Brasile 2014
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CATTURATE I LEONI INGLESI E FATECI SOGNARE
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venerdì 13 giugno 2014 Anno 4 n 23
Inghilterra
Italia
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Pensiero Stupendo...
di Beppe Vigani
venerdì 13 giugno 2014
La storia ci dà ragione
Severa Bisceglia
le statistiche Gli azzurri avanti negli scontri diretti 10-7
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bioritmi Enzo Occhiuto
Il gol di Capello del ‘73
FRATELLI D’ITALIA FAVORITI ta dall’inglese Roy Hodgson. Secondo questa lettura bioritmica, il pronostico è favorevole all’Italia. Nello specifico delle potenzialità dei singoli atleti, la nazionale inglese risulta più tonica e più forte nei contrasti con 6.00 rispetto al 5.88 degli azzurri. Ottimi in difesa e a centrocampo con Hart 6.49, Johnson 6,41, Gerrard 6,49 e Lallana 6,32 contro Verratti 6.26, Immobile 6,26 e Candreva 6.32. Mentre dal punto di vista emozionale la formazione schierata da Cesare Prandelli risulterà più reattiva e con maggiore grinta 6.05 rispetto agli avversari con 6.02. Parolo 6.49, Chielli-
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li Azzurri, consapevoli di avere i bioritmi al posto giusto e di aver battuto, nell’ultimo test prima del vero atterraggio sul Mondiale, il Fluminense per 5-3 con grande genialità calcistica, nutrono la speranza di superare la corazzata anglosassone. Infatti l’analisi eseguita sui bioritmi dei singoli giocatori mette in evidenza un lieve stato di benessere psicofisico della squadra italiana con 6.03 contro un valore medio di 6.00 della formazione guidaArbitro: Bjorn
ni e Immobile 6.39, De Sciglio 6.31 contro Hart e Gerard 6.49, Smalling e Lallana 6,31. Anche sul fronte delle energie intellettive e intuitive l’Italia si dimostrerà più perspicace e geniale con 6.18 rispetto al 5,98 (sotto tono) della nazionale isolana. Vediamo quali giocatori daranno la scossa giusta al momento giusto. Per l’Italia Candreva 6.46, Pirlo e Chiellini 6.45, Cassano, Marchisio e Insigne 6.43, Verratti e Balotelli 6,37. Per l’Inghilterra i più in forma saranno Roone e Barkley 6.50, Lampard e Sturridge 6.49 e Smalling 6.16. Partita avvincente dal punto di vista tecnico.
Kuipers Olanda Allenatore
al caldo italiano a quello brasiliano. Un’avventura che milioni di italiani stiamo per vivere e che una volta tanto si accomunano allo stesso tifo. Juventini, milanisti, interisti, romanisti, laziali, torinisti, fiorentini, napoletani tutti insieme a gridare Italia. Che bello è? La ventesima Coppa del Mondo (trofeo una volta dedicato a Jules Rimet, andato nella bacheca del Brasile per averne vinte tre, 1958, 1962 e 1970, e ora con la denominazione FIFA) è cominciata giovedì scorso con Brasile-Croazia. Gli azzurri si confrontano domani notte con l’Inghilterra in un match delicato, perché i conti bisogna farli con l’Uruguay, annunciato in gran spolvero, nonostante i guai di Luis Suarez, che con Edinson Cavani forma il tandem più forte del pianeta. Il dilemma di Cesare Prandelli è Mario Balotelli o Ciro Immobile? Alla fine scenderà in campo Super Mario, ma solo se vincerà avrà scelto bene. Nel Belpaese nessuno ti regala, soprattutto se sei il .c.t. della Nazionale. Lo sciabolatore di Torre Annunziata è il più in forma dell’intero parco-attaccanti, ma il centravanti del Milan pare abbia una divinità là in cima che lo farà scendere in campo nella formazione antiInghilterra. Dall’altra parte Roy Hodgson è alle prese con il problema Danny Welbeck, ma Raheem Sterling appare il suo degno sostituto. Non è fortissima la nazionale dei tre leoni, ma la condizione fisica sembra ottima. A Manaus fa caldo, troppo e qui che si gioca la partita. Oltremanica non sono abituati a simili temperature, in Italia un po’ di più. Gli inglesi fanno paura là davanti, ma dietro siamo protetti bene, anche se la difesa della nazionale prandelliana non è quella del 2006. Ma il nostro centrocampo è un acquitrino pieno di coccodrilli: De Rossi, Marchisio, Pirlo sono roba da leccarsi i baffi. Thiago Motta e Marco Verratti (nella foto) poi hanno goniometri di rara fattura. Davanti, a parte Immobile, i chiari di luna di Balotelli, c’è l’estro di Alessio Cerci, Lorenzo Insigne e, soprattutto, Antonio Cassano, scommessa di Prandelli, il quale sul barese ha puntato molto. Il c.t. ha lasciato a casa Pepito Rossi, Mattia Destro pure. Luca Toni e Alberto Gilardino neanche considerati. Speriamo che abbia ragione lui.
la nazionale azzurra appena laureatasi campione del mondo a casa loro, nel salotto di Highbury (ora il suo posto è stato preso dall’Emirates Stadium). Gli azzurri persero 3-2 sfiorando più volte il pareggio. Nel1948, il match si disputò a Torino, dove i bianchi d’Albione stravinsero per 4-0 contro una nazionale costruita con i giocatori del Grande Torino. Dopo varie partite, il 1973 è l’anno del doppio confronto per la nazionale di Ferruccio Valcareggi che passerà alla storia: a giugno al Comu-
Allenatore
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nghilterra-Italia si è giocata 24 volte (tra amichevoli e sfide ufficiali): gli azzurri sono avanti con 10 successi contro 7 degli inglesi e 7 pareggi. Il primo incontro ufficiale tra le due nazionali risale al lontano 1933, quando allo Stadio Nazionale di Roma si affrontarono davanti a 50.000 spettatori. La partita terminò 1-1, dopo il vantaggio italiano con Giovanni Ferrari, è Cliff Bastin in sospetta posizione di fuorigioco a siglare il pareggio inglese. L’anno seguente gli inglesi invitano
nale di Torino e a novembre nel tempio di Wembley, Londra. L’Italia uscirà da quella doppia sfida con due vittorie: il 2-0 in casa (reti di Pietro Anastasi e Fabio Capello) e 1-0 a Wembley (gol di Capello all’86’) che sbancò per la prima volta il suolo inglese. Nel 1976 l’Italia allenata da Enzo Bearzot vince 1-0 (rete di Roberto Bettega) che ci spedì direttamente ai Mondiali d’Argentina del 1978. Altra storica affermazione italiana (ancora una volta a Wembley) è datata 1997, valida per le qualificazioni al mondiale di Francia ’98, grazie alla rete firmata da Gianfranco Zola. L’ultimo incontro ufficiale è stato il quarto di finale di Euro 2012, dove gli azzurri hanno vinto dopo la lotteria dei calci di rigore, terminata 0-0 dopo i tempi supplementari.
Roy Hodgson
Cesare Prandelli
probabili formazioni
INGHILTERRA
ITALIA
Hart; Johnson, Jagielka, Cahill, Baines; Gerrard, Wilshere; Sterling, Rooney, Lallana; Sturridge.
