sabato 7 novembre 2015 anno 5 numero 39
Sport
& Spettacolo
www.stadio5.it info@stadio5.it COPIA OMAGGIO
Milan Atalanta
Occhio alla Dea non sempre è bendata
C
LA MIA INTER SEMBRA SULLA BUONA STRADA
Aver battuto la Roma è un bel passo avanti, vediamo cosa succede col Torino sta contro il Bologna è stata
ne vogliano i tifosi della Bea
soneri, che ha sicuramente
la Roma sia tecnicamente più
un vero disastro e di conse-
ma il Milan dell’Olimpico
colpito tutti. Parlando della
dotata rispetto alla squadra
guenza penso che i rossoneri
sembra veramente ritorna-
mia Inter, spero che facciano
di Pioli. Nel programma di
possono cogliere la quarta
to ai grandi fasti. Un gioco
bene col Torino domani, an-
domani pomeriggio c’è anche
vittoria consecutiva. Non me
spumeggiante, quello dei ros-
che se a mezzogiorno parec-
un bel Empoli-Juventus, con
chie squadre non riescono
i bianconeri che dovranno
a rendere come dovrebbero.
confermare la loro leggera ri-
omplimenti
L’importante, comunque, è
presa dopo l’avvio disastroso
ai cugini per
aver ripreso il primo posto
di stagione. Attenzione al Sas-
la bella vitto-
in classifica, se pure in com-
suolo, che se batte il Carpi en-
ria conquistata
pagnia della Fiorentina, che
tra nella top delle migliori del
all’Olimpico con la Lazio. Un
avrà le sue gatte da pelare a
torneo, anche perché il Napo-
segnale non indifferente per
Marassi domani sera contro
li, sia pure di tre punti davanti
la squadra di Mihajlovic dopo
la Samp del mio amico Zenga.
agli emiliani, avrà vita difficile
un avvio col brivido e la serie
Sono curioso di vedere come
al San Paolo con l’Udinese.
di passi falsi. Il Milan questa
andrà a finire il derby dell’O-
sera ospita l’Atalanta e, in tut-
limpico, dove vedo favoriti i
ta sincerità, avrei detto che i
giallorossi, non tanto perché
bergamaschi sarebbero stati
la Lazio ha beccato le tre pere
un pericolo. Ma l’Atalanta vi-
dal Milan, quanto il fatto che
Sandro Mazzola
C
Milan STADIO
MEAZZA
Atalanta ORE 20.45 Allenatore
ome un cavallo senza briglie, il campionato sta travolgendo qualsiasi sentimento e ogni senso di certezza che il comune mortale ha. Una rapsodia che come tale non ha schemi fissi e quindi una sinfonia che gorgheggia nelle più profonde spire dell’imprevedibilità. Il Milan irrimediabilmente sprofondato nell’oblio e, invece, risorto grazie a tre successi consecutivi, l’Inter che dopo i quattro sberloni viola è riuscita a infilare cinque risultati utili consecutivi, mentre la Fiorentina, a sua volta, si è incartata con due sconfitte consecutive (Napoli e Roma). Chi avrebbe detto che il Milan andasse a vincere all’Olimpico e alzi la mano chi pensava che l’Inter riuscisse a piegare la Roma, nonostante il possesso palla abbia sorriso nettamente ai giallorossi? Ora i rossoneri ospitano l’Atalanta, formazione ostica ma non irresistibile. Raccomandabile una vittoria per non cadere in quel “supplizio di Tantalo” in cui il furto del nettare e dell’ambrosia (li possiamo paragonare ai mancati arrivi di Ancelotti e Ibrahimovic) potrebbero diventare imperdonabili. Nessuno può dire il finale di questo torneo che sta consumando il lento declino della Juventus (in grave difficoltà anche in Champions) e il cammino a passo d’oca di Napoli e Roma, sempre lì pronte a spiccare il volo decisivo, ma che alla fine ghermite dai soliti piagnistei di presunti torti arbitrali o episodi sfortunati. Credo che tutti sappiano che il calcio non è il pugilato: chi vince una partita ai punti non conta nulla se non segna, nel pugilato, invece, puoi diventare campione del mondo. Le lamentazioni non servono, se non fai gol. Il Milan ha imparato la lezione e, infatti, ora segna con più regolarità. L’Inter l’ha appreso tempo fa, anche se può contare su un credito maggiore, grazie ai servigi di Handanovic, che dopo la sbornia subita contro la Fiorentina è tornato ai livelli che gli competono. Le milanesi, da molto tempo, non stavano sopra le romane, anche se da una sola settimana, ma è già qualcosa. L’anno scorso di questo periodo l’affare scudetto era già cosa di altri, mentre ora persino il Milan può guardare la classifica con orgoglio. Non sappiamo se il peggio è passato, di sicuro il meglio deve ancora arrivare. Mihajlovic sembra aver trovato gli ingredienti giusti, contro l’Atalanta ne sentiremo nuovamente i sapori. Sperando siano buoni.
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
Allenatore
2
Sinisa Mihajlovic
MILAN
Edoardo Reja
(4-3-3)
Arbitro: Piero
Donnarumma De Sciglio, Mexes, Romagnoli, Antonelli; Kucka, Montolivo, De Jong; Cerci, Bacca, Honda
Giacomelli di Trieste
(4-3-3)
ATALANTA
Sportello Mastello, Stendardo, Paletta, Dramé; Grassi, De Roon, Kurtic; Moralez, Pinilla, Gomez
Ecco il filotto sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
la partita
3
Dopo Sassuolo, Chievo e Lazio toccherà alla Dea soccombere sotto i colpi di Bacca e compagni guidati con maestria da un ritrovato Montolivo?
L
classifica marcatori
e cose sembrano iniziare a girare in casa Milan. Questa sera Bacca e compagni provano ad inanellare la quarta vittoria consecutiva dopo Sassuolo, Chievo e Lazio, e Sinisa Mihajlovic ha potuto preparare, a differenza di Edy Reja, la partita con maggiore serenità, l’aria lassù è più “pulita”. Al Meazza è di scena Milan-Atalanta e i padroni di casa sembrano decisamente più in salute della compagine bergamasca. L’opaco inizio di stagione sembra ormai definitivamente appartenere al passato e i 19 punti in classifica, sesto posto in compagnia del Sassuolo e a sole tre lunghezze dal Napoli, confermerebbero lo stato di forma dei rossoneri. Le cose fin qui sono state parecchio difficili e Sinisa non ha dormito sonni tranquilli dopo solo tre vittorie, quattro sconfitte ed 1 pareggio.
Ma oggi le vittorie sono sei e il Diavolo può impostare la rimonta all’ambita terza posizione per Natale, proprio come auspicato dal tecnico serbo in tempi non sospetti e difficili. Interessante anche il cammino dell’Atalanta che di punti ne ha comunque 17 grazie alle cinque vittorie e i due pareggi mentre le sconfitte sono alla pari dei padroni di casa. Il Milan questa sera ha dalla sua il fattore campo e soprattutto la delusione della Dea reduce dalla brutta sconfitta subita contro il Bologna al Dall’Ara lo scorso weekend. Veniamo alla partita di questa sera che vedrà il Meazza orfano di uomini importanti come il grande ex di turno Giacomo Bonaventura che sconta la squalifica rimediata all’Olimpico contro la Lazio per somma di ammonizioni. Anche Ignazio Abate sarà spettatore della partita dei suoi compagni, proprio
come Bertolacci, Diego Lopez ed i desaparecidos Mario Balotelli e Jeremy Menez. A sinistra dovrebbe rifare capitolino Keisuke Honda dal primo minuto a foraggiare Bacca, da destra ci penserà Alessio Cerci. Questo il tridente rossonero mentre a cen-
trocampo, come interno di sinistra, dovrebbe giocare dal primo minuto De Jong con Riccardo Montolivo in mezzo a manovrare il gioco e a destra ci sarà Kucka. In difesa dovrebbe partire dal primo minuto anche Mexes in coppia con Romagnoli e sul-
Éder Citadin Martins
Gonzalo Higuain
Lorenzo Insigne
Nikola Kalinic
9
8
6
6
LA CLASSIFICA
24
24
23
15
14
13
22
12
19
12
19
11
al classico 4-3-3 con Sportiello a difendere la rete nerazzurra con l’aiuto di Stendardo e Paletta (altro ex) come coppia centrale oltre ai due terzini Masiello e Bellini. In cabina di regia confermato De Roon aiutato da Carmona, più a destra, e Kurtic a sinistra. Il compito di andare in rete è affidato al tridente d’attacco Pinilla-Maxi Moralez-Gomez. La squadra bergamasca tocca ferro, nelle ultime sei giornate ha alternato una vittoria casalinga a una sconfitta estera. Questa sera gioca in esterna e spera che la dea bendata perda il senso dell’orientamento e si convinca che la gara si disputa a Bergamo. Lo sguardo al passato ci conferma che il Milan è nettamente favorito, un solo pareggio nelle ultime 18 partite di campionato fra le due squadre ma la Dea ha vinto due delle ultime tre partite giocate a San Siro.
