CITROËN ITALIA S.P.A. 1
Venerdì 17 febbraio 2012
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COPIA OMAGGIO
INTER - BOLOGNA
POCHE CHIACCHIERE,
TANTI GOL BEATI I PRIMI 100 CHE...
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L’Editoriale
di Beppe Vigani Inter-Bologna capita a proposito. I nibelunghi stanno cercando il tesoro nascosto, ma non si è capito ancora chi è Sigfrido. Nel club nerazzurro è questo il problema. La società sta diventando piccola sotto i colpi delle ultime sconfitte, cresciute in modo allarmante. Il Novara è arrivato al Meazza e non gli è parso vero di trovare un tesoro, neanche troppo nascosto, e portarselo via. Tre punti scippati all’Inter per rimpinguare una classifica davvero troppo povera. Il problema, però, non è questo. Perdere con l’ultima in classifica non è un peccato mortale, diventa diabolico perseguire nell’errore. I nerazzurri hanno lasciato sul campo ben sei punti alla simpatica matricola piemontese e questo è allarmante. Non è sul nostro giornale che facciamo processi, ma cercare di capire ci sembra il minimo. Come fa
una squadra a vincere sette partite consecutive (derby compreso) e poi perdere con chiunque (è già capitato col Lecce e domenica scorsa col Novara, due compagini che stanno giocandosi la salvezza)? Dopo la vittoria con la Lazio (tra l’altro immeritata) che cosa è successo ai Ranieri-boys? I problemi sono cominciati quando Sneijder è tornato in pista. L’olandese non può essere impiegato nel 4-4-2, modulo vincente nella catena di successi, e ha gettato un dubbio grande come una casa al tecnico testaccino, che ora è in balia delle onde di un mare sin troppo agitato. La stampa, l’ambiente, i tifosi sono tutti appollaiati a chiedere la sua testa, ma pensiamo che non sia quella la soluzione. Bisogna fare chiarezza in una società troppo statica sul mercato, dove sta cedendo il fianco a qualsiasi richiesta. Thiago Motta è partito per Parigi, una stretta di mano e arrivederci. In mezzo al campo adesso l’Inter non ha un playmaker e prova a fare necessità virtù. Troppo poco, visto che la sconfitta col Novara è ben più pesante del risultato stesso. Tra i giocatori sta serpeggiando la sensazione di consegna delle armi, che la guerra è finiti, tutti vinti e tutti prigionieri. A giugno Sneijder dovrebbe andare in Inghilterra, Maicon, nonostante abbia rinnovato il contratto, è un pezzo richiestissimo. Lo smantellamento della squadra campione di tutto nel 2010 è cominciato con la cessione di Eto’o, ora si stanno pagando le conseguenze. Gli allenatori che arriveranno (se arriveranno) saranno presi per riempire un posto, non per portare avanti un progetto. Benitez e Gasperini erano state prime scelte, tutti sapete come è andata a finire.
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CITROËN ITALIA S.P.A. SUCCURSALE DI MILANO VIA GATTAMELATA 41 TEL 02397631 VIALE MONZA 65 TEL 022611234 www.succursale-milano.citroen.it Arbitro: Antonio Damato di Barletta
INTER (4-3-1-2)
Stadio ‘G. Meazza’ ore 20,45
BOLOGNA (3-4-2-1)
All. C. Ranieri
All. S. Pioli
1 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 23 Ranocchia, 26 Chivu; 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 18 Poli; 10 Sneijder; 7 Pazzini, 9 Forlan.
1 Gillet; 84 Raggi, 90 Portanova, 5 Antonsson; 8 Garics, 15 Perez, 26 Mudingayi, 3 Morleo; 10 Ramirez; 6 Taider, 9 Di Vaio.
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La Partita
Tre punti a tutti i costi Contro il Bologna deve arrivare la vittoria. L’Inter deve rimediare a una classifica che rischia di escluderla dalla lotta per la zona Champions
di Alessia Scurati Nobile decaduta, con le insegne degli ultimi trofei vinti che una ad una vengono scucite dalla maglia, l’Inter si ritrova Piccola Fiammiferaia, appesa a un cerino di speranza per salvare la stagione. Un rovescio a Lecce, poi quattro sberle dal Palermo (rimediati dal poker di Milito), altre quattro, senza repliche, a Roma, e un colpo basso preso in casa dal Novara. L’Inter è sulle ginocchia, piegata in due dai risultati di questa serie più che negativa, da incubo, rimediata negli ultimi turni di Campionato, un filotto
degli orrori che ha cancellato quanto di buono erano riusciti a combinare Ranieri l’aggiustatore e i suoi ragazzi. Adesso tutti i tifosi sperano che stasera il Bologna diventi, di nuovo, l’occasione della svolta. All’andata un’Inter non bella, ma efficace, era tornata dal Dall’Ara con tre punti preziosi in tasca, i primi dell’era Ranieri, che ha esordito proprio contro i rossoblù. Il tecnico torna al modulo a due punte che tante soddisfazioni gli ha dato. Forlan più Pazzini, due punte vere per cercare di rimediare alla carestia di gol degli ultimi due turni e alla generale scarsa promiscuità nerazzurra in fatto di gol, più uno Sneijder a ispirare nella
sua posizione naturale di trequartista dietro le punte, non sacrificato sull’esterno come lo si era visto nella debacle occorsa contro il Novara. Per dare più spinta sulle fasce torna Maicon, trenino brasiliano a cui si aggrappano i piani di riscatto interisti. Nelle ultime gare di campionato, invero, l’esterno carioca non ha brillato per condizione: le sue leggendarie sgroppate per ora restano relegate all’album dei ricordi, ma dai suoi piedi dovranno partire i cross per le incornate dei due bomber d’area. Torna, quindi, al suo ruolo naturale anche l’eterno capitan Zanetti, deciso a spingere da centrocampo le ambizioni di recupero nerazzurre.
Dall’altra parte del campo il Bologna arriva questa sera a San Siro bello fresco, per non dire appena scongelato, visto che ha dovuto saltare la gara interna contro la Juve per problemi di neve. Pioli si dice preoccupato perché a marzo i suoi dovranno fare gli straordinari, intanto, però, ha tutta la squadra a disposizione e ha potuto preparare la trasferta di stasera con calma. I rossoblù vogliono fare risultato per non essere risucchiati dal gorgo della zona retrocessione alla quale, tra pareggi e rinvii, si sono avvicinati
nell’ultimo mese. Di Vaio è scalpitante più che mai e Ramirez tenterà di impressionare con le sue giocate la dirigenza interista che pare interessata all’acquisto del giovane uruguagio. All’Inter però servono assolutamente tre punti, per tornare in corsa per l’Europa e non rischiare di ritrovarsi fuori da tutti i giochi già a marzo. A San Siro, questa sera, nessuno vuole vivere un altro venerdì di passione.
