L’ORA D E L L A VERITÀ www.stadio5.it
domenica 23 novembre 2014 Anno 4 n° 49
info@stadio5.it - COPIA OMAGGIO
Milan
Inter
Affidata a Roberto Mancini la rinascita nerazzurra Parola al Baffo
LA PARTITA
DERBY DI FUOCO
MANCINI
BISOGNA BATTERE I CUGINI Sandro Mazzola pag 2
SCOMMESSE
BIORITMI
PER BATTERE IL MILAN
ROSSONERI VINCENTI SUI CUGINI
TUTTO PER IL SEGNO X
Severa Bisceglia pag 2
Enzo Occhiuto
Pino Sardiello
pag 3
DETTAGLI
BOMBER A CONFRONTO pag 3
Luigi Rubino
pag 9
domenica 23 novembre 2014
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Parola d’ordine: Battere i cugini rà al Milan? Diciamo che Inzaghi verrebbe subito messo sulla graticola, forse anche dal presidente Berlusconi che in questa circostanza saluto con grande affetto augurandogli una pronta guarigione dopo i problemi alla vista delle ultime settimane. Per chi vince la sfida di San Siro è sicuramente un viatico importante in prospettiva dei prossimi impegni, Chi rischia di più è comunque l’Inter perchè fra sette giorni dovrà scendere in campo all’Olimpico contro la Roma, una partita molto pericolosa per i nerazzurri soprattutto se non faranno risultato nel derby. Il Milan riceverà l’Udinese ma i recenti ricordi con i friulani sono da brivido, indipendentemente dal risultato di oggi della formazione bianconera di Stramaccioni con il Chievo Verona, Ragazzi, occhio alla Sampdoria e al Genoa che una vittoria potrebbero andare a infastidire il Napoli impegnato col Cagliari di Zeman capace di qualsiasi impresa.
Dodò
El Shaarawy
Bonaventura Muntari
Essien
Alex Mexes
Juan Jesus
Obi
Arbitro: Marco GUIDA di Torre Annunziata
Mazzarri e rivoluzionerà la sua squadra in ogni reparto. Si inizia subito dalla difesa, cestinato il modulo a tre in difesa e parte subito lo schieramento a quattro, molto utile soprattutto a Nemanja Vidic che fin qui ha mostrato mediocrità e il Mancio non si fa problemi se deve sacrificarlo in panchina. Il nuovo tecnico punterà molto su Ranocchia sostenuto negli schemi da Juan Jesus, Nagatomo e Dodò. Probabile anche la carta Vidic che affianca Ranocchia spostando a sinistra Juan Jesus ed escludendo Dodò. Kovacic avanza, come trequartista darà dimostrazione della fantasia fin qui repressa. Il croato potrà finalmen-
INTER
Handanovic
Ranocchia
M’Vila
Abate
ore 20,45
Kovacic Palacio
MILAN (4-3-3)
MEAZZA
Icardi
Filippo Inzaghi
Se Mancini ha rinunciato alla clamorosa offerta arrivata da Shanghai di 30 milioni di dollari per 3 stagioni accettando i 14 milioni messi sul tavolo da Thohir, e se Thohir decide si saltare il fosso portando addirittura ad oltre 40 milioni di euro il costo tecnico, a quel-
Nagatomo
MILAN
partita
lo del Mancio va aggiunto lo stipendio da pagare ancora a Walter Mazzarri e al suo staff tecnico, allora entrambi ci credono in questo benedetto progetto che dovrebbe riportare l’Inter ai fasti di un tempo neppure poi così lontano! Un investimento che peserà ulteriormente alle casse nerazzurre già malconce. Ma quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare, e Thohir gioca il tutto per tutto. Otto giorni sono stati sufficienti a Roberto Mancini per rivoluzionare questa Inter? Il tecnico Jesino vede e conosce un calcio diverso da quello di Walter
Guarin
De Sciglio
stadio
Una STRACITTADINA
Menez
n tutta sincerità se qualcuno a inizio stagione mi avesse detto che il derby del 23 novembre sarebbe stato una gara quasi anonima per le due squadre per via della classifica deficitaria, io gli avrei detto di no. Non perchè avevo parecchia fiducia nei risultati delle due formazioni ma per il fatto che un altro campionato così disastroso come quello dello scorso anno pensavo non potesse ripetersi, Una cosa buona c’è, anche se mi spiace per Mazzarri; l’Inter ha richiamato Mancini alla guida della squadra e questo è servito a dare una scossa all’ambiente che si stava continuamente deprimendo da almeno un paio di mesi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso in casa nerazzurra è stata la sconfitta col Parma che, non dimentichiamoci, è arrivata a poca distanza da quella clamorosamente incassata a San Siro col Cagliari. I sardi sembravano il Real Madrid e i tifosi non l’hanno digerita. Da qui la contestazione a Mazzarri. Mancini però non ha la bacchetta magica; sicuramente ha dato un input importante alla squadra e all’ambiente e di conseguenza una vittoria col Milan potrebbe regalare, oltre alla serenità attorno ai giocatori, la spinta giusta per risalire la classifica. Dovesse riuscirci, il Mancio, nell’impresa, cosa succede-
Honda
I
Diego Lopez
L
a Nazionale prima, il derby poi. Conte a irrorare di gloria l’Italia, Mancini al proscenio di un passato che fu suo e che consegnò i suoi resti al Triplete. In un amen l’Inter ha spesato Mazzarri e ha riportato a casa il suo primo eroe di quel quinquennio che vide la Beneamata addirittura in cima all’Europa. Tutto cominciò proprio dal Mancio, da Mister X, da quel genio del calcio italiano, divenuto poi predestinato anche della panchina. L’idillio con Moratti finì l’11 marzo 2008, quando in conferenza stampa, all’ennesima delusione in Champions League (sconfitta con il Liverpool), il tecnico jesino tuonò: “Vi dico una cosa, e la dico in italiano perché tanto agli inglesi non interessa. Questi sono gli ultimi due mesi e mezzo per me sulla panchina dell’Inter, anche se ho quattro anni di contratto”. Lo ricordo come se fosse oggi. Quella sera al Mancio mandai un sms di stima e di coraggio che lui apprezzò. Per questo mi sento legato a lui, per quel filo di discrezione e di rispetto che entrambi abbiamo sempre avuto. Non so se riuscirà a rivitalizzare questa Inter (molti lo sperano), ma sarebbe sbagliato dare addosso a Mazzarri, che ha avuto il torto di allenare una squadra troppo al di sotto dall’immaginario nerazzurro. Il derby non è solo Inter, per fortuna. Il Milan ha la possibilità di staccare i cugini in classifica e dare il primo dispiacere al nuovo corso. Il sogno è di centrare l’Europa che conta, ma la realtà è troppo distante dalla fantasia. Si può guardare all’egemonia cittadina, per cominciare, poi è vietato farsi illusioni. Vincere il derby della Madonnina può aiutare a tirarsela un po’ di più il lunedì mattina, ma per il campionato fino alla fine sarà una lotta serrata contro chiunque. Mancini ha già anticipato tutti, mentre Inzaghi deve dare retta al suo presidente che vuole una vittoria a tutti costi. E’ il destino di ogni derby, che finalmente torna a novembre, il mese più giusto per una partita di questo significato. Freddo, umidità e tristezza e una città piena di lividi e malinconia per quel calcio dimenticato. Con in fondo una speranza… “buona come prima colazione, pessima come cena”.
