Grs189s la vendetta di un lord

Page 1


JULIA LONDON

La vendetta di un lord


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Revenge of Lord Eberlin Pocket Books A Division of Simon & Schuster, Inc., New York © 2012 Dinah Dinwiddie Traduzione di Teresa Rossi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special maggio 2014 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 189 del 14/05/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Hadley Green, West Sussex Estate 1808 Il Conte Eberlin lasciò Londra sentendosi un uomo che aveva saldamente il mondo in pugno. La sua casa di città era nell'elegante quartiere di Mayfair e il suo cavallo era un robusto arabo grigio che si era fatto mandare dalla Spagna. Indossava una giacca della più bella lana belga, una camicia di seta e una cravatta realizzata da un famoso sarto italiano, calzoni di pelle scozzesi e stivali di morbido cuoio francese. Ricco e sicuro di sé, sedeva sul suo cavallo come un re al comando di un esercito. Cinque ore dopo superò la cima di una collina sulla principale strada del Sussex occidentale. Il villaggio di Hadley Green era graziosamente annidato nella valle sottostante, con i suoi cottage dai tetti spioventi, giardini dai vibranti colori e una via centrale vivacizzata dai commerci. E, naturalmente, una piazza. Il cuore gli si strinse dolorosamente. All'improvviso aveva le mani sudate, il viso arrossato, e si sentiva leggermente stordito. Temendo di cadere da cavallo, tirò con forza le redini. Aveva creduto che il ricordo di ciò che era successo là fosse morto, per lui, ma adesso lottava per respirare mentre osservava i bambini giocare sulla piazza dove 5


suo padre era stato impiccato per furto quindici anni prima. Il Conte Eberlin – o Tobin Scott, com'era stato conosciuto allora, figlio di Joseph Scott, l'ebanista – non aveva più percorso quella strada dopo la morte di suo padre, e certo non si era aspettato una reazione emotiva così forte. Poteva sentire i propri sentimenti frammentati risvegliarsi, benché si fosse creduto morto dentro, incapace di qualunque genere di passione, buona o cattiva. Mentre fissava la piazza era sbalordito che la sua testa e il suo cuore potessero tradirlo in quel modo. Poteva quasi vedere il patibolo, quasi sentire l'odore della carne di montone e della birra venduti la mattina in cui suo padre era stato giustiziato. Era come se le bancarelle fossero ancora allineate lungo la strada, accanto alla forca. Un bambino attraversò di corsa la piazza per gettarsi fra le braccia di un uomo che lo sollevò e lo fece volare in alto sopra la sua testa. Anche all'esecuzione di suo padre c'erano stati dei bambini che giocavano ai margini della piazza. Gli spettatori adulti erano convenuti presto, per bere birra e mangiare montone. Tobin aveva solo tredici anni, all'epoca, e non sapeva che occasione festosa potesse essere un'impiccagione. Quando suo padre era stato condotto attraverso la piazza, la folla riscaldata dalla birra aveva gridato: «Ladro, maledetto ladro!», prima di bere un altro sorso. Tobin credeva sepolta l'immagine di suo padre in piedi sul patibolo con lo sguardo rivolto al cielo, rassegnato al suo fato. Sepolta nel fango nero nel più profondo di lui, da cui nulla poteva crescere. Invece in quel giorno d'estate rivedeva quell'immagine con vivida chiarezza. Si allentò un po' la cravatta, 6