Il Programma Turno Odierno
La Classifica della Serie A
Venerdì 17 Febbraio - 24. Giornata Fiorentina - Napoli Stadio Artemio Franchi, Firenze Inter - Bologna Stadio Giuseppe Meazza, Milano
Ore 20:45 Ore 20:45
Sabato 18 Febbraio - 24. Giornata Juventus - Catania Juventus Arena, Torino
Ore 20:45
Domenica 19 Febbraio - 24. Giornata Lecce - Siena Stadio Via del mare, Lecce Roma - Parma Stadio Olimpico, Roma Genoa - Chievo Stadio Luigi Ferraris, Genova Cesena - Milan Stadio Dino Manuzzi, Cesena Novara - Atalanta Stadio Silvio Piola, Novara Palermo - Lazio Stadio Renzo Barbera, Palermo Udinese - Cagliari Stadio Friuli, Udine
Ore 12:30 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 20:45 Ore 20:45
Prossimo Turno Sabato 25 Febbraio - 25. Giornata Genoa - Parma Stadio Luigi Ferraris, Genova Milan - Juventus Stadio Giuseppe Meazza, Milano
Ore 18:00 Ore 20:45
Domenica 26 Febbraio - 25. Giornata Atalanta - Roma Stadio Atleti Azzurri d'Italia, Bergamo Siena - Palermo Stadio Artemio Franchi-Montepaschi Arena, Siena Catania - Novara Stadio Angelo Massimino, Catania Chievo - Cesena Stadio Marc Antonio Bentegodi, Verona Cagliari - Lecce Stadio Sant'Elia, Cagliari Bologna - Udinese Stadio Dall'Ara, Bologna Napoli - Inter Stadio San Paolo, Napoli Lazio - Fiorentina Stadio Olimpico, Roma
Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 20:45 Ore 20:45 Ore 20:45
Serie A
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P.ti
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23 22 23 23 23 23 23 23 23 23 21 22 21 23 23 22 21 23 23 22
14 12 12 12 11 10 8 9 7 9 7 7 6 7 8 5 5 4 3 4
5 10 6 5 3 5 10 4 9 3 7 7 9 6 9 8 7 6 7 4
4 0 5 6 9 8 5 10 7 10 7 8 6 10 6 9 9 13 13 14
45 33 37 34 34 36 38 33 22 31 23 27 27 19 26 22 18 22 20 15
20 13 24 22 30 27 24 34 24 43 19 34 29 30 27 22 26 38 42 34
+25 +20 +13 +12 +4 +9 +14 -1 -2 -12 +4 -7 -2 -11 -2 0 -8 -16 -22 -19
47 46 42 41 36 35 34 31 30 30 28 28 27 27 27 23 22 18 16 16
Milan Juventus Lazio Udinese Inter Roma Napoli Palermo Cagliari Genoa Fiorentina Parma Catania Chievo Atalanta * Siena Bologna Lecce Novara Cesena
* 6 punti di penalizzazione
La Classifica Marcatori 17 reti: Di Natale (Udinese; 3 rigori) 15 reti: Ibrahimovic (Milan; 6 rigori) 13 reti: Cavani (Napoli; 2 rigori) 12 reti: Denis (Atalanta; 3 rigori), Jovetic (Fiorentina; 4 rigori), Palacio (Genoa; 2 rigori), Milito (Inter; 3 rigori), Klose (Lazio) 10 reti: Miccoli (Palermo; 1 rigore), Calaiò (Siena; 4 rigori) 9 reti: Matri (Juventus), Giovinco (Parma; 3 rigori) 7 reti: Mutu (Cesena; 2 rigori), Hernanes (Lazio; 3 rigori), Nocerino (Milan), Osvaldo (Roma) 6 reti: Di Vaio (Bologna; 1 rigore), Lodi (Catania; 3 rigori), Marchisio (Juventus), Di Michele (Lecce; 2 rigori), Hamsik (Napoli), Rigoni M. (Novara; 3 rigori) 5 reti: Moralez (Atalanta), Bergessio (Catania), Jankovic (Genoa), Pazzini (Inter), Pepe (Juventus), Rocchi (Lazio), Pandev (Napoli), Borini (Roma), Destro (Siena) 4 reti: Ramirez (Bologna), Ribeiro (Cagliari), Pinilla (Cagliari/Palermo; 1 rigore), Paloschi (Chievo), Pellissier (Chievo; 1 rigore), Thereau (Chievo), Lulic (Lazio), Giacomazzi (Lecce), Boateng (Milan), Maxi Lopez (Milan/Catania; 2 rigori), Lavezzi (Napoli), Budan (Palermo), Hernandez (Palermo; 2 rigori), Bojan (Roma), Totti (Roma; 2 rigori), Basta (Udinese) 3 reti: Acquafresca (Bologna), Conti (Cagliari; 1 rigore), Larrivey (Cagliari; 1 rigore), Almiron (Catania), Barrientos (Catania), Legrottaglie (Catania), Moscardelli (Chievo), Cerci (Fiorentina), Rossi (Genoa), Gilardino (Genoa/Fiorentina), Cambiasso (Inter), Motta (Inter), Vucinic (Juventus), Robinho (Milan), Morimoto (Novara), Biabiany (Parma), Modesto (Parma), De Rossi (Roma), Juan (Roma), Pjanic (Roma), Isla (Udinese)
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Il Campionato
La Signora corre via
A misurare la pressione al campionato dopo il successo del Milan a Udine sarà Juventus-Catania
di Laura Tangari L’Inter ha toccato il fondo. Sembra essere tornati indietro nel buio quando allenava Gasperini. Il Novara è alle spalle, un brutto ricordo, e adesso la squadra deve rimboccarsi le maniche provando a battere stasera il Bologna nell’anticipo di campionato fermamente voluto per preparare al meglio l’impegno di Champions col Marsiglia della prossima settimana. La squadra nerazzurra sembra allo sbando ma capitan Zanetti vuole che i suoi compagni rialzino la testa per riprendere il cammino vincente intrapreso a ottobre con l’arrivo di Ranieri. Comunque, massima attenzione perché un nuovo passo
falso, tra l’altro casalingo, con gli emiliani significherebbe per la Beneamata crisi e problemi a non finire per il resto della stagione. Il calendario, spazzato via in parte dalle nevicate abbattutesi in tutta la Penisola, oltre al match di San Siro propone stasera il viaggio del Napoli a Firenze contro un’avversaria bloccata domenica a Parma dal ghiaccio. La formazione di Mazzari non è al meglio e la Viola potrebbe approfittare della situazione dal momento che Cavani e compagnia sembrano ormai orientati a puntare sul solo obbiettivo della Champions nel ricordo dell’impresa compiuta a dicembre con l’eliminazione del City di Mancini in un girone apparso proibitivo all’inizio delle ostilità. Ma a misurare la pressione al campionato
dopo il successo del Milan a Udine sarà la gara della Juventus di domani sera col Catania, una formazione che Montella sta portando a un livello che nessuno si aspettava. I quattro gol rifilati al Genoa al Massimino sono un bel biglietto da visita e Conte, scusate il gioco di parole, dovrà tenerne conto. Il Milan il giorno successivo affronterà invece il Cesena sempre più sfortunato che mai. Il 2-3 con la Lazio ha lasciato l’amaro in bocca ai romagnoli e il Milan, probabilmente, per loro risulta l’ultima spiaggia, anche se questa affermazione pare non sia ritenuta valida per il compagno di viaggio Novara reduce dalla clamorosa vittoria di San Siro con l’Inter. La squadra di Mondonico ospiterà al Piola l’Atalanta in una partita da libro cuore per l’allenatore
dei piemontesi. Ma il campionato è bello anche per questo. Per le piazze alte della classifica, dove si è inserita di prepotenza la Lazio col sorpasso all’Udinese, due belle sfide. Da seguire il match del Berbera col Palermo che ospita Klose e compagni e quello del Friuli dove l’Udinese dovrà dimostrare di aver assorbito il colpo ricevuto dal Milan contro un Cagliari in serie positiva da sei turni. A Roma scenderà infine il Parma mentre il Genoa riceverà il Chievo. Occhio a Lecce-Siena dove c’è in palio la salvezza.