DERBY DI FUOCO
Roberto Mancini
INTER (4-3-1-2)
S
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i riaccendono le luci di San Siro per un derby della Madonnina che si preannuncia equilibrato e ricco di spunti: innanzitutto c’è l’esordio di Mancini sulla panchina dell’Inter dopo l’esonero di Mazzarri che ha portato nuovo
portare a casa 60. Per i più tecnologici ricordatevi che attraverso il vostro Iphone, Smarthpone o Tablet potete scaricare le applicazioni
MILAN-INTER, TANTA ROBA LA QUOTA DELL’X Inzaghi tiene a battesimo il ritorno di Mancini
A per ripartire te mettere legna al fuoco per il duo Icardi-Palacio. Il derby della svolta, della ripartenza. Entrambe singhiozzano in questa prima frazione di campionato, i nerazzurri più dei cugini. Il Milan scenderà in campo con qualche certezza in più e con un gioco già collaudato da mesi, Mancini, invece, in otto giorni dovrebbe aver fatto il primo dei tanti miracoli che lo attendono fino a fine stagione. Inzaghi potrebbe schierare a centrocampo De Jong affiancato da Sulley Muntari. La gara di oggi vede il ritorno in campo, seppur dalla panchina, di Montolivo alla sua prima gara stagionale dopo l’infotunio grave subito alla tibia. In attacco Inzaghi ha l’imbarazzo della scelta. Escluso Honda, rientrato dagli impegni con la nazionale solo giovedì scorso, il posto da titolare se lo giocano
Fernando Torres e Jeremy Menez. In difesa dovrebbe rientrare Alex, a protezione di Diego Lopez fra i pali, e sulla destra resta ancora da capire se rientra Abate. Roberto Mancini, da canto suo, ha qualche gatto in meno nel sacco. Sicuramente la squalifica di Gary Medel peserà non poco e la giusta sostituzione sembrerebbe Zdravko Kuzmanovic, in considerazione anche dell’improbabile recupero di M’Vila. Per fortuna rientrano, forse, Hernanes e Guarin a formare la nuova coppia di centrocampo. Kovacic dovrebbe salire dietro le punte Icardi e Palacio (in alternativa Osvaldo). Nella difesa disegnata da Mancini non trova posto, almeno per ora, Vidic. La coppia centrale in difesa è Ranocchia e Juan Jesus. Dunque si attende il fischio di inizio per il 4-33 rossonero contrapposto al 4-3-1-2 nerazzurro.
entusiasmo ai nerazzurri, soprattutto ai tifosi, che ora credono con maggiore forza alla possibilità di lottare per il terzo posto: stesso obiettivo degli Inzaghi-boys che, dopo un inizio soddisfacente, sono incappati in qualche risultato negativo di troppo che li hanno riportati nella mischia per l’Europa. Derby dunque che può anche valere molto in chiave europea con i rossoneri che possono allungare sui cugini, in virtù del punto di vantaggio con cui si pre-
di diversi Concessionari di Gioco che vi permetteranno di scommettere live sull’evento. Il divertimento è assicurato ma ricordatevi di GIOCARE CON RESPONSABILITA’. Infine vi proponiamo le quote relative al ‘Primo Marcatore’ di Milan-Inter: per i nerazzurri favori del pronostico che vanno in direzione di Icardi e Palacio offerti intorno a 4,50 e 5,50, più staccati Kovacic (9,00) e Osvaldo (11,00), mentre tra i ragazzi di Inzaghi i più gettonati risultano essere
sentano all’appuntamento, mentre per Mancini c’è da ritrovare gioco e risultati per ricandidarsi alle posizioni che contano. Dicevamo di una gara equilibrata e quindi possibilità molto alte di pareggio con una quota, per il segno X, che gira intorno al 3,30. Vi proponiamo anche un ‘Risultato Esatto’, seguendo la scia del pareggio: proviamo con il 2-2, gol e spettacolo dunque, che è in lavagna intorno a 12 volte la posta: con 5 euro se ne possono
Menez e Honda a 4,25 e 4,50, seguiti da El Shaarawy a 5,50, più staccati Bonaventura (9,00) ed il Nino Torres che dovrebbe partire dalla panchina con una quota intorno a 11 volta la giocata. In bocca al lupo
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Un Derby Rompicapo
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iflettori accesi a San Siro per “il derby della Madonnina“. I rossoneri ospitano l’Inter, in un match cruciale per la classifica, che vede entrambe le squadre in lotta per un posto in Europa, oltre all’esordio in questa stagione di Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra. Le due milanesi non godono di ottima forma, e per i tifosi, in stagioni come questa, il derby vale ancora di più. Anche la lettura della biosituazione dei singoli gioca-
quoziente di 6,06 leggermente superiore a quello nerazzurro, risultano più tonici fisicamente. Anche dal punto di vista creativo e dell’umore personale il Milan con 6,15, fortemente galvanizzati dall’ottimismo del loro allenatore Pippo Inzaghi, dimostreranno in campo maggior
Rossoneri vittoriosi sui cugini
tori delle due squadre certifica uno stato medio di benessere psicofisico di 6,06 per entrambe le formazioni ipotizzate. Secondo questa lettura bioritmica, il pronostico più accreditato dovrebbe essere di parità. Sempre che i due allenatori, all’ultimo momento, non inseriscano gio-
grinta ed entusiasmo degli ospiti allenati dal nuovo trainer Roberto Mancini. Mentre sul fronte delle energie intellettive gli uomini di Erik Tohokir con 6,17 si dimostreranno più perspicaci ed insidiosi dei padroni di casa. Inoltre sotto il punto di vista intuitivo, i valori dei giocatori, che dovrebbero fare la differenza, risultano alquanto equilibrati. I più in quota risultano: Torres 6.45, Honda 6.48, Pazzini 6.46, De Jong e El Shaarawy 6.42 e sull’altro fronte abbiamo Palacio 6.50, Guarin 6.43, Osvaldo 6.40, Kovacic e Kusmanovic 6.42. Al campo dunque, l’ultima parola.
Fernando Torres il più in foma dei rossoneri
catori diversi da quelli da noi analizzati. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei singoli atleti, i rossoneri, con un
Rodrigo Palacio il più carico dei nerazzurri
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DUE VE A CONFR P
oco tempo per rivoluzionare una squadra che, in vista di un derby e della trasferta contro la Roma, necessiterebbe, più che di una rivoluzione, di un vero e proprio miracolo. Sette giorni per creare la terra che risultava informe, deserta ed avvolta dalle tenebre che ricoprivano l’abisso. Otto giorni, è andata bene a Mancini con un giorno in più a disposizione, per rivoluzionare una squadra che non vale neppure le scarpe di quella lasciata nel 2008. Dio benedisse il settimo giorno, a termine di tutte le fatiche, e lo consacrò. Se Mancini dovesse vincere il derby due sono le degne conseguenze, o viene consacrato o la prossima sfida se la deve giocare direttamente con qualcuno di decisamente più sacro della squadra di Silvio Berlusconi. Certo, anche il Milan non è messo benissimo. Entrambe le squadre, lontane dalla zona Europa, settima e ottava in classifica, puntano sulla stracittadina per ripartire. Roberto Mancini si affiderà al 4-3-1-2, finalmente non vedremo più in campo l’incomprensibile 3-5-2mazzarriano, per recuperare una squadra in crisi di identità che non ci credeva più e che ha perso il gusto di vincere, di convincere non si può proprio parlare. Filippo Inzaghi, al suo primo derby da allenatore, conosce bene il calibro di Roberto Mancini e sa di sfidare colui che ha messo in bacheca, nella precedente esperienza in nerazzurro, ben tre scudetti consecutivi. Questo posticipo della 12° giornata terrà tutti, anche in non tifosi della benamata, incollati alla televisione. La cu-
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ERITÀ A RONTO riosità è troppo forte, tutti, anche i meno calciofolai, non vogliono rinunciare alla possibilità di urlare che il problema non era Walter Mazzarri ma l’intera squadra da cestinare. Sicuramente il problema dell’Inter nelle precedenti 11 giornate non era solo il tecnico di San Vincenzo, ma Mazzarri ha tutta la colpa di non essere riuscito a tirare fuori nulla di buono da nessuno dei giocatori a disposizione, sbagliando ogni sostituzione e terrorizzando i calciatori con la crisi di risultato. Il terrore di scendere in campo dei nerazzurri è tutto merito di Walter Mazzarri, questo è un dato di fatto. Questa sera derby nuovo, Inzaghi, che gode della massima fiducia dell’ambiente rossonero, avrebbe gradito giocarsela con Mazzarri, sono mesi che studia il suo non gioco e già gustava la vittoria. Alla luce dei cambiamenti in casa dei cugini le probabilità di vincere la partita restano ancora molto alte, ma Mancini gli renderà la vita difficile, il Milan dovrà sudarli questi tre punti. La voglia di tornare a San Siro è grande, i tifosi di entrambe le formazioni vogliono godere della sfida tra due rappresentanti del nostro calcio molto stimati, sarà sicuramente un grande derby al di là del risultato. Il ritorno di Mancini in casa nerazzurro ha sicuramente ravvivato le aspettative. Roberto Mancini, all’undicesimo derby in nerazzurro tra vecchia e nuova panchina, ci metterà l’anima per vincere questa partita pur consapevole di avere ereditato una squadra che fa acqua da tutte le parti. Il risultato più accreditato risulta essere il segno x.