Buffon; Darmian, Barzagli, Paletta, Chiellini; De Rossi; Candreva, Pirlo, Verratti, Marchisio; Balotelli
(4-2-3-1)
(4-1-4-1)
Regno Unito da una Coppa sola venerdì 13 giugno 2014
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ebutto di lusso per la nazionale inglese contro l’Italia, che è sembrata la squadra che maggiormente ne ha preso le mosse negli anni fino a diventare una grande dell’Europa e del Mondo. I baronetti del calcio, indubbiamente, sono gli inglesi, se non altro per aver “scritto” le regole di quello che sarebbe diventato lo sport più famoso e seguito al mondo: il moderno football, perché di calci ad una palla se ne sono tirati da tempi immemori, persi nei tempi. Stanotte, comunque sia, la regina è lei, l’Inghilterra che nella storia ha mostrato tanto, ha messo in vetrina calciatori memorabili, di cui basta ricordarne qualcuno come Bobby Charlton, Gordon Banks, Bobby Moore, portati sui palcoscenici mondiali da sir Alf Ramsey, con magra consolazione per aver vinto, purtroppo, un solo titolo mondiale, quello del 1966 giocato in casa e strappa-
Giovanni Labanca to alla Germania con un gol che si chiamerà sempre “fantasma”. Oggi, nel regno del calcio dell’altro emisfero, gli uomini della regina vogliono avere la meglio sull’Italia e, ironia della sorte, l’allenatore è un certo Hodgson che ha preso l’eredità di Fabio Capello e che dell’Italia ha allenato l’Inter, dove si è distinto più per le sue maniere da gentlman che per vittorie e trofei. Per guidare l’Inghilterra, però, qualche merito tecnico lo avrà pure nel suo bagaglio, altrimenti gli attempati inglesi non lo avrebbero scelto per un compito così grande. “Per me è un immenso onore intrecciare le armi con una grande squadra che di Coppe del Mondo se ne intende e per questa sfida,
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che tutto il mondo seguirà, abbiamo preparato una bella squadra, giovane, vivace e con un modulo che ingannerà tanto gli ottimi uomini di mister Prandelli” Quale degli azzurri vi darà più fastidio? “Sono in tanti ad essere bravi e tutti molto pericolosi, anche se a noi può fare più timore il complesso dell’organico. Noi siamo una nazionale che al mondiale è venuta per vincerlo e non per avere paura di qualcuno, si chiamasse pure Italia o Brasile. Abbiamo un obbligo morale verso la Nazione e dobbiamo onoralo in pieno, perciò aspettatevi una signora Inghilterra, degna del suo passato glorioso” Proprio quello che la Regina Elisabetta II del Regno Unito vuole e si attende, dopo tanti fallimenti messi in fila dai suoi predecessori.Dio salvi Hodgson, mentre il Big Ben comincia a suonare già le sue ore.
IL BRASILE HA GIÀ VINTO IL MONDIALE? Luigi Sada
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urto. Termine appropriato alla gara Brasile-Croazia, finita 3-1 a favore dei verdeoro di Scolari. Non c’è molto da dire, perchè la squadra biancorossa è stata letteralmen-
te scippata dall’arbitro giapponese capece, pensate un po’, di regalare un rigore inesistente che ha portato sul 2-1 i padroni di casa. Nejmar dal dischetto a momenti si faceva parare il penalty da Pletikosa. Ma non è tutto, dal
momento che il direttore di gara del Sol Levante senè guardato bene dall’espellere il campioncino di casa Nejmar per una clamorosa gomitata sferrata a Osil quando la Croazia stava mettendo alle corde il Brasile. Due episo-
di piùttosto maldestri che non possono non far pensar male di una possibile combine per far vincere i verdeoro. Per completare l’opera è macchiato anche il terzo gol incassato dai croati nel recupero di partita, visto che il signor Nishimura
ha concesso via libera a Oscar quando a centrocampo, compiendo un fallo, ha preso il volo bruciando la difesa biancorossa. In sintesi, il 3-1 del Brasile ai ragazzi di Kovač è un risultato bugiardo. Purtroppo arbitraggi del genere non mancano mai in un mondiale, anche perchè, manco a farlo apposta, nella partita Messico Camerun, giocata il giorno dopo, ai centroamericani sono stati annullati due gol regolarissimi, da un incompetente guardalinee thaitiano approdato, non si sa perchè, a Brasile 2014. Speriamo che non si ripetano simili contrattempi sabato notte in occasione di Inghilterra-Italia.
BALOTELLI UNICA PUNTA?
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oche certezze per Cesare Prandelli, forse solo due: il capitano Gigi Buffon in porta e Mario Balotelli come unica punta. L’attaccante rossonero, nervoso e con poche garanzie di rispetto al Milan, in Nazionale gode della fiducia quasi incondizionata del ct: “Sta benissimo, mai stato meglio. E’ solo affaticato per il gran lavoro svolto. Lo troverete in forma smagliante, sarà di certo determinante”. Se fosse questa la decisione definitiva, sabato notte potrebbe dire bene al tecnico azzurro e di conseguenza portare in alto SuperMario con un ulteriore iniezione di fiducia. Ma se andasse male, potrebbe costare caro all’ex tecnico viola per non aver dato fiducia, invece, a Ciro Immobile che nell’ultima amichevole ha realizzato una tripletta. Lo schieramento fin qui ipotizzato investe tutto sul centrocampo con la coppia Barzagli-Chiellini nella speranza di dare pochi riferimenti agli inglesi, soprattutto con un regista come Pirlo che si alternerà con Verratti. Le marcature dei centrocampisti inglesi non saranno facili.
VINCIAMO 2-1 LO SPERO venerdì 13 giugno 2014
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Luigi Sada
’ la madre di tutte le battaglie. Il test con gli inglesi, che inaugura il Mundial azzurro del Brasile, non fa dormire sonni tranquilli al citì Prandelli, anche perché, dolenti o nolenti, nessuno ha dimenticato le due ultime figuracce rimediate da Cassano e compagni nelle amichevoli giocate contro l’Eire e il Lussemburgo che hanno preceduto la partenza per il Sud America. Con la Fluminense, è vero, test dell’altro giorno, c’è stato un piccolo miglioramento rispetto alle due gare disputate a Londra e Perugia, però
preceduto la sfida di sabato notte. Comunque, indipendentemente da tutto, voglio pensare in positivo e credere che l’Italia, alla fine, riesca a battere l’Inghilterra, magari di stretta misura. Diciamo 2-1. Ma non fatemi dire chi segna. Prandelli nella sua manica ha due assi vincenti ed eccezionali come Immobile e Insigne, senza tralasciare la carta di Cassano e dello stesso Balotelli, e questi due, cioè il torinista ceduto al Borussia Dortmund, e il napoletano di Benitez, potrebbero diventare la grande sorpresa di questo mondiale brasiliano dove i padroni di casa partono favoriti insieme all’Argentina. Un occhio particolare dovre-
se il buongiorno si vede dal mattino fossimo Prandelli non saremmo tanti allegri e tranquilli considerando che l’avversario di sabato notte si chiama Inghilterra, la regina del calcio mondiale. Inoltre, incassare tre gol dalla Fluminense non può essere cosa da sottovalutare, quindi per favore stiamo cauti e con le antenne alzate prima di affermare che con l’undici di Roy Hodgson non dovrebbero esserci problemi particolari per la conquista dell’intera posta. Gli inglesi, siamo tutti d’accordo, non stanno attraversando un periodo eccezionale, considerando la raffica di forfait,
ultimo quello di Chamberlain, l’età avanzata di Lampart, Gerrard, Terry e del bomber Rooney, ma quando si tratta di competizioni ufficiali, specialmente al cospetto dell’Italia, la formazione del Regno Unito si trasforma castigando chi trova sul proprio cammino. Qualcuno potrebbe obiettare che l’Inghilterra ha vinto una sola volta il mondiale mentre l’Italia è salita sul trono del pianeta ben quattro volte, ma questo non cancella agli uomini della Regina la prospettiva di far valere le proprie qualità in questa nuova occasione che apre le ostilità del girone degli azzurri
Sandro Mazzola
mo tenerlo aperto anche per il Cile oltre che per la Germania, la corazzata del torneo, naturalmente insieme alla solita Spagna campione uscente. Non dimentichiamoci delle africane, con la Costa d’Avorio di Gervinho e Drogba in pole position. Gli ivoriano nel oro girone hanno la Colombia, Giappone e Grecia e dovrebbero superare il turno. Per il Portogallo di Ronaldo girone difficile perché, a parte la Germania, con il Ghana e gli Stati Uniti non si scherza. Avanti tutta dunque Azzurri. Il mondiale riserva spesso delle sorprese e questo potrebbe essere uno di quelli che laurea campion del mondo la squadra meno accreditata.
