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Mercoledテャ 28 marzo 2012
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COPIA OMAGGIO
MILAN - Barcellona
Capitano, Barテァa da affondare
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Mercoledì 28 marzo 2012
L’Editoriale
Che vinca il… peggiore di Beppe Vigani Milan-Barcellona è il calcio. Affermazione pesante, ma che calza a pennello su queste due formazioni capaci di sciorinare possesso palla come nessuno. Due squadre dissimili nella concezione, con sistemi e interpreti diversi, ma che danno importanza rilevante all’estetica pallonara. Arthur Schopenhauer diceva che “date l’impudenza e la stupida arroganza della maggior parte degli u o m i n i , chiunque possiede dei meriti farà bene a metterli in mostra se non vorrà lasciare che cadano in un completo oblio”. I rossoneri, da questo punto di vista, non si fanno certo pregare, più sobrio è invece il Barça che, nonostante domini in Europa da alcuni anni, difficilmente presta il fianco a violini e sirene dei media in generale. Una questione di cultura, oppure è più scaltro il Milan che cerca ogni tanto di mettere i lustrini per fare accecare gli avversari, spesso timorosi davanti a targhe, coppe e trofei luccicanti della bacheca di Via Turati. Messaggi subliminali che voltano a rendere ancora più piccoli gli avversari. Il Barcellona, però, non è come tutti gli altri. Dei lustrini ci fa la barba, delle
coppe la colazione. La squadra di Allegri, che non perde un colpo in campionato, tenterà l’impresa contro i Guardiola-boys, non proprio dominatori in Liga, visto che sono dietro al Real Madrid dell’odiato Mourinho. Ibrahimovic sarà chiamato a fare la differenza, la speranza non è mai troppa. Lo svedese troppe volte ha fallito nei match che contano, soprattutto in Europa, è ora che faccia vedere il suo marchio di fabbrica anche nelle sfide che segnano una carriera. Lo scrittore francese Georges Bernanos sosteneva che “La speranza è una virtù, una determinazione eroica dell’anima. La più alta forma della speranza è la disperazione vinta”. Proprio per questo motivo il Milan ha qualche chance per battere il Barcellona. Nel calcio non sempre vince la monotonia, la squadra più forte, quella favorita o quella più bella. Tifo per il calcio sorprendente, per quello che fa sognare, dove il più debole vince con il più forte, dove Davide batte Golia. Sono sognatore, le cose scontate non fanno sognare. Fanno annoiare e il calcio ha bisogno di passione. Dovesse vincere il Barcellona, sai che litania. No, grazie. Allora che vinca il peggiore.
Georges Bernanos
“il Barcellona non è come tutti gli altri. Dei lustrini ci fa la barba, delle coppe la colazione”
“Bernanos sosteneva che la speranza è una virtù, una determinazione eroica dell’anima. La più alta forma della speranza è la disperazione vinta”
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Anelli Auto Due Viale Brambilla, 38 27100 Pavia (PV) Tel. 0382-383811
Anelli Auto Due Viale Italia 21/25 20094 Corsico (MI) Tel. 02-4404142
Arbitro: Arbitro: Jonas Eriksson (Svezia)
Anelli Auto Due (service) Via F. Gioia 52 20090 Trezzano sul Naviglio (MI) Tel. 02-4457701
Stadio ‘G. Meazza’ ore xxxx
Barcellona (4-3-3)
Milan (4-3-1-2)
All. J. Guardiola
All. M. Allegri 32 Abbiati; 25 Bonera, 13 Nesta, 5 Mexes, 77 Antonini; 22 Nocerino, 23 Ambrosini, 10 Seedorf; 27 Boateng; 70 Robinho,11 Ibrahimovic.
1 Victor Valdes; 2 Dani Alves, 3 Piqué, 14 Mascherano, 5 Puyol; 6 Xavi, 16 Busquets, 4 Fabregas; 8 Iniesta, 9 Sanchez, 10 Messi.
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Fattore casa La Partita
La formazione di Allegri ha sicuramente le carte in regola per rispondere colpo su colpo all’undici di Guardiola
di A.S. Bisceglia Il Milan non molla. L’obiettivo è la finalissima all’Allianz Arena di Monaco magari col Bayern, che stasera sarà in campo al Velodrome contro il Marsiglia di Deschamps. Al di là del risultato conseguito sabato pomeriggio a San Siro con la Roma, comunque convincente con i due gol di Ibra, la formazione di Allegri ha sicuramente le carte in regola per rispondere colpo su colpo all’undici di Guardiola ricaricato nel morale per la piccola rimonta in Liga sul rivale di sempre, il Real Madrid. Il pareggio col Malaga e quello col Villareal delle Merengues ha infatti ridotto le distanze in classifica da dieci a sei in due sole giornate e di conseguenza i catalani ora tornano a sperare, Milan permettendo, nella “triplete” di marca mourinhiana, che sembrava ormai lontana anni luce fino qualche settimana fa. Ma come si presenta il Barcellona a San Siro? La formazione blaugrana, innanzitutto, scoppia di salute. Senza affannarsi più di tanto colleziona vittorie su vittorie lasciando le briciole agli avversari. Messi segna a raffica infatti in campionato, una decina di
giorni fa, ha stabilito il nuovo record di marcature con la maglia del Barcellona. Gli altri sono anche loro pezzi da novanta. Non proprio come l’argentino ma quasi. Xavi e Villa sono due autentiche spine nel fianco delle difese e come se non bastasse Guardiola può aggiungere a questa coppia i giovani Thiago Alcantara, Tello e il cileno ex Udinese Sanchez. Insomma, roba da far paura. Il Milan, come risposta, si augura di trovare un Ibra al top, come in campionato, capace di risolvere con le sue giocate da campione la questione con i catalani. Allegri recupererà Boateng ma soprattutto potrà contare sull’ottima forma attraversata da Emanuelson, un giocatorino ritrovato, in grado di far sognare i tifosi rossoneri con un suoi deliziosi affondi personali. La difesa del Barcellona non è impeccabile. Aggredendola potrebbe pagare lo scotto di un Dany Alves in non perfette condizioni fisiche e di un Mascherano non del tutto recuperato. Fra i pali Valdes, recentemente, non è apparso così sicuro come all’inizio di stagione e il Milan potrebbe approfittarne tentando la via del gol negli ultimi sedici metri dove Ibra è uno specialista. I bookmaker inglesi danno per
favorito il Barcellona nel passaggio del turno, però le agenzie di scommesse italiane controbattono concedendo qualche chance in più al Milan, dal momento che si gioca a San Siro.
