N 51 2014 milan udinese

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domenica 30 novembre 2014 Anno 4 n 51

MILAN

UDINESE

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Parola al Baffo

INTER SORPRENDICI

Il commento della bandiera interista Sandro Mazzola

Mancano i suoi gol

a pag. 2

LA PARTITA DIAVOLO PRONTO AL SORPASSO

Severa Bisceglia pag. 3

TRE PUNTI PER IL SORPASSO


domenica 30 novembre 2014

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Sandro Mazzola

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a Serie A continua a regalare imprendibilità, soprattutto nella pancia della classifica. Là davanti, Juventus e Roma sembrano fare una corsa a sé, mentre già dalla terza posizione in giù tutto è ancora da decifrare. Non stiamo parlando di chissà quali squadre, ma l’equilibrio regna sovrano. A proposito di ciò, il Milan riceve in casa l’Udinese, che la appaia a 18 punti. Un motivo per provare a rendere la classifica ancora più interessante per Inzaghi, che non può sprecare un’occasione così ghiotta. Stramaccioni, bravo a far rendere Di Natale al meglio, ha la possibilità di interpretare la partita secondo il suo credo tattico, poiché potrà agire in contropiede. Domenica sera, si saprà di più ma ogni risultato è degno di poca sorpresa. Non così sarà all’Olimpico, scenario in cui alle 20.45 avrà luogo RomaInter. Il pronostico è tutto dalla parte dei giallorossi, che vogliono riscattarsi dal mezzo passo falso con il CSKA in Champions League. Capitolini e Beneamata a braccetto per le fatiche di coppa, ma divisi da ben 11 punti in sole 12 partite. Quasi un match senza storia, se il blasone dei milanesi non richiamasse sussulti di antica memoria. La vittoria in Europa li avrà caricati a dovere, anche se con gli ucraini del Dnipro non abbiamo visto una squadra irresistibile. Mancini avrà molto da lavorare. Intanto il passaggio ai sedicesimi di finale è garantito: per il momento basta. Per i nerazzurri uscire indenni dall’Olimpico sarà un’impresa. A oggi, la differenza che c’è con la Roma è abissale, soprattutto nella convinzione. Domenica sera, sapremo se Milan e Inter potranno aspirare al terzo posto o se dovranno accontentarsi, anche quest’anno, di fare le comparse. Concludo con un sorriso: finalmente in Europa abbiamo fatto sentire la nostra voce. Quattro vittorie e due pareggi, roba da ricchi. Corriamo il bellissimo rischio di trovare tutte le nostre squadre qualificate al prossimo turno. Sarebbe un record, soprattutto per smentire il luogo comune che il nostro campionato è di basso livello. La vedo diversamente: gli altri sono come noi, fin quando non li incontriamo. Il campo dice che siamo in corsa su tutto. Il resto sono chiacchiere. Da Bar.

O

ggi a San Siro è di scena Milan-Udinese e sono

porte e capirete che si vede ben poco. Ma loro, i tifosi giallorossi, sono caldissimi e te li senti addosso. Per Mancini sarà una specie di derby perché il suo passato è legato in particolari modo alla Lazio sia da giocatore

INTER, SORPRENDICI sicuro che il mio amico Stramaccioni regalerà ai tifosi del buon calcio un ottima partita. I cugini dovranno tenere gli occhi molto aperti perché i friulani sono bravissimi nei rovesciamenti di fronte. Hanno quello “sbarbatello” di Di Natale che ti regala giocate gol meravigliose. Inzaghi dovrà fare attenzione a non dar spazio a Totò perché per qualsiasi avversaria è una spina nel fianco. La mia Inter, che ho visto abbastanza pimpante in Europa col Dnipro affronterà una trasferta veramente insidiosa. L’Olimpico è un campo difficile. Ricordo che quando scendevo in campo sentivo i tifosi a pochi passi da me anche se invece nella realtà di questo stadio sono lontanissimi. Provate ad andare nelle tribune dietro le

Milan

che da allenatore. Oggi, oltre a quella dell’Olimpico e la sfida di San Siro, c’è un’altra grande partita, il derby della Mole fra Juventus e Torino. I granata, ovviamente, sono il mio secondo amore soprattutto per il ricordo che ho di mio padre per quei colori. Sicuramente sarà una partita spettacolare perché i bianconeri hanno nelle loro file giocatori d’alto livello come Pogbà e Tevez, per non parlare di Pirlo. Un occhio domani al Napoli che gli toccherà tastare il polso della Sampdoria quarta forza del campionato e anche li ci sarà da divertirsi.

Milan-Udinese all’insegna dell’Over 2,5

scommesse Pino Sardiello

l Milan di Inzaghi cerca contro l’Udinese di Stramaccioni un successo che manca dalla gara di Verona in cui vinse contro l’Hellas per rilanciarsi in chiave europea. Sono, infatti, ben cinque la gare senza vittoria per i rossoneri con un magro bottino di soli 4 punti

questi numeri andiamo in direzione di un Over 2,5 che viene posto in lavagna dai maggiori concessionari italiani intorno all’1,80. Seguendo questa linea ci si può sbilanciare su un successo dei rossoneri con tanti gol nell’incontro (1 + Over 2,5) che viene offerto intorno al 2,70. Come

Champions a Marassi dove i blucerchiati di Mihajlovic cercano il sorpasso al terzo posto nei confronti del Napoli, con le due formazioni separate da un solo punto in classifica. Doriani autori di un inizio di campionato fantastico e che hanno subito una sola sconfitta a San Siro contro l’Inter con

in virtù di quattro pareggi e una sconfitta (quella interna contro il Palermo) che hanno frenato la corsa di Menez e compagni. Di fronte c’è un’Udinese che non se la passa meglio e che non vince da quattro turni ma che può contare su un Di Natale motivatissimo a caccia di nuovi record dopo aver raggiunto i 200 gol in Serie A domenica scorsa contro il Chievo. Entrambe le formazioni hanno il loro punto di forza nell’attacco, ma sono accomunate anche dai numeri non certo esaltanti della difesa: ben 17 i gol subiti dalla difesa rossonera, 15 quelli subiti dai ragazzi di Stramaccioni. Anche in virtù di