MAI FIDARSI DI ROONEY Wayne Rooney
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cocca l’ora di InghilterraItalia e sabato notte tutti saremo incollati davanti al televisore in attesa del fischio d’inizio. E’ un mondiale sicuramente difficile per gli azzurri primo perché si gioca nel Paese della squadra più forte al mondo e di conseguenza favorita, secondo perché approdiamo a questa sfida con qualche dubbio per quanto concerne la nostra difesa. In tutta sincerità è difficile restare sereni dopo aver visto all’opera gli azzurri con la Fluminense. Sono stati commessi troppi errori nelle retrovie e se un errore costa un gol, ragazzi c’è da preoccuparsi non poco, considerando la potenza d’urto dell’attacco inglese spinto da Rooney, uno che non si arrende mai fino all’ultima goccia di sudore. Mi resta sicuramente qualche dubbio dopo aver messo a fuoco i tre test che hanno
dove è bene non dimenticare la presenza di un combattivo Uruguay guidato da un Cavani che promette scintille e da una Costa Rica pronta a combinare qualche scherzo alle favorite del gruppo. Prandelli mentre scriviamo sta decidendo se far giocare la coppia ImmobileInsegni tenendo in panca Balotelli e Cassano. Ma qualunque sia la scelta finale il nostro Cesare farà bene a pensare innanzitutto a una sistemazione della difesa dove l’altra notte senza Mirante a parare l’impossibile sarebbe finito ancora volta diversamente un test amichevole di avvicinamento al Mundial.
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“Italia in finale? Io ci credo, nelle difficoltà ci esaltiamo” venerdì 13 giugno 2014
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Il massimo piacere è battere di nuovo la Germania Intervista a LARA COMI, europarlamentare di Forza Italia
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a anni i nostri lettori vedono Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia, nella veste di intervistatrice. Per la nostra testata ha intervistato innumerevoli personaggi di spicco della politica italiana ed europea. Oggi tocca a lei, e quale miglior palcoscenico di quello mondiale?
Onorevole Comi, complimenti per la riconferma al Parlamento Europeo: ha preso quasi 84 mila voti, un risultato che è segno di ottima forma… “Anche nella politica, come nel calcio, conta il dinamismo. E il mio ‘rettangolo verde’ è stato in questi anni un’area molto espansa, composta da ben 4 Regioni (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) dove ho macinato chilometri per essere presente sul territorio e rispondere coi fatti alle esigenze di cittadini, famiglie e imprese”. Saprà essere in buona forma anche l’Italia per questo atteso Mondiale? “Me lo auguro. L’ultimo test
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“Rossi è un grande giocatore, però Insigne e Immobile gli sono simili. Se devo pensare a un difetto di questa squadra credo che manchi una punta forte nel gioco aereo. Quando non riesci a buttarla dentro, uno bravo di testa è sempre utile e ti toglie le castagne dal fuoco, vedi Llorente nella Juve. La butto là: io a un giocatore come Toni, nonostante l’età avanzata, avrei fatto un pensierino”. Dove può arrivare questa Italia? “Prandelli ha detto che punta alla finale, e io ci voglio credere. Certo sulla carta ci sono squadre più forti, penso all’Argentina che è zeppa di fuoriclasse, il Brasile che è favorito
Severa Bisceglia
ciannovesimo minuto. Il suo gol, per intensità e importanza, vale quello di Tardelli in Spagna. Battere la Germania è poi sempre un piacere, sarebbe bello ripetersi”. Un giocatore che vorrebbe avere tra gli Azzurri oggi? “Franco Baresi. Un leader ineguagliabile, un mostro di perfezione, un campione sul campo, sempre corretto. Con lui in campo puoi permetterti di tenere la difesa altissima e supportare al meglio le punte. Ti recupera sempre e non gli vai mai via”.
Più che Rossi avrei portato Toni ai Mondiali: ci manca una punta forte nel gioco aereo
Lara Comi, europarlamentare di Forza Italia
col Lussemburgo è andato maluccio e sono piovute critiche che hanno alimentato dubbi e incertezze. Mi sembra la situazione migliore per gli Azzurri. Quando partiamo così poi finisce bene. Gli ultimi due Mondiali vinti (1982 e 2006) hanno avuto la stessa anteprima. Tocco ferro”. Pregi e difetti del team di Prandelli. “Prandelli a centrocampo ha mescolato ‘fosforo’ e corsa. C’è la geometria di Pirlo e Verratti, sempre che non si pestino i piedi, e il movimento senza palla, fondamentale, garantito dai vari Marchisio e Candreva. La difesa è una sicurezza grazie al blocco Juve. Il punto di domanda è l’attacco. Balotelli è chiamato alle sue responsabilità, dietro ci sono baldi giovani ma senza grandi esperienze. Cassano darà quel che può, ma non è più un giovincello”. Che ne pensa delle polemiche per l’esclusione di Pepito Rossi?
in quanto gioca in casa, la Spagna campione uscente, la Germania poi arriva sempre fino in fondo. Ma l’Italia ha forza mentale e risorse agonistiche inimmaginabili, e che vengono fuori nelle difficoltà”. Gli outsider? “Mah, è sempre difficile sfatare la tradizione. Un giorno magari arriverà il momento buono per il Portogallo che non ha mai vinto un Mondiale o per il calcio africano che è in grande crescita. Guardo poi con curiosità anche ad alcune Nazionali sudamericane di ottimo livello, come Colombia e Cile”. Qual è stato il gol più bello dei Mondiali che ricorda? “Quello di Grosso realizzato nella semifinale contro la Germania del 2006 al centodi-
E alle altre Nazionali chi porterebbe via? “Be’, io gioco a calcio come centravanti, uno come Ronaldo ci farebbe tanto comodo… Magari in coppia con Messi. Li naturalizziamo italiani?”.