le corsie correranno De Sciglio e Antonelli. Ancora una prova giocoforza per il talentuoso portiere Donnarumma. Attenzione però, l’Atalanta si presta poco ad essere dominata e dalla sua ha un unica assenza, l’infortunato Dramé. Reja potrebbe puntare
Carlos Bacca
Mohamed Salah
6
*
5
1 partita in più
17
18
10
9
16
6
15
6
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
4
R
iccardo Montolivo, nei suoi momenti migliori, è apprezzato dall’intero ambiente. L’attuale centrocampista e capitano del Milan può, infatti, ricoprire qualsiasi ruolo grazie alla sua duttilità: da regista davanti alla difesa a centrocampista o anche trequartista. Cesare Prandelli, suo tecnico in Nazionale, lo ha definito “leader silenzioso” dello spogliatoio. Riccardo è cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta con cui esordisce anche in Serie A, correva la stagione 2004-2005. Dopo la
retrocessione in Serie B della Dea, Montolivo viene acquistato dalla Fiorentina con cui disputa oltre duecento partite dal 2005 al 2012. Il 17 maggio 2012 il Milan ufficializza il suo arrivo in rossonero a parametro zero. Riccardo firma con il Diavolo un contratto quadriennale fino al 30 giugno 2016. Il 26 agosto seguende fa il suo esordio a San Siro con la maglia numero 18 contro la Sampdoria, gara persa per 0-1. Con la maglia rossonera ha giocato 80 incontri e segnato 7 gol.
A
nche Giacomo Bonaventura fa il suo esordio da professionista con l’Atalanta. Dal 2005 al 2012, ad eccezione di una piccola parentesi al Padova, Bonaventura con la società bergamasca giocherà 130 partite con 23 reti all’attivo. Il 1° settembre 2014 passa in rossonero al costo di 7 milioni
G
abriel Alejandro Paletta arriva al Milan, dal
Parma, il 2 febbraio 2015 firmando un contratto fino al 30 giugno 2018. L’esordio in rossonero è contro la Juventus con cui perde in trasferta per 3-1. Il di-
fensore argentino, naturalizzato italiano grazie alle origini calabresi, il bisnonno emigrò dalla Calabria, con il Milan ha disputato solo 14 partite. Il 27 agosto 2015 passa in prestito all’Atlanta con cui ha giocato 8 partite.
di euro firmando un contratto quinquennale fino al 30 giugno 2019. Quattordici giorni dopo esordisce con il Milan mettendo a segno anche la sua prima rete contro il Parma al Tardini, partita vinta per 4-5. Con i rossoneri ha disputato ad oggi 44 sfide e messo a segno 9 reti.
I Cugini
Severa Bisceglia
N
erazzurri aiutati dalla sorte domani sera a Torino dove il Toro li ospiterà in piena emergenza. Ventura dovrà fare a meno anche di Bovo, squalificato, che si aggrega al centrocampista Acquah che sta lentamente recuperando. Nella difesa granata assisteremo, con ogni probabilità, all’esordio di Pryima, se preferito a Zappacosta. In attacco non v’è dubbio,
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
Dopo la Lupa bisogna fermare il Toro ad impensierire Handanovic ci sarà la coppia ben assortita Maxi Lopez-Quagliarella. L’Inter, da canto suo, arriverà a Torino con le idee, se è possibile, ancora meno chiare. Poche certezze sulle fasce laterali e qualche dubbio ancora sul terzo uomo da inserire a centrocampo. Garantito il ritorno di Santon e resta il solito dubbio a sinistra: Telles o Jesus? A centrocampo Mancini è assillato dall’interrogativo di chi mettere in compagnia di Medel e Brozovic: Melo o Kondogbia. Nessun dubbio invece in attac-
co, il tridente sarà formato da Mauro Icardi centrale, Jovetic e Perisic ai lati. Mancini domani sera manderà in campo il 4-3-3, dunque, e proviamo a comporre il possibile modulo: Handanovic con D’Ambrosio, Miranda e Murillo a fargli da “angeli custodi” e Nagatomo che sgambetta qua e là, tanto per provare a confondere gli avversari. Kondogbia, Medel e Felipe Melo piazzati al centrocampo a foraggiare il tridente Jovetic, Icardi e Perisic. Ventura potrebbe contrastare la banda nerazzurra con un 3-5-2 con
Attenti al Toro
L
a vittoria striminzita, ma voluta e cercata contro la Roma, ha dato ulteriore fiducia all’Inter che domani nella tana del Torino cercherà di conquistare ancora tre punti. Non sarà facile mattare il Toro. I granata quando giocano in casa si trasformano. La squadra di Ventura è finora imbattuta in questo campionato e certamente sul proprio campo vorrà riprendersi dopo la caduta accidentale nel derby della Mole, giocato con la solita carica ago-
nistica e perso solo negli ultimi minuti. L’Inter però è una squadra solida, la sua difesa è quasi di ferro, la migliore del campionato. E’ vero finora la squadra nerazzurra ha segnato poco e non offre un gioco spettacolare, ma si trova lì, in testa alla classifica, non per caso ma perché bada al sodo e a mettere in cascina più punti possibili in classifica per la qualificazione Champions, primario obiettivo stagionale. Per lo scudetto, l’appetito, come si sa, viene mangiando e alla squadra,
5
Padelli fra i pali, Pryima, Glik e Moretti in difesa. Il centrocampo lascerebbe pochi dubbi: Bruno Peres, Benassi, Vives, Baselli e Molinaro. A Fabio Quagliarella e Maxi Lopez il compito di “abbattere” Handanovic. L’ultimo scontro diretto, 25 gennaio scorso, ha visto il Torino demolire il muro delle 21 partite consecutive non vinte contro i nerazzurri, ma ha anche raccolto solo due punti nelle ultime 11 sfide casalinghe contro l’Inter. La miglior difesa di questo campionato dovrà imparare ad andare sottobraccio con un attacco degno del suo nome, sei partite vinte e in nove partite su 11 ha segnato una sola rete.