La gioia di Ibra
Il Programma Calendario e Risultati
La Classifica Marcatori Champions League 2011-2012
Martedì 27 Marzo
Pos. Giocatore
Gol Squadra
Pos. Aílton
Gol Squadra
1
Lionel Messi
12
Barcellona
19
Aílton
3
APOEL Nicosia
2
Mario Gomez
10
Bayern Monaco
19
Moussa Sow
3
Lille
Ore 20:45
APOEL Nicosia - Real Madrid
Ore 20:45
Benfica - Chelsea
Mercoledì 28 Marzo Ore 20:45
Marsiglia - Bayern Monaco
3
Cristiano Ronaldo
6
Real Madrid
19
Robinho
3
Milan
Ore 20:45
Milan - Barcellona
4
Roman Shirokov
5
Zenit San Pietroburgo
19
Kevin-Prince Boateng 3
Milan
4
Roberto Soldado
5
Valencia
19
Luiz Adriano
3
Shakhtar Donetsk
4
Karim Benzema
5
Real Madrid
31
Frank Lampard
2
Chelsea
4
Alexander Frei
5
Basilea
31
François Modesto
2
Olympiakos
Martedì 3 Aprile Ore 20:45
Bayern Monaco - Marsiglia
Ore 20:45
Barcellona - Milan
Mercoledì 4 Aprile Ore 20:45
Real Madrid - APOEL Nicosia
4
Zlatan Ibrahimovic
5
Milan
31
Fernando Torres
2
Chelsea
Ore 20:45
Chelsea - Benfica
4
Bafetimbi Gomis
5
Lione
31
Arjen Robben
2
Bayern Monaco
4
Edinson Cavani
5
Napoli
31
Wayne Rooney
2
Manchester United
4
Seydou Doumbia
5
CSKA Mosca
31
Franck Ribéry
2
Bayern Monaco
12
Didier Drogba
4
Chelsea
31
Marco Streller
2
Basilea
12
Robin van Persie
4
Arsenal
31
David Fuster
2
Olympiakos
12
Oscar Cardozo
4
Benfica
31
Loïc Rémy
2
Marsiglia
12
André Ayew
4
Marsiglia
31
Gökhan Inler
2
Napoli
12
José Callejón
4
Real Madrid
31
Maximiliano Pereira
2
Benfica
12
Pedro
4
Barcellona
31
Toni Kroos
2
Bayern Monaco
12
Hulk
4
Porto
31
Mario Balotelli
2
Manchester City
19
Yaya Touré
3
Manchester City
31
Eren Derdiyok
2
Bayer Leverkusen
19
David Villa
3
Barcellona
31
Danny Welbeck
2
Manchester United
19
Gonzalo Higuaín
3
Real Madrid
31
Alexis Sánchez
2
Barcellona
19
Fabian Frei
3
Basilea
31
Jelle Vossen
2
Racing Genk
19
Jonas
3
Valencia
31
Federico Fernández
2
Napoli
19
Gustavo Manduca
3
APOEL Nicosia
31
Bruno César
2
Benfica
19
Giampaolo Pazzini
3
Inter
31
Diego Milito
2
Inter
* Le gare disputate ieri sono prive di risultato: ricordiamo che Stadio5 viene stampato nel tardo pomeriggio di martedì 27 marzo
Messi con il Pallone d’Oro
MercoledĂŹ 28 marzo 2012
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Mercoledì 28 marzo 2012
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La resa dei conti La Champions
Il Barcellona non è solo Messi. È una squadra composta anche da assi come Xavi, Sanchez, Fabregas e Villa. Ma Ibrahimovic da solo potrebbe fare la differenza
di Laura Tangari Il Milan a San Siro ospita il Barcellona di Pep Guardiola e prova a spingere sull’acceleratore per conquistare il pass per la finalissima di Monaco di Baviera dell’Allianz Arena, in programma il 19 maggio prossimo. Così, il grande giorno è arrivato. Ci vuole l’impresa e Allegri lo sa. I blaugrana, dopo aver segnato il passo nella Liga per diversi turni lasciando semaforo verde al Real Madrid, fino a concedergli un margine di dieci punti di vantaggio, sembrano ora in netta ripresa e pronti ad azzannare tutte le squadre che incontrano sul proprio cammino a cominciare dal Milan stasera in Champions. Messi, a ogni appuntamento, fa l’extraterreste e per il vecchio Diavolo se l’argentino si ripete saranno veramente momenti da incubo. Allegri probabilmente, fin dal giorno del sorteggio di Nyon, ha studiato a fondo il modo di fermare il Pallone d’oro provando in allenamento
tutte le soluzioni. Ammesso che ne esistano. Ma il Barcellona non è solo Messi. La squadra di Guardiola è veramente un avversario tremendo. Xavi, Sanchez, Fabregas e Villa in avanti sono sinonimo di garanzia per i catalani mentre per la difesa qualche dubbio potrebbe subentrare nelle ultime ore per via delle condizioni fisiche non perfette di Puyol, Dani Alves e Mascherano. Guardando la doppia sfida nel girone H di qualificazione dello scorso novembre, dopo il 2-2 del Camp Nou e il 2-3 di San Siro, il Barca sembrava fosse abbordabile, però da allora di acqua sotto i ponti n’è passata parecchia e il Milan, in questa circostanza, dovrà fare i conti con i mille problemi d’infermeria che hanno messo Allegri nei pasticci negli ultimi mesi. Insomma, il Milan, per togliere di mezzo gli spagnoli, dovrà giocare innanzitutto da Milan e augurarsi che Ibrahimovic tiri fuori dal cilindro le formidabili giocate regalate in campionato. Nella serata odierna, in linea parallela a San Siro, saranno di scena al Velodrome Marsiglia e Bayern Monaco. Due squadre agli antipodi, considerando i risultati
conseguiti nelle ultime settimane. I tedeschi sono un rullo compressore: in Bundesliga, ad esempio, hanno sommerso di gol (0-6) il povero Herta all’Olimpiastadium di Berlino mentre i francesi, al contrario, in Ligue 1 sono riusciti a collezionare ben cinque sconfitte consecutive, l’ultima delle quali casalinga col modesto Digione. Inoltre i quarti di finale di Champions i bavaresi li hanno raggiunti alla grande seppellendo di gol gli svizzeri del Basilea che nell’andata con il successo per 1-0 si erano illusi di superare il turno. All’Allianz Arena Gomez e compagni sono stati implacabili. Hanno imposto la legge del 7 ripetendo la goleada di una settimana prima all’Hoffenheim che non è sicuramente una cenerentola in Bundesliga. Il Marsiglia, invece, le ha perse tutte. Compreso la gara di San Siro con l’Inter finita 2-1 per i nerazzurri di Ranieri. La panchina di Deschamps, sostengono i tabloid transalpini, vacilla. E solo un risultato positivo contro i tedeschi potrebbe salvare l’ex juventino dal licenziamento. Ma con i tempi che corrono l’impresa sembra veramente impossibile.
I Bioritmi di Milan-Barcellona
“Effetto alone”: sorpresa per il Barça
Un incontro fortemente coinvolgente ed altamente tecnico
di Enzo Occhiuto La squadra di Guardiola, dopo gli strepitosi successi conseguiti negli ultimi anni, risulta essere la favorita d’obbligo. Tuttavia, dovrà stare attenta non solo ai suoi principali punti deboli, come la carburazione lenta, la fragilità difensiva sui palloni alti, gli attacchi di narcisismo a partita ancora da chiudere: sarà costretta a fare la massima attenzione all’“Effetto Alone”, coniato dallo psicologo nord americano
Edward L. Thorndike (1874/1949) per indicare un atteggiamento psicologico automatico a orientare i giudizi sulla base delle ultime esperienze: “Non c’è nessuno che sembri più invincibile di chi ha appena vinto”. Pertanto, nell’incontro i rossoneri evidenziano, dall’analisi della bio situazione, una superiorità di valori assoluti con 6,02 rispetto ai giocatori blaugrana con 5,97. Analizzando i valori medi bio dei moduli tattici proposti dai due trainer, emerge la differenza di competitività tra le due squadre in campo. Allegri (4 - 3 – 1 - 2 = v. 6,27 – 6,26 – 6,31 – 6,34) con una squadra armoniosamente compatta e dai valori ottimali in tutti i settori del campo, soprattutto in fase offensiva con Boateng e Ibrahimovic con 6,31 di valore intellettivo ed El Shaarawy con
6,44 di resistenza fisica. Guardiola (4 – 3 – 3 = v. 6,35 - 6,08 - 6,24) conta su una difesa ermetica e coesa con valori ottimali, un centrocampo in buono stato ma non eccellente e la fase offensiva con Messi e Thiago Alcantara con 6,49 in grande spolvero. Nello specifico delle potenzialità di rendimento, ambedue saranno molto forti dal punto di vista fisico: Milan (6,12) con 9 giocatori su 11 in ottime condizioni e il Barcellona (6,04) con 6 elementi su 11 in stato positivo. Anche sul piano dell’intelligenza tattica i rossoneri con 6,01 risultano più vivaci di quelli del Barcellona con 5,99. Sul piano dell’intuizione con 6,13 gli ospiti risultano più perspicaci dei padroni di casa con 5,92. Infine, si rileva che i due allenatori sono emotivamente al top con 6,45.