‘Primo Marcatore’ le quote vanno in direzione di Icardi offerto intorno al 4,50, più staccati Palacio (5,50), Guarin (6,5) e Kovacic (7,00), mentre tra i friulani i più gettonati sono Di Natale (5,00) e Thereau (7,50). Per i più tecnologici ricordatevi che, attraverso il vostro Iphone, Smarthpone o Tablet, potete scaricare le applicazioni di diversi Concessionari di Gioco che vi permetteranno di scommettere live sull’evento. Il divertimento è assicurato ma ricordatevi di GIOCARE CON RESPONSABILITA’. Infine uno sguardo al posticipo di domani sera tra Sampdoria e Napoli: sfida

un rigore nei minuti finali, mentre gli azzurri, dopo lo shock dell’eliminazione dalla Champions, sono risaliti inanellando una serie di 9 risultati utili consecutivi ma che arrivano dal pareggio deludente al San Paolo contro il Cagliari. Tutto fa pensare a una gara equilibrata con gli azzurri che potrebbero avere la meglio in una specie di fiera del gol: interessante il 2 + Over 2,5 che viene offerto oltre 4 volte e mezzo la giocata. In bocca al lupo

I

Inzaghi va a caccia di una vittoria che manca da cinque turni

STADIO

Allenatore

MEAZZA

ORE 15.00

Udinese Allenatore

Filippo Inzaghi

Andra Stramaccioni

Arbitro: Paolo

MILAN (4-2-3-1 ) Diego Lopez; Bonera, Rami, Mexes,De Sciglio; Essien, Muntari; Bonaventura, Menez, El Shaarawy; Torres

Valeri di Roma

UDINESE (4-3-1-2) Karnezis; Piris, Heurtaux, Danilo, Widmer; Pinzi, Allan, Guilherme; Fernandes; Thereau, Di Natale


domenica 30 novembre 2014

partita Severa Bisceglia

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l derby pareggiato domenica scorsa ha lasciato un po’ di amaro in bocca ai rossoneri che hanno lottato fino alla fine, ma sarebbe potuto andare peggio se fosse entrata almeno una

rigore. Al tecnico rossonero anche l’impegno di correggere i tanti errori sotto rete per evitare a El Shaarawy e Poli di fallire troppe volte. Nel tredicesimo turno di campionato Inzaghi ospita l’Udinese e soprattutto ha l’onere di contenere un certo signor Toto Di Natale che ha raggiunto quota 200 gol nella classifica dei più grandi marcatori di sempre.

gni sono avvertiti. Inzaghi, nella speranza di riuscire a contenere Di Natale e compagni, deve preoccuparsi anzitutto di sbloccare la situazione in mezzo al campo dove ha palesato ancora una volta notevoli difficoltà a costruire gioco, il rientro di Montolivo potrebbe non bastare. Manca qualcosa a questo Milan, buona compattezza in di-

di non raggiungere l’unico obiettivo della stagione: il terzo posto. Una delle due squadre, appaiate in classifica, oggi potrebbe fare largo all’altra e se guardiamo le statistiche degli ultimi 5 scontri diretti, l’Udinese è in vantaggio per 3-2. Arrivare a questa sfida con un pareggio in csa col Chievo non esalta neppure i friulani ma rossoneri hanno

fesa e grandi ripartenze che non garantiscono ancora la continuità dei tre punti. Il Diavolo deve tornare a vincere e la poca qualità della rosa dà poche garanzie in questo senso con il rischio

un po’ deluso le aspettative e sul campo, delle tante occasioni avute più dell’Inter una sola è andata a segno. Urgono punti utili a risalire la classifica per non perdere di vista il terzo posto.

TRE PUNTI PER IL SORPASSO

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l Milan arriva a questo match con un po’ di preoccupazione, la deludente prestazione nel derby di domenica scorsa ha messo in luce ancora una volta i problemi della squadra. Inzaghi ha bisogno dei tre punti per dare morale e fiducia alla squadra, la stessa fiducia le la dirigenza rossonera

L’attaccante friulano, come primo obiettivo, punta a raggiungere Roberto Baggio a quota 205 e proverà a rosicchiare almeno uno dei 5 gol utili proprio a San Siro. El Shaarawy e compa-

TOTO panchina

delle due palle gol sprecate da Mauro Icardi. Il Milan mette in campo, gara dopo gara, la voglia di vincere e lo spirito giusto ma mancano i gol di Torres che latita come centrale d’attacco in area di

?

Occhio a Di Natale

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bioritmi Enzo Occhiuto

Quindi, secondo il pensiero bioritmico, il pronostico dovrebbe favorire la squadra rossonera e farle fare un balzo in avanti di tre punti. Ogni partita ha

FINALMENTE MILAN

Oggi il sorpasso I l pareggio dell’ultimo derby tra Milan e Inter ha soddisfatto solo il suo Presidente Silvio Berlusconi, non certamente i tifosi. L’insoddisfazione è ancora maggiore al pensiero che al Milan, sarebbe bastato davvero poco per vincere, secondo la teoria dei bioritmi, non convocando il giocatore del Ghana Michael Essien, che si trovava in uno stato psicofisico altamente “critico”. Certo, adesso è inutile piangere sul latte versato, dopo questa delusione al Milan serve una reazione immediata: ritornare finalmente alla vittoria dopo cinque partite (quattro pareggi ed una sconfitta) e recuperare cosi, in parte, questo deludente derby. L’occasione d’incontrare oggi l’Udinese è veramente ghiotta. Lo dicono le analisi bioritmiche eseguite sulle due probabili formazioni che scenderanno in campo a San Siro. La loro lettura certifica infatti che il valore medio riguardante lo stato di benessere psicofisico del Milan di 6,09 è decisamente superiore a quello della squadra friulana di 5,99.

ha riposto in lui. In questo momento il Diavolo è fuori dalla zona Europa e se Totò Di Natale si trova in giornata giusta rischia di allontanarsi ulteriormente. Di contro la Stessa Udinese non vive il suo momento più florido e 2 punti nelle ultime quattro giornate potrebbero mettere fuoco a Stamaccioni che non

la sua storia, però se Pippo Inzaghi tenesse conto dei dati bioritmici dei propri atleti, questi potrebbero essere decisamente ispiratori. Anche la prova del nove bio dovrebbe avvantaggiare i padroni di casa con una terna di valori positivi 6,10 al di sopra della media. Nello specifico delle potenzialità di rendimento dei singoli atleti, il Milan risulta più tonica e resistente agli scontri con 6,19 contro il 5,98 degli ospiti. Dal punto di vista emotivo gli uomini di Pippo con 6,10 d imostreranno maggior grinta e personalità rispetto al passato recente e più concentrazione dei veneti con 5,98. Sul fronte delle energie intellettive ed intuitive i rossoneri saranno più perspicaci ed intraprendenti con 6,07 rispetto agli antagonisti con 5,94. I più incisivi e determinanti si dimostreranno : Honda 6.49, Van Ginkel 6.47, El Shaarawy e De Jong 6.45, Menez 6.35 da parte rossonera, e Di Natale 6.40, Widmer 6.49, Thereau, Pinzi e Danilo 6.50 da parte bianconera. Al campo l’ultima parola.

