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Domenica 4 marzo 2012
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COPIA OMAGGIO
INTER - Catania
SALVIAMOLO!
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Domenica 4 marzo 2012
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Domenica 4 marzo 2012
L’Editoriale
di Beppe Vigani Vorrei sorvolare su Milan-Juventus, sui soliti errori arbitrali. Non serve pensare male per soffrire. Lo si può fare anche per molto meno. Pensate all’interista, il quale, ad esempio, non ha più paradiso, ma solo un purgatorio che, come recita Dante nella sua Divina Commedia, è diviso in sette “cornici”, dove le anime scontano i loro peccati per purificarsi prima di accedere al Paradiso. Il peccato dell’Inter qual è: superbia, invidia, irascibilità, accidia, avarizia, prodigalità, golosità o lussuria? Vizi che, secondo il “Divino poeta” non meritano l’Inferno, ma sono da punire. Inter-Catania non può essere la partita che deciderà la stagione. Né il capolinea di Claudio Ranieri: bensì l’ennesimo bivio di una strada che sembra ancora chiusa. Dall’inizio del campionato si
La Partita
rincorrono gli aggettivi per questa squadra che solo ventun mesi fa era campione d’Europa e poco più di un anno fa vinceva il Mondiale. Piuttosto, come ha fatto a ridursi così, nonostante se ne sia andato via Eto’o? Non può essere la dipartita del camerunese l’unico motivo per una stagione così scellerata: c’è ben altro. L’arrivo di un allenatore apparentemente inadatto e mai supportato (del resto era successo anche a Benitez), l’acquisto di giocatori sopravvalutati o troppo giovani per poter far subito la differenza, molti protagonisti del “triplete” sono apparsi svuotati e logori, dopo anni di soddisfazioni, ma con motivazioni al lumicino e, forse, un progetto che non sembra convincere alcuno. Qualche tifoso perdona, per riconoscenza alla famiglia Moratti (papà Angelo e figlio Massimo), ma molti sono inferociti per tutta questa confusione che sta regnando attorno alla società. La sconfitta col Marsiglia non ha fatto che esacerbare gli animi, già visibilmente contrariati dei supporter, che vedono nel prosieguo in Champions League la salvezza della stagione. I numeri sono tutti negativi, non resta che aspettare momenti migliori per analizzare con più tranquillità un’annata che solo immaginarla così brutta si faceva peccato.
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La Beneamata rischia La crisi e la possibilità di precipitare nell’anonimato. Assorbita da squadre che sul mercato hanno speso molto meno, l’Inter tocca ferro
di A.S. Bisceglia
La crisi c’è e si vede. Il Catania arriva a Milano nel momento più difficile dell’Inter, se è vero, statistiche alla mano, che la squadra nerazzurra in questa sciagurata gestione di Ranieri è riuscita ad eguagliare il primato negativo stabilito nel primo dopoguerra con i “famosi” campioni sudamericani, guidati da Zapirain, fatti approdare in Italia dall’allora allegra gestione di via Olmetto. Il colpo incassato al San Paolo col Napoli domenica sera, e che fa seguito alla sconfitta del Velodrome con il Marsiglia, è stato l’ennesimo della serie “ciapa no” e adesso, per risalire la corrente, forse occorrerà veramente andare a Lourdes per allontanare gli spettri del passato che puntualmente si incontrano sulla strada ogni qual volta Zanetti e compagni scendono in campo. Insomma, a dicembre sull’Inter splendeva il sole, ora prevale la tempesta con conseguenze sicuramente disastrose se col Catania verrà fallito ancora una volta l’obiettivo della vittoria. Segnare è diventato quasi un incubo per l’Inter. La palla sembra stregata e i piedi di Pazzini e Milito da qualche mese sembrano diventati di piombo per la felicità degli avversari. Senza un risultato positivo, ma soprattutto pieno e tondo, la Beneamata rischia, oltre alla crisi, di precipitare nell’anonimato, assorbita
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55
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7
23
da squadre che sul mercato hanno speso un decimo rispetto a quella nerazzurra. Il Catania, tra l’altro, sta attraversando uno smagliante periodo di forma che l’ha proiettato tranquillamente verso il centro classifica, alle immediate spalle dell’Inter. Montella sta raccogliendo i frutti del suo lavoro condotto con grande intelligenza e caparbietà. Al Massimino, nell’andata, pur con mille polemiche per il rigore concesso ai padroni di casa, gli etnei avevano bruciato le ali all’Inter bloccando sul nascere i tentativi di recupero in campionato programmati da Ranieri. Ora il Catania è qui. Pronto ad azzannare nuovamente l’Inter. E per non farsi morsicare ancora da Bergessio e compagni i nerazzurri dovranno tirare fuori i cosi detti attributi che i tifosi invocano fin dalla partenza del “number one”, alias Josè Mourinho.
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3 28
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Arbitro: Domenico Celi di Bari
INTER (4-4-2)
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Anelli Auto Due (service) Via F. Gioia 52 20090 Trezzano sul Naviglio (MI) Tel. 02-4457701
Stadio ‘G. Meazza’ ore 20,45
CATANIA (4-3-3)
All. C. Ranieri
All. V. Montella
1 Julio Cesar; 4 Zanetti, 6 Lucio, 23 Samuel, 26 Chivu; 37 Faraoni, 18 Poli, 19 Cambiasso, 55 Nagatomo; 22 Milito, 7 Pazzini
20 Carrizo; 11 Motta, 6 Legrottaglie, 3 Spolli, 12 Marchese; 13 Izco, 10 Lodi, 4 Almiron; 17 Gomez, 18 Bergessio, 28 Barrientos
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Domenica 4 marzo 2012