Gli Azzurri partono in quarta... venerdì 13 giugno 2014
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Severa Bisceglia
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a Nazionale italiana, tra le più titolate al mondo e seconda solo al Brasile, sabato notte incrocerà le “armi” con la nazione che il calcio lo ha inventato: l’Inghilterra. Gli Azzurri, che vantano la conquista di ben quattro titoli, si fregiano anche del titolo di “olimpionica” grazie alla conquista nel 1936 del torneo a cinque cerchi. I nostri beniamini non hanno sempre indossato l’azzurro. La prima maglia indossata, nell’esordio assoluto
I giocatori italiani portano in trionfo Vittorio Pozzo dopo la conquista del primo mondiale della storia voluta dal regime fascista di Benito Mussolini. Con la caduta del Fascismo torna l’azzurro. L’Italia, con i quattro titoli conquistati, detiene il record europeo. Il primo titolo azzurro arriva nel 1934 e l’Italia, per volere di Mussolini,
1934, la prima nazionale italiana campione del mondo contro la Francia del 15 maggio 1910, era bianca perché non è stato raggiunto in tempo utile l’accordo sulla scelta dei colori e ancora oggi la seconda maglia della nostra Nazionale è bianca. L’anno successivo, dopo solo due amichevoli disputate in casacca bianca, contro l’Ungheria gli italiani indossano finalmente la maglia azzurra in onore al colore dello stendardo della casa dei Savoia, pantaloncini bianchi e calzettoni neri. Negli anni trenta, invece, l’Italia è scesa in campo, il cui debutto porta la data del 17 febbraio 1935 in un’amichevole contro la Francia allo Stadio del Partito Nazionale Fascista di Roma, con la divisa tutta nera
ne è anche il Paese a cui viene affidata l’organizzazione del secondo Mondiale della storia. Le città scelte ad ospitare l’evento furono Bologna, Firenze, Genoa, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Nella partita d’esordio l’Italia batte gli Stati Uniti 7-1, la seconda fu pareggiata contro la Spagna 1-1 e rigiocata il giorno successivo, all’epoca in caso di parità le partite venivano rigiocate, con la vittoria degli azzurri per 1-0. La semifinale è contro l’Austria vinta per 1-0 grazie al gol molto contestato di Guaita, la polemica coinvolgeva solo Meazza sospettato di aver commesso fallo sul portiere avversario in occasione del gol, mentre
La squadra campione in Spagna ‘82
l’altra campana vuole il portiere che si gettò intenzionalmente su Meazza per procurarsi il fallo. La finale si gioca contro la Cecoslovacchia che passa in vantaggio con Puc, ma sei minuti dopo ci pensa Orsi a pareggiare i conti e nei tempi supplementari arriva il primo titolo mondiale grazie al gol di Schiavio. L’Italia di Vittorio Pozzo conquista nel 1938 il secondo titolo mondiale consecutivo nella terza edizione organizzata dalla Francia. Nella semifinale l’Italia batte il favorito Brasile grazie al gol vincente di Meazza che calcia il rigore tenendosi i calzoncini che avevano rotto l’elastico. La finale è a Colombes contro l’Ungheria battuta per 2-1, i gol azzurri portano la firma di Silvio pilla e Gino Colaussi. Bisogna arrivare ai giorni nostri per vedere tornare per la terza volta la coppa nel nostra Paese. E’ la mitica squadra di Spagna 82 a farci sognare con Paolo Rossi che si laurea anche capocannoniere del mondiale con 6 gol. La corazzata guidata da Enzo Bearzot e composta da Dino Zoff, Giancarlo Antognoni, Gaetano Scirea, Ciccio Graziani, Fulvio Collovati, Claudio Gentile, Paolo Rossi, Bruno Conti, Antonio Cabrini, Lele Oriali e Marco Tardelli riporta il Belpaese sul tetto del mondo nella finale che l’ha vista letteralmente stracciare per 3-1 la Germania Ovest. Dopo il rigore sbagliato da Cabrini ci pensa Paolo Rossi a rialzare il morale della squadra segnando l’1-0 su cross di Gentile. Il raddoppio porta la firma di Tardelli il cui
urlo di gioia è diventato l’icona di quel mondiale. Spillo Altobelli porta a tre le reti, inutile il gol bandiera dei tedeschi. Il quarto titolo è, a mio modesto avviso, il più significativo e “meritato”. Un Mondiale vinto tra le polemiche con rabbia ed orgoglio, sulle ceneri di un calcio, quello italiano, minato dalle scommesse, squadre retrocesse in Seri B e calciatori sospesi o arrestati, il nostro calcio si è presentato ai giochi di Germania 2006 con zero credibilità. La finale è contro la Francia dell’ex juventino Zidane che porta in vantaggio la sua squadra su rigore al 7’. Al 19’ ci pensa Marco Materazzi a riequilibrare le sorti. Ma la fortuna sembra guardare altrove: un altro colpo di testa di Materazzi è salvato sulla linea e quello di Luca Toni finisce sulla traversa, ancora gol annullato a Toni per fuorigioco. Un mitico Gigi Buffon salva il risultato anche nei tempi supplementari che vedono l’espulsione di Zidane che colpisce con una testa Materazzi. Sui ragazzi di Marcello Lippi incombe, per la terza volta, l’incubo dei calci di rigore, ma restano concentrati e i primi quattro penalty vanno a segno mentre la Francia è sotto di uno per la traversa colpita da Trezeguet. Il rigore vincente è sul piede di Fabio Grosso che non sbaglia e l’Italia si laurea Campione del Mondo per la quarta volta a danno della Francia per 5-3.
Logo del mondiale di calcio 1938
1934, il gol vittoria di Schiavio
Gli inglesi in prima... venerdì 13 giugno 2014
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ur trattandosi, unitamente a quella scozzese, della Nazionale di calcio più antica del mondo l’unica conquista mondiale targata dai tre leoni risale al 1966, l’edizione giocata in casa. Nell’itera classifica mondiale FIFA, creata nel 1993, l’Inghilterra non spicca, unico piazzamento degno di nota è il 3° posto del 2012. Il palmares non è degno della sua fama, ma pur mancando i titoli, la Nazionale inglese resta una delle compagini più temute nel firmamento calcistico. L’Inghilterra torna a fare sul serio in campo negliga anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale. I mondiali brasiliani del 1950 segnarono il momento più difficile ed umiliante per i ragazzi dei tre leoni. Dopo la vittoria per 2-0 contro il Cile subirò la più assurda e clamorosa sconfitta dell’epoca contro gli Stati Uniti che vinsero per 1-0 e, come se non bastasse, si
Bianca Elton Ara
Lo storico Wembley Twin Towers
videro anche parare un rigore. La gara successiva si rivela ancora disastrosa, 1-0 contro la Spagna. Il momento peggiore per i giocatori inglesi arriva il 25 novembre del 1953 quando l’Ungheria guidata da Puskàs espugna il celebre Wembley
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per 3-6. Fu tale l’umiliazione che gli inglesi vollero dimostrare che quel 3-6 fu solo un episodio isolato e sfidarono ancora gli ungheresi a Budapest il 23 maggio 1954. Mai idea fu più malsana: gli anglosassoni tornarono a casa ancora più
umiliati dal 7-1 subito, resta questa la più pesante sconfitta subita a tutt’oggi. Il Regno unito ha sempre faticato non poco nei match mondiali. Nel 1954 gli inventori del calcio furono rispediti a casa dall’Uruguay, nel 1958 fu l’Unione Sovietica
a presentare il conto al primo turno e nel 1962 nulla hanno potuto in Cile contro il favoriti e futuri campioni brasiliani ai quarti. Finalmente il 1966, in un mondiale dal basso livello di spettacolo, vide schierata la miglior formazione d’oltremanica di tutti i tempi, su tutti i fratelli Jack, Bobby Charlton, Bobby Moore e Gordon Banks. La squadra di casa supera bene il primo turno senza subire gol. A seguire sconfisse, non poca difficoltà e dopo l’espulsione di un calciatore avversario, l’Argentina per 1-0 con gol di Hurst. In semifinale fu la doppietta di Bobby Charlton a rispedire a casa il Portogallo. Fin qui la squadra “regale” non si è contraddistinta per
grandi meriti riservando tutto lo spettacolo nella finalissima contro la Germania Ovest, ancora oggi considerata una
delle più memorabili partite di ogni tempo: 12° vantaggio tedesco a cui fa eco Hurst dopo solo sei minuti. Al 78° il gol di Peters fa già sognare l’intero popolo britannico, ma al 90° Weber, con un gol molto contestato dai padroni di casa, fa scendere il gelo. Primo tempo supplementare: un tiro rocambolesco ma potente di Geoff Hurst finisce sotto la traversa rimbalzando sul terreno di gioco. L’azione fu così veloce che l’arbitro non fu in grado di valutare se la palla fosse comunque dentro la linea di porta, il consulto con l’assistente decretò il gol contrariamente a quanto visto poi in moviola. La rabbia dei tedeschi nulla può contro il gol subito ingiustamente, e la forsennata ricerca del pareggio ci mette lo zampino: Geoff Hurst segna per i leoni il gol che chiude i giochi proprio allo scadere. Hurst resta l’unico calciatore ad aver realizzato una tripletta in una finale mondiale. Il 4-2 finale permise agli inventori del calcio di alzare al cielo il più importante dei trofei ricevuto direttamente dalle mani della regina. Oggi la nazionale inglese ha poco da invidiare alle altre squadre, basta il solo attaccante Wayne Rooney (nella foto) a fare paura.
