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DIRITTO Avv. Vito Rubino Direttore del CeDiSA – Centro Studi sul Diritto e le Scienze dell’Agricoltura, alimentazione e ambiente, Università del Piemonte Orientale.
I
mass media europei negli ultimi mesi hanno più volte segnalato il riaccendersi di una “conflittualità” fra Paesi europei, sulle etichette dei prodotti alimentari di largo consumo: si tratta, questa volta, delle forme di espressione volontaria dei valori nutrizionali dei cibi sulla parte frontale delle confezioni, che rischiano di emarginare o discriminare alcuni fra i prodotti più noti della gastronomia mediterranea: formaggi, salumi, oli etc. Da dove deriva questa nuova “guerra” e cosa rischia esattamente il “made in Italy” agroalimentare? Nel 2011 l’Unione europea ha adottato un nuovo regolamento sull’etichettatura dei prodotti alimentari preconfezionati. Fra le molte “novità” della norma, è stato introdotto l’obbligo di riportare su ogni confezione le informazioni nutrizionali relative ai principali “nutrienti” contenuti nell’alimento (grassi, zuccheri, sale etc.), nonché il valore energetico espresso in kcalorie e kjoule.
Etichettatura nutrizionale in “front of pack” LA GUERRA FRA PAESI EUROPEI METTE A RISCHIO L’AGROALIMENTARE ITALIANO
2021;4,2.
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• kcalorie (kcal): Unità di misura di energia, calore e lavoro, impiegata in medicina per indicare l’apporto di calorie degli alimenti. 1 kcal equivale a 1000 calorie. • kilojoule (kj): Unità di misura adottata dal Sistema Internazionale per il lavoro, l'energia e il calore. 1 kj è equivalente a 1000 joule.
Le informazioni così determinate hanno assunto la forma di una “tabella” che, in effetti, ormai si trova pressoché su tutti gli imballaggi dei principali prodotti di consumo. Senonché la norma prevedeva anche la possibilità di “estrapolare” alcune delle informazioni in questione e riportarle sul fronte della confezione per rendere più