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sabato 3 dicembre 2011
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COPIA OMAGGIO
DI NATALE, NIENTE PACCHI! INTER-UDINESE
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L’Editoriale
di Beppe Vigani Salite sul treno che si parte: Juventus e Milan hanno preso velocità, chi vi sale arriva prima. Antonio Conte sta bevendo il dolce nettare del primato in maniera sobria, a piccoli sorsi. Molto lontano dall’atteggiamento del suo presidente, che è arrivato a brandire la scimitarra del populismo per arringare milioni di tifosi a difendere le sue certezze. Due di picche da una parte, briscola dall’altra ora gli rimane l’Alta Corte. Requiem. Cosa suscita maggiore amore, se non la modestia? E cosa suscita maggior odio, se non l’arroganza? La prima domanda mi riporta sicuramente all’atteggiamento molto coscienzioso dell’allenatore della Juventus. Meno umile Massimiliano Allegri, campione d’Italia uscente. Per lui è solo questione di tempo.
In casa travolge chiunque il suo Milan, è battuto dal Barcellona, ma non si sente sconfitto. Non vi sono dubbi, il tecnico livornese ha la certezza nel taschino. La sicurezza, apparentemente, rende più forti. Non era dello stesso parere Voltaire (scrittore illuminista) il quale sosteneva che “il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono”. Noi non riteniamo Allegri un imbecille, di certo un po’ “bullo” sì. La classifica glielo permette: scrutiamo il futuro con interesse. Capitolo Inter. Claudio Ranieri insiste con la parola “scudetto”. Non lo tolleriamo più. Faccia giocare meglio la squadra e poi ne riparliamo. Contro il Siena i nerazzurri hanno vinto, giocando un calcio mediocre, realizzando il gol del successo con il giovane Castaignos. Uno dei tanti giovanotti capitato a Milano con uno scuolabus. Da quando Sneijder si è lamentato che c’è troppa differenza tra titolari e panchinari ecco le scope di Coutinho, Alvarez e, appunto, l’olandesino di Schiedam. Tre giocatori criticati ferocemente da tutti. Poi il risveglio. Per arrivare all’alba, l’unica strada percorribile è la notte.
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Arbitro: Andrea Gervasoni di Mantova
INTER (4-1-4-1) All. C. Ranieri
UDINESE (3-5-1-1) All. F. Guidolin
1 Julio Cesar; 55 Nagatomo, 23 Ranocchia, 25 Samuel, 4 Zanetti; 19 Cambiasso; 11 Alvarez, 5 Stankovic, 8 Motta, 28 Zarate; 7 Pazzini.
1 Handanovic; 17 Benatia, 5 Danilo, 32 Ferronetti; 8 Basta, 3 Isla, 66 Pinzi, 20 Asamoah, 27 Armero; 83 Floro Flores; 10 Di Natale. Stadio ‘G. Meazza’ sabato ore 20.45
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Turno Odierno
La Classifica della Serie A
14ª giornata Venerdì 2 Dicembre 2011 Genoa - Milan Stadio "Ferraris"
Ore 20:45
14ª giornata Sabato 3 Dicembre 2011 Inter - Udinese Stadio "Meazza" Napoli - Lecce Stadio "San Paolo"
Ore 20:45 Ore 20:45
14ª giornata Domenica 4 Dicembre 2011 Catania - Cagliari Stadio "Massimino" Bologna - Siena Stadio "Dall'Ara" Chievo - Atalanta Stadio "Bentegodi" Fiorentina - Roma Stadio "Franchi" Juventus - Cesena Stadio "Nuovo Stadio" Parma - Palermo Stadio "Tardini"
Ore 12:30 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 20:45
14ª giornata Lunedì 5 Dicembre 2011 Lazio - Novara Stadio "Olimpico"
Ore 20:45
15ª giornata Sabato 10 Dicembre 2011 Siena - Genoa Stadio "Franchi" Inter - Fiorentina Stadio "Meazza"
Ore 18:00 Ore 20:45
15ª giornata Domenica 11 Dicembre 2011 Inter - Udinese Stadio "Meazza" Napoli - Lecce Stadio "San Paolo"
Ore 20:45 Ore 20:45
15ª giornata Domenica 11 Dicembre 2011 Atalanta - Catania Stadio "Azzurri d'Italia" Bologna - Milan Stadio "Dall'Ara" Cagliari - Parma Stadio "Sant'Elia" Lecce - Lazio Stadio "Via del Mare" Novara - Napoli Stadio "Piola" Palermo - Cesena Stadio "Barbera" Roma - Juventus Stadio "Olimpico" Udinese - Chievo Stadio "Friuli"
Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00 Ore 15:00
Prossimo Turno
Serie A
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12 12 12 12 12 12 12 12 12 12 11 12 11 12 12 12 12 12 12 12
7 7 7 6 6 4 4 5 4 5 4 3 4 3 5 3 3 2 2 2
5 3 3 4 1 5 5 2 3 0 3 5 2 5 5 4 2 4 3 2
0 2 2 2 5 3 3 5 5 7 4 4 5 4 2 5 7 6 7 8
22 27 15 16 16 17 14 15 10 15 14 11 14 14 16 10 10 14 6 9
10 14 6 9 15 11 18 14 16 20 14 13 17 11 15 11 18 21 13 19
+12 +13 +9 +7 +1 +6 -4 +1 -6 -5 0 -2 -3 +3 +1 -1 -8 -7 -7 -10
26 24 24 22 19 17 17 17 15 15 15 14 14 14 14 13 11 10 9 8
Juventus Milan Udinese Lazio Palermo Napoli Catania Roma Chievo Parma Genoa Cagliari Inter Siena * Atalanta Fiorentina Bologna Novara Cesena Lecce
* 6 punti di penalizzazione