La stua celebrativa dedicata ai campioni del mondo
I 23 + 1 AZZURRI 8
venerdĂŹ 13 giugno 2014
Portieri: 1 Buffon (Juventus), 13 Perin (G
Difensori: 7 Abate (Milan), 15 Barzagli (J
Centrocampisti: 14 Aquilani (Fiorentina),
Attaccanti: 9 Balotelli (Milan), 10 Cassan
venerdĂŹ 13 giugno 2014
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Genoa), 12 Sirigu (Paris St. Germain); Juventus), 19 Bonucci (Juventus), 3 Chiellini (Juventus), 4 Darmian (Torino), 2 De Sciglio (Milan), 20 Paletta (Parma); , 6 Candreva (Lazio), 16 De Rossi (Roma), 8 Marchisio (Juventus), 5 Thiago Motta (Paris St. Germain), 18 Parolo (Parma), 21 Pirlo (Juventus), 23 Verratti (Paris St. Germain); no (Parma), 11 Cerci (Torino), 17 Immobile (Torino), 22 Insigne (Napoli).
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Girone A DATA / ORA 12-06-2014 22:00 Brasile 3-1 13-06-2014 18:00 Messico 1-0 17-06-2014 21:00 Brasile - 19-06-2014 00:00 Camerun 23-06-2014 22:00 Camerun 23-06-2014 22:00 Croazia -
Girone D DATA / ORA 14-06-2014 21:00 Uruguay 15-06-2014 00:00 Inghilterra 19-06-2014 21:00 Uruguay 20-06-2014 18:00 Italia - 24-06-2014 18:00 Italia - 24-06-2014 18:00 Costa Rica Girone G DATA / ORA 16-06-2014 18:00 Germania 17-06-2014 00:00 Ghana - 21-06-2014 21:00 Germania 23-06-2014 00:00 Usa - 26-06-2014 18:00 Usa - 26-06-2014 18:00 Portogallo
SQUADRE
STADIO
Croazia ARENA DI SAN PAOLO Camerun
ARENA DAS DUNAS
Messico CASTELAO -
Croazia ARENA AMAZONIA
-
Brasile NAZIONALE
Messico ARENA PERNAMBUCO
SQUADRE
STADIO
-
Costa Rica
-
Italia
CASTELAO
ARENA AMAZONIA
-Inghilterra
ARENA DI SAN PAOLO
Costa Rica
ARENA PERNAMBUCO
Uruguay
ARENA DAS DUNAS
-
Inghilterra
MINEIRAO
SQUADRE
STADIO
-Portogallo
ARENA FONTE NOVA
Usa
ARENA DAS DUNAS
-
Ghana CASTELAO
Portogallo
ARENA AMAZONIA
Germania
ARENA PERNAMBUCO
-
Ghana NAZIONALE
Girone B DATA / ORA 13-06-2014 21:00 Spagna -1-5 14-06-2014 00:00 Cile 3-1 18-06-2014 21:00 Spagna - 18-06-2014 18:00 Australia 23-06-2014 18:00 Australia 23-06-2014 18:00 Olanda -
Girone E DATA / ORA 15-06-2014 18:00 Svizzera - 15-06-2014 21:00 Francia - 20-06-2014 21:00 Svizzera - 21-06-2014 00:00 Honduras 25-06-2014 22:00 Honduras 25-06-2014 22:00 Ecuador Girone H DATA / ORA 17-06-2014 18:00 Belgio - 18-06-2014 00:00 Russia - 22-06-2014 18:00 Belgio - 22-06-2014 21:00 Corea del Sud 26-06-2014 22:00 Corea del Sud 26-06-2014 22:00 Algeria -
SQUADRE
STADIO
Olanda ARENA FONTE NOVA Australia
ARENA PANTANAL
Cile
MARACANA
-
Olanda BEIRA-RIO
-
Spagna ARENA DA BAIXADA
Cile
ARENA DI SAN PAOLO
SQUADRE
STADIO
Ecuador
NAZIONALE
Honduras
BEIRA-RIO
Francia ARENA FONTE NOVA -Ecuador
ARENA DA BAIXADA
-
Svizzera ARENA AMAZONIA
-
Francia MARACANA
SQUADRE
Girone F DATA / ORA 16-06-2014 00:00 Argentina 16-06-2014 21:00 Iran - 21-06-2014 18:00 Argentina 22-06-2014 00:00 Nigeria - 25-06-2014 18:00 Nigeria - 25-06-2014 18:00 Bosnia -
SQUADRE -
STADIO
Grecia MINEIRAO
-Giappone
ARENA PERNAMBUCO
-
Costa d’Avorio NAZIONALE
-
Grecia ARENA DAS DUNAS
-Colombia
ARENA PANTANAL
Costa d’Avorio CASTELAO
SQUADRE -
STADIO
Bosnia MARACANA
Nigeria ARENA DA BAIXADA -
Iran
MINEIRAO
Bosnia ARENA PANTANAL Argentina Iran
BEIRA-RIO
ARENA FONTE NOVA
STADIO
Algeria MINEIRAO Corea del Sud
Girone C DATA / ORA 14-06-2014 18:00 Colombia 15-06-2014 03:00 Costa d’Avorio 19-06-2014 18:00 Colombia 20-06-2014 00:00 Giappone 24-06-2014 22:00 Giappone 24-06-2014 22:00 Grecia -
ARENA PANTANAL
Russia MARACANA -
Algeria BEIRA-RIO
-
Belgio ARENA DI SAN PAOLO
Russia ARENA DA BAIXADA
calendario PRIMA FASE MONDIALI
BRASILE 2014
venerdì 13 giugno 2014
Laura Tangari
B
rasile favorito per il successo finale in questo appuntamento iridato che ha preso ufficialmente il via giovedì sera con la gara inaugurale fra i verdeoro di Scolari e la Croazia. E’ un po’ il girone di ferro quello che ha tenuto a battesimo il Mundial. Attesa per la sfida Messico-Camerun con Eto’o a guidare i leoni d’Africa. Nel gruppo 2 da seguire con attenzione il tiro incrociato fra Spagna-Olanda e Cile con l’Australia a fare da quarto incomodo. Il match Spagna-Olanda dovrebbe chiarire già la situazione con i cileni pronti ad entra-
BRASILE PER IL PODIO
ITALIA AL BIVIO re in gioco in caso di vittoria con gli australiani. Nel gruppo C il Giappone di Zaccheroni potrebbe farcela a qualificarsi dal momento che le avversarie, a parte la Colombia, sembrano tutte abbordabili visto il valore di Grecia e Costa d’Avorio dove Drogba potrebbe fare comunque la differenza insieme a Gervinho. Il D è quello dell’Italia con la sfida di sabato sera contro l’Inghilterra che tiene banco. Occhio all’Uruguay di Cavani pronto ad azzannare la Costa Rica. Nel girone E Francia e Svizzera
dovrebbero trovare semaforo verde con l’Ecuador e l’Honduras che la scorsa settimana in amichevole ha pareggiato con l’Inghilterra. Nell’F via libera per l’Argentina con Iran, Nigeria e Bosnia di Dzeko. Nel girone G lotta serrata fra Germania e Portogallo per il primato del gruppo con Usa e Ghana a lottare per capovolgere il pronostico. Infine, nel girone H Russia e Belgio favorite con Algeria e Corea del Sud pronte a stupire come affermano i loro allenatori. Una nota particolare: l’Uruguay ha
Luca Banchi ex Siena, oggi a Milano
a propria disposizione ben cinque giocatori che militano nelle squadre italiane:
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Caceres (Juventus), Gargano (Parma), Hernandez (Palermo), Perez (Bologna) Gonzalez (Lazio), oltre all’ex Napoli Cavani in forza al Psg.