I Bioritmi di Inter-Bologna
Una Sindrome da Burnout Il male di cui soffre l’Inter è da logoramento emotivo, individuato alcuni anni fa da un equipe di ricercatori americani
di Enzo Occhiuto Così tante sconfitte dell’Inter, con le piccole del campionato, non possono essere figlie della cattiva sorte. La squadra di Ranieri ha perso contro l’ultima e la penultima in classifica nel giro di due settimane dominando in campo ma subendo goal decisivi. Se vinci sette partite di seguito e domini il Milan nel derby ma poi perdi contro chi lotta per la salvezza, i problemi non sono qualitativi ma sono “mentali”. Per cui il male di cui soffre l’Inter si
chiama “Sindrome da Burnout” o da logoramento emotivo, individuato, alcuni anni fa da un equipe di ricercatori americani. Questi notarono che le persone impegnate in certe professioni che hanno un forte coinvolgimento emotivo, sviluppano una serie di “sintomi psicosomatici”, cioè problemi psicologici che si traducono e si manifestano in problemi fisici: ipertensione, ansia, demotivazione e irascibilità. Nell’incontro col Bologna intanto emerge un leggero stato di benessere psicofisico del Inter (6,05 v.m.) rispetto a quello dei felsinei (6,02 v.m.). Analizzando i valori medi bio
dei moduli tattici dei due allenatori, possiamo notare che quelli di Claudio Ranieri: 4 –3 -1 - 2 (v. 6,12 – 5,99 - 6,01 - 6,13) risultano ottimi sia in difesa che nel reparto offensivo, un po’ meno nella zona del centrocampo; di contro quelli di Stefano Pioli: 3 – 4 – 2 – 1 (v. 5,92 – 6,23—5,86 - 6,26) risultano sotto la media nel reparto difensivo ,mentre sono ottimi nella zona di collegamento alle punte. Scrutando più a fondo i valori medi delle due possibili formazioni, possiamo notare che la componente “F” (forza fisica, coordinamento motorio e resistenza alla fatica) è leggermente accentuata nell’Inter (6,04) che nella compagine
bolognese (6,02); mentre la componente “E” (emotiva e umorale) dei neroazzurri (6,13) è nettamente superiore a quella dei rossoblu (5,95), infine il bioritmo “I” (concentrazione, energia mentale) è molto più forte nella squadra emiliana (6,15) che nella formazione interista (5,99), la quale sembra limitata da se stessa e appare molto deconcentrata e confusa. Speriamo che Claudio Ranieri riesca
presto a trovare la… quadratura mentale dei suoi ragazzi. Particolare questo da non sottovalutare in quanto la negatività intellettiva è estesa a sei giocatori titolari dell’Inter. Una sfida da seguire con molta… umanità.
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Ai Poli opposti Il Personaggio dell’Inter: Andrea Poli
Dalla Samp sfiorando la B sino alle speranze di un’Inter che vuole tornate a fare sul serio: diametralmente da un estremo all’altro
di A.S. Bisceglia “Ci ritroviamo con la voglia di tornare alla vittoria contro il Bologna”. Ancora incredulo al pensiero del rigore non concesso alla sua Inter per il fallo che ha subito da Garcia, Andrea Poli reclama ancora oggi quel penalty. “Un rigore netto e quell’episodio poteva cambiare la partita”. Cresciuto nel settore giovanile del Treviso, Poli nella stagione 2006-07, a soli 17 anni, si è messo in mostra con la maglia della prima squadra in Serie B, dove ha collezionato quattro presenze. A gennaio la Sampdoria ha acquistato il suo cartellino lasciandolo in
prestito allo stesso Treviso fino a fine stagione. Il 4 novembre 2007, a 18 anni, esordisce in Serie A in CagliariSampdoria (0-3), entrando al posto di Volpi. Nel gennaio 2008 la società riscatta interamente il suo cartellino. Con la Primavera della Sampdoria nella stagione 2007-08 vince la Coppa Italia Primavera e il Campionato Primavera. Nel 2008-09 viene ceduto in prestito al Sassuolo in Serie B, dove realizza 5 reti in 32 partite. Torna alla Sampdoria nel 2009, dove il tecnico Delneri lo impiega come titolare, e si rende protagonista dell’ottima stagione della squadra che si classifica quarta ottenendo la qualificazione ai play-off di Champions League. La stagione successiva si rivela invece deludente; sia per Poli, che subisce numerosi infortuni, sia per la Sampdoria, che retrocede in Serie B. Il 29
agosto 2011 viene ufficializzato il suo trasferimento all’Inter con la formula del prestito con diritto di riscatto. Poli firma un contratto fino al 30 giugno 2016. Disputa la sua prima gara ufficiale con l’Inter il 13 dicembre, nella partita di campionato contro il Genoa disputata a Marassi. Realizza il suo primo gol con l’Inter il 19 gennaio 2012
su suggerimento del compagno Joel Obi nella partita degli ottavi di Coppa Italia vinta 2-1 contro il Genoa. Il primo febbraio tocca le 100 presenze da professionista con i club in occasione della sua seconda partita giocata da titolare in campionato con l’Inter nel 4-4 interno contro il Palermo risultando peraltro uno dei migliori.