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Mancini e i derby, una lunga storia domenica 23 novembre 2014
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Luigi Rubino
ancora Mancio
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avvero, si potrebbe scrivere un libro sui numerosi derby disputati da Mancini sia da calciatore che da allenatore in tutta la sua carriera. La prima grande emozione il Mancio la prova a 18 anni quando il 28 novembre del 1982
mette a segno il suo primo gol in serie A con la maglia della Sampdoria, diventando poi in breve tempo non solo il beniamino dei supporter blucerchiati, ma an-
che il protagonista in primis dei 16 derby disputati contro il Genoa. Suo è infatti l’anno dopo il secondo gol che sancisce la vittoria della Samp contro i grifoni per 2-1, dopo un’autorete di Faccenda, e sempre sua è la rete decisiva che consente alla “Doria” di superare nell’ottobre del 1989 i cugini genovesi. L’ultimo centro di Mancini nel derby della Lanterna è datato 15 marzo 1992 (2-2) con pareggio siglato a pochi minuti dalla
fine. Negli anni successivi il passaggio alla Lazio non scombussola le abitudini del Mancio che non perde il vizietto del gol nella classica sfida del Cupolone
WALTER MAZZARRI
DELUSO DI MORATTI
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contro la Roma. Con la maglia biancoceleste Mancini disputa sei derby, a partire dalla stagione 1997/98. La sua prima gioia contro i giallorossi arriva il 1 novembre del 1997, quando mette a segno la sua prima rete, contribuendo così alla larga vittoria (3-1) della sua squadra nella sfida contro i cugini. I dispiaceri che regala Mancini ai giallorossi continuano l’anno dopo, quando il fantasista laziale con un pallonetto da fuori area realizza il terzo gol nella stracittadina vinta poi con il sonoro punteggio di 4 a 1. Memorabili sono anche le sue due reti (una delle quali di tacco) del 29 novembre 1998, in LazioRoma, conclusasi con uno spettacolare 3-3. La parabola dei suoi successi nei derby ha una fase discendente quando nel biennio di panchina come allenatore della Lazio non riesce a battere la Roma. La partecipazione di Mancini ai derby riprende da allenatore a partire dalla stagione 2004 fino al 2008, quando sulla panchina dell’Inter sfida il Milan, regalando però ai supporter nerazzurri, solo 4 vittorie, su 8 gare disputate contro i rossoneri. In Inghilterra, sulla panchina del Manchester City, a partire dal 2010 fino al suo esonero, (13 maggio 2013), il Mancio partecipa a 10 derby tra campionato, League Cup, Fa Cup e Community Shield. Cinque sono le sfide collezionate dal tecnico nella Premier League, (campionato di serie A inglese) contro
i Red Devils dello United, sconfitti soltanto in due occasioni. Le ultime emozioni del derby, il tecnico di Jesi le ha vissute lo scorso anno in Turchia, sulla panchina del Galatasaray, affrontando ben quattro squadre di Istanbul: Besiktas, Fenerbahce, Istanbul B.B. e Kasimpasa. Ora l’avventura dei derby per il tecnico marchigiano ricomincia dal club di Thohir. Auguri Mancio!
erché mai un tecnico, o pseudo tale, dovrebbe fare qualcosa di diverso dal piangersi addosso? Fa bene Walter Mazzarri ad essere deluso dell’Inter, di Massimo Moratti e del mondo pallonaio in generale. Quale società dovrebbe prendere uno pseudo allenatore che per primo ha deluso ogni aspettativa. Il signor Mazzarri fa bene a piangersi addosso, non deve preoccuparsi di alzarsi all’alba
per guadagnare la cosiddetta pagnotta, ci pensa l’Inter a dargli da mangiare garantendogli un lauto compenso, per non fare nulla, fino al fatidico 30 giugno 2016. I presidenti di tutte le squadre italiane ringraziano Massimo Moratti e l’Inter per essere riusciti a tenerlo lontano dal calcio, almeno quello giocato, per un po’ di tempo, anche perché mancherà a pochi.
Consiglia
amarcord domenica 23 novembre 2014
Mario Balotelli con i colori nerazzurri 2007-2010
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SuperMario al Milan dal 2013
Andrea Poli in nerazzurro 2011-2012
Andrea Poli al Milan dal 2013 Christian Vieri all’Inter dal 1999 al 2005
Christian Vieri al Milan nella 2005-2006 Antonio Cassanonell’unica stagione nerazzurra 2012-2013.
Antonio Cassano al Milan nella stagione 2011-2012
Gianpaolo Pazzini all’Inter 2011-2012
Roberto Baggio all’Inter dal 1998 al 2000
Gianpaolo Pazzini al Milan dal 2012
Il ‘divin codino’ in rossonero dal 1995 al 1997
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ospiti
La Beneamata ricomincia da tre Mancini e i debutti in corso
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erti articoli, per quanto uno voglia essere neutrale, non si vorrebbero mai scrivere, se non fosse per il sacrosanto dovere professionale. Mi tocca l’Inter, questa settimana, la squadra che hai nel cuore da quando sei nato e con la quale sei cresciuto, fino a diventare giovanotto della terza età. Volano e si accavallano nella mente i ricordi dei tanti trionfi mondiali, rivedi in successione i campioni di nome Mazzola, Corso, Picchi, Facchetti ed di tutti gli altri che, anche in anni più recenti, hanno fatto grande una Società e la sua squadra. Non sono sbiaditi questi ricordi, né sfumate le belle sensazioni o il profumo delle vittorie, ci mancherebbe altro, ma ora il cuore è gravido di dispiaceri che fai fatica a lenire, sebbene ti torni in mente, come una piacevole ossessione “AMALA” del famoso inno. E’ proprio per questo che bisogna sforzarsi per capire i motivi di un declino inesorabile, reso tale dalla Società, dopo il clamoroso Triplette da sogno. Con questa, la squadra raggiungeva l’apice, a coronamento di tanti anni di presidenza Moratti. Bisognava capire, e non era difficile, che quel ciclo fosse giunto al termine, anche se aveva richiesto l’impiego di ingenti capitali, cui non sempre hanno corrisposto acquisti di giocatori di comprovato valore. Da via Durini, sono passati eserciti di scartine che non avrebbero dovuto mai mettere un solo piede sull’erba di San Siro. Eppure, si è continuato sempre con gli stessi errori. Per colpa solo di Moratti o anche del suo staff tecnico, incapace di distinguere una capra da una pecora? Di entrambi, anche se al presidente va sempre ascritta, quasi come giustificazione, la sua grande passione di tifoso che gli impediva di capire bene cosa stesse succedendo intorno a lui. I primi anni si era circondato dei migliori vecchi giocatori dell’Inter di papà Angelo, per continuare a tessere quel “fil rouge” dell’affetto di famiglia. Sandro Mazzola, come AD, aveva cominciato un buon
Il presidente dell’Inter Erich Thohir e Massimo Moratti lavoro, ma per incomprensioni, chiamiamole pure così, la compagnia si è sciolta senza rancore. Da allora, tanti sono stati i tentativi di ricostruire la grande Inter e con Mancini in panca e fior di giocatori giusti, finalmente Moratti ha potuto assaporare la gioia dello scudetto, che mancava sulle casacche nerazzurre da molti anni ed inseguire anche il sogno cominciato in una magica notte di maggio, al Prater di Vienna. Sempre per le solite incomprensioni, anche il Mancio, però, salutava tutti dopo aver lasciato in eredità ben tre scudetti, per consegnare la squadra, una bella squadra, a Mourinho, quello giusto al momento giusto. Due anni gli son bastati, infatti, per riportare l’Inter in vetta al mondo, con lo storico Triplette e Moratti Massimo quasi alla pari di suo padre Angelo. Missione compiuta, dunque, ma a che prezzo, a caro prezzo, se i conti societari si tingevano sempre più di rosso, profondo rosso. Questo è stato per la Società il momento cruciale della sua storia recente: come recuperare il gran passivo, vendere o non vendere qualche gioiellino di casa? Momenti di forti tormenti, che non hanno portato a decisioni drastiche, quelle che il paziente popolo nerazzurro era disposto a giustificare. La stessa notte di Madrid che ha visto la fuga, annunciata, di Muorinho, Moratti avrebbe dovuto già vendere tutti i suoi pezzi da 90, i cari giocatori ad un ottimo prezzo, perché ormai spolpati per fare cassa,
