Maya Banks
CONTRATTO MILIONARIO
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Tempted by Her Innocent Kiss Harlequin Desire © 2012 Maya Banks Traduzione di Lucilla Negro Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny novembre 2012 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2012 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470 Periodico settimanale n. 1986 del 27/11/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1 Arriva un tempo, durante la propria vita, in cui un uomo sa di essere preso in trappola, di non avere via di scampo. Devon Carter posò lo sguardo sullo scintillante solitario nell'astuccio di velluto blu e comprese che quel momento per lui era arrivato. Chiuse la scatola con un colpo secco e la ripose nella tasca interna della giacca. Aveva due alternative dinanzi a sé. Poteva sposare Ashley Copeland e concludere la fusione con la Copeland Hotels, creando così la più grande catena di alberghi esclusivi del mondo, oppure tirarsi indietro e perdere tutto. Messa così, appariva più che logico che dovesse formulare la sua proposta di matrimonio. Non poteva lasciarsi sfuggire un affare d'oro come quello, un traguardo che inseguiva da tempo. Il portiere del lussuoso condominio di Manhattan in cui viveva gli aprì sollecito la porta e Devon uscì per strada, dove trovò il suo autista ad attenderlo. Prese un bel respiro prima di chinarsi per entrare nella vettura, dopodiché l'auto si immise nel traffico. La sera fatidica era arrivata. L'accorto corteggiamento, le cenette a lume di candela, i baci – dapprima casti, poi sempre più ardenti – lo avevano condotto lì. Quella 5
sera avrebbe portato a compimento la sua missione galante e chiesto ad Ashley di sposarlo. Era una situazione assurda, si ripeté per la centesima volta. Personalmente, riteneva William Copeland un pazzo per aver spinto la figlia tra le sue braccia. Aveva provato in tutti i modi a dissuaderlo... se non altro perché Ashley era una cara ragazza che sognava ancora il principe azzurro, mentre lui, per natura, era sempre stato allergico al matrimonio. La sua intenzione era quella di spassarsela per altri cinque anni, poi di scegliere con cura la donna da sposare e con cui mettere al mondo un paio di figli, tre al massimo. William, però, non si era lasciato distogliere dai suoi propositi. Dal primo momento che l'aveva visto, aveva concentrato le sue mire su di lui, eleggendolo socio e genero ideale. Gli aveva detto che Ashley non era tagliata per gli affari, che era troppo ingenua, impulsiva, con la testa fra le nuvole. Era convinto che qualunque uomo avesse mostrato interesse nei suoi confronti sarebbe stato solo per ingraziarsi i favori del capofamiglia e accampare pretese sul suo patrimonio. William voleva che qualcuno si prendesse cura di lei, la proteggesse dal mondo e da se stessa e, per chissà quale ragione, riteneva che fosse Devon la persona adatta. E così aveva reso Ashley parte e condizione dell'accordo. A patto, però, che lei non ne sapesse nulla. Quel vecchio volpone era pronto a trattare la figlia come merce di scambio, ma non voleva assolutamente che lei venisse a conoscenza delle sue macchinazioni. Il che significava che Devon si era trovato suo malgrado a recitare la parte del corteggiatore romantico, a dire e fare cose stupide che facevano accapponare la pelle a una persona asciutta e pragmatica come lui. Se Ashley faceva parte dell'accordo, sarebbe stato 6
opportuno, a suo avviso, che lei lo sapesse, di modo che non si creassero malintesi, false aspettative, dispiaceri. Invece lei, così, aveva creduto che la loro fosse una vera storia d'amore. Ashley era una donna dolce, buona, romantica, che preferiva trascorrere il suo tempo alla fondazione che si occupava di animali abbandonati piuttosto che ai consigli di amministrazione della Copeland Hotels e familiarizzare con organigrammi, piani strategici e rendiconti finanziari. Se avesse scoperto la verità, non l'avrebbe presa bene. E, perdiana, lui non l'avrebbe biasimata. Devon odiava le manipolazioni e sarebbe montato su