E’ ancora Milano-Siena Quarta finale in sei anni tra le due squadre L
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’EA7 Armani Milano accarezza il sogno che ha già cullato due anni fa. E ancora contro Siena. Incredibile. Un club che ha vinto gli ultimi sette scudetti e che a oggi è destinato a lasciare posto a ricordi e rimpianti. La MPS è fallita , ma non nel cuore e dignità e statene certi: in finale venderà cara la pelle. Una stagione filata via liscia per le due squadra, prima dei playoff, dove Milano ha fatto fatica, troppa se si considera che contro Pistoia è dovuta andare a gara5 e a gara6 contro Sassari, giocando alla fine ben settanta partite. Una stagione massacrante per la squadra di Luca Banchi, che è alla ricerca del secondo titolo consecutivo (la scorsa stagione vinse proprio con Siena).
Cammino post-season leggermente più agevole per i toscani allenati da Marco Crespi (scuola Olimpia), che hanno superato Reggio Emilia per 3-2 e poi Roma per 4-1. Tra Milano e Siena vi sono almeno una quindicina di partite di differenza, in più per i biancorossi. I biancoverdi hanno una formazione con meno qualità rispetto agli scorsi anni (rispetto allo scorso anno hanno perso tutto il quintetto a cominciare da Hackett, Moss, Kangur). In cabina di regia c’è il ripudiato di casa Armani, MarQuez Haynes che da tre è implacabile e a campo aperto è inarrestabile, come Erik Green, altro elemento di buona individualità. La guardia è Matt Janning, ottimo tiratore d
Beppe Vigani tre, già l’anno scorso alla corte di Banchi. Altro fattore di questa formazione è sicuramente Otello Hunter, ala forte di professione, ma centro per vocazione quando Benjamin Ortner è in panchina. Occhi anche su Jeff Viggiano, altro ex della partita. Attenzione anche a Tomas Ress, che con il MPS ha vinto ben sette scudetti, è una leggenda per il basket senese. Nel roster ci sono anche Spencer Nelson e Josh Carter, due mine vaganti che quest’anno hanno regalato molte soddisfazioni ai propri tifosi.
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Debora Cheli
C
i aveva avvisati Toto Wolff, team principal della Mercedes, subito dopo l’avvio trionfale della stagione. Il vantaggio stratosferico delle monoposto tedesche si sarebbe inevitabilmente ridotto: l’obiettivo, pienamente centrato, era di collezionare più punti possibile in attesa del temuto sorpasso. Ci sono volute sette gare, ma alla fine la profezia del manager si è avverata in Canada con la prima vittoria della Red Bull nel Mondiale, anche se Rosberg, saldamente in testa alla classifica piloti, è arrivato secondo. Cio’ che Wolff non poteva prevedere è che ad aggiudicarsi la corsa non è stato l’ormai veterano Vettel, bensi la giovane recluta Ricciardo. Ormai la stampa specializzata ha occhi solo per lui, prodotto del vivaio Red Bull e debuttante di consistenza, l’unico ad oggi a porre un freno
IL SORPASSO DELLA RED BULL
Tutti contenti per la vittoria di Ricciardo, tranne Vettel
L’australiano Daniel Ricciardo che ha riportato la Red Bull alla vittoria
allo strapotere Mercedes. Il campione del mondo uscente invece si mangia le mani e rompe il silenzio, accusando il suo team di aver sbagliato strategia di gara, finanche di favorire il compagno di squadra, di cui è prossimo il rinnovo di contratto. Insomma, per il quattro volte iridato, nonostante il terzo posto a Montreal, è un periodo da incubo.“Con questo cetriolo non si va da nessuna parte in rettilineo. Mi scuso ma devo dirlo una volta per tutte!”, ha sbottato Vettel a fine gara, con un tono che non gli è consueto. Poi ha rincarato la dose: “E’ una continua frustrazione che manchi la potenza in giornate come queste dove si poteva vincere. Io non corro per arrivare secondo o terzo”. Sul fronte Ferrari la situazione resta critica. Il sesto posto
di Alonso e il decimo di Raikkonen sono apparsi come manna dal cielo, una conclusione fortunata di un altro week-end sottotono. Partiti a metà griglia, i due ferraristi hanno accusato i soliti problemi di carico aerodinamico, bilanciamento e mancanza di velocità, aspetto particolarmente penalizzante sul circuito stretto e veloce canadese. Solo l’incidente fra Massa e Perez al penultimo giro, e il conseguente ritiro delle due Williams, hanno permesso alle monoposto del Cavallino di apparire entrambe in zona punti. Il malcontento dei due piloti è evidente, anche se Alonso mantiene la calma. “In Canada abbiamo ottenuto punti fortunati – ha esordito lo spagnolo su Ferrari.com- ma non possiamo essere soddisfatti della prestazio-
ne, dovevamo fare di più. La gara della Red Bull dimostra come in Formula 1 le cose possano cambiare velocemente e deve essere una motivazione in più per metterci in condizione di lottare per la vittoria”. Le scuderie si preparano per il Gp d’Austria, in programma il 22 giugno. La gara di casa per Vettel e Ricciardo si disputerà sull’ex A1 ring (il cui nome storico era anche Zeltweg), rinnovato e ribattezzato Red Bull Ring. Il circuito si trova a Spielberg, nella regione della Stiria ed ha ospitato l’ultima gara valida per il mondiale di F1 nel 2003, anno della soppressione dell’appuntamento austriaco. Lungo 4,326 km, il tracciato annovera una decina di curve e due lunghi rettilinei dove è possibile usare il DRS.