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Mercoledì 28 marzo 2012
Il vero SuperMario Il Personaggio del Milan: Mario Yepes
Balotelli? Non c’è bisogno di scomodare l’ex interista per trovare un grande Mario nel calcio: il Milan dal 2010 vanta un difensore che si è sempre distinto per la grande professionalità
di Alessandra Caronni In lotta per il campionato e anche per la Champions, alla faccia della tripletta al contrario degli interisti, anche se la Coppa Italia è andata in fumo. Contro l’Arsenal, a San Siro, il Milan ha fatto una grande partita. Ora Yepes affronta il Barcellona. E vuole fare ancora meglio. Probabilmente gli spagnoli hanno qualcosa in più, per il difensore colombiano. “Sono elementi che si conoscono da tanto tempo, giocano insieme da sempre”. Yepes col Diavolo ha dovuto adattarsi a un ruolo spesso diverso. Inoltre, si è mostrato sempre al servizio di Allegri (“lui è un tipo chiaro”). Ma gli è stato d’aiuto Galliani, che lo ha
sempre rassicurato anche quando era in panchina o in tribuna. “Ma io sono un tipo che si fa trovare sempre pronto”, spiega. Al Milan devi sempre farti trovare pronto, non puoi sbagliare”. Ma c’è chi giura che il suo domani non sarà in rossonero. “Tornare in Colombia? Anche no. Voglio stare in Europa ancora qualche anno. Se starò qui, bene, sennò…”. Amici come prima e patto col Diavolo sciolto. È il professionismo, questo. Niente smancerie. L’ascesa è ormai alle spalle. Nel febbraio 1997 venne acquistato dal Deportivo Cali, una della principali squadre colombiane. Con questa società vinse il campionato colombiano nel 1998 raggiungendo la finale di Coppa Libertadores 1999, persa ai rigori
contro il Palmeiras. Il giugno 1999 viene preso dagli argentini del River Plate. Veste la maglia dei Millonarios per tre stagioni, vincendo due campionati. Nel gennaio 2002 lascia la compagine di Buenos Aires per andare in Europa: nel Nantes. Con i francesi esordisce nelle competizioni UEFA per club il 20 febbraio 2002 in UEFA Champions League contro il Manchester United. Nei suoi primi due anni e mezzo in Francia totalizza 90 presenze e 7 gol. Dal 2004 al 2008 è nel Paris SaintGermain. Nell’agosto del 2008 firma un contratto annuale con il Chievo, poi rinnovato per un’ulteriore stagione. Con i clivensi esordisce in Serie A il 21 settembre 2008 al Ferraris contro la Sampdoria (1-1) e segna la prima rete
in Serie A il primo novembre 2009 in Chievo-Udinese, realizzando di testa il gol del definitivo 1-1. Nel marzo 2010 firma un accordo col Milan a partire dalla stagione 2010-2011. Debutta in rossonero il 7 novembre 2010, a 34 anni, in Bari-Milan (2-3), partita valida per la decima giornata della Serie A 2010-2011. Il 7 maggio 2011 vince il suo primo scudetto con il Diavolo a due giornate dal termine del campionato grazie allo 0-0 contro la Roma. Il 6 agosto 2011 fa sua la Supercoppa italiana battendo l’Inter a Pechino per 2-1. Solo che resta in panchina. Il 23 ottobre del 2011 segna il suo primo gol in maglia rossonera: una rete che consente al Milan di vincere in rimonta per 4-3 la gara esterna di campionato
contro il Lecce. L’11 dicembre 2011 contro il Bologna riporta un trauma distorsivo alla caviglia destra con lesione del legamento mediale. È un infortunio che lo ha costretto a circa due mesi e mezzo di stop.
Chi è Mario Yepes Nato a Cali, in Colombia, il 13 gennaio del ’76, Mario Alberto Yepes Díazè, un difensore del Milan e della Nazionale colombiana, di cui è il capitano. Ha iniziato la sua carriera calcistica nel 1994 con la maglia della Cortuluá, squadra della massima divisione colombiana nel ruolo di attaccante. È stato l’allenatore del Cortuluá, Reinaldo Rueda, a impiegarlo prima come terzino e poi come difensore centrale. Yepes ha esordito tra i professionisti il 27 marzo 1994 contro l’Atlético Junior e tra il 1994 e il 1998 ha disputato 76 partite e segnato 7 reti, la prima delle quali il 12 novembre 1995 contro l’Atlético Junior.
Il Personaggio del Barcellona: Xavi Hernandez
Xavi è sulla luna Il centrocampista del Barcellona è il centrocampista più forte dell’universo e oltre…
di Debora Cheli Xavier Hernández Creus col Barcellona ha vinto tre Champions League e con la propria ha conquistato l’Europeo 2008 e il Mondiale 2010. Dal 2009 è terzo nella graduatoria del Pallone d’oro. La notevole visione di gioco, la precisione nei passaggi, l’abilità nel palleggio in spazi stretti, e a quella di fornire assist ai compagni lo fanno il numero uno in assoluto in questo ruolo. Xavi, prodotto del vivaio blaugrana, esordisce in prima squadra nel 1998, nell’incontro di Supercoppa spagnola contro il Maiorca. In quella stagione il Barcellona vince il campionato e Xavi colleziona 17 gettoni segnando un gol determinante contro il Valladolid. Sempre più spesso parte titolare e nella
stagione 2001/2002 gioca 14 partite nel percorso fino alle semifinali di UEFA Champions League in cui il Barcellona viene eliminato dal Real Madrid. Diventa titolare fisso in squadra, risente dell’annata non eccellente del Barcellona che, nonostante un doppio avvicendamento in panchina, conclude il campionato al sesto posto. P er Xavi arriva un momento importante nell’aprile del 2004 quando, nel finale di partita, segna il gol vincente che interrompe il digiuno di vittorie del Barcellona sul Real Madrid in campionato al Bernabéu che durava dal 1998. Salta solo due gare nel campionato 2004-2005 vinto dai blaugrana. Nel giugno 2005 prolunga il suo contratto di tre anni, portando la
scadenza al 2010. L’inizio della stagione successiva vince la Supercoppa di Spagna contro il Betis; nel dicembre del 2005 subisce un grave infortunio in allenamento, rompendosi i legamenti del ginocchio destro. Torna il 29 aprile 2006, proprio nella partita in cui il Barça può celebrare la vittoria del campionato 2005-2006. Pochi giorni dopo la squadra vince la sua seconda Champions League trionfando a Parigi sull’Arsenal con il risultato di 2-1. Fatta eccezione per l’iniziale vittoria della Supercoppa di Spagna nel derby contro l’Espanyol, la stagione successiva al doblete risulta avara di successi per lui, come per tutto il Barcellona. La stagione seguente è deludente, ma nel 2008-2009 arriva il triplete, grazie anche all’arrivo del suo ex compagno
di squadra Josep Guardiola. La stagione seguente è leggendaria: arrivano Supercoppa europea, Supercoppa di Spagna e Coppa del mondo per club. Nel maggio 2010, con la vittoria per 4-0 sul Valladolid, vince per la quinta volta il campionato spagnolo. Il 5 gennaio 2011, disputando la gara di Coppa del Re contro l’Athletic Bilbao, diventa, con 550 partite all’attivo, il calciatore che più volte ha vestito la maglia del Barcellona in competizioni ufficiali, superando il precedente record di Migueli. L’11 maggio 2011 si aggiudica, grazie al pareggio contro il Levante la sua sesta Liga Spagnola. Il 28 maggio 2011, contro il Manchester United, conquista la terza Champions League della sua carriera, la quarta della storia del Barça.
Chi è Xavi Hernandez Nato a Terrassa, Spagna, il 25 gennaio dell’80, Xavier Hernández Creus, centrocampista del Barcellona (con cui ha vinto tre Champions League) e della Nazionale spagnola (con la quale ha conquistato l’Europeo 2008 e il Mondiale 2010) nel 2009, 2010 e 2011 si è piazzato al terzo posto nella graduatoria del Pallone d’oro. La sua attuale stagione è cominciata con la vittoria della Supercoppa di Spagna contro il Real Madrid (2-2 al Bernabeu e 3-2 al Camp Nou) e della Supercoppa UEFA contro il Porto (2-0).
Mercoledì 28 marzo 2012
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Sorpresa Apoel Le Altre di Champions
di Luigi Sada
Ha affrontato il Real di Mourinho ed è una multinazionale formata da numerosi giocatori di etnia brasiliana e da portoghesi col passaporto cipriota
La sorpresa gradita della Champions League edizione 2012 è l’Apoel Nicosia. La squadra di Jovanovic è arrivata ai quarti di finale tagliando un traguardo storico, non solo per quanto concerne un club cipriota ma per tutto il calcio dell’area mediterranea etichettato troppo facilmente di seconda fascia, se non di terza, dai media dal dopoguerra ai giorni nostri. L’Apoel, che ieri sera ha affrontato il Real Madrid di Mourinho, è una multinazionale formata da numerosi giocatori di etnia brasiliana e da portoghesi col passaporto cipriota. Il cammino dell’Apoel è stato straordinario, tant’è che ha conquistato la qualificazione nel Gruppo G insieme allo Zenit di San Pietroburgo. La formazione di Spalletti è stata la prima vittima dei ciprioti vincitori a Nicosia per 2-1 nel turno inaugurale. Le due
trasferte in Ucraina con lo Shakhtar e quella successiva in Portogallo col Porto hanno regalato altrettanti pareggi per 1-1 alla squadra di Jovanovic ma il capolavoro è giunto alla quarta giornata a Nicosia quando lo stesso Porto ha pagato dazio uscendo sconfitto per 2-1 fra il delirio dei tifosi di casa. Il capolavoro è stato perfezionato nella gara di ritorno in Russia con lo Zenit dove la porta di Pardo è rimasta inviolata dagli attacchi di Fayzulin e compagni. Staccato il biglietto degli ottavi l’Apoel ha continuato la sua strada perdendo di misura per 1-0 a Lione per poi andare a vincere ai calci di rigore, dopo i tempi supplementari, a Nicosia, grazie a una rete di Manduca siglata nella parte iniziale della gara. La seconda partita in programma di ieri sera è stata BenficaChelsea. Ma qui è un’altra storia.