tutte le furie se qualcuno avesse provato a giocargli uno scherzo simile. «Cocciuto di un vecchio» mugugnò. L'autista fermò l'auto davanti al palazzo che ospitava la famiglia Copeland al completo. William e sua moglie occupavano l'attico, mentre Ashley si era trasferita in un appartamentino più giù. Altri membri della famiglia, cugini, zii e zie, vivevano sparsi fra i vari altri piani. La famiglia Copeland era un'anomalia per Devon, che viveva per conto suo da quando aveva diciotto anni. Gli unici gesti di attenzione nei suoi confronti che ricordava aver avuto da parte dei genitori erano le occasionali raccomandazioni a non cacciarsi nei guai. Tutte le ansie che William riversava sui suoi figli erano strane per Devon e lo mettevano a disagio, soprattutto ora che William sembrava determinato a trattare anche lui come un figlio... il suo futuro genero. Devon si affrettò a uscire dall'auto non appena scorse Ashley affacciarsi sulla porta e sfoderare un radioso sorriso quando lo vide. La fronte aggrottata, si precipitò verso di lei. 7
«Ashley, perché sei uscita? Sarei venuto io su da te.» In tutta risposta, Ashley proruppe in una risata, un suono argentino e fresco che si impose sui rumori sgradevoli del traffico. Portava i capelli sciolti quella sera, invece che raccolti come al solito in maniera disordinata da un fermaglio. Gli prese le mani e gliele strinse, sorridendogli. «Davvero, Devon, che cosa mi potrebbe mai accadere? Alex è qui accanto e mi sorveglia peggio di mio padre.» Alex, il portiere, le rivolse un sorriso indulgente. Una reazione che avevano spesso le persone con lei, colpite dal suo disarmante candore, dalla sua spontaneità ed effervescenza. Devon emise un sospiro, attirando le sue mani verso di sé e poggiandosele attorno alla vita. «Avresti dovuto aspettarmi dentro. Alex non può tenerti d'occhio. Ha altro a cui pensare.» Lei gli gettò le braccia al collo, gli occhi lampeggianti, stupendolo con quella sua inaspettata manifestazione di affetto. «Ecco perché ci sei tu. Non può succedermi nulla quando sono con te.» Prima che lui potesse replicare, sigillò le labbra alle sue in un bacio impetuoso. Santo cielo, quella donna non sapeva controllarsi. Stavano dando spettacolo. Il corpo, tuttavia, reagì all'istante alla focosità del bacio. Sapeva di dolcezza e di candore e lui si sentiva un mostro a ingannarla così. Ma poi ricordò che gli alberghi Copeland sarebbero ben presto stati suoi o, quantomeno, sotto il suo controllo. Sarebbe diventato una forza a livello mondiale, il numero uno nel settore dei servizi ricettivi di lusso. Indubbiamente un bel traguardo per uno che era cresciuto 8
con la convinzione che la sua unica ambizione nella vita fosse quella di non cacciarsi nei guai. Svincolandola da sé, la rimproverò amabilmente: «Non è questo il luogo, Ashley. Dobbiamo andare. Carl ci sta aspettando». Ashley mise il broncio per un istante, poi guardò verso l'autista e le tornò il sorriso. Si precipitò verso la vettura e Devon scosse il capo mentre la osservava salutare Carl con entusiasmo e chiacchierare a raffica, agitando le mani dappertutto. L'uomo rideva e intanto l'aiutava a entrare in macchina. Poi il suo viso riprese l'espressione austera e professionale di sempre allorché lui si avvicinò. Devon si accomodò sul sedile posteriore accanto ad Ashley e lei si rannicchiò prontamente al suo fianco. «Dov'è che mi porti a cena, stasera?» gli chiese. «Ho programmato qualcosa di speciale.» Come era da prevedere, Ashley gli si gettò addosso, euforica. «Che cosa?» Lui sorrise. «Aspetta e vedrai. Che sorpresa è, se no?» La udì sbuffare sommessamente e il suo sorriso si allargò. Una cosa gliela doveva riconoscere. Ashley era una persona incredibilmente facile da accontentare. Non era abituato a donne che non si lagnavano in continuazione o non gli tenevano il muso quando non vedevano soddisfatte le loro aspettative. E, purtroppo, le donne che aveva sempre frequentato avevano spesso aspettative costose. Ashley, invece, la facevi contenta con un nonnulla. Era sicuro che l'anello che le aveva comprato avrebbe incontrato la sua approvazione. Si raggomitolò a lui e gli appoggiò la testa sulla spalla. Le sue spontanee dimostrazioni di affetto continua9