cercando sollievo all'improvvisa mancanza di respiro. Naturalmente non avrebbe dovuto veder impiccare suo padre, perché chi avrebbe sottoposto un figlio a un simile orrore? Ma proprio perché aveva tredici anni c'era andato di nascosto. Niente avrebbe potuto tenerlo lontano dagli ultimi momenti di suo padre sulla terra... né sua madre, disperata, né i suoi tristi fratelli minori. E neppure il prete, che aveva cercato invano di convincerlo che Joseph Scott avrebbe ricevuto perdono e conforto in cielo. Ragazzo sul punto di diventare uomo, impotente nella sua rabbia, Tobin era stato spinto da un elementare bisogno di essere presente, di assistere all'ingiustizia, di imprimersela nella mente e nell'anima, in modo da non dimenticare mai, da non perdonare mai. Ma fino a quel momento aveva creduto di essere totalmente insensibile. Smontò e si accosciò, concentrandosi sul ritrovare il fiato che gli era stato strappato dai polmoni. Chiuse gli occhi e si sforzò disperatamente di non rivedere gli avvenimenti di quell'orribile giorno, di non visualizzare suo padre che si contorceva... Eppure le immagini piombarono su di lui. La giornata era stata luminosa, tiepida e serena, proprio come quella. Tobin era salito in piedi su un cavallo, in modo da vedere al di sopra delle teste degli spettatori, con il cappello calato sugli occhi. Il cuore gli batteva così forte che sembrava volesse uscirgli dal petto mentre il prete offriva al condannato la possibilità di dire un'ultima parola. Suo padre aveva rifiutato l'offerta, e Tobin era stato furioso con lui. Furioso! Quello era il momento di gridare che non aveva rubato i gioielli della contessa, che era stato accusato e condannato ingiustamente! Era il momento in cui avrebbe dovuto rinfacciare a tutti la crudeltà e i pregiudizi! 7


Ma suo padre aveva mantenuto un intollerabile silenzio. Mentre la folla rumoreggiava, il prete aveva recitato il Pater noster mentre il boia aveva coperto la testa di suo padre con un cappuccio nero, e poi gli aveva passato il nodo scorsoio attorno al collo. Lo aveva aiutato a salire sul ceppo, e poi glielo aveva fatto saltare via da sotto i piedi con un calcio, nello stesso momento in cui due uomini avevano tirato su suo padre per il collo. Suo padre si era contorto in fondo alla corda, con le gambe che scalciavano pazzamente alla disperata ricerca di un sostegno, senza trovarlo. Misericordiosamente, a Tobin era stato risparmiato il preciso momento della fine di suo padre, perché era svenuto, e quando aveva ripreso i sensi la folla si era dispersa e il corpo era stato tirato giù dalla forca. Tobin si era trovato disteso a terra, con il naso insanguinato per la caduta, schiacciato sotto il peso di un orribile lutto. L'inconcepibile crimine che era stato commesso contro la sua famiglia aveva segnato indelebilmente la sua anima. Aveva perso tutta l'innocenza e la capacità di sperare. Era stato reso del tutto insensibile, cieco alle normali emozioni, incapace di sentimenti. Se qualcuno avesse aperto il suo cuore non vi avrebbe trovato nient'altro che nera putredine. Il solo sentimento che Tobin provava ancora era il desiderio di vendetta. Ed era la ragione per cui era finalmente tornato a Hadley Green. Risalì a cavallo e svoltò sulla vecchia, malandata strada che, se la memoria non lo ingannava, passava ai margini del villaggio ed evitava la piazza. Mentre cavalcava lungo quella strada poco frequentata, passando sotto i rami contorti degli alberi e costeggiando le piante parassite del sottobosco, ripensava a 8


come il processo e l'esecuzione di suo padre avevano rovinato la famiglia Scott. Tobin, sua madre, sua sorella Charity e suo fratello Ruben erano diventati dei paria. Erano i figli dell'uomo che era stato accusato di aver rubato gioielli di inestimabile valore alla benvoluta, affascinante contessa di Ashwood... gioielli che non erano mai stati ritrovati, naturalmente, perché il padre di Tobin non li aveva rubati, e non era stato in grado di dire dove fossero finiti. Joseph Scott era un uomo buono e onesto. Era stato un abile ebanista, un maestro nella sua professione, e con la sua morte la famiglia era rimasta senza alcun reddito. Erano stati aiutati dalla chiesa, vivendo della carità dei parrocchiani, ma la madre di Tobin era una donna orgogliosa. Non era capace di sopportare la censura di una società di cui era stata un tempo un membro rispettato. E non sopportava di vivere d'elemosina. Perciò poche settimane dopo la morte del marito aveva deciso di trasferire la famiglia a Londra. Il giorno in cui avevano portato i loro bagagli nel centro della città per aspettare la diligenza per Londra, la carrozza degli Ashwood, con i suoi pennacchi rossi e i fregi dorati, aveva percorso la strada principale e si era fermata davanti a un gruppo di negozi. Sotto gli occhi degli Scott un cocchiere in livrea aveva aperto lo sportello, ed era saltata fuori Miss Lily Boudine, in un abito celeste. Le scarpette nere erano lucenti e i capelli erano acconciati con dei nastri di velluto che Charity aveva desiderato, ammirandoli nella vetrina della sartoria di Mrs. Langley. Lily Boudine aveva aspettato che il cocchiere aiutasse a scendere una donna che Tobin sapeva essere la sua governante, poi l'aveva presa per mano con impazienza, sorridendo e indicando la pasticceria. Il cuore di Tobin, infiammato dalla rabbia e dall'odio, 9