Chi è Andrea Poli Nato a Vittorio Veneto il 29 settembre dell’89, Andrea Poli è all’Inter grazie a un prestito della Sampdoria. È un centrocampista centrale dotato di ottima tecnica e capace di interpretare ogni ruolo di centrocampo. In Nazionale, con l’Under-19, nel 2008 partecipa all’Europeo arrivando in finale. In questo torneo realizza una doppietta nella prima fase. L’11 febbraio 2009 esordisce nella Nazionale Under-21, con il tecnico Casiraghi, durante l’amichevole Italia-Svezia (1-1) giocata a Trieste. Viene quindi convocato per l’Europeo U-21 2009 in Svezia, dove tuttavia non viene impiegato. Realizza il suo primo gol con l’Under-21 l’8 settembre 2009 in Italia-Lussemburgo (2-0), valida per le qualificazioni all’Europeo 2011.
Il Personaggio del Bologna: Gastón Exequiel Ramírez Pereyra
El Niño che fa grande il Bologna Il trequartista uruguagio è dotato di una tecnica sopraffina ed è la vera carta in più di Pioli
di Debora Cheli Ramirez è cresciuto nelle giovanili del Peñarol, debutta in prima squadra il 21 marzo 2009, subentrando nel corso del match contro il Defensor Sporting. Nel Clausura 2009 colleziona in tutto 10 presenze. Nella stagione successiva è aggregato stabilmente alla prima squadra, contribuendo con 6 reti in 20 partite alla vittoria del Clausura. Il 25 agosto 2010 è acquistato a titolo defini-
tivo dal Bologna per tre milioni di euro pagabili a rate. Il 26 settembre 2010 esordisce con la maglia rossoblu, nella trasferta del Bologna a Catania (1-1). All’esordio in Coppa Italia contro il Modena El Niño firma una doppietta che si rivelerà decisiva ai fini del risultato (partita finita 3-2 per i felsinei). Nella secondo match dello stesso torneo contro il Cagliari (terminata 3-0 per il Bologna) prima si guadagna un rigore, trasformato da Meggiorini, poi realizza il secondo goal, chiudendo di fatto la partita. Il 23 gennaio 2011 realizza il suo primo gol in campionato contro la Lazio. Conclude la sua prima stagione in Serie A con 4 reti segnate
in 25 presenze, oltre alle 3 reti realizzate in Coppa Italia.In Nazionale ha le sue belle soddisfazioni. Nel 2009 partecipa con la selezione Under20 della Celeste al Mondiale di categoria disputato in Egitto, collezionando tre presenze. Il 23 settembre 2010 è chiamato da Oscar Tabárez per la prima volta nella nazionale maggiore per un paio di incontri amichevoli contro Indonesia e Cina. L’ex allenatore del Milan ne rimane impressionato e lo fa esordire l’8 ottobre 2010 contro l’Indonesia disputando il secondo tempo della gara vinta dall’Uruguay per 7-1 fornendo tra l’altro l’assist per il 3-1 a Suárez. Il suo nome viene inserito
nella lista dei 30 pre-convocati per la Copa América 2011, ma l’allenatore Tabárez decide di non includerlo tra i 23 giocatori che prenderanno parte alla manifestazione, la quale verrà poi vinta proprio dall’Uruguay
Chi è Gastón Exequiel Ramírez Pereyra Gastón Exequiel Ramírez Pereyra è nato a Fray Bentos, 2 dicembre 1990, in Uruguay, ed è un centrocampista mancino con propensione offensiva, dotato di tecnica sublime è capace di grandi giocate utili per servire assist ai propri compagni o per realizzare gol. El Niño, chiamato così per la sua giovane età, è la vera meraviglia del Bologna targato Pioli.
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La Storia del Bologna
Galeotta fu una birra di Alessandra Caronni
Dal 2008 milita nuovamente in Serie A. Occupa il 53º posto del ranking delle migliori squadre del Ventesimo Secolo. Ed è nato in una birreria
Il Bologna Football Club 1909, comunemente noto come Bologna, è stato fondato domenica 3 ottobre 1909 presso la birreria Ronzani di via Spaderie, come sezione “per le esercitazioni di sport in campo aperto” del Circolo Turistico Bolognese. Presidente fu Louis Rauch, un odontoiatra svizzero, mentre la carica di vicepresidente venne coperta da Giuseppe Della Valle. L’iniziativa determinante fu però stata quella di un giovane di origine boema, Emilio Arnstein, che aveva già fondato a Trieste il Black Star Football Club. Arnstein, appena arrivato in città, aveva subito cercato giovani che avessero la sua stessa grande passione per il calcio, e, saputo che nella Piazza d’Armi ai Prati di Caprara giocavano dei giovanotti, per lo più studenti, li incontrò per convincerli a fondare un football club. Tra i ragazzi che giocavano ai Prati di Caprara, fuori Porta Saffi, c’erano i fratelli Gradi, lo stesso Rauch e gli studenti del Collegio di Spagna, tra cui Antonio Bernabeu, fratello di Santiago, il presidente del mitico Real Madrid. Arrigo Gradi andava agli allenamenti con la maglia a quarti rosso e blu del collegio svizzero Schönberg di Rossbach nel quale aveva studiato, e presto questi colori divennero quelli
della divisa sociale. Nell’inverno del 1910 il Bologna Football Club si rese autonomo separandosi dal Circolo Turistico. Il disegno delle maglie venne modificato (dai quarti si passò alle strisce verticali) mentre rimasero i colori originari, il rosso e il blu. Dopo la vittoria nel Campionato Emiliano, ottenuta in due diverse partite giocate nello stesso pomeriggio contro la Sempre Avanti e la Virtus, e vinte rispettivamente 10-0 e 9-1, nel maggio del 1910 venne organizzata un’amichevole con l’Internazionale Campione d’Italia in carica, gara che i milanesi vinsero per 1-0 davanti ad un pubblico numeroso; la buona prestazione diede comunque il permesso alla squadra bolognese di iscriversi alla Prima Categoria 19101911, il campionato di massima serie. Oggi è tra i club più titolati d’Italia: vanta sette scudetti, due Coppe Italia, due Coppa dell’Europa Centrale, una Mitropa Cup, una Coppa Intertoto, una Coppa Alta Italia, una Coppa di Lega Italo-Inglese e un Torneo Internazionale dell’Expo Universale di Parigi 1937. Presente in 15 campionati della massima serie pre girone unico, suddivisi tra Prima Categoria, Prima Divisione e Divisione Nazionale, e in 66 campionati di Serie A (compreso quello 2011/2012), detiene il
singolare record di tre scudetti vinti allo spareggio, due dei quali prima dell’introduzione del girone unico, nel 1925 contro il Genoa e nel 1929 contro il Torino, e uno nell’era del girone unico, nel 1963-1964 contro l’Inter. Quello del 1964 è anche l’ultimo scudetto vinto dal Bologna. Nato come Bologna Football Club, fallì nel 1993 e fu ricostituito a livello societario con il nome attuale, dopo aver riacquisito il titolo sportivo della defunta dirigenza.