Torino-Inter parliamone quest’anno, sembra non manchi la fame di vittorie. Obiettivo per i nerazzurri è stare lì, in alto, partecipare al grande banchetto tra le grandi del campionato, che per ora sembrano essere Roma, Fiorentina e Napoli, poi si vedrà. L’Inter però all’Olimpico dovrà sì respingere la carica del Toro, ma nel contempo tenere fede anche alle statistiche e quindi ai numeri. I nerazzurri non perdono a Torino dal 27 febbraio del 1994 (2-0 con reti di Poggi e Cois). Le sfide tra Torino e Inter sono state sempre spettacolari. L’ultima vittoria interista è quella del 2012 (2-0), con gol di Milito e Cassa-
pico tra nerazzurri e granata terminò senza reti. Per quanto riguarda le formazioni per la sfida di domani, Ventura dovrà
no. Avvincente invece è stato il match della stagione 2013/2014 terminato 3-3, protagonisti tra i nerazzurri furono Guarin (sic!), in rete con una fantastica rovesciata e Palacio, autore di una splendida doppietta. Lo scorso anno, invece, il match all’Olim-
fare a meno di Bovo. Possibile l’impiego di Gaston Silva o in alternativa l’esordio del giovane ucraino Pryima. Tra i nerazzurri, almeno di clamorose sorprese e ripensamenti di Mancini, Icardi e Kondgobia dovrebbero tornare giocare dal primo minuto.
Luigi Rubino
6
Andrea Bertolacci
B
ertolacci è sulla via del recupero dalla lesione al bicipite femorale. Non lavora ancora sui campi di Milanello con i compagni, ma potrebbe farvi ritorno già la prossima settimana. L’auspicio del tecnico rossonero è di averlo in rosa almeno per la fine di novembre.
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
Jeremy Menez
C
ontinuano i problemi per Jeremy Menez legati alla schiena. Non è bastato un periodo di riposo e recupero di due mesi dopo l’ultimo intervento. L’incontro in Coppa Italia disputato dai rossoneri contro il Perugia ha risvegliato i vecchi dolori costringendo ancora una volta il francese al riposo forzato. La speranza di Sinisa Mihajlovic è di riaverlo a Milanello almeno fra una decina di giorni. L’attaccante è ancora impegnato nella riabilitazione. Difficile ipotizzare il suo ritorno in campo ad allenarsi con i compagni. Le speranze sono per fine Febbraio.
Mario Balotelli
Alex Rodrigo
A
lex Rodrigo Dias da Costa, non c’è tregua per il difensore di cristallo. Il trauma cranico che ha rimediato non dà ancora certezze di rientro in campo. Il quadro è da valutare e quindi difficile ipotizzare il suo rientro in rosa alla corte di Sinisa Mihajlovic.
Ignazio Abate
M
ario Balotelli è venuto a riposarsi a Milano. La pubalgia che l’affligge, praticamente dal suo arrivo al Milan, non tranquillizza i tifosi rossoneri. Non si riesce a programmare il suo ritorno sui campi di gioco, lo staff medico ipotizza fine novembre. Resta ancora tutta da valutare la sua condizione fisica.
A
nche Ignazio Abate sta vivendo una stagione poco fortunata, i problemi muscolari che lo affliggono lo tengono spesso fuori rosa. Difficile valutare il suo rietro
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
8 novembre
Auguri Baffo
7
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
8
Vita di CLUB
Giovanni Labanca
I
l Milan Club Valchiavenna, tra i più noti ed efficienti
dell’AIMC,
ha sempre posto tra le
principali sue attività l’organizzazione di eventi che avessero al centro, soprattutto, bambini e ragazzi, che sono tanti ed attivi tra le fila degli iscritti. L’ultima opportunità in ordine di tempo, l’ha offerta la partita interna del Milan contro il Sassuolo. Una giornata intera è stata dedicata alla visita della nuova sede del Milan, in via Aldo Rossi e successivamente alla partita tanto
a Milano, hanno potuto cogliere
sciuto ed espressa la volontà di ri-
dra, fino alla vittoria scacciacrisi,
attesa. “Questa giornata è stata
anche l’opportunità di una bella
petere l’operazione San Siro, nella
contro la compagine emiliana.
molto particolare, ci dice il presi-
visita alla città, che non tutti ave-
prossima stagione. Ovviamente,
Tutti contenti, dunque, fino alla
dente del Club, perché dimostra,
vano finora conosciuto. Accom-
noi li accontenteremo”. Allo sta-
prossima gita, con la speranza
ancora una volta, la nostra buona
pagnati dalle rispettive famiglie,
dio, con un tifo fatto di cuore e
di ritrovare il Diavolo nelle parti
scelta nelle attività del Club, dedi-
i ragazzi hanno mostrato grande
passione tutti i soci hanno soste-
più alte della classifica.
cata ai ragazzi che, con la venuta
interesse per quanto hanno cono-
nuto incessantemente la squa-
di Giovanni Labanca
Milan Club Alba Rossonera Lodetti e Massaro, dopo aver ringraziato per l’invito, non si sono sottratti all’abbraccio dei tifosi. Ai qauli si sono concessi molto volentieri, per le foto di rito e gli autografi,
I
l Milan Club Alba Rossonera ha festeggiato i primi trenta anni di attività. L’occasione ha richiamato i cento soci e famiglie a Serralunga d’Alba, dove si è svolta la festa che ha salutato, nel migliore dei modi, l’importate traguardo raggiunto. “E’, ovviamente, una data storica per noi e non solo, afferma il presidente del Club. Ci tenevamo tanto a superare questo limite tem-
porale, perché, sin dal primo momento, abbiamo costruito il Milan Club con tanto amore e passione e lo abbiamo costantemente rafforzato con enormi sacrifici, da parte di tutti i componenti del direttivo e dei soci iscritti. In questi anni, che sono tanti, abbiamo gioito per i tanti risultai di prestigio che abbiamo ottenuto, ma anche sofferto ed accettato i momenti meno esaltanti che ha interes-
sato anche la società. A nome dei miei collaboratori, ringrazio l’AIMC che ci ha sempre sostenuto con le sue direttive”. Da Milano sono giunti tre ospiti importanti: la Coppa dei Campioni, portata dalla fiera custode Nuccia Malvestiti, segretaria dell’AIMC, e dei mai dimenticati campioni del passato Giovanni Lodetti e Daniele Massaro, accolti con affetto e tifo da stadio.
che fanno la gioia soprattutto dei giovanissimi. Un magnifico pranzo ha permesso a tutti anche di rinsaldare vecchie amicizie e crearne di nuove, sempre in nome dell’amato
Diavolo. Stadio5 augura al Milan Club Alba Rossonera una lunga vita ricca di soddisfazioni.
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
OSPITI IN TRIBUNA
di Giovanni Labanca
Ospiti in tribuna per Milan-Chievo
P
9
rosegue l’accoglienza in tribuna d’ore da parte della Società dei rappresentanti dei Milan Club. Per la partita contro il Chievo erano presenti i Milan Club Landriano, Caldero e Dueille. Per Milan Sassuolo, ci sono stati i Milan Club Valchiavenna, Penne e Roccella Jonica.
Ospiti in tribuna per Milan-Sassuolo
Ospiti in tribuna per Milan-Sassuolo
Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi
IL DERBY DELLA MADONNINA
pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00 isbn 978-88-6218-242-3 ell’ottobre del 1908, curioN samente a Chiasso, si disputava il primo Inter-Milan,
la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne celebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace racconto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le maglie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nella stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tanti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cronaca si inseriscono spesso e volentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emozione allo stato puro, è anche de-
mocrazia: una sorta di bipolarismo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, appassionato atto d’amore nei suoi confronti. Alberto Figliolia è giornalista pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indipendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e solidarietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Laboratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di MilanoOpera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione dello haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia. Davide Grassi, giornalista pubblicista, ha collaborato con diversi quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Limina, 2002), Rossoneri comunque (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003),
Rossoneri. Il manuale del perfetto casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Diario della mia guerra (Segni e Parole), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’antologia 33 Racconti rock (QuiEdit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’antologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccontato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovantesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inoltre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).