riassettare il disastroso bilancio e iniziare anche un nuovo corso, con giocatori giovani, dopo i previsti anni di rodaggio. Lo suggeriva la logica e lo imponeva il cassiere. Invece niente, solo nuovi allenatori, tanti, senza nessun buon risultato raggiunto, se non l’umiliazione di non poter partecipare, dopo anni ed anni di gloria, nemmeno ad una competizione europea. La Famiglia Moratti, a cui si deve tributare la massima stima ed il più grande riconoscimento, non nascondeva il suo disappunto per la situazione economica che non poteva più basarsi sulle risorse petrolifere in crisi e costringeva il caro rampollo a cercare un compratore. La Milano industriale non rispondeva, cosa che non avrebbe mai fatto fino a qualche decennio prima, quando i cummenda meneghini avevano il portafogli gonfio di danè oltre all’orgoglio cittadino. Niente di tutto questo, fino a quando, dall’estremo oriente non nasceva un inaspettato sole dal nome Thohir, magnate indonesiano, ben disposto a spalmare i suoi affari anche nel calcio italiano, pur sapendo che avrebbe dovuto dissanguarsi per sedersi sulla poltrona più prestigiosa di corso Vittorio Emanuele, E’ coraggioso, oltre che ricco, e l’operazione Inter veniva conclusa felicemente anche se con la decisione dolorosa di Massimo Moratti di lasciare tutto, tranne le sue azioni, e pensare ad altro, dopo aver confezionato un bel pacchetto al ‘piccoletto’ e simpatico asiatico:
una squadra pessima, affidata ad un allenatore mediocre, da serie inferiore. C’è sconcerto per questo, per una squadra come vascello senza nocchiere, senza porto da raggiungere, in perenne balia delle onde. Era l’Inter di Mazzarri, una ciurma male assortita, sempre pronta a capitolare in ogni momento, cosa che non fa piacere né al malcapitato armatore né al tifosi interisti che, sempre più, abbandonano il Biscione al suo destino, in attesa della soluzione finale. Ora sarà sempre quella stessa Inter, affidata, in fretta e furia, alle cure urgenti di Roberto Mancini, che torna sulla panchina che lo ha visto tre volte vincitore, ma pur sempre nello stesso ambiente a cui ha sbattuto la porta in faccia. E’ una soluzione pasticciata, quasi nevrotica, che non porterà lontano, perché la materia prima è sempre la stessa. Come si suol dire: ai posteri l’ardua sentenza. Questa è l’Inter che il Diavolo avrà di fronte stasera nella bolgia di San Siro, quello che potrebbe essere un bocconcino facile da ingoiare, se non fosse che esso stesso non ha più le corna taglienti di una volta. La cosa fa ben sperare i cugini, quelli in maglia nerazzurra per cui , in verità, si è disposti a soffrire ancora, finchè un nuovo sole scalderà gli animi di Thohir e degli indomiti Bauscia del mondo intero. Sursum corda. F.C. Internazionale, la gloria ti arriderà ancora, come è scritto in quel cielo di stelle, che ti vide nascere nelle sale dell’Orologio, nel lontano 1908.
areggio, vittoria e sconfitta. E’ questa la sequenza di Roberto Mancini quando subentra su una panchina a campionato in corso. Il pareggio lo ha ottenuto con la Fiorentina nel febbraio 2001 quando subentrò a Terim: 2 a 2 con il Perugia al Curi e molte lodi per i cambi azzeccati. A quell’epoca Mancini non aveva ancora l’abilitazione ad allenare rilasciata dal centro tecnico di Cover-
basi per riportare al successo il City cosa che avvenne puntualmente al suo secondo con i citizens. Infine il terzo debutto avvenne con il Galatasaray lo scorso anno dove perse all’esordio 2-1 contro l’Akhisar. Nonostante il risultato amaro Mancini con i turchi si è tolto la soddisfazione di centrare gli ottavi di Champion League, eliminando la Juventus sotto la neve di Istanbul e di vincere poi la Coppa di Turchia il 6 maggio scorso battendo per 1-0 l’Eskişehirspor grazie a una rete di Wesley Sneijder. Il quarto debutto
ciano ma a maggio vinse la Coppa Italia, diplomandosi prima sul campo e poi sui banchi di scuola. Il secondo debutto a stagione iniziata avvenne con il Manchester City dove vinse la gara d’esordio contro lo Stoke City: un rotondo successo per 2 a 0. In quella stagione Mancini mise le
in corso avviene oggi sulla panchina interista e nel derby di Milano: partita difficile e dalle mille sfaccettature. In ogni caso viste le premesse i tifosi interisti sperano di raccogliere qualche trofeo tra maggio e giugno quando si giocheranno le finali dell’Europa League e della coppa Italia.
riflessioni
Marco Papetti
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Arrivano i bomber gol in campionato, il faraone lo ha segnato proprio nel derby disputato il 24 febbraio 2013 e conclusosi poi in parità (1-1). L’altra punta attesa ancora dai
tifosi milanisti è senza dubbio Torres. Lo spagnolo arrivato in Italia con propositi bellicosi finora, diciamo la verità, ha chiaramente deluso, anche se qualche attenuante a “El Nino” va concessa dopo l’infortunio, con trauma distorsivo, rimediato alla caviglia, prima della gara di campionato di metà settembre contro il Parma. L’ultimo gol realizzato dal giocatore in campionato risale addirit-
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hi saranno i bomber che vedremo in campo nel 161° derby della Madunina? Un dei protagonisti attesi sulla sponda rossonera è senza dubbio Stefan El Shaarawy che, riassaporato il gusto del gol domenica scorsa contro la Samp e rigenerato dalla buona prova fornita in Nazionale, farà di tutto per intossicare la domenica ai tifosi nerazzurri e a Mancini, tornato dopo quattro stagioni sulla panchina dell’Inter. Particolare curioso: l’ultimo
tura a due mesi, nella gara del 23 settembre contro l’Empoli. Speranze di scendere in campo nutrono anche Honda e Menez. Il giapponese, rimasto in panchina nell’ultima stracittadina dello scorso maggio, questa volta potrebbe finalmente scendere in campo, dando vita ad un interessante duello con il suo connazionale Nagatomo, vestito di nerazzurro. Per il francese, invece, dopo il calo di
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Luigi Rubino
forma evidenziatosi nelle ultime gare, non sarà facile riconquistare un posto nel derby, anche se non sono da escludere decisioni a sorpresa di
Inzaghi. Sul fronte Inter, Mancini potrà contare in attacco su tre spietati killer, ma solo due, molto probabilmente, Icardi e Palacio, giocheranno dall’inizio. Osvaldo comunque è pronto e non è escluso che il tecnico di Jesi lo butti nella mischia durante il match. I tifosi nerazzurri si augurano inoltre che la presenza in panchina di Mancini, possa risvegliare “El Trenza” giocatore molto adatto al 4 – 4 – 2, capace di coprire non solo gli spazi, ma anche di andare in rete, anche se quest’anno in verità l’attaccante argentino di reti finora non ne ha ancora messe a segno. Con il Mancio all’Inter comunque la parabola di rendimento dell’argentino dovrebbe riprendere a salire, anche se quest’anno la coppia Osvaldo ( 4 gol)Icardi,( 7 reti ), quando è stata possibile vederla in campo, non ha fallito.
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Marjlja Bisceglia
Infermeria rossonerazzurra
L
’infermeria rossonera si è svuotata, resta
un punto interrogativo sul perno del centrocampo Ni-
Inzaghi dovrà fare a meno
gel De Jong, resta da capi-
di Bonera, non per proble-
re se ha recuperato il pro-
mi legati all’infermeria ma
blema muscolare da cui è
per la giornata di squalifica
stato colpito in ritiro con
rimediata, e forse di Abate
l’Olanda. Recupero tota-
per Tendinopatia achillea.
le per Sulley Muntari e la
In casa Inter si vede girare
notizia più bella, sotto il
ancora qualche benda. Al
profilo sportivo, riguarda
di là dell’esclusione di Gary
Riccardo Montolivo che
Medel, squalificato per un
potrà tornare a giocare, se
turno, è certa l’assenza di
le cose vanno bene gioche-
Riccardo Montolivo, torna il capitano
rà già oggi la stacittadina.
