroarmato che travolge ogni ostacolo al suo obiettivo. Di Francesco risponde timidamen-

te col 4-3-3 con Ragusa, Matri e Politano in attacco, in assenza di Berardi e Defrel, in mezzo al campo ci piazza Magnanelli, Duncan e Pellegrini mentre al centro della dicesa Antei vince il ballottaggio con Cannavaro. Ma nulla può questo schieramento. Unica nota di merito del Sassuolo allo Stadium è l’aver impegnato seriamente una volta Buffon, a inizio gara, ma il portierone si è superato come sempre. Dopo la bella parata di Buffon, in campo si è vista solo la Juve, anzi Gonzalo Higuain. L’argentino, servito con maestria da Dybala, al 5’ mi-

nuto mette dentro la palla dell’10 e per non lasciare nulla al caso si ripete al 10’ mettendo a segno la doppietta frutto di un meccanico perfetto del lavoro di squadra: Linchtsteiner crossa dalla destra per Pjanic che di testa la passa a Khedira che, sempre di testa, serve il Pipita che realizza in girata. E’ quasi una danza. C’è spazio anche per Pjanic al 27’ che firma il 3-0 insaccando da due passi un colpo respinto dalla traversa. Stona quasi il gol bandiera di Antei che segna impattando la palla su di un uscita a vuoto di Buffon che gli è costato un 5.5 in

Severa Bisceglia pagella. Se questa Juventus tiene alti i ritmi anche in Europa, ne vedremo delle belle.

Torino e Juve, si ricomincia a correre Torino la temperatura sotto ogni punto di vista comincia a essere calda, sia per i gradi che per l’interesse e le aspettative da parte delle due tifoseria per vedere i loro beniamini esaltare i colori delle loro maglie vincendo, i bianconeri hanno già risolto la questione con i neroverdi, partite non particolarmente complicate, ma importanti per il proseguo del loro campionato. I due Store di Torino e Juventus sono il termometro più veritiero, il primo si trova in Piazza Castello, il Granata Store, conosciuto dai torinesi ma anche dai turisti, che con la cartina in mano, dopo il classico “Bicerin” in Piazza della Consolata, non si vogliono perdere l’acquisto di Gadget e maglie dei giocatori. La maglia di Joe Hart con il nu-

mero 21 è molto richiesta insieme a quella di Belotti, lo conferma con piacere Riccardo C. commesso gentile e tifoso del “Toro” da sempre. Ci dice che in mattinata due turisti inglesi di Nottingham hanno chiesto due maglie del portierone del Torino e della nazionale inglese. Lo juventus store si trova in via Garibaldi, centrale, ampio e rifornito. Higuain con il numero 9 è la maglia che vogliono una coppia di ragazzi di Rivoli che ci dicono, Giovanni L. e Romina S. “questa maglia la sognavamo da tempo, brava la Juve a prendere un goleador di razza che ci toglierà tante soddisfazioni”. E quindi Toro e Juve avanti così, i presupposti sono buoni per vedere in questo weekend del buon calcio.

IL 3 DEL NAPOLI È PIÙ ROTONDO Seconda doppietta stagionale di Callejon

A

nche per il Napoli tutto facile o quasi. A Palermo, dopo un primo tempo che ha rasentato la noia, ne ha fatto un sol boccone dei rosanero nella seconda frazione di gioco. Nulla da fare per il Palermo che ha provato a contenere i partenopei in ogni zona del campo e difendendo con ordine, riuscendoci nei primi 45’. Nella ripresa saltano gli schemi della squadra siciliana che prende 3 gol, due su propri errori. Sarri manda in campo Maggio, Zielinski e Insigne in sostituzione di Hysaj, Allan e Mertens risparmiati per la partita di Champions League di martedì prossimo a Kiev contro la Dinamo. Nel Palermo ha sorpreso l’esclusione di Bruno Henrique rilegato in panchina. Dopo il rigore, inesistente, reclamato dai rosanero nei minuti finali della prima frazione di gioco si fa sotto il Napoli ma

poco convinto. La ripresa mette in scena un altro film, i partenopei vanno subito in vantaggio con Ghoulam che scatta sul filo del fuorigioco e crossa al centro dove ne approfitta al volo Hamsik per l’1-0. La partita si potrebbe già considerare chiusa, vista l’incapacità del Palermo di farsi vedere nell’area piccola avversaria, ma gli azzurri vogliono blindare i tre punti ed al 6’ non si lascia sfinire l’occasione Callejon che risponde al cross di Insigne. 2-0 e giochi chiusi, ma l’esterno spagnolo vuole rendere particolare questa vittoria sigillando la seconda doppietta stagionale (la prima al San Paolo contro il Milan. Al 20’ su errore siciliano, indecisione di Posavec, regala il 3-0 al Napoli che può chiudere sereno il capitolo campionato e tuffarsi nella sfida europea.