gradirebbe un secondo esonero. Inspiegabile il rallentamento di marcia dei bianconeri, dopo una partenza di campionato col botto, l’ultimo mese sono sembrati lontani cugini di loro stessi. Una vittoria consentirebbe il sorpasso della squadra di Stramaccioni e darebbe morale a tutto l’ambiente rossonero


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statistiche Marjlja Bisceglia

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ossoneri in ritardo con i tre punti da oltre un mese e, se vogliono allontanare la crisi e lasciare Pippo Inzaghi sulla panchina, contro la squadra di Stramaccioni non sono ammesse scuse. Al Milan serve vincere per il morale e soprattuttoper la classifica. Milan e Udinese, in Serie A, al Meazza si sono scontrate 39 volte e le statistiche non lasciano dubbi, la vittoria, almeno questa, è dei rossoneri che hanno raccolto bottino pieno in 22 occasioni a dispetto delle sole quattro vittorie friulane. I pareggi sono 13. Anche il numero dei gol danno ragione al Diavolo, 91 contro i 43 messi a segno dall’Udinese. L’ultima vittoria che Totò Di Natale ha potuto festeggiare di ritorno da San Siro risale al 19 maggio 2007 portando a casa un bellissimo 2-3, a segno Asamoah, Di Natale (manco a dirlo) e Barreto per i bianconeri e per il Milan inutilmente andati in rete Costacurta e Gourcuff. Questa sconfitta

Fernando Torres, attesissimi i suoi gol domenica 30 novembre 2014

non ha danneggiato i rossoneri che quattro giorni dopo conquistano contro il Liverpool la Champions League ad Atene grazie alla doppietta di Pippo Inzaghi. Di Natale, domenica scorsa in casa contro il Chievo ha festeggiato le 200 reti, oggi ha la possibilità di av-

vicinarsi a Roberto Baggio (205 gol) nella classifica dei migliori marcatori. Occhio all’attaccante napoletano, l’occasione è molto ghiotta e soprattutto ci ha preso gusto. Al Milan mancano tanto i gol di Fernando Torres che rischia di sprofondare in una vera cri-

si. Questa gara potrebbe mettere in seria difficoltà il tecnico rossonero che non può assumersi tutte le responsabilità, la rosa a disposizione forse è poca cosa rispetto alle aspettative di inizio stagione. Il rischio di non riuscire ad agguantare il terzo posto è molto alto.

Infermeria rossonera Marjlja Bisceglia

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ncora qualche problema per tecnico rossonero Filippo Inzaghi. L’incontro con la squadra allenata dall’ex tecnico nerazzurri Andrea Stramaccioni lo costringe a rinunciare ai tre attaccanti Abate ancora sofferente per la tendinopatia achillea. Alex, il cui rientro in rosa è previsto per metà dicembre, deve recuperare la lesione al flessore mediale e De Jong, ultima tegola in casa rossonera, per un problema al bicipite femorale.


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l’ospite Alessandra Caronni

BADU, DAL GANA DIRETTAMENTE A UDINE

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l ganese, almeno fino al 2018, da Udine non si muove, Badu è uno che pensa in grande, nonostante i suoi limiti tecnici. Ha giocato nel Ghana Under 20, Under 23 e nella nazionale maggiore. Con questa ha esordito l’8 giugno 2008 contro il Lesotho dopo una precedente convocazione, la prima, risalente al 22 maggio del 2008. Nel mese di settembre dell’anno successivo è stato convocato dalla Nazionale Under 20 per disputare i Mondiali di categoria in Egitto. Il 16 ottobre 2009 ha segnato il rigore vincente nella finale dei Mondiali Under-20 contro il Brasile, permettendo al Ghana la vittoria del Mondiale, di cui risulta essere uno dei dieci giocatori più forti. Quindi, il suo

pensiero va subito alla selezione della sua terra. Badu ha iniziato la sua carriera professionistica nel Berlin F.C. in Berekum, prima della successiva firma per il Berekum Arsenal nel 2001. In seguito, il 21 maggio 2007, ha debuttato nel campionato ghanese. A inizio luglio dell’anno dopo ha lasciato l’Arsenal Berekum e firmato un contratto di prestito annuale con l’Asante Kotoko. Nel 2009, grazie a un contratto di prestito semestrale, e con un’opzione fino al 30 giugno del 2012, passa al Recreativo de Huelva. Un dettaglio questo che non è stato notato e tantomeno esercitato dal Recreativo: così che Badu nel mese di settembre, sempre del 2009, ritorna all’Asante Kotoko. A gennaio 2010 si trasferisce in Italia. Arriva all’Udinese e il 28 marzo 2010 esordisce nel nostro campionato. Entra nel finale di Fiorentina-Udinese a giochi praticamente fatti (4-1).

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Chi è Emmanuel Agyemang-Badu è nato nel distretto di Berekum, in Ghana, il 2 dicembre del ’90, è un centrocampista in grado di disimpegnarsi in più ruoli. Tuttavia, rende benissimo quando gioca da centrale davanti la difesa. È forte, resistente anche se non dottissimo a livello tecnico. Sembra di veder giocare i mediani di un tempo.

BERLUSCONI SOSTIENE I SUOI INVITANDOLI A VINCERE

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a visita a Milanello di almeno due ore del leader indiscusso rossonero Silvio Berlusconi ha portato carica ad un ambiente che ne ha tanto bisogno in questo momento di quasi stasi. Nel post derby la squadra e lo staff tecnico sono investiti ancora della fiducia che ha come obiettivo finale la conquista di un posto in Champions. Berlusconi si dice soddisfatto della prestazione messa in campo contro l’inter, per essere riuscita o contenere Kovacic e compagni. Un po’ di rammarico anche per il presidentissimo rossonero per la ghiottissima palla gol fallita da El Shaarawy: “Quando tiri stai con la testa più bassa, se tiri con il corpo troppo all’indietro il pallone va alto. Ricordati di metterti

più avanti con la testa così il tiro va più basso, il ciuffo riempilo di cose pesanti così ti viene normale abbassare la testa e il tiro va basso”. Berlusconi rinnova anche la sua piena disponibilità nei confronti della squadra dopo la lunga pausa degli anni precedenti che l’hanno visto troppo impegnato su altri fronti. Il consiglio per il tecnico Pippo Inzaghi è quello di maggior turnover affinché nessuno si senta escluso dall’obiettivo comune di fare bene. Un quasi ultimatum però Berlusconi l’ha dato: ad ogni partita il Milan deve fare un passo avanti, devo mettere in campo un continuo miglioramento. Quindi Inzaghi è avvisato, nelle prossime partite sarà contemplata unicamente la vittoria, a partire

da oggi contro l’Udinese. I primi tre punti sono assolutamente alla porta del

Diavolo. In caso di fallimento potrebbe iniziare ad aprirsi per SuperPippo

la porta del dubbio di aver mal riposto la fiducia in lui. Inzaghi questo lo sa e

non deluderà il suo presidente e soprattutto i tifosi.