Note sull’Apoel ΑΠΟΕΛ, Aθλητικός Ποδοσφαιρικός Όμιλος Eλλήνων Λευκωσίας L’Athlitikós Podosfairikós Ómilos Ellínon Lefkosias, ovvero Società calcistica atletica greca di Nicosia, è una polisportiva cipriota di Nicosia, più nota con il suo acronimo di Apoel e comprende oltre al calcio basket, volley, tennis tavolo, bowling e ciclismo. Costituita l’8 novembre 1926 come Poel (Podosferikos Omilos Ellinon Lefkosias, Squadra di Calcio dei Greci di Nicosia), è fondatrice della Federazione calcistica cipriota. Ha vinto 21 campionati, 19 Coppe di Cipro e 12 Supercoppe di Lega ed è quindi la squadra cipriota con più titoli in assoluto. Nel Ranking UEFA è attualmente al 62° posto.
Calcio Estero
Il Barcellona è caldo
Il campionato, la squadra di Guardiola è andata a vincere a Maiorca. Di risposta, il Real Madrid al Bernabeu ha rifilato cinque sberle al Real Sociedad (l.s) Il Barcellona, in attesa della sfida di Champions col Milan, affila le armi andando a vincere a Maiorca per 2-0 con gol di Sanchez e del rientrante Piquè. Non è stata una passeggiata perché Maiorca è sempre stato un terreno ostile per le grandi. In risposta ai catalani, il Real Madrid di Mourinho fa goleada (5-0) con il Real Sociedad al Bernabeu. Vanno a segno Cristiano Ronaldo e Benzema con una doppietta ciascuno mentre la quinta rete è opera di Higuain. In classifica,
Merengues sempre al comando con sei lunghezze sui blaugrana. Al terzo posto il Valencia, finito al tappeto con il Getafe, è agganciato dal Malaga vittorioso in trasferta a Barcellona con l’Espanol. Cade l’Atletico Madrid al Calderon col Saragozza che abbandona il fanalino di coda. In Francia frena al Parco dei Principi il Psg di Ancelotti. Finisce 1-1 col Bordeaux e il Montpellier, vincente con il Sant Etienne (gol di Giroud), si colloca in testa alla classifica insieme ai parigini. Incalzano i campioni in carica del Lille
che espugnano Evian con una tripletta (Hazard, Puyet, Pedretti) mentre il Lione, dopo aver battuto in Coppa a Parigi il Psg, fa centro anche in campionato superando lo Sochaux. Il Marsiglia, impegnato in Champions, finalmente blocca la serie negativa di sconfitte pareggiando in Costa Azzurra col Nizza. In Germania, nella Bundesliga, Dortmund a valanga a Colonia per 6-1 con doppietta di Kagawa. Insegue il Bayern Monaco vittorioso per 2-1 con l’Hannover con reti del solito Gomez
e Kroos. Schalke 04 in terza posizione grazie al successo con il Leverkusen e alla sconfitta del Monchengladbach in casa con l’Hoffenheim. Risorge l’Herta Berlino andando a vincere a Magonza per 3-1. In Inghilterra il City di Mancini insegue lo United. Dzeko e compagni fanno solo 1-1 con lo Stoke City (a segno Tourè, replica di Crouch). Infine cade in casa il Liverpool col Wigan mentre Chelsea-Tottenham finisce a reti inviolate. United vincente col Fulham per 1-0 con gol di Rooney.
27 92 22 28
18
23 15
91
3 46
16
24
33 64 35
71
13
21
89 5
17
27 - Michael Mazzacane (A) 22 - Ryan Constant (D) 18 - Manuel Lo Presti (A) 28 - Pasquale Terrazzano (P)
92 - Peter Wunderer (A) 15 - Edoardo Caletti (A) 91 - Tommaso Migliore (A)
FINALE PLAYOFF - CALENDARIO PARTITE A MILANO Gara 3 Venerdì 30 marzo - ore 20.30 Gara 5 (eventuale) Mercoledì 04 aprile - ore 20.30 Gara 7 (eventuale) Lunedì 09 aprile - ore 20.30
23 - Marcello Borghi (A) 46 - Nicolò Latin (D) Coach - Massimo Da Rin
3 - Peter Stimpfl (D) 33 - Peter Klouda (A) 35 - Paolo Della Bella (P)
16 - Daniel Peruzzo (A) 64 - Nicolò Lo Russon (A) 71 - Luca Ansoldi (A)
DOVE
Stadio del Ghiaccio AgorĂ Via dei Ciclamini 23 20147 Milano 1 Primaticcio / Inganni Bus 58, 64
24 - Andreas Lutz (D) 21 - Federico Betti (D) 5 - Alessandro Re (D)
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Mercoledì 28 marzo 2012
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Mercoledì 28 marzo 2012
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La Vita dei Club
Milan Club La Louvière di Giovanni Labanca
“Milan, grande amore mio. Milan, mon amour!”
Si potrebbe riassumere in questa semplice e affettuosa espressione, tutta la vita di Pino Dessole. Si intende, la vita da grande tifoso, di un uomo che ha dedicato e dedica gran parte del suo tempo libero alla squadra del Diavolo. Giunto in Belgio da Sassari, ha avviato la sua attività a La Louvière, dove ha aperto il magnifico Hotel “Le New Matinal”, uno dei migliori della cittadina. In breve tempo è diventato un punto di riferimento non solo per gli italiani, ma per tutti gli emigranti provenienti dall’intera Europa. Tifosissimo del Milan, il 15 maggio 1992, ha fondato il primo Milan Club della zona, raggiungendo con un lavoro assiduo e indefesso la bellazza di 452 soci, di cui ben 46 sono in possesso dell’abbonamento alle partite del Milan. Ragion per cui, ogni domenica calcistica, questi tifosi raggiungono Milano con un comodo viaggio aereo per unirsi sugli spalti del Meazza al tifo locale, cui danno un apporto notevole. Suo fido braccio destro è il segretario Demirkaya Mehmet. Le trasferte vengono organizzate con grande cura per assicurare ai tifosi trasferimenti piacevoli, per cui è prevista la salutare sosta al Ristorante Replay di piazzetta Pattari, dove approfittano per fare “il pieno” di ottima cucina italiana, preparata a dovere dai provetti cuochi di Vincenzo Mangano. Fiore all’occhiello del Milan Club del presidente Dessole è l’organizzazione del Milan Junior Camp, che si svolge nella prima decade di maggio e
Pino Dessole con Aquilani.
vede coinvolti centinaia di ragazzi provenienti da tutto il Belgio. Grande e significativa è la collaborazione della Società di via Turati, conssiderato il grande valore sociale e sportivo che assume la manifestazione. Anno dopo anno, hanno presenziato al Milan Camp esponenti di spicco della Società e della squadra, tra cui, lo stesso Galliani, Franco Baresi, Leonardo, Schillaci e Paolo Maldini. Il Milan Camp ha una vasta eco in tutto il Belgio, tanto che è seguito con massimo interesse dalla principale stampa e Radio TV, oltre ad essere oggetto di ammirazione e plauso da parte delle Autorità istituzionali e politiche cittadine e dello stesso Ministero dello Sport. Alla futura edizione, hanno gia aderito l’ex calciatore Vincenzino Scifo ed Enzo Cantatore. Nutrita sarà anche la schiera di eminenti uomini politici più in vista. Pino Dessole sopporta tutte le spese dell’organizzazione e non solo. Spesso e volentieri offre ai ragazzi del Club, con scarse possibilità economiche, viaggi organizzati per permettere loro di essere a San Siro ad assistere alle partite più importanti del Milan. In conclusione, bastano questi esempi per far capire fin dove arriva la passione per la squadra e per la gente, ragazzini soprattutto, e quanto sia, altresì, ampiamente giustificato l’appellativo dato dagli amici a Dessole: il Grande Pino. Tutto più che meritato. Sito Internet: www.acmilanclub.be
Pino Dessole con Max Lopex
Pino Dessole e cognato sui campi di Milanello
Tifosi davanti alla sede del Club, all’Hotel Matinal.