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Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00

smo calcistico, l’esaltazione della

to casciavit (Fratelli Frilli Editori,

isbn 978-88-6218-242-3

dialettica, della libertĂ . Questo

2008). Nel 2013, ha curato il Dia-

libro rappresenta un sincero, ap-

rio della mia guerra (Segni e Pa-

ell’ottobre del 1908, cu-

passionato atto d’amore nei suoi

role), scritto da suo padre Paolo,

riosamente a Chiasso, si

confronti.

e nel 2014 ha partecipato all’an-

disputava il primo Inter-Milan,

Alberto Figliolia è giornali-

tologia 33 Racconti rock (QuiE-

la sfida che sarebbe diventata il

sta pubblicista. Collabora con

dit). Il suo sito è www.davideg.it,

derby italiano per eccellenza, il

il ÂŤGazetinÂť, periodico indi-

il blog www.fuorigiocoblog.com.

piĂš giocato, il piĂš prestigioso. Il

pendente di cronaca civile, e

Mauro Raimondi, milanese, ha

derby della Madonnina ne ce-

ÂŤtellusfolioÂť, rivista telematica

esordito nel 2003 con Invasione

lebra la storia ripercorrendo in

“glocal”. Allenatore di basket, ha

di campo. Una vita in rossonero

sessantuno storie la sua gloriosa

provato a coniugare la passione

(Limina), partecipando all’an-

epopea attraverso partite famose

dell’insegnamento con i concetti

tologia

e incontri che pochi conoscono.

di agonismo, democrazia e soli-

(Limina, 2003). Insegnante di

Un lungo, intenso e vivace rac-

darietĂ . Collabora con Silvana

Storia di Milano, ha curato la

conto, ricchissimo di aneddoti,

Ceruti alla conduzione del Labo-

biografia del poeta Franco Loi in

interviste, personaggi: dai fratelli

ratorio di Scrittura creativa nella

Da bambino il cielo (Garzanti,

Cevenini all’immenso Meazza

Casa di Reclusione di Milano-

2010). Della sua cittĂ  ha raccon-

che segnò con entrambe le ma-

Opera. Ha scritto numerosi libri

tato il cinema in Milano Films

glie, dai fuoriclasse come Nyers

navigando fra poesia e sport.

1896/2009 (Frilli, 2009, coautore

e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola,

Condivide con Çlirim Muça la

M. Palazzini), le testimonianze

Matthaeus e van Basten, Ibra e

vocazione alla divulgazione del-

dei viaggiatori stranieri in Dal

KakĂĄ, a giocatori magari meno

lo haiku e crede con fermezza nel

tetto del Duomo (Touring Club,

celebri ma che un’impronta, nel-

martello libertario e gandhiano

2007) e i libri in CentoMilano

la stracittadina, l’hanno lasciata:

della poesia.

(Frilli, 2006). I tre autori hanno

Smerzi, Bonizzoni, Cappellini,

Davide Grassi, giornalista pub-

pubblicato insieme Centonovan-

Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-

blicista, ha collaborato con diver-

tesimi (Sep, 2005), Eravamo in

ti altri. Calcio, dunque, ma non

si quotidiani nazionali – tra cui il

centomila (Frilli, 2008) e Portieri

solo. Poesia, musica, fatti di cro-

«Corriere della Sera» – prima di

d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010,

naca si inseriscono spesso e vo-

approdare agli uffici stampa. Ha

Figliolia e Grassi hanno inol-

lentieri nei racconti, al pari delle

pubblicato Inter? No, grazie! (Li-

tre scritto La sua Africa. Storia

vicende di una cittĂ  fortunata

mina, 2002), Rossoneri comun-

di Samuel Eto’o (Limina), e nel

a possedere il derby. PerchĂŠ la

que (Limina, 2003) – antologia

2012 Grassi e Raimondi hanno

stracittadina, oltre a essere emo-

curata con Andrea Scanzi –, La

pubblicato Milano è rossonera

zione allo stato puro, è anche de-

palla è rotonda? (Limina, 2003),

(Bradipolibri).