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Luigi Rubino

i cugini

Roma–Inter, una grande sfida per tanti ex

di ieri e di oggi

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pesso nel calcio le grandi sfide diventano belle ed elettrizzanti quando in campo scendono gli ex di turno. Roma–Inter, una delle partitissime della 13esima giornata di campionato, ne presenta ben cinque. Tre giocatori, Osvaldo, Dodò e Andreolli, indossano la maglia nerazzurra, mentre gli altri due (ex Inter) Maicon e Destro, vestono quella giallorossa. La gara dell’Olimpico avrà un sapore particolare soprattutto per Maicon Douglas Sisenando, chiamato semplicemente Maicon che, dopo un mese e mezzo di stop per un infortunio al ginocchio, questa volta, a differenza dello scorso anno quando dovette rinunciare sempre per problemi fisici alle due gare di campionato, non intende assolutamente saltare la sua prima sfida in maglia giallorossa contro la sua ex squadra. Tantissimi infatti sono i ricordi di Maicon in maglia nerazzurra, ad iniziare dal suo arrivo in Italia nel 2006, quando con Mancini prima e Mourinho, a partire dalla stagione 2008 riuscì a vincere ben 11 trofei in sei stagioni, diventando uno dei leader dell’Inter vincente in Italia e nel mondo. Non tanto felice sono invece le due stagioni di Osvaldo disputa-

te con la Roma dal 2011 al 2013. Pur realizzando 27 gol in campionato in 55 partite, Simba, come lo chiamavano i supporter giallorossi non ha mai avuto un ottimo rapporto con la società e i tifosi. Scritte ingiuriose contro

la sua abitazione, lo costrinsero a lasciare la società giallorossa per approdare poi in Inghilterra con il Southampton. L’arrivo all’Inter, comunque, a distanza di due anni, sembra aver trasformato l’argentino, che proprio nella capitale, potrebbe far valere la sua rivincita rispondendo con il gol nella sfida con l’altro ex difensore ed avversario Maicon in una gara che, senza dubbio, si annuncia spettacolare. Caricato a mille anche il giovane Dodò. Il difensore brasiliano si è bene integrato nel gruppo nerazzurro. Proprio contro la Roma, davanti a Sabatini, che lo ha ceduto forse frettolosamente all’Inter, potrebbe esplodere la rabbia di un giovane che, oltre alle ragazze piace ai tifosi nerazzurri per

il suo impegno, per il dinamismo e la velocità ha meritanto la fiducia di Mazzarri prima e quella di Mancini subito dopo. I suoi cross potrebbero rivelarsi un’arma vincente, capaci di far ammutolire il caloroso pubblico dell’Olimpico. Non solo Maicon, l’altro pericolo per l’Inter porta il nome di Mattia Destro. Il giocatore, cresciuto nelle giovanili nerazzurre, potrebbe essere inserito subito da Garcia nell’undici titolare anti Inter, in varie occasioni ha dato dei dispiaceri ai tifosi della beneamata realizzando reti decisive con la maglia giallorossa.


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Milan Club Tirana Giovanni Labanca

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a passione e la fede calcistica, come si sa, non conoscono confini e si può, a ragion veduta, affermare che l’allocuzione trovi massima applicazione nel mondo del tifo calcistico. E succede, naturalmente, anche per il Milan poter contare su una vasta tifoseria sparsa in tutto il globo terrestre. In questa occasione ci occuperemo del Milan

Albania? “Negli anni ’90, dopo la caduta della dittatura comunista, tutti gli appassionati di calcio hanno avuto l’opportunità di guardare per televisione il grande Milan di Van Basten, Gullit, Baresi, Savicevic, e da allora la passione per il Milan è stata trasmessa di generazione in generazione, fino ad arrivare all’esplosione di oggi, anche se ultimamente, la situazione societaria e della stessa squadra, non ci rallegra tanto. Si balbetta e non riusciamo più a ritrovare il bandolo della matassa. Chiediamo maggiore impegno, anche alla Società che non

“Sì, In uno dei nostri viaggi a Milano abbiamo avuto l’opportunità di visitare Milanello, dove abbiamo incontrato: Balotelli, Poli, Pazzini, Rami, De Jong, anche Braida che si sono dimostrati molto gentili e accoglienti con noi. Proprio per questo colgo l’occasione per ringraziarli, dalle colonne di Stadio5, a nome del Milan Club Albania”. Cosa pensi delle voci su un possibile passaggio di proprietà? Destabilizzano l’ambiente? “Credo che se il Milan è il Club più titolato al mondo la maggior parte dei meriti siano da attribuire a Silvio Berlusconi, anche

City e Chelsea. La speranza di tutti i tifosi è quella di rivedere il Milan di nuovo sul tetto del mondo”. Taçi, noto petroliere albanese, con la sua azienda è uno dei main sponsor del Milan. Sa-

resti felice se fosse lui il nuovo presidente? Come vedi la sua figura? “Noi albanesi saremo sempre grati a Rezart Taçi perchè ha portato il Milan per la prima volta in Albania, realizzando

Milan Club Dalmine

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Club di Tirana. Per conoscerlo meglio, abbiamo avuto il piacere di incontrare il presidente del club Elton Guanjacku, a Milano per assistere al derby. Non è particolarmente contento del pareggio, ma non si dispiace del punticino guadagnato contro i rivali di sempre. “Effettivamente, ci dice Elton, mi sarei aspettato di più dalla squadra, viste le premesse che con Inzaghi sembravano più concrete degli altri anni. Evidentemente, c’è qualcosa che non sappiamo individuare possa essere la causa strana che attanaglia la squadra nei momenti decisivi: con l’Inter si doveva chiudere la partita, ma ci è mancata la forza, più che l’impegno tattico”. Dimentichiamo in fretta questa delusione e parliamo del tuo Milan Club. Da dove deriva tanta passione per il Diavolo, tanto accorato tifo per i nostri giocatori? “Il Milan Club Albania è stato creato circa un anno fa a Tirana da un gruppo di appassionati. Siamo regolarmente registrati all’AIMC, gli iscritti al nostro club sono più di cento e organizziamo eventi a Tirana per seguire il Milan e spesso anche in trasferta“. Come spieghi il fatto che il Milan abbia tanto seguito in