10
Ospiti
Giovanni Labanca
E
’ bella ed affascinante nella sua effige di stampo antico, come è bella anche in casacca nerazzurra, quando si tratta di farsi valere su campi ostici, dove la mitologia ti può aiutare assai poco se non hai i giusti attributi. Tutti ti credono una Dea, una divinità, ma sei soltanto la bella principessa figlia del re Toso dell’Arcadia, ma non per questo meno affascinante ed ammaliatrice, una conturbante giovincella dalla lunga chioma e dal viso angelico. Meglio di così non ti potevi presentare al cospetto di un Diavolo che ha raddrizzato le corna ed appuntito ben bene il suo malefico tridente. Pensi, dunque, di fargli un brutto scherzo, sperando nel tuo fascino bergamasco, sicura del tuo ottavo posto in classifica e dei 17 punti incamerati? “E perché non dovremmo tenta-
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
Principessa d’Italia, mina vagante del campionato Pochi passi da casa ed eccola a San Siro, la mina del campionato re di vincere la partita, ci dice serafico Percassi, presidente. Siamo a ridosso dei milanesi e giochiamo un calcio sicuramente migliore, più incisivo, più brillante. Andiamo ovunque per fare bella figura e non vediamo perché non debba accadere anche oggi. Il Milan è sempre il Milan, per amor del cielo, ma non è ancora la squadra che passeggia sulle avversarie. Sul tappeto di San Siro entreranno undici baldi ragazzotti che hanno avuto la precisa consegna di rendere la vita difficile agli uomini di Sinisa Mihajlovic, un bravo e stimato allenatore, corroborato dalle tre vittorie infilate in questo mese, senza strafare. Ne vedremo delle belle” Sempre di belle si parla oggi, ma il fascino femminile nella storia ha sempre contato e ne abbiamo tanti di esempi da raccontare, a cominciare ma-
gari proprio da quello che la squadra di Zingonia vuol lasciare in omaggio ai rossoneri, che cercano anche rivincite
di sconfitte passate che hanno lasciato il segno. “Non penso sia il caso di rincorrere rivincite proprio ora, afferma de-
ciso il comandante Edoardo Reja, dal nome regale e dalla tempra di allenatore navigato. Noi siamo abituati a lottare
sempre, fino alla fine perché abbiamo fretta di raggiungere la fatidica quota sicurezza. Nel nostro campionato non puoi mai sapere cosa può succedere ed è per questo che ho catechizzato per bene i ragazzi, sanno che è una impresa non da poco affrontare il Milan tra le sue mura. Non torneremo a mani vuote, statene certi, perchè venderemo molto cara la pelle”. Avete sentito signori miei cosa ha in mente di questa creatura quasi divina, questa regale realtà in un palcoscenico su cui nessuna attrice brilla tanto forte per accecare le altre? Sarà meglio che il buon tifoso Roby Facchinetti riveda qualche nota del suo inno alla Dea, aggiungendo tanti do di petto. Quello che i bergamaschi venuti al seguito vogliono sentire dalla maliziosa principessa, alla Scala del Calcio.
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
Milan-Atalanta parliamone
I
tifosi si possono ora fidare di questo Milan? Alla luce degli ultimi risultati positivi (3 vittorie consecutive in tre turni di campionato) e analizzando l’ultima prestazione all’Olimpico contro la Lazio, si può dire che la metamorfosi rossonera è stata quasi completata. Forse, sarà stata la carica emotiva dovuta alle vittorie precedenti contro Sassuolo e Chievo, fatto sta che il diavolo all’indomani della notte di Halloween, ha davvero fatto male ai biancocelesti, infilzati senza pietà con il forchettone, addirittura davanti al pubblico di casa. A godere della vittoria è soprattutto Sinisa Mihajlovic. Il tecnico milanista di fronte alle critiche che gli sono piovute addosso non si
è mai scomposto ed ora, prova e riprova, sembra aver trovato, con il 4-3-3, l’assetto giusto della squadra, l’indispensabile equilibrio tra i vari reparti e soprattutto la tranquillità per poter lavorare in una club prestigioso, dove è vietato sbagliare. Se prima il Milan presentava una difesa facilmente perforabile e un centrocampo spesso evanescente, ora invece tutto sembra funzionare alla perfezione. I buchi nel reparto difensivo sembrano essere stati riparati a dovere. La squadra non subisce più gol balordi e le prestazioni di molti giocatori sono migliorate anche a livello fisico, tanto è vero che in campo si lotta a meraviglia. Alex e Romagnoli si sono integrati alla perfezione. Montolivo, Bertolacci e soprattutto il generoso Jack Bonaventura, ma anche Kucka con la sua dinamicità, sembrano aver cambiato passo, in una squadra che è tornata ad essere squadra e a lottare su ogni pallo-
11
Adesso è un altro Milan ma occhio all’Atalanta
ne anche sulla linea mediana del campo, fornendo, nel contempo, buoni assist non solo al velocissimo Bacca, ma anche a Cerci. Quest’ultimo, come attaccante esterno, è tornato a pungere. Nella sfida contro la Lazio è stato
uno dei migliori e solo il palo al 38’ del primo tempo gli ha impedito di esultare. Stasera c’è l’impegno casalingo con l’Atalanta; avversario che certamente non sta attraversando un buon momento, ma che va affrontato con
concentrazione e con la massima tranquillità. I rossoneri però non possono fermarsi, se vogliono tornare in Champions. La strada da percorrere è ancora lunghissima, ma il campionato è aperto e basta poco per trovarsi lassù.
Contro gli orobici, Miha sarà però costretto a rivoluzionare ancora una volta il centrocampo; settore in cui proprio ultimamente ha ripreso a funzionare. Bertolacci è infortunato e l’ex Bonaventura rimarrà out causa squalifica. Probabile quindi l’impiego di Honda o Niang, il quale potrebbe giocare come esterno destro, con Cerci dirottato sul versante opposto. Meno problemi invece per Montolivo, uscito malconcio dalla sfida contro la Lazio, anche se la decisione di schierarlo in campo verrà presa solo poco prima dell’inizio della gara. Problemi per il tecnico rossonero esistono anche in difesa. Alex non ci sarà per infortunio. Serio candidato alla sostituzione del brasiliano potrebbe essere, a questo punto, Mexes.
IL MILAN CERCA IL POKER CON L’ATALANTA
I rossoneri dopo la bella vittoria dell’Olimpico contro la Lazio vogliono ripetersi
R
iflettori puntati su San Siro questa sera per la sfida fr Milan e Atalanta che può valere il rilancio in classifica dei rossoneri dopo tre vittorie consecutive conquistate nel mese di ottobre. Sulla carta i rossoneri, mettendo a fuoco in particolare modo la gara di Roma con la Lazio, sono favoriti, anche perché l’Atalanta in trasferta, vedi Bologna nell’ultimo turno, sembra la fotocopia sbiadita della squadra casalinga dell’ Atleti Azzurri. Bacca si è confermato, insieme a Bonaventura e Montolivo, una carta vincente per il Milan targato Sinisa. Il tecnico serbo finalmente può tirare un sospiro di sollievo dopo tutte le polemiche emerse con la società e gli stessi tifosi per la parte di stagione che ha fatto gridare allo scandalo i fan rossoneri e irritato lo stesso Berlusconi. Guardando i piani alti della classifica, Inter e Fiorentina devono difendere il loro primato rispettivamente con Torino e Sampdoria. E’ inutile dire che il compito più difficile è quello della Viola che avrà nelle gambe l’impegno di Europa League col Lech Poznan a Marassi contro la Sampdoria di Zenga. Ma anche l’Inter manciniana avrà i suoi pro-
blemi contro un Torino dal dente avvelenato per la sconfitta rimediata nel derby della Mole col gol di Cuadrado. Ad attendere i risultati di Torino e Genova, la Roma di Garcia impegnata nel derby con la Lazio. I giallorossi mirano ad un nuovo controsorpasso e tiferanno sicuramente per il Toro e la Samp. Alle spalle del terzetto di testa il Napoli chiamato al San Paolo alla conquista dei tre punti con l’Udinese, quest’ultima parecchio corsara quando si tratta di affrontare una grande del campionato, vedi la vittoria di Torino con la Juve nella prima giornata del torneo. I campioni d’Italia, reduci dal pareggio col Borussia Moenchegladbach, dovranno vedersela al Castellani con un pimpante Empoli che arriva dal bel successo di Palermo con i rosanero. Occhio, infine, anche al Sassuolo che dovrà vedersela col Carpi nel derby emiliano. Se la squadra di Di Francesco uscirà vittoriosa il Sassuolo entrerà di prepotenza nel club delle grandi. Partita della verità per il futuro di Mandorlini al Bentegodi fra il Verona e il Bologna di Donadoni mentre chiuderà il programma il Genoa in trasferta al Matusa col Frosinone.