mocrazia: una sorta di bipolari-

Rossoneri. Il manuale del perfet-

N

Rossoneri

comunque


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finestra sul mondo e dintorni Attualita’

Giovanni Labanca

R

oma 1950. Avevo solo quindici anni, vissuti a Terranova di Pollino, un magnifico paesello in provincia di Potenza, pieno di gente accogliente e laboriosa, dove non mancava quasi niente. Non avevo, in famiglia, la televisione, oggetto raro a quei tempi, patrimonio esclusivo ed invidiato solo di alcune famiglie e scarseggiavano anche i giornali. Possedevo, però, una radio Allocchio Bacchini, con il giradischi che mio padre calzolaio aveva comperato a Napoli, in occasione dei suoi tanti viaggi nella città partenopea, per approvvigionarsi delle materie prime per fare le scarpe. C’erano le Olimpiadi, un vanto per l’Italia, un avvenimento da seguire ad ogni costo. E così ho fatto con il mio inseparabile cugino Pino. Per farlo nel modo migliore, riuscimmo a procurarci addirittura, un bel libretto omaggiato dal Ra-

diocorriere, con tutte le date, gli orari ed i campi delle gare. Dalla mattina a sera eravamo con le orecchie attaccate all’apparecchio per distinguere meglio, tra gli scarichi delle onde medie, le radiocronache che ci fecero conoscere Sandro Ciotti che si occupava di hokey su prato, Enrico Ameri, Adone Carapezzi e Paolo Rosi, tanto per citarne i più famosi. Ci appassionammo di Nino Benvenuti, di Maspes e Gaiardoni, i maghi del surplace, di Bianchetto e Beghetto, il tandem più veloce al modo, e ci entusiasmammo per l’occhialuto Livio Berruti, che incantò il mondo volando come una freccia sui duecento metri. Pian piano, per fortuna, si spalancarono anche le porte delle case dei signori con la tv sul comò del salotto ed il nostro “stadio” preferito, alla fine, risultò essere la casa di Giovanni la guardia. Quanta gioia e quanta malinconia alla chiusura dei giochi, tra mille fuochi di artificio e candeline accese sugli spalti gremiti dello stadio Olimpico, sul cui grande schermo comparve “Arrivederci a Tokio 1964”. Quanto ci sembrò lontana quella data. I giochi olimpici non tornarono più a Roma, la capitale amata e rinnovata, tanto che, ancora oggi, si ergono quasi nuovi, il suddetto Olimpico, lo stadio dei marmi, il palazzetto dello sport del mago Nervi e tante altre strutture. Oggi, io e mio

Roma 2024. Olimpiade tra politica e morale cugino Pino abbiamo superato da un pezzo la giovane età, ma la speranza di vedere ancora una volta la fiaccola di Atene accendere il magico tripode dei cinque cerchi, non l’abbiamo del tutto abbandonata. Potrebbe, questa legittima speranza, concretizzarsi nel 2024, perchè Roma, se candidata, potrebbe tornare ad essere capitale dei giochi più belli del mondo, dopo ben 64 lunghi anni. Se ne parla in questi giorni e se ne discute in modo acceso, a volte sgradevole e prevenuto. Roma, purtroppo, non è più quella maliziosa di via Veneto, di Anita Ekberg, che faceva il bagno conturbante nella fontana di Trevi e turbava tanto i nostri sogni di adolescenti, non è più la città forte dei Cesari e degli Imperatori, non è più teatro e scontro di politica vera, non è più, per farla breve, Caput Mundi. Langue come una vecchia matrona, ridotta sull’astrico dal malcostume politico ed affaristico, caduta preda consapevole di bande di malaffari, di menefreghismo collettivo, di cui tante colpe hanno avuto ed hanno gli stessi romani. E’ una megalopoli senza faro, in preda ad un caos collettivo che investe tutti gli aspetti della vita sociale, pur rimanendo, per fortuna, scrigno umico di preziosità artistiche e culturali, che non ha eguali nel mondo intero. E’, però, anche una città in cerca disperata di riscatto, morale, innanzi

