VICKY DREILING
Consigli di fascino
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: How to Seduce a Scoundrel Grand Central Publishing - Forever © 2011 Vicky Dreiling This edition published by arrangement with Grand Central Publishing, New York, New York, USA. All right reserved. Traduzione di Teresa Rossi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special luglio 2013 Questo volume è stato stampato nel giugno 2013 presso ELCOGRAF S.p.A. stabilimento di Cles (TN) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 177 del 10/07/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1 Codice di condotta di uno scapestrato: le vergini sono severamente proibite, specialmente se si dà il caso che dette vergini siano sorelle dei tuoi amici. Richmond, Inghilterra 1817 Era arrivato in ritardo, come al solito. Marc Darcett, Conte di Hawkfield, rigirò fra le mani il cappello mentre si affrettava verso la casa di sua madre. Una brezza gelida gli scompigliava i capelli e gli pungeva il viso. Nella luce morente della sera, Ashdown House, con le sue torrette merlate, si ergeva maestosa vicino alle rive del Tamigi. Di regola, Hawk temeva le obbligatorie visite settimanali. Sua madre e le sue tre sorelle sposate si erano fatte sempre più insistenti sull'argomento della sua mancanza di una moglie, da quando il suo più vecchio amico era convolato a giuste nozze, in estate. Non facevano mistero del loro disappunto nei suoi confronti, ma lui era abituato a essere il capro espiatorio della famiglia. Quel giorno, a ogni modo, era impaziente di rivedere quel vecchio amico, Tristan Gatewick, Duca di Shelbourne. Dopo che Jones, il maggiordomo, lo ebbe fatto entrare, 5
Hawk si tolse guanti e mantello. «Shelbourne e sua sorella sono già qui?» «Il duca e Lady Julianne sono arrivati due ore fa» rispose Jones. «Eccellente.» Hawk non vedeva l'ora di raccontare all'amico la sua ultima scappatella. La sera prima aveva incontrato Nancy e Nell, due eccitanti ballerine che gli avevano fatto una proposta indecente. Non volendo apparire troppo ansioso, aveva promesso di riflettere sulla cosa, ma intendeva accettare la loro offerta generosa. Jones, sempre puntiglioso, lo sbirciò con aria critica. «Chiedo scusa, milord, ma forse vorreste fare qualcosa per i vostri capelli.» «Dite davvero?» Con aria innocente Hawk si guardò i riccioli arruffati dal vento allo specchio sopra il tavolo dell'atrio. «Perfetti» commentò. «I capelli scompigliati sono l'ultima moda.» «Se lo dite voi, milord.» Hawk si voltò. «Immagino che siano tutti nel salotto dorato?» «Sì, milord. Vostra madre ha chiesto di voi parecchie volte.» Gli stivali di Hawk rimbombarono sul pavimento di marmo mentre si avviava verso lo scalone. Dei passi risuonarono al piano di sopra. Hawk alzò gli occhi e vide Tristan scendere le scale. Hawk sorrise. «Diavolo, ecco il vecchio uomo sposato.» «Ho visto la tua carrozza dalla finestra.» Tristan scese l'ultimo gradino e prese Hawk per le spalle. «Hai l'aria di essere appena ruzzolato dal letto.» Hawk inarcò le sopracciglia, lasciando che l'amico immaginasse ciò che voleva. «Come sta la tua duchessa?» Un'espressione lievemente ansiosa passò sul viso del duca. «Il dottore dice che tutto sta andando bene. Mancano ancora due mesi.» Sospirò. «Volevo un maschio, ma ades6