Prima formazione del Bologna F.C. con Arrigo Gradi e Guido Della Valle, due tra i fondatori del club
La Birreria Ronzani di via Spaderie Louis Rauch, odontoiatra svizzero, fu il primo presidente del Bologna F.C.
Raffaele Sansone, mezz’ala uruguagia negli anni Trenta e Quaranta
Giacomo Bulgarelli, recordman di presenze e Campione d’Europa nel 1968
Curiosità Dal 1927 la squadra disputa le proprie gare interne nello Stadio Renato Dall’Ara (nato come Stadio del Littoriale e chiamato, dal dopoguerra fino al 1983, Stadio Comunale), il quale può ospitare 39.444 spettatori. Info su www.bolognafc.it
Calcio Estero
Mou Mou, hurra! Nella Liga, alle spalle del Real e del Barcellona c’è il vuoto (il Valencia è terzo e staccatissimo)
di Luigi Sada Il Barcellona affonda e il Real lo porta a sottozero, a meno dieci in classifica, ipotecando il titolo della Liga. Cosa è successo è presto detto: i catalani di Pep Guardiola vengono battuti per 3-2 a Pamplona da un non irresistibile Osasuna (reti di Leke 2 e Garcia, Sanchez e Tello per i blu grana) e le Merengues, al contrario, vincono al Bernabeu per 4-2 sul Levante con una tripletta di Cristiano Ronaldo e gol di Benzema. Mourinho ha comunque la fortuna dalla sua perché i valenciani, passati in vantaggio dopo soli 4 minuti, giocano per tutto il secondo tempo in inferiorità numerica per via di una espulsione sciocca comunque regalata dall’arbitro un po’ troppo casalingo. Alle spalle del Real e del Barcellona il vuoto, col Valencia terzo staccatissimo. In Premier League, nell’anticipo
di sabato, Manchester United spietato col Liverpool bravo a difendersi nella prima parte della gara ma poi messo al tappeto da un micidiale uno due di Ronney nel giro di tre minuti. Suarez, ancora al centro delle polemiche per non aver stretto la mano a Evra (poi si è scusato), ha accorciato le distanze ma i giochi erano ormai fatti. L’Arsenal vince a Sunderland di misura ma indovinate chi segna il gol della vittoria per la squadra di Wenger? Il solito Henry con la sua zampata da leone. Delude ancora il Chelsea che non lotta nemmeno a Liverpool con l’Everton. Villas Boas incassa un secco 2-0 e torna a Londra con le pive nel sacco. Mantiene, comunque, la testa il City di Mancini grazie una rete di Lescott a Birmingham con l’Aston Villa. In Bundesliga non si ferma la marcia del
Dortmund in gol con Kagawa contro un tenace Leverkusen. Il Bayern risponde con il classico risultato (Gomez, Muller) mantenendo il secondo posto, dal momento che lo Schalke 04 crolla sotto i colpi del Monchengladbach strepitoso con le prodezze di Reus, Hanke e Arango nella prima mezz’ora di partita. In piena crisi l’Herta che perde con lo Stoccarda per 5-0. In Francia frena il Psg di Ancelotti. In Costa Azzurra, a Nizza, i parigini non vanno oltre allo zero a zero e il Montpellier, battendo l’Ajaccio, si porta a una sola lunghezza di distacco da Sirigu e compagni. Cade rovinosamente in casa il Lione battuto dal Caen mentre un Bordeaux pirotecnico espugna Lille con un risultato clamoroso di 5-4. Rinviata per neve la gara del Marsiglia a Evian.
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Tech & Calcio
Quando il calcio sbarca sull’iPhone Dalla classifica punti, a quella marcatori passando per un scheda dettagliata per singola squadra del cuore, l’app della Lega è d’obbligo in ogni smartphone che si rispetti
di Bezalel Raviv Ha una grafica davvero buona e la notizie sono tutte attendibili. Nella sezione Notizie gli aggiornamenti ufficiali della serie A, dalla classifica generale sino a quella dei marcatori, sono compilate in modo rapido e in tempo reale. Il flusso continuo di notizie sulle partite e sul campionato di serie A e possibilità di selezione per la squadra del cuore sono il piatto forte di questa applicazione ufficiale della Serie A. Nell’app Lega Serie A sono state inserite tutte le squadre e gli scontri definiti dalla lega sin dalle prime battute, ossia quei duri giorni in cui a inizio campionato si rischiava la paralisi a causa degli scioperi dei diretti interessati. Così, l’app Lega Serie A tra le sue opzioni offre nella descrizione di questa versione un aggiornamento in real time. Nonostante la versione testata in tre diversi giorni di incontri questa caratteristica non abbia funzionato perfettamente, resta un gioiellino da avere su iPhone. L’aggiornamento in tempo è da avviare manualmente a ogni avvio
e solamente con questa procedura si riesce ad avere una situazione corretta dell’andamento delle gare. Effettivamente bisogna attendere qualche minuto più del previsto prima che l’aggiornamento mostri la situazione corretta. Con la possibilità di introdurre le notifiche push e con la disponibilità del collegamento a internet dell’iPhone, malgrado ciò sembra una pecca inaccettabile. Superati e sistemati questi problemi di aggiornamento, Lega Serie A può diventare il punto di riferimento per il campionato italiano. Oltre alle partite, infatti, una serie di altre sezioni permettono di seguire la lega in ogni suo particolare. Interessante anche la sezione che mostra i top match che seguiranno permettendo di non mancare nessuno scontro importante. Nella voce news, infine, la principale funzione che invoglierà ogni tifoso ad avviare Lega Serie A quotidianamente. In alternativa a OS c’è anche un’applicazione per i dispositivi su cui gira Android, con tutte le novità sulla Lega, dai risultati alle notizie, dai riassunti sino ai trasferimenti, oltre ovviamente a app non ufficiali.