tutto, oltre che economico, politico, civile e sociale. Gli addetti ai lavori ci stanno provando da tempo, ma il miracolo ancora non si vede e sarà difficilissimo che possa avverarsi in poco tempo, tante sono le cose da fare che solo a pensarle mettono i brividi a chiunque, ai tanti che si sono avvicendati nei palazzi del Potere, sparsi tra i sette colli. Buona ultima è la sindaca Virginia Raggi , 5 Stelle. Poverina e malcapitata, non sa che pesce prendere, accerchiata ed avversata dagli stessi grillini amici, è come un fuscello in piena tempesta, pronto a scomparire sotto i flutti di avversari politici senza scrupoli perchè, in buona parte, a loro tempo, hanno dato un massiccio contributo a succhiare quasi tutto il latte della Lupa, ignara allevatrice di due pargoli, uno dei quali avrebbe tracciato il solco di quella che sarebbe poi diventata la Città eterna. La Raggi (foto), eletta a furor di popolo, sta cercando di formare una giunta forte e preparata, che sia capace di riportare bilanci disastrosi arretrati verso il risanamento, tanto agognato, quanto necessario per poter cantierizzare una metropoli allo stremo in tutti i settori. La caparbietà non le manca, ma non le manca nemmeno il quasi abbandono da parte di tutti i suoi colleghi, mentre le opposizioni, che non hanno il coraggio di recitare un bel “mea culpa”

per quello che hanno combinato nel passato, le sparano addosso bordate di ogni tipo, mentre la crisi economica si fa sempre più tagliente. E’ facile capire in questo clima come sia difficile prendere una qualsiasi decisione, figurarsi sulla candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Finora, tale proposta era stata ben accolta dagli sportivi e dal CONI, oltre che da coloro i quali credono che, tutto sommato, potrebbe rappresentare un bel trampolino di lancio per il riscatto e la crescita dell’intera regione. E’ una grande scommessa che non andrebbe lasciata cadere nel vuoto, ma c’è già chi vede i fondi, che saranno stanziati in abbondanza, sparire in losche ripartizioni, come è sempre avvenuto, per altre competizioni. Ci arrendiamo, dunque, prima ancora di partire? Lasceremo a Grillo la decisione già secolarizzata con un secco NO, di togliere almeno la speme di uno scatto di residuo orgoglio, che porti ad un futuro migliore,

L’ISIS E’ ORMAI ALLE CORDE

L

a Turchia è passata al contrattacco per eliminare definitivamente l’Isis. I turchi bombardano incessantemente gli uomini del califfato ma nel contempocolpiscono anche i curdi che da un paio d’anni si sacrificano combattendo contro i tagliagola. Il guaio è che l’esercito di Istambul fa morti a raffica perché spara sui villaggi, sì occupati dall’Isis, ma anche dalla popolazione civile. Hanno ragione gli esperti di guerra, che affermano

che l’Isis retrocedendo e perdendo terreno può dare un colpo di coda velenoso non solo alla Turchia ma anche all’Europa che si sta riempiendo, oltre che di profughi, di uomini del califfato pronti a farsi esplodere come è successo nel recente passato a Parigi, Bruxelles e Nizza. Proprio a metà settimana a Parigi, davanti alla Cattedrale di NotreDame è stata trovata un auto con esplosivo a bordo. Sono stati fermati dalla polizia francese della

sezione antiterrorismo cinque persone sospette. Sull’auto, senza targa, sono state ritrovate cinque bombole piene di gas, che tuttavia non erano collegate ad un detonatore. Intanto in Siria, soprattutto ad Aleppo, proseguono le operazioni di guerra con l’esercito regolare di Assad che bombarda le postazioni dei ribelli asserragliati e mescolati alla popolazione in diversi quartieri della città. Bashar al-Assad è sempre appoggiato dall’azione

militare russa. Nei giorni scorsi a Londra si è provato a gettare un piano di pace con sei mesi di tregua dei quali il leader siriano potrà restare alla presidenza del governo di Damasco. Poi, secondo i media, dovrebbe esserci il passaggio dei poteri da Assad ad un governo di unità nazionale per diciotto mesi. Infine nuove elezioni. Ma la Russia e la Siria non ci stanno. E la proposta di transizione avanzata a Londra di oppositori e di ribelli armati si-

altrimenti dovrebbero i loricati romani già rassegnarsi ai soliti e ben collaudati ladrocini tra politici e affaristi dalla faccia sporca? La Raggi, cui spetta l’onere e l’onore di farlo, non l’ha ancora reso noto il suo pensiero, anche se sappiamo tutti che sarà un NO secco, suffragato dall’urgenza di ben altre realizzazioni per Roma. Annuncerà, poverina, il suo diniego tanto sofferto, quanto imposto dal capo popolo dalla riccioluta e canuta chioma, cui basta una sola goccia di benzina per infiammare, sottomettendolo al suo volere, il popolo delle e-mail misteriose, che, al contrario di quanto è dato pensare, possono decidere, anche capricciosamente, il destino di una città, anche se si tratta di Roma, la capitale di tutti. Stadio5 è dalla parte delle Olimpiadi romane, come è dalla parte della onestà e della correttezza nella esecuzione dei tanti lavori, che porterebbero, giusto giusto, verso il riscatto di un intero popolo e di una prestigiosa Nazione.