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
12
C
ome è andata la gara di Genova? Basta guardare la felicità espressa dei calciatori liguri, a fine partita, per capirlo: festeggiavano il pareggio, manco si fossero qualificati per la finale di Champions. Il Napoli pareggia a Genova, ma gli azzurri non ne escono ridimensionati. Se c’erano punti da perdere, come tifoso, preferisco siano proprio questi lasciati in Liguria, per il gemellaggio tra le tifoserie, per la fratellanza tra le due squadre, nonché per la qualità e l’intensità che la squadra di Giampaolo Gasperini mette in tutte le gare. I punti li abbiamo persi a inizio stagione ma, come dice un mio allievo, “le dobbiamo giocare tutte e poi si tirano le somme”. Forza Napoli! Non dobbiamo appellarci a rigori dati o meno; tra l’altro la passata stagione proprio i rigori furono una sorta di Macumba, visti quelli sbagliati in quantità industriale da parte di Gonzalo Higuian. Questi errori mandarono in depressione sia il Pipita, sia l’intero popolo napoletano. Ora, però, dobbiamo solo pensare ad andare avanti! Il pareggio di Genova, tuttavia, deve essere comunque letto con qualche piccola preoccupazione. Quando le squadre si chiudono, infatti, noi non subiamo ma non riusciamo a penetrare, inoltre, le azioni per fare gol risultano essere, spesso, monotone. Tali problematiche non si sono evi-
Sarri può sorridere, questo Napoli convince anche se non vince
denziate solo con il Genoa, ma anche con il Carpi. Se dovesse continuare così, cioè con due pareggi da 0-0 ogni dieci partite, vorrebbe dire perdere la bellezza di 16 punti. Tanti, troppi! Rimpiango Zapatone e la sua mole. Comunque, al di là del risultato del Ferraris, c’è da dire una cosa certa: mai nella storia dell’era De
Laurentis si è giocato in questo modo, dominando le partite dal primo minuto fino al termine del match. Siamo davvero, almeno dal punto di vista di come ci disponiamo in campo, una squadra top, a livelli di Bayern, Real, Manchester, Barcellona. Mi spiego meglio: intendo dire che al di là degli 0-0 (è accaduto
anche ai bavaresi di Guardiola, in settimana), siamo una squadra di vertice, da affrontare con gli accorgimenti tattici più alti, il che, tra l’altro, induce un giornalista o un opinionista a dire che il centravanti della squadra avversaria è risultato il migliore dei suoi perché ha marcato il nostro regista durante tutta la
partita. Queste affermazioni, che fanno diventare un centravanti, cioè il giocatore deputato a fare il gol, come il primo dei difensori, stravolgono il gioco del calcio. Così muore il pallone, questo è il modo peggiore di fare calcio, a mio sommesso avviso. Riprendiamo la corsa! Ora ci tocca un altro contendente ostico,
l’Udinese dei Pozzo, che spesso a Napoli è venuto a fare punti. Quest’anno i friulani sembrano ancora in fase sperimentale, anche se possono vantare una vittoria prestigiosa contro la Juventus a Torino. Ci sarà Totò Di Natale con loro che, assieme a Fabio Quagliarella, è stato uno dei migliori prodotti campani; questi due nostri conterranei hanno fatto grande la storia dell’Udinese; onore a lui, che è una delle cose più belle di Napoli nel mondo. L’Udinese si è rinnovata tanto, quindi per noi l’unica nota positiva è proprio questa situazione “di prova” in cui si trova la squadra della città friulana, oltre naturalmente al fatto che deve rinunciare, per infortunio, al fortissimo Duvan Zapata, di nostra proprietà, ma parcheggiato a Udine nell’affare Allan. Dobbiamo comunque mettere in conto che le altre squadre, più in alto di noi nella classifica, sono meglio attrezzate. La Roma per esempio nonostante abbia subito più sconfitte di noi, è sempre davanti al Napoli; così pure la Fiorentina, nonostante le abbia buscate sia da noi che dalla Roma stessa, è comunque davanti ai partenopei, anzi al primo posto; ancora ricordo che l’Inter è un bunker insuperabile. Tutto sommato siamo nella posizione di classifica che meritiamo!
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
13
Doveva essere una festa, ci hanno vietato l’allegria L
a gara contro il Midtjylland in occasione dell’incontro di calcio tenutosi al San Paolo il 5 novembre scorso tra Napoli e la squadra danese, finito per la cronaca 5-0, in occasione della partita di Europa League, era stata lanciata l’idea da un gruppo di innamorati delle Due Sicilie di “occupare” simpaticamente una parte del settore “Distinti anello Superiore” invitando tutti i tifosi a essere presenti, per sventolare la bandiera gigliata del regno delle Due Sicilie, creando così una vera giornata dell’appartenenza; purtroppo giocando al rimpiattino tra loro, l’esibizione dello sventolio non ha avuto seguito, perché sia la società calcistica del Napoli che l’organizzazione che controlla con i suoi steward gli spalti, sia le forze dell’ordine hanno vietato questa piacevole operazione identitaria. Una delle cose peggiori è stato il sequestro dei vessilli (che poi però a fine gara ci sono stati restituiti) e il clima da Gestapo che hanno tenuto sia i controllori che i poliziotti per tutto il tempo della partita,
una situazione assurda con atteggiamenti inauditi, davvero abbiamo assistito a una sorta di parodia del terrore, l’Italia spesso scatena tempeste in bicchieri di carta, quello di Fuorigrotta è un esempio lampante di ciò che intendo. La partita che si è giocata alle 19,00 e ha visto così fallire il sogno di poter far conoscere in tutta Europa il sacro stendardo duosiciliano, che rimane nonostante l’embargo di cui sopra un segno incancellabile della storia di Napoli; pazienza sarà per la prossima volta. Le adesioni sono state davvero tante e l’entusiasmo assai contagioso, c’erano famiglie intere e ragazzini a sostenere il progetto delle 100 bandiere duosiciliane, un evento che ha visto in passato altre etnie svolgere funzioni del genere, come in Irlanda e come nell’ex Jugoslavia per esempio. L’unica cosa da dire in questo caso anche se sono spiacente nel farlo è che stata una cattiva operazione di polizia. La partita è filata liscia, non c’è stata storia, le reti, 5, sono state realizzate da una doppietta di Manolo Gabbiadini, gol di Omar
E.League di Fiore Marro El Kaddouri, Christian Maggio e Josè Callejon, migliore in campo Lorenzo Insigne che però dopo la sfuriata infantile della reazione alla sostituzione in NapoliPalermo pare abbia capito l’errore. Un bel Napoli, fluido, calmo, diligente, ordinato e tatticamente perfetto. C’è la consapevolezza che Maurizio Sarri tiene a sua disposizione una rosa di 18/20 titolari, che posso sostituirsi l’uno con l’altro senza stravolgere gli schemi. Bisogna riconoscere a Sarri che ha fatto del Napoli una delle più belle realtà calcistiche d’Europa e non solo. I Partenopei si qualificano con due settimana di anticipo, segnando 16 reti e subendone solo una, strepitoso. Il popolo azzurro sta vivendo momenti davvero di immensa felicità, ripetiamo anche noi quella frase che campeggiava nei quartieri di Napoli, dopo la vittoria del primo scudetto: “Se è un sogno non mi svegliate”.