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Mercoledì 28 marzo 2012
Gli Avversari
Messi e i suoi fratelli
Il Milan non batte il Barça da otto anni, ma stasera vuole impedire ai catalani di accaparrarsi la Champions numero 5. Gli ospiti vogliono ingranare la quinta
di Alessia Scurati Dire che il Barcellona è la pretendente naturale al titolo di Campione d’Europa è un po’ come scoprire l’acqua calda. I numeri della squadra di Guardiola negli ultimi anni sono impressionanti fuori e dentro i confini della Catalunya natia e, anche se quest’anno i blaugrana sembrano aver avuto durante la stagione qualche calo più evidente del solito, appena sentono la sigla della Champions League tornano ad essere la squadra da battere. Sono i Campioni d’Europa in carica, hanno vinto la Champions due volte nelle ultime tre edizioni, venendo sconfitti nelle fasi a eliminazione diretta solo a San Siro dall’Inter nel 2010. I numeri del Barcellona sono impressionanti e portano, per lo più, il sigillo di Leo Messi. Basti pensare che in quest’edizione della Champions è già andato a segno 12 volte, una cifra che ne fa il
miglior marcatore della competizione, segnando da solo quasi la metà dei gol totali del Barça, 30, una cifra che rende i catalani la squadra più prolifica della Champions. Altro dato “monster” del Barcellona è la capacità di possesso palla: la percentuale è vicina al 70% in ogni partita, indipendentemente dall’avversario. L’ultimo match giocato contro il Bayer Leverkusen è sembrata quasi una passeggiata di salute per un Barça troppo forte rispetto ai tedeschi. Leo Messi ha rischiato di essere il primo giocatore nella storia della Champions a portarsi a casa due palloni per rispettivi hat-tricks, ma un errore sottoporta l’ha lasciato a “soli” 5 gol segnati in un’unica partita, altro record infranto. Con questo Messi-macchina-da-guerra, sono in po’ passati in secondo piano i Tre Tenori del centrocampo blaugrana, Xavi, Fabregas e Iniesta, l’uomo dei gol decisivi quando la squadra è in difficoltà. Il Milan si dovrà preoccupare di più dei “panchinari terribili” di Guardiola, come Pedro, Tello e l’ex Udinese Sanchez che,
dopo Messi, sono i migliori marcatori del Barcellona. Se negli ultimi tempi, poi, Guardiola parrebbe avere qualche problema con i difensori, il Barça, invece, non ha nessun problema in difesa. La stagione poco felice di Piqué, gli infortuni di Puyol e l’emergenza sulla fascia sinistra hanno mostrato una difesa un po’ più traballante delle ultime stagioni, con il solo Mascherano (ormai chiamato sempre più spesso a coprire il ruolo del centrale) in grado di fare delle partite da baluardo insuperabile. I numeri, tuttavia, danno comunque ragione ai catalani: con soli 6 gol subiti in 8 gare, il Barça ha la seconda miglior difesa della Champions dopo il Real Madrid. Il compito, quindi, per il Milan è tutt’altro che facile, quantunque i rossoneri siano tra le poche squadre che possano mettere in difficoltà il Barcellona. Nelle 13 volte in cui le due squadre si sono affrontate in Champions, il Barça ha vinto 5 volte, il Milan 4 e 4 sono stati i pareggi. Escludendo gli ultimi scontri tra le due squadre nel girone di quest’anno,
Barça senza sponsor
Niente spot, grazie Dalla stagione 2011-2012 sulle maglie compare il marchio della Qatar Foundation e quello dell’Unicef. Lo stile di un club si misura anche in questo
(r.s.) Il Barcellona da tempo rifiuta di portare sponsor commerciali sulla propria casacca. Il motivo della scelta è legata al fatto che i colori tradizionali della squadra, il blu e il granata, sono visti come un simbolo della Catalogna e i loghi degli sponsor sono considerati sin troppo invadenti se non… invasivi. Perfino l’azienda produttrice del completo, nonché sponsor tecnico della società, la Nike, è stata oggetto di critiche per il logo presente sulle divise ufficiali. Ciononostante, dal 2005 il Barça porta sul braccio destro il logo di TV3 (Televisió de Catalunya), avendo tra
l’altro rifiutato un’offerta di parte della società di scommesse austriaca Bwin pari a 110 milioni di euro per 5 anni di sponsorizzazione, da porsi al centro della parte frontale della maglietta (l’azienda austriaca ha poi puntato sul Milan e sul Real Madrid, trovando un accordo). Nel 2006-2007 il club ha concluso un accordo di sponsorizzazione sui generis con l’Unicef, sponsor utilizzato per la prima volta nella storia di questo sport dalla squadra italiana del Catanzaro Calcio nel 1982-1983 e in seguito dal Brescia Calcio nel 1989-1990 e dal
Piacenza Calcio nel 2003-2004. È stato il primo marchio a comparire sulle divise ufficiali del club. La storica prima volta risale al 12 settembre 2006 nella partita di Champions League contro il Levski Sofia, battuto per 5-0 dai blaugrana al Camp Nou. Dal 2006, Il Barcellona si è impegnato a versare ogni anno lo 0,7% del ricavato annuale societario all’Unicef. Nel 2010 il club ha stretto un accordo di sponsorizzazione con l’organizzazione no-profit Qatar Foundation che frutterà al Barcellona la cifra record di 30 milioni di euro a stagione per 5 anni. Sito Internet: www.fcbarcelona.com
l’ultimo Milan-Barcellona in una fase finale vide la vittoria dei blaugrana nel 2005 per 1-0 con rete di Giuly. Il Milan non ribaltò il risultato nella gara di ritorno e i culè vinsero la loro seconda Coppa dalle grandi orecchie. Per trovare l’ultimo successo rossonero bisogna tornare dietro ancora di un anno, quando lo zar Shevchenko mise a segno un gol vittoria per il Milan di Zaccheroni,
anche se la partita era valida per la fase a gironi. Da otto anni, il Milan, che pure al Barcellona deve dolci ricordi (vedi la vittoria nella finale di Champions del ’94), esce sconfitto nei confronti diretti con i catalani. Speriamo che stasera sia la volta buona per invertire la tendenza e affondi la Invencible Armada blaugrana.
Mercoledì 28 marzo 2012
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L’Onorevole nel Pallone: Lara Comi intervista Maurizio Lupi
Barça favorito, ma sogno la finale del ‘94
Guardiola ha dato una mentalità vincente, ma Ibra è decisivo come l’extraterrestre Messi. El Shaarawy degno di vestire la maglia blaugrana di Lara Comi - Europarlamentare Il Barcellona sembra una macchina perfetta. Guardiola ha inventato qualcosa di nuovo o ha solo la fortuna di avere giocatori eccezionali? “Guardiola è sicuramente un grande allenatore e ha il merito di aver costruito una squadra equilibrata in tutti i suoi reparti. È ovvio che nel compito è stato molto aiutato dalla presenza, nella rosa, di giocatori eccezionali. Il calcio, però, è un gioco collettivo e non sempre l’eccezionalità dei singoli garantisce il risultato. In questo senso le capacità dell’allenatore sono determinanti, soprattutto nella costruzione di una mentalità vincente. In questi anni abbiamo visto grandissimi tecnici, incensati dalla stampa di tutto il mondo, collezionare sconfitte anche se sedevano sulla panchina di squadre
titolate e piene di campioni”. Messi è un marziano, segna più di quanto gioca. Come si fa a fermarlo? “Messi è in questo momento il più forte giocatore al mondo. Non so se si tratti di un marziano, ma di sicuro alcuni dei suoi gol e delle sue giocate appartengono a un altro pianeta. Io sono un tifoso e non ho una ricetta per fermarlo, ma credo che Massimiliano Allegri abbia le idee chiare in proposito. Dopotutto il Milan, quest’anno, è stata l’unica squadra europea a mettere seriamente in difficoltà il Barcellona del ‘marziano’ Messi”. In quanto a fatturato il Barcellona ha ricavi quasi doppi rispetto al Milan (450 milioni rispetto a 235). Quanto pesa sul campo questo potere? “Se per vincere bastassero milioni di euro da spendere e spandere alcune squadre italiane dovrebbero avere la bacheca piena di trofei (ogni riferimento ai ‘cugini’ è puramente casuale). Il calcio di questi ultimi anni ci ha insegnato che non è sempre così. Certo, i ricavi sono importanti,
le società sono a tutti gli effetti delle imprese e come tali vanno gestite. Ma io credo che la differenza, alla fine, la faccia la capacità di investire. Nel Barcellona giocano tantissimi ragazzi che sono cresciuti nel vivaio blaugrana. Franco Baresi e Paolo Maldini, pilastri del Milan imbattibile, che segnò un’epoca calcistica, erano dei ‘nostri’ prodotti”. Quali giocatori di questo Milan potrebbero degnamente figurare nel Barcellona? “Qualcuno come Ibrahimovic, che secondo me è un giocatore decisivo tanto quanto Messi, c’è già stato e ha già vinto con il Barcellona. Se n’è andato per venire al Milan il che significa che non siamo poi così male, no? Io credo che qualsiasi rossonero potrebbe degnamente figurare nella squadra di Guardiola. Ma non voglio sottrarmi e faccio un nome: El Shaarawy. È giovane e ha i numeri per diventare un grande campione. Spero che resti ancora per tanti anni nella nostra squadra”.