so prego solo per un parto senza complicazioni.» Hawk annuì, ma non disse nulla. «Un giorno toccherà a te e sarò io a confortarti.» Quel giorno non sarebbe mai venuto. «E rinunciare alla mia vita da scapolo? Mai» rispose Hawk. Tristan sorrise. «Ti rammenterò questa frase quando interverrò al tuo matrimonio.» Hawk cambiò discorso. «Posso supporre che tua sorella stia bene?» Sua madre contava di essere l'accompagnatrice di Lady Julianne, quella Stagione, mentre la Duchessa Vedova restava in campagna con la nuora incinta. «Julianne non vede l'ora che inizi la Stagione, ma c'è un problema» disse Tristan. «Mezz'ora fa è arrivata una lettera da Bath. Tua nonna soffre di nuovo di palpitazioni di cuore.» Hawk gemette. La nonna era famosa per le sue palpitazioni. Ne soffriva nei momenti meno opportuni, e le descriveva nei più minuti dettagli a chi aveva la sfortuna di avvicinarla. «Tua madre e le tue sorelle stanno discutendo su chi debba andare a Bath» concluse Tristan. «Non preoccuparti, vecchio mio. Si risolverà tutto» disse Hawk. Senza dubbio le sue sorelle intendevano correre a Bath, come sempre. Di solito ci andava anche sua madre, ma ora si era impegnata a occuparsi di Julianne. Una voce irritata risuonò dal ballatoio. «Marc, hai tardato anche troppo. La mamma sta aspettando.» Hawk alzò gli occhi e vide la sorella maggiore, Patience, che lo guardava come se fosse uno dei suoi indisciplinati marmocchi. La povera Patience non era mai stata all'altezza del suo nome, cosa che Hawk aveva sfruttato fin dall'infanzia. Non aveva mai resistito alla tentazione di provocarla, e non intendeva incominciare proprio ora. «Mia cara sorella, non avevo idea che fossi così ansiosa di 7
godere della mia compagnia. Mi riscaldi il cuore.» Lei sbuffò. «La nonna è ammalata e la mamma si preoccupa. Non peggiorare le cose con il tuo ritardo.» «Versa alla mamma uno sherry per i suoi nervi. Io arrivo subito.» Patience strinse le labbra, girò sui tacchi e si ritirò. Hawk rise, tornando a rivolgersi a Tristan. «Dopo cena, faremo una rapida comparsa in salotto e ce la fileremo al club.» «Meglio di no. Conto di partire all'alba, domani» disse Tristan. Hawk si strinse nelle spalle per nascondere la delusione. Avrebbe dovuto sapere che l'amico sarebbe tornato immediatamente dalla moglie. Niente sarebbe più stato lo stesso, adesso che Tristan si era sposato. «Be', allora vogliamo raggiungere gli altri?» Sulle scale, Tristan gli scoccò un'occhiata con aria enigmatica. «È passato troppo tempo dal nostro ultimo incontro.» «Sì, è vero.» L'ultima volta era stata al matrimonio di Tristan, nove mesi prima. Hawk aveva avuto intenzione di fare visita agli sposi dopo un congruo intervallo. Poi era arrivata la lettera giubilante di Tristan con la notizia della prossima paternità. Entrando in salotto, Hawk si fermò. Notò solo di sfuggita i mariti delle sue sorelle che lo guardavano severamente. Tutta la sua attenzione era concentrata sulla giovane donna snella seduta sul sofà fra sua madre e la minore delle sue sorelle, Hope. La luce delle candele splendeva sui riccioli corvini della ragazza, china su un album di schizzi che teneva in grembo. Buon Dio, quella meravigliosa creatura poteva essere Julianne? Come avvertendo il suo sguardo, lei alzò gli occhi. Hawk studiò la sua trasformazione, sbalordito dai sottili 8
cambiamenti. Negli ultimi nove mese, le guance leggermente paffute erano sparite, mettendo in risalto gli zigomi scolpiti. Perfino la sua espressione era cambiata. Anziché con il solito sogghigno malizioso, lo guardava con un sorriso pacato e composto. La dolce ragazzina che conosceva da tutta la vita era diventata una donna. Una donna bella da togliere il fiato. La voce di sua madre lo riscosse. «Tristan, sedetevi, prego. Marc, non startene lì a bocca aperta. Vieni a salutare Julianne.» Patience e l'altra sorella, Harmony, sedute vicino al caminetto, si scambiarono un sorrisetto. Senza dubbio complottavano per attirarlo in trappola. Probabilmente ritenevano che fosse infatuato come i numerosi cuccioli che si contendevano l'attenzione di Julianne a ogni Stagione. Ma lui era solo un