I Grandi Ex
Mazzola mette a fuoco l’Inter di Luigi Sada
L’ex campione nerazzurro è del parere di non cambiare tecnico in corsa
Il Baffo, cioè Sandro Mazzola, uno dei più grandi giocatori del mondo che l’Inter abbia avuto nella sua storia, mette a fuoco la situazione della Beneamata dopo gli ultimi capitomboli in campionato e Coppa Italia. Sandro, cosa sta succedendo a Zanetti e compagni in queste ultime settimane? “Beh, sai potrei pensare che la squadra dopo la vittoria sul Milan si sia sentita appagata. Francamente non ci credo. In effetti, non è sicuramente questa la spiegazione del momentaccio dell’Inter. Probabilmente esistono altri fattori che, trattandosi dell’Inter, restano inspiegabili per chi mastica calcio”. Tocchiamo ferro: se l’Inter cilecca col Bologna e col Marsiglia che fine fa Ranieri? ”Non penso che i due risultati siano determinanti per il futuro del tecnico. Personalmente ritengo che l’Inter, dopo questa trafila di partite perse, debba puntare soprattutto sulla Champions. La gara col Marsiglia è difficile ma non proibitiva. Comunque ai cambi in corsa io non credo molto. Lasciamo lavorare in pace Ranieri e alla fine si
tireranno le somme”. Sandro, il Milan ha distrutto l’Arsenal. Quattro gol sono un bel segnale in Champions… “Complimenti ai cugini. La squadra è forte ed è attrezzata per vincere sia il campionato che la Coppa Campioni”.
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Iosonopompilio
È un Milan… abbordabile
Juve non mollare! I bianconeri si stanno dimostrando all’altezza. E ora anche la dirigenza sembra decollare
di Cesare Pompilio Il Milan visto a Udine è una squadra abbordabile, la Juve, nonostante abbia un tasso tecnico molto inferiore, dimostra, in ogni partita che la voglia di vincere supera di gran lunga la classe dei singoli… Allora i bianconeri saranno i futuri campioni d’Italia. I ragazzi di Ninozzo Conte sanno che una cosa è affrontare il Milan con le riserve, una cosa è incontrarlo con i titolari. Allora aspettiamo i rossoneri al gran completo per vedere il vero valore dei bianconeri? Ma non se ne parla, la Juve è la Juve, punto. Le vittorie della Juve non si discutono, la Juve da sempre vince sul campo, e chi non accetta questo verdetto è un antisportivo, è un poveraccio che cerca di riempire la propria solitudine tifando ora per questa ora per un‘altra squadra. Dunque, la Juve deve provare a vincere perché fino ad ora ha solo saputo vincere e non convincere, La mia paura feroce sono le tossine che ogni giorno s’accumulano nei muscoli, dunque diventa un freno a mano tirato per i
baldi giovanotti di Andrea Agnelli. Il Milan in assenza di Ibra ha trovato in Maxi Lopez e El Shaarawy i due che hanno risolto i problemi, dunque una “spina” in più per i bianconeri, ma loro medesimi dovranno vincere: battere il Catania di Montella, è l’imperativo categorico della 23ma giornata. Per la Juve societaria, invece, l’intelligenza dell’avvocato Michele Briamonte e la costante volontà di Andrea Agnelli, unita alla ritrovata potenza della “famigliona”, lasciano ben sperare nella vittoria finale: il ritorno degli scudetti alla casa madre, la Juve. Questo vale per i tifosi della vecchia Signora, i quali vogliono, dal vostro umile servitore, notizie su Luciano Moggi. Il grande direttore ha dato ordini ai suoi legali di spulciare le motivazioni espresse per la condanna così da poter dare risposte chiare e semplici in Appello (leggasi secondo grado di giudizio). Dunque, avvocati e affini devono stare in silenzio. Neppure il vostro umile servitore è autorizzato a spifferare novità. Mentre i “parrocchiani” della rosea cercano di tirare la volata a don Peppino Marotta, che è in scadenza di contratto. Oggi
la Juve è ritornata ad essere potente, coloro che ieri sbeffeggiavano gli eredi dell’Avvocato, ora ne parlano di nuovo con estrema prudenza e con grande rispetto. Dunque una Juve ritornata potente dovrà avere un facitore (direttore generale) immerso nei corridoi del “palazzo” e silente sulla politica Federale. Suggerisco un avanzamento di Fabio Paratici con Pavel Nedved e… con Mino Raiola supervisore. Insomma la Juventus formato Champions non può sbagliare campagna acquisti, altrimenti andiamo tutti a “Parigi”. Michel Platini, Presidente UEFA, vorrebbe premiare i bianconeri con una Coppa, per esaudire il suo sogno: i bianconeri dovranno essere una equipe con carature europee perciò oltre ai soldi necessitano di coraggio e competenza. Il coraggio non si compra al supermercato, o si ha o non si ha, mi pare che il prof. Paratici ne possiede tanto, anche Andrea Agnelli pare ne possegga tantissimo… Dove sta l’errore? I soliti bene informati vogliono Fabio Capello nello staff bianconero? Nulla escludo. Don Fabio è un competente, un uomo arcigno,
una persona per bene che potrebbe fare il caso Juve, solo che i coraggiosi dovrebbero essere altri (persone che contano nell’entourage di Andrea): un atto di buona volontà per chiudere una ferita che sanguina da tantissimi anni, una ferita che chiede giustizia verso chi ha dato gloria e onori, soldi… tantissimi soldi. Un atto di buona volontà, una stretta di mano, siamo in piena Quaresima, ci avviamo verso la Pasqua di Resurrezione… perché tutta questa paura? In nome del Popolo italiano ecc… i campionati 2004/05 e 2005/06 sono stati limpidi, nulla è stato truccato, è possibile che non si capisce come i responsabili vanno cercati altrove e che Luciano Moggi
è innocente? Possibile che è così difficile mandare sull’ostia carrettieri e trafficanti, i quali nei giorni caldi di Calciopoli sputavano fango su Moggi e che in realtà godevano perché buttavano fango sulla Juve. Schifosi. Il sole vi ha essiccato e il nuovo vento vi sta portando via. Bacio le mani!