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Il Programma Turno Odierno Sabato 3 Marzo - 26. Giornata Palermo - Milan Ore 18:00 Juventus - Chievo Ore 20:45 Domenica 4 Marzo - 26. Giornata Parma - Napoli Ore 12:30 Roma - Lazio Ore 15:00 Lecce - Genoa Ore 15:00 Bologna - Novara Ore 15:00 Udinese - Atalanta Ore 15:00 Fiorentina - Cesena Ore 15:00 Siena - Cagliari Ore 15:00 Inter - Catania Ore 20:45
Prossimo Turno Venerdì 9 Marzo - 27. Giornata Napoli - Cagliari Ore 20:45 Chievo - Inter Ore 20:45 Sabato 10 Marzo - 27. Giornata Palermo - Roma Ore 20:45 Domenica 11 Marzo - 27. Giornata Novara - Udinese Ore 12:30 Cesena - Siena Ore 15:00 Atalanta - Parma Ore 15:00 Milan - Lecce Ore 15:00 Genoa - Juventus Ore 15:00 Catania - Fiorentina Ore 15:00 Lazio - Bologna Ore 20:45
La Classifica Marcatori
La Classifica della Serie A Serie A
Gio Vin Nul Per GF
GS
Diff P.ti
1
Milan
25
15
6
4
49
22
+27 51
2
Juventus
24
13
11
0
37
15
+22 50
3
Udinese
25
13
6
6
37
23
+14 45
4
Lazio
25
13
6
6
39
29
+10 45
5
Napoli
25
10
10
5
42
24
+18 40
6
Roma
25
11
5
9
38
31
+7
38
7
Inter
25
11
3
11
34
34
0
36
8
Palermo
25
10
4
11
39
39
0
34
9
Catania
24
8
9
7
32
33
-1
33
10
Chievo
25
9
6
10
21
30
-9
33
11
Cagliari
25
7
10
8
23
26
-3
31
12
Genoa
25
9
4
12
33
46
-13 31
13
Atalanta*
25
9
10
6
30
28
+2
31
14
Parma
24
7
8
9
29
37
-8
29
15
Fiorentina
24
7
7
10
23
25
-2
28
16
Bologna
24
7
7
10
24
29
-5
28
17
Siena
25
6
8
11
27
28
-1
26
18
Lecce
25
6
6
13
28
40
-12 24
19
Novara
25
3
8
14
21
45
-24 17
20
Cesena
24
4
4
16
16
38
-22 16
* 6 punti di penalizzazione
18 reti: Di Natale (Udinese; 4 rigori) 15 reti: Denis (Atalanta; 3 rigori), Ibrahimovic (Milan; 6 rigori), Cavani (Napoli; 2 rigori) 14 reti: Palacio (Genoa; 2 rigori) 13 reti: Klose (Lazio) 12 reti: Jovetic (Fiorentina; 4 rigori), Milito (Inter; 3 rigori) 11 reti: Miccoli (Palermo; 1 rigore) 10 reti: Matri (Juventus), Calaiò (Siena; 4 rigori) 9 reti: Giovinco (Parma; 3 rigori) 8 reti: Di Vaio (Bologna; 1 rigore), Nocerino (Milan) 7 reti: Lodi (Catania; 4 rigori), Mutu (Cesena; 2 rigori), Hernanes (Lazio; 3 rigori), Di Michele (Lecce; 3 rigori), Borini (Roma), Osvaldo (Roma) 6 reti: Bergessio (Catania), Marchisio (Juventus), Hamsik (Napoli), Lavezzi (Napoli), Rigoni M. (Novara; 3 rigori), Budan (Palermo) 5 reti: Moralez (Atalanta), Ramirez (Bologna), Thereau (Chievo), Jankovic (Genoa), Pazzini (Inter), Pepe (Juventus), Rocchi (Lazio), Pandev (Napoli), Destro (Siena), Basta (Udinese) 4 reti: Marilungo (Atalanta), Acquafresca (Bologna), Larrivey (Cagliari; 2 rigori), Ribeiro (Cagliari), Pinilla (Cagliari/Palermo; 1 rigore), Barrientos (Catania), Moscardelli (Chievo), Paloschi (Chievo), Pellissier (Chievo; 1 rigore), Lulic (Lazio), Giacomazzi (Lecce), Muriel (Lecce), Boateng (Milan), Robinho (Milan), Maxi Lopez (Milan/Catania; 2 rigori), Hernandez (Palermo; 2 rigori), Bojan (Roma), Totti (Roma; 2 rigori) 3 reti: Diamanti (Bologna; 1 rigore), Conti (Cagliari; 1 rigore), Almiron (Catania), Legrottaglie (Catania), Cerci (Fiorentina), Rossi (Genoa), Gilardino (Genoa/ Fiorentina), Cambiasso (Inter), Motta (Inter), Vucinic (Juventus), Cuadrado (Lecce), Morimoto (Novara), Silvestre (Palermo), Biabiany (Parma), Floccari (Parma; 1 rigore), Modesto (Parma), De Rossi (Roma), Juan (Roma), Pjanic (Roma), Floro Flores (Udinese)
Serie C1 - Calcio a 5 Maschile
Roberta Menegon
In C1 prosegue la marcia del San Damiano, che ormai pensa alla serie B (traguardo quasi raggiunto). La formazione di mister Lemma continua a macinare risultati positivi ancora senza sconfitte e senza avversari. Nei play off, per la seconda posizione, a parte Rho e Pavia, consolidate per il terzo e quarto posto, un gruppo sempre più numeroso si fa avanti alla ricerca di un posto. Per il girone Nazionale, play out tutto da
Prossimo Turno Data Incontro Venerdì 2 marzo, ore 15 Metropolis FB Bergamo Calcio a 5 Venerdì 2 marzo, ore 15 Saints Pagnano Bocconi Sport T. Venerdì 2 marzo, ore 15 Vasca Boys Bellinzago C5 Venerdì 2 marzo, ore 15 Laveno Mombello Futsal San Damiano Venerdì 2 marzo, ore 15 1999 Calcio Valmalenco Ispra Venerdì 2 marzo, ore 15 Carioca Pavia Venerdì 2 marzo, ore 15 Acsi Aurora Rho Ca5 Venerdì 2 marzo, ore 15 Meyland Calcio a 5 Vignate
decidere. In C2 girone A, balzo in avanti dell’Euro Brianza che stacca il Cardano pretendente alla promozione alla C1 ma adesso a 5 punti (perso il derby con Elle Esse). In C2 girone B i ragazzi di Stasio continuano a sorprendere non solo per i risultati ma per la giovane squadra (sono calciatori classe ’93-’94, che andranno a fare parte della rappresentativa del Comitato Regionale Lombardia al torneo Nazionale delle regioni, che si svolgerà a Poliporo in Basilicata). In Serie C2 il Basiano anche questo anno parte forte e ha già staccato il biglietto per la C1. La serie D è equilibrata: in due o tre punti al massimo si giocano la promozione, aspettando gli scontri diretti sta diventando un campionato affascinante ed equilibrato. Nella Juniores prevale sempre il Brianteo di Stasio (qui spicca il campione nazionale Grassi). Nel campionato Femminile continua positivamente la squadra del Mojto di Torino, appena tornata dalla finale disputata il 19 a Roma finale Coppa Italia Nazionale e persa per 4-2 solo nel finale. Le altre lombarde cercano di contrastare la squadra torinese ma con qualche difficoltà.
La Classifica del Calcio a 5 Maschile Pos. Squadra
P.ti Gio Vin Nul Per GF GS DR
1
Futsal San Damiano
58
21
19
1
1
102 38
64
2
Rho Ca5
43
21
13
4
4
102 74
28
3
Pavia
43
21
14
1
6
82
57
25
4
Saints Pagnano
36
21
11
3
7
72
65
7
5
Vignate
33
21
9
6
6
76
70
6
6
1999 Calcio Valmalenco 32
21
9
5
7
81
83
2
7
Boys Bellinzago C5
30
20
9
3
8
80
60
20
8
Bergamo Calcio a 5
30
21
9
3
9
65
71
6
9
Metropolis FB
29
20
8
5
7
75
60
15
10
Carioca
28
21
6
10
5
66
51
15
11
Meyland Calcio a 5
24
21
7
3
11
50
59
9
12
Bocconi Sport T.