po' spiazzato dalla sua trasformazione. Deciso a riprendere il controllo, le si avvicinò e le fece un ridicolo, esagerato inchino visto per l'ultima volta nel sedicesimo secolo. Quando si rialzò, sua madre lo guardò severamente. «Marc, hai i capelli ritti in testa. Hai un aspetto del tutto indecoroso.» «Be', grazie, mamma» ribatté lui sogghignando. La risata sommessa di Julianne attirò la sua attenzione. Si mise le mani sui fianchi e inarcò le sopracciglia. «Senza dubbio spezzerai una dozzina di cuori questa Stagione, piccola Julie.» Lei lo guardò da sotto le lunghe ciglia. «Forse uno conquisterà il mio affetto.» Il viso di Elena di Troia aveva causato la partenza di mille navi, ma la voce naturalmente un po' roca di Julianne poteva provocare la caduta di mille uomini. Da dove diavolo era saltato fuori quello sciocco pensiero? Era diventata una splendida giovane donna, ma lui l'aveva sempre considerata la piccola monella che si arrampi9
cava sugli alberi e faceva rimbalzare i sassi. Hope si alzò. «Marc, prendi il mio posto. Devi vedere gli schizzi di Julianne.» Lui intendeva approfittare al meglio dell'occasione. Per anni aveva preso in giro Julianne e incoraggiato le sue marachelle. Si sedette vicino a lei e batté il dito sull'album. «Che cosa hai qui?» Lei gli mostrò uno schizzo di Stonehenge. «L'ho fatto l'estate scorsa, durante un viaggio con Amy e la sua famiglia.» «Stonehenge produce sempre una grande impressione» osservò la contessa. «Sono solo dei grossi sassi» commentò Hawk. Julianne rise. «Screanzato.» Lui le tirò un ricciolo vicino all'orecchio. Quando lei gli schiaffeggiò la mano, rise. Era la stessa piccola Julie che conosceva da sempre. Un passo pesante risuonò fuori dal salotto. Tutti si alzarono quando entrò Lady Hester Rutledge, la prozia di Hawk. Lei guardò severamente la contessa. «Louisa, quella statua di Apollo nell'atrio è orrenda. Se vuoi un uomo nudo, trovatene uno che respiri.» Hawk trattenne a malapena una risata. La contessa si sventolò il viso in fiamme. «Zia Hester, vi prego, misurate le parole.» «Bah.» Hester ammiccò a Hawk. «Vieni a dare un bacio alla zia, manigoldo.» Quando lui obbedì, gli mormorò. «Sei la sola persona sensata del gruppo.» Tristan s'inchinò. «Lady Rutledge.» Lei lo guardò con apprezzamento. «Shelbourne, bellissimo demonio, ho sentito che non avete perso tempo a mettere incinta la vostra duchessa.» La madre e le sorelle di Hawk sussultarono. Patience si schiarì la voce. «Zia Hester, noi non parliamo mai di cose così indelicate.» 10
Lei sbuffò e continuò a guardare Tristan. «Ho sentito che la vostra duchessa ha fegato. Metterà al mondo il bambino senza battere ciglio... segnatevi le mie parole.» Hawk studiò la sua bizzarra, anziana zia con un sorriso pieno di affetto. Poteva anche essere eccentrica, ma aveva cercato di rassicurare Tristan, e lui le voleva bene anche solo per questo. L'accompagnò a una sedia e rimase in piedi accanto a lei. La figura massiccia di Hester entrava a malapena fra i braccioli. Sollevò l'occhialino ed esaminò Julianne. «Zia Hester, ricordate Lady Julianne?» disse Patience. «È la sorella del Duca di Shelbourne.» «So chi è.» Hester lasciò ricadere l'occhialino. «Perché non siete ancora sposata, ragazza?» Julianne arrossì. «Sto aspettando l'uomo giusto.» «Ho sentito che avete rifiutato una dozzina di proposte, dopo il vostro debutto in società. È vero?» «Non ho tenuto il conto» mormorò Julianne. Hester sbuffò. «Erano così tante che non le ricordate?» Notando l'espressione sconcertata di Julianne, Hawk intervenne. «Mamma, ho saputo che abbiamo un problema. La nonna sostiene di nuovo di essere ammalata, vero?» Sua madre e le sue sorelle protestarono che la nonna era ammalata davvero. Alla fine zia Hester le interruppe. «Oh, smettila, Louisa. Sai benissimo che mia sorella cerca solo attenzione.» «Hester, come potete dire una cosa simile?» replicò la contessa. «Perché è una sua abitudine. Suppongo che tu e le tue figlie pensiate di precipitarvi a Bath per un'altra gita inutile.» «Non possiamo correre il rischio» disse Patience. «Se succedesse qualcosa alla nonna non ce lo perdoneremmo mai.» «Dovrebbe venire a Londra, dove sarebbe vicino alla 11