SCATTA IL TOUR DE FRANCE
I
l Tour de France è alle porte e il colombiano Nairo Quintana fresco vincitore del Giro d’Italia numero 97 parte con i favori del pronostico malgrado la larga concorrenza di avversari di primo piano capitanati da Chris Froome, Alberto Contador e il nostro Vincenzo Nibali. Questo terzetto ha scaldato i muscoli nei giorni scorsi disputando il Giro del Delfinato, gara a tappe che precede il Giro della Svizzera ai nastri di partenza domenica mattina. Il Tour de France quest’anno partirà dall’Inghilterra e si concluderà a Parigi. Tornando a Quintana la sua prestazione al Giro d’Italia è stata veramente super, anche se è bene ricordare che all’appuntamento con la corsa rosa sono
Nairo Quintana
venuti a mancare protagonisti del calibro di Contador, Froome, Nibali e Cancellara, tanto per fare dei nomi, che hanno preferito dirottare le loro due ruote al Giro di California dove gli ingaggi hanno ormai raggiunto cifre a sei zeri rispetto al Giro. Quintana al Giro ha dovuto respingere gli attacchi del connazionale Uran Uran maglia rosa dopo il tappone di Montecampione. Quintana ha preso invece in pugno la corsa staccando tutti in Val Martello mentre nella frazione dello Stelvio e del Gavia, disputata sotto una tormenta di neve, è emerso il sardo Aru. Buona la difesa di Pozzovivo, quinto in classifica generale a Trieste dove il Giro ha chiuso i battenti. Delusione per il trentasetten-
Luigi Sada
ne Cadel Evans crollato dopo l’attacco di Quintana. Nella cronometro da Bassano a Cima Grappa il colombiano capitano della Movistar ha concluso la sua fatica alla grande. Nella generale, podio per Uran Uran e Fabio Aru la vera rivelazione del Giro e grande promessa del ciclismo per il futuro. Bene il francese Rolland quarto e Domenico Pozzovivo probabilmente al via del Giro della Svizzera. Trasferta di massa, dunque, in terra di Francia ad accogliere i guerrieri della pedalata.
venerdĂŹ 13 giugno 2014
TERRANOVA DI POLLINO (PZ) BASILICATA una perla per tutte le stagioni
foto di Antonio Di Taranto
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MARQUEZ A MONTMELÒ PER LA 7° VITTORIA DELLA STAGIONE Marjlja Bisceglia
I
l Mondiale continua con Marc Marquez a farla da padrone. Sei gare su sei e tutte con partenza in pole position, bottino pieno per il campione del mondo in carica che non si accontenta più di vincere umiliando i suoi inseguitori e non gli basta neppure aver praticamente vinto il mondiale, vuole entrare nella storia. Il pilota del team Repsol Honda sta sfruttando al meglio l’ottimo avvio di stagione, in effetti il percorso è lungo, meglio fare abbondante scorta per i momenti bui, non si sa mai! Davanti al pubblico di casa
non vorrà certo rinunciare al gradino più alto del podio che non occupa, su questa pista, dal 2010 quando correva in 125cc. La passata stagione ha battuto innumerevoli record, quest’anno non vuole rinunciare a raggiungerne, e magari superarne, altri. Il pilota di Cervera, da ben quattro anni sul podio, si sta preparando al primo record della stagione: 53 punti di vantaggio in classifica sull’immediato inseguitore Valentino Rossi, a questo punto della stagione, secondo solo al Dottore che nel 2005 guidava la classifica con 58 punti di vantaggio su Marco Melandri. Riuscirà domenica a battere il record in Catalunya? Il Motomondiale 2014 ci riserva la sfida nella sfida. Marquez primo,
Classico duello tra Marc Marquez e Valentino Rossi
Valentino Rossi segue. Il pilota di Tavullia ha fermato a 58 punti il margine di vantaggio sull’inseguitore e lo spagnolo si prepara a supe-
rarlo; Se Marc vincesse anche sulla pista di Montmelò, raggiungerebbe l’italiano, ad oggi unico pilota di sempre da quando la MotoGP fu in-
PERCHÉ VALENTINO ROSSI... Marjlja Bisceglia
I
l centauro targato Yamaha non molla, tante le ambizioni e soprattutto, correre lo diverte ancora. 300 il numero di Gran Premi disputati, traguardo premiato dal podio del Mugello. Valentino non è più un ragazzino, si sa, ma ha ancora tanta fame di successo e lotta per il traguardo più ambito: il decimo titolo mondiale e i 200 podi da raggiungere. Il Peter Pan della due ruote, oggi tra i quattro piloti migliori al mondo, recupera gara dopo gara e si
impone a dispetto dei Lorenzo e dei Pedrosa, Marquez appartiene ad un’altro pianeta. Manca solo la firma del rinnovo con la Yamaha, tutto il resto è cosa quasi fatta, in questo mondiale è salito sul podio in Qatar, sul circuito della Frontera e nel GP di Francia, secondo dietro Marquez, al Mugello si è dovuto accontentare del terzo tempo contro un ritrovato Jorge Lorenzo. Secondo in classifica generale e comunque davanti a Lorenzo e Pedrosa, scusate se è poco. Il momento è positivo per Rossi, ottimo rapporto con il compagno di
scuderia, buona intesa con il team e tanta voglia di crescere insieme: “Se rimaniamo la Yamaha resta una squadra forte e noi possiamo aiutarla a investire per colmare il gap con la Honda. In caso contrario s’indebolirebbe” Valentino non risparmia lodi e frecciatine e come erede di Lorenzo alla casa di Iwata ci vedrebbe bene Pol Espargaro: “E’ giovane, corre già per la Yamaha e presto sarà parte del team ufficiale”. Sull’accordo: “Dobbiamo ancora sistemare qualche particolare, ma sui punti essenziali del contratto siamo d’accordo, come ad esempio
Valentino Rossi in sella alla sua argento Yamaha
la durata: voglio due anni, mi accontenteranno”. Sui rivali e sullo stato di forma,invece: “Marc è fortunato perché ha rivali migliori rispetto ai miei, che ammettono la sua superiorità e ammettono che sia un bravo piloti. Per me non era così io vincevo solo per la moto non perché ero bravo, allora ho preferito cambiare squadra: è stata una grande
trodotta nella classe regina in sostituzione delle 500cc, anche la quota di sette vittorie consecutive. Siamo tutti in attesa di vedere cosa ci scelta! Sono come le donne, nascondo il reale numero di Gran Premi disputati come loro nascondono gli anni reali: dico che ho corso 200 Gran Premi! Dodici anni fa non mi sottoponevo a duri allenamenti, non facevo quasi niente, ora mi devo allenare tutti i giorni ma il segreto, oltre alla capacità di mantenere intatta la concentrazione, è la passione e il divertimento”. Non molla Valentino, in Spagna, come sempre, è partito in attacco già dalle prove libere, consapevole che per lottare con Jorge e Marc deve dare il meglio di se in tutte le prove,
riserva la coppia MarquezRossi con l’innesto, si spera non tardivo, di Jorge Lorenzo che al Mugello ha dato del filo da torcere al campione, spettacolo agli appassionati, salendo sul secondo gradino del podio davanti al Dottore, come lui stesso ha dichiarato: “Mi è piaciuto molto battermi con Jorge, è stato divertente. Adesso al Montmelò, che non è tra i miei preferiti ma ha un bellissimo layout, spero di fare bene, con un anno di esperienza in più le cose andranno diversamente”. E non ha nessuna intenzione di deludere i suoi sostenitori: “Tutto il mio fan club verrà a vedermi e a fare il tifo per me, spero di poterli ripagare con un bello spettacolo”.