può sempre aspettare l’arrivo del Cavaliere per risollevare le sorti di un grosso Club come il nostro”. Come e dove seguite le partite del Milan? Avete un luogo preferito e scaramantico? “Niente di tutto questo. Ci ritroviamo, di solito, nel nostro bar, dove ha sede il Club. Qui seguiamo le partite in sana compagnia e divertimento e, nonostante i risultati negativi, le presenze non sono in calo, anzi, quello che si nota ancora di più è l’amore per il Milan che non finisce mai. Gli anni passati, siamo stati anche a S. Siro per seguire le partite contro il Barcellona e contro l’Atletico MADRID, sospinti dalla indomabile passione, come la nostra aquila, tanto che i duemila chilometri che ci separano da questo stadio magico non sono un ostacolo per noi tutti, abituati a ben altri sacrifici”. Qual è il giocatore che seguite con più affetto? “Il mio giocatore preferito resterà per sempre Paolo Maldini. I tifosi del Milan in Albania hanno visto giocare grandi campioni, come Shevchenko, Kakà, Inzaghi, Nesta che, purtroppo, fino ad oggi, non sono stati sostituiti ancora da giocatori all’altezza”. Avete mai avuto modo di conoscere di persona qualche giocatore?

se, negli ultimi anni, sembra che abbia perso la passione per il Milan, dovuta anche alla crisi economica che influisce fortemente sui risultati della squadra. Secondo me, ci sono due modi per riportare nuovamente il Milan sul tetto del mondo: o si punta sullo stadio di proprietà, il marketing, e una pianificazione precisa e dettagliata o la vendita delle azioni da parte della famiglia Berlusconi, come hanno fatto club come PSG, Manchester

n po’ di storia dei Milan Club più importanti ed attivi. Merita una menzione speciale quello di Dalmine, la città dei ponteggi, in provincia di Bergamo. E’ stato fondato nel 1985, da un gruppo di amici uniti dalla stessa passione per i colori rossoneri (nella foto il primo direttivo). Il gruppo piano piano è cresciuto, fino a superare i 200 iscritti. Il primo presidente è stato il dottore Palamara, che ha ricoperto la carica sino al 1988, seguito da Enzo Martinelli sino al 1991, al quale è subentrato Leonardo Saggia, ancora oggi ben saldo sulla sua poltrona.Il Club, soprattutto nei primi anni di vita, ha organizzato numerose attività sia legate al Milan che al sociale. Tra le tante ricordiamo le trasferte per San Siro e quelle storiche di Barcellona e l’organizzazione di marce non competitive per aiutare il volontariato con una

speciale raccolta fondi. La sede ha visto varie collocazioni, ma dal 1992 è fissa presso un bar di Dalmine, dove tutti i venerdì sera c’è la riunione per discutere sui temi vari che il Milan offre, per le sue alterne fortune. Il simbolo del Club è “l’anten-

7 il sogno di tantissimi fan. Però come presidente del Milan sono convinto che sia più appropriato Berlusconi, ma con la voglia e la passione che aveva fino a poco tempo fa”. Hai visto la partita con l’Inter con altri 200 tifosi, quali sensazioni ne hai ricavato in fatto puramente emozionale? “Devo confessare che siamo ancora un po’ delusi. La sensazione di uno stadio pieno fino all’inverosimile, è bellissima e toccante. Non la dimenticheremo facilmente. Per tornare alla squadra, sottolineo la necessità assoluta che non si possa andare avanti senza un progetto serio e soprattutto non si può pensare di poter competere in Europa con giocatori ormai sulla via del tramonto. Speriamo di vedere un cambiamento di rotta”. Si spengono le ultime luci a San Siro, mesto e senza la gioia della vittoria tanto attesa, il popolo albanese segue il suo presidente Elton verso l’aereo che lo riporterà in Patria, mestamente, ma pur sempre felice di aver tifato con passione per la squadra del cuore.

na”. Il club per due volte, nel 1994 e nel 2006, è stato invitato a Milanello ed è stato sempre pronto a rispondere alla iniziative organizzate dall’AIMC, con la collaborazione di altri Milan Club, La vita del Club va avanti, sempre più sorretta dall’antica passione che ne ha determinato la nascita, guidata com’è da un direttivo di prima classe.


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gli ospiti

Giovanni Labanca

A

bbiamo cercato a fondo nella nostra memoria per trovare quale fosse l’anima araldica dell’Udinese, ma non siamo stati fortunati. Non esiste nessun emblema che si identifichi con la squadra friulna, come avviene, invece, per le altre Biscione, Zebra, Ciuccio, Aquila e così via. Abbiamo scoperto, in compenso, che nella sua storia iniziata nel lontano 1896, ben quattro stemma, riportati fedelmente sulle magliette bianconere, ma già cambiate tre volte. Non ci sembra, tuttavia, una mancanza grave, se consideriamo che non è questo ciò che conta nella vita di un club. L’importante sono i fatti, la filosofia di vita, un progetto credibile della Società che tracci con fiducia il suo cammino, con un aratro ben tagliente che sappia

Diavolo alla “Friulana” ben preparare un campo che poi dia i frutti desiderati. Questo è quanto avviene da tempo per l’Udinese. Non ci sono in testa ai dirigenti grandiosi progetti, ma piani di una immediata attuazione. Il massimo cui aspira da sempre la squadra di Pozzo è la salvezza immediata, accontentandosi di quello che di più potrebbe arrivare e, soprattutto, agire secondo una precisa logica commerciale di mercato: “allevare” baldi giovanotti da mettere poi sul mercato, nella speranza di trasformarli in sonanti quattrini di cui c’è sempre bisogno. Avviene così da sempre e la politica di mister Guidolin è stata sempre premiata. Ora che questi, arcistufo della panca, siede su una poltrona più comoda tra le alte sfere della dirigenza, nulla è cambiato, con Andrea Stramaccioni, anzi, superati i primi momenti l’U-

dinese ha trovato il suo assetto in classifica, quello che le compete. Tutti sono felici e contenti, anche perchè il vero pezzo da novanta è sempre nelle carte in mano loro, quel Tonino Di Natale che, come i vini friulani, invecchiando diventa sempre più buono. Oggi, al cospetto di un povero costipato Diavolo, gli undici giovanotti di Udine, non avranno paura a utilizzare tutte le munizioni in loro possesso, velocità e centrocampo mobile a tal punto da poter imbrigliare quello avversario che dà segnali preoccupanti di atavica staticità, puntando molto sull’effetto “freccia” del loro centravanti. Con Guidolin i friulani hanno sempre fatto vedere un bel gioco in ogni occasione e figurarsi se gli stessi non abbiano voglia di tentare il colpaccio a San Siro, non più terra proibita ed impossibile da conquistare.