aveva battuto dolorosamente alla vista della bambina. Era la pupilla della contessa, l'unica testimone che sosteneva di aver visto suo padre ad Ashwood la sera in cui erano spariti i gioielli. Bugiarda! E pensare a tutti i giorni che Tobin aveva passato in sua compagnia, mentre suo padre costruiva uno scalone ad Ashwood, cosĂŹ grandioso che la gente veniva da miglia di distanza per ammirarlo. Tobin era stato l'aiutante di suo padre, ma c'erano giorni in cui Joseph lo mandava fuori con la bambina, con l'ordine tassativo di tenerla occupata. Lily aveva cinque anni meno di lui, era piĂš piccola perfino di Charity, e a Tobin seccava essere costretto a giocare con lei. Ma l'aveva fatto. Era stato il suo compagno di giochi e il suo servitore. In cambio, lei aveva detto al magistrato di aver visto suo padre allontanarsi a cavallo da Ashwood la sera del furto. Era buio e pioveva, ma lei era certa che si trattasse di Joseph Scott. Per via del cavallo. Dopo la testimonianza di Lily non c'era piĂš stata speranza per il padre di Tobin. E adesso Lily Boudine era andata al villaggio a comprare dei dolci mentre lui e la sua famiglia aspettavano che la diligenza pubblica li portasse lontano dalla sola casa che avessero mai conosciuto. Lei era vissuta nel lusso mentre la sua famiglia abitava in due stanze nei pressi della malfamata zona di St. Giles. Sua madre aveva fatto lavori di cucito, aguzzando la vista alla luce fumosa di un fuoco di torba. Era una misera esistenza per una famiglia che un tempo aveva goduto di un buon tenore di vita, e il cambiamento aveva avuto delle conseguenze. Il fratello minore di Tobin, Ruben, era morto durante la loro prima primavera a Londra, quando la sporcizia degli alberi infestati dai corvi aveva sparso nelle strade una febbre perniciosa. 10


Sua madre l'aveva seguito poco tempo dopo. Tobin aveva solo quattordici anni e sua sorella undici, alla morte della madre. Anche adesso poteva ricordare il panico con cui si era chiesto che cosa ne sarebbe stato di loro. L'ansietà lo aveva fatto ammalare. Non riusciva a trattenere nello stomaco il poco cibo che avevano. «Non puoi morire!» aveva gridato Charity, aggrappandosi al suo braccio. «Se muori, che cosa ne sarà di me, Tobin? Se muori morirò anch'io!» La sua frenetica supplica gli aveva dato la forza di sollevarsi, di tirare avanti. Aveva pensato a tutti coloro che, a Hadley Green, stavano al caldo nei loro letti, con abbastanza cibo, legna per il fuoco e candele per farsi luce, e aveva deciso che un giorno avrebbe vendicato la sua famiglia. Con le poche monete che aveva in tasca, Tobin aveva portato Charity in un negozio e le aveva comprato un buon vestito. Poi l'aveva accompagnata in chiesa. Il prete, un uomo anziano con ciuffi di peli argentei nelle orecchie, gli aveva messo sulla spalla una mano costellata di macchie senili. «Le troveremo un posto come cameriera, non dubitarne» aveva detto. «La Ladies Beneficent Society si occupa molto degli orfani.» Tobin non aveva saputo esattamente che cosa questo significasse, e aveva stretto i pugni mentre il vicario conduceva via Charity. Sua sorella lo aveva guardato da sopra la spalla con gli occhi colmi di paura. Lui le aveva promesso che sarebbe tornato al più presto, ma quel giorno non aveva idea di come o quando avrebbe potuto mantenere la parola. Scarno e stordito, si era fatto coraggio e aveva tirato avanti, cavandosela da solo e sopravvivendo grazie alla fortuna. Naturalmente la sua strada lo aveva portato verso i 11