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
14
finestra sul mondo e dintorni buco NERO Luigi Sada
I
talia come il Far West? A vedere quello che è successo negli ultimi tempi in Veneto, Sicilia e in Lombardia Vaprio D’Adda, dove il signor Sicignano, pensionato che ha difeso la sua abitazione a colpi di pistola che hanno ucciso il delinquente albanese che gli era apparso sulle scale della propria palazzina. In tutta risposta la magistratura cosa ha fatto? Lo ha denunciato per omicidio volontario mentre, a detta
FAR WEST ITALIA
Si spara e la polizia ha le mani legate di tutti con prove alla mano, si è trattato di legittima difesa. Ma dai!!! Siamo proprio in Italia, un Paese dove vengono premiati e difesi i ladri e gli assassini e dove si condanna il cittadino, oppure il poliziotto che ferisce il delinquente. Uno Stato dove alle forze dell’ordine ha fatto un aumento-elemosina di stipendio di “ben” sette euro al mese contro i 1.200,00 euro spesi regolarmente ed individualmente per i finti profughi e clandestini
che sbarcano regolarmente sulla nostra penisola. Tra l’altro questi immigranti vengono tenuti sul nostro territorio, a spese del cittadino, quasi due anni nei centri di accoglienza e parecchie volte anche negli hotel a cinque stelle. Pensate un po’: il governo dice che rispedire al proprio Paese un clandestino costa troppo quando tutti sanno che con 100,00 euro per ogni individuo può ritornare in volo low cost in Marocco, Tunisia da dove accidenti vie-
ne. Non scherziamo: tre giorni di ospitalità costano appunto allo Stato 111,00 euro, quindi il prezzo di un biglietto con tanto di accompagnamento. Un passo indietro sulle forze dell’ordine: è scandaloso che questi ragazzi in divisa debbano rischiare la vita ogni giorno anche per catturare un delinquente, poi una volta chiusa in maniera positiva l’operazione i potenziali delinquenti qualche giorno dopo si possono trovare faccia a faccia liberi e
beati passando indisturbati davanti ad un comando di Polizia. Tra l’altro scarcerati a tempo di record da una legge che non ha pari nel mondo. Insomma, il governo vuole proteggere i ladri e fare battaglia alla Polizia ed alla gente onesta. Ultimi due episodi di qualche giorno fa dove il signor Caruso di Mascali, in Sicilia, ha sparato ed ucciso il ladro che si era intrufolato in casa sua. Per il pensionato Caruso c’è in atto una richiesta di 17 anni di
Milano-Roma, due capitali per l’Italia
S
ono bastate poche parole del commissario Cantone per riaccendere i fuochi di un duello mai sopito tra Milano e Roma. E’ la solita Italietta, quella che non è capace di vivere senza contrapposizioni, incapace di guardare avanti, se non facendo leva su paragoni spesso fuori luogo. Nel tempo passato questa Italia, che non diventa mai adulta, ha vissuto sulla parola “versus”, contro, nel senso buono per fortuna e senza sfiorare la guerra civile. Gli italiani hanno sempre avuto il bisogno ancestrale e spasmodico di tifare per due personaggi su cui far confluire le proprie simpatie, logicamente contrapposte. I dualismi sono stati come il pane, indispensabile a tavola ogni giorno che Dio comanda. Romolo e Remo, per la fondazione dell’Urbe, si sfidarono in un cruento duello tra il tifo di due opposte fazioni ed è finita come sappiamo. Tanto per tornare in epoche più recenti, Coppi fu contro Bartali nel ciclismo, Mazzola contro Rivera sui campi di calcio e Morandi contro Villa, Mina contro Milva nelle “canzonette”, fino ad arrivare al duello di sempre, al derby mai finito tra Milano e Roma, definite rispettivamente capitale morale e politica dell’Italia. Milano era ed è destinata a lavorare sodo dalla mattina alla sera, mentre a Roma è toccato il compito di dettar legge con i
governi di ogni razza. La partita tra le due maggiori città italiane è stata creata con la dichiarata volontà di fare “ammuina”, anche per distogliere l’attenzione su grandi temi nazionali, farli passare sott’ordine. Niente di più sbagliato secondo noi. Non ci possono essere paragoni tra le due città, perché ognuna permeata da condizioni sociali ed economiche proprie, con un DNA che non potrà mai combaciare, per il semplice fatto che Milano e Roma hanno avuto dalla Storia un mandato non contrapposto, ma di sana competitività. A Milano è toccato il privilegio di crescere come grande centro industriale dove illustri pionieri hanno creato grandi industrie, senza aspettare gli aiuti altrui. Il milanese, in genere, si è forgiato, per fortuna, dopo la dominazione spagnola, sotto il dominio austriaco che ne ha segnato anche il vivere civile e compartimentale, regolato da sana severità con conseguente accettazione ed applicazioni di regole e metodi “tedeschi”. Milano, sotto questa spinta, è diventata la Gran Milan, e lo è stata fino a quando la squallida politica non ne ha preso le redini trasformandola da “città da bere” in qualcos’altro. Prima di questo ed ancora oggi, ha cambiato il suo aspetto, tanto da risultare una delle dieci migliori città europee, prestigioso primato che mantiene ancora
reclusione. Il secondo episodio, quello di Lazzate, dove un pensionato per aver minacciato il ladro che gli era entrato in casa è stato denunciato dallo stesso ladro per minaccia a mano armata perché la pistola che possedeva il pensionato era autorizzata solo per il tiro a segno. Auguriamoci che tutte queste storie vengano chiuse positivamente ridando giustizia ai cittadini.
Attualità
Giovanni Labanca
oggi e che arricchisce con nuove infrastrutture, nuovi assetti urbanistici, rinnovata cultura ed il boom dell’industria della moda, riuscendo ad essere anche la seconda città italiana, dopo Roma, in arrivi turistici, perché, anche se in modo meno appariscente, è anche bella, se il bello lo si vuol vedere e lo si sa cercare. Insomma, è la città che non sta mai con le “mani in man”. Compete con le migliori omologhe del mondo e si preoccupa assai poco di quello che avviene sulle sponde del Tevere. Su queste, al contrario, cresce Roma, figlia
degli etruschi, di cui ha perso il carattere forte, anche per colpa del ponentino politico. Ha un carattere più mite e più slow, per cui ad un appuntamento si può arrivare non alle 10, ma “verso” le dieci e dove l’azione privatistica è molto lenta, se messa a confronto con quella di Milano che, per esempio, ha costruito con i soldi dei suoi cittadini la prima metropolitana e le successive. Roma è Roma, a prescindere, come diceva il principe De Curtis. E’ stata eletta Capitale d’Italia per motivi politici perché equidistante dalle parti estreme
della penisola e, paradossalmente, ne subisce la pesante burocrazia. E’ bella in tutte le sue età che hanno lasciato tesori inestimabili, che sono sotto l’ammirazione di tutto il mondo, ma, questo è il grave ed imperdonabile difetto, sono stati lasciati al proprio destino, come lo sono la pulizia, la raccolta rifiuti e la penosa situazione delle strade e dei servizi essenziali. Per questi motivi non può competere con Milano ed è inutile che i bonaccioni romani se ne risentano a piè sospinto. Roma, un tempo regina della Dolce vita, ora per farsi bella
scopiazza il Festival del cinema di Venezia, come i giapponesi, senza rispetto, ma non ha la vitalità propositiva che pure un tempo le veniva riconosciuta. Non è come Milano e non lo deve essere, per sua fortuna, per non perdere quel “friccichio” che Milano non ha, ma deve far ricorso alla sua intelligenza per fare per bene la capitale di un’Italia che rassomiglia sempre più ad un vestito di Arlecchino, di tanti colori, che vogliono far passare per fantasiose autonomie. Niente scontro, dunque, tra le due capitali, ma confronti costruttivi sì e pure tanti, ed entrambe in viaggio su treni e binari diversi che non potranno mai somigliare alle divergenze parallele, tanto care ad Aldo Moro, ma condurre, questo sì, verso, e non versus, un assetto che dia massima dignità a questo nostro Paese che di tutto ha bisogno tranne che di scontri sociali ed ideologici. Mai più Milano versus Roma, ma Madonnina e San Pietro a braccetto per mete sempre più alte, una con “il coer in man” e l’altra con il “core de Roma”, che dovranno battere all’unisono per il bene di tutti.