23
21
6
5
10
57
75
18
13
Vasca
22
21
6
4
11
73
91
18
14
Laveno Mombello
22
21
6
4
11
70
96
26
15
Ispra
11
21
3
2
16
65
124 59
16
Acsi Aurora
7
21
2
1
18
54
96
42
Domenica 4 marzo 2012
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Domenica 4 marzo 2012
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Vertice rovente Il Campionato
di Laura Tangari
Con non poche polemiche, Milan e Juve viaggiano a braccetto confermandosi, nel bene e nel male, regine incontrastate del torneo
Sapete cos’è il giudice di linea? Pensiamo di sì. Quindi, perché, se quest’ultimo viene impiegato regolarmente in Champions, non è possibile averlo a disposizione anche nel nostro campionato, onde evitare pasticci e polemiche velenose come è accaduto domenica sera a San Siro in occasione di Milan-Juve? Il gol di Muntari c’era tutto. Colpa del guardalinee? Okay. Colpa del Palazzo? Bene. Fatto sta che il campionato del Belpaese, a questo punto, sembra assai falsato non solo nella forma ma pure nella sostanza. Milan e Juve viaggiano a braccetto, confermando, che nel bene e nel male, sono loro le regine incontrastate del torneo. Alle spalle della coppia di testa Lazio e Udinese sono tornate con prepotenza in sella
battendo rispettivamente Fiorentina e Bologna. Per la serie, peggio di così non si può, ecco l’Inter, ancora una volta nella polvere dopo le belle premesse di rilancio dello scorso dicembre con Ranieri sul podio. La Beneamata è caduta nuovamente a Napoli e solo iddio sa come andrà a finire stasera col Catania dopo che Zanetti e compagni avranno saputo nel ritiro prepartita di Appiano Gentile i risultati del pomeriggio. La zona Champions è ormai un miraggio e adesso resta un forte dubbio pure sull’entrata in Europa League dove un bel gruppetto guidato da una Roma, tra l’altro in crisi profonda, sembra possedere più chance della pattuglia nerazzurra. Insomma, un disastro, a meno che la stagione non venga salvata miracolosamente da
un risultato totalmente positivo in Champions League, dove il Marsiglia di Deschamps, prossimo avversario martedì 13 a San Siro, battuto a Brest, venga a Milano con la disponibilità di regalare all’avversario il non impossibile passaggio del turno. A tenere banco in questa ventiseiesima giornata c’è comunque il derby capitolino, dove la Roma, contro i cugini laziali, proverà a rialzare la testa dopo il poker tremendo incassato domenica con l’Atalanta. Nei bassifondi, il Lecce sta mettendo paura a Bologna, Fiorentina e Siena. La lanciatissima squadra salentina affronterà a Via del Mare il Genoa mentre Bologna e Fiorentina ospiteranno rispettivamente Novara e Cesena, vale a dire le uniche due serie candidate alla retrocessione dopo l’imperioso allungo del Lecce di Cosmi.
I Bioritmi di Inter-Catania
Pazzia nerazzurra Inter con il 76 per cento di giocatori in forma ottimale
di Enzo Occhiuto Il calcio è un ottimo campo di applicazione dei bioritmi per verificare il potenziale dei giocatori, anche se in questo sport, che è essenzialmente un gioco di squadra, i risultati non dipendono unicamente dalle prestazioni di un singolo atleta ma soprattutto dalla coralità espressa da tutti i componenti la squadra stessa.
Pertanto l’analisi della “biosituazione” (forza fisica,sensibilità tecnica e intelligenza tattica) delle rose dei probabili giocatori che scenderanno in campo oggi, evidenzia una superiorità di valori assoluti dell’Inter (6,06) contro quelli del Catania (5,98). Analizzando i valori medi bio dei moduli tattici dei due allenatori possiamo notare che quelli di Ranieri (4 - 3 - 1 – 2; v. 6,12 – 6,05 – 5,96 – 6,03) risultano ottimi sia in difesa che a centrocampo e buoni nel reparto offensivo; di contro, quelli di Montella (4 – 3 – 3; v. 5,97 – 5,98 – 6,02) sono leggermente sotto la media nel reparto difensivo e centrale,
mentre in buone condizioni nella zona d’attacco. Scrutando più a fondo i valori medi delle due possibili formazioni, si può notare che la componente “F” (forza fisica, coordinamento motorio e resistenza alla fatica) è di gran lungo più tonica nella squadra nerazzurra (6,18) con 76% di giocatori in forma ottimale, rispetto alla compagine catanese (5,85) con solo il 31% di giocatori in buona forma fisica. Sul piano della “sensibilità emozionale” (sentire il peso dell’incontro), la percepiscono con intensità leggermente diversa: l’Inter (6,01) con più sicurezza, il Catania (5,98) con più incertezza.
Sul piano della “intelligenza tattica” (concentrazione e recuperato impegno) risulta che gli uomini di Moratti siano avvantaggiati (6,10) sulla squadra isolana (6,04). Ranieri (6,49 v.i.), alla luce dei ritrovati bioritmi positivi (con il 76 % dei giocatori in campo, rispetto alle partite precedenti perdute con il 70% dei giocatori con bioritmi negativi), ha finalmente trovato la “quadratura mentale“ dei suoi ragazzi: quindi, si è conclusa la fase di “Pazzia Nerazzurra” o di logoramento emotivo, identificato come “Sindrome da Burnout”. Che ha portato l’Inter ha perdere consecutivamente 6 partite su 7.
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Domenica 4 marzo 2012
Il Personaggio dell’Inter: Ivan Ramiro Cordoba
Il Candidato di Alessandra Caronni
Per lui si prospetta un futuro dirigenziale: magari come presidente della Federazione Colombiana
Tredici anni di Inter. È dal ‘99 uno dei beniamini non solo della curva nerazzurra ma anche di tutta la Colombia. Ivan Ramiro Cordoba rappresenta senza dubbio la bella faccia di una nazione difficile come la Colombia. È senza dubbio oggi, in fondo, uno dei giocatori più rappresentativi della nazionale del suo paese: uno dei pochi, se non l’unico, ad aver alzato la Champions League al cielo. L’età avanza e per il giocatore si prospetta un futuro dirigenziale, magari come presidente della Federazione Colombiana. La prima cosa che farebbe, Cordoba, è scegliere come cittì della Nazionale il suo amico Mario Yepes, ex Chievo e da due anni in forza al Milan. Un po’ di storia. Cordoba ha esordito nella serie B colombiana con il Deportivo Rionegro nel 1993, con 42 partite e 1 gol. Nello stesso anno viene scelto per la Selezione di Antioquia, il dipartimento di Medellín, con cui gioca 15 incontri. Nel 1996 è al Nacional Medellín (72 partite e 1 gol in campionato, più 11 presenze internazionali), con cui vince la Coppa Interamericana nel 1997. Nel 1998 viene ingaggiato dal San Lorenzo
(Argentina), con cui ha disputato 61 match con 9 reti in campionato, cui se ne aggiungono 13 con due gol nelle coppe sudamericane. Dal gennaio 2000 è all’Inter, che lo ha acquistato per sette miliardi di lire dopo la segnalazione da parte di Angelillo. Ha giocato la sua prima partita con l’Inter in campionato il 6 gennaio successivo: un Inter-Perugia finito 5-0. In qualità di capitano, nel 2005 ha alzato la Coppa Italia al posto di Zanetti (impegnato in Germania nella Confederations Cup). Il 19 febbraio 2008, durante LiverpoolInter, andata dell’ottavo di finale di Champions League, si infortuna al legamento crociato anteriore sinistro e rimane fermo per il resto della stagione. Il 9 giugno seguente un comunicato ufficiale annuncia che il giocatore ha rinnovato fino al 30 giugno 2012 il proprio contratto con l’Inter. Nel 2009-2010 fa la triplete con Mourinho superando anche le 400 presenze
con la maglia nerazzurra. Operatosi al ginocchio sinistro nell’aprile dell’anno scorso, torna in campo dopo sei mesi il 15 ottobre proprio in Catania-Inter (2-1) sostituendo l’infortunato Samuel.