E’ anche il giusto e pur sempre prestigioso palcoscenico su cui mettere in bella mostra i suoi nuovi gioielli, pronti a cederli al migliore offerente, spaparanzati nella calda tribuna. Tanto per dare un logico seguito alla collaudata linea dell’allevamento di cui abbiamo parlato. I bianconeri, che fra poco avranno tutto lo stadio nuovo, non fanno mistero alcuno sulle loro intenzioni “A Milano siamo venuti per non fare da tappeto, ma per scorticare qualcosa alla più blasonata avversaria, da portare in regalo alla nostra città, che ci aspetta sempre tornare da non perdenti. Vorremmo anche far fare bella figura al mister che torna nel suo stadio”. Blasone o non blasone, maschera o non maschera, non contano niente, se i propositi sono quelli di cucinarsi un bel galletto alla “Friulana” da audaci “Zebrette”.


amarcord domenica 30 novembre 2014

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nteressante la carriera di Massimo Giacomini che indossa i colori di entrambe le società come calciatore e anche come allenatore. La carriera di calciatore, di ruolo centrocampista, inizia e finisce nella sua città natale, con l’Udinese, con cui fa anche l’esordio in Serie A. Gioca con la società bianconera dal 1957 al 1961 e dopo essere passato al Genoa (due volte) con cui vince il campionato cadetto 61-62 e la Coppa dell’Amicizia italo-francese, alla Lazio e al Brescia approda al Milan (6668) con cui vince lo scudetto 67-68 grazie ad una sola presenza. Chiusa la carriera di calciatore ha inizio quella da allenatore e sempre nella squadra della sua città. Allena la squadra friulana in Serie C nel campionato 73-74 e vi fa ritorno, da professionista, nel 1977 portando l’Udinese dalla Serie C alla Serie A in due stagioni, conquistando il Torneo Anglo-Italiano e la Coppa Italia di Serie C. Nelle stagioni 79-81 passa al Milan riportandolo in Serie A. Nel 1987 il presidente Pozzo lo vuole alla guida dell’Udinese, ma sarò esonerato dopo solo 5 giornate. Il centrocampista Giovanni Stroppa cresce nelle giovanili del Milan e, dopo due stagioni in prestito al Monza, fa il suo esordio vincente in Serie A il 27 agosto 1989 contro il Cesena, realizzando uno dei tre gol rossoneri. Con il Milan conquista una Coppa Italiana Primavera (nelle giovanili), una Supercoppa italiana, tre Supercoppa UEFA, due Coppe Intercontinentali e una Coppa dei Campioni. Nelle due stagioni in rossonero segnerà due reti in 35 presenze in campionato. Farà ancora ritorno al Milan nel ’94 per una sola stagione. L’anno successivo si trasferisce a Udine, ma con poca fortuna. La sua carriera in bianconero viene condizionata prima da un grave incidente stradale e successivamente, una volta tornato in campo, da un grave infortunio causato da Salvatore Fresi. Stroppa conta anche 4 presenze nella Nazionale guidata da Arrigo Sacchi e 7 presenze nella Nazionale Under-21 in cui segna anche tre reti. Appese le scarpette al chiodo allena il settore giovanile del Milan e nel 2007 guida la squadra Primavera, con cui vince la Coppa Italia Primavera il 14 aprile 2010. L’attaccante brasiliano Márcio Amoroso, punta rapida con un grande fiuto del gol, arriva all’Udinese

nel 1996, inizialmente in prestito per 800 milioni di lire e subito riscattato a titolo definitivo per 7 miliardi di lire, contribuendo all’eccezionale stagione dei bianconeri che chiude il campionato al terzo posto e l’anno successivo vince la classifica marcatori con 22 reti. Nei tre anni a Udine segna 38 gol. Dopo una parentesi all’estero torna in Italia e firma un contratto di 18 mesi con il Milan, in sostituzione di Christian Vieri passato al Monaco. In rossonero non avrà molta fortuna. Viene utilizzato come quarto attaccante e quindi spesso deve sedere in panchina o in tribuna. In campionato gioca solo 4 partite, segnando 1 gol su rigore all’ultima giornata contro la Roma. Esordisce in Milan-Palermo, quarti di finale di andata di Coppa Italia, e in campionato l’esordio lo farà da ex contro l’Udinese. Nella sua carriera ha vinto 2 Campionati giapponesi, un Campionato Carioca, una Supercoppa italiana con il Parma, un Campionato tedesco con il Borussia Dortmund, una Coppa Libertadores, una Coppa del mondo per club con il San Paolo e una Coppa America. Tutti associano Osvaldo Bagnoli all’unico scudetto conquistato dai gialloblu dell’Hellas Verona (stagione 1984-1985), ma il milanese Bagnoli ha vinto anche uno scudetto come calciatore con il Milan e, sempre con i rossoneri, la Coppa Latina nel 1956. Nasce alla Bovisa, quartiere periferico della città di Milano, e inizia a giocare nell’Ausonia, formazione dilettantistica con cui vince il titolo di campione lombardo Allievi. Nel 1995 viene acquistato dal Milan, di ruolo centrocampista con un potente tiro dalla distanza, per 75 mila lire. Esordisce in Serie A disputando le ultime otto partite della stagione. L’anno successivo, quello dello scudetto e della Coppa Latina, parte titolare, ma dopo 5 giornate deve lasciare il posto a Tito Cucchiaroni. A fine stagione viene ceduto al Verona, dove si ferma tre stagioni, e nel 1960 viene acquistato dall’Udinese con cui segnerà un gol in 11 partite. Tornerà in bianconero nella stagione 57-68 e segnerà ancora 4 reti in 22 presenze. Osvaldo Bagnoli chiuderà la carriera di calciatore all’età di 38 anni, totalizzando 110 partite in Serie A e 209 in Serie B, e quella di allenatore, successivamente, a soli 59 anni dopo l’esonero dalla panchina dell’Inter pur avendo ricevute diverse altre offerte negli anni successivi. Oltre allo scudetto e la Coppa Latina vinta, come giocatore, con il

Milan e lo scudetto vinto con il Verona, Bagnoli ha vinto anche, sempre con i gialloblu, il campionato italiano di Serie B, un campionato italiano

di Serie C2 con il Fano ed ha vinto il premio individuale “Seminatore d’oro” nel 1984. Sono veramente tanti i calciatori che hanno militato

Bagnoli

Giovanni Stroppa

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in entrambe le squadre, solo per citarne alcuni: Beniamino Abate, Giancarlo Bacci, Marino Bergamasco (giocatore nell’Udinese e vice allenatore

