domenica 9 novembre 2014
Anno 4 n. 4 7
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“Non è forte colui che non cade mai ma colui che cadendo si rialza” J. W. Goethe
SENZA CAMBIAMENTI QUESTA INTER FALLIRÀ ANCHE IN EUROPA
COPIA OMAGGIO
Parola al Baffo
SIAMO CADUTI MOLTO IN BASSO
Sandro Mazzola pag 2
LA PARTITA
QUAL BUONVENTO LO PORTERÀ VIA Severa Bisceglia pag 2
INTER VERONA
BIORITMI
INTER A SAN SIRO SARÀ ANCORA UN FALLIMENTO Enzo Occhiuto
pag 3
FORMULA1
DOMINIO MERCEDES
HAMILTON E ROSBERG PER IL TITOLO
Bianca Ara
pag 12
ARTE
A MILANO I DIPINTI DI
ANDREA E PIERO POLLAIOLO Marby
pag 15
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’Italia esce dall’Europa ancora con qualche livido, gonfia di botte, seppur con qualche cerotto in meno, rispetto all’ultima volta. In Champions, la Juventus ha vinto con l’Olympiacos, la Roma ha ancora pianto con il Bayern, mentre nell’altra coppa (che finalmente ha un senso, dopo che l’UEFA ha deciso di mettere in palio un posto in Champions per chi la vince) anche il Torino ha conosciuto l’umiliazione della resa. In campionato è ancora tutto da decidere. Nessuno è più imbattibile. Quasi un paradosso se, carta alla mano, sia Juventus, sia Roma sembrano rinforzate rispetto allo scorso anno. Ma come avrebbe detto il mitico Vujadin Boskov: ‘’In campo non va carta, ma giocatore’’ e quindi tutto diventa più chiaro. Dietro stanno risalendo Lazio e Napoli, mentre la Lanterna sta abbagliando tutta la Serie A. Inter e Milan, invece, sono la delusione. Walter Mazzarri e Pippo Inzaghi sono ancora alla ricerca di qualche argomento, ma la pazienza non ha più cittadinanza dalle parti di San Siro. E’ l’amara legge del calcio. Il tecnico toscano sembra più a rischio: il pareggio con il Saint Etienne lo ha, per l’ennesima volta, salvato dalla gogna. Contro il Verona, però, potrebbe rischiare capra e cavoli. I gufi sono appollaiati sulle tribune del “Meazza”, anche se proprio in questi frangenti l’allenatore di San Vincenzo dà il meglio di sé. Come già dimostrato chi si accomoda sulla panchina nerazzurra deve essere più di un allenatore, altrimenti fallisce. Hector Cuper, Roberto Mancini, José Mourinho sono stati gli unici a dare un senso alle fatiche interiste. Lo spagnolo andò vicino a tanto così dallo scudetto (5 maggio 2002 docet), mentre lo jesino aprì il ciclo vincente (complice anche “Moggiopoli”), mentre il portoghese vinse il Triplete, cosa più unica che rara. Scorrendo le pagine del libro di morattiana memoria c’è anche l’Inter di Gigi Simoni a meritare una piccola menzione, ma si comincia ad andare troppo indietro. Per dare un senso a questi pensieri vale la pena dire che il 2010 non è tanto lontano, ma la polvere sta diventando fastidiosa. Nel frattempo è cambiato anche il presidente. Di più: nemmeno un giocatore è rimasto di quell’Inter. Attenzione al pericolo perché “La sola funzione della memoria è di aiutarci a rimpiangere”.
I
eri ho compiuto 72 anni. Sono tanti, anzi tantissimi, ragazzi. Pensavo di poter festeggiare con qualche giorno d’anticipo in
SPERO DI FESTEGGIARE IL COMPLEANNO
terra di Francia battendo il Saint Etienne. Ma è andata male. Con Saint Etienne ho visto una buona Inter nella prima mezz’ora, poi la squadra poco per volta si è spenta. D’accordo, l’importante era conquistare un risultato positivo per poter vincere il girone. Giriamo pagina e troviamo il Verona, che sembra abbia perso lo smalto d’inizio campionato. Tuttavia non sarà facile conquistare i tre punti perché Mandorlini sicuramente imposterà una partita perfetta sul piano tattico. Dovremo fare parecchia attenzione a Toni. Luca sta vivendo la seconda giovinezza e sicuramente sarà una spina nel fianco della nostra difesa. Guardando il campionato in maniera
DOVE’È IL CAPO E DOVE LA CODA
profonda direi che oggi, salvo sorprese, Juventus e Roma potrebbero allungare il passo considerando in particolare modo che la terza forza del campionato, cioè il Napoli, dovrà vedersela con la Fiorentina. La squadra di Beni-
tez si è ripresa molto bene dopo la sbandata casalinga col Chievo e la sconfitta in Svizzera col Yang Boys si è ripreso bene Battendo prima la Roma e giovedì gli elvetici. Sono curioso di vedere come andrà a finire il match di Cagliari fra la formazione di Zeman e quella di Gasperini. Il Genoa, se dovesse vincere, si proietterebbe veramente alla grande in zona Champions. Un occhio particolare questo pomeriggio alla Lazio sul campo dell’Empoli, dove Klose potrebbe ancora regalare spunti da campione ai propri tifosi.
INTER
DOV’È THOHIR E DOVE MAZZARRI partita
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i difficile comprensione lo stato di salute dell’Inter, almeno quanto difficile è giustificare un tale stato di malattia, ormai cronico, che solo uno scossone, ma di quelli veri, potrebbe salvare la Beneamata dalla Serie B. E’ una squadra che non sa cosa sia il gioco né il riscatto rabbioso che la consapevolezza di indossare la maglia nerazzurra dovrebbe dare. Una squadra che non è riuscita, in nessuna delle partite con alla guida Mazzarri, a rimontare un gol spilorcio subito nei primi 5 minuti di gioco, non merita neppure di essere analizzata. Si fa un gran parlare di quanto ‘brocchi’ siano i calciatori nerazzurri, quali sono i supercampioni del Parma e del Cagliari, solo per citarne due delle ‘supersquadre’ che hanno umiliato Mazzarri? Il mio personale rispetto per il Parma e per il Cagliari non è in discussione e tanta è la stima per i tecnici Donadoni e Zeman. In questi casi, dove la pochezza la fa da padrona in campo, le sorti dell’incontro stanno tutte nella capacità dell’allenatore di motivare i suoi ragazzi anche a
calci nel sedere, se non riesce in altro modo. Facciamo largo ai complimenti che arrivano anche dagli ex buttati fuori dallo stesso Mazzarri, uno su tutti: Cassano, ha sicuramente più carattere del tecnico toscano, che a Juan Jesus avrebbe chiesto di fare i complimenti all’allenatore per come gioca bene la sua squadra. Anche contro gli emiliani la Beneamata ha dimostrato di non poter competere in questo campionano, non con questo “non gioco”. Mi viene il dubbio che Thohir sia un uomo di altra squadra del nostro campionato mandato all’Inter con il preciso obiettivo di distruggerla. Se fosse davvero così? Perché dovrei parlare della partita odierna, cosa mai potrei dire di diverso da quanto già detto delle sessanta partite che
l’hanno preceduta? Preferisco parlare del Verona che dopo il capitombolo di Napoli ce la sta mettendo tutta per rialzare la testa. Pareggio in casa con la Lazio e pareggio a Cesena, chi pensa che Mandorlini si accontenterà del terzo pareggio consecutivo alzi la mano. Ritengo inopportuno sprecare fiumi d’inchiostro nell’analisi di un malato terminale. Tutto è risaputo e scontato, l’Inter perderà a San Siro anche contro il Verona, nella migliore delle ipotesi pareggia grazie al rigore che arriva miracolosamente al 94’. Un solo messaggio per il signor Walter Mazzarri: l’umiliazione di scendere in campo, con questo stato emotivo e con questo non gioco, vale i 3,5 milioni di euro a cui non vuole rinunciare? Cos’altro si può aggiungere!