O
rmai non stupisce più nulla di quanto accade in casa Inter. Dopo la decisione lampo, ufficialmente maturata in una notte, presa dal presidente Erick Thohir di sollevare dall’incarico ormai ex tecnico Walter Mazzarri, non ci stupirebbero altre idee coltivate, rigorosamente di notte, per rinforzare la società a beneficio della squadra. Dopo il ritorno di Roberto Mancini sulla panchina nerazzurra, si vocifera ancora un ritorno, questa volta in società, di Ernesto Pellegrini, già alla presidenza
M’Vila che non è riuscito ancora a recuperare la dell’Inter dal 1984 al 1995. Il ritorno di Pellegrini porterebbe sicuramente denaro utilissimo alla società. L’ex presidente starebbe pensando ad una cordata di imprenditori che potrebbero rilevare una parte delle azioni di Massimo Moratti, sempre più lontano ormai dalla società ma non dall’Inter. State a vedere che questo signore indonesiano non è proprio uno sprovveduto! Le studia di notte attuandole all’alba. Se ci riesce, almeno il titolo di grande imprenditore gli va riconosciuto.
lesione al collaterale del ginocchio. Dovrebbero abbandonare l’infermeria sia Hernanes che Fredy Guarin. Ancora fuori Campagnaro per affaticamento muscolare, dovrebbe rientrare in rosa per fine mese. E’ da valutare ancora lo stato di salute di D’Ambrosio (lesione al legamento collaterale) e di Jonathan fermato da un affaticamento muOsvaldo pronto per il derby
scolare, anche lui dovrebbe rientrare per fine mese.
BEPPE BARESI SALUTA L’INTER?
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92 presenze da giocatore, due scudetti, due Coppe Italia, una Coppa UEFA, una Supercoppa Italiana e i trionfi con il comandante in capo Mourinho, prima ancora con lo stesso Mancini, non hanno mai portato Beppe Baresi alla guida della prima squadra. Il ritorno del Mancio l’ha costretto a fare le valige? Probabilmente la vecchia ruggine tra i due non si è mai sciolta. Nello staff di Mancini non ci sarebbe posto per lui, in un primo momento si è ipotizzato la sostituzione con Lele Adani, ma Mancini non vuole fare nulla di scontato. Un amore che dura da oltre trent’anni, come giocatore dal 1977 e
dal 1997 come allenatore, può veramente finire così e con il rimpianto di non aver mai occupato la panchina nerazzurra da Mister in prima? Le smentite arrivano dal diretto interessato che dichiara, giustificando il polverone innescato dalla figlia sui social network e con l’intervista rilasciata, di non essere stato licenziato dall’Inter e che resta in attesa di conoscere solo i dettagli del suo nuovo incarico dall’incontro che avrà con Piero Ausilio e Marco Fassone. Al grande cuore nerazzurro Beppe Baresi, se dovesse lasciare la società, l’augurio di tanti successi, seppur in forza ad altri colori, consapevoli, però, che il suo cuore pulserà sempre linfa nerazzurra.
Milan Club Dolomiti
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l Bar Meeting di Predazzo è stato scelto da oltre 200 milanisti per la festa del Milan Club Dolomiti per celebrare il 35° anno di fondazione. Il sodalizio rossonero è stato costituito il 28 settembre 1984 a Carano ed oggi conta oltre 100 soci attivi che, ognuno per la parte di
interessa tutta la vasta zona dolomitica. L’occasione del prestigioso traguardo raggiunto è servita anche ad inaugurare la nuova sede del club, avvenimento culminato con un ricco buffet e con l’appuntamento annuale della castagnata, durante la visione su maxischermo della partita di
domenica 23 novembre 2014 ris Paluselli, in collaborazione con il delegato regionale AIMC Nico Mercuri ha fatto arrivare da Milano la Coppa Champions League, evento unico per Fiemme e Fassa. Ad accompagnare il Trofeo europeo sono venuti appositamente da Milano Roberto Buongiorno e Vincenzo Trovesi, membri del consiglio direttivo dell’AIMC. Il presidente Paluselli, preso come non mai nell’organizzazione della manifestazione , nel suo discorso ufficiale rivolto ai presenti , non ha nascosto la sua gioia per il i trent’anni del Milan Club, ha ribadito la fiducia di tutti i soci sia nella squadra che alla Società, anche se non ha fatto mancare qualche benevolo rimbrotto al giovane Filippo Inzaghi, per i risultati poco convincenti finora raggiunti dal Milan, sebbene le tante promesse profuse in quantità ad inizio campionato. Il presidente, ovviamente, si è augurato che non si ripeta una seconda storia tipo Seedorf, che vedrebbe ridimensionata la nuova politica della Società ed il valore degli stessi
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mo ordine alle affezionate tifoserie che, seppur lontane da Milano, non fanno mai mancare il loro sentito vita di club
giocatori. Durante tutta la serata, si è proceduto alle iscrizioni ed al rinnovo delle tessere per l’ano appena cominciato, per cui i soci hanno ricevuto in omaggio, come gadget, un ombrello rossonero personalizzato. Il delegato regionale e presidente del Milan Club Bolzano, che quest’anno festeggia 50 anni di vita ed è il Milan Club più longevo d’Italia, ha consegnato a Paluselli una targa ricordo. Lo stesso Paluselli ha anche premiato con un grazioso omaggio rossonero gli unici 8 soci fedelissimi, che da 35 anni fanno parte del Club, dopo averli ringraziati per il loro contributo che, in queste occasioni, non è mai bastevole: Renata Bonelli, Mario Mich, Natale Demattio, Martino Paluselli, Francesco Zaopo, Dario Simonazzi.
MILAN CLUB CANEGRATE
Milan Club Iraq ed Ungheria
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Q propria competenza, si prodiga al massimo per tenere in vita una realtà sociale e sportiva che
campionato Sampdoria-Milan. Per l’importante occasione il direttivo, presieduto da Lo-
ed appassionato apporto di tifo alla squadra del Diavolo. Complimenti vivissimi.
uesto omaggio fotografico è dedicato alle tifoseria di due paesi esteri, l’Iraq e l’Ungheria, con estremo piacere in considerazione dei tanti sacrifici che i sodalizi affrontano per le trasferte, che spesso organizzano per vedere il
Milan a San Siro. Di questo ne sono ben consapevoli anche l’Associazione Italiana Milan Club e la stessa Società che, in ogni occasione possibile, hanno sempre dato la loro massima disponibilità per garantire un’accoglienza di pri-
Prima e dopo la partita... Vino, birra e il gusto di un panino espresso
port e Solidarietà sono sempre state le basi sulle quali hanno operato i tifosi rossoneri del Milan Club Canegrate. E’ successo ancora quest’anno, quando è stato organizzato il 2° Trofeo dell’Amicizia, con il prestigioso patrocinio dell’Amministrazione comunale, a dimostrazione di come il Milan Club ricopra un importante ruolo sociale che accomuna tutta la cittadinanza, anche tra tifosi di altre squadre. Il torneo, seguito da un pubblico numeroso ed appassionato, ha visto impegnate 3 squadre giovanili, che hanno vestito le
Trofeo è stata dedicata a Fabio Vagliati, il socio del Milan Club impegnato anche nel C.S.E Città Del Sole e scomparso a Dicembre 2013. Uno dei momenti più toccanti della giornata è stata, infatti, la consegna di una targa celebrativa ai genitori dell’indimenticato Fabio, da parte del sindaco di Canegrate, Roberto Colombo, che ha ringraziato i dirigenti del Club per la perfetta organizzazione dell’evento sportivo che fa onore a tutti i cittadini di Canegrate, che hanno risposto in massa ad una bella festa di sport. L’assessore allo sport, Matteo
maglie del Milan Club di Canegrate (vincitore del torneo), dell’Inter Club di San Giorgio su Legnano e dello Juventus Club di Canegrate. Tutte le gare sono state avvincenti e giocate nel rigoroso rispetto della deontologia sportiva, fatto che è stato sottolineato con piacere dagli organizzatori. La seconda edizione del
Modica, ha premiato tutti i concorrenti del Torneo, che ha contraddistinto una magnifica giornata trascorsa all’insegna dello sport sano e dell’amicizia. Il ricavato della giornata e dell’asta della maglia autografata del Milan è stato donato al Gruppo Genitori della Città del Sole.
domenica 23 novembre 2014
L’INTER FA NOVE IL MARSIGLIA PROVA A RIALZARE LA TESTA 12
IL MILAN DA SPETTACOLO
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l campionato Primavera TIM vede l’Inter suonare la nona sinfonia, anche il Sassuolo di Mandelli si è dovuto arrendere all’inarrestabile corsa nerazzurra nonostante la grinta ed il carattere messo in campo. Inter-Sassuolo 1-0 e chiude
in cassetto la nona vittoria consecutiva, nove successi su nove gare disputate. Il gol di Sciacca al 40’ permette all’Inter di restare in testa alla classifica del Girone B a punteggio pieno. In questa gara, però, i nerazzurri hanno faticato parecchio, sfortunato Puscas che all’80’ colpisce il palo, nonostante le evidenti difficoltà dei neroverdi nella ripresa. L’Inter si porta a 27 punti lasciando il Sassuolo a quota 14. Oggi alle
campionato primavera
14.30 la capolista ospiterà il Brescia fermo in ottava posizione in compagnia del Pescara a 11 punti. Per il Milan, invece, dopo la prima sconfitta arriva anche il primo pareggio contro un’Udinese che non ha mollato fino alla fine. I rossoneri, bravi a rimontare il doppio svantaggio. Al gol di Jaadi, subito grazie anche alla distrazione della difesa milanese, risponde Vassallo al 34’ servito magistralmente da Hachim Mastour.