anche le libere: “Sono molto felice di essere a Barcellona, soprattutto dopo il buon weekend al Mugello dove abbiamo piazzato due Yamaha sul podio. Il Montmelò è una pista fantastica, quella catalana è una delle gare più belle. Sono molto contento di come stiamo lavorando sulla moto. So che possiamo fare ancora meglio, la squadra è molto motivata e anche per questo ho voglia di fare bene”. Il nove volte campione del mondo è molto distante dal rassegnare le dimissioni e di questo tutti gli appassionati sono felici.
Circuito di Barcelona-Catalunya
Il circuito, situato a circa 20 chilometri a nord-est di Barcellona, nel comune di Montmelò, fu inaugurato nel settembre del 1991 ospitando il Gran Premio di Spagna di Formula1 e divenne subito teatro delle più appassionanti gare di Motomondiale. Ha subito delle modifiche nel 1995 ed è considerato uno dei migliori tracciati, può ospitare fino a 104.000 spettatori, nel 2001 ha ricevuto il prestigioso trofeo che concede annualmente IRTA. Il Circuito di Catalunya è lungo 4.727 metri e largo 12, presenta 5 curve a sinistra e 8 a destra, il rettilineo più lungo è di 1.047 metri. I piloti dovranno percorrere 25 giri per una distanza totale di 118,2 chilometri. Marjlja Bisceglia
venerdì 13 giugno 2014
ALLO SPAZIO TADINI MOSTRA CHE ABBRACCIA SESSANT’ANNI DI STORIA
abbandonato ogni soluzione compositiva per arrivare alla dissoluzione assoluta della forma”. Del resto il vento dell’arte Americana si fa sentire anche qui e Pollock lascia la sua indelebile impronta con il suo modo di esprimersi nell’action painting, l’estrema messa
invito mostra Milano in arte 1956 - 1967
di tempo che si esprime nelle ultime tendenze di quel periodo ricco di innovazioni e idee: dall’arte Informale fino a quella Cinetica e più Concettuale. E’ quasi impossibile descrivere tutta l’opera degli artisti esposti ricchi e variegati nelle loro poetiche. I nomi sono importanti da Lucio Fontana a Enrico Baj, Gianni Dova, Arnaldo Pomodoro, Bepi Romagnoni, Emilio Tadini, Remo Bianco, Ludovico Calchi Novati. E’ nell’interesse per la storia e i fatti che documentano la nostra vita che l’arte può aiutarci per capire lo spirito del nostro tempo e qui alla Casa Museo Tadini troviamo esposto quel tempo storico che ha caratterizzato la Milano dagli anni ‘50 fino agli anni ‘70 per proseguire nelle prossime edizioni autunnali fino ad oggi.
Spazio Tadini - Romagnoni Spazio Tadini - Enrico Baj
tappa dagli anni del dopoguerra fino a quelli del pre-boom economico, la seconda tappa che possiamo vedere esposta fino al 10 luglio che va dal 1956 fino al 1967 e per finire il percorso la selezione si allargherà anche all’opera degli architetti, fotografi e stilisti che hanno operato in questo ultimo periodo e hanno contribuito a rendere Milano una delle capitali più riconosciute anche all’estero. La mostra raccoglie una selezione di circa sessanta opere con le quali vengono rappresentati 43 degli artisti che hanno un posto di rilievo nella storia dell’arte italiana e, in particolare, nella Milano degli anni ‘60. Del resto in Italia è nelle due principali città, Roma e appunto Milano che si respira l’aria della pittura “Informale”, quella che il critico d’arte Gillo Dorfles definisce come “estrema degenerazione dell’arte astratta che ha
Spazio Tadini - Emilio Tadini
in atto del gesto che raccoglie tutta l’espressione della condizione umana, corpo e movimento. In Italia, Lucio Fontana si esprime con le sue tele tagliate per dire che gli uomini di questo secolo forgiati al materialismo più spinto, esigono ormai un’arte lontana dalla rappresentazione della realtà. Il senso del movimento adottato anche dai Futuristi a inizio secolo dà il via alla sola e vera grande rivoluzione dell’arte contemporanea: né pittura, né scultura ma “forme, colore e suono attraverso gli spazi”. Attraverso le opere in mostra degli artisti rappresentati possiamo cogliere tutto quell’arco
Marby
L’arte chiama l’Expo
L
’Expo è l’occasione per far conoscere la città nelle sue svariate sfaccettature. Non solo la “Milano da bere”, ma tutte quelle iniziative che hanno dato e danno a questa città l’appellativo di ricca fucina di idee e talent scout di personaggi di cui il capoluogo lombardo si nutre e si è nutrito nel tempo per consolidare il suo appellativo di centro laborioso, industriale ma anche culturale. E’ in questo contesto che si colloca la mostra Expo Milano in Arte 1945-2015 allo Spazio Tadini, Casa Museo in grado di coinvolgere artisti e autori che operano nel mondo dell’arte in modo multimediale e diversificato. Dalla pittura e scultura alla fotografia, per arrivare al design e all’architettura. Nel percorso espositivo possiamo apprezzare le opere della seconda tappa della rassegna Expo Milano in Arte che ha impegnato i suoi curatori, Francesco Tadini, Anna Daelli e Melina Scalise a realizzare un viaggio culturale e artistico degli autori suddividendoli in periodi storici di cui: la prima
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Spazio Tadini - Calchi Novati
Spazio Tadini, Casa Museo arte,cultura eventi Via Jommelli 24, Milano 10 giugno-10 luglio 15.30 - 19.00 dal martedì al sabato
Spazio Tadini, Casa Museo arte,cultura eventi Via Jommelli 24, Milano 10 giugno-10 luglio 15.30 - 19.00 dal martedì al sabato
L’esposizione è parte della rassegna Milano in Arte 1945 - 2015 che Spazio Tadini dedica alla città di Milano ripercorrendo tappe significative della sua crescita artistica e culturale che culminerà con l’Expo del 2015. La prima mostra della rassegna ha preso in considerazione il periodo 1945 - 1956 e si è svolta nel gennaio 2014. Nelle prossime tappe - da autunno 2014 a tutto il 2015 - la selezione si allargherà agli architetti, ai designer, ai fotografi e agli stilisti che hanno contribuito a rendere Milano una delle capitali della cultura internazionale. Si ringrazia per la collaborazione Fondazione Marconi di Milano, Pasquale Siniscalco, Galleria Tonelli, Poleschi Arte e tutti i collezionisti privati che hanno voluto contribuire all’esposizione. Potrebbe interessarti: http://www.milanotoday.it/eventi/mostre/milano-in-arte-1945-2015.html Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/MilanoToday
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