buco NERO

riani che poi dovrebbero incontrare i ministri degli esteri del direttorio del gruppo dei Friends of Syria (per l’Italia, Gentiloni). Per il capo della diplomazia di Riyad (Arabia Saudita) Adel alJubayr, sentito dalla BBC, il piano è già sul tavolo ed è destinato a mettere alla prova la buona volontà degli alleati di Damasco, Russia e Tiran.

Luigi Sada


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L’A RTE DELL’IMPOSSIBILE Se pensate che la realtà di cui siamo anche spettatori si possa leggere e vivere in un solo modo vi siete sbagliati. Quando visiterete la mostra di Maurits Cornelis Escher, cambierete idea su tutto. Un artista poliedrico, Escher, che ha saputo far vivere in modo gioioso e armonico fisica, matematica e arte. L’itinerario espositivo a Palazzo Reale a Milano conta oltre 200 opere e si apre con una prima parte di xilografie e incisioni che hanno il sapore dello stile liberty di Aubrey Beardsley, l’illustratore e pittore inglese che con le sue immagini in bianco e nero aveva rivoluzionato lo stile pittorico inglese dell’epoca. In bianco e nero sono anche le xilografie e le litografie di Escher che trala-

Galleria di stampe 1956

formazione culturale e stilistica, lo studio della cultura araba che ritroverà nella meravigliosa Alhambra, la città murata Andalusa. Sperimenterà nelle sue litografie le inconfondibili forme geometriche arabeggianti che lui saprà immaginare in nuovi contesti stilistici. La seconda parte del percorso espositivo è caratterizzata proprio da queste opere che s’ispirano alla sua permanenza in Italia e Spagna. Nella terza parte della mostra l’artista si concentra invece sulla ricerca geometrica più immaginaria ma d’ispirazione sempre realistica. Escher, infatti, analizza sempre ciò che esiste in natura ed è alla natura che s’ispira la sua perfezione geometrica. Forme minerali tradotte in po-

A Palazzo Reale la mostra del grande artista olandese Escher

Mott the hoople cover1969 scia il colore per immedesimarsi sui giochi della visione multidimensionale. Scale che corrono all’infinito, pesci che diventano uccelli e teste che si srotolano nell’universo. L’artista trasforma la realtà e ci fa riflettere sul nostro modo di vedere. Siamo noi che interpretiamo il quadro e la realtà da vari punti di vista. Escher nasce a Leeuwarden in Frisia, il 17 giugno 1898 e frequenta nel 1918 l’università tecnica di Delft, che abbandona nel 1919 in favore della Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem, dove apprende i rudimenti dell’intaglio. Il padre, intuendone il talento artistico, lo indirizza allo studio dell’architettura. Lo stesso anno, Maurits Cornelis incontra il grafico Samuel Jessurun de Mesquita, che lo persuade a iscriversi presso i suoi corsi di disegno. Dall’incontro tra maestro e discepolo nascerà un idillio professionale e formativo che favorirà la sua opera creativa. La sua formazione si arricchirà ulteriormente con i numerosi viaggi in Italia e Spagna.

Del resto Escher, curioso e dal segno preciso come i suoi avi “Fiamminghi” del ‘400, non poteva non essere affascinato dalla cultura del sud d’Europa così diversa dalla sua nell’architettura e nel paesaggio. Soggiorna in Abruzzo, Toscana e sulla costiera Amalfitana, dove conosce a Ravello Jetta Umiker, la giovane svizzera che diventerà sua moglie. Di questi bellissimi soggiorni, l’artista avrà un ricordo sempre molto intenso tanto da riprodurne i luoghi nel suo stile preciso e geometrico. I paesaggi italiani del ‘400 dalla pianta concentrica sulle colline abruzzesi e marchigiane diventano motivi di studio per le sue famose geometrie a incastro con poliedri che s’inseriscono in scale perfettamente in prospettiva. E non poteva mancare per la sua completa

