DERMATOLOGIA
Igienizziamo le mani: è una priorità Paolo Pigatto Direttore U.O. Dermatologia IRCCS – Istituto Ortopedico Galeazzi, Università degli Studi di Milano.
HE COSA È LA MANO?
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al punto di vista anatomico, la mano è il segmento terminale dell’arto superiore, deputato a funzione di organo prensile e tattile. La mano destra è qualificata anche come “la mano di Dio”. Infatti la destra indica la potenza e l'abilità di Dio, la capacità di uccidere e di guarire: “La tua destra, Signore, terribile per la potenza, la tua destra, Signore, annienta il nemico” (Es 15,6. 12); “Il Signore con la mano destra compie prodigi” (Sal 118,15-16).
IL LAVAGGIO DELLE MANI È PRESCRITTO DALLE RELIGIONI
Nella Bibbia è scritto: “Lavo le mie mani nell’innocenza, e così faccio il giro del tuo altare, o Signore” (Salmi, 26.6). In questo caso l’atto di lavarsi appare assumere anche un significato simbolico di purificazione, tanto da non rendersi necessario solo dopo essere entrati in contatto con della sporcizia o essersi portati qualcosa alla bocca, ma anche ogni volta che ci si rivolge al Divino con un’offerta o una preghiera. La religione ebraica, ad esempio, chiama questa pratica “Netilat Yadaim“, e prevede la sua attuazione in particolare ogni mattina appena svegli, accompagnata da una preghiera traducibile con: “Benedetto sii Tu, o Signore, Dio nostro, Re del
Mondo, che ci hai santificati con i Tuoi precetti e ci hai comandato il lavaggio delle mani”. Numerose altre situazioni richiedono lavaggi meno rituali e più a scopo igienico, come quelle che seguono o precedono un rapporto sessuale, il contatto con un malato, un bisogno corporale… Nel Corano è scritto:“O voi che credete! Quando vi levate per la preghiera, lavatevi il volto, le mani [e gli avambracci] fino ai gomiti, passate le mani bagnate sulla testa e lavate i piedi fino alle caviglie. Se siete in stato di impurità, purificatevi“ (Sura 5, Versetto 6). In questo modo le maggiori religioni si son rese mezzo di prevenzione della diffusione di molte malattie, imponendo come doveri, se non altro anche nei confronti delle divinità, usanze igieniche prima ancora che simboliche. Nel buddismo, si richiede di lavarsi le mani dopo ogni pasto, ma l’utilizzo di soluzioni alcoliche, fatte apposta per uccidere batteri, è scarsamente accettato, poiché si tratterebbe di porre fine all’esistenza di esseri viventi. Tuttavia l’igiene personale non è certo scoraggiata: pare che Buddha stesso fosse rimasto deluso dalla scoperta che alcuni suoi seguaci avessero deciso di trascurare la propria pulizia pensando che la ricerca dell’Illuminazione dovesse coinvolgerli dal punto di vista solo spirituale,
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trascurando completamente il proprio corpo. Dal punto di vista simbolico, particolarmente interessante è l’uso buddista che prevede, in occasione del capodanno, un lavaggio delle mani dei più anziani da parte delle giovani generazioni, come augurio di lunga vita.
LAVARSI LE MANI PULISCE ANCHE LA COSCIENZA
L’esempio storico più famoso è quello di Ponzio Pilato che dopo aver condannato Gesù alla pena capitale si lava le mani dicendo “Io sono innocente di questo sangue”. Lo segue Lady Macbeth, la protagonista dell’omonimo dramma shakesperiano che ormai demente e divorata dal senso di colpa a causa dei suoi innumerevoli crimini, si lava compulsivamente le mani, tentando di cancellare l’immagine del sangue delle vittime.
LAVARSI LE MANI NEL MEDIOEVO La Scuola medica Salernitana in una raccolta di precetti in versi (Flos medicinae) per conservare la salute e vivere più a lungo nella prescrizione XXIII (De lotione manuum) raccomanda di lavarsi le mani dopo aver mangiato, conseguendo il doppio beneficio di mondarle e, pulendosi gli occhi con esse, rendere la vista più acuta. Erasmo da Rotterdam nel suo saggio Diversoria (Locande) sottolinea la presenza nella camera da pranzo
2020;3,2.