VERONA
STADIO MEAZZA ORE 20.45
Walter Mazzarri
Andrea Mandorlini
Arbitro: xxxxxx di xxxxx
Emil M. Cioran Filosofo e saggista rumeno
INTER (3-5-2)
VERONA ( 4-3-3)
Handanovic; Ranocchia, Vidic, Juan Jesus; Obi, Kuzmanovic, Medel, Kovacic, Dodò; Icardi, Palacio
Rafael; Martic, Moras, Marquez, Agostini; Ionita, Obbadi, Hallfredsson; Christodoulopoulos, Toni, J.Gomez
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INTER-HELLAS VERONA, OCCHIO AL GOL
La squadra di Mazzarri cerca di rilanciarsi in zona Champions
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’Inter di Mazzarri torna a San Siro, dopo la batosta di Parma ed il pareggio in Europa League, per affrontare l’ostico Verona di Mandorlini. Entrambe le formazioni non stanno vivendo il loro miglior periodo di forma con risultati altalenanti ed un gioco corale che fatica a decollare. Il pesante ko contro il Parma al Tardini ha tolto tutte le certezze che i nerazzurri avevano ritrovato dopo le due vittorie consecutive con Cesena e Sampdoria, facendo sprofondare nuovamente
l’ambiente nel pessimismo totale, ma la classifica dice di un’Inter ancora più che in corsa per il terzo posto: sarà importante avere la meglio contro una squadra scorbutica come il Verona che però non vince da 4 gare, in cui ha ottenuto due pareggi con Lazio e Cesena perdendo con Milan e Napoli. Gara dunque complicata da pronosticare, ma le difficoltà difensive mostrate dalle due formazioni ci fanno pensare ad un’opzione Gol, offerta dai concessionari italiani intorno all’1.80, come quella con
maggiori possibilità d’uscita. Vi proponiamo anche un ‘Risultato Esatto’: il 2-1 dell’Inter che è in lavagna intorno a 8 volte la posta: con 5 euro se ne possono portare a casa 40. Per i più tecnologici ricordatevi che attraverso il vostro Iphone, Smarthpone o Tablet potete scaricare le applicazioni di diversi Concessionari di Gioco che vi permetteranno di scommettere live sull’evento. Il divertimento è assicurato ma ricordatevi di GIOCARE CON RESPONSABILITA’. Infine vi proponiamo le quote
O
sione televisiva mi trovai a dovere difendere la Juventus dalle accuse dell’allora capitano interista Javier Zanetti. Confermo quello
che dissi quattro anni fa: Giacinto Facchetti chiese a un arbitro di vincere la partita di Coppa Italia con il Cagliari. E l’arbitro era
L’INTER FALLIRÀ ANCORA A SAN SIRO I bioritmi danno vincene il Verona
relative al ‘Primo Marcatore’ di Inter-Hellas Verona: favori del pronostico che vanno in direzione di Icardi e Palacio offerti intorno al 4,50-5,50, più staccati Kovacic (9,50) e Osvaldo (12,00), mentre tra i ragazzi di Mandorlini i più gettonati risultano essere Toni (7,00) e Gomez (9,5), ma occhio anche a Nico Lopez che paga oltre 12 volta la giocata. In bocca al lupo
Zitti tutti, parla ancora e solo Moggi mai lontano dal palcoscenico calcistico, almeno quello che conta, Luciano Moggi prova ad essere protagonista ancora una volta in tribunale. La vicenda Moggi-Facchetti probabilmente non scriverà mai la parola fine. L’ex dirigente bianconero ha confermato quanto detto quattro anni fa nell’aula del Tribunale di Milano dove si è tenuto il processo per diffamazione per le accuse rivolte all’ex capitano nerazzurro Giacinto Facchetti: ““In quella trasmis-
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Bertini”. Luciano Moggi, in quella stessa occasione, non perde l’occasione per dire qualcosa anche all’attuale presidente dell’Inter Erick Thohir: ““Vedo che il nuovo presidente dell’Inter attacca la Juve. Ma su quali elementi? Se si tratta di organizzazione societaria, è meglio che stia zitto. E se si parla di gioco, anche”. In conclusi stiamo zitti tutti e parli solo Moggi.
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a macchina dell’Inter ha il motore imballato che non si accende, tossisce un paio di volte ma alla terza si spegne. Walter Mazzarri per la nona volta, da quando è a Milano, non è riuscito a mettere in fila la terza vittoria. L’ennesima frustata, a Parma, è parsa a molti la resa definitiva. La macchina non parte, stop. Purtroppo, se l’allenatore non corre subito ai ripari rivoluzionando l’attuale formazione non solo fisicamente ma sopratutto mentalmente, anche la prossima partita con il Verona si presenterà bioritmicamente in salita. Dalla lettura della biosituazione dei singoli giocatori emerge un maggior stato di benessere psicofisico del Verona 5,99 contro
da parte dei loro trainers. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei singoli atleti, il Verona con il quoziente di 5,96 risulta più tonico fisicamente rispetto ai nerazzurri con 5,87. Dal punto di vista emotivo gli uomini di Andrea Mandorlini dimostreranno maggiore agonismo e voglia di lottare rispetto agli avversari con 5,99. Sul fronte delle energie intellettive ed intuitive la formazione del Presidente Maurizio Setti saranno più incisivi e determinati con un valore di 6,01 contro un 5,90 dei lombardi.
un valore medio di 5,91 della formazione di casa. Secondo questa analisi bio il pronostico dovrebbe favorire gli ospiti avendo un margine in più di vittoria, sempre salvo rivoluzioni di formazioni dell’ultima ora
I miglior in campo potrebbero essere dalla parte interista Icardi 6,17 e Palacio 6,24 (in ottima forma psicofisica), dall’altra invece J.Gomez 6,24, Nico Lopez 6,20, Marquez 6,08 e Hallfredsson 6,03. Al campo l’ultima parola.
l ’o s p i t e
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TONI
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Luca Toni
e ne 2009, mentre giocava nel Bayern Monaco, gli è stata dedicata la canzone Numero Uno, interpretata da Matthias Matze Knop, ci deve pur essere una ragione. Luca Toni porta con sé la dignità di essere partito da zero per divenire un numero uno, senza mai dimenticare, però, lo zero di partenza. L’attuale capitano dell’Hellas Verona, campione del mondo nel 2006 con la nostra Nazionale in Germania, non si è mai opposto alle esigenze professionali che l’hanno visto girare non poche società. Gli inizi lo vedono tra le giovanili del Modena, può vantare di essere stato allenato, all’età di 13 anni, dal campione brasiliano Cinesinho. La carriera professionistica parte sempre dal Modena in Serie C1 e siamo alla stagione 1994-95, 7 partite e due gol, la stagione successiva segna 5 gol in 25 partite giocate. L’anno successivo passa all’Empoli, Serie B, in compartecipazione dove segna un gol in tre presenze. Dopo Fiorenzuola, Lodigiani, Treviso e Vicenza arriva finalmente il grande palcoscenico della Serie A. L’esordio nella massima serie lo fa a 23 anni con la maglia del Vicenza il 1° ottobre 2000 contro il Milan. La prima stagione nella massima serie ha messo a segno 9 reti in 31 partite. L’anno successivo Carlo Mazzone l’ha voluto al Brescia, costo 30 miliardi di lire, con cui giocò due stagioni, la prima andò discretamente bene, la seconda fu segnata da un lungo infortunio. Nel 2006 lo acquista il Palermo costretto alla retrocessione. Anno fortunato per Toni che lo vide capocannoniere con 30 gol in 45 partite. Anche la seconda stagio-
Un calciatore dai ne in rosanero è andata bene, 20 gol in 35 gare e convocazione in Nazionale. Nell’estate del 2005 passa alla Fiorentina per 10 milioni di euro, nella partita d’esordio segna il primo gol in viola, su calcio di rigore, che assegnerà anche la vittoria alla sua squadra
una Coppa di Lega. Ha vinto 3 classifiche cannonieri: 1 in Serie B, 1 in Serie A e 1 in Bundesliga oltre ad essere stato capocannoniere anche nelle competizioni Europee nella stagione 20072008. Lasciato il Bayern fa ritorno in Italia, prima tappa Roma.
contro la Sampdoria. Passano solo due settimane e segna anche la sua prima doppietta nella gara vinta contro l’Udinese per 4-2. Per la tripletta bisogna attendere il 22 ottobre contro il Parma. La maglia viola ha portato bene all’attuale attaccante gialloblu andando a segno in tutte le partite ad eccezione delle due gare perse contro l’Inter e contro la Lazio. Con la squadra toscana ha superato il record di Omar Batistuta (26 gol in una sola stagione) mettendone a segno ben 31 che lo proiettano in testa alla classifica marcatori. Il palcoscenico italiano è ormai divenuto piccolo e Luca Toni nel 2007, all’età di 30 anni, passa al Bayern Monaco per 11 milioni di euro. L’esordio in Bundesliga e col gol tedesco è contro l’Ansa Rostock, a segno al 13’. Con i tedeschi vince un campionato tedesco ed
Con i giallorossi segna 5 reti in 15 partite, la stagione 2010-11 la gioca con i colori del Genoa (3 gol in 16 presenze). L’anno successivo va alla Juventus (14 par-
decisamente alti
tite e solo due gol all’attivo), parte del 2012 lo passa all’Al Nasr di Dubai (14 presente e 7 gol), anche qui segnerà all’esordio il gol vittoria. Il 31 agosto 2012 farà ritorno a Firenze battendo il record del gol all’esordio, gli sono bastati 87 secondi. Chiuderà la stagione con i Gigliati con 8 reti e 27 presenze. Il 5 luglio 2013 firma un contratto annuale con il Verona neopromosso in Serie A. Il primo gol in gialloblu arriva contro il Palermo il 17 agosto. Il 13 giugno 2014 rinnova il contratto che lo legherà agli scaligeri fino al 2015, ad oggi in gialloblu è sceso in campo in 44 partite e messo a segno 22 reti.