Chi è Ivan Ramiro Cordoba Nato a Rionegro, Colombia, l’11 agosto del ’76, Iván Ramiro Córdoba Sepúlveda è un colombiano naturalizzato italiano (l’8 luglio ha ricevuto la cittadinanza italiana dal sindaco di Cassina Rizzardi, nella quale risiede da dodici anni). È stato capitano della Nazionale colombiana nella vittoriosa edizione 2001 della Copa América e fondatore dell’associazione “Colombia Te Quiere Ver” che si occupa di sostenere bambini non vedenti in stato d’indigenza.
Il Personaggio del Catania: Francesco Lodi
Il chirurgo delle punizioni di Debora Cheli
Lodi è il faro del Catania: nei calci piazzati ha un’arma devastante
Sbarca all’età di 11 anni tra le giovanili dell’Empoli ma passerà ancora qualche anno prima che Francesco Lodi esordisca con la prima squadra nel 1999 all’età di 16 anni. Con l’Empoli resterà tre stagioni e mezzo, anche se è soprattutto nel Campionato Primavera che trova spazio. Nel 2004 passa in prestito al Vicenza, dove collezionerà 11 presenze. A settembre dello stesso anno rientra nella formazione empolese, che aiuterà a raggiungere la promozione in serie A con 6 gol. Francesco resta in Toscana per un’altra stagione, ma il campionato 2005/2006 gli regala poche presenze e nessuna marcatura. A fine torneo passa in prestito al Frosinone, dove, con Ivo Iaconi, trova finalmente un posto da titolare collezionando 11 reti in 40 incontri. Nel campionato 2007/2008, allenato da Alberto Cavasin, si afferma come miglior realizzatore della squadra con 20 reti. Già riscattato dall’Empoli nel mercato di gennaio, Lodi fa il suo ritorno fra le fila toscane e nel corso della stagione realizza 12
gol, di cui la metà su rigore. Siamo alla stagione 2009/2010 e il centrocampista napoletano, pur avendo iniziato il campionato con l’Empoli, passa in prestito all’Udinese: con i bianconeri firma la sua prima rete in Serie A il 18 ottobre 2009 contro l’Atalanta. A fine stagione, essendo ancora di proprietà dell’Empoli, il cartellino di Lodi viene girato di nuovo al Frosinone che ne acquista la metà. Un anno dopo, nel gennaio 2011, il Catania acquista il giocatore in comproprietà con l’Empoli, che ha riscattato il cartellino dai ciociari. Esordisce con i rossazzurri nel match del 1 febbraio contro il Cesena e due settimane piu’ tardi segna la prima doppietta, nella sfida con il Lecce. Si fa vedere anche contro la Juve, con la quale segna il goal del definitivo 2-2 su punizione. I siciliani sono definitivamente convinti e riscattano il centrocampista a giugno, prolungando in seguito la durata del contratto fino al 2015.
Chi è Francesco Lodi Nato a Napoli il 23 marzo dell‘84, Francesco Lodi è un centrocampista mancino: fantasista e abile rigorista, nonché specialista nel tirare i calci di punizione, è fra i migliori in Italia. Ha mosso i suoi primi passi nell’Oasis Club di Frattamaggiore per poi passare all’US San Nicola di Castello di Cisterna. Che alla fine lo dà all’Empoli.
Domenica 4 marzo 2012
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Intervista a Nazzareno Canuti
Inter, tutto da rifare Si diverte giocando nella squadra dei Bindun capitanata da Beppe Bergomi e parla in esclusiva con noi: Canuti, il grande difensore
di A.S. Bisceglia Per Inter-Catania ecco un altro ex che è riuscito a militare in entrambe le squadre: Nazzareno Canuti. Ha giocato nell’Inter dal ‘75 all’82 totalizzando 130 presenze in serie A ed un gol, vincendo 2 coppe Italia e uno scudetto. Dal 1985 al 1988 ha vestito i colori del Catania, 81 presenze, 1 gol. Oggi si diverte giocando nella squadra dei Bindun capitanata da Beppe Bergomi e guidata dal presidente Romano Parnigoni. Nazzareno, dal momento che hai indossato entrambe le maglie, quali ricordi rievoca questa partita? “Il ricordo più simpatico è legato alla Coppa Italia, giocata con entrambe le squadre. Arrivo per la prima volta a Catania con l’Inter, un caldo infernale, è stata una partita veramente strana ed emozionante. La cosa che mi ha colpito di più è stato il calore del tifo siciliano. Anche con il Catania ho disputato la Coppa Italia, contro l’Inter. Alla fine del primo tempo torniamo negli spogliatoi in vantaggio per 1-0, si avvicina l’allenatore e mi dice: ‘sceriffo - così mi chiamavano a Catania - puoi
fare la doccia, sei sostituito’. Abbiamo perso 1-4”. Questa Inter, invece? “L’Inter in questo momento è un malato grave, fino a un mese fa la si poteva ancora considerare in convalescenza, ma oggi è veramente grave, quasi incurabile. Non si vedono miglioramenti, niente gioco: nessuna novità”. Come vedi l’Inter in Champions? “Se in queste partite non sei positivo, non pressi e non giochi, puoi solo perdere. In campionato è grave ma in Champions può ancora giocarsela, deve scendere in campo come se fosse la partita della vita. L’Inter deve ritrovare gli attributi e dare sul terreno di gioco tutto quello che ha”. Che squadra vedi per il prossimo futuro? “Vedo solo un risultato per l’Inter, se decide finalmente di giocare, deve raggiungere il terzo posto in campionato, è a nove punti dai preliminari di Champions ed il campionato è ancora lungo. Ripeto, i
Calcio Estero
Atletico cucinato alla catalana Il Barcellona a dieci punti dal Real Madrid
di Luigi Sada Nove vittorie consecutive in Liga per il Real di Mourinho. Le Merengues vincono di misura, in trasferta, il derby col Rayo Vallecano grazie a un gol di Cristiano Ronaldo che tocca quota 29 nella classifica dei bomber. Il Barcellona, al Calderon di Madrid, risponde con Messi (28 reti in Liga) piegando l’Atletico di Cholo Simeone a dieci minuti dal fischio di chiusura dopo che Falcao aveva pareggiato la rete iniziale di Dani Alves. I madrileni però, giustamente, si lamentano avendo negato a loro l’arbitro un chiaro fallo di mano (un colpo di pugno per l’esattezza e in piena area) di Bosquet che avrebbe permesso ai biancorossi di agguantare il 2-2. Ma c’è di più: Falcao, nel secondo tempo, lanciato verso Valdes, è stato fermato per due fuorigioco che non c’erano assolutamente. Da qui la rabbia di Simeone. Il Barcellona comunque resta sempre staccato di dieci punti dal Real. Per il terzo posto il Valencia cede in casa al Siviglia per 1-2 mentre il Levante torna al successo battendo l’Espanol. Goleada, infine, del Malaga (5-1) col Saragozza. In Inghilterra il Liverpool, ai calci di rigore (2-2 dopo i supplementari), si aggiudica a Wembley col Cardiff la Carling Cup il primo trofeo della stagione. In Premier fanno la voce
grossa il capolista City che con Balotelli, Aguero e Dzeko asfaltano il Blackburn, e lo United vincitore sul filo di lana a Norwich con una prodezza del gallese Giggs, che raggiunge in carriera le 900 presenze. Si diverte al tiro al bersaglio l’Arsenal di Wanger rifilando 5 gol (ma subendone 2) al Tottenham con doppietta di Walcott, Sagna, Rosicky e il solito Van Persie. Torna a respirare anche Villas Boas che con Luiz, Drogba e Lampard batte il Bolton. In classifica sempre primo il City seguito dallo United. In Germania importante successo del Bayern con lo Schalke 04 anche se il Borussia Dortmund mantiene il passo giusto al comando (4 le lunghezze di vantaggio sui bavaresi) con un significativo 3-1 ai danni dell’Hannover. Doppietta di Lewandoswi e rete di Barrios. Perde ancora l’Herta, tre sberle dell’Augusta. In Francia, infine, sorpasso del Montpellier al Psg bloccato a Lione con un pirotecnico 4-4. La nuova capolista piega il Bordeaux con una rete di Utaka. Cade uno spento Marsiglia a Brest (gol di Baysse) mentre pareggiano Rennes e Lilla.