Prtajin riporta in vantaggio i bianconeri ancora grazie alla difesa rossonera che lo lascia solo in area di rigore. Al 29’ del s.t. De Santis raddrizza la partita riacciuffando il pareggio ed il nuovo entrato Fabbro all’80’ porta finalmen-
te in vantaggio la squadra rossonera. La partita sembrava chiusa ma a 5’ dalla fine ci pensa Magnino a riportare in parità il risultato. Il Milan torna da Udine con un 3-3 che sta un po’ stretto ma consapevole di aver dato spettacolo. Oggi se la giocheranno tutta contro la Virtus Lanciano nella speranza di riuscire a rosicchiare qualche punto dei 9 che li separano dai cugini che inseguono solitari in seconda posizione.
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n francia il Marsiglia, battuto due settimane fa dal PSG, prova oggi a difendere il primo posto affrontando al Velodrome il quotatissimo Bordeaux, attualmente in quarta posizionedietro il Lione. Lione che ieri ha affrontato la difficile trasferta di Bastia. Sempre in giornata difficile viaggio per il Saint Etienne a Nantes dove c’è in palio il quinto posto. Riflettori puntati anche a Mont Pellierdove arriva il Tolosa, reduce dalla travolgente vittoria di quindici giorni fa col Metts che venerdì ha incrociato le armi col PSG. Rinviata, invece, al 7 gennaio Lille-Evian. In Liga occhio alla mini trasferta casalinga del Valencia, terzo in classifica, ospite del Levante, squadra con l’acqua alla gola penultima in classifica. A proposito di bassifondi il Cordoba, fanalino di coda, andrà in trasferta a Elche un gradino più sopra
estero
in graduatoria. Da seguire il Vila Real che ospita l’ostico Getafe. Ieri le due leader del campionato Real Madrid e Barcellona hanno incrociato invece le armi rispettivamente con l’Eibar e il Siviglia. Domani attesa per Granada e Armeria, formazioni invischiate nella palude della bassa classifica. In Bundesliga procede la marcia trionfale del
Bayern Monaco tallonato a distanza dal Wolfsburg e dal sempre più sorprendente Moenchengladbach. Due partite ad alta tensione per l’Amburgo e lo Stoccarda, clamorosamente ultima e penultima in classifica. L’Amburgo dovrà vedersela col Werder Brema, altra delusione della Bundesliga insieme al Borussia Dortmund. Lo Stoccarda ospiterà invece l’Augusta. In Premier League continua la marcia del Chelsea di Mourinho, sempre con il Southampton, quest’ultimo di scena domani sera a Birmingham contro l’Aston Villa. La squadra, dove milita il nostro Pellè, è avanti addirittura di quattro punti sui campioni in carica del Manchester City che ieri hanno ospitato i Gallesi del Swansea. Oggi a Londra il Liverpool affronterà il Crystal Palace mentre il Tottenham sarà in trasferta a Hull.
domenica 23 novembre 2014
giù al nord
Fiore Marro
A
nche io faccio l’allenatore, certo dal punto di vista amatoriale, con “materiale” senza grosse pretese né chissà quali risultati da raggiungere; ho sempre avuto, e questa rimane l’unica cosa che mi accosta al Maestro Zdeněk Zeman, squadre da costruire o da svezzare o da ricostruire, del boemo adoro i suoi schemi offensivi, il modo in cui prepara atleticamente i suoi calciatori, il suo modulo tattico 4-3-3, il criterio di come fa avanzare i terzini con quelle sovrapposizioni a ripetizione, il suo sistema con le ripetute verticalizzazioni e soprattutto il far giocare con la palla bassa; un gioco coraggioso che fa il paio con quello di Rafa Benitez che ha comunque trasformato la squadra del Napoli rendendola forse la più europea delle compagini del campionato nostrano. Questo loro modo di stare in campo è entusiasmante ma come allenatore non ho mai giocato a quel modo,
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Il bello del calcio: Catenaccio o calcio Champagne?
io adotto da sempre l’italianissimo 4 – 4 – 2 con una delle due punte a dare manforte anche in fase difensiva, e c’aggià fà? Non amo prendere gol; quella dei due tecnici stranieri è una visione del gioco del pallone che una volta chiamavamo “alla garibaldina” perché implicava per il football o perlomeno per la concezione del calcio dei Vittorio Pozzo, Enzo Bearzot e Marcello Lippi, un modo di affrontare l’avversario troppo alla carlona, senza tattica difensiva, un modo eccessivamente grossolano per quel che riguarda la protezione della porta. Chissà chi ha ragione, tra questi tecnici stranieri del cosiddetto “calcio champagne” e i nostri cari “catenacciari” che in fondo, almeno quelli che ho citato, sono stati campioni del mondo con la squadra azzurra dell’Italia. Benitez e Zeman sono coach seppure stranieri che comunque sono riusciti a affermarsi in Italia e sono allenatori che da sempre imprimono il loro credo, ottenendo
Vittorio Pozzo, quando il calcio mondiale parlava italiano
affermazioni importanti anche se il successo del boemo rimane quello dello scopritore di talenti in erba mentre per lo spagnolo le vittorie sono stati trionfi rilevanti come la Champions e i campionati vinti in giro per il mondo. Domenica a Napoli ci sarà il confronto tra i due mister, sarà di sicuro una partita molto spettacolare. Zeman affronterà gli azzurri a viso aperto, quindi sono convinto che assisteremo ad un grande spettacolo, Benitez non vorrà essere da meno, ci sarà una grande festa al San Paolo, salite anche voi sulla giostra e veni-
te a divertirvi, sarà un’occasione unica. Il Napoli tra le tante cose buone da sottolineare, come l’ ottima zona raggiunta in classifica che ripensando ai rigori sbagliati da Gonzalo Higuain sembra anche stretta, buono anche il fatto che nelle ultime tre gare non abbia subito reti e con la coppia d’attacco in un momento magico si è ritrovata però senza esterni alti a sinistra, fossi il tecnico dei partenopei proverei a utilizzare in questo ruolo Jorginho Frello, perché avendo il senso del gioco d’attacco dei brasiliani e avendo l’esperienza sul campo del mediano
potrebbe essere la variabile virtuosa per sostituire Insigne e Mertens. A Napoli Zeman rimase pochi mesi da allenatore, fu un anno terribile per noi tifosi che a fine stagione subimmo l’onta della serie cadetta e che poco tempo dopo ci vide sparire dal circuito dell’élite del calcio nazionale fino a sprofondare nel fallimento e nell’inferno della serie C. Lo scontro con gli isolani
che ricordo con diletto e visto con gli occhi del tifoso, fu in trasferta, al Sant’Elia nella stagione 2010- 2011 era una sera del 10 novembre, ci fu uno straordinario gol di Ezequiel Lavezzi che al 94° e quindi a partita agli sgoccioli, con un contropiede insaccò un gol memorabile smarcato con un lancio da manuale di Cavani, il Pocho realizzò una rete indimenticabile.