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
Suoni e Sapori
Fiore Marro
(…)
E Mastro Roggiero *, il posteggiatore, forse il primo della storia di Napoli e altri ancora sodali e non della folta corporazoine dei Masti Abballaturi** istituita nel 1569 a tutela della categoria sotto la protezione del vicerè.. (…). ***‘E pusteggiature erano degli ambulanti che offrivano al pubblico la propria performance canora, un mestiere che si perde nella notte dei tempi, visto che, da sempre, Napoli ha visto passare tra i suoi vicoli cantori di ogni genere. Da soli o in gruppo, si appostavano
non solo calcio
15
Suoni e sapori del Mediterraneo
Antichi mestieri napolitani: il pusteggiatore nei ristoranti o nei luoghi affollati da ricchi e turisti che, dopo l’esibizione, li ricompensavano con una lauta mancia. A partire dal XVIII secolo, qualcuno di essi riuscì anche a ritagliarsi qualche momento di gloria e di fama, lasciando la strada per accomodarsi nei salotti e nei palazzi dei nobili per allietarne feste e cerimonie. Nel secolo successivo, altri riuscirono addirittura a varcare i confini della città, fino a giungere negli stati uniti, ma col passare del tempo, le nuove tecnologie e il diritto d’autore hanno inevitabilmente decimato la categoria. Sicuramente, il più famoso rimane senza dubbio Enrico Caruso, che proprio esibendosi per i ricchi turisti ai Bagni Risorgimento di Via Caracciolo diede il via alla sua straordinaria carriera.
* E’ ritenuto il primo posteggiatore della storia di Napoli. ** Corporazione dei Masti Abballaturi: società di mutuo soccorso dei maestri di ballo istituita a tutela della categoria alla quale aderirono ambulanti, posteggiatori, musicisti, cantatori e simili per usufruire di sussidi in caso di disoccupazione, di malattie o invalidità.
16
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
Ma lo sapete che… Did you know that ...
Teatro e...
L
a festa di Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime rintracciabili in Irlanda? Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti ed è poi diventata la festa consumistica e commerciale che conosciamo tutti, dove i rivenditori fanno a gara a vendere più maschere ed accessori per l’occasione. Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en), deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows’ Day. I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, alla fine della stagione estiva, riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain, che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 otto-
17
Bianca Ara bre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. I Celti credevano che in questa magica notte tutte le leggi fisiche che regolano lo spazio e il tempo venissero sospese, e così i confini dei mondi diventavano più sottili, permettendo alle forze del caos di invadere i reami dell’ordine e il mondo dei morti di entrare in contatto con quello dei vivi. I Celti sapevano che gli spiriti degli avi sarebbero tornati sulla terra a far visita, portando auspici e protezione per poi tornare nell’Aldilà, perciò li accoglievano con celebrazioni gioiose. Un momento magico in cui le tribù erano un tutt’uno col loro passato ed il loro futuro che è sopravvissuto a lungo nei secoli. I racconti di queste
antiche tradizioni sono state tramandate dai Druidi (sacerdoti degli antichi popoli celtici che costituivano una delle principali classi della società) e dai Bardi (poeti-cantori che si accompagnavano con uno strumento simile alla lira), ed ecco la nostra connessione al teatro. In fondo la festa di Halloween, o come dice propriamente la mia collega in arte Mary Cipolla, la festa di “Aulin”, è una rappresentazione teatrale a tutti gli effetti e anima e risveglia l’immaginario collettivo.
“Così come quando si viene al mondo, quando si muore abbiamo paura dell’ignoto. Ma la paura è qualcosa che è dentro di noi, che non ha nulla a che fare con la realtà.” Isabel Allende La casa degli spiriti, 1982
H
alloween was not born in America but has ancient origins traceable in Ireland? Halloween corresponds infact to Samhain, the Celtic New Year. From Ireland, the tradition was then exported to the US by immigrants and has since become the celebration of consumerism and trade where as we all know, shop-dealers compete in selling masks and accessories for the occasion. The name Halloween (Irish Hallow E’en), comes from the contracted form of All Hallows’ Eve, where Hallow is the archaic English word meaning Holy Eve of All Saints. The Celts were mainly farmers, at the end of Summer, they would take their flocks downstream to prepare for the arrival of Winter and the beginning of the New Year. For the Celts, the New Year did not begin on January 1st, as for us today, but on November 1st, when the hot season ended and the dark and cold season began. The transition from Summer to Winter and from the old to the
new year was celebrated with long celebrations, the Samhain, which derives from the Gaelic Samhuinn and means “summer’s end”.Death was the main theme of the Festival, in tune with what was happening in nature: during the winter season life seems to be silent, when infact it is being renewed underground, and traditionally, among other things, the dead rest. The Celts believed that on the eve of every new year, that is, October 31st, Samhain recalled the spirits of the dead, who lived in a land of eternal youth and happiness, and that the forces of the spirits could join the world of the living, thus causing the temporary dissolution of the laws of time and space and making sure that the afterlife is merged with the living world and allowing the wandering spirits to wander unmolested on Earth. Samhain was therefore a celebration that united the fear of death and spirits to joy of the celebrations for the end of the old year. During the night of October 31st rallies were held in the woods and hills for the ceremony of the Holy Fire and animal sacrifices were made. Dressed in grotesque masks, the Celts returned to the village, lighting their
way with lanterns made out of carved onions inside which were placed the coals of the sacred fire. After these rites the Celts celebrated for three days, disguised with the skins of the dead animals to frighten the spirits away. The Celts believed that on this magical night all the physical laws that govern space and time were suspended, and so the boundaries of the worlds became thinner, allowing the forces of chaos to invade the realms of order and the world of the dead come into contact with that of the living. The Celts knew that the spirits of their ancestors would return to the Earth to visit, bringing auspices and protection and therefore welcomed them with joyful celebrations. It was a magic moment when the tribes were at one with their past and their future that has survived over the centuries. The stories of these ancient traditions have been handed down by the Druids (Celtic priests of ancient peoples that constituted one of the main classes of Society) and by the Bards (poet-singers who accompanied their tales with an instrument similar to the lyre), and here’s where we find our connection to theatre. After all, Halloween, or as my colleague Mary Cipolla properly says, the celebration of “Aulin” is by all means a theatrical performance that awakens and enlightens the imagination of the people. “As well as when it comes to the world, when we die we are afraid of the unknown. But fear is something that is within us, which has nothing to do with the reality.” Isabel Allende The House of Spirits, 1982
sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
18
Musica
S
Riccardo Sada i
intitola
“Hush” ed è firmata dal dj e produt-
tore italiano ventunenne Alberto Cotta, meglio noto come Not For Us (nella foto), la traccia che accompagna il video con il quale
NOT FOR US E IL BURNOUT VIRALE DEL TRICAMPIONE DEL MONDO HAMILTON CON LA SUA MV AGUSTA DRAGSTER RR MV Augusta ha annun-
e diventato subito vira-
più verso un mercato ame-
li di riferimento? Flume,
zata per portare avanti at-
ed operazioni di gestione
ciato l’imminente uscita di
le, si vede Hamilton che
ricano e relative etichette
Skrillex, Diplo, Porter Ro-
tività nell’ambito della mu-
del booking. Attualmente
una versione speciale della
si esibisce nel più classico
discografiche. Not For Us
binson. Not For Us è un ar-
sica elettronica mettendo
l’agenzia è attiva nello svi-
sua Dragster RR, speciale
dei burnout sulle note di
ha partecipato all’edizione
tista di Celebrities MGMT,
a disposizione dell’artista
luppo delle sue attività di
in quanto realizzata con e
“Hush”. “Hush” è disponi-
2015 del talent televisivo
agenzia
per
un servizio integrato com-
scouting finalizzate ad am-
per il neo tricampione del
bile in free download sulla
Top DJ. un’esperienza fun-
svolgere attività in ambito
prensivo di pianificazione
pliare il suo roster artisti-
mondo di Formula Uno
pagina soundcloud di Not
zionale a far conoscere sia
musicale; dal 2014 Celebri-
strategica, team manage-
co integrandolo con nomi
Lewis Hamilton. Nel vi-
For Us, il cui sound che
al pubblico che soprattutto
ties ha dato vita ad una sua
ment, attività di partner-
rappresentativi di nuovi
deo, apparso sul canale
alterna future bass, trap e
agli addetti ai lavori le sue
divisione interna organiz-
ship con brand, major label
talenti.