sua famiglia. Mi sono offerta di ospitarla in casa mia, ma si rifiuta di lasciare i suoi amici a Bath» affermò Hester. «È legata alle sue abitudini.» Hawk sorrise alla zia. «Poche signore sono avventurose come voi.» «È vero» concesse lei, gongolando. La contessa gli scoccò un'occhiataccia. «Scriverai a William per informarlo?» «Non conosco il suo indirizzo, al momento» rispose Hawk. Suo fratello minore era in viaggio sul Continente da più di un anno. Montague, il marito di Patience, abbassò il giornale. «È più che tempo che William torni a casa e smetta di vagabondare per tutto il Continente. Ha bisogno di decidere che cosa vuole fare nella vita e di essere un membro responsabile della famiglia.» Hawk lo guardò come se fosse un insetto. «Tornerà a casa quando si stancherà di viaggiare.» Montague piegò il giornale. «Tornerebbe presto, se voi gli tagliaste i fondi e lo lasciaste senza un penny.» Hawk ignorò il più antipatico dei suoi cognati e riportò l'attenzione su sua madre. «E Julianne? Suo fratello ha fatto tutta la strada per portarla qui. Non potete restare, mamma?» «Oh, non potrei mai chiedere una cosa simile» intervenne Julianne. «Posso stare da Amy, o da Georgette. Le madri delle mie amiche mi accoglieranno volentieri, ne sono certa.» «Le loro madri saranno troppo affaccendate con le rispettive figlie» ribatté Hester. «Farò io da accompagnatrice a Julianne. Sarà la reginetta della Stagione.» Seguì un lungo silenzio. La madre e le sorelle di Hawk si guardarono l'un l'altra con malcelato sgomento. Ritenevano che a Hester mancasse qualche rotella, ma lui sapeva che la zia era eccezionalmente in gamba, per quanto avesse modi un po' troppo franchi. 12
La contessa si schiarì la gola. «Hester, cara, è anche troppo gentile da parte vostra, ma forse non avete pensato a quanto saranno faticosi tutti quei ricevimenti.» «Io non sono mai stanca, Louisa» dichiarò lei. «Mi farà piacere accompagnare la ragazza. È graziosa, e sembra vivace. La fidanzerò in poche settimane.» Hawk si sforzò di mantenere un'espressine neutra. Julianne sposata? Sembrava così... sbagliato. Benché sapesse che era usanza che le ragazze si sposassero giovani, l'idea non gli piaceva. Tristan guardò Hester. «È vero che ha debuttato da quattro Stagioni, ma il matrimonio è per la vita. Non le metterò fretta.» Hester lanciò un'occhiata a Julianne. «Quanti anni avete, ragazza?» «Ventuno» rispose lei. «L'età è giusta, ma concordo che il matrimonio non va preso alla leggera» disse Hester. Tristan si rivolse alla sorella. «Qualunque impegno serio dovrà avere la mia approvazione.» Quando Julianne alzò gli occhi al cielo, Hawk sogghignò. Non invidiava qualunque uomo che fosse abbastanza audace da chiedere a Tristan la mano di Julianne. L'amico l'aveva tenuta sotto stretto controllo per anni... com'era suo dovere. «E adesso che la cosa è sistemata, andiamo a cena» propose Hester. «Sto morendo di fame.» Dopo che le signore ebbero lasciato la sala da pranzo, Hawk tirò fuori il Porto. I suoi cognati si scambiarono occhiate significative. Tristan rimase in silenzio, ma li osservò con aria guardinga. Montague intrecciò le dita sul tavolo e si rivolse a Hawk. «Lady Julianne non può stare dalla prozia Hester. I modi sfacciati e le idee ribelli di quella anziana donna a13