L’esultanza di Lavezzi dopo un gol al Cagliari
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MANCINI SFIDA INZAGHI
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uve e Roma stanno facendo un campionato a parte. I bianconeri di Allegri ieri sera hanno incrociato le armi con la Lazio mentre i giallorossi di Garcia sono andati a Bergamo ad affrontare l’Atalanta, quest’ultima alla ricerca di conferme dopo i due ottimi pareggi con Napoli e Torino. Detto questo, ecco affacciarsi questa sera a San Siro il derby della Madonnina, una sfida che in altri tempi era definita il massimo del calcio per quanto concerne le squadre del nostro campionato. Ci fosse stato ancora Mazzarri alla guida dei nerazzurri probabilmente sarebbe stato un derby sottotono, ma
siccome alla guida della beneamata è stato richiamato Mancini da Thohir al posto del mister livornese cacciato dopo il pareggio casalingo col Verona, ecco che d’incanto il match di oggi diventa infuocato richiamando allo stadio il pubblico delle grandi occasioni capace di catapultare gli entusiasmi alla pari di qualche anno fa quando le due squadre viaggiavano ai vertici dell’Europa e non solo. Inzaghi sa benissimo che con Mancini la musica è cambiata in casa interista e nelle ultime ore si è messo
betto e di conseguenza ha catechizzato i suoi giocatori invitandoli alla massima attenzione. Le squadre alle spalle del terzetto principe, cioè Sampdoria e Genoa, dovranno misurarsi la pressione, la prima col Cesena al Manuzzi, la seconda a Marassi con un Palermo rigenerato da Iachini grazie al colpaccio di San Siro col MIlan di inizio mese. Da seguire con interesse la trasferta della Fiorentina al Bentegodi con l’Hellas Verona e dell’Empoli a Parma dove l’undici di Donadoni è alle prese con un’allarmante crisi societaria.
a studiare attentamente le soluzioni migliori per mettere il bavaglio ad Handanovic e compagni in questa stracittadina che potrebbe regalare sorprese a non finire, anche in prospettiva futura. Tornando alla classifica il Napoli ospitando il Cagliari può confermarsi terza forza del torneo ma con Zeman, di questi tempi, c’è poco da stare tranquilli anche se nell’ultima trasferta dei sardi a Roma con la Lazio le cose non sono andate proprio benino, Benitez sa che Zeman potrebbe fargli uno sgam-
FLOP CON LA CROAZIA, BENINO CON L’ ALBANIA occhio... alla nazionale
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unto guadagnato o punto perso con la Croazia? La domanda è pertinente perchè l’ItalConte a San Siro sette giorni fa ha trovato veramente un osso duro sul cammino dell’Europeo che la vede al comando, dopo il pareggio, in compagnia dei biancorossi di Kovac arrivati a Milano con l’intenzione di fare uno sgambetto agli azzurri reduci da due partite incolori con l’Azerbajigian e Malta. L’ex mister della Juve alla fine ha tirato un bel sospiro di sollievo ma quanta paura con i croati fermati solo da alcuni interventi prodigiosi di Buffon, subito riscattatosi dal-
la papera dell’1-1. Fortuna vuole, per gli azzurri, si fa per dire (poverino), che si sia fatto male Modric autentica pina nel fianco a centrocampo per i ragazzi
di Conte. A rovinare la serata ci si sono messi anche il migliaio di teppisti della Dinamo Zagabria sbarcati a Milano e San Siro solo per creare disordini
in centro città e fermare la partita come era accaduto a Marassi nella sfida dell’Italia con la Serbia rinviata e persa a tavolino dagli slavi per colpa degli
ultras lanciatori di fumogeni, bombe carta e petardi. Comunque se è dal 1942, in piena guerra, che l’Italia non batte la Croazia un motivo di sarà. Bene invece la prima assoluta contro l’Albania dell’ItaliaB finita 1-0 grazie al gol di Okaka, applauditissimo dal pubblico di Marassi non solo di fede sampdoriana. E’ sua la rete che ha messo a 8’ dalla fine a tappeto la simpatica squadra di Tirana ben guidata dal nostro De Biasi. Il pareggio era il risultato più giusto anche perchè gli albanesi hanno centrato con un bolide l’incrocio dei pali con Cikalleshi. Le secon-
de linee di Conte stavolta hanno funzionato. Molte meglio delle prime di due giorni prima. A Marassi, è un dovere ricordarlo, c’erano più di ventimila tifosi albanesi che hanno calorosamente applaudito e cantato l’Inno di Mameli. Un bel segnale di distensione. Uno di loro durante la partita è entrato irregolarmente in campo per far firmare a Cana la bandiera rossa con l’aquila del proprio paese. E dalle preoccupazioni per l’invasore poco dopo si è passati all’applauso dei venticinquemila del Ferraris che per una notte hanno dimenticato l’alluvione.
IL GP DI ABU DHABI SI TINGE D’ARGENTO domenica 23 novembre 2014
formula1
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’ultima gara della stagione ci consegnerà il campione 2015, sappiamo già che la scelta obbligatoriamente ricadrà su Nico Rosberg e su Lewis Hamilton che si giocheranno il mondiale fino all’ultima curva. Mercedes in festa, comunque andrà il mondiale l’ha già vinto. I due piloti argento, ormai nemici dichiarati, se ne daranno di santa ragione, ma la sorte incoronerà il più veloce e fin qui Hamilton ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto al tedesco. Il pilota inglese è dato favorito dai numeri e psicologicamente può pianificare la gara con uno stato emotivo più tranquillo e consapevole che toccherà a Rosberg rincorrerlo e negargli la gioia del secondo titolo mondiale. L’ultima gara di Fernando Alonso in
compagnia del Cavallino Rampante. Il rosso Ferrari ha le solite ed irrisolte difficoltà, anche a Abu Dhabi la strada è tutta in salita. La monoposto di Alonso non ha retto allo stress delle Libere 2, venerdì, pri-
mo giorno di prove libere sul circuito di Yas Marina, dopo circa quindi minuti ha puntato le gomme mandando in fumo il motore perdendo, così, ancora una volta l’occasione di “pesare” la gara di oggi. La vettura
pista. Già nella prima sessione, nonostante fosse riuscito a completare i giri, la monoposto ha fatto registrare temperature molto alte. Alonso proverà in gara a lasciare un bel ricordo ai tifosi del Cavallino prima
dello spagnolo, con assetto molto vicino a quello delle qualifiche e di gara, si è fermata al secondo giro e i meccanici, nonostante il grande impegno, non sono riusciti a farla ripartire in tempo utile per tornare in
di lasciare il volante a Sebastian Vettel. E’ andata un po’ meglio al compagno di squadra Kimi Raikkonen nelle prove libere ad Abu Dhabi riuscendo a concludere tutte sessioni. Anche il finlandese ha, però, faticato
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molto a trovare il bilanciamento della vettura sempre a causa delle elevate temperature. Buone prove per Sebastian Vettel che pensa già alla nuova avventura con la casa di Maranello. Per il tedesco è il sogno che si avvera. Cresciuto in Red Bull sin dal Junior Team ha deciso che è arrivato il momento di mettersi alla prova affrontando nuove sfide: “La mia non è stata una decisione semplice. Ho corso tutta la vita con la Red Bull, dal Junior Team alla Red
Bull Racing e non pensavo di raggiungere certi successi, ma a un certo punto senti di dover intraprendere una nuova sfida, qualcosa di diverso. Sono molto emozionato e molto motivato, voglio mettere tutto il mio cuore e le mie capacità per cercare di raggiungere il successo con la Ferrari. Quando ero un ragazzino, Michael Schumacher sulla Rossa era il mio più grande idolo e adesso per me è un enorme onore avere la possibilità di guidare una Fer-
rari. Ho già avuto un piccolo assaggio di quello che è lo spirito Ferrari quando ho conquistato la prima vittoria a Monza nel 2008, con un motore della Casa del Cavallino Rampante. La scuderia ha una grande tradizione in questo sport e sono estremamente motivato ad aiutare la squadra a tornare al vertice. Darò il cuore e l’anima per far sì che questo accada. Arrivare alla Ferrari per me è un sogno che si avvera”.
Bar Fusina_Layout 1 27/01/14 16:43 Pagina 1
Bar Fusina
APERITIVO FUSINA IN CANTINA DEGUSTAZIONE VINI ROSSI E BIANCHI CON TAGLIERE DI SALUMI E FORMAGGI CON MARMELLATA E MIELE PIAZZA FUSINA, 1 - MILANO - TEL. 02 701 237 96
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ono passati 30 anni dalla prima registrazione di “Do They Know It’s Christmas?” ma lo spirito
Band Aid 30 contro l’Ebola
e la volontà di aiutare gli altri non si è ancora fermata. Registrato presso i Sarm Studio di Londra e presen-
tato durante una puntata di XFactor UK, la nuova versione di “Do They Know It’s Christmas?” della Band Aid rinnova la volontà dei più grandi musicisti di oggi di fare qualcosa per l’Africa, continente dilaniato da continue epidemie come l’Ebola, malattie che trovano nella povertà e nella fame terreno fertile per diffondersi in modo dilagante. Da qualche giorno è possibile donare attraverso il sito www.bandaid30.com/donate. La nuova versione del brano prodotto da Midge Ure e Paul Epworth vede la partecipazione tra gli altri di Ed Sheeran, Sam Smith,
Rita Ora, Bono, Chris Martin, Paloma Faith, Ellie Goulding, Emeli Sande, Olly Murs, One Direction, Jessie Ware, Clean Bandit, Bastille, Sinead O’Connor, Elbow e Roger Taylor. Tutti
gli artisti (compresa l’autrice dell’artwork Tracey Emin) hanno donato il loro tempo e la loro professionalità gratuitamente per poter essere, anche questa volta, parte della storia.