Chi è…
N
ato a Pavullo nel Frignano il 26 maggio 1977. Ha vinto la scarpa d’oro 2006 ed è, ad oggi, il quinto calciatore italiano capace di aggiudicarsi il titolo di capocannoniere in un campionato straniero. La sua compagna Marta Cecchetto l’ha reso papà di Bianca e Leonardo. Nell’ottobre 2006 gli viene assegnato il collare d’oro al Merito sportivo e il 12 dicembre 2006 il Presidente della Repubblica lo dichiara Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
amarcord domenica 9 novembre 2014
Domenico Morfeo al Verona nel 2000
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Domenico Morfeo all’Inter 2002-2003
Pietro Fanna al Verona 1982-1985 e 1989-1993.
Cristian Brocchi con l’Inter 2000-2001
Cristian Brocchi al Verona 19998-2000
Pietro Fanna all’Inter 1985-1989
Silvano Fontolan 1983-1988 Silvano Fontolan oggi, ha giocato nell’Inter 1978-1979 Roberto Bonisegna oggi, ha giocato nel Verona la stagione 1979-1980
Sébastien Jacques André Frey all’Inter 1998-1999
Sébastien Jacques André Frey al Verona 1999-2000
Roberto Boninsegna all’Inter 1969-1976
Due Mastini per il Biscione domenica 9 novembre 2014
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ospiti
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ono stati dei bravi studenti del locale Liceo Classico, nel 1903, a chiamare Hellas la prima società di calcio di Verona. Si sono ispirati all’Ellade, culla della civiltà greca e anche dello sport, visto che le Olimpiadi hanno una eguale matrice, che rendeva sacro quel periodo, in cui erano bandite guerre e vendette, in nome della pace, che di ogni sport dovrebbe essere la bandiera. Lo stemma della Società, sempre con opportuno riferimento storico, è quello della nobile famiglia Scala: una grande scala, sulla cui sommità giacciono rognosi due mastini, che guardano da parte opposte. Mastini o scaligeri, sono così etichettati i giocatori del Verona calcio. In un modo o nell’altro, comunque, gli undici in casacca gialla hanno sempre onorato al massimo le varie categorie in cui hanno militato, fino al glorioso scudetto vinto nel 1985, con Osvaldo Bagnoli e giocatori come Fanna, Garella e Galderisi, tanto per citarne qualcuno. Stasera, più mastini che scaligeri, hanno di fronte un Biscione (altro stemma storico della Milano degli Sforza) ferito e malandato come non mai. In cuor loro, i giallorossi di Giulietta e Romeo si aspettavano di affrontare in questo punto del campionato
che, nonostante tutto, non ha ancora un capo sicuro che lo governi e nessuna squadra si possa già dire votata a retrocessione sicura. Si lotterà fino alla fine, proprio come ha promesso, a none dei suoi ragazzi, l’ex di turno Mandorlini, fiero e scaltro condottiero alla testa di un manipolo di coraggiosi, che si godono la tranquillità di metà classifica, a soli due lunghezze dei nerazzurri. “A Milano, una volta si veniva solo per perdere, dice il
mister, canuto e riccioluto. Oggi le situazioni sono cambiate a tal punto da sperare di fare addirittura bottino pieno perché, purtroppo per loro, i nerazzurri si trovano in una situazione surreale, cosa che negli anni non era mai successo. Non vorrei essere nei panni dell’amico Mazzarri, ma stasera dovrà guardarsi da noi che attraversiamo un buon momento che ci vede a metà graduatoria, con possibilità di migliorarla ulteriormente. I miei
ragazzi sono, però, coscienti che una crisi non possa essere eterna e perciò si sono allenati con massima concentrazione, perché Milano è pur sempre una piazza difficile e l’Inter avrà il dente avvelenato per i troppi punti persi in partite facili”. I “mastini”, gli scaligeri altrimenti detti, sono quanto mai carichi e non sembrano di essere inclini a fare sconti a nessuno, neanche in cambio di mille panettoni dorati che, di questi tempi, non valgono poi più di tanto dei fragranti pandori. Natale è ancora lontano, ma per qualcuno potrebbe arrivare con largo anticipo, senza avere così la possibilità di mangiare il classico panetun.
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’Inter Primavera è avanti anni luce rispetto alla prima squadra.
primavera
OTTAVA VITTORIA CONSECUTIVA
Una squadra che riesce a dettare legge anche in assenza di cinque titolari: Bonazzoli, Puscas, Gnoukouri, Donkor e Camara. A Pescara non ha lasciato nessuna possibilità agli avversari portando a casa l’ottava vittoria consecutiva su otto gare giocate in campionato, cose dell’altro mondo se si pena agli uomini di Walter Mazzarri, ma Stefano Vecchi non è il tecnico toscano e fa filare i suoi ragazzi come macchine, con o senza titolari. Chi è chiamato in campo non deve far rimpiangere la convocazione. La Prima-
vera nerazzurra è capace di fare pressing, senza mai mollare, mostrando grande sicurezza e consapevolezza delle proprie capacità. Tutti protagonisti, da Ventre a Steffè e Baldini. Non a caso può segnare Rocca di testa, seconda rete per lui in tre gare ufficiali, o Ventre su rigore, Baldini strappa applausi con le tante fughe sulla fascia sinistra e tutti, come una vera squadra, mostrano la giusta maturità per amministrare il gioco che gli consente di salvare il risultato. L’Inter ha battuto, senza grossa fatica il Pescara di Oddo per 0-2.
Michele Rocca
Consiglia
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ornare a vincere in campionato si può. Lo si è visto nella gara di Europa League contro i francesi
Luigi Rubino
potrà tornare a volare, se Mazzarri lavora con senso logico, partendo dalla testa dei giocatori, caricando
L’INTER ORA DEVE SOLO VINCERE!
I tifosi lo grideranno a squarciagola contro il Verona del S. Etienne. L’Inter, scesa in campo con molte novità e con l’impiego per la prima volta in Europa League dei primavera Bonazzoli e Palazzi ( esordio in prima squadra), ha comandato il gioco per tutto il primo tempo, creando molte occasioni da gol. Nel secondo tempo sono emerse le dolenti note. Paure, incertezze non possono e non devono apparire in una squadra illustra come l’Internazionale. Si, Internazionale, la chiamo così perché è la squadra di tutti, che quasi sempre in più occasioni fa trepidare i tantissimi cuori nerazzurri che battono in tutto il mondo. Anche in piena emergenza, costretto a tratti ad adottare il turno-
ver, con l’impiego di giocatori freschi che dovrebbero spaccare il mondo, nel secondo tempo contro i francesi, la squadra, come verificatosi in molte gare giocate in trasferta ( vedi particolarmente Parma) va in affanno, evidenziando paure, incertezze e soprattutto una condizione atletica non sufficiente per affrontare gli impegni a tamburo battente. Certamente, gestire le forze, allenarsi con gradualità per qualsiasi squadra di calcio quando gli impegni sono ravvicinati, non è facile, anche perché spesso gli allenatori devono fare davvero i conti con gli infortuni che spesso arrivano a catena. L’Inter, secondo me,
tutto il gruppo soprattutto dal punto di vista psicologico. Ora c’è il Verona al Meazza. Ci auguriamo di poter rivedere l’Inter riprendere la sua corsa e fare punti anche per accontentare il presidente Thohir, impegnato a coprire il buco finanziario apertosi nel club dopo l’abbuffata dei trofei conquistati dalla gestione Moratti. Occorre assolutamente vincere, ma per centrare gli obiettivi, la squadra ha bisogno della fiducia e dell’apporto caloroso. Fischiare ora non è il momento. Cari tifosi, ci vuole serenità e tanta pazienza. Unica cosa da fare è per ora gridare “Inter, Inter”… a squarciagola contro il Verona.