Il tic-toc del Barça è il calcio paradisiaco o meglio il gioco all’inglese con meno tatticismi? “Io amo il calcio rude. Quello in cui le vittorie nascono dalla sofferenza, dalla battaglia. Poi, certo, è difficile non rimanere incantati dalle giocate del Barcellona. Ma preferisco la
concretezza all’estetica”. Come finirà? Si sbilanci con un pronostico. “Oggi la squadra favorita è indubbiamente il Barcellona, ma mi auguro finirà come nella finale della Coppa Campioni del 1994 (4-0 per i rossoneri, ndr)”.
Maurizio Lupi, Vice Presidente della Camera dei Deputati
Messi, Messi tiro è… Ibra… Ibraa… aaaaa Iosonopompilio
Il Milan incontra il Barcellona mentre la Juve sta studiando per diventare grande
di Cesare Pompilio Pep Guardiola sarà l’allenatore del Barcellona anche per il prossimo anno. Allegri sarà l’allenatore del Milan anche se, malauguratamente, non dovesse vincere nulla? B. sta in silenzio: Adriano Galliani ha rinnovato il contratto al tecnico subito dopo il fallimento dell’affare Tevez. Una mossa geniale quella di Galliani. Alla lunga però potrebbe ritorcersi contro. Ad Allegri auguro lunga vita sulla panca del Milan, se fossi in lui non starei tanto allegro, soprattutto, dopo la presenza di Silvio B. a Parma-Milan. Spostiamoci qualche metro dentro il rettangolo di gioco: Lionel Messi il prossimo anno sarà ancora con la maglia blaugrana del Barcellona, quindi potrà difendere ancora la Champions. Lo scudetto (la Liga) lo potrà perdere solo Mourinho. Coi tempi che corrono, Don Peppino non arretrerà di un millimetro dalla vetta della classifica. Real e Barcellona, forse, s’incontreranno in finale di Champions; a oggi tutto è nelle mani di Dio. Certamente, Barcellona-Milan sarà una partita che onorerà il gioco del calcio come nelle migliori tradizioni. I rumors dicono che in tribuna d’onore ci sarà Michel Platini e il designatore degli arbitri Collina, oltre alla sfilza dei soliti
onorevoli e professionisti. Tecnici ed ex tecnici e poi… tutti da Giannino, al ristorante. All’uscita del ristoro il solito codazzo di cineoperatori, tutti in mano un registratore pronto a captare il percettibile da dare in pasto ai tifosi rossoneri. I cacciaviti però vogliono sapere se Ibra, anche per il prossimo anno, sarà della partita. In zona Magenta, dove riposa le sue membra, i soliti addetti dicono che stia preparando le valige: ha in testa l’Inghilterra. Beniamino Rayola, suo agente tace, dice e non dice. Galliani si è innamorato di Nocerino, forse ha dimenticato che l’agente è Alessandro Moggi. È bastata una telefonata e Nocerino è ritornato al Nord. La rabbia di Zamparini è stata furente e, come tutte le rabbie, finisce a tarallucci e vino. E Zampa, che è uno che di calcio ne capisce, sposta Luca Kattani a semplice uomo mercato mentre chiama a direttore tecnico Christian Panucci. Lukone ha fatto buon viso, pare che abbia dato l’ok per l’esonero di Stefano Pioli, allenatore del Bologna, che per un mese è stato allenatore del Palermo. Zamparini doveva dare la colpa a qualcuno e Kattani ha pagato. Ma veniamo al Milan. Se i rossoneri vinceranno il loro 19mo scudetto Ibra potrà chiedere a B. tutto.
Ma proprio tutto? No. Non può dire o io o Pato. Pato lo vorrei alla Juve, perché non me lo danno? Hanno paura di un nuovo caso Pirlo? Non credo, anche perché al dazio dell’autostrada c’è Alessandro Nesta molto amico di Pirlo e di Giovanni Luigi Buffon. A Torino, Alessandro troverebbe gli amici veri
Il sogno di Galliani
Barça tutti motivati a voler vincere, capitanati da Ninozzo Conte. Ma, insomma, la Juve è diventata la succursale del Milan? Neanche per sogno. Lo scambio Mora-Salvadore negli anni ‘60 portò fortuna a entrambe le squadre. Oggi si avvicina una ulteriore ripulita sotto la Mole della equipe bianconera.
Io opto per Pavel Nedved direttore tecnico e uomo mercato con Andrea Presidente, con un suggeritore d’altri tempi come nei grandi teatri. Sono in molti a suggerire il nome di Marcello Lippi, troppo ingombrante, troppo pieno di gloria, troppo cerchiobottista, troppo… troppo, troppo di tutto. La Juve ha bisogno di un grande amministratore delegato, di un bel direttore generale, di un suggeritore che vive alla luce del sole, ma che si diverta e che capisca di calcio, che conosca il mercato europeo, che scandagli campionato per campionato alla ricerca di un nuovo Zizou. Ci vuole lui, il ritorno del galantuomo Luciano Moggi, il quale da sei anni paga in maniera indefessa colpe non colpe, che paga dazio senza aver commesso nessun reato accertabile. E allora siamo in Quaresima, mancano esattamente undici giorni esatti alla festa di Pasqua di resurrezione, la Juve deve risorgere e prendere in mano il calcio italiano. Prandelli vada all’Inter. I conti (sportivi) sono aperti tra Juve e Milan. Conti leali, conti chiari per una Juve grande, occorre una grande società. B. vuole l’ottava Champions, ma i turiferari si sono adoperati? Tutto è chiaro: Milan onora il calcio da par tuo,
la Juve ti guarda, i tifosi bianconeri pure, questa sera non si può non tifare per il calcio, c’è festa in cielo, la Dea Eupalla esige onore, vuole andare al gran gala agghindata da par suo e si fida del Milan e si fida del Barça.
“la Juve è diventata la succursale del Milan? Neanche per sogno. Lo scambio Mora-Salvadore negli anni ‘60 portò fortuna a entrambe le squadre” La Dea è prontissima a ballare il valzer del calcio stellare, i sogni appartengono al passato; Allegri per una sera diventi Lauda, Ibra per una sera diventi una Ferrari, così si entra nelle pagine della storia. La dottoressa Barbara B. ambisce a ruoli preponderanti, la tribuna d’onore dello stadio di San Siro è un’ottima vetrina. Gli Agnelli nel passato entravano in società dalla porta principale che era ed è la Juve, i B. entrino dalla porta principale che è il Milan. Lo vogliono o no, dopo calciopoli Juve e Milan si misurano nelle battaglie leali fatte di calcio e di sudore. Le carte da bollo le lasciamo ad altri, noi conosciamo un solo bollo: il goal. Bacio le mani!