vrebbero una cattiva influenza sulla ragazza.» Hawk guardò Tristan. «Vieni con me nello studio?» Lui annuì. Si alzarono. Quando Hawk prese un candeliere dalla credenza, Montague si alzò a sua volta dal tavolo. «Patience resterà qui e si prenderà cura di Julianne.» «Mia sorella è decisa ad andare a Bath» replicò Hawk. «Non avrà pace finché non vedrà che la nonna sta bene.» L'ultima cosa che voleva era esporre Julianne all'imbarazzo del matrimonio acrimonioso di Patience. «Sapete bene che vostra nonna finge di essere ammalata. Se vostra madre e le vostre sorelle si rifiutassero di andare da lei, questa sciocchezza finirebbe.» Hawk si rese conto che Montague aveva visto l'opportunità di trattenere a casa la moglie. Interrogava continuamente Patience sui suoi movimenti e la rimproverava se solo rivolgeva la parola a un altro uomo. «Discuterò la cosa con Shelbourne. Voi, signori, godetevi il vostro Porto.» Hawk indirizzò al cognato un sorrisetto cattivo. A Natale, Montague aveva fatto un commento sprezzante di troppo su Patience. Hawk lo aveva preso da parte e minacciato di picchiarlo a sangue se l'avesse di nuovo trattata irrispettosamente. Mentre usciva con Tristan borbottò: «Maledetto bruto». «Montague invidia la tua influenza politica, il tuo patrimonio... e la tua statura. Si sente inferiore e si impegna in stupide dispute per dimostrare la sua virilità.» Entrando nello studio Hawk posò il candeliere sulla mensola del camino e si accomodò su uno dei seggioloni davanti all'enorme scrivania di mogano. Il fuoco era spento e la stanza era gelida. Lui non la usava mai. Anni prima si era trasferito in un appartamento all'Albany. La sua famiglia aveva disapprovato, ma lui aveva avuto bisogno di sfuggire alla mano di ferro di suo padre. Tristan si guardò attorno e si sedette vicino all'amico. 14
«Lo studio non è cambiato dalla morte di tuo padre.» Il conte era morto all'improvviso per un attacco di cuore otto anni prima, il che aveva precluso ogni possibilità di riconciliazione fra loro. Ma era un pensiero sciocco. Non c'era nulla che Hawk avrebbe potuto fare per cambiare l'opinione di suo padre su di lui. «Tuo padre era una brava persona» osservò Tristan. «I suoi consigli mi sono stati preziosi.» «Ti ammirava» disse Hawk. Tristan aveva, da solo, ricostruito il patrimonio della famiglia dopo aver scoperto che il suo defunto padre gli aveva lasciato una mostruosa montagna di debiti. «Ho invidiato la tua libertà» ammise. «Io ho avuto una vita facile, al tuo confronto.» E il padre di Hawk non gli aveva mai permesso di dimenticarlo. Involontariamente, le parole che aveva pronunciato molti anni prima gli risuonarono nel cervello. Hai una vaga idea di quanto costerà riparare l'onore di Wescott? Sbatté mentalmente la porta su quel ricordo. «Vecchio mio, forse tua sorella preferisce essere ospite di una delle sue amiche, ma ti consiglio di rifiutare, se dovesse scegliere Lady Georgette. Ho sentito delle brutte voci su suo fratello. A quanto pare ha messo incinta una delle cameriere.» Nessun gentiluomo d'onore approfittava mai delle domestiche. «Buon Dio, è disgustoso» commentò Tristan. «Piuttosto affida Julianne alla madre di Amy Hardwick.» «No, tua zia ha ragione. Mrs. Hardwick dovrebbe concentrarsi sulla figlia.» Probabilmente Tristan si sentiva un po' in colpa perché Amy e Georgette, l'anno prima, avevano dedicato la loro intera Stagione al suo inconsueto corteggiamento. «Mia zia è una vecchia signora sfacciata, ma è abbastanza inof15