Anche il Palermo squadrone a San Siro by della Madonnina. Quel
era un evento per veri ap-
derby che teneva incollati
passionati ed intenditori.
la pausa nazionale abbia
alla televisione tutti gli ap-
Oggi di tutto questo resta
dato modo ad entrambe le
passionati di calcio anche
un lontano ricordo, e chissà
compagini milanesi di ritro-
di fede calcistica diversa,
per quante stagioni ancora.
varsi, sarà di scena il der-
perché il derby milanese
cugini
I
rosanero avevano una sola possibilità per espu-
gnare il Meazza e l’hanno sfruttata. Al maniacale possesso palla del Milan, il Palermo ha risposto con un efficace contropiede, la sua arma migliore, mettendo a segno comunque il gol vittoria. Prima rete regalata dalla fortuna, ma la seconda ha fatto si che nessuno potesse lamentare una sconfitta dovuta al fato. Milano non sa più segnare, vincere è diventata una conquista da festeggiare oltre il dovuto. Inzaghi non è ancora riuscito a risanare le larghe autostrade che si aprono in difesa e Torres ce l’ha messa proprio tutta per segnare,
Inter ed economia
peccato. Il tecnico rossonero
Ovviamente è come cercare un ago in un pagliaio. Ma il brand inter se viene continuamente accostato al concetto di risparmio e gestione ottimale rischia di produrre un rendimento negativo nei confronti dei tifosi e poi degli sponsor investitori. Investire significa anche rischiare altrimenti si espleta solo il compitino di avere i conti precisi ma un prodotto poco appetibile dal mercato. L’unico modo per creare il circolo virtuoso che porta passione, tifo, vittorie e investimenti è quello che Massimo Moratti e prima di lui gli altri presidenti hanno sempre messo in pratica: investire su un giocatore o allenatore di classe per creare fidelizzazione nei tifosi e incrementare le possibilità di vittoria. Vincere un trofeo aumenta l’appeal dell’intera società nei confronti dei media, degli sponsor, del pubblico generando un ritorno economico che nessun risparmio può dare. Il detto che recita chi più spende meglio
tive sorprese. Ieri a Genova,
riflessioni Marco Papetti
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a gestione Thohir ha compiuto il suo primo anno di vita e come sempre l’Inter ha percorso una strada inedita e innovativa. Con l’avento del tycoon indonesiano è finita l’era di Moratti e della figura carismatica, paterna e mecenate di un presidente, che insieme alla sua famiglia, ha scritto la storia del calcio. Con l’avvento di Thohir sono piombati nel mondo interista termini di economia e marketing, di bilancio e quadratura dei conti. Se si legge un qualsiasi articolo sulla gestione Thohir si nota come il contenuto sia sempre più incentrato sugli impersonali numeri di bilancio e non più sui colori della passione. Se si parla di calcio-mercato il termine più presente è low cost, ossia cercare un giocatore a basso costo con un rendimento sopra la media.
spende è sempre di attualità nel mondo del calcio e sinceramente non abbiamo mai visto squadre dalla gestione oculata nei primi posti dei vari ranking nazionali e mondiali. Il brand Inter deve essere sempre accostato al concetto di forza e vittoria e con Moratti questo non è mai venuto meno. Ora tocca a Thohir.
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deve assolutamente cercare delle soluzioni che mettano la squadra al riparo da catcontro la Sampdoria ha visto i sorci verdi. Il prossimo turno, nella speranza che
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RINGRAZIA
SANDRO MAZZOLA PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE
E L’INTERA REDAZIONE URLA ALL’ICONA NERAZZURRA
Buon Compleanno Inter-Torino ’62-63, Enzo Bearzot e Sandro Mazzola
Una storia
tutta NERAZZURRA
Tantissimi Auguri
Sandro da: Beppe Vigani, Andrea Anelli, Bianca Ara, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia,
Alessandra Caronni, Debora Cheli, Lara Comi, Leone Di Lernia, Giovanni Labanca, Fiore Marro, Toni Morandi, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Luigi Rubino, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali e Federico Zanon
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INTER CLUB TRAMUTOLA T
vita di club
ramutola è uno dei 131 comuni della Basilicata con quasi 4 mila abitanti, fondata, come tanti altri paesi, da monaci benedettini ,che la edificarono dopo aver lungamente bonificato una zona paludosa e perciò, molto ricca di acqua, da cui deriva anche il nome Terra motola, ricca di acqua. Oggi gode anche dei benefici di alcuni pozzi da cui si estrae una buona quantità di petrolio, a beneficio dell’eco-
nomia locale. Non poteva mancare, anche in questo suggestivo angolo della Basilicata , un Inter Club che , assieme ad altri 34, fanno della terra lucana una delle più prolifere regioni legate alla Beneamata. Tante sono le attività che fanno capo all’Inter Club “Zanetti”, alcune delle quali particolarmente radicate nel territorio, come per esempio la Sagra della Castagna Munnaredda che, giunta alla V* edizione, si è svolta
il 25 e 26 ottobre scorso. E’ stata, ovviamente, grande la partecipazione popolare e non meno impegnative la presenza e l’operosità del club che, idea bellissima ed originale, ha predisposto un vero e proprio “trenino nerazzurro” che è servito a trasportare i tanti ospiti della sagra in giro tra i suggestivi castagneti del grande territorio tramutoleso ed le stradine storiche del centro abitato. Il presidente Antonio Liuzzi, promotore dell’iniziativa assieme a Claudio Sacco, Bruno Passarella, Michele Albini ed Imma Sacco, ci ha dichiarato tutto soddisfatto “E’ stato un modo per far conoscere ai tanti turisti le nostre origini, il nostro patrimo-
nio e le nostre tradizioni. E’ per questo che ricordiamo a tutti, INTERISTI e non, che far parte di un Club o di un’associazione non significa solo tifare ,ma stimolare aggregazione, costruire rapporti, creare cultura. In un momento di difficoltà per la nostra Inter cosi criticata è bellissimo aver visto cantare durante i tragitti percorsi, bambini ed adulti il nostro INNO AMALA e continuare a cantarlo il giorno
JUNIORES tanto amati
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’Inter ed il Centro Coordinamento Inter Club dedicano sempre più attenzione, con numerosi vantaggi , ai propri associati Junior, ovvero a tutti i tifosi nerazzurri di età inferiore a14 anni. In particolare, sono stati prodotti esclusivi gadget adatti alla loro fascia di età e predisposta una piacevole ospitalità presso lo stadio ,che permette la visione gratuita di molte gare interne ,oltre alla bella e agognata possibilità di scendere in campo con i propri beniamini. Questa ultima novità è stata accolta con molto entusiasmo ed ha riscosso un inaspettato suc-
cesso. 10 soci junior, per esempio, hanno accompagnato in campo i calciatori in occasione di Inter e St. Etienne , mano nella mano. C’erano Manuel, Lorenzo, Cristian, Alessandro e Lorenzo, Giorgio Luca e Sayuri, Andrea e Alessandro, che grazie alla loro tessera Inter Club, hanno visto avverarsi un sogno da lungo tempo accarezzato. Un grazie particolare è stato rivolto dai presidenti dei Club interessati al presidente Thohir ed ai premurosi dirigenti del Centro, Nicola Ranieri, Valerio Bressani ed Alessandro Buono.
dopo nelle aule delle scuole di Tramutola. Obiettivo raggiunto :far innamorare dei nostri colori le nuove generazioni. Questo evento sarà certamente seguito da altre iniziative. Un ringraziamento personale va a tutto il direttivo ed a quelle persone che con la loro partecipazione diretta hanno permesso la riuscita dei due giorni di viaggio con il Trenino Nerazzurro”. A conclusione della ben riuscita sagra, il direttivo e i soci tutti, in una apposita riunione, hanno ribadito la massima stima e fiducia nel presidente Thohir e nell’allenatore Mazzarri, cui chiedono, tuttavia, un impegno maggiore per un pronto riscatto dell’amata Inter.
Prima e dopo la partita... Vino, birra e il gusto di un panino espresso
Inter Club KSA
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raditissima sorpresa negli uffici del CCIC: Zuheir Alshammasi, presidente dell’Inter Club KSA (Arabia Saudita) ha fatto visita agli uffici del Centro, in compagnia di tre fidati soci. I rappresentanti del club Arabo avevano già assistito alla gara Inter-Napoli, approfittando dell’ospitalità riservata loro dal Centro Coordinamento
e hanno poi assistito anche alla partita di Europa League Inter-St. Etienne. Il loro rientro in Arabia Saudita è stato sicuramente molto piacevole, perché tutti molto soddisfatti della ineffabile accoglienza e con la gioia nel cuore di poter raccontare agli altri soci del club l’esperienza bellissima, vissuta tutta all’insegna del nero e dell’azzurro.
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champions
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bianconeri contro l’Olympiacos hanno messo in campo le sette vite, hanno sbagliato Morata e Pogba, ma non si no persi d’animo ed hanno giustamente vinto una partita che li ha rimessi in corsa per il proseguo in Europa. Pirlo si è rivelato la perla di sempre, per lui una punizione equivale ad un rigore. Bravo Allegri che è riuscito a tenere calmi i suoi pur tenendo alta la concentrazione. Peccato per il rigore sbagliato da Vidal a tempo scaduto. La Juve finalmente può tirare un sospiro di sollievo e concentrarsi sulla qualificazione agli ottavi con più tranquillità. E’ iniziata in salita la partita allo Juventus Stadium, alla rete magistrale di Andrea Pirlo, alla 100° sfida Champions, risponde subito Botia, oscurando Chiellini, con una testata vincente.
domenica 9 novembre 2014
JUVENTUS IN PIENA CORSA
I bianconeri posso sperare di andare oltre i gironi
de in casa per 1-2 contro il Leverkusen mettendo un piede fuori dalla competizione. Il Benfica fa suo il match per 1-0 contro il Monaco, il Borussia, inve-
IL BORUSSIA BUSSA 4 VOLTE ALLA PORTA DI PRANDELLI Anche il Basilea detta legge
sfida diretta, una vittoria ed una sconfitta, 3 gol segnati e tre subiti, a fare la differenza,
almeno quello nell’immediato, è meno arduo. Per la qualificazione basterà una vit-
toria in Russia e un pareggio all’Olimpico con il Manchester City per la matematica.