Giacomini


10 giù al nord

Fiore Marro

N

on credo sia solo questione del pareggio con il Cagliari, ma il mister pare davvero molto furente, anche nella conferenza stampa prima della gara contro lo Sparta, Don Rafè ha perso il suo aplomb e quella simpatica aria bonaria da zio buono che lo ha reso amabile agli occhi del popolo napoletano sin dalla prima ora, che sarà accaduto? Sarà per via della sua decisione di lasciare il Napoli fra sei mesi? O forse perché gira e rigira, in una stagione e mezza ha compreso che nulla è cambiato tatticamente nonostante siano cambiati alcuni calciatori? Gli errori rimangono tragicomicamente sempre gli stessi e la colpa va attribuita certo allo schema troppo ballerino del trainer ma anche allo scarso spessore dei calciatori che gli sono stati messi a disposizione e quindi da

domenica 30 novembre 2014

L’ira funesta del “Pelide” Benitez indigeni che sono nella formazione e per la presenza in ogni reparto di calciatori iberici che da sempre prediligono il calcio giocato, quello palla a terra e che in molte azioni d’attacco sono capaci di presentarsi anche in nove davanti alla porta avversaria. Gli spagnoli e lo posso confermare perché mi è capitato di vedere di persona ciò che sto per dire, non amano il gioco teso solo a difendere; ricordo una bordata di fischi della tifoseria ad un loro difensore solo perché aveva fatto un rinvio in tribuna invece di mettere il pallone giù e distribuirlo rasoterra ad un compagno, insomma un’altra mentalità, sarà per il fatto che in tutti questi lustri nel loro campionato hanno sempre goduto la presenza dei migliori calciatori del momento. Dispiace davvero che proprio ora che aveva messo d’accordo quasi tutti noi abbia deciso di andarsene, anche se le

che il passaporto nostrano, più italianizzato di così non si può. Un personaggio fumantino an-

Boskov ai tempi del Napoli lì, l’incazzatura. A noi tifosi azzurri dispiace che Benitez se ne vada, io tra l’altro appartenevo alla categoria degli scettici, ma devo ammettere che mi sono ricreduto sul suo modo di lavorare. Ha fatto in modo che la squadra del Napoli ad oggi risulti, senza timore di smentita, la più europea delle compagini italiane, sarà anche per i pochissimi

ragioni sono sacre, per noi “terroni” si sa la famiglia è sacra ed è una delle poche ragioni per cui vale la pena fare sacrifici. Lunedì sera a Genova avremo modo di conoscere quello che oramai è per tutti il prossimo allenatore della nostra Unica Fede, Siniša Mihajlović il più italiano degli allenatori stranieri del nostro campionato, anche se lui ha an-

zichè no, il canone inverso di Benitez. Le sue opinioni non solo calcistiche sono spesso controcorrente e talvolta per questo molto criticate. A lui venne attribuito lo striscione “Onore alla Tigre Arkan”, il suo amico Željko Ražnatović, che era anche capo degli ultras della Stella Rossa. Di Ratko Mladić, generale accusato di genocidio disse:

Pietro Battara, incubo del Napoli “Mladic? Un grande guerriero che combatte per il suo popolo.” Sostenitore del regime di Slobodan Milošević, non ha mai ripudiato le sue origini e le ragioni del suo pensiero non convenzionale, pagandone le conseguenze senza mai fare però un passo indietro; insomma dal punto di vista dell’appartenenza identitaria non possiamo lamentarci, uno tosto davvero, chissà se magari prendendo a cuore Napoli e i napoletani potremmo ritrovarci un vero condottiero contro lo strapotere tosco-padano. Al di là di Mihajlović a noi servono i tre punti per non perdere troppo terreno verso le prime due che a mio avviso non sono migliori della banda Benitez. Per chi segue il Napoli dai lontani anni settanta, rievoco la figura di Pietro Battara l’incubo dei nostri attaccanti azzurri, talmente impenetrabile la sua porta quando giocava contro di noi, che in una di queste sue performance gli fu dedicata la copertina di Calcio Illustrato. Ma su tutti, il mio pensiero è dedicato al Maestro Vujadin Boškov che è venuto a mancare a maggio di quest’anno, un vero trascinatore, la giusta miscela tra Benitez e Mihajlović, allenatore amato sia dai tifosi della Samp che del Napoli e che avrà sempre uno spazio nell’angolo del cuore del popolo napoletano anche se tutti noi sappiamo che da lassù tiferà per i blucerchiati.


domenica 30 novembre 2014 campionato Laura Tangari

pico di Roma dove i giallorossi di Garcia proveranno con l’Inter a tenere il passo dellaJuve e nel contempo cancellare l’amarezza per il pareggio incassato in zona cesarini a Mosca dal Cska. L’In-

naio di tifosi che hanno seguito il Napoli in Repubblica Ceca. Al Sant’Elia il Cagliari questo pomeriggio cercherà di respingere gli assalti di una Fiorentina ritornata in palla col successo in

IL TORO TENTA LO SGAMBETTO ALLA JUVE

R

ischia grosso, sostengono i tifosi granata soprattutto, la Juventus nel derby della Mole fra i bianconeri e i granata. Il Torino non ha certo tirato fuori la lingua nella sfida di Europa League col Brugge e di conseguenza proverà l’accelerata vincente per bloccare la squadra di Allegri che in campionato viaggia ad alti ritmi. L’occhio di questa domenica, da parte juventina, è soprattutto indirizzato all’Olim-

ter del Mancio ha mostrato l’orgoglio della grande squadra battendo il Dnipro con un uomo in meno per l’espulsione di Ranocchia rimontando lo svantaggio iniziale. Da seguire con parecchia attenzione la sfida di Marassi di domani fra Sampdoria e Napoli. I partenopei a Praga con lo Sparta hanno sofferto parecchio pareggiando e sciupando una valanga di gol che ha fatto imbufalire Benitez e quel centi-

Francia col Guingamp mentre il sempre più sorprendente Genoa proverà a difendere il quinto posto in classifica. Dopo il derby il Milan proverà a tornare alla vittoria affrontando questo pomeriggio a San Siro l’Udinese, beffata domenica scorsa al Friuli dal pareggio col Chievo. In fine sempre in crisi più profonda, il Parma andrà a Palermo dove Iachini ha costruito una squadra di tutto rispetto.