fensiva. Le piacerà accompagnare Julianne in giro per Londra.» Tristan scoccò all'amico un'occhiata in tralice. «Ho un favore da chiederti.» Uno strano presentimento fece rabbrividire Hawk. Conosceva Tristan praticamente da quando erano nati, perché le loro madri erano amiche del cuore. A Eton si erano alleati per sfuggire ai ragazzi più grandi a cui piaceva tormentare i più giovani. Hawk conosceva bene l'amico, ma non aveva idea di che cosa stesse per chiedergli. Tristan respirò a fondo. «Vuoi agire, ufficiosamente, da tutore di mia sorella?» Hawk rise. «Io, tutore? Stai scherzando.» «Non appena i cacciatori di dote scopriranno che io sono fuori causa, piomberanno su Julianne come avvoltoi. Non mi sentirò tranquillo, a meno che ci sia un uomo affidabile a proteggerla dai mascalzoni.» «Ma... ma io sono un mascalzone» farfugliò Hawk. Certo, Julianne era diventata una giovane donna dalla bellezza non comune, ma era la sorella di Tristan. Anche fra i peggiori libertini era un punto d'onore evitare le sorelle degli amici. «Hai visto Julianne crescere, come l'ho vista io» disse Tristan. «È quasi una sorella per te.» Hawk non aveva mai pensato a lei in quel modo. Per lui era semplicemente la piccola Julie, sempre pronta per qualche marachella. Non si stancava mai di sfidarla a fare qualcosa che non fosse da signora, ma lei non si era mai tirata indietro. «Vecchio mio, sai che le sono affezionato, ma non sono adatto a essere il tutore di nessuno.» «L'hai sempre protetta» affermò Tristan. Hawk si sentì in colpa. La sua famiglia lo riteneva un poco di buono irresponsabile, e a ragione. Non sapeva neppure come rintracciare suo fratello. Ma era chiaro che Tristan aveva la più completa fiducia in lui. 16
«Dovrei restare io a Londra per badare a Julianne, ma non sopporto l'idea di lasciare mia moglie. Qualunque cosa decida, sentirò di avere fatto torto a una di loro» confessò Tristan. Oh, diavolo. Tristan non gli aveva mai chiesto un favore. Era come un fratello per lui. Maledizione, non poteva rifiutare. «Qualunque cosa per te, vecchio mio.» «Grazie» disse Tristan. «C'è ancora una cosa. Non ti piacerà.» Hawk inarcò le sopracciglia. «Oh?» Gli occhi di Tristan si strinsero. «Rinuncerai alle tue avventure galanti per tutta la durata della Stagione.» Hawk rise. «Che cosa?» «Mi hai sentito. Niente ballerine, attrici o cortigiane... chiamale come vuoi, ma non frequenterai delle donnacce mentre fai da tutore a mia sorella.» Hawk sbuffò. «Non sbandiererei certo un'amante in faccia a tua sorella.» «Le tue relazioni sono note.» Tristan tamburellò sul bracciolo della sedia. «Ho sempre sospettato che tu goda della tua cattiva reputazione.» Hawk scherzava sulle sue numerose amanti. Tutti, compreso il suo amico, credevano alle sue storie. Ma per quanto fosse un autentico libertino, non poteva essere all'altezza – o bassezza? – degli esagerati racconti sulle sue conquiste. «Non accetterò l'astinenza» dichiarò. «Tu non provi neppure a essere discreto e Julianne ti adora. Non voglio che resti delusa.» «Sarò discreto sulle mie relazioni» brontolò Hawk. «D'accordo» convenne Tristan. Meglio dimenticare il ménage à trois con Nell e Nancy. Lo irritava, visto che non era mai stato con due donne alla volta, ma non poteva tenere una faccenda scandalosa di quel tipo sotto le proverbiali lenzuola. 17
Tristan tamburellò di nuovo con il pollice. «Scrivimi regolarmente e fammi sapere come si comporta Julianne.» «Lo farò» promise Hawk. «Non preoccuparti. Julianne si abituerà ai modi franchi di mia zia.» «Quando il bambino sarà nato, portala a casa.» Tristan sorrise. «Tessa le ha già chiesto di essere la madrina. Tu sarai il padrino?» Un nodo strinse la gola di Hawk. Ma forzò una risata. «Affideresti tuo figlio a uno scapestrato come me?» «Non c'è nessuno di cui mi fidi di più, amico mio.» Hawk abbassò gli occhi, sapendo di non meritare la stima del duca di Shelbourne.