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l martedì europeo non ha sorpreso nei risultati. Lo Zenit, unica partita che ha deluso le aspettative, per-
Sfruttando la scia dell’entusiasmo i greci si portano addirittura in vantaggio ancora con un colpo di testa, questa volta è N’Dinga ha far temere il peggio per la squadra di casa. Ma, come sempre, la Juve non molla mai e, grazie alla fortunata di autorete del portiere greco, può insistere per la palla vincente che capita giustamente a Pogba per festeggiare le 100 partite in bianconero. Allegri ha mandato in campo uno schieramento rivoluzionato, rinuncia alla difesa a tre, deve vincere, e punta tutto sui quattro centrocampisti. Sulla trequarti vediamo Vidal e in attacco Tevez e Morata, gara sbiadita per quest’ultimo. Ora il cammino della Juventus è più agevolo ma in caso di parità con i greci perderebbero la
champions le altre
al Ludogorets senza subire reti. Il mercoledì ha sentenziato altri verdetti, il più clamoroso è il capitombolo in casa del Manchester City contro il Cska Mosca. Due giornate a suon di gol europei, 50 gol segnati e sei squadre già matematicamente qualificate al turno successivo: Real Madrid a punteggio pieno, il Borus-
però, sarebbero i gol realizzati nelle sfide fuori casa. Con un secco 2-0, invece, la Roma chiude finalmente il capitolo Bayern. Anche all’Allians Arena i giallorossi raccolgono una sconfitta, Ribery al 38’ e al 64’ chiude la partita Goetze, ma almeno è andata meglio delle sette reti subite nella partita di andata. La squadra italiana può comunque ben spera nella qualificazione restando al secondo posto grazie alla sorprendente sconfitta casalinga del City contro il Cska Mosca. La squadra romana, più che dei prossimi incontri in Champions, dovrà preoccuparsi del campionato nazionale, 2 sconfitte, quattro con le due sfide europee contro il Bayern, Juve e Napoli fanno ancora male. In Europa il cammino,
ce, umilia Cesare Prandelli battendo il Galatasaray per 4-1 e portandosi già agli ottavi. L’Atletico Madrid, ospitato dal Malmö, non sbaglia e mette in cassaforte ancora tre punti grazie allo 0-2 finale. Anche il Real Madrid conquista altri tre punti faticando poco contro il Liverpool grazie al gol partita di Benzema. Arsenal-Anderlecht
sia Dortmund ringrazia Ciro Immobile, sul Bayern Monaco resta poco da aggiungere, ci pensa da solo a mietere vittime, una perfetta macchina da ‘guerra’. Leo Messi con la doppietta e record per i 71 gol europei, porta direttamente al turno successivo il Barcellona a danno dell’Ajax, nel PSG ci pensa Cavani, suo il gol decisivo contro l’A-
ha macinando gol per il 3-3 finale, che ha beffato l’Arsenal sullo scadere, e il Basilea ha suonato ben 4 gol
poel. Chiude, solo in ordine di tempo, l’elenco delle già qualificate il Porto vittorioso per 2-0 a Bilbao.
domenica 9 novembre 2014
giù al nord
Fiore Marro
UN CALCIO AGLI INCOMPETENTI
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er questo match di campionato il Napoli affronterà forse la squadra che più gli rassomiglia dal punto di vista tecnico-tattico, anche la squadra viola di Vincenzo Montella, tra l’altro unico allenatore napoletano di serie A per questa stagione, gioca o prova a imitare il calcio “palla a terra”, il fraseggio elegante, la famosa teoria del sin prisa pero si pausa che ha come primo sponsor il don Rafè di casa nostra. Sarebbero tante le splendide parole da raccontare in questo primo quarto di stagione agonistica, la ritrovata vena realizzativa di Gonzalo Higuain, sei gol nelle tre partite di campionato. Gonzalo è il migliore attaccante del nostro torneo e non lo dico perché gioca nel Napoli, questo è un dato di fatto a mio sommesso avviso incontrovertibile. Potremmo parlare della striscia positiva e del risultato europeo che ci proietta già al prossimo turno della Europa League; del ritrovato Walter Gargano che potrebbe risultare quel leader che serve al Napoli non solo in campo ma soprattutto
dell’olandese Jonathan de Guzmán, altro oggetto misterioso fino all’altro ieri, di tutto ciò e di tanto ancora tipo la campagna acquisti di Riccardo Bigon che pare non sia stata così fallimen-
Bruno “Petisso” Pesaola cittadino onorario di Napoli
negli “spogliatoi”, protagonista della spensierata banda Lavezzi; potremmo parlare e scrivere fiumi di inchiostro per la definitiva consacrazione di Kalidou Koulibaly, giovanissimo e forte difensore francese ai più sconosciuto fino a qualche mese fa; potremmo esaltarci della tripletta
tare a parte Michu, perché anche David Lopez sembra stato un eccellente “colpo” vista la proporzione qualità-prezzo, si potrebbe finalmente parlare di una ritrovata serenità di gruppo, di una crescente qualità fisica dei calciatori azzurri e della consapevolezza che il peggio è passato e che la
Diego Maradona e Giovanni Galli - Tiempe belle ‘e na vota
delusione subita dall’eliminazione dalla Champions League e le scorie tossiche che i tanti atleti partenopei si sono portati dietro dopo la fine del Mondiale, siano oramai situazioni lasciate definitivamente alle spalle. Tutte queste splendide cose sono state invece spazzate via da un servizio di Sport Mediaset dove un giornalista (stento considerarlo tale) in maniera davvero infima ha tentato di spacciare la vittoria del Napoli sulla Roma non avvenuta per la manifesta superiorità degli azzurri nella partita che ha visto Callejon & Co. vincere in maniera ineccepibile, non per l’evidente supremazia tecnica e atletica degli uomini di Benitez, ma presentata come una sorta di compromesso tacito, una sconfitta preventiva per tenere buona la tifoseria napoletana … Mi sento, da tifoso di calcio, da allenatore di settore giovanile e da presidente dei Comitati delle Due Sicilie, profondamente offeso e deluso dalle illazioni infami del servizio in questione, un approfondimento giornalistico che rasenta il ridicolo quello andato in onda. Le telecamere della nota trasmissione, per l’ennesima volta hanno perso una buona
occasione per fare almeno per una volta, un prestazione seria e imparziale, non solo hanno offeso una tifoseria, già ferita per la morte di un giovane ma hanno soprattutto offeso un’ intera comunità, ulteriormente
infamata in maniera gratuita e senza nessuna ragione, dipingendo così una realtà che magari esiste nella testa bacata di questo presunto giornalista. Finchè in Italia non verrà debellata questa categoria di assurdi millantatori della notizia,
QUANTO CORRE DODÒ
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fino a che non si smetterà di dare spazio a questi presunti cronisti il calcio, rimarrà il mondo dei Moggi e dei Pairetto. Ritornando alla partita di oggi dove si affronteranno le squadre gigliate di Firenze e Napoli per quelli che hanno avuto la fortuna di poter godere delle qualità inimitabili di Diego Armando Maradona, c’è da annotare tra le sue tante perle un gol assolutamente indimenticabile fatto a Giovanni Galli. La gara risale al 13 gennaio 1985, stop perfetto al limite dell’area di rigore dei toscani e tiro al volo in diagonale, rete da antologia e da far vedere e rivedere ai ragazzini del settore giovanile, anche in quella stagione il “Ciuccio” partì male per poi riprendersi e preparare la squadra che tempo dopo vinse quel agognato, primo scudetto, scudetto che vide la Fiorentina campione d’Italia nella stagione 19681969 guidata da un tecnico argentino che ha fatto di Napoli la sua seconda Patria, il grande, immortale Bruno Pesaola e che ebbe, ai suoi ordini in quella stagione vittoriosa, un talentuoso centrocampista napoletano di nome Salvatore “Ciccio” Esposito che tempo dopo anche sotto il Vesuvio fece intravedere tutte le sue eccelse qualità balistiche. Tiempe belle ‘e na vota...