nerazzurri devono giocare ogni partita come la partita della vita”. Quale Inter metteresti in campo? “Il problema principale non è nello schieramento: sta nel fatto che l’Inter negli ultimi anni ha vinto tutto. Non ha più stimoli e soprattutto è stanca”.
Nazareno Canuti al Bindun
Nazareno Canuti e Bergomi
Nazareno Canuti e Muraro
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Domenica 4 marzo 2012
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La Vita dei Club
Inter Club Somma Lombardo “Angelo Moratti”
Foto di Inter.it
di Giovanni Labanca L’Inter Mondiale, per antonomasia, si può dire sia nata a Somma Lombardo. Infatti, in questa cittadina del Varesotto, già crocevia importante della strada romana Mediolanum-Verbanus, il 5 novembre 1909 è venuto alla luce in via Vittorio Emanuele, oggi vicolo Melzi, Angelo Moratti. Da qui a Milano, dove avrebbe poi “costruito” l’invincibile squadra degli anni 60, di cui fu il quindicesimo presidente, dal maggio del 1955 allo stesso mese del 1968, quando ne cedette il pacchetto azionario ad Ivanoe Fraizzoli. Fieri di questo illustre concittadino e altrettanto fieri dei successi di quella squadra, i tifosi di Somma fondarono il 28 novembre 1964 uno dei primi Inter Club della storia e che dedicarono, con gioia ed onore, proprio al “presidentissimo” Angelo Moratti. Artefici principali ne furono Umberto Colzi, primo presidente, Bruno Norcini, Luigi Giusti, Giuseppe Cantù, Roberto Della Valle e Adelio Montalbetti. Il Club, sin da allora, si è distinto soprattutto per opere di beneficienza con i fondi raccolti durante la “rituale” cena sociale di novembre destinati, tanto per citarne una delle ultime, all’operazione “Auto Amica” per il trasporto gratuito di quanti, soprattutto anziani, ne abbiano bisogno. Ora, a distanza di tanti anni, sempre orgogliosi del passato e non meno del presente, i 145 soci dell’Inter Club hanno voluto ricordarlo con una toccante cerimonia, organizzata presso il ristorante “Le Querce” di Casorate Sempione, il 13 febbraio scorso. Ospiti d’onore, sono stati il presidente Massimo e la sorella Bedy, due dei cinque figli che la indimenticabile Lady Erminia ha “regalato” alla gioia dell’affezionato marito, accompagnati da Mauro Bellugi, Sergio Spairani, Fausto Sala, Nicola Ranieri e Valerio Bressani, in rappresentanza del Centro Coordinamento e Roberto Scarpini, la “voce” dell’Inter.
Ad accoglierli, tra gli applausi degli oltre cento invitati, è stata la presidentessa Anna Maria Cantù che, visibilmente commossa ed a nome del direttivo e dei soci tutti, si è detta grata ed onorata per la partecipazione proprio dei due figli che, maggiormente, rappresentano l’Inter attuale, riportata, sebbene dopo anni di alterni risultati, sul tetto dell’Europa e del Mondo. Il presidente Massimo, anch’egli non poco commosso ed intimamente partecipe come non mai, ha ringraziato per l’accoglienza e per la significativa cerimonia che ha travalicato l’aspetto puramente “sportivo” anch’esso importante, per riallacciarsi ai sani sentimenti umani che sono, poi, alla base di qualsiasi azione e in qualsiasi campo. Alla fine del suo applaudito intervento, Moratti, dopo aver citato anche aneddoti della sua normale vita familiare, ha tenuto a sottolineare come abbia sempre ammirato e fatto tesoro della cortesia e dell’educazione, che hanno contraddistinto il modo di fare di papà Angelo, virtù e pregi riconducibili ai Sommesi, suoi concittadini. In rappresentanza dell’Amministrazione comunale, ha partecipato il vice sindaco Pier Cesare Iametti, che ha annoverato i membri della Famiglia Moratti tra i suoi più celebri cittadini e comunicato
l’intenzione del Comune di intitolare, il prossimo giugno,, una strada di Somma ad Angelo Moratti. Decisione accolta e legittimata dagli applausi fragorosi dei presenti, della quale i Moratti si son detti estremamente felici. Scambi reciproco di doni, particolarmente graditi dagli ospiti milanesi i cesti con i pregiati prodotti del Salumificio Cantù, e il rituale taglio di una superba torta hanno suggellato una cerimonia commovente che resterà per sempre nei cuori dei presenti e che al tempo stesso dovrà dare al presidente Massimo nuovi e vitali stimoli, con rinnovato coraggio, per ricostruire la “terza” Inter, con saggezza e pazienza, facendo indispensabile tesoro dell’esperienza del passato. È l’augurio che sale forte dai cuori degli appassionati tifosi, non solo dell’Inter Club “Angelo Moratti” di Somma Lombardo, ma anche di tutti i milioni di sostenitori del mondo. Alla manifestazione hanno partecipato, con il coordinatore del Varesotto, Patrizio Alfieri e Giovanna Mariotti, altro prezioso punto di riferimento, rappresentanti degli Inter Club di Besnate, Busto Arsizio “Le Monelle”, Caronno Pertusella, Cislago, Gallarate, Luino, Origgio, Oggiona Santo Stefano, Saronno, Varese Città e Viggiù.
La presidentessa Cantù accoglie Moratti
La presidentessa Cantù mostra orgogliosa il dono del presidente Moratti
L’intervento di Moratti
Il Vice Sindaco Iametti con Moratti
Il Direttivo con i fratelli Moratti
Il direttivo Presidente, Anna Maria Cantù; Vice presidente, Giuseppe Cantù;segretaria, Laura Galvanone; Pubbliche relazioni, Sergio Bonin;consiglieri, Riccardo Grossoni, Ruggero Boem, Egidio Fortuna, Luigi Giusti e Osvaldo Zonca.
Taglio della torta,con visibile gioia
Inter Club Senise
Grazie, Nonno Felice Presidente onorario fu tra i fondatori del club
(g.l.) Felice Berardi ci ha lasciati il 5 febbraio scorso, a ottantatre anni. è stato tra i fondatori dell’Inter Club Senise, avvenuta nel lontano 1973. Ne è stato presidente per qualche anno e, con scelta plebiscitaria, presidente onorario, per la sua passione e costante partecipazione alla vita del Club. Tutti lo ricorderemo con affetto ed ammirazione, come uomo sincero e tenace, come premuroso padre di famiglia e non da
meno come tifoso appassionato. Gioiva e soffriva per la Beneamata, con il suo attaccamento costante e sempre pronto a spronare i soci a dare il massimo per la vita del Club. Ora, Nonno Felice si è ritrovato con i suoi “beniamini” interisti, che lo hanno preceduto sul prato verde di Dio e con cui continuerà a parlare di calcio, proprio come ha fatto sino alla fine, nel Bar di Rocco Amendolara, sede del Club, non solo con i solidali interisti,
ma anche con gli “avversari” di altre squadre, con grande e riconosciuta sportività. Ci mancherai tanto, Felice e, personalmente, mai dimenticheremo il tuo sorriso gioioso e sincero di ogni incontro nella tua cara Senise, che ha voluto essere, commossa e partecipe, tutta con te anche nel tuo ultimo viaggio. La redazione di Stadio 5 si unisce ai soci dell’Inter Club Senise per esprimere alla Famiglia Berardi le più sentite condoglianze.
Nonno Felice Berardi a 80 anni
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L’Onorevole nel Pallone: Lara Comi intervista Alan Christian Rizzi
Con questa Inter pure il Catania sembra il Barcellona
Era Ranieri finita, Mou di un altro pianeta. Moratti investa nel settore giovanile come fanno Spagna e Olanda
di Lara Comi - Europarlamentare La serie nera dell’Inter sembra non avere fine. Dopo il flop con il Novara può fare paura anche il Catania? “Purtroppo sì, dopo gli ultimi risultati tutte le partite in programma possono fare paura: è come se dovessimo incontrare sempre Real Madrid o Barcellona. L’Inter ha tanti campioni, questo non è in discussione, ma come in tutti gli sport il fattore psicologico gioca un ruolo fondamentale. Nelle ultime partite si è vista una squadra priva di gioco, ma soprattutto di serenità. Serve lavorare di più sulla concentrazione”. Nerazzurri sempre esagerati, dal Triplete alla peggiore Inter dal 1946,
dicono gli statistici. È finito un ciclo? “L’Inter è cosi, è il suo dna. Ricordo la stagione in cui rischiavamo la B e poi siamo andati a vincere la coppa Uefa. Sì, forse è finito un ciclo. La cosa più preoccupante è che nella nostra storia non siamo mai stati capaci di riconfermarci squadra di livello. Forse non saremo mai come Real, Barcellona o Manchester. Assomigliamo più a squadre come Arsenal o Liverpool: vincono, ma sporadicamente”. Sembra che la panchina di Mourinho sia diventata una maledizione per ogni allenatore. “Mou è un grande allenatore. Ricordo quando Abramovich lo ha esonerato: ero convinto che sarebbe venuto ad allenare l’Inter e con lui avremmo vinto tutto. È un personaggio di grande carattere, ama le sfide e trova sempre grande motivazione in tutto quello che fa. La panchina post Mou non
è maledetta, è solo difficile gestire giocatori abituati al carattere e allo stile di Mou. È difficile che si abituino a un altro. Perché Josè è di un altro pianeta”. Cosa devono fare società, allenatore, squadra per un immediato rilancio anche in vista del ritorno di Champions con l’Olympique Marsiglia? “È un peccato dirlo ma l’era Ranieri sembra volgere al termine. Dopo sette vittorie consecutive ero convinto che avrebbe potuto fare bene e che sarebbe stato riconfermato. Ora la situazione è cambiata: sei sconfitte consecutive, più di un mese senza gol. Sembra scontato, ma ora più che mai serve vincere in campionato per poi provare a rilanciarsi in Champions. Non conta come e perché. In questi casi la miglior medicina è la vittoria. Questa squadra ha vinto tutto. Sono convinto
che se si ritrovano gol e vittoria l’Inter può ancora dimostrare di essere all’altezza”. Moratti da un paio d’anni ha tagliato la spesa e l’Inter è scivolata in recessione. Il rispetto del fair play finanziario è un ostacolo alla crescita della squadra? “Sembra un obiettivo solo nostro, le altre grandi squadre non se ne stanno preoccupando. Il fair play non deve essere un ostacolo, ma una grande opportunità per cambiare strategia. Dovremmo guardare più a Spagna e Olanda per far crescere il nostro settore giovanile. Se fossi Moratti prenderei un dirigente e gli farei fare uno stage di sei mesi nei Paesi Bassi. Investire nel settore giovanile ci farebbe risparmiare un sacco di soldi. E in un prossimo futuro avremmo una squadra meno vecchia. E lo dico da ex giocatore primavera dell’Inter”.
Alan Christian Rizzi, ex assessore allo Sport al Comune di Milano, oggi consigliere Pdl
Gossip / Curiosità Walter Chiari Un grandissimo successo di Walter Chiari rivive in una miniserie. L’attore personificava il sogno dell’Italia del dopoguerra: figlio di poveri emigrati pugliesi, stringeva fra le braccia le donne più belle e desiderate del mondo. Il successo televisivo è dovuto alla fedele ricostruzione della vita di Walter. Alida Chelli fu l’unica moglie ma gli amori sono stati tanti: Mina, Ava Gardner, Anna Maria Rizzoli, Lucia Bosè e tante altre. Dal cielo, Walter sarà soddisfatto della miniserie? Pensiamo proprio di si.
di Marjlja Bisceglia
Cristiano Malgioglio Il cantautore Cristiano Malgioglio ha abbandonato l’Isola dei Famosi. Perché? “Mariano Apicella, il cantante preferito da Silvio Berlusconi, mi ha chiamato con un termine volgare, per questo ho lasciato il reality e ora lo porto in tribunale”, ha detto Malgioglio.
Lapo Elkann I ladri hanno fatto visita nella casa milanese di Lapo Elkann, in zona di Porta Ticinese. Lapo, che si trovava all’estero per motivi di lavoro, appena ha saputo la notizia c’è rimasto molto male: infatti è convinto di essere una star e quindi essere amato da tutti. Ma siamo a Milano… Magari qualche tifoso avversario della sua Juve… Morena Funari Morena Zapparoli, vedova del famosissimo conduttore Gianfranco Funari, ha festeggiato un anno d’amore con Antonio, il suo attuale fidanzato. Morena è stata l’ultima fiamma del mitico Gianfranco, il quale soleva dire: “Il matrimonio più lungo dura al massimo sei mesi perché dal settimo mese in poi guardi tua moglie come se fosse tua sorella”. Sicuramente esagerava perché il rapporto tra Morena e Gianfranco durò qualche anno.
Elisabetta Canalis Elisabetta Canalis e l’attore americano Steve-O, famoso per essere stato tra i protagonisti della serie tivù “Jackass”, trasmessa in Italia da Mtv, stanno vivendo un periodo d’oro. Lei è innamoratissima di lui, infatti in questo periodo vive negli Stati Uniti. Steve però ama Roma, e allora ecco che la scorsa settimana la coppia è stata vista in un noto negozio della capitale a fare shopping. A Roma, nella stessa giornata c’era pure George Clooney ex di Elisabetta. I due ex fidanzati non si sono incontrati per un caso, perché anche George è andato nel medesimo negozio accompagnato da una avvenente bionda.
Oggi, Buon Compleanno a… …tutti gli uomini romantici nati il 4 marzo James Ellroy – scrittore (63) Ronn Moss – attore (60) Umberto Tozzi – cantautore (60) Paolo Virzì – regista (48) Luca Zanforlin – presentatore di Amici (47) Patsy Kensit – attrice e cantante (44) Pierluigi Casiraghi – allenatore (43) Paola Maugeri – conduttrice (41) Pierluigi Pardo – giornalista (38) Maurizio Felugo – capitano del Settebello (31) Erik Lamela – calciatore (20)
James Ellroy
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Iosonopompilio
Zitti… giocate. Buffon è un’ icona e merita rispetto! Il portiere della Nazionale ha soltanto detto ciò che pensano tutti
di Cesare Pompilio Gli echi della partita Milan-Juventus di San Siro, finita 1-1, non accennano a spegnersi. Il calcio è ritornato nelle mani sapienti di chi costruisce una squadra pezzo dopo pezzo per arrivare alla meta finale. La ricreazione di Calciopoli è finita. Nei tribunali finirà tra qualche mese, ma sui campi di gioco sono ritornati al comando delle operazioni rossoneri e bianconeri. Moratti per ricostruire l’Inter ha bisogno di spendere qualche centinaio di milioni di euro, dovrà trovare un tecnico da Inter, un direttore generale da Inter. Tanti se e tanti ma, la storia c’insegna che con i se e i ma non si approda a nulla. Poche righe per i nerazzurri perché a Marsiglia e a Napoli hanno offesa la Dea Eupalla, perciò ritorno a MilanJuve. La partita l’ha pareggiata il Milan, lo stesso Berlusconi ha ammesso che i rossoneri hanno perso la testa dopo la non convalida del gol a Muntari. La Juve, invece, non ha vinto perché il suo centrocampo è appannato; Pirlo e Marchisio sembrano i fratelli scemi di quelli di tre mesi fa. Borriello non ha nulla da spartire con la Juve, Bonucci
non è da Juve. Queste elementari norme del calcio, don Peppino Marotta le ha capite? Se sì, per favore, facesse delle azioni tali da sovvertire questo momento particolare per la Juve e contro la Juve. Il Milan ha i mezzi: giocatori buoni, le televisioni, decine di radio. Nei mesi avvenire scateneranno la canea perché non vogliono perdere il loro 19esimo scudetto. Juve preparati. “Sono tornati” era il titolo che campeggiava a Milan Channel sabato sera. Conosco e stimo Mauro Suma, il direttore, a Telelombardia, da qualche anno, ci supportiamo quando gli “onestoni” ci attaccano. Personalmente avrei preferito “siamo tornati”, in fondo è finita pari, il Milan non è uscito sconfitto, perché dunque buttare fango? A chi giova? Certo se il Milan è quello visto sabato o, per assurdo, quello contro gli inglesi dell’Arsenal è una squadra abbordabile per i giovanotti di Ninozzo Conte. Il Pato visto contro la Juve è un pallido ricordo del campione che fu. Ibra da solo non può portare la croce e ridere pure. Anche Thiago è… appannato. E Nesta? Se si pensa che con Muntari si possa vincere lo scudetto allora W l’Italia. La Juve ha poche stelle ma i ragazzi della via Pal corrono, non s’arrendono, a spingerli
ci pensano gli unici due campioni: Pirlo e Buffon. Pirlo ha indossato i panni del leader in tutti sensi. Da solo Andrea spinge i ragazzi verso la porta avversaria al punto da far dire a Ninozzo Conte che, batti e ribatti, ci scappa sempre la battuta del rigore (che puntualmente alla Juve non danno). L’altro campione dietro a tutti è Gianluigi Buffon. Io mestamente e simpaticamente lo chiamo Giovanni Luigi fin dai giorni di Calciopoli, quando m’inginocchiai negli studi di Antenna 3 e gli chiesi di restare alla Juve. Buffon aveva vinto un Mondiale, quindi è campione del mondo (certi vampasciuscia dovrebbero ricordarselo) un’icona del calcio Mondiale, certamente uno dei tre più grandi di ogni tempo: al pari di Zamora e Jascin. Giovanni Luigi è un uomo, sposato con Alena Seredova (bellissima donna) ha due figli; una persona seria, eppure certi trafficanti che mettono il faccione in qualche tv pigliano parola verso un simbolo che, appunto perché è tale, dice le cose come le pensa. Eppure qualche trafficante aveva fatto proposte indegne che, per fortuna, nessuno ormai crede, gli ascolti, infatti, sono a caduta libera, nonostante gli ospiti si sforzano di apparire credibili. Giù le mani da Buffon, giù le mani dal galantuomo Gigi
Buffon. Giù le mani e chiedete scusa. Perfino i sondaggi approvano l’operato del capitano della Nazionale Azzurra. I soliti mena torrone non trovano di meglio che attaccare Buffon: vergogna! Il mio dire vergogna non vuole offendere i trafficanti di notizie, vivono grazie alle inedite e false posizioni che di volta in volta riescono a mettere in piazza, oggi attaccare Buffon fa notizia, ma Giovanni Luigi è un monumento e loro sono delle zanzare che vivono una sola notte, una notte che li fotografa assieme ai loro pensieri in vetta da una vita, sempre sconfitti, sempre mediocri, sempre senza pudore, sempre a buttare notizie nel dimenticatoio, salvo poi gridare “perdono, aiuto, ero fuori… stanza o fuori di testa”, insomma fuori da tutto, per un giorno per niente allegri, forse alla prossima le cose si sistemano, per ora, leccatevi le ferite. Il mese di
Febbraio (bisesto) è andato. Su Radio Milaninter, venerdì 2 marzo dalle 13 alle 14 vi aspetto a “La Strana Coppia”, la trasmissione radiofonica di Beppe Vigani e con tantissimi ospiti: Anastasi, Fontolan, Maurizio Dall’O’, Stefanova… Insomma, un grande appuntamento da non perdere. Bacio le mani.