La Classifica Marcatori 10 reti: Denis (Atalanta, 2 rigori) 9 reti: Di Natale (Udinese, 2 rigori) 7 reti: Ibrahimovic (Milan, 2 rigori), Giovinco (Parma, 3 rigori) 6 reti: Matri (Juventus), Klose (Lazio) 5 reti: Jovetic (Fiorentina), Palacio (Genoa, 1 rigore), Marchisio (Juventus), Cavani (Napoli), Rigoni M. (Novara, 3 rigori), Osvaldo (Roma), Calaiò (Siena) 4 reti: Moralez (Atalanta), Pepe (Juventus), Nocerino (Milan), Miccoli (Palermo) 3 reti: Ramirez (Bologna), Conti (Cagliari, 1 rigore), Bergessio (Catania), Mutu (Cesena, 1 rigore), Moscardelli (Chievo), Pellissier (Chievo, 1 rigore), Cerci (Fiorentina), Milito (Inter, 2 rigori), Hernanes (Lazio, 2 rigori), Giacomazzi (Lecce), Boateng (Milan), Hamsik (Napoli), Hernandez (Palermo, 1 rigore), Bojan (Roma), Destro (Siena) 2 reti: Acquafresca (Bologna), Di Vaio (Bologna, 1 rigore), Larrivey (Cagliari), Ribeiro (Cagliari), Almiron (Catania), Lodi (Catania, 1 rigore), Maxi Lopez (Catania, 1 rigore), Kucka (Genoa), Veloso (Genoa), Cambiasso (Inter), Motta (Inter), Vucinic (Juventus), Lulic (Lazio), Sculli (Lazio), Cassano (Milan), Robinho (Milan), Campagnaro (Napoli), Lavezzi (Napoli), Maggio (Napoli), Pandev (Napoli), Morimoto (Novara), Ilicic (Palermo), Pinilla (Palermo, 1 rigore), Zahavi (Palermo), D’Agostino (Siena, 1 rigore), Basta (Udinese), Isla (Udinese)
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La Partita
Una museruola per i friulani L’attaccante dell’Udinese è il pericolo pubblico numero uno
di A.S. Bisceglia L’Inter prosegue la sua “remontada” nel crepuscolo dei suoi giocatori. Cambiasso, Stankovic, Zanetti, un applauso a tre grandi protagonisti dell’ultimo decennio nerazzurro che, però, sembrano giunti al tramonto. A parte il capitano, i due centrocampisti sembrano faticare molto in mezzo al campo. Ma Claudio Ranieri continua a insistere su di essi. Contro l’Udinese, infatti, tutti e tre saranno titolari, alla faccia di Coutinho e Castaignos che hanno, comunque, bisogno di sentire l’odore della battaglia per crescere. Contro i friulani sarà un match pericoloso: vincere significherebbe proiettarsi a pensieri audaci, perdere convincerebbe molti che
non si tratta solo di un periodo “particolare”. Maurito Zarate dovrebbe essere confermato, nonostante sia Milito che Coutinho scalpitino per avere più spazio. Il tecnico romano punta molto su Pazzini, per il momento, è lui il “puntero” titolare: per gli altri solo briciole. I nerazzurri proveranno con la personalità quello che non riescono con la corsa, addormenteranno il gioco e spereranno in giocate individuali. Thiago Motta è il vero chimico di questa squadra, con lui c’è più ordine, ma è chiaro che non riesce a dare, per natura, i chilometri indispensabili per coprire eventuali superiorità numeriche. Dalle fasce Zanetti e Nagatomo
dovranno vedersela con la velocità degli esterni bianconeri che, soprattutto, con Basta e Armero insidieranno le lande difensive nerazzurre. Questo match metterà di fronte due squadre straordinariamente diverse sia nei contenuti tecnici, sia nei dettami tattici dei due allenatori. Ranieri è un ottimo gestore di gruppi, mentre Guidolin si è riscoperto motivatore e vicino ai giovani. Non a caso il tecnico di Castelfranco Veneto ogni anno sorprende. Con l’ambiente è riuscito a creare una sorta di liquido amniotico, difficilmente, scindibile. Tornando al match di sabato sera, il pericolo numero uno, è scontato, sarà Di Natale, che negli ultimi giorni ha dato anche la
disponibilità a Cesare Prandelli di se vorrà vestire ancora l’azzurro. vestire la maglia della Nazionale. Un motivo in più per battere i Per l’attaccante campano questo nerazzurri. sarà un campionato fondamentale
I Bioritmi di Inter-Udinese
Al di sopra della media Inter tonica a centrocampo e pimpante in difesa e attacco. Udinese invece sotto la sufficienza in mezzo e buona nelle retrovie. Ma sono le offensive di Guidolin a poter fare la differenza
di Enzo Occhiuto Dall’analisi dei potenziali bioritmici dei singoli giocatori, che presumibilmente scenderanno in campo al Meazza per disputare la 14esima giornata di serie A, emerge un maggior stato di benessere psicofisico dell’Inter (6,07) rispetto a quello del l’Udinese (6,04). Analizzando i valori medi bio dei moduli tattici dei due allenatori possiamo notare che quelli di Claudio Ranieri (6,50 v. emotivo; 3-4-3: 6,09-6,00-6,09) sono al di sopra della media a centrocampo e
molto alti sia in difesa e che nella linea d’attacco, mentre quelli di Francesco Guidolin (v.m. 5,66; 3-42-1: 6,01-5,98-6,17-6,13) risultano sotto la media a centro campo, buoni in difesa e ottimi nel reparto offensivo. Ma vediamo in sintesi quali sono i bioritmi dei campioni delle due squadre che potrebbero fare la differenza. Javier Zanetti (6,20 in forza fisica). Il capitano per tutte le stagioni è, come sempre, impeccabile. Ricardo Alvarez (6,31 in creatività): l’argentino dai piedi buoni, talento del Velez Sarsfield, ricorda Kakà e si ispira al grande Zidane. Mauro Zarate (6,39 in entusiasmo): i calci di punizione rappresentano una delle sue specialità. Con la Nazionale
Argentina ha vinto il Campionato del Mondo Under 20 del 2007, realizzando nella finale di Toronto il goal decisivo contro la Repubblica Ceca a quattro minuti dalla fine e con una conclusione da fuori area. Giampaolo Pazzini (6,26 in vitalità): sempre pronto a gonfiare la rete avversaria, ha giocato in tutte le nazionali giovanili e con l’Under 19 nel 2003 ha vinto l’Europeo under 19 disputato in Liechtenstein. Il leader indiscusso dei friulani, per l’ennesima stagione, risponde al nome di Antonio Di Natale (6,45 in straordinarietà): centravanti dalla tecnica sopraffina, veloce con le gambe e con la testa, da qualche anno a questa parte si è riscoperto goleador vincendo la classifica
cannonieri per due stagioni di avuto la meglio anche sul tempo. È fila. La sua carta d’identità (13 il trascinatore dell’Udinese: la stella ottobre 1977) dice 34 anni, ma che può fare la differenza. l’inarrestabile talento sembra aver
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Il Campionato
di Laura Tangari Un po’ di fortuna non guasta. L’Inter sbanca Siena sul filo lana e riprende fiato attendendo stasera l’Udinese a San Siro per verificare il proprio stato di salute dopo la depressione dell’Ottobre Nero. L’inseguimento alla Juve e al Milan è cominciato e a Ranieri è tornato il sorriso. Tre punti con i friulani sarebbero una vera manna e in più garantirebbero facce felici in prospettiva dell’impegno di Champions con il CSKA di mercoledì prossimo. L’altra sera, intanto, nel recupero del San Paolo, la pattuglia di Conte ha dato spettacolo col Napoli confermando l’ottimo lavoro compiuto dal tecnico leccese in questo avvio di stagione. La Juve è stata brava nel rimontare l’1-3 con i partenopei e adesso, pur senza spiccare il pindarico volo, guarda al prossimo impegno casalingo col Cesena con maggiore fiducia. Se Matri, Vucinic e Pepe tirano fuori dal cilindro giocate analoghe a quelle del San Paolo, Conte può dormire sogni tranquilli, anche perché, al momento, una delle più pericolose rivali (il Napoli) è tenuta a debita distanza in classifica con grande soddisfazione. Oggi, comunque, i partenopei saranno chiamati alla verifica col Lecce mentre la Lazio, altra avversaria diretta di Juve e Milan nella corsa allo scudetto, se la vedrà domani sera nel posticipo dell’Olimpico con un Novara in gran spolvero dopo la
Il fogolar furlan incendia il vertice La Juventus è stata lesta nel rimontare l’1-3 con il Napoli. Ma mentre la squadra di Conte guarda all’impegno casalingo col Cesena, c’è una compagine come l’Udinese che vuole fare uno scherzo all’Inter
vittoria col Parma e il successo in trasferta in Coppa Italia col Catania. Nel pomeriggio di domani, se si esclude la sfida Fiorentina-Roma, non ci saranno partite di cartello: il Catania, a cui brucia ancora il 2-3
col Novara, ospiterà al Massimino un Cagliari un po’ sbronzo per il piratesco pari col Bologna; mentre lo stesso Bologna se la vedrà al Dall’Ara con un Siena che non ha per niente digerito la botta subita in
dirittura d’arrivo dall’Inter. Sotto riusciranno dovranno incassare le i riflettori infine il match di Verona solite bacchettate di Zamparini. Con fra il Chievo e l’Atalanta e quello particolare attenzione a Mangia. fra Parma e Palermo. I rosanero al Tardini devono sfatare il tabù delle trasferte in negativo. Se non ci
Belen Rodriguez è stata madrina dell’Udinese
Beneficenza
Kasabian e il Genoa insieme per gli alluvionati
Ancora una volta musica e calcio sono in prima fila per dare il proprio aiuto a chi ha bisogno (r.s.) È iniziato il 27 novembre scorso il conto alla rovescia per un’asta che vede protagonisti i Kasabian, uno dei gruppi inglesi più amati della scena rock di oggi, attualmente ai vertici delle classifiche europee, e la squadra di serie A che più volte si è distinta per le sue iniziative benefiche, il Genoa. Uno stretto legame nato da una stima reciproca tra Serge Pizzorno, chitarrista dei Kasabian, di origini genovesi, desideroso di contribuire nell’aiutare gli abitanti del capoluogo ligure colpiti dalla disastrosa alluvione, e la squadra rossoblù che non ha fatto cadere nel vuoto la richiesta di Pizzorno, tifoso fin dall’infanzia dei colori genoani. Alla fine di un indimenticabile concerto a Milano, i Kasabian hanno voluto dare il loro contributo donando una chitarra Fender Stratocaster, autografata da tutta la band, alla società del Genoa che l’ha messa all’asta. L’iniziativa è stata comunicata sul sito della squadra ed il progetto, grazie alla collaborazione con Live Onlus specializzata in raccolta fondi per scopi
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umanitari, si sviluppa anche su Ebay. L’asta rimarrà aperta fino alle 16 di mercoledì 7 dicembre. Saranno gli stessi
giocatori della squadra del Genoa a consegnare personalmente al vincitore la preziosa Fender Stratocaster.
Serge Pizzorno, chitarrista dei Kasabian di origini genovesi
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Il Personaggio dell’Inter: Julio Cesar
Un recordman in porta Titolare della nazionale brasiliana con l’avvento di Dunga come ct, il 15 ottobre 2008, dopo la sfida con la Colombia (0-0) stabilisce il primato di imbattibilità per un portiere verdeoro: 492 minuti senza subire un gol
di Alessandra Caronni Ha iniziato la carriera professionistica giocando per otto stagioni nel Flamengo (dal 1997 al 2005). È entrato nel 2003 nel giro della Nazionale brasiliana e nel gennaio 2005 è stato acquistato dall’Inter, che, avendo già raggiunto il limite di extracomunitari in rosa, ha deciso di cederlo in prestito al Chievo Verona. Lui è Júlio César. Quello che nei suoi sei mesi a Verona finisce quasi sempre in tribuna, perché terzo nelle gerarchie dei portieri dopo Luca Marchegiani e Sergio Marcon. Ha dimostrato il suo valore solo giocando nella Primavera, mentre in Serie A riesce a sedersi in panchina in sole tre gare. Nonostante ciò, è regolarmente convocato nella nazionale brasiliana, dove gioca come titolare nella gara amichevole contro Hong Kong: entra nella storia della società veronese come il primo calciatore clivense a vestire la maglia della selezione brasiliana. Tornato all’Inter nella stagione 2005-2006, che si apre con la vittoria in Supercoppa Italiana, si alterna tra i pali con il collega
Francesco Toldo; al termine dell’annata conquista la Coppa Italia. Nella stagione 2006-2007, dopo alcune iniziali incertezze, conquista definitivamente il posto da titolare. Capace di parare due rigori consecutivamente contro l’Ascoli e contro il Siena, è fonte di sicurezza per la squadra nel corso dell’intera stagione, che vede l’Inter conquistare il quindicesimo scudetto. La stagione 2007-2008 inizia con una espulsione alla prima giornata di campionato ma mantiene comunque il posto da titolare, vincendo il suo secondo scudetto da quando è in Italia, il sedicesimo per l’Inter. Il 25 agosto 2008 vince la Supercoppa italiana contro la Roma: la partita finisce 8-7 dopo i tiri di rigore, durante i quali il brasiliano para un calcio di rigore al compagno di Nazionale Juan, risultando decisivo ai fini del risultato. Nella stagione 2008-2009 vince il quarto scudetto consecutivo con la maglia nerazzurra. Nel 2009 viene inserito nella lista dei 30 candidati al Pallone d’oro. Nella stagione 2009-2010 vince la Coppa Italia, il
quinto scudetto consecutivo con la maglia nerazzurra e contribuisce a riportare la Champions League all’Inter 45 anni dopo l’ultimo trionfo. All’inizio della stagione 2010-2011 prende il numero uno, lasciato libero da Francesco Toldo e passa il 12 al nuovo arrivato Luca Castellazzi. Il 21 agosto 2010 vince la Supercoppa Italiana contro la Roma mentre il 18 dicembre conquista il Mondiale per club. Il 29 maggio vince la Coppa Italia 20102011 in finale contro il Palermo per 3-1. Il primo ottobre tocca quota 200 presenze con l’Inter in Serie A nella partita persa per 3-0 contro il Napoli. Nel 2003 diventa il secondo portiere, dopo Dida. Pur non giocando nessuna partita, è infatti tra i convocati per la Confederations Cup 2003, dove il Brasile non va oltre i gironi. In assenza di Dida, nel 2004 gioca da titolare tutte le partite della Copa América, finale compresa, vincendo con la squadra il torneo ai rigori e parandone due. È convocato anche per i Mondiali di Germania 2006, dove il Brasile si ferma ai quarti, come terzo portiere alle spalle di Dida e Rogerio Ceni.
Chi è Júlio César
Nato a Rio de Janeiro, Brasile, il 3 settembre del ‘79, Júlio César Soares Espíndola, noto più semplicemente come Júlio César è stato inserito da tutte le più grandi agenzie di statistica e dagli organi ufficiali del calcio nella top 3 dei portieri più forti al mondo nel biennio 2009-2010.
Un califfo tra i pali Il Personaggio dell’Udinese: Samir Handanovic
Lo sloveno è indiscutibilmente uno dei più forti portieri del campionato ed è un pararigori per eccellenza
di Beppe Vigani Samir Handanovic, 27 anni, è il portiere col più alto rendimento in campionato. È dotato di un istinto soprannaturale, forte tra i pali, è indicato come il “pararigori” per eccellenza. Lo sloveno inizia la carriera entrando nelle giovanili del Domžale, con la quale esordisce in campionato nella stagione 2003-2004. Nel 2004 è acquistato dall’Udinese, in cui debutta in Coppa Italia nella partita LecceUdinese 4-5. Il suo ingresso nel mondo della Serie A con la maglia dei friulani avviene il 15 maggio 2005 in Udinese-Sampdoria sullo 0-1, entrando al 28’ per l’infortunio del portiere titolare De Sanctis. La stagione seguente è titolare fisso del neopromosso Treviso, ma un brutto inizio di campionato gli costa il posto dopo tre giornate a favore di Zancopè. A gennaio, il Treviso riesce a ottenere uno scambio tra Handanovic e il portiere Sereni e finisce alla Lazio, dove giocherà una sola gara contro il Parma. Il campionato successivo è ceduto in prestito dall’Udinese al Rimini, in Serie B: dopo un inizio stagionale senza molte
pretese si riscatta dimostrandosi un ottimo portiere e contribuendo a mantenere i romagnoli a lungo candidati per la promozione; nelle due partite contro la Juventus le sue prestazioni sono così convincenti che è indicato come miglior portiere della Serie B, dopo Buffon. A luglio 2007 rientra all’Udinese e il 10 agosto rinnova il contratto con la società friulana fino al 2012. Dopo la cessione di De Sanctis al Siviglia, inizia il campionato come riserva di Chimenti, ma alla terza giornata in Juventus-Udinese, terminata 0-1, è promosso nel ruolo di portiere titolare. Nelle ultime giornate di campionato Samir mostra la sua bravura nel parare i calci di rigore: in Empoli-Udinese ferma Sebastian Giovinco e due settimane più tardi il giovane portiere sloveno si ripete a San Siro contro il Milan, parando il penalty a Kaká. Nel 2009 è premiato come tredicesimo portiere al mondo dall’IFFHS. Nel campionato 2011 dimostra per l’ennesima volta di essere il numero uno a parare i tiri dagli undici metri. Nella prima parte della stagione ne respinge 4 su 4: su Eto’o, Barreto, Di Michele e Hamsik. Nello stesso anno fermerà anche i rigori di Cavani e Zarate, stabilendo il nuovo
record di 6 rigori parati in una sola stagione in Serie A. Il 2 agosto 2011 prolunga il contratto che lo lega con la società friulana rinnovandolo fino
al 30 giugno 2016. Fa parte della 2010, competizione in cui ha Nazionale slovena dal 2004 quando giocato tutte e tre le partite della esordì il 17 novembre in Slovacchia- Slovenia. Slovenia. Ha partecipato ai Mondiali
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La Storia dell’Udinese
Il bianconero che va di moda Bianconeri o zebrette, sono tanti i soprannomi affibbiati alla squadra di Guidolin, oggi considerata una delle più interessanti realtà del nostro paese
stagioni di lacrime, poi nel1995- arriva ad Udine Luciano Spalletti; ottiene un ottimo quarto posto che 1996 l’Udinese torna in Serie A e l’allenatore fiorentino riesce a vale la prima qualificazione alla da allora mai più retrocessioni. Due traghettare la squadra verso la Champions League nella storia del anni dopo, con in panchina Alberto salvezza, conquistata alla penultima club. Una piccola parentesi che Zaccheroni, centra un clamoroso giornata. Due parentesi con (De finisce al girone eliminatorio. La di A.S. Bisceglia terzo posto dietro Juventus e Canio e Hodgson) e il tecnico qualificazione in Champions arriva Nasce nel 1896. Ai tempi, due Inter nella stagione 1997-1998, toscano riesce ad ottenere per anche la stagione scorsa (per il federazioni, la FIF (oggi FIGC) e grazie ai 27 gol di Oliver Bierhoff, due volte un piazzamento UEFA. quarto posto in campionato), ma la Federazione Italiana Scherma, capocannoniere Nel marzo 2001 Nella stagione 2004-05 l’Udinese l’Arsenal è troppo esperta e, nei in barba alla Società Udinese di Ginnastica e Scherma, non utilizzavano le regole del gioco del calcio della IFAB. Seguivano invece quelle della variante italiana calcio… “ginnastico”. Il Primo risultato importante dalla sua fondazione è nel 1922 nel raggiungere la finale di Coppa Italia, ma è sconfitta 1-0 dal Vado. Finita la seconda guerra mondiale, i friulani sono in Serie B ottenendo risultati mediocri fino alla stagione 1947-48, quando retrocesse in Serie C a causa di una riforma dei campionati. Poi due promozioni e i friulani ottengono una storica promozione in Serie A. L’Udinese resta in Serie A cinque anni sfiorando anche lo scudetto nella stagione 1954-1955, anno in cui arriva seconda dietro al Milan, ma è retrocessa in Serie B per illecito sportivo commesso il 31 maggio 1953, ultima giornata L’Udinese vincitrice della Coppa Italia di serie C; sullo sfondo uno Stadio Friuli di campionato, e smascherato ancora incompleto due anni dopo. Un balzo al 197778, dopo anni tra B e C, quando la squadra allenata da Massimo Giacomini i friulani ritornano in Serie B. Nella stessa stagione vince anche la Coppa Italia Semiprofessionisti, battendo la Reggina, e la Coppa Anglo-Italiana. L’8 giugno 1976 la società è denominata “Udinese Calcio”. Nella stagione successiva l’Udinese, confermato in panchina Giacomini, vince la Serie B e torna dopo oltre Zico, nell’Udinese 1983-84 vent’anni in Serie A. Nel1979-1980 vince la Coppa Mitropa. Nell’estate del 1983 la società acquista Arthur Antunes Coimbra, detto Zico. Arrivano anche Pietro Paolo Virdis e il difensore nazionale brasiliano Edinho. Nel 1984-1985 l’Udinese cede molti giocatori importanti, ma riesce a trattenere Zico, la stagione successiva lascia l’Italia. Nel 1990-91 (sono gli anni di Abel Balbo bomber), manca la promozione in A per i 5 punti di penalizzazione. Bisogna aspettare solo un anno. Ancora un paio di Antonio Di Natale, Udinese Lo Stadio Friuli
preliminari è sconfitta in entrambe le partite. Ora la squadra di Guidolin sta prendendo parte all’Europa League, nella quale ha vinto il primo match con il Rennes. Info su www.udinese.it
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Calcio Estero
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Se Messi non gira, le luci si spengono In Spagna il Barcellona si è rifatto battendo in casa il Rayo Vallecano mentre il Real Madrid di Mourinho stravince nel derby con l’Atletico. In Germania perde il Bayern Monaco. Nella Premier League United e City strapazzate di Luigi Sada Barça al tappeto, in Liga. A far fuori i ragazzi di Guardiola è stato il Getafe, squadra di bassa classifica con lo stadio alla periferia di Madrid. Il gol vincente è di Valera: un terzino. Un bel favore a Mourinho che col Real Madrid passeggia nel derby con l’Atletico (4-1) grazie a una doppietta di Cristiano Ronaldo e reti di Higuain e Di Maria. Il Barcellona, nell’anticipo di martedì, comunque si riscatta battendo al Camp Neu con un poker il Rayo Vallecano, guarda caso squadra di… Madrid. Quando non gira Messi, le luci si spengono. Ecco spiegato il passo falso di sabato scorso. Il vantaggio in classifica del Real sul Barca adesso è di soli tre punti ma con una partita in meno. In Bundesliga, come in Spagna, cade un’altra grande: il Bayern Monaco. I bavaresi, al termine di una partita ad alta tensione, cedono per 2-3 al Mainz facendosi agguantare in vetta dal Borussia Dortmund (2-0 allo Schalke 04 con reti di Lewandoswi e Augusto)
e dal sempre più sorprendente Borussia Mönchengladbach che espugna senza problemi Colonia con un secco 3-0. Pareggio spettacolare a Berlino (3-3) fra l’Herta e il Bayer Leverkusen. In Premier League frenano le due di testa. Il City di Mancini fa 1-1 col Liverpool con Balotelli che si fa buttar fuori per doppia ammonizione. Idem lo United di Ferguson col Newcastle che lotta sino alla fine. In settimana, dopo il 3-0 al Wolves, nella Carlin Cup, cade ancora il Chelsea per opera del Liverpool mentre il City vince a Londra con l’Arsenal col magico Dzeko. Infine in Francia il PSG, sempre più in crisi, ne becca tre (3-0) a Marsiglia con Sirigu migliore in campo: i parigini lasciano il primo posto al Montpelier che ora viaggia con tre lunghezze di vantaggio sugli inseguitori dopo la vittoria col Sochaux. Torna al successo il Lione che sbanca Auxerre e riprende quota il Rennes avversario dell’Udinese in Europa League.
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sabato 3 dicembre 2011
Inter Club Vallenoce La Vita dei Club
“anime” di una terra che riesce a festa dal sapore “paesano” sempre vertici della graduatoria nazionale, Potenza, Sant’Arcangelo, Senise, trovare anche nel calcio validi e conclusa nel ristorante Costanza’s in rapporto al numero dei paesi e Terranova di Pollino e Villa d’Agri, degli abitanti. Un bel colpo di cui in provincia di Potenza; Aliano, Cafè , in Galleria Unione al 4. sani motivi di aggregazione. La punta di diamante del Club I riconoscimenti da parte della tutti i soci vanno fieri. E l’intento di Bernalda, Matera (3), Marconia, sono le trasferte alla volta di San Società non si fanno attendere, migliorarlo ancora, ripagato, l’anno Montescaglioso, Pomarico, San Siro. I mille e passa chilometri di tanto che lo stesso Iannotti viene scorso, con la visita, durata ben Giorgio Lucano e Tursi, in provincia distanza non rappresentano certo nominato Coordinatore Regionale due giorni, caso unico, della Coppa di Matera. L’Inter Club Terranova di Pollino, un ostacolo ai continui viaggi che, per la Basilicata, incarico che arriva dei Campioni. premio meritato per Questi i paesi lucani con il Club: fondato e presieduto nel 1972 da ad ogni partita casalinga, i soci come Vaglio di Lucania, chi scrive, è il primo della Basilicata affrontano per dare anche il loro l’esemplare lavoro svolto. Uno Calvello, Rionero in Vulture (2), San e uno dei più longevi del mondo. dei traguardi più prestigiosi apporto al tifo per la squadra. di Giovanni Labanca Arrivata a Milano, la comitiva raggiunti durante la sua gestione Fele, Brienza, Castelmezzano, Oggi, dodici presidenti di Club, Nasce e discende dal monte Sirino lucana si aggrega ai corregionali è il raggiungimento di ben trentuno Francavilla sul Sinni, Episcopia, sono ospiti d’onore della Società. Latronico, Oppido il fiume Noce, l’antico Talaus, nel residenti nel capoluogo lombardo Inter Club affiliati al Centro, numero Trecchina, sudovest della Basilicata. Nel suo per dare vita ad una propria vera che pone la regione lucana ai Lucano, Pescopagano, Pignola, corso, di appena quarantacinque chilometri, attraversa una splendida Il direttivo dell’Inter Club Vallenoce allate a cui dà il nome, prima di Presidente: Ludovico Iannotti riversarsi nel limpido Tirreno di Segretario: Antonio Cavallaro Maratea. Prima torrentizio,poi docile Dirigenti: Pietro Anama, Biagio Riccio, Roberto Ferrante, Mario Spagnuolo, Enrico fiume, spande il suo limo prezioso Giobbe, Pietro De Rosa, Stefano Glosa. sui fertili terreni di Lagonegro, Trecchina, Nemoli, Rivello, Lauria e Maratea. Ma non è solo “umus” il suo dono alla vallata. È anche travolgente passione nerazzurra che contagia benevolmente i numerosissimi tifosi dell’Inter dei fortunati paesi, che si specchiano nelle sue acque chiare, sei paesi lontani e vicini, al tempo stesso, da cui forte è salito il desiderio di meglio unire le rispettive forze per creare, anche in questo incantato lembo del meridione, un Club da dedicare alla Beneamata. L’appello è stato prontamente raccolto da Ludovico Iannotti, giovane tifoso di Trecchina, che con l’entusiasmo dell’età è riuscito a radunare sotto la bandiera nerazzurra un centinaio di soci. È nato così nel 2007 l’Inter Club Vallenoce, dedicato, tanto per non Valle Noce, in Lucania far torto a nessuno, ad Angelo e Massimo Moratti. ggi, con lo stesso, nominato presidente per acclamazione, i soci affiliati al Centro Coordinamento sono ben 600 e con tendenza al rialzo, tanto da farne uno degli Inter Club con più alto numero di iscritti. Iannotti è affiancato nella conduzione del Club dal fido Antonio Cavallaro di Inter Club Vallenoce Nemoli, segretario, da Biagio Riccio e Roberto Ferrante di Lauria. Il capillare lavoro e la più sincera collaborazione hanno dato e continuano a dare risultati eccellenti. Si sono studiati e si realizzano iniziative sportive, sociali ed educative, rivolte, in modo particolare ai numerosi ragazzi e senza trascurare anche la compartecipazione delle famiglie e delle varie amministrazioni locali. Insomma, ne è scaturita una preziosa collaborazione tra le tante Ludovico Iannotti Antonio Cavallaro Il tifo dell’Inter
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Iosonopompilio
Perché… ? Perché… ? Perché… ? Silvio Berlusconi
di Cesare Pompilio Quanti dubbi non risolti nell’arco di una vita....Quante volte ci chiediamo perché accade un fatto che non rientra nelle nostre previsioni? Perché Sandro Mazzola, uno dei massimi esponenti del calcio mondiale non è alla direzione di una grande squadra, eppure con l’Inter ha già vinto uno scudetto, si è dimostrato sempre un dirigente intelligente, un grande campione da calciatore. Perché la riconoscenza degli esseri umani non è di questa terra? Perché la Juventus non si è costituita parte civile nella causa che Luciano Moggi, Massimo De Santis, Paolo Bergamo hanno intentato contro l’Inter per essere stati illegalmente intercettati? Perché? Un dubbio feroce percuote la mia speranza: Luciano Moggi vittima predestinata. Non riesco ad avere pace: “La legge è uguale per tutti” dice una dida sulle spalle dei giudici. Sarà vero? Tutte le partite partono dallo 0 a 0. Ma allora cosa ci sta a fare l’arbitro? Tutti i turiferari si erano allenati per risalire sul carro di Moggi, è bastato un incidente di percorso perché qualcuno che indegnamente ricopre cariche direttive sciabola con estrema ignoranza (poveretto) senza Moggi non c’è audience. Povera biscia litigante con fior di professionisti, accomodante con mediocri elargitori di biada. A Torino sognano, Andrea subisce l’ira della curva che vuole il ritorno di Moggi e Giraudo. Se Andrea è una ciolla da Agnelli richiami subito Romy Gai e sistemi il passivo con contratti da Juve. Un dubbio attraversa, come un filo rovente, la mia cervice nella direttrice della partita nella partita: Milan-Barcellona. I milanisti sono contenti? Beati loro, il Cav. Finalmente rientrato nei ranghi del calcio ha dato ordini: “Subito Tevez” e Tevez fu. La partita, dicono i tifosi del Milan viene ricordata per la prodezza gol compreso di Boateng. Finiamola, il Barca fa un calcio che mi estasia, giocano tutti bene, perfino Sanchez, che lasciato Udine ,nonostante l’infortunio, si è integrato benissimo con... il prof.
Messi. Sanchez era dell’Inter… poi è finito al Barca come 14 uomo, i catalani vincono la Champions e scendono 45 milioni di euro per acquistare un giocatore, ecco la differenza tra Inter e Barca. In due anni i nerazzurri si sono liberati di Balo e di Eto’o bell’affare. Balo è un autentico leader, un grande personaggio che porterei a Torino sulle spalle per deliziare i 15 milioni di tifosi della Juve… Invece indosserà la maglia rossonera della mia amica Lara Comi, la più bella deputato europeo a Strasburgo. Allora mi chiedo c’è ragione che un genio della pedata giochi a Manchester? I dottori che lo hanno visto all’opera hanno detto che è testa sbarra. Balo non cambiarla quella testa, facci vincere gli Europei, vedrai che il Presidente Napolitano ti nominerà Cavaliere e allora godrai nel vedere i tuoi detrattori leccarsi le ferite… Che vita amico mio… questa è vità. Dimenticavo, se Luciano Moggi fosse dirigente di una squadra tu saresti con lui, sai, Luciano capisce di calcio, chi ti ha ceduto no…Non hai prezzo, i tuoi piedi sono vellutati, chi se frega? Hai un caratteraccio? E allora delizio i miei occhi vedendoti in tv. Se puoi vieni tra noi… la banda per tre giorni suonerà.