moli, perché che cosa poteva fare un ragazzo senza prospettive se non sognare una vita diversa in una terra diversa? Aveva dalla sua il fisico – era diventato alto e largo di spalle – e il fatto che sapeva leggere, scrivere e far di conto. Aveva pensato di arruolarsi su una nave mercantile, ma era stato derubato e picchiato a sangue da alcuni marinai che l'avevano considerato un facile bersaglio. Era rinvenuto quando qualcuno l'aveva sollevato per il colletto e una faccia florida e carnosa aveva danzato davanti a lui. Tobin aveva sferrato un pugno a casaccio, senza colpire nulla, e l'uomo aveva ridacchiato, studiandolo con i piccoli occhi scuri. «Calma, ragazzo. Sei stato sonoramente picchiato, ma non da me.» Quel fatto era penosamente evidente per Tobin. Il suo berretto era sparito, la mascella gli doleva e le tasche erano rivoltate. «Sai cucinare?» aveva chiesto l'uomo. «No» aveva risposto Tobin con voce rotta. «Rispondi di sì.» Tobin era rimasto perplesso. Perché avrebbe dovuto dire di sì, se non era vero? «Avanti, di' di sì» aveva ripetuto l'uomo, scrollandolo. «Sì» aveva detto lui, confuso. «Benissimo. Puoi essere il mio aiutante in cambio di una cuccetta, cibo e cinque sterline alla fine del viaggio.» Solo allora Tobin si era reso conto di trovarsi nella cambusa di una nave. «Il mio nome è Ethan Bolger» aveva detto l'uomo. «Sono il cuoco di questa nave. I più mi chiamano Bolge. E tu come ti chiami, giovanotto?» «Tobin. Tobin Scott.» «Ah, Scottie, vedrai che presto diventerai un ottimo 12


apprendista» aveva dichiarato Bolge. «Puoi cominciare tagliando le carote.» Era così che Tobin aveva iniziato la sua vita sul mare. Per due anni aveva viaggiato con Ethan Bolger, affettando carote e mescolando pentoloni di stufato. Per due anni aveva servito al tavolo degli ufficiali, versando vino e assorbendo tutte le nozioni che poteva sui commerci inglesi. Aveva visto dozzine di porti. Aveva attraversato mercati affollati, fra incantatori di serpenti e mercanti di seta o di spezie e fumatori d'oppio. Aveva visto gente diversa da chiunque avesse mai incontrato, gente con la pelle nera come la notte, con gli occhi rotondi o a mandorla, vestita di abiti colorati come l'arcobaleno e che parlava lingue a volte musicali e a volte aspre. Aveva visto donne, belle donne! Rosse, brune e bionde. Donne con seni grandi o seni piccoli, con natiche generose, magre e alte, donne con gli occhi azzurri, o neri, o verdi. Tutte intriganti, tutte eccitanti, tutte disposte a fare l'occhiolino a un giovanotto. Tobin aveva imparato che gli uomini davano importanza al potere sopra ogni altra cosa, e aveva sentito parlare di certi moschetti al Cairo. Un giorno era scoppiata una rissa quando dei marinai francesi erano accorsi in aiuto di un loro compatriota nel suk. L'uomo aveva cercato di vendere due casse di fucili. Un pensiero aveva colpito Tobin. Sul Continente c'erano guerre, fin da quando poteva ricordare. Non aveva mai pensato alle armi che potevano occorrere per quelle guerre, ma gli era sembrato un commercio redditizio. Aveva comprato la sua prima cassa di fucili là al Cairo, con il denaro risparmiato sui suoi magri salari. Aveva venduto la cassa a un mercenario francese un mese dopo, e aveva accettato di procurargliene altre. 13