Youtube di Mv Augusta
hip-hop lo proietta sempre
potenzialità. I suoi model-
Il video è visibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=2vkly6fTuns
strutturata
MADDALENA “Electrodream” sabato 7 novembre 2015 www.stadio5.it
19
MADDALENA
“Electrodream” (IRMA records)
Maddalena ama visceralmente, da sempre, il cantautorato femminile americano rappresentato da Lisa Germano, Cat Power, Hope Sandoval, Ani DiFranco. Ama il rock, il post-rock, il country, il rockabilly, il pop, la musica alternativa italiana, il blues…
Andrea suoni, synth, ritmiche in cui sentire l’eco dei viaggi in Giappone, in Irlanda, i ricordi di Milano e di Bologna, alcuni finti ricordi, memoria di qualcosa che non è mai successo ma non per questo meno reali. Le corde sublimano. Resta solo la musica.
Il suo esordio discografico Electrodream (Irma Records, 2015) è figlio della sua passione per il kraut rock e per la musica elettronica (da adolescente chiama il suo primissimo progetto musicale Hosianna Mantra in onore del capolavoro dei Popol Vuh), per la musica ambientale anni ’60, per la new age e il synth-pop degli anni ’70 -80 e il trip-hop squisitamente anni ’90. Maddalena scrive le sue canzoni con la chitarra acustica e insieme al producer Andrea Muccioli (Stop Records-Stop Studio) trasporta il suo pensiero e la sua emozione in un mondo artificiale. Maddalena è diventata questo: dopo anni di apertura, di vibrazioni positive rivolte al mondo, ora vuole suonare per se stessa. Sulla basi sonore della chitarra acustica si sovrappongono con l’aiuto di
Beautiful: Beautiful è l’incipit del disco in cui affermo che è inutile agitarsi tanto per cose come l’apparenza, l’ossessione nel farsi accettare dagli altri e dell’integrarsi ad ogni costo: finiremo tutti allo stesso identico modo quindi tanto vale smettere di avere paura e di iniziare a sentire la vera bellezza che c’è in ognuno di noi. Candies: Candies è in pratica un sonoro “vaffanculo” a tutti gli pseudo amici che si spacciano per buoni quando in realtà sono solamente passivo aggressivi. E’ uno schiaffo in faccia a noi stessi che urla di svegliarci e di essere felici, allontanando chi ci vuol vedere cadere e ci trascina giù per invidia.
(IRMA records)
di lasciar andare le convinzioni e di agire, di vivere, di lavorare. Knock: Sono rinchiusa in una stanza tutta blu ad ascoltare i Radiohead e a non trovare, in nessun modo, una via d’uscita. Sono la regina incontrastata di un regno grande 1 metro quadrato e cerco di convincermi che sia abbastanza. Ma manca qualcosa, sono sempre un passo indietro agli altri.
Ufficio Stampa: sbamufficiostampa@gmail.com +39 3288621084
Farewell: Farewell è una love ballad. Perché anche io sono una gran romanticona, e quando la mia storia più importante è finita ho sentito il bisogno di dire addio a modo mio. E’ finita perché venivo costantemente messa di fronte ai miei difetti e non potevo più sopportarlo. “pidocchi arricchiti” che snobbano ma che allo stesso tempo inseguono. I Deeo Boys (che si può leggere come “I ragazzi di Dio”) sono coloro che vivono di pura facciata perché non sapendo fare di meglio tentano di affossare chiunque sia diverso.
domi sola, cerco protezione in qualcun altro quando in realtà dovrei cercarla solo in me stessa. Trovo la mia sicurezza, la terra inizia a tremare e a me non importa più. Chiudo gli occhi, mi stendo, e lascio che accada...Da vittima sperduta divento una vera viaggiatrice e ho voglia di vedere come finisce, ed è proprio nel momento della vera fine che la vita
vera inizia.
Vanity: Chi non ha, almeno una volta della vita, continuato ad inseguire una persona presa solamente da se stessa? Vanity parla di me in quanto “fan”. Quella persona vive ed agisce senza sapere quanto tu, in realtà, faccia ruotare la tua vita attorno a lei e ai suoi passi. E’ una condizione molto più dolorosa ed imbarazzante di quanto possa sembrare.
https://soundcloud.com/maddalenaelectrodream/sets/electrodream/s-el3TK Sickness: Sickness è un soliloquio http://shared.irmagroup.com/djpromo/Maddalena_Electrodream_M.zip fatto allo specchio. E’ ora di accettare quali sono i miei veri desideri senza dare importanza al fatto che si possano discordare dagli standard dettati dalla società. Mi guardo allo specchio e capisco che fino a questo momento sono stata la vera nemica di me stessa. E’ ora
Maddalena ama visceralmente, da sempre, il cantautorato femminile americano rappresen Deeoboys: Heroes: Sandoval, Ani DiFranco. Ama il rock, il post-rock, il cou Lisa Germano, Cat Power,Your Hope Deeoboys parla degli Your Heroes è un viaggio borghesi nonché apocalittico in cui ritrovanrockabilly, pseudo il pop, la musica alternativa italiana, il blues…
Il suo esordio discografico Electrodream (Irma Records, 2015) è figlio della sua passione kraut rock e per la musica elettronica (da adolescente chiama il suo primissimo progetto m Hosianna Mantra in onore del capolavoro dei Popol Vuh), per la musica ambientale anni ’60 new age e il synth-pop degli anni ’70 -80 e il trip-hop squisitamente anni ’90.
Maddalena scrive le sue canzoni con la chitarra acustica e insieme al producer Andrea M (Stop Records-Stop Studio) trasporta il suo pensiero e la sua emozione in un mondo artificiale
Maddalena è diventata questo: dopo anni di apertura, di vibrazioni positive rivolte al mond vuole suonare per se stessa.
Sulla basi sonore della chitarra acustica si sovrappongono con l'aiuto di Andrea suoni, ritmiche in cui sentire l’eco dei viaggi in Giappone, in Irlanda, i ricordi di Milano e di Bo alcuni finti ricordi, memoria di qualcosa che non è mai successo ma non per questo meno re corde sublimano. Resta solo la musica.
Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011 Editore Edizioni SBM Via Domodossola, 21 Milano Tel/fax 02.36563906 Sito internet www.stadio5.it
Amministrazione commerciale@stadio5.it Concessionaria pubblicitĂ Edizioni SBM Tel. 329 3847157 marketing@stadio5.it
Direttore responsabile Grafica Responsabile WEB Beppe Vigani - direttore@stadio5.it Team grafico Edizioni SBM - grafica@stadio5.it Riccardo Maggese - grafica@stadio5.it Collaboratori: redazione@stadio5.it Andrea Anelli, Bianca Ara, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Aldo Colombo, Lara Comi, Luca De Franco, Giovanni Labanca, Marby, Fiore Marro, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Christopher Nasso, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Luigi Rubino, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon.