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GLI ADOLESCENTI BULLIZZATI DAI MASS MEDIA
Riccardo Renzi Giornalista.
Gli adolescenti bevono, si drogano, maltrattano gli insegnanti (quando non intrecciano relazioni intime con loro), bullizzano i compagni, sono colpevoli di atti di violenza, razzismo, omofobia e vandalismo. E ne combinano di tutti i colori sul web. Stando alle notizie che leggiamo, sembra che sia così. Le seguo con interesse professionale, visto che sono un giornalista e sono anche membro di Laboratorio Adolescenza. E devo ammettere che il quadro che emerge è sconfortante. Ma anche che è troppo brutto per essere vero. Sia chiaro, la gran parte di quelle notizie ha un fondo di verità, ma non c’è dubbio che forse quelle cronache godono di enfasi eccessiva. C’è naturalmente il solito vecchio problema dell’uomo che morde il cane. E che notizia sarebbe quella di un adolescente che si comporta bene? Si possono trovare su Youtube (ho passato un pomeriggio a cercare) molti video di bravi ragazzi, di buone azioni da boyscout: per esempio alunni che festeggiano affettuosamente insegnanti che vanno in pensione o che rientrano dopo una grave malattia. Roba francamente impubblicabile. Ma se il prof. viene picchiato o umiliato, beh allora… Mi sembra tuttavia che ci sia qualcosa di più della classica distorsione mediatica. Siamo un Paese di vecchi e ho come l’impressione che i media si siano conformati a un atteggiamento da nonni brontoloni che se la prendono con i giovani “delinquenti” e che, dai tempi di Plinio, appunto, il Vecchio, prevedono di conseguenza un nero futuro. Personalmente frequento e conosco un po’ di adolescenti e nessuno di loro mi sembra Joker (vedi a pagina 28), ma so benissimo che le esperienze personali non contano e non fanno statistica. Affidiamoci allora alle statistiche, quelle per esempio delle ricerche condotte in questi anni da Laboratorio Adolescenza, di cui mi fido, e che abbiamo via via pubblicato in questo giornale. Emerge un quadro che segnala qualche criticità (e quando mai l’adolescenza non ha avuto criticità?), ma complessivamente vediamo ragazzi abbastanza consapevoli dei problemi, sensibili per esempio ai temi ambientali, salutistici e al rispetto di genere (che
significa poi rispetto per le persone). D’accordo, le nostre ricerche riguardano un ambiente scolastico e sappiamo che nel frattempo, prima del diploma, la scuola si perde il 14,5% dei nostri ragazzi (vedi a pagina 22). Ma è davvero colpa loro? D’accordo, emerge spesso una certa ignoranza, un abbassamento di livello culturale, anche tra quelli che a scuola ci restano. E anche di questo sono loro gli unici responsabili? Spesso ci si accontenta (e assolve) dando tutta la colpa a Internet. I giornali strillano scandalizzati che molti ragazzi (dal 30 al 40%, nei diversi rilevamenti) passano “più di tre ore al giorno” al telefonino. Questo intanto significa che la maggioranza ci sta per meno tempo. E chiediamoci anche: quanto tempo ci passano gli ex-adolescenti? Si dà per scontato però che il loro è tutto tempo buttato via, passato, nella migliore delle ipotesi, a giocare e chattare con fidanzati e fidanzate. Ma quanto tempo passavamo noi al telefono, e, parlo da maschio, ai giochi da bar? L’unica differenza (beati loro…) è che possono farlo anche di notte, anche se si crea un problema di scarsità di sonno. E questa è appunto una delle “criticità” che affrontiamo in questo numero. Una recente ricerca di Save the Children-Italia, pubblicata in occasione del Safer Internet day, rileva peraltro che il 67% degli adolescenti segue attraverso la rete cause sociali e ambientali. Sorpresa: non si limitano quindi a chattare di baggianate. Ne abbiamo infatti visti tanti riempire le piazze, magari accompagnati dai genitori, per aderire a un flash-mob di Greta o delle Sardine o di chiunque altro. Abbiamo visto persino ricomparire a Venezia i mitici “angeli del fango”. Forse non sono davvero tutti così egoisti e indifferenti, come si dice. Troppo “buonista” dirà qualcuno. Può darsi. Ma dopo tutto il compito di Laboratorio Adolescenza è anche quello di difenderli, anche dalle malelingue dei colleghi.