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Mercoledì 28 marzo 2012
19 Marzo 2012 Teatro della Luna - Milano Joe Ontario in
“ALOHA FROM HAWAII ELVIS TRIBUTE ”
Un gioiello ancora poco conosciuto in Italia, che ha stregato il pubblico la sera del 19 marzo, al Teatro Della Luna di Assago: la voce di Joe Ontario, artista italo/canadese, che vive alternativamente in Canada e in Italia, ha dato vita ad una serata davvero magica. Applausi e tifo da concerto rock per la rievocazione di Aloha from Hawaii: l’idea, davvero originale, è nata dal direttore artistico Pino Bova e dalla Produzione, la Crazy Cable, che, avendo visto esibirsi in un’altra occasione l’artista, hanno deciso di dare vita a questo evento. L’ Aloha from Hawaii fu il primo concerto ad esser trasmesso via satellite e circa un miliardo di persone seguirono Elvis in quella serata da ogni parte del pianeta. L’evento del 19 marzo, presentato sul palco dalla giornalista Silvia Arosio, ha riscontrato un grande successo di pubblico, anche se chi in Italia ha già avuto la fortuna di sentire Joe Ontario dal vivo, un po’ se lo aspettava. Si trattava solo di portare alla luce e far scoprire al pubblico un talento che non è un imitatore di Elvis Presley, ma uno dei migliori 80 interpreti della sua musica al mondo, secondo il volume pubblicato negli USA dal titolo “ALL THE KING’S MEN”. Dice Joe Ontario: “Io interpreto Elvis perché ho la mia voce e non il contrario come fanno centinaia di imitatori. Fare Elvis, senza “scimmiottarlo” come fanno in molti è la cosa più importante”. A partire dal 1984 (anno in cui vince il “National Rock Fans Club”) Joe Ontario è l’artista più riconosciuto ed apprezzato dai Fans Club di Elvis. Joe Ontario è, infatti, prima di tutto un cantante, che non ha nel suo repertorio solo Elvis, ma propone anche la sua musica (più di 100 brani scritti da lui, musica e testi in americano) e ha inciso circa 1.000 cover nel corso della sua carriera.: tra l’altro, ha registrato un disco presso la storica Sun Record, a Memphis, la prima casa discografica di Elvis. Joe Ontario è un cantante che ama Elvis, anche se devo dire che, durante la serata del 19 marzo, la magia della straordinaria band che lo ha accompagnato in scena (la TBC Band Italy con anche Max e Barbara del Vecchio e Ivano Melcangi della The Dreames Band), la La Band PINO BOVA chitarra solista IVANO MELCANGI batteria MASSIMO DEL VECCHIO basso MAURIZIO MOMBELLI(maury lee) sintetizzatore- piano SIMONE GIUSEPPE pianoforte BRUNO AMICI chitarra ritmica PAOLO CAPPELLO tromba ERCOLE CAPPELLO trombone LUCA COLOMBO sax MARIO CAVALLARO tromba E un coro formato da 7 elementi (4 uomini e 3 donne)
suggestione delle coloratissime collane di fiori, offerte al pubblico, il costume di Joe (copia identica dell’originale dell’ Aloha from Hawaii), il calore del pubblico e la magia del teatro, hanno davvero fatto rivivere l’emozione del concerto che Elvis tenne nel 1973. E per creare ancora di più l’atmosfera, all’esterno del teatro, alcune macchine e moto d’epoca si sono offerte ai flash degli intervenuti. Una scaletta ricchissima, sul palco del Teatro della Luna, con brani aggiuntivi rispetto alla serata del 1973: grandi classici come Johnny B.Goode, Fever, My Way, ma anche brani meno conosciuti in Italia, quelli che hanno fatto parte della serata originale, ma non solo, come la dolcissima ballata I’m So Lonesome I Could Cry o Steamroller Blues. Elvis aveva in repertorio più di 700 canzoni, di cui la maggior parte non sono arrivate da noi, Foto di Laura Novel se non per i veri appassionati, e questa serata è stata l’occasione per conoscerli. Ovviamente, non sono mancati i brani “all’italiana”, come la classica O sole mio, diventata It’s Now Or Never, che ha mandato letteralmente in delirio il pubblico milanese. Forse pochi si sono accorti che Joe Ontario ha introdotto in scaletta anche due canzoni scritte da lui, Day After Day e Here I am: lo stile è assolutamente quello di Elvis e penso che anche a Presley sarebbero piaciute, come a tutti i numerosi fan presenti alla serata. Joe ha anche inciso un CD, con le sue canzoni, Here I am, che può essere acquistato su www. lulu.com, dove potrete trovare anche una biografia illustrata sulla sua vita, Black Creek, di Joe Ontario e Marco Chierici. Oltre ovviamente al classico CD, Joe canta Elvis, andato a ruba nella serata del 19. Milano come le Hawaii per il concerto di Joe Ontario: un evento talmente ben organizzato, ricco di emozioni, colori, note e magia che sarebbe un peccato non poter vedere più. Intanto, presto, sarà messa in onda su Play Tv Sky 814. In attesa di vedere lo stesso Aloha from Hawaii, in altri teatri italiani: le richieste ci sono già. E il pubblico sta già aspettando, dopo il passaparola di quelli che hanno avuto la fortuna di assistere a questo primo incredibile appuntamento.
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Mercoledì 28 marzo 2012
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Formula 1
Hockey
Strepitoso Alonso È tempo dei duri di A.S. Bisceglia
Il pilota della Ferrari ha vinto il GP di Malesia precedendo la Sauber di Sergio Perez e la McLaren di Lewis Hamilton
Grande prova per il ferrarista Fernando Alonso, partito dalla nona posizione. Tutti si aspettavano la solita gara volta a rincorrere le McLaren e le Red Bull. Invece il GP di Malesia porta i colori del “cavallino” di casa. È stata veramente una grande impresa, domenica scorsa, quella di Alonso nella seconda prova del mondiale. Il pilota spagnolo ha vinto precedendo la Sauber di Sergio Perez e la McLaren di Lewis Hamilton, grande favorito. Complice dello spagnolo, la pioggia, sempre molto amica della Ferrari, e la safety car, nonostante le difficoltà dovute alle gomme. Strepitoso, Alonso, con la perfetta sincronizzazione dei suoi uomini ai box, a ritrovarsi, sorpasso dopo sorpasso, in prima posizione ed ancor più bravo a contenere il bravissimo Perez che le ha provate tutte per superarlo. Nulla da fare, il gradino più alto del podio è della Ferrari. Questa è la ventottesima vittoria in carriera per Fernando Alonso, ora anche al comando della classifica piloti con 35 punti. È stata grande anche la prestazione di Perez,
comunque, che, per un errore al cinquantunesimo giro, è salito sul secondo gradino del podio arrivando solo a 2 secondi dallo spagnolo. Il favorito del weekend, Lewis Hamilton, è arrivato solo terzo con ben 14,5 secondi
di ritardo. Per l’inglese la pioggia è stata una grande nemica. Grandissima anche la prova di Kimi Raikkonen che è riuscito ad arrivare quinto con la sua Lotus, dietro alla Red Bull di Mark Webber, portando a casa punti preziosi. Molta la delusione invece per la Red Bull di Sebastian Vettel, campione del mondo in carica, arrivato solo undicesimo e tradito dalla rottura di un pneumatico, che malgrado tutto non gli ha impedito di terminare la gara. Delusione anche per l’altra McLaren, quella di Jenson Button, arrivata solo tredicesima grazie alla rottura dell’alettone anteriore rimediata nello scontro con la Hrt di Narain Karthikeyan. Il grande sconfitto della seconda prova di questo mondiale è sicuramente l’altro ferrarista, Felipe Massa, arrivato solo quindicesimo grazie ai soliti problemi delle gomme, rischiando, all’ultimo giro, l’umiliazione del doppiaggio del suo compagno di scuderia Fernando Alonso. La conclusione del GP di Sepang è stata aperta dalla rossa di Alonso e chiusa dalla rossa di Massa.
Milano è in finale. Si gioca al meglio delle sette partite, l’avversario da battere è il Gardena
di Beppe Vigani È iniziato il momento che conta. Quello che hai nelle mani e che non puoi farti sfuggire. Come dice coach Massimo Da Rin: “Una vittoria meritata, data dalla convinzione dei propri mezzi”. È quello che è successo in gara 1 di finale, dove il Milano ha rifilato un poker al Gardena e si proietta in Alto Adige col morale a mille. È terminata 4-1 con Luca Ansoldi che ha fatto la parte del leone con una doppietta, poi ci hanno pensato Borghi e Peruzzo a mettere al sicuro il risultato. È successo Tutto nei primi quaranta minuti di gioco. Una partita in cui i rossoblu hanno dimostrato maturità, quella che chiedeva da tempo Da Rin, che di finali se ne intende. Mercoledì al Pranives di Selva di Val Gardena e venerdì 30 marzo ancora al Palagorà, nel match forse più importante, visto che è già gara 3 e il cammino potrebbe prendere una direzione definitiva. Si gioca al meglio delle sette partite e quindi tutto può ancora accadere. Coach, un buon inizio... “Sì, ma sono un po’ preoccupato...”. Come mai? “In gara 1 siamo stati troppo fallosi. Sciocchezze che potevano pagare
caro. I ragazzi devono capire il metro di giudizio degli arbitri. Ventidue minuti di penalità sono tanti, meno male che loro non hanno sfruttato questa manna dal cielo”. Venerdì ancora al Palagorà.. “Dobbiamo mantenere il fattore campo. È fondamentale. Dobbiamo essere intelligenti tatticamente. Loro sono una buona squadra, con due stranieri davvero interessanti. Non dobbiamo farli ragionare...”. I grandi della squadra stanno facendo cose egregie... “Non avevo dubbi. Ansoldi è uno che sa cosa vuol dire vincere, Pikkarainen ha esperienza e poi devo dire che la terza linea mi sta dando soddisfazione”. Dove si vince la Serie A, coach? “Con l’intelligenza. Abbiamo dimostrato di essere una squadra in gamba, ma non dobbiamo commettere sciocchezze. La nostra è una squadra molto giovane, ma se usa la testa si può togliere una grande soddisfazione... Vietato pronunciare quello che pensa lei”. In bocca al lupo coach.
