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VETERINARIA Giacomo Biagi Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie, Università degli Studi di Bologna. Presidente della Società Italiana di Alimentazione e Nutrizione Animale (SIANA)
Il mIcrobIota nel cane e nel gatto MOLTO SPESSO, IN MEDICINA, RICORRONO TERMINI CHE POI “DIVENTANO DI MODA” E VENGONO QUINDI UTILIZZATI FREQUENTEMENTE. È ANCHE IL CASO DEL MICROBIOTA INTESTINALE CHE, NEL CANE E NEL GATTO, COME NELL’UOMO, HA UN RUOLO PRECISO E SOSTIENE MOLTEPLICI FUNZIONI. ANZITUTTO, DI COSA SI TRATTA?
C
on il termine di microbiota intestinale, facciamo riferimento alla moltitudine di microrganismi, soprattutto batteri, ma anche lieviti e virus, che vivono nell'apparato gastrointestinale degli animali e ne garantiscono salute e benessere. Diverse patologie sono caratterizzate da una condizione di disbiosi, ovvero da una alterazione a carico del microbiota. È estremamente importante il legame che esiste tra microbiota intestinale e sistema immunitario: l'uno influenza l'altro e viceversa. Nei soggetti sani tutto ciò è virtuoso: il sistema immunitario concorre a mantenere la giusta composizione del microbiota intestinale, il quale stimola nella giusta maniera il sistema immunitario stesso. Quando questo equilibrio si rompe, possono comparire segni clinici, o comunque problemi, connessi alla disbiosi e anche ad un’efficienza non più ottimale del sistema immunitario.
Come si valuta il microbiota nell’animale? La valutazione del microbiota intestinale viene oggi eseguita con delle tecniche moderne: PCR e sequenziamento*, che
vanno ad analizzare la presenza del DNA batterico, sulla base del quale è possibile valutare la costituzione del microbiota intestinale nel suo insieme. Questa moltitudine di microrganismi, come è facile immaginare, ha delle caratteristiche proprie, una delle quali, particolarmente importante, è la diversità, ovvero quante popolazioni batteriche costituiscono quel microbiota. Il microbiota intestinale è infatti un ecosistema e, come tutti gli ecosistemi, è sano quando è composto da tante popolazioni, senza che una di queste divenga predominante sulle altre. Quando si rompe l’equilibrio virtuoso e si crea una situazione di disbiosi, la diversità cala, perché alcune popolazioni, le più sensibili, scompaiono, o comunque si riducono drasticamente, mentre le più resistenti hanno più spazio e maggiore nutrimento, diventando estremamente preponderanti, aumentando di numero. Questa non è una situazione sana.
È possibile modulare la qualità del microbiota? Sì, principalmente questo avviene attraverso l'alimentazione.
* PCR, Polymerase Chain Reaction (reazione a catena della DNA-polimerasi). Sequenziamento: processo per determinare l'ordine dei nucleotidi che costituiscono il DNA
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È chiaro che anche i farmaci hanno un effetto sul microbiota, ma in genere questo è negativo, soprattutto se si pensa agli antibiotici. Al contrario, diversi componenti degli alimenti possono modulare il microbiota in senso positivo. Fra questi, sicuramente i prebiotici e i probiotici.
I prebiotici sono carboidrati non digeribili da parte dell'ospite, che raggiungono il colon e l’intestino cieco, dove rappresentano una fonte di energia per batteri benefici e ne favoriscono il metabolismo e lo sviluppo. I probiotici, invece, sono dei microrganismi vivi: sono batteri, o anche lieviti e contribuiscono a migliorare la composizione del microbiota intestinale; inoltre hanno anche un 2021;4,2.