vano a spiazzarlo. Non era abitato a persone così poco misurate. William Copeland era convinto che sua figlia avesse bisogno di qualcuno che l'accettasse così com'era, che rispettasse la sua natura. Perché pensasse che fosse lui quella persona continuava a restare un mistero per Devon. Una volta sposati, invece, avrebbe fatto in modo che lei imparasse a contenere parte di quel suo entusiasmo. Per il suo bene. Non poteva vivere sempre con le emozioni a briglia sciolta. Avrebbe finito col soffrire. Qualche minuto più tardi, Carl si fermò sotto il palazzo di Devon e uscì per aprire la portiera. Devon scese dall'auto, poi tese la mano verso Ashley. Lei increspò la fronte in un'espressione pensosa, contemplando l'edificio. «Ma è dove abiti tu.» Lui ridacchiò a quell'ovvia asserzione. «Così pare. Vieni. La cena ci aspetta.» La sospinse dentro, verso l'ascensore, poi aprì la porta del suo appartamento e tirò un sospiro di sollievo nel trovare tutto come aveva predisposto. Luci soffuse, musica jazz in sottofondo e una tavola apparecchiata per due sotto la finestra con vista sulla città. «Oh, Devon, è magnifico!» Ancora una volta, Ashley gli si gettò al collo e gli diede un abbraccio con una forza degna di una persona ben più robusta di lei. Ogni volta che si premeva al suo petto, gli suscitava strane sensazioni. Districandosi dalla sua stretta, Devon la condusse verso il tavolo, tirò la sedia per farla accomodare e versò del vino nei bicchieri. «Il cibo è ancora caldo!» constatò lei stupita, toccando il piatto. «Com'è possibile?» 10
Devon rise sotto i baffi. «I miei super poteri?» «Mmh, mi piace l'idea di un uomo con dei super poteri culinari.» «C'era qualcuno, qui, a occuparsi di tutto mentre venivo a prenderti.» Ashley arricciò il naso. «Sei proprio all'antica, sai? Che motivo c'era di venirmi a prendere se dovevamo trascorrere la serata a casa tua? Potevo chiamare un taxi o farmi accompagnare dall'autista di mio padre.» Lui batté gli occhi, sorpreso. Nonostante la sua aria austera, si considerava un gentiluomo all'antica. «Un vero uomo deve prendersi cura della sua donna. Per me è stato un piacere passare a prenderti.» Le sue guance arrossirono al lume di candela e una luce sfolgorante le brillò negli occhi, come se lui le avesse appena offerto le chiavi di una splendida automobile nuova di zecca. «Lo sono?» «Che cosa?» «La tua donna.» Non si era mai considerato un tipo possessivo, ma ora che si era deciso a sposarla, Devon scoprì di esserlo nei confronti di Ashley. «Certo. E prima che la notte sia finita, non avrai dubbi che appartieni a me.» Ashley si sentì percorrere tutta da un fremito. Come poteva concentrarsi sul cibo dopo una frase così? Devon la guardava, seduto di fronte, come se stesse per divorarla da un momento all'altro. Aveva degli occhi spettacolari, non proprio marroni, ma di una più calda sfumatura ambrata. Alla luce del sole sembravano dorati e al chiarore della candela parevano gli occhi di un leone di montagna. Lei si sentiva la 11
sua preda, ma era una bella sensazione. Era da tanto che aspettava che Devon portasse la loro relazione allo stadio successivo. Era ansiosa e al contempo intimorita dall'intensità di ciò che provava per lui. Come poteva stare al passo con un uomo che riusciva a sedurre una donna con un semplice sguardo? Si era sempre comportato da vero gentiluomo durante il periodo del loro fidanzamento. All'inizio, le dava solo baci dolci, casti, ma con il tempo essi erano diventati sempre più passionali e lei aveva intuito la potente sensualità che si nascondeva dietro quella sua corazza protettiva. Un altro brivido la percorse. L'avrebbe scoperto di lì a poco? Quella notte sarebbe stata sua? «Non mangi?» chiese lui. Ashley abbassò gli occhi sul piatto. Effettivamente, non sapeva se sarebbe riuscita a mandar giù qualcosa. Aveva la bocca impastata dall'emozione all'idea di quel che sarebbe potuto