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Mercoledì 28 marzo 2012
Musica
Madonna, l’unica regina La star del pop mette sul mercato due edizioni del suo nuovo progetto totalmente dance. E si appresta a sbarcare a Milano L’album di Riccardo Sada Ammettiamolo, Jimmy Fallon è un giornalista fortunato: è l’unico ad aver avuto l’onore di poter intervistare Madonna in occasione dell’uscita di “MDNA”, il suo nuovo album. Le domande sono arrivate alla redazione attraverso Facebook. La regina del pop ha rivelato di aver voluto optare per l’inconsueta scelta proprio per dialogare in modo più intimo e sincero con i suoi fan più accaniti. Si è scoperto così che la scelta più importante presa nella sua vita è stata quella di avere dei figli (“ora ne ho quattro”). Madonna ha fatto anche sarcasmo sul rapporto con la figlia Lourdes e il figlio Rocco rivelando inoltre la canzone preferita dell’album (“‘Gang Band’, ispiratami da Quentin Tarantino, che tra l’altro vorrebbe produrne il video utilizzando una videocamera semiprofessionale”). Nel contempo, mentre Nicky Minaj canta “c’è solo una regina e questa è Madonna”, l’attesa per il tour sale e l’interesse per la nuova clip aumenta. Madonna è protagonista del video del nuovo singolo, “Girl Gonne Wild”, in cui uomini nudi, baci gay, catene, fetish e lacrime di sangue la fanno da padrone. Un ambiente che ricorda da vicino i primi passi della superstar del pop mondiale, con la prevalenza del bianco e nero e la ricerca spasmodica per l’estremo.
Madonna “MDNA” (Interscope/Universal Music) Una versione deluxe contenente 16 tracce inedite (più un remix) e una tradizionale composta da 12. L’album di Madonna, registrato tra New York e Los Angeles, è stato scritto e prodotto con William Orbit, Martin Solveig, The Demolition Crew, Hardy “Indiigo” Muanza, Michael Malih e dagli italianissimi Benny e Alle Benassi. Grandi le attenzioni sul nuovo singolo, “Girl Gone Wild”, realizzato proprio dal duo tricolore.
Madonna World Tour 2012
Madonna sta organizzando un grandissimo carrozzone che partirà il 29 maggio da Tel Aviv, in Israele, come annunciato ufficialmente da Live Nation Entertainment, promoter internazionale del tour. Una parte del nuovo show si intitolerà “Transgression”. Il tour farà tappa in 26 città dell’Europa occidentale, tra cui Londra, Parigi, Berlino, oltre che Milano (14 giugno) e Firenze (16 giugno).
Teatro
“Il Ritorno” di Carlotta Clerici sei protagonisti rivivono il loro passato stessa nei giorni che passerà sul lago, negli ultimi cinque giorni “di vita” arriverà come persona piena, ma dell’albergo. Il proprietario Yann uscirà di scena claudicante”, dice del (interpretato dall’ottimo Corrado suo personaggio Sara Bertelà. D’Elia), pittore di talento che ha deciso Tra i vari richiami a Cechov (da “Il di rimanere a vivere sul lago sacrificando Giardino dei Ciliegi” a “Il Gabbiano”), una plausibile gloria artistica, tra una la riflessione sul tempo e sulle scelte partita a poker e l’altra è costretto a di vita che determinano felicità e vendere l’immobile per debiti, non illusioni, la commedia si dipana prima, però, che questo diventi la sontuosamente fino all’amaro finale scena di una resa dei conti con la vita che arriva come una coltellata a di Alessia Scurati per tutti coloro che presso quel lago tradimento. “Mi interessava creare hanno trascorso la giovinezza. Prima un incontro tra chi se ne va e chi Ritrovarsi vent’anni dopo, quando tra tutti la bella Anne (Sara Bertelà), la rimane, tra chi guarda all’avvenire la giovinezza ha lasciato spazio quale per perseguire la sua carriera di e chi si rifugia nel passato, tra chi all’età matura ed è tempo di fare attrice decise di lasciare il lago e tutti i cerca di dirigere il proprio destino e bilanci. Ritrovarsi intorno al lago che suoi ricordi e di emigrare verso la città. chi si arrende, tra chi lotta per dare ha segnato l’estate di sei ragazzi in Ritorna come donna realizzata e di un senso alla propria vita e chi non modo indelebile e che tornerà a successo che non perdona a Yann di non vuole credere più in niente”, scrive essere lo scenario di una svolta nella aver perseguito le sue ambizioni. “Anne Carlotta Clerici nelle note di regia. loro vita. “Il ritorno”, commedia di è una donna piena di contraddizioni, Una commedia sull’umano, insomma, Carlotta Clerici in scena la Teatro ma non consapevole di esse, che subirà che con rara maestria tratteggia le Franco Parenti, è un’opera sulla una grande presa di coscienza di se vita nel suo divenire. nostalgia del tempo che passa, la nostalgia delle estati su un lago che è anche nostalgia dell’autrice: drammaturga, regista e scrittrice di successo in Francia, Carlotta Clerici ha lasciato l’Italia ormai da più di vent’anni, senza però liberarsi del ricordo del natio Lago di Como che è il teatro di questa commedia di stampo cechoviano. “Avevo letto la recensione dell’allestimento parigino dello spettacolo, un grande successo della stagione teatrale del 2005, su un numero della rivista Hystrio e ne sono rimasto subito incuriosito. Mi è piaciuto subito il testo, con i suoi echi cechoviani e ho deciso che ne avrei curato personalmente la regia”. Il Ritorno, di Carlotta Clerici, con Sara Bertelà, Corrado d’Elia, Roberto A parlare è Marco Bernardi, regista di Zibetti, Aide Aste, Valentina Bardi, Fabrizio Martorelli, Giovanna Rossi, questo allestimento che partito dal Roberto Tesconi, Angelo Zampieri, regia di Marco Bernardi, dal 28 marzo Teatro Stabile di Bolzano sta facendo al 5 aprile al Teatro Franco Parenti. il giro d’Italia. Sulla terrazza dell’Hotel du Lac, i
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Gossip & Curiosità
Vieri, allenatore nel pallone
di Marjlja Bisceglia
Bobo Vieri L’ex centravanti dell’Inter Bobo Vieri vuole fare l’allenatore? L’amicizia che lo lega al protagonista della serie Tv “Il mondo di Patty” l’argentino Andrès Gil, 22 anni, gli dà la prima opportunità. Andres sognava di fare il calciatore e appena è diventato amico di Bobo gli ha chiesto subito di essere allenato. Bobo, che non aspetta altro che ritornare nel mondo del calcio, gli ha detto subito di sì… Chissà che da cosa non nasca cosa..
Georg Ratzinger È il fratello del Papa, Georg Ratzinger, e ha 4 anni in più di suo fratello Benedetto XVI, pure lui è un prete, vescovo. Georg è un innamorato della parola, perciò appena può… parla con i giornalisti. Di recente si è intrattenuto sugli usi del fratello più importante: il Papa. Del quale ha tracciato un divertente quadretto: ama i cani e segue i telefilm di Rex. “La razza di cani che ama di più sono i… pastori tedeschi, per la loro intelligenza e la loro sensibilità”. Insomma, uno spot bello e buono ai telefilm teutonici.
Buon Compleanno Il 28 marzo tanti auguri a… Daniele De Angelis (23) attore Alberto Lucchese (25) rugbista Alessandro Zoppetti (32) calciatore Stefano Sorrentino (32) calciatore Daniele Righi (35) ciclista Salvatore Commesso (36) ciclista Marco Capparella (36) calciatore Gianluca Di Marzio (37) giornalista Nathalie Santer (39) biathleta David Balleri (42) calciatore
Amanda Lear Radiosa e felice, da pochi mesi Amanda Lear è fidanzata con un ragazzo che ha 47 anni in meno di lei. Amanda vive a Parigi con Edouard Collin, suo accompagnatore e spalla in teatro. Sul palcoscenico Amanda recita proprio grazie agli insegnamenti del suo compagno. Il vecchio amore Manuel Casella, ora all’Isola dei famosi, è nel dimenticatoio: Amanda non vuole parlarne. E aggiunge: “Sto vivendo una mia seconda vita come stella del teatro francese”.
Mercoledì 28 marzo 2012
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