“Sono passati circa 30 anni da quando I più grandi musicisti e star degli anni ’80 si sono riuniti per registrare ‘Do They Know It’s Christmas’ contro la fame in Africa”, spiega Bob Geldof. “Quest’anno sarà per coloro che sono stati colpiti dal virus Ebola, ancora una volta in Africa. Sia la fame che le malattie sono conseguenza della povertà. Quindi grande per donare e supportare la causa. il pop può essere una piccola forma d’arte ma guardate quanto potente può diventare”.
Shed Club, la consolle si tinge di rosa
Wyclef Jean P fa squadra con Avicii
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er il suo ultimo singolo, “Divine Sorrow”, a seguito della collaborazione per l’inno di chiusura della Coppa del Mondo 2014, di fianco a Carlos Santana, Wyclef Jean sceglie Avicii.
pluripremiato artista solista. Questa traccia, è parte della campagna Coca-Cola e (RED) indirizzata a sensibilizzare l’attenzione sul tema dell’AIDS, e unisce due forze dal background
roseguono i festeggiamenti per il suo settimo compleanno allo Shed Club di Busto Arsizio, ubicato a pochi chilometri da Milanononché dai ritiri di Milanello e di Appiano Gentile. Un club dove è possibile sia cenare con garbo che
ke, già finalista a Miss Italia nel 2005 ed in seguito dj a tempo pieno, con svariate esperienze sia in Italia che all’estero: valga per tutti la sua residenza estiva al Cavalli Caffè di Saint Tropez. Venerdì 12 dicembre, infine, torna allo Shed Ellen Beat, ca-
Ellen Beat
È il primo singolo questo dell’artista vincitore di un Grammy che anticipa l’uscita col suo settimo album in studio, “Clefication”, che verrà pubblicato nel 2015 su Heads Music/PRMD. Registato a Stoccolma e presentato in anteprima dal duo quest’estate ad Agosto all’Ushuaia ad Ibiza, “Divine Sorrow” segna il prossimo passo nel percorso artistico di Wyclef Jean, artista diventato famoso grazie ai Fugees e che successivamente ha consolidato la sua carriera come
molto differente oltrepassando ancora una volta le barriere della musica elettronica, facendo focalizzare allo stesso tempo l’attenzione su una tema così importante. Col featuring di Avicii, “Divine Sorrow” è co-prodotta dal manager Ash Pournori, e anche da Magnus Lidehäll, Vincent Pontare, e Salem Al Fakir. Quest’uscita arriva subito dopo l’annuncio della collaborazione di Wyclef nell’album di Avicii di prossima uscita, “#True”, che verrà pubblicato nel 2015.
Johanna Martes Vidal ballare buona musica house, con una serie di serate che alternano diversi ospiti speciali. Piatto forte della sua programmazione, la cosiddetta Ladies Night, che vede protagoniste dj e vocalist donne. E che donne. Sabato 22 ottobre è il turno ad esempio della vocalist Johanna Martes Vidal, che vanta robusti trascorsi televisivi (“Non è la Rai” su tutti), autentica madrina del Moet Golden Party, festa vera e propria per il settimo compleanno dello Shed. Venerdì 28 tocca alla dj Chiara Nai-
pace negli anni di condividere la consolle con dj del calibro di Samuel&Boosta, Dj From Mars e tanti altri ancora. È stata tra le finaliste di She Can Dj, primo contest per dj donne, così come ha già avuto modo di incidere le sue prime produzioni discografiche. Johanna Martes Vidal, Chiara Naike e Ellen Beat impreziosiscono il roster dello Shed, che in passato ha già avuto modo di ospitare Ema Stokholma e Catrina Davies. La consolle in rosa è come lo champagne rosè: elegante, piacevole e mai eccessivo.
Chiara Naike
domenica 23 novembre 2014
arte
Marby
A
l Museo del Novecento a Milano, Lucio Fontana e Yves Klein tolgono polvere alle opere tradizionali e spingono a confronti più audaci i puritani dell’arte, della scultura e della poesia. I due artisti con i loro lavori fecero del concetto dello spazio e della libertà creativa un modo nuovo di interpretare l’arte e l’artista. L’”affinità concettuale” e la vera amicizia tra i due sono il filo conduttore di questa esposizione. La mostra è infatti dedicata al legame personale dei due maestri raccontata attraverso oltre novanta opere e una ricchissima documentazione corredata da fotografie, filmati d’epoca e carte d’archivio. L’esposizione,
Fontana e Klein sotto la Madonnina curata da Silvia Bignami e Giorgio Zachetti, organizzata in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana di Milano e con gli Archives Yves Klein di Parigi e prodotta dal Museo del Novecento con Electa, si avvale di prestiti importanti da musei italiani e stranieri. Per l’occasione gli
spazi del museo, già dedicati alle opere permanenti di Lucio Fontana, sono stati riadattati e arricchiti per accogliere anche le opere di Yves Klein per un’interessante confronto visivo e concettuale. Ed è percorrendo le sale del museo che possiamo respirare quegli anni ‘60 e ‘70 che hanno ri-
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voluzionato il modo di vedere, di fare arte e l’artista stesso. Scrive Lucio Fontana. “Il cartone dipinto, la pietra eretta non hanno più senso; le plastiche consistevano in rappresentazioni ideali di forme conosciute ed immagini alle quali si attribuivano realtà”. “E’ necessario un cambio nell’essenza e nella forma… E’ necessaria la superazione della pittura, della scultura e della poesia. Già il movimento Futurista aveva adottato l’idea del movimento per superare l’elemento finito della tela, gli spazialisti come Lucio Fontana e l’amico Yves Klein vanno al di là di questa idea: no pittura, no scultura ma ‘forme,colore, suono, attraverso gli spazi”, scrive Lucio Fontana nel Manifesto tecnico dello Spazialismo.
A Milano il sodalizio artistico dei due maestri che rivoluzionarono l’arte critica positiva al giovane francese fu quella di Dino Buzzati in un articolo apparso sul Corriere della Sera dal titolo “Blu blu blu”: “Yves Klein, campione di lotta giapponese e pittore di superavan-
Ed è in questo modo che i due maestri affrontano la contemporaneità: l’idea del vuoto e dello spazio infinito. ucio Fontana che inaugurò alla fine del 1958 il ciclo più ampio e ricco e sicuramente il più popolare dell’intera sua opera. Quello dei famosi Tagli. In questo modo l’artista voleva provocare e mettere per la prima volta alla prova lo spettatore in relazione allo spazio e alla realtà fenomenica. Così anche Yves Klein in altri modi nutre e adotta la stessa idea filosofica dell’amico e a Milano espone nel 1957 alla galleria Apollinaire nel quartiere Brera. Una mostra dedicata alle opere monocrome blu dell’artista che non sarà molto apprezzato dal pubblico ma che incontrerà l’approvazione del critico francese Pierre Restany che tre anni più tardi avrebbe ufficializzato il movimento del Nouveau Realisme con performance dissacranti nel centro cittadino. Allora l’unica
guardia, presenta la mostra più paradossale che si sia mai vista a questo mondo”. Fontana non poteva che esserne amico e il primo avventuroso collezionista.
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Museo del Novecento Milano “Klein-Fontana. Milano Parigi 1957-1962”
Fino al 15 marzo 2015 www.museodelnovecento.org
Editore Edizioni SBM Via Domodossola, 21 Milano Tel/fax 02.36563906 Sito internet www.stadio5.it
Amministrazione commerciale@stadio5.it Concessionaria pubblicitĂ Edizioni SBM Tel. 329 3847157 commerciale@stadio5.it
Direttore responsabile Grafica Beppe Vigani - eMail: direttore@stadio5.it Team grafico Edizioni SBM eMail: grafica@stadio5.it Collaboratori: Andrea Anelli, Bianca Ara, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Lara Comi, Leone Di Lernia, Giovanni Labanca, Fiore Marro, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo,, Luigi Rubino, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon. Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011