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SUPER SFIDA SOUTHAMPTON-MANCHESTER CITY S

Luigi Sada

cintille e alta tensione questo pomeriggio fra sout.. e Manchester che si giocano la seconda piazza alle spalle dell’imprendibile Chelsea impegnato ieri a Sunderland. E’ anche l’occasione per il lancio del guanto di sfida del nostro Pellè a Kune Aguero, gasatissimo per la tripletta rifilata al Bayern Monaco in Champions League. E’ anche

di Vilarreal, andrà a fare visita al Wolfsburg mentre il Dortmund andrà a Francoforte provando a strappare i tre punti all’Eintaracht. La squadra di Kloop deve assolutamente risalire la classifica dopo una partenza veramente pazzesca ricamata da mezza dozzina di risultati negativi. Risorge lo stoccarda che lascia fanalino di coda il Verde

Ieri pronta la risposta del PSG col Nizza. Oggi tre gare in programma col Lione, attualmente terzo in classifica, che va a giocarsi la vittoria sul campo del Saint Etienne mentre il Bordeaux, quinta forza del campionato, ospiterà il Lille. Posta altissi-

il giorno di Tottenham-Everton che provano a risalire la classifica. In Bundesliga il Bayern Monaco, ieri, ha sfidato all’Empia Stadium l’Herta Berlino cercando di cancellare le tossine della sconfitta di Manchester di mercoledì scorso. Oggi trasferta difficile per i due Borussia: il Moenchengladblach, reduce dal 2-2

Brema espugnando Friburgo con un poker. Nell’anticipo il colpo è riuscito grazie ai gol di Gruezo Wermer e una doppietta di Harmik. Capolavoro riuscito grazie all’arrivo del nuovo allenatore Stevens. In Francia nell’anticipo di venerdì il Marsiglia stende per 2-0 il Nantes grazie ai gol di Thauvin e Fanni.

ma per non cadere nella palude della bassa classifica fra l’Evian e il Guingamp, battuto l’altra sera dalla Fiorentina in Europa League. In Liga il Barcellona prova a rispondere al Real Madrid sfidando in trasferta il Valencia. L’Atlerico Madrid di Simeone aprirà le ostilità odierne con Deportivo Lacorunia.

estero


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teatro Marco Papetti Con l’arrivo del freddo il teatro Carcano dall’11 dicembre propone un racconto in tema con la stagione: Il cappotto scritto da Gogol nel 1842 e già al centro di un adattamento cinematografico firmato nel 1952 da Alberto Lattuada con Renato Rascel protagonista. Ambientato nella Russia zarista, Il cappotto racconta, tra realismo e ironia, la vicenda umana del piccolo funzionario Akàkij Akàkievič Bašmàčkin che vive serenamente della propria anonima attività di copista, sino al momento in cui, costretto dalle convenzioni sociali e dall’arbitrio

Al Carcano in Cappotto

degli arroganti più che dal freddo dell’inverno, acquista un nuovo cappotto, per sostituire il vecchio, troppo liso per essere presentabile. L’arrivo del nuovo indumento, comprato dal sarto Petròvič risparmiando fino all’ultimo centesimo, è per lui un evento importante, che sembra fargli guadagnare il rispetto di colleghi e superiori, finché non gli viene rubato. Inizia così la sua agonia, in una vana ricerca di giustizia. La regia è di Alessandro D’Alatri mentre sul palco saliranno tra gli altri: Federica Fabiani, Andrea Lupo, Giuliano Brunazzi, Matteo Alì, Alessio Genchi e Stefania Medri.

Peppa Pig a Milano! di Marco Papetti

S

abato 6 dicembre al teatro Manzoni arriva Peppa Pig con uno spettacolo che accompagnerà i presenti in una magica atmosfera per 75 minuti di coloratissima simpatia. Sul palco grandi attori, tra i quali Tiziana Martello, che interpreterà Daisy, la narratrice, ed Emanuele Buganza, George; entrambi già conosciuti per essere protagonisti del programma Rai “L’Albero Azzurro”: Tiziana come presentatrice dei giochi per i più piccoli ed Emanuele come anima di Dodò. La regia è di Clausio Insegno.


JE e TOOLROOM presentano UMEK domenica 30 novembre 2014

Spinnin’, Great Stuff e JE

due compilation della serie

Just Entertainment. Noto

“Toolroom Knights”. “To-

per le sue performance in

olroom Presenta: UMEK”

alcuni dei più grandi club

unisce il meglio del lavoro

del mondo come Space,

di questo talentuoso dj e

o sloveno amante del-

Ministry Of Sound e Pa-

produttore insieme a una

la techno UMEK è

cha, UMEK ha collaborato

manciata di collaborazioni

da sempre all’avanguardia

con colleghi come Pleasu-

con Groovebox, Beltek, DJ

della scena dance under-

rekraft, Jay Lumen, Uto

Dan & Mike Vale. Nella

ground delle ultime due

Karem, Olivier Giacomot-

tracklist anche il suo sen-

decadi e questo grazie alle

to, Siwell & Simon Doty.

sazionale rework di “Me-

produzioni con alcune del-

UMEK è stato presenta-

trum” di Fedde Le Grand

le etichette più rispettate

to allo staff Toolroom nel

e i classici di casa Toolro-

nell’industria

discografi-

2010: da qui è nata l’idea

om come “Unclear Mecha-

ca tra cui Toolroom, Intec,

di realizzare molte tracce e

nics” e “Love To Dance”.

musica

Riccardo Sada

L

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SISTERS CAP DJSET AL SIO CAFE’ DI MILANO

Originarie della Puglia ma ormai toscane d’adozione, le Sisters Cap sono due sorelle che in brevissimo tempo hanno dato vita a diversi progetti musicali, declinati sotto forma di radio-show, serate in discoteca e produzioni musicali. Il tutto

con la supervisione di Silvio Malibu Project, che ha creduto in loro prima di chiunque altro. Sabato 6 dicembre le Sisters Cap tornano a Milano, per la precisione al Sio Cafè, dove già avevano suonato la scorsa estate.

Raccontate i vostri esordi in consolle. “Abbiamo cominciato un po’ per caso e un po’ per gioco. Abbiamo iniziato nel 2012 grazie programma radiofonico che va tutt’ora in onda ogni venerdì sera su Radio Incontri. Poi sono iniziate le serate in discoteca e questa estate è arrivata la nostra prima produzione discografica, ‘Hey Oh’, uscita su etichetta Saifam”. Come descrivete il vostro genere musicale? “Edm e progressive house. Senza compromessi”. Questa estate avete fatto il vostro esordio al Cocoricò di Riccione, un autentico tempo della dance. “Ci è sembrato di vivere un autentico sogno: suonare in una consolle che ospita i migliori djs del mondo, vedere la sua pista ed il suo caratteristico soffitto a forma di piramide. Abbiamo compreso fosse tutto vero soltanto quando abbiamo smesso di suonare e ci siamo tolte le cuffie”. Vantaggi e svantaggi di suonare insieme alla propria sorella? “Esclusivamente vantaggi; la complicità e l’empatia tra due sorelle è qualcosa di unico. Basta uno sguardo, un cenno d’intesa e tutto diventa più semplice; fattore non da poco, se si pensa che suoniamo alternandoci con un disco a testa. Senza il dovuto affiatamento, come potremmo fare?”. I vostri link? www.malibuproject.com www.malibuproject.com e www.sistercap.com


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