La legge del pieno e del vuoto o in questo caso le opere dell’artista olandese di figurazioni geometriche su piani ortogonali, sono percepite nella sua totalità prima che nelle singole parti di cui sono composte. E’ la nostra mente percettiva che somma immagini e sfondo bianco e nero in piani sfalsati per ricreare nuove figurazioni. Lo stesso movimento della Optical art, affermatosi alla fine del 1950, riprende la sua opera e gli studi Gestlaltici con l’idea di coinvolgere lo spettatore per completare con la sua percezione visiva, l’opera d’arte. Buona visione.

Costiera Amalfitana1931

liedri perfetti e animali reali trasformati in forme zoomorfiche che si divertono a camminare e si trasformano su fogli di carta. Ma è nella riflessione su come percepiamo ciò che vediamo che tutta la sua opera si è concentrata contribuendo a diffondere quelle ricerche che la psicologia della Gestalt aveva sviluppato in Germania agli inizi del XX secolo, per cui vale il motto dei gestaltisti: “Il tutto è più della somma delle singole parti”, l’oggetto

Vincolo d’unione 1958

Escher Palazzo Reale a Milano fino al 22 gennaio 2017 A cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea Comune di Milano Cultura, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore, Arthemisia GroupInfo e prenotazioni Tel. 02 89 29 711

Tre mondi 1955

Specchio magico 1946


domenica 11 settembre 2016 www.stadio5.it

Musica

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OneRepublic annunciano l’uscita del nuovo album “Oh My My“ sarà nei negozi tradizionali e in digitale dal 7 ottobre. Contiene collaborazioni con Peter Gabriel, Cassius e Santigold e l’ultimo successo già certificato Platino “Wherever I Go” e il prossimo singolo “Kids”

Riccardo Sada

I

OneRepublic annunciano l’album. La band negli ultimi anni ha sfornato un successo dietro l’altro in Italia e all’estero, da “Apologize” e “Stop and Stare” passando per “If I Lose Myself ”, ˝Counting Stars˝,˝I Lived˝ fino ad arrivare all’ultimo singolo “Wherever I Go”, certificato Platino in Italia e al nuovo singolo “Kids” dal 23 settembre nelle radio italiane. L’album sarà disponibile nei negozi di tutto il mondo dal 7 ottobre sia in formato tradizionale che in digitale in versione standard e deluxe. L’album è da oggi anche ordinabile su iTunes. I OneRepublic daranno un assaggio del nuovo disco il prossimo 21 settembre durante l’Apple

Music Festival in diretta dalla Roundhouse di Londra (Tim Cook durante la presentazione di ieri ha citato la band come il suo gruppo preferito e cantando insieme a James Corden “I Lived” in una versione Carpool Karaoke fatta ad hoc per la presentazione dell’azienda di Cupertino). La versione Deluxe del disco contiene 4 brani in più: “Colors”, “The Less I Know”, “Heaven” in versione acustica e “Better” in una versione con archi. I OneRepublic (Ryan Tedder – voce, basso, chitarra acustica, pianoforte, tastiera, sintetizzatore, tamburello, Zach Filkins – voce, chitarra, viola, violino, Eddie Fisher – batteria e per-

cussioni, Drew Brown - chitarra, basso, tastiera, xilofono, cori e Brent Kutzle - basso, violoncello, violino, tastiera, sintetizzatori, programmazioni) hanno pubblicato il loro disco di debutto “Dreaming Out Loud” nel 2007. Nel disco era contenuta “Apologize”, brano che ha ottenuto da subito un successo mondiale sia di vendite che di airplay ottenendo anche una nomination ai Grammy e oltre 10 milioni di download e “Stop and Stare”, altro successo mondiale. Il secondo album “Waking Up” del 2009 conteneva i successi “All the Right Moves”, “Secrets” e“Good Life”. La tracklist della versione standard: “Let’s Hurt Tonight”, “Fu-

ture Looks Good”, “Oh My My” feat. Cassius, “Kids”, “Dream”, “Choke”, “A.I.” feat. Peter Gabriel,

“Better”, “Born”, “Fingertips”, “Human”, “Lift Me Up”, “NbHD” feat. Santigold, “Wherever I Go”,

“All These Things”, “Heaven”. Indo su http://onerepublic.com/


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