Lara Comi, deputato europeo PDL
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Parla il capitano Hockey Ghiaccio
Tommaso Migliore applaude il suo coach e spiega che alla squadra manca un pelo d’etichetta per arrivare alla pari con l’Egna
di Beppe Vigani Tommaso Migliore. Basta il nome. Sembra uno slogan, ma quello che il ghiaccio racconta ultimamente fa ben sperare. Figlio di Ico Migliore (il sottoscritto lo ricorda bene a Valpellice, Bolzano, Varese e, infine, al Milano), capitano della nazionale degli anni Ottanta e addirittura quattro Mondiali alle spalle. Un’autentica icona dell’hockey ghiaccio italiano. I più attempati se lo ricordano molto bene. Ma ora il futuro è lui, Tommaso. Ventitre anni proprio all’uscita del giornale, l’attaccante dell’Hockey Milano Rossoblu prova a spiegare la sua filosofia. Niente fronzoli, tanta ambizione, praticità e la consapevolezza di aver fatto passi da gigante. Rispetto all’anno scorso percepisce un miglioramento personale? “Decisamente, è il mio obiettivo. Lavoro per migliorarmi sempre di più, ogni partita, ogni istante. Non
Musica
di Riccardo Sada
solo tecnicamente ma, soprattutto, nella testa. Un fattore che fa la differenza”. Rispetto agli allenatori che lo hanno preceduto, che cos’ha di diverso Massimo Da Rin? “È contemporaneo. È molto bravo tatticamente, per quello che ha successo sui giovani. Applica schemi molto moderni e noi giovani non abbiamo difficoltà a seguirlo. Il suo è un hockey che è riuscito a sorprenderci”. Vi manca un vero “sniper”, un vero specialista. Come la mettiamo? L’Egna è avanti… “Sì, è vero molti criticano la squadra per questo. Io, invece, dico che è un vantaggio. Manca uno che fa due tre gol a partita, ma da noi è il collettivo che fa la differenza. Nella nostra squadra chiunque fa gol, siamo abituati a questo. Le giro la domanda: se avessimo uno ‘sniper’ che fa vagonate di gol e quella volta non gioca come reagirebbe la squadra? Vede, credo che il nostro non sia un vero difetto, anche se davanti, a volte, facciamo fatica a segnare. L’Egna l’abbiamo già battuta. Ci manca più convinzioni in
altre situazioni”. Quindi come la mettiamo? “È questione di mentalità. Le cose si aggiusteranno. Dobbiamo essere più ordinati quando usciamo dal terzo col disco. Dobbiamo cominciare dal primo passaggio a organizzare il giocare, senza fretta. Le ali devono salire in modo graduale. A volte per accelerare il ritmo ci troviamo squilibrati, poco lucidi e azioni che potremmo capitalizzare vanno in fumo. E poi rischiamo di prendere dei contropiedi inutili. La differenza, lo ripeto, è nella testa”. Se lo dice lei… “Ne sono convinto”. Il Merano è la vostra bestia nera… “Già, è strana questa cosa. Loro fanno un brutto hockey, ma è funzionale contro di noi. Loro hanno un gioco molto difensivo, poi gettano il disco in avanti e trovano anche buone chance. A volte in porta sembrano avere Hysek, con noi para tutto. È impressionante. Corsi para bene, non voglio togliere nulla a McKay, che mi pare un ottimo coach, ma è il nostro
atteggiamento che deve cambiare contro di loro. Il Merano per tre quarti di gara gioca nel settore difensivo, noi creiamo una quantità industriale di ‘occasioni gol’ e loro vincono. Dobbiamo essere più tranquilli e le cose andranno molto meglio”.
Lei è giovanissimo ed è già capitano. Talis pater, tali filius… “Me lo hanno detto che mio padre era forte. Quanta strada da fare…”. Il suo obiettivo? “La finale. È vietato dire altro. è il nostro comandamento. Lì poi sarà un’altra storia”.
Tutti pazzi per i Coldplay Con il loro ultimo disco “Viva La Vida Or Death And All His Friends” avevano raggiunto in un solo anno il record di oltre 40 milioni di album venduti in tutto il mondo. Oggi con “Mylo Xyloto” conquistano il mondo. Italia compresa
L’album di studio dei Coldplay, “Mylo Xyloto” (si pronuncia my-lo zy-letoe), disponibile nei negozi tradizionali (in cd e in vinile) e in download digitale, sarà senza dubbio una delle strenne natalizie più vendute, soprattutto dopo la loro apparizione a “Il più Grande Spettacolo dopo il Weekend”, il programma tivù di Fiorello di un paio di settimane fa. Il progetto di Guy Berryman, Jonny Buckland, Will Champion e Chris Martin è stato prodotto da Markus Dravs, Daniel Green e Rik Simpson, con la supervisione e contributo aggiuntivo di Brian Eno. L’album include il brano “Princess of China” con la
partecipazione di Rihanna. Intanto Chris Martin rivela che la band ha avuto un rifiuto da Beyoncé in merito a una collaborazione. “Avevo scritto un brano per lei ma il suo management l’ha rifiutato”, ha riferito il leader del gruppo. Che ha aggiunto: “La prima canzone della mia carriera fu dedicata al… seno della duchessa di York, Sarah Ferguson. Ma quando scrissi quel pezzo avevo solo undici anni”. Durante il periodo invernale e primaverile, il gruppo toccherà ancora una volta molte cittadine britanniche e anche la Germania, con date a Francoforte, Berlino e Colonia; inoltre il sito della band segnala anche la data del 14 dicembre a Parigi.
La tracklist Mylo Xyloto, Hurts Like Heaven, Paradise, Charlie Brown, Us Against The World, M.M.I.X., Every Teardrop Is A Waterfall, Major Minus, U.F.O., Princess of China, Up In Flames, A Hopeful Transmission, Don’t Let It Break Your Heart, Up With The Birds. Sito internet: www.coldplay.com
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