Luigi Rubino
In Francia hanno vinto i giovani I n Francia, a termine della sfida di Europa League pareggiata contro il S. Etienne, si può dire che hanno vinto i giovani. La palma del migliore in campo va assegnata senza dubbio a Josè Rodolfo Pires Ribeiro, detto Dodò. Contro i francesi, il difensore brasiliano non solo ha realizzato il gol del momentaneo vantaggio dell’Inter nel primo tempo, ma non si è mai fermato. Come un indemoniato ha corso in lungo e largo sulla fascia sinistra, creando seri problemi agli avversari che in molte occasioni si sono salvati con un po’ di fortuna. Il brasiliano ha provato subito a perforare la difesa francese, per poi offrire a Mbaye, pochi minuti dopo, un cross delizioso sprecato di testa dal giocatore senegalese e realizzare, intorno alla mezz’ora su respinta del portiere e con un tiro di sinistro dall’area piccola, il momentaneo vantag-
gio dei nerazzurri. Per l’ex calciatore della Roma, è la seconda rete realizzata in maglia nerazzurra, dopo quella messa a segno di testa nei preliminari di Europa League lo scorso agosto contro gli islandesi dello Stjarnan. BONAZZOLI, MBAYE e PALAZZI, CHE FUTURO! Buono anche l’esordio in Europa League di Federico Bonazzoli. Il giovane bomber della Primavera recentemente è stato addirittura convocato da Gigi Di Biagio nell’Under 21 in vista della gara amichevole degli azzurrini, in programma il 17 novembre a Matera contro la Danimarca. Il ragazzino bresciano ha mostrato subito grande personalità, proponendosi e muovendosi molto bene, in fase di verticalizzazione. Molto pericolosa una sua azione nel primo tempo, quando da sinistra, pur pressato da un avversario sulla linea di fondo, è riuscito a ser-
vire Kusmanovic a pochi passi dal gol. Soddisfacenti anche le prestazioni degli altri due giovani, Mbaye e Palazzi. Il senegalese, di ritorno quest’anno dal prestito livornese, rispetto alle ultime tre gare di campionato, questa volta ha giocato con grande dedizione sull’out destro, mettendo a centro area il cross invitante dal quale poi è scaturito il vantaggio dei nerazzurri, provando anche nel corso della gara il colpo di testa, il tiro da fuori area e sacrificandosi in copertura soprattutto nel finale di gara. Per Andrea Palazzi, invece, la felicità è stata grandissima. Giocare anche se per pochi minuti in una squadra come l’Inter, al posto di Kusmanovic e in Europa League è il massimo per un ragazzo cresciuto con addosso la maglia nerazzurra.
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a quarta giornata di Europa League dice male al Torino uscito sconfitto dallo scontro con l’UJK. Quaglarella prova a pareggiare i conti sul finale, ma gli va bene un solo pallone, al 90’, grazie ad un rimbalzo e che manda in rete con potenza fulminan-
europa league
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’inter ritrova finalmente il gol su azione, ma dura poco anche questo vantaggio. Vidic torna alla papera consentendo al Saint Etien di segnare il primo gol in Europa League. Buona la soluzione a sorpresa di inserire Bonazzoli dal 1’ assieme a Palacio. Lo stadio Guichard tinto solo di verde ha mostrato poca ospitalità, si fa per dire, lanciando precisi messaggi ai nerazzurri con striscioni che urlano “Inter, stasera la corsa è finita”, ma ci pensano i mille tifosi della squadra milanese a sostenere i loro beniamini. L’Inter di giovedì al ‘Calderone’ ha quasi del miracolo, Nagatomo rimasto in albergo con 40 di febbre, Guarin non ancora pronto, neppure per la panchina, ma il rientro di Osvaldo, seppur dalla panchina, lascia ben sperare. I nostri nella prima fra-
zione di gioco mettono in campo la giusta mentalità, una salutare fame con idee chiare che non si vedevano fra tempo. L’uomo partita è risultato Dodò che al 33’ ir-
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e.l. le altre
scettici. Rafa Benitez non ha sbagliato nulla, squadra alta, maggior possesso palla e senza per-
IL NAPOLI DOVEVA VINCERE E LO HA FATTO
Fiorentina, Inter e Torino non malaccio
L’INTER RIESCE A FRENARE L’ONDA VERDE Dodò e Carrizo indicano la strada per i sedicesimi rompe in un’azione partita da Mbaye che mette dentro un tiro preciso per Palacio, il ‘Riccio’ taglia l’azione ed insacca per lo 0-1. Mazzarri inculca ai suoi la forza di resistere alla sofferenza, perché questo è stato il secondo tempo in terra di
dicesimi è cosa quasi fatta. Il Saint Etien ha fatto vedere i sorci verdi dal pareggio in poi. I francesi nella ripresa sono tornati in campo modello ‘bidone aspiratutto’ seminando letteralmente il panico e mandando in crisi la compagine italiana. Un
Francia, un assedio verde. Grazie a questo pareggio la Beneamata conserva il primato del suo girone e quattro lunghezze di vantaggio sulla seconda. Il salto ai se-
pareggio quasi immeritato vista la caparbietà francese che però non ha visto premiati gli sforzi. Un pareggio salvato da Carrizo sul finale. Ora l’Inter può
concentrarsi sulla partita a San Siro contro un Verona affamato e, subito dopo la sosta per la partita della Nazionale a San Siro contro la Croazia, agli impegni veramente ardui: ospite del Milan nel derby del 23 e con il Dnipro sempre a San Siro il 27 novembre.
te. Troppo tardi per rispondere ai gol di Gideon Baah al 60’ e Valtteri Moren che all’81’ gonfia ancora la rete granata. Si è rivelato inutile il possesso palla dei torinesi al costretto del contropiede avversario che ha consentito diverse e rapide ripartenze. Il 2-1 subito gli consente comunque di restare in seconda posizione a 3 lunghezze dal Copenaghen. Non è andata benissimo neppure alla Fiorentina contro il Paok, in casa è riuscita ad acciuffare con fatica un sofferto pareggio all’88’ con un calcio di punizione di Manuel Pasqual degno di cineteca in risposta alla rete subita all’81’ da Maarten Martens che, solo davanti al portiere, deve solo mettere la palla in rete. I viola incassano la prima sconfitta europea ma restano saldamente al comando del girone con 10 punti e 3 di vantaggio sul Guingamp. Tutto liscio, invece a Napoli. Gli azzurri hanno fatto degli Young Boys un solo boccone, anzi 3. Un 3-0 che ha convinto anche i più
dere tempo ha macinato azioni offensive che hanno divertito il pubblico del San Paolo. I primi 45’ non hanno premiato i partenopei, ma al secondo minuto di recupero Jonathan Guzman ha deliziato i palati più fini con una cannonata che ha penetrato il sette di destra. Che gol! Al 65’ è ancora Guzman a mandare con freddezza la palla in rete vincendo lo scontro diretto con il portiere. E, tanto per cambiare, all’83’ è ancora Guzman a firmare la tripletta con un tiro basso e centrale. Grande Napoli, nulla da aggiungere. Contro un Napoli così ben messo in campo gli Jung Boys non potevano molto di più di quanto hanno fatto per contenere le rapide ripartente. Ora gli azzurri possono tirare un sospiro di sollievo, primi del girone con lo Sparta Praga. L’Inter in Francia ha strappato un pareggio che le consente comunque di restare in testa con quattro punti di vantaggio sul Dnipro che affronterà nella prossima sfida a San Siro.
LA JUVENTUS RITENTA L’ALLUNGO
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Milan alle prese con mille problemi. Tornando ai due match di questa sera per l’Inter di Mazzarri col
giornata la Roma rientrata alla base dopo lo scontro di Champions a Monaco contro il Bayern. Dal can-
Verona potrebbe essere l’ultima spiaggia, soprattutto per il tecnico livornese. Chiuderà l’undicesima
to loro i granata di Ventura avranno nelle gambe il viaggio in Finlandia di Eurolega con l’Hjk Helsinki.