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Iron Mike Domenica 4 marzo 2012
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Libri
dal ghetto a icona del pugilato di Beppe Vigani
Storia di Tyson in un libro che racconta le gesta di altri interpreti e miti del ring
Mike Tyson è molto di più di un campione di pugilato. E’ un simbolo della nostra epoca, sia nel bene, sia nel male. Dopo aver unificato il titolo mondiale dei pesi massimi, è diventato famoso su scala planetaria grazie ad un’organizzazione che ha investito milioni di dollari su di lui, avvalendosi delle più moderne tecniche di marketing e di comunicazione giornalistica, ha guadagnato 300 milioni di dollari, ha partecipato a programmi televisivi, film, eventi di ogni genere. Nel libro “Mike Tyson e altri miti del ring”, Luca De Franco spiega come sia stato possibile trasformare un ragazzo
del ghetto in un’icona e fornisce un ritratto crudo di Mike Tyson, basato sulla sua esperienza lavorativa con l’ex pugile e sui racconti di persone che l’hanno conosciuto bene. L’autore parla anche di altri miti del ring con cui ha avuto modo di entrare in contatto come i campioni mondiali dei pesi massimi Vitali Klitschko e Nicolay Valuev, il “Toro scatenato” Jake La Motta, il leggendario kickboxer Benny “The Jet” Urquidez (unico atleta del suo sport a ritirarsi imbattuto) e Johnny Rodz, allenatore di parecchie star del wrestling, nonché membro della Hall of Fame della WWE. In una lunga intervista,
l’ex lottatore, che oggi dirige una scuola di wrestling a New York, svela i segreti dello sport-spettacolo più popolare del globo. Un capitolo è dedicato a Peter Aerts, campione del K-1 Grand Prix, un torneo che spopola in Giappone. Nel 2002 il record di pubblico: 74mila spettatori paganti al Tokyo Dome. Il libro spiega com’è stata creata una delle aziende di maggior successo nella storia degli sport da ring. Il libro è scritto con uno stile chiaro, diretto, scorrevole, privo dei termini tecnici che caratterizzano troppi volumi sul pugilato. Non ci sono statistiche e altre informazioni interessanti solo per
gli addetti ai lavori. Luca De Franco ha scritto un racconto per il grande pubblico, quello che magari non segue la boxe, ma ama leggere storie riguardanti i grandi personaggi dello sport e dello spettacolo. “Mike Tyson e altri miti del ring” è in vendita a 18,00 Euro nei negozi Boxeur Des Rues (negozio di Corso di Porta Ticinese 64 a Milano), nelle più prestigiose palestre e su vari siti Internet. A breve, sarà disponibile anche nelle librerie.
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Teatro
“L’arte del dubbio” in scena al Carcano Ottavia e Vittorio foto di Daniela Zedda
L’Arte del Dubbio, con Ottavia Piccolo e Vittorio Viviani, tratto dal libro di Gianrico Carofiglio, versione teatrale di Stefano Massini, regia di Sergio Fantoni, al Teatro Carcano di Milano fino a domenica 11 marzo.
di Alessia Scurati Metti una sera in scena un manuale di interrogatori. Perché “L’arte del dubbio”, in fondo, nasce proprio così. Gianrico Carofiglio, magistrato oltre che scrittore, compose il saggio da cui è tratto lo spettacolo pensandolo come un testo letto da esperti del settore. Stefano Massini, invece, lo ha reso un racconto che si svolge a quadri, dove interrogatori e processi, due dei topoi più amati in ambito teatrale, si mescolano a scene più leggere dove il pubblico è chiamato a prender parte alla scena. Il processo, quindi, serve a tirar fuori una verità che, da anagramma, potrebbe quasi essere relativa, senza un’esperienza sociale catartica di questo tipo. Massini ha scelto di far vivere al pubblico quest’esperienza attraverso uno spettacolo definito un “cabaret del dubbio”, che sa un po’ di commedia dell’arte e un po’ di teatro brechtiano, dove gli attori si lanciano in un susseguirsi di acrobazie verbali sullo sfondo di un teatro da fiera di paese di fine ‘800. Ecco, allora, che Ottavia Piccolo
e Vittorio Viviani, i due bravissimi interpreti dello spettacolo, ci guidano attraverso l’esegesi del dubbio, da quello primordiale del serpente biblico (che esordisce con “Io sono il dubbio, non esiste altra verità all’infuori di me), fino alle vicende contemporanee, di don Peppino Diana e degli operai della Thyssen Krupp. La parola viene analizzata nel suo lato corruttibile, manipolabile e insidioso, quello della realtà quotidiana fatta di processi mediatici e slogan. Il merito principale dello spettacolo è quello di mettere nell’alveo di un genere teatrale tradizionale come quello del processo tutta la realtà quotidiana nella quale uno spettatore si possa riconoscere, per poterla sviscerare in tutta la sua crudezza, ma senza cadere in tonalità fosche e tetre. I due protagonisti, campioni di retorica chiamati a giocare una partita decisiva, donano al pubblico una performance grandiosa per intensità e bravura. “L’arte del dubbio” è uno spettacolo da vedere per capire meglio la nostra realtà.
Musica
“Posti In Piedi In Paradiso” di Riccardo Sada
Alto il gradimento per la colonna sonora tratta dall’omonimo film diretto e interpretato da Carlo Verdone
È arrivato nelle sale cinematografiche lo scorso giovedì, distribuito da Filmauro. È “Posti in piedi in Paradiso”, la nuova divertente commedia diretta e interpretata da Carlo Verdone. Un ruolo da protagonista è stato affidato alla musica che fa da sfondo alle avventure dei tre coinquilini attorno ai quali si sviluppa il film, brani noti ed inediti raccolti nell’album omonimo. Della colonna sonora e della sua grande passione per la musica racconta lo stesso Carlo Verdone: “Credo che buona parte del pubblico che mi segue da tanto tempo conosca la mia vera passione per la musica”, spiega l’attore. “L‘occasione di interpretare, in ‘Posti In Piedi In Paradiso’, il proprietario di un negozio pieno di oggetti vintage e vinili, ha fatto si che potessi applicare alla colonna sonora dei brani storici
a me cari. Se a questo aggiungiamo che anche gli Stadio, oltre a Fabio Liberatori, hanno arricchito di musica questo film, non c’era occasione migliore per far nascere un bel cd che potesse rispecchiare in pieno alcuni dei miei gusti musicali”. Autori della musica originale presente nella colonna sonora sono Fabio Liberatori e il leader degli Stadio, Gaetano Curreri. Quest’ultimo torna a collaborare con Carlo Verdone dopo aver firmato le colonne sonore di alcuni dei suoi più grandi successi del passato come “Acqua e Sapone”, “Borotalco” e “Stasera a casa di Alice”. Nella colonna sonora anche due brani inediti ‘ Thérèse’ e ‘Dans un istant, dans quelques temps’ interpretati da Angelica Ponti, invitata da Verdone e Curreri a collaborare con loro su questo progetto anche nella stesura dei testi.
Sinossi del fim In “Posti In Piedi In Paradiso”, Verdone torna a raccontare in chiave comica la vicenda di tre padri separati che vivono in grandi difficoltà economiche. Ulisse un ex discografico, Fulvio un ex critico cinematografico e Domenico in passato un ricco imprenditore, a causa della separazione dalle rispettive mogli, decidono di dividere un appartamento per far fronte insieme alle spese e all’affitto.
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