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Hockey
Non si fanno sconti di Debora Cheli
Mancano due partite al termine della regular season e Milano, aritmeticamente secondo, vuol vincerle entrambe
L’Hockey Milano si appresta a concludere la regular season in seconda posizione. Difficile sarà raggiungere il primo posto, visto che l’Egna è al comando con cinque punti di vantaggio a due partite dal termine. I rossoblu venerdì 17 vanno in trasferta a incontrare il Bozen, poi domenica 19 si ritroveranno al Palagorà di via dei Ciclamini a sfidare l’Appiano, la terza squadra del campionato, molto forte che interpreta un buon hockey. Coach Massimo Da Rin non è preoccupato, anche se un po’ di rilassamento potrebbe prendere alla sprovvista i ragazzi. “I ragazzi – commenta il tecnico cortinese – sanno cosa devono fare. L’importante è andare in campo concentrati e allora non ci saranno problemi. Il primo obiettivo della stagione l’abbiamo centrato, ora bisognerà solo prepararci per la fase clou del campionato”. È
intenzione di Da Rin far respirare le linee, magari facendo qualche rotazione in più e utilizzando giocatori che hanno meno minutaggio: “Sicuramente. Bisogna recuperare, anche perché quarantadue partite sono tante ed è normale che un po’ di tossine ci sono”. Il Bozen è ultimo in classifica e non dovrebbe creare soverchie difficoltà: “Questo è vero, ma basta niente per essere sconfitti. Loro vorranno congedarsi davanti al loro pubblico cercando una vittoria di prestigio, noi cercheremo di impedirglielo”.
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Addio Olimpiadi Sport & Politica
di Riccardo Sada
Il presidente del Consiglio Mario Monti ha deciso: niente Giochi a Roma nel 2020. Sfuma nel nulla un grande affare?
Sempre a un bivio: è “grazie a” o “per colpa di” che non si faranno le Olimpiadi 2020 a Roma. O meglio: è un bene o un male questo... evitamento (o chiamiamola... scelta). Nessuno ha la palla di vetro e nessuno, oggi, può immagine ciò che avrebbero portato (o tolto) i Giochi se fossero sbarcati nella Capitale. Conti alla mano, non si metteranno le grinfie ai portafogli degli italiani. É vero anche che un conto è considerare un avvenimento sportivo di tale portata una vera e propria spesa e un conto è immaginarla come un investimento a lungo termine. Non ci sono maghi nella finanza, perché semplicemente non esistono i maghi. Una cosa è certa: da come è corrotto e corroso il nostro Paese, è facile pensare alla solita grande torta suddivisa dai politici in fette più o meno importanti, tutte in relazione agli appalti e agli affari correlati che girano attorno a una simile kermesse. Lo si era notato con Italia ‘90 per i Mondiali di calcio e, al di là dell’ambito sportivo, lo si vede con l’Expo milanese: quando c’è un florido avvenimento, nel Belpaese c’è un immenso stormo di rapaci che ci volano attorno. Se poi analizziamo ciò che è accaduto alla Grecia quando nel 2004 ad Atene si tennero i Giochi, allora sarebbe il caso di chiudere subito il discorso.
Quindi, forse è meglio così, forse è meglio che i Giochi Olimpici di Roma, al di là del pensiero del sindaco Alemanno, non si tengano né ora (nel 2020) né mai. Peccato perché la Capitale necessiterebbe di risorse e servizi, di attenzioni e sicurezza, ora che è in costante recesso. Le parole del premier Mario Monti hanno sottolineato i rischi di un facile sforamento per il budget finanziario. Ci sarebbero rischi che l’Italia in crisi non può permettere di correre, soprattutto oggi. Le Olimpiadi mettono sul banco un sacco di soldi e possono dimostrarsi un ottimo affare come un cataclisma finanziario. Le cronache passate forniscono esempi per entrambe le possibilità. I giochi di Montreal del 1976 furono una vera tragedia dal punto di vista economico, con debiti saldati solo nel 2006, dopo trent’anni dalla cerimonia di chiusura dei Giochi. Los Angeles, nel 1984, al contrario fu un trionfo e chiuse con un utile di 250 milioni. Il segreto del successo, in quel caso, furono i finanziamenti privati. Le prossime Olimpiadi si terranno a Londra questa estate ed è troppo presto per fare conti. Gli analisti, però, sono già quasi convinti che il budget preventivato sarà sforato. Il 67 per cento di quei capitali, inoltre, provengono da fondi statali.
Cosa dice Monti È davvero tutto da testare l’impatto su un’economia in crisi di un esborso tale. Ma le parole di Mario Monti sono perentorie: “C’è stata molta delusione in Italia, a Roma - ha detto il Premier -. Ma abbiamo argomentato che in questo momento ogni gesto di rinvio al futuro di possibili oneri di quantificazione incerta non mi sembra in linea con la responsabilità che noi governanti dobbiamo avere, troppo spesso elusa in passato dai governanti di tutti i Paesi, di non scaricare oneri sul futuro. Argomenti che credo siano stati capiti. Anche queste piccole testimonianze che dobbiamo offrire per dimostrare che disciplina di bilancio è un nuovo modo di vivere la vita civile”.
Torino 2006 Ma ogni Olimpiade, almeno tra quelle recenti, fa storia a sé. L’ultima competizione italiana, quella di Torino del 2006, mancò di poco (circa 26 milioni di euro) l’obiettivo del pareggio di bilancio, forse per una scelta del governo che fece mancare dei soldi promessi.
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Gossip / Curiosità
A Carnevale ogni pettegolezzo vale Viareggio vive il “suo carnevale” Ma Sanremo è Sanremo Sui carri di Viareggio sfilano le caricature dei politici e dei potenti di tutto il mondo da Angela Merkel a Carla Bruni, l’italiana prima signora di Francia. Le allegorie raffigurano il Presidente del Consiglio Mario Monti, il Presidente della Repubblica Francese Sarkozy e così via. I “corsi mascherati”, così si chiamano le vie del Carnevale di Viareggio, sono in piena attività. Quest’anno i cortei sfileranno nei pomeriggi di tutte le domeniche del mese di febbraio con il “gran finale” la notte di sabato 3 marzo. E chissà se il carro di Luciano Moggi tornerà alla ribalta…
di Marjlja Bisceglia Loredana Bertè e Gigi D’Alessio Gigi e Loredana potrebbero vincere il festival e se la finale dovesse dar loro torto resta comunque la consolazione delle decine serate già fissate in tutta Italia. Certo la statuetta d’oro che il Comune di Sanremo consegna al vincitore sarebbe la classica ciliegina. Lory ha avuto tantissime amarezze nella sua umana esistenza: nel 1968 è stata vittima di una violenza sessuale, nel 1991 ha tentato il suicidio, nel 1995 ha perduto la sorella, la grandissima Mia Martini. Dai Loredana, tifiamo per te.