Il Genoa al Sant’Elia per la quarta vittoria consecutiva
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ndovinate qual’è la partita più interessante dell’undicesima giornata? E’ sicuramente quella del Sant’Elia dove il Genoa, lanciassimo per le tre vittorie consecutive con Juventus, Chievo e Udinese, proverà col Cagliari il poker. Se i Grifoni dovessero sbancare anche in Sardegna, liquidando la squadra
di Zeman, ci sarebbe veramente una nuova stella in questo campionato ad affiancare Juventus e Roma, le protagoniste del torneo. Nel pomeriggio odierno, in attesa di Inter-Verona e Roma-Torino, la Juve, reduce dalla sofferta vittoria in Champions con l’Olympiacos, riceverà il Parma, formazione in piena ripre-
sa non solo per il successo conquistato al Tardini con l’Inter domenica scorsa. Da sottolineare la trasferta del Napoli con una Fiorentina rientrata mazziata e bastonata dalla Sampdoria nel match di Marassi sette giorni fa. Molta curiosità per vedere all’opera il Palermo al Barbera contro l’Udinese dopo la vittoria di San Siro
SFIDA AL VERTICE FRA PSG E MARSIGLIA
col Milan, Udinese ridimensionata, come noto, dal poker incassato dal Genoa al Friuli. Interessante pure la trasferta in Toscana della Lazio ad Empoli. La squadra di Pioli ha rischiato parecchio col Cagliari all’Olimpico, però alla fine si è portata a casa tre preziosi punti che l’hanno collocata al terzo posto in classifica alla pari della Sampdoria che ha ospitato ieri sera un
DA MARCELLO LIPPI A FABIO CANNAVARO Il Guangzhou continuerà a parlare italiano
I estero
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qualcuno oggi, poco dopo mezzogiorno, in Inghilterra, potrebbe andare di traverso la bistecca appena mangiata. E’ andata in onda LiverpoolChelsea con due squadre che sono arrivate affaticate dagli impegni di Champions League, dove i Reds hanno perso a Madrid col Real e i Blues hanno faticato parecchio in Slovenia col Maribor. Ad approfittare di questa sfida potrebbe essere il Southampton chiamato fra le mura amiche contro il modesto Leicester terzultimo in classifica. I campioni in carica del Manchester City, dopo aver battuto nel derby lo United per 1-0 affronte-
ranno a Londra nel tardo pomeriggio il Qpr, reduce dalla sconfitta di misura rimediata con il Chelsea nella decima di campionato. In Ligue1 da seguire con molta attenzione la sfida del Parco dei Principi fra il PSG e il capolista Marsiglia. I parigini probabilmente saranno ancora orfani di Ibra nuovamente fermo per infortunio. La squadra di Blanc è reduce dall’impegno di Champions con l’Apoel e dal successo esterno dello scorso turno di Ligue1 in quel di Lorient. Dello scontro di Parigi potrebbe usufruirne il Lione, attualmente terzo in classifica alle spalle delle due protagoniste. Il Lione affronterà, difronte al pubblico amico, il Guingamp. In Bundesliga il Bayern Monaco, dopo aver affon-
dato il Borussia Dortmund nello scontro dell’Allians Arena affronterà in trasferta l’Eintracht Francoforte, con l’Everkusen ad incrociare le armi col Mainz. Il sorprendente Wolfsburg, secondo in classifica, riceverà invece l’Amburgo. In Spagna il Real Madrid cercherà di difendere il primo posto, da poco conquistato grazie al capitombolo casalingo del Barcellona col Celta Vigo, ospitando il Vallecano, mentre i catalani di Lui Enrique andrà in viaggio per affrontare l’Armeria, una squadra capace di giocare uno scherzetto alle grandi in qualsiasi momento. Difficile, infine, la trasferta dell’Atletico Madrid in terra basca contro la Real Sociedad dal dente avvelenato per la sconfitta rimediata col Malaga.
l grande maestro Marcello Lippi lascia il testimone al campione del mondo e pallone d’oro Fabio Cannavaro. Sulla panchina del Guangzhou arriva ancora un italia-
no a tenere compagnia ad Alberto Gilardino e Alessandro Diamanti. Inizia dalla Cina la carriera di allenatore del napoletano che ha visto nel tecnico toscano il suo personale ma-
estro e mentore. All’ex difensore della Nazionale Italiana auguriamo tanti successi in terra d’oriente ed un presto ritorno nel bel Paese, magari alla
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QUI CASA MERCEDES domenica 9 novembre 2014
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a Mercedes domina ancora la sciando dietro di sé solo briciole, troppo poco per soddisfare il bisogno di Red Bull e Williams, di Ferrari è meglio non parlare. Anche negli Stati Uniti è ancora una volta la casa tedesca a dominare, sulla pista di Austin Lewis Hamilton sorpassa in modo magistrale alla curva numero 12 al 24° giro il compagno di squadra Rosberg, arrivato secondo, aggiudicandosi il 10° GP della stagione. In casa Ferrari il buio continua ad essere pesto. La lotta al titolo si gioca in casa Mercedes, l’inglese Hamilton, alla sua quinta vittoria consecutiva stagionale, porta a 24 i punti di vantaggio sul tedesco. Visti i 75 punti ancora in palio, è presto per parlare di vincitori, ma l’inglese argentato non sembra voler mollare. Non bastano le 32 vittorie in carriera, vuole chiudere
A Red Bull e Williams solo le briciole la stagione con 34 vittorie e sulle piste di Interlagos e Abu Dhabi ne vedremo veramente delle belle. Le frecce d’argento corrono il mondiale da soli con 14 vittorie, 10 per Lewis e 4 per Rosberg, dietro il vuoto. A turno ci provano, incassando insuccessi, le Red Bull e le Williams con ritardi abissali. Daniel Ricciardo si deve accontentare del terzo piazzamento, visto il dominio Mercede non è poi poca cosa. Per le Ferrari ancora un capitolo nero, tutto da dimenticare. Sesto sofferto posto per Alonso e Raikkonen solo 13°. Le due Williams occupano il quarto e quinto piazzamento in gara rispettivamente con Massa e Bottas. Lewis Hamilton si presta a vincere il mondiale
Pos Pilota Team Punti 1 Lewis Hamilton Mercedes 316 2 Nico Rosberg Mercedes 292 3 Daniel Ricciardo Red Bull Racing-Renault 214 4 Valtteri Bottas Williams-Mercedes 155 5 Sebastian Vettel Red Bull Racing-Renault 149 6 Fernando Alonso Ferrari 149 7 Jenson Button McLaren-Mercedes 94 8 Felipe Massa Williams-Mercedes 83 9 Nico Hulkenberg Force India-Mercedes 76 10 Kevin Magnussen McLaren-Mercedes 53 11 Sergio Perez Force India-Mercedes 47 12 Kimi Raikkonen Ferrari 47 13 Jean-Eric Vergne STR-Renault 23 14 Romain Grosjean Lotus-Renault 8 15 Daniil Kvyat STR-Renault 8 16 Jules Bianchi Marussia-Ferrari 2 17 Pastor Maldonado Lotus-Renault 1 18 Adrian Sutil Sauber-Ferrari 0 19 Marcus Ericsson Caterham-Renault 0 20 Esteban Gutierrez Sauber-Ferrari 0 21 Max Chilton Marussia-Ferrari 0 22 Kamui Kobayashi Caterham-Renault 0 23 Andre Lotterer Caterham-Renault 0 Nico Rosberg sfiderà il compagno di scuderia fino all’ultima curva
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uella di Valencia è sempre stata una gara speciale per tutti i piloti. Marc Marquez, già campione del mondo in Giappone e per la seconda volta consecutiva, vuole chiudere il mondiale in bellezza vincendo la gara di casa. Valentino Rossi, dodici punti di vantaggio sul compagno di scuderia, e Jorge Lorenzo sono in piena lotta per la conquista del secondo posto, quindi entrambi puntano al massimo. Ovviamente i tre posti sono già occupati,
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resta solo da assegnare gli ultimi due tra i due piloti del team Yamaha. Il Dottore si presta a chiudere una stagione eccellente, su una pista però a lui poco congeniale, e Lorenzo, dopo le difficoltà iniziali, ha intenzione di chiuderla in pieno recupero bissando la vittoria della passata stagione. In casa Honda, invece, tutto è già deciso. Marc Marquez campione del mondo e Dani Pedrosa quarto. Il più deluso da questo mondiale resta Pedrosa, caduto a Sepang ed inevitabilmente 4° nella classifica finale, che correrà il Gp di Spagna unicamente per la gloria, e vincerla farebbe
MARQUEZ VUOLE VINCERE ANCHE A VALENCIA
Rossi e Lorenzo in lotta per il secondo posto
La delusione sul volto di Dani Pedrosa
sicuramente morale dopo la delusione in Malesia. Il catalano, veterano in casa Honda, ha oltre 100 punti di distacco dal compagno di squadra ‘pivello’. Diciottesima ed ultima gara, dunque, di un mondiale dominato in modo strepitoso dal fenomeno di Cervera che l’anno scorso vinse il primo titolo mondiale della sua carriera proprio su questa pista. Anche per Andrea Dovizioso sarà una gara speciale, ultima corsa in sella alla Ducati Desmosedici GP14 e via a preparare
e conoscere la nuova GP15 che dovrebbe, almeno secondo le aspettative degli addetti ai lavori, finalmente rilanciare la casa di Borgo Panigale. Quest’anno, più che in passato, il circuito di Ricardo Tormo proclamerà diverse sentenze: in primis il posto d’onore di vicecampione del mondo, Marc proverà a strappare ancora un record, quello del maggior numero di vittorie della stagione e quindi proverà a salire sul gradino più alto del podio per battere il record di Doohan.
mondiale, dopo al resto”. Con la gara di Valencia, in caso di vittoria, Marquez potrebbe battere ilrecord
di Doohan (13 vittorie in una stagione), il campione si dice determinato a dare il massimo per riuscirci.
Le due diverse facce della stessa medaglia in casa Honda PEDROSA “Ovviamente sono ormai fuori dalla corsa per il secondo o terzo posto finale nel Mondiale, soprattutto dopo quanto accaduto in Malesia, ma non vedo l’ora di andare a Valencia e voglio finire la stagione alla grande. Questa è sempre una gara speciale per me, i tifosi sono fantastici e creano sempre una splendida atmosfera. I miei risultati qui in passato sono stati ottimi e questo fine settimana spero di ripetermi e di lottare per la vittoria”.