18
Orgoglio e sospetti KASEY MICHAELS Londra, 1810 - Gideon Redgrave, Conte di Saltwood, rifiuta categoricamente di sentirsi umiliato dallo scandalo che un tempo ha rischiato di distruggere la sua famiglia. L'affascinante aristocratico ha costruito la sua vita attorno a una semplice regola: non fidarsi di nessuno. Ma quando incontra la bellissima e audace Jessica Linden...
Consigli di fascino VICKY DREILING Londra, 1817 - Marc, Conte di Hawkfield, ha accettato di fare da tutore a Lady Julianne Gatewick durante una nuova Stagione londinese. Lei, che ha coltivato una dolce infatuazione per Marc, fin da bambina, pensa che finalmente sia arrivata l'ora tanto sospirata. Di fronte al disinteresse del conte, però, Julianne medita vendetta.
Un segreto tra noi MARIANGELA CAMOCARDI Regno Lombardo-Veneto, 1848 - Il mistero che aleggia sulla fine della sorella Loretta induce Emma Savoldi a presentarsi alla villa del cognato, il Visconte Alexander Lippi Monzani, per indagare con discrezione su di lui. Un turbine di scintille si sprigiona da subito tra loro, generato da un'attrazione irresistibile...
La vendetta del visconte DELILAH MARVELLE New York City - Londra, 1830 - 1831 - Chi è veramente il Visconte Nathaniel Atwood, un uomo dai modi degni di un furfante e il nome altisonante di un lord? Sottratto in tenera età alla famiglia, ha imparato a cavarsela nei sobborghi di New York prima di poter tornare, ormai adulto, in Inghilterra a reclamare il titolo che gli spetta di diritto.
L'educazione di una contessa NICOLA CORNICK Londra, 1817 - Come cameriera personale di alcune delle dame più note dell’alta società, Margery Mallon sa che deve tenersi alla larga dagli affascinanti gentiluomini: le avventure di quel tipo vanno bene solo nei romanzi che legge in segreto. Tuttavia, quando un attraente sconosciuto le offre un assaggio di passione, Margery non sa resistere. L'uomo è in realtà Lord Henry Wardeaux, deciso a ricongiungerla con il nonno, Lord Templemore: il vero nome di Margery è infatti Marguerite, scomparsa vent’anni prima durante una tragica rapina. Erede della nobile famiglia, viene trasformata di punto in bianco da cameriera in contessa, ma dovrà fare i conti con i pettegolezzi del ton, una fila di corteggiatori attirati dal suo ingente patrimonio e una serie di misteriosi incidenti. Per fortuna Henry è rimasto al suo fianco, a proteggerla...
Scandalo al ballo NICOLE JORDAN Inghilterra, 1816 - Quando la cugina lo sprona a corteggiare l'affascinante Sophie Fortin, Lord Jack Wilde si dimostra scettico. La fanciulla in questione è senza dubbio una bellezza, ma la famiglia a cui appartiene preferirebbe vederla morta che sposata a un Wilde, dato che una ruggine di vecchia data, apparentemente insanabile, divide le due casate. Jack, tuttavia, intrigato dalla sfida, decide di partecipare a un ballo in maschera e, non riconosciuto, ammalia Sophie con un bacio mozzafiato, rimanendone a sua volta stregato. Non appena l'identità del giovane lord viene svelata, volano scintille. Come ha osato Jack irretirla con false promesse e dolci parole, sapendo che un futuro insieme è per loro impossibile? Lui dovrà sfoderare le più sottili arti seduttive per dimostrare a Sophie che una simile passione non può essere osteggiata neppure dal destino.
Dal 18 settembre
Abbonati! PER TE UNA SORPRESA MISTERIOSA!
Sì!
Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O Brescia CMP - 25126 Brescia
Voglio abbonarmi ai Grandi Romanzi Storici Special. Speditemi bimestralmente 2 inediti romanzi e la sorpresa misteriosa che resterà comunque mia al prezzo scontato del 15%: € 11.70 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10 gg. (Diritto di recesso Art. 64 Dlg. 206/2005).
YB0142 Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici Special. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2013. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO
Regalo non condizionato all’acquisto ed esente dalla disciplina delle operazioni a premio