Emma Marrone I rumors dicono che Emma vincerà il festival. Noi ci crediamo, è la cantante più amata dai giovani. La sua canzone “Non è l’inferno” è piaciuta a tutti, critici e giornalisti. Emma è una persona “de coccio” come dicono a Roma. Certamente una donna caparbia e vincente. Per chi non lo sapesse Emma ha sconfitto una grande malattia qualche anno fa. Ora ha ripreso la vita normale di ogni essere umano, fuma anche dieci sigarette al giorno. Noi le facciamo i più fervidi in bocca al lupo .
Oggi, Buon Compleanno a… Massimo De Luca – giornalista sportivo (62) Lamberto Sposini - giornalista e conduttore (60) Michael Jordan – leggenda del basket (49) Enrico Lucci – ‘Iena’ televisiva (48) Rosita Celentano – conduttrice e attrice (47) Leonardo Pieraccioni – regista e attore (47) Giuseppe “Beppe” Signori – ex calciatore (44) Mario Calabresi – giornalista e scrittore (42) Carlos Gamarra – ex calciatore dell’Inter (41) Billie Joe Armstrong – rockstar leader dei Green Day (40) Valeria Mazza – conduttrice ed ex modella (40) Paris Hilton – personaggio televisivo (31) Adriano Leite Ribeiro - calciatore (30) Ed Sheeran – cantautore inglese del momento (22) Marc Marquez – motociclista, Campione del Mondo 2010 classe 125 (19)
Renato Vallanzasca ritorna a lavorare Condannato a 4 ergastoli e altri duecentosessantanni di carcere, il bel Renè ha trovato un impiego in una azienda d’informatica di Nerviano. In passato gli era stato concesso di lavorare all’esterno del carcere, in una pelletteria, ma lo scorso 30 maggio si è visto ritirare il permesso perché non aveva seguito il percorso che gli era stato fissato e che doveva assolutamente rispettare. Ormai il sessantenne bel Renè dovrebbe aver capito che il ferro marcio la mola, lo distrugge. Provi ad essere d’esempio alle nuove generazioni.
Libri
Nel Cuore della Terra Promessa Il fascino e le contraddizioni della Città Santa nel racconto di una guida d’eccezione
di Riccardo Sada Capitale simbolica del mondo, amata di un amore possessivo e totalizzante da ciascuna delle tre grandi religioni monoteistiche, bella come un paesaggio e complessa come un
organismo vivente, Gerusalemme si può capire solo attraversandola insieme a una guida che abbia dedicato la vita a capirne gli spazi e la storia. Fiamma Nirenstein, parlamentare e giornalista esperta di problemi mediorientali, ne ha scritto un libro: “A Gerusalemme”. Un percorso attraverso la Città Vecchia, con i luoghi santi
ebraici, cristiani e musulmani, e la moderna e cosmopolita capitale d’Israele, illuminandone il fascino e le contraddizioni. Un racconto immediato come un blog e le rivelazioni sulla sua vita di figlia di un superstite dell’Olocausto e sulla sua passione per la città in cui ha scelto di vivere e che ha difeso durante gli anni del terrore e degli attentati suicidi.
Fiamma Nirenstein ha vissuto per anni a Gerusalemme, dove è stata inviata prima per “La Stampa” e poi per “il Giornale”. È vicepresidente della Commissione esteri della Camera. Presso Rizzoli ha pubblicato L’abbandono (2002), Islam: la guerra e la speranza. Intervista a Bernard Lewis (2003), Gli antisemiti progressisti (2004) e Israele siamo noi (2007). Il suo sito è www.fiammanirenstein.com “A Gerusalemme” saggistica, 13,5 x 21,5 cm; pp. 216; cartonato con sovraccoperta; euro 18,50
Teatro
“L’Uomo col Fiore in Bocca” In scena al Teatro Litta l’atto unico di Pirandello, una storia che indaga il mistero della vita e la fragilità dell’uomo
Un incontro tra due uomini al bar della stazione del treno. Uno è l’uomo qualsiasi, avventore abituale del bar, che vive la vita con monotonia, e per lui ogni cosa è banale, priva di significato. L’altro cliente, invece, è un uomo che vede le cose in modo diverso rispetto ai più, che si interroga sul significato della vita e della sua essenza, perché in realtà nasconde un terribile segreto, chiamato epitelioma, che presto lo condurrà alla morte. “L’uomo dal fiore in bocca” è un classico del teatro
ancora il pregio di fermare il tempo”, spiega il regista Antonio Syxty. “Ciò accade anche nella nostra vita quando un evento drammatico crea una sorta di black-out nello scorrere degli avvenimenti costringendoci a riconsiderare con occhi e sentimenti diversi gli accadimenti della vita stessa”. Allo scenografo Guido Buganza va il grandissimo merito di aver saputo ricreare sulla scena un mondo sospeso tra realtà e mistero, con gli artistici sfondi notturni che fanno diventare una stazione dei treni (originale set del testo pirandelliano) un cronotopo perfetto per sviscerare le questioni importanti della vita. Anche le luci di Fulvio Melli danno l’idea di creare un ambiente
autonomo dalla scena teatrale, che tra riflettori blu e immagini proiettate rende l’atmosfera ancora più densa e sospesa, quasi straniante rispetto all’occasione e universalizzante rispetto a significato di qual che accade in scena. “L’idea per me era quella di poter situare questo ‘pezzo unico’ di Pirandello in una zona limitrofa alla vita, sospesa fra realtà delle parole e dei fatti e condizione mutante e mutevole della visione attraverso l’arte”, scrive Syxty. “E in questo rapporto anche Francesco Paolo Cosenza, interprete del pezzo unico Pirandelliano diventa un visitatore/viaggiatore della propria vita, sospeso fra ciò che sembrava essere e ciò che è. Una condizione che ci accomuna tutti”.
foto di Federico Cambria
di Alessia Scurati
pirandelliano, storia di treni persi e tempo che passa inesorabile, dove il protagonista spiega nel suo dialogo zoppo con un interlocutore che risponde a stento, il suo attaccamento alla vita che gli sfugge. “Come un rampicante attorno alle sbarre di una cancellata”. L’allestimento in scena al Teatro Litta fino al 4 marzo rappresenta l’uomo di fronte al suo dramma cercando di creare apparizioni che possano rivelare allo spettatore un mistero assoluto. “Il teatro ha ancora la possibilità di custodire un mistero. Nella nostra epoca dove tutti chiediamo una spiegazione a tutto cercando disperatamente una conferma al mondo mediatico, tecnologico e multitasking, il teatro ha
L’uomo dal fiore in bocca, di Luigi Pirandello, regia di Antonio Syxty, con Francesco Paolo Cosenza, Niccolò Piramidal, al Teatro Litta fino al 4 marzo
BEATI I PRIMI 100... 16
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Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011