succedere. Mosse il gambero con la forchetta, in modo da raccogliere un po' di salsina, e se lo portò lentamente alle labbra. «Non sei vegetariana, vero?» Rise dinanzi alla sua espressione preoccupata, come se si stesse rimproverando di non aver pensato prima a quella terribile eventualità. «Me lo avresti detto, vero?» chiese allarmato. Ashley accolse il gambero in bocca e lo masticò lentamente. Poi allungò il braccio lungo il tavolo e gli toccò la mano. «Ti preoccupi troppo. Certo che te lo avrei detto. Un sacco di gente crede che lo sia per via della mia partecipazione attiva a organizzazioni e campagne animaliste. 12
Diciamo che mangio il pesce, il pollo, ma non vado pazza né per la carne di maiale né di vitello. Il fegato d'oca, poi...» Un fremito di disgusto le scosse le spalle. Devon rise. «L'hai mai assaggiato? È buono.» Ashley arricciò il naso. «Non ci penso nemmeno. Tutta quella roba lì, le interiora... mi fanno senso.» «Prenderò nota delle tue preferenze così da non sbagliare, in futuro» dichiarò lui in tono solenne. «Giocarsi tutto per delle frattaglie...» Lei rise. «Lo sai, Dev, non sei poi così pesante come dicono. Hai senso dell'umorismo.» «Pesante, io?» Devon inarcò un sopracciglio. «Chi è che lo pensa?» «Uh, nessuno» replicò lei, impegnando la bocca con la masticazione di un altro gambero. «Dimentica quello che ho detto.» «Qualcuno ti ha per caso messo in guardia su di me?» L'improvvisa tensione nella sua voce la mise a disagio. «I miei familiari si preoccupano» disse. «Sono sempre stati molto protettivi nei miei confronti» concluse mugugnando. «Ti hanno detto di stare attenta? Ti parlano male di me?» «Mio padre decisamente no. Per lui tu sei il non plus ultra. Ti stima tantissimo. E, di conseguenza, anche mia madre. Lei asseconda sempre papà. Quindi, due sono dalla tua parte...» Devon parve rilassarsi. «Chi, allora?» «Mio fratello. Ma lui non fa testo. Ha sempre fatto così con i ragazzi con cui uscivo. Con la fama di rubacuori che ti ritrovi, poi... Dice che cambi una donna a 13
settimana, che non fai sul serio con me e che punti solo a portarmi a letto. Dopodiché mi butterai via.» «Tipico atteggiamento da fratello maggiore» replicò Devon blandamente. «Su una cosa, però, ha ragione. Voglio portarti a letto. Solo che poi, però, ho intenzione di farti rimanere.» Le labbra di Ashley disegnarono una O di stupore a cui lui rispose con un sorrisetto indolente che esprimeva tipica sicurezza maschile. «Finisci di mangiare, Ashley. Voglio che ti goda la cena, adesso. Per il resto, ci sarà tutto il tempo» concluse ammiccante. Ashley mangiò meccanicamente, senza sentire i sapori. Come si comportavano le altre donne in situazioni del genere? Doveva fare la preziosa? O passare al contrattacco? Esibirsi, magari, in un audace spogliarello? Una risata le vibrò sulle labbra. Santo cielo, era impazzita? Mani ferme si poggiarono sulle sue spalle in una stretta rassicurante. Tirò su il capo di scatto e vide Devon dietro di sé. «Rilassati» le sussurrò dolcemente. «Sei tesa come una corda di violino. Vieni qua.» Ashley si alzò in piedi, su gambe malferme, e si bloccò davanti a lui. Devon le sfiorò la guancia con un dito, sollevandolo fino a scostarle una ciocca di capelli. Le accarezzò la guancia e le labbra, prima di attirarla a sé. Le cinse la vita con un braccio e le chiuse l'altra mano a coppa attorno alla nuca. Stavolta, quando la baciò, non si trattenne come aveva fatto tante altre volte, in passato. Fu come baciare l'inferno. La lingua le leccò le labbra, dapprima dolcemente, 14