MARQUEZ, premiato con il casco d’oro come Top Rider del 2014 alla fiera del motociclo Eicma grazie alle dieci vittorie consecutive ed il titolo conquistato con tre gare d’anticipo: “Il mese scorso è stato un turbinio e sembra già passato molto tempo dalla vittoria del Mondiale in Giappone. Ora ci dirigiamo a Valencia per l’ultima gara di una stagione incredibile. E’ sempre bello correre davanti ai tifosi di casa, quest’anno poi sarò molto più rilassato e potrò godermela senza alcuna pressione”. Alla fiera del motociclo, invece: “Pensavo che avrei potuto vincerle tutte ma non sono un super eroe. Dopo la gara negativa di Brno, ci sono stati gli errori anche di Misano e Aragon. Rischiavo troppo e così ho deciso di pensare solo al
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atletica Chiara Franzetti
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nche quest’anno la Maratona di New York parla italiano: Danilo Goffi, Campione Italiano in carica sulla distanza, concede il bis nella Grande Mela migliorando la prestazione dello scorso anno. In condizioni meteo avverse e di gran lunga peggiori rispetto al 2013, il portacolori del Monza Marathon team a.s.d. si è migliorato di 2’40”: 2:19’43” il suo crono finale. Il freddo e il vento forte
volo Gustavo Vitali
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er provare una tantum l’emozione di un volo in parapendio e deltaplano non serve conseguire un attestato, obbligatorio per legge solo quando si intende praticare il volo libero da solisti. In tal caso è necessario frequentare un corso presso una scuola certifica-
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DANILO GOFFI MORDE LA GRANDE MELA e contrario non gli hanno impedito di centrare gli obiettivi della partenza: primo master; primo italiano; primo europeo; e 15.esimo assoluto al traguardo. Il tutto, a un mese e un giorno dal compimento dei 42 anni - e, tolto Meb Keflezighi, classe 1975, l’età media di chi lo ha preceduto è di 30 anni. “Sono contento”, la sua prima dichiarazione a caldo. “Ho corso bene di gambe e soprattutto di testa. Per non bruciarmi, ho lasciato il treno dei più veloci
ta, con istruttori abilitati e superare un esame pratico e teorico, un po’ come si fa per la patente auto. Fortemente sconsigliate pratiche fai da te od affidarsi ai suggerimenti di qualche presunto esperto. Invece, chi vuole staccare i piedi da terra giusto per capire cosa si prova a volare (non ci sono parole per descrivere l’emozione!) prima di decidere se la vita in mezzo ai volatili fa per lui, può orientarsi verso un
al sesto km; ho visualizzato nella mia mente la gara, passo dopo passo, per arrivare in progressione al traguardo.” Nessun rimpianto quindi per la prestazione odierna; non manca invece un pensiero ai recenti Campionati Europei di Zurigo: Danilo sapeva di stare bene, e New York, gara con un percorso non certo facile corsa oggi con clima sfavorevole, ne è la dimostrazione. Se vi avesse preso parte in una condizione simile...
volo cosiddetto “biposto”. Ci si affida ad una scuola e ad un istruttore abilitato a condurre una vela costruita appositamente per reggere il peso di pilota e passeggero. Quest’ultimo viene istruito brevemente prima del volo sulle fasi di decollo ed atterraggio. Niente di extraterrestre: è il pilota che conduce il mezzo, mentre il passeggero deve semplicemente aiutare l’involo con una breve corsa in decollo. In cielo ci
sono istruttori che passano i comandi al passeggero per fargli toccare con mano quanto sia facile volare, ovviamente tenendo gli occhi bene aperti. Tutto ciò comporta un’istruzione al quale il pilota deve sottoporsi. Infatti l’attestato per volare in biposto necessita di un ulteriore corso ed esame, così come non ci si improvvisa istruttori, ma si deve frequentare apposite selezioni. Per il 15 e 16 novembre a
Borso del Grappa (Treviso), presso l’Albergo Ristorante Garden Relais, l’Aero Club Montegrappa ha organizzato uno stage per piloti di parapendio e deltaplano biposo, o aspiranti tali. Si tratta di un incontro-confronto indispensabile per chi pratica o vuole praticare questa specialità, durante il quale si affronteranno argomenti fondamentali per la sicurezza del volo in due. C’è una parte tecnica su come volare
in biposto in totale sicurezza, ma si parlerà anche di preparazione mentale e di self controlling, di relazione e comportamenti con il passeggero, di omologazioni e materiali di ultima generazione, di come fotografare in volo e del volo con disabili e mezzi speciali. Il tutto sarà illustrato dai migliori professionisti del settore presenti in Italia che, grazie al cielo (è proprio il caso di dirlo!), non ci mancano.
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DUE FRATELLI PER 4 DAME
Antonio del Pollaiolo Scudo parata con Milone di Crotone
canto all’altro. Nella mostra, inoltre, sono presenti anche gli altri dipinti femminili che provengono da importanti istituti internazionali come la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Gemaldegalerie di Berlino e il Metropolitan Museum of Art di New York. L’esposizione racconta la storia di un genere, quella del ritratto nuziale,
nella tradizione rinascimentale artisti e artigiani di grande maestria. Dei due fu Antonio il più versatile. Esperto nell’arte orafa prima che in quella pittorica, diede vita insieme al fratello a una bottega artigiana, sullo sfondo di una Toscana moderna, dove era nata una classe sociale raffinata e ricca che amava posare, per farsi ritrarre, come facevano gli imperatori e le gentil donne dell’antichità, di profilo, come nei cammei e nelle monete. Giorgio Vasari, biografo e critico dell’epoca, nel suo libro Vita di Antonio e Piero Pollaiolo scritta nel 1550 parla di Antonio come un bravo orafo e Piero più votato alla pittura. Racconta il Vasari: “ Antonio dunque tirato innanzi da Bartoluccio, oltre il legare le gioie e
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Immagine 4 Dame dei Pollaiolo
Per la prima volta riuniti a milano i dipinti di Antonio e Piero Pollaiolo lavorare a fuoco smalti di argento, era tenuto il più valente che maneggiasse ferri in quella arte”. A questo proposito, troviamo nel percorso espositivo la grandiosa croce d’argento del Battistero di Firenze, alta quasi 2 metri di cui Antonio realizzò la parte inferiore mentre l’altra parte è opera di un maestro sconosciuto. Il maestro nella sua nota bottega Fiorentina, a due passi da Palazzo della Signoria, realizzava non solo croci, candelieri e rilegature di libri ma anche disegni che poi si traducevano e declinavano nelle tecniche più diverse. In mostra è anche esposto un selezionato gruppo di disegni realizzati nella maturità tra i quali spicca
arte
Marby l’Arciere dei Musei di Berlino, che dimostra la straordinaria conoscenza e perizia di Antonio nella rappresentazione del nudo in azione. Ma per tornare a quel genere del “ritratto” per cui il Rinascimento fu un secolo proficuo, Il Museo Poldi Pezzoli, cavalcando il glamour senza tempo della sua prestigiosa Dama, ha organizzato in concomitanza con la mostra, un ciclo di shooting fotografici per le dame di oggi che amano
i ritratti principeschi. I grandi nomi della fotografia come Maki Galimberti, Giovanni Gastel, Maria Mulas e Massimo Zingardi si cimentano nel ritratto e offrono al pubblico femminile la possibilità di farsi ritrarre e di diffondere on line e sui media istituzionali del Museo alcune immagini sele-
zionate che saranno successivamente esposte in alcune sedi civiche come l’Urban Centre in Galleria Vittorio Emanuele II e nello spazio dell’Ex Fornace di via Gola. Un momento magico per riscoprire non solo la voglia di selfie ma anche quella di farsi ritrarre dai professionisti dell’immagine.
Piero del Pollaiolo Apollo e Dafne Londra
L
a celebre Dama del Pollaiolo insieme agli altri tre splendidi ritratti femminili di epoca Rinascimentale possiamo ammirarli dal 7 novembre al noto Museo Milanese Poldi Pezzoli. Con il sostegno della Fondazione Bracco, protagonisti della mostra sono i quattro splendidi ritratti femminili, riferibili ad Antonio e Piero del Pollaiolo riuniti per la prima volta nella loro storia uno ac-
specchio della società elegante di fine Medioevo praticata nelle tradizionali botteghe fiorentine gestite dalle famiglie che, come i Pollaiolo, fecero ricca e famosa in tutto il mondo, la tradizione dell’arte non solo pittorica ma sculturea e orafa fiorentina. Di fatto i Pollaiolo, Antonio e Piero, figli di un venditore di polli da cui presero l’allegro cognome, erano artisti a tutto tondo e come
Piero del Pollaiolo Davide vincitore
“Le Dame del Pollaiolo, una bottega fiorentina del Rinascimento”
da venerdì 7 novembre al 16 febbraio Museo polsi Pezzoli, via Manzoni 12 Milano info: 02794889 Antonio del Pollaiolo Ercole e l’Idra Galleria
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