Ogni estate accade su Nazione Indiana, quando l’aria sa di sabbia o di polvere e si frequenta il sito con la stessa nonchalance con cui si entra nell’unico bar aperto d’agosto nel quartiere. Così ogni estate mi piace inventare dei giochi da tavolo e scrittura convincendo, chissà per quale miracolo e fortuna, gli avventori a partecipare; qui c’è il Monopoli, il Risiko, Trivial, un bel mazzo di carte napoletane.
Nell’estate del 2014 ho chiesto a poeti, scrittori o semplici lettori di partecipare a una magnifica impresa di scrittura. Ho domandato loro di “offrire” a nazione Indiana un racconto che potesse non soltanto accompagnare i pomeriggi torridi dei nostri lettori, ma anche costituire il loro personalissimo contributo alla definizione di realtà. In un periodo che vede l’abuso della parola “realismo” nulla mi sembrava più avventato e allo stesso tempo avventuroso che cartografare attraverso dei racconti non tanto la realtà ma la percezione che ognuno potesse averne.