poi con più fermezza, costringendola a schiudere la bocca. Ashley si abbandonò all'inebriante assalto di sensualità. Era tutta in subbuglio. Si sentiva il cuore pulsarle nelle tempie, lungo il collo e nelle viscere. Desiderava quell'uomo pazzamente. A volte, le sembrava di averlo aspettato per tutta la vita. Era lui. Era la persona giusta. «Devon» sussurrò. Lui la spinse all'indietro il tanto necessario per guardarla in viso, continuando però a tenerla serrata nel suo abbraccio. «Sì, tesoro?» Il cuore le schizzò in gola a quella sua voce carezzevole. «C'è una cosa che devo dirti. Una cosa che è il caso che tu sappia.» Lui la scrutò con sguardo interrogativo. «Di' pure.» Ashley deglutì forte. Non immaginava sarebbe stato così difficile e, a un tratto, si sentì una stupida. Forse, avrebbe fatto meglio a tacere, a tenersela per sé. A lasciare che le cose andassero come dovevano andare. Ma no, quella era una notte speciale e lui meritava di conoscere la verità. «Io... io non sono mai stata con un uomo. Tu... tu saresti il primo.» Qualcosa di oscuro e primitivo lampeggiò negli occhi di Devon. Rinsaldò la stretta attorno a lei. Sulle prime, non disse nulla, baciandola con rinnovato ardore. Poi la allontanò da sé e Ashley gli vide in viso uno sguardo di trionfo. «Ne sono contento. Stanotte, tu sarai mia, Ashley. Sono felice di essere il tuo primo uomo.» «Lo sono anch'io.» 15
L'espressione bruciante si smorzò appena mentre Devon chinava il capo e le imprimeva un lungo bacio sulla fronte. Le accarezzò le braccia, facendo scorrere le mani su e giù, poi le poggiò sulle sue spalle. «Non essere spaventata. Sarò gentile con te, tesoro. Farò in modo che tu possa goderti ogni singolo istante.» Ashley si allungò sulle punte per avvinghiargli le braccia attorno al collo. «Allora, fa' l'amore con me, Devon. Era da tanto che ti aspettavo.»
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1983 - La danza del deserto di Tessa Radley Laurel Kincaid crede che il matrimonio sia solo una seccatura, mentre una notte di passione è un'opportunità da cogliere al volo. Per questo non si lascia scappare l'occasione di fuggire da Charleston con lo sceicco Rakin, che la coinvolge in un gioco di seduzione senza fine. I KINCAID 1984 - Un sensuale segreto di Elizabeth Bevarly L'orologio ha già battuto dodici rintocchi, ma l'incanto di quella notte non è ancora svanito. Della Hannan, donna misteriosa e dal passato denso di segreti, è ancora tra le sue braccia e Marcus, milionario e playboy, sa che un solo incontro non basterà per soddisfare il reciproco desiderio. 1985 - L'equazione della passione di Day Leclaire Justice St. John, scienziato e milionario, crede che ogni cosa possa essere risolta ricorrendo alla matematica. Grazie a una formula di sua invenzione, infatti, è convinto di riuscire a trovare la donna perfetta. Peccato che nessuna equazione potesse prevedere l'arrivo di Daisy! 1986 - Contratto milionario di Maya Banks Ashley è al settimo cielo. Sta per sposare il milionario Devon Carter, l'uomo che segretamente ama da anni. Purtroppo i suoi sogni di felicità vengono infranti già durante la prima notte di nozze. Devon ha accettato di diventare suo marito solo per affari e lei... PASSIONE & DESTINO
1987 - Inconfessabile desiderio di Day Leclaire Per Jack Sinclair, figlio illegittimo di Reginald Kincaid, è arrivato il momento della vittoria. Sta per assumere il controllo totale del Kincaid Group. Eppure il successo non gli porta la tanto sognata felicità. Tutta colpa di Nikki Thomas, la donna che credeva sua alleata... I KINCAID 1988 - Seduzione di Natale di Sandra Hyatt La prima regola del protocollo recita: è vietato per un membro della famiglia reale intrattenere relazioni con il personale. Ma per il principe Adam Marconi si tratta di una linea guida, che può ben contemplare un'eccezione. Soprattutto quando si tratta di Danielle St. Claire. 1989 - Strategie di letto di Cat Schield Cinque anni fa hanno lasciato in sospeso una relazione infuocata. Che sia giunto il momento di mettere la parola fine? Per il milionario Maxwell Case rivedere Rachel è come un fulmine a ciel sereno, e farà di tutto per riportare quella donna nel suo letto. AFFARI MILIONARI 1990 - L'accordo di una notte di Maya Banks Pippa Laingley non è una donna che si lascia irretire da facili speranze, e sa perfettamente che il milionario Cameron Hollingsworth, nonostante la pressione delle famiglie, non è disposto a dividere la propria vita con lei. Ma una notte di passione sì. PASSIONE & DESTINO
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