Questo era accaduto dieci anni prima, eppure adesso sembrava un'intera vita. Tobin era sopravvissuto al mal di mare, agli uomini che volevano la sua borsa. Era sopravvissuto alla caccia dei pirati, al fuoco delle navi francesi e a tempeste scatenate da Satana in persona. Era sopravvissuto, e aveva imparato a commerciare. Aveva anche imparato che gli uomini che vivevano lucrando sulla guerra raramente erano fedeli a una nazione o a una donna, ma erano legati ai conflitti e alle armi. Aveva fatto fortuna, alla grande, e adesso possedeva cinque fregate che trasportavano fucili fra l'Europa e il Nord Africa. Aveva condotto un'esistenza emozionante, piena di pericoli e di intrighi, bellissime donne e bella vita. Eppure non gli bastava. Niente sembrava colmare il vuoto che l'impiccagione di suo padre aveva scavato con il fuoco nel suo cuore. Niente poteva compensare le sofferenze della sua famiglia per quella falsa accusa. Nella primavera del 1802 Tobin aveva tolto Charity a una vita passata a lavare i pitali dei ricchi. Adesso era la padrona della sua lussuosa casa a Mayfair. Lui la copriva di vestiti e gioielli, e anche se Charity apprezzava i suoi sforzi, per lei era troppo tardi. Aveva avuto una figlia illegittima, e la società la discriminava per le sue umili origini e per la sua bambina bastarda. Non c'era somma di denaro bastante a cancellare la censura che la società riservava alle donne come lei. La sola cosa in grado di aiutare sua sorella sarebbe stata procurarle una qualche forma di legittimità. Tobin riteneva che, se avesse avuto un titolo, avrebbe potuto guadagnarle l'accesso ad almeno una parte della società. Ottenere un titolo nobiliare sarebbe potuto apparire impossibile a qualunque altro uomo, ma lui era stato deciso a fare in modo che la società non dettasse mai più il 14


corso del loro futuro. Perciò lo aveva comprato. In realtà, gli era piovuto dal cielo. Un oscuro conte danese, Lord Eberlin, aveva chiesto a Tobin di portargli abbastanza fucili per equipaggiare un piccolo esercito, ma non era stato in grado di pagare. Tobin si era infuriato. Aveva consegnato le armi con considerevole rischio personale ed economico, e non si sarebbe lasciato imbrogliare. In quel periodo, in Danimarca c'erano disordini interni. I vecchi diritti nobiliari avevano ceduto il posto alla volontà popolare e al desiderio dei contadini di essere proprietari delle terre che lavoravano... proprio come avevano fatto i francesi anni prima. Tobin aveva approfittato di quella situazione e aveva assicurato a Eberlin che poteva rendergli la vita molto difficile. E poi gli aveva fatto un'offerta che il conte non aveva potuto rifiutare: una somma principesca in pagamento delle sue proprietà e del suo titolo. L'ex Conte di Eberlin aveva preso tutto il denaro che possedeva e si era trasferito alle Barbados. Era bastata una generosa mazzetta ai tribunali di Copenhagen perché chiudessero un occhio e trasferissero la piccola proprietà di Eberlin e il suo titolo a Tobin. Lui aveva minimizzato lo scontento dei braccianti che coltivavano le terre del conte da decenni distribuendo loro piccoli appezzamenti da sfruttare in proprio. Come risultato, la proprietà attualmente consisteva in poco più di una foresta e un castello. A Tobin non importava di quella proprietà. Quello che gli interessava era l'Inghilterra. Adesso era un conte nella società inglese, che era piuttosto sensibile ai titoli. Aveva ottenuto l'impossibile: era uno di loro. Nell'inverno del 1807 il nuovo Conte di Eberlin era tornato a Londra per passare il Natale con sua sorella. 15


Una sera, a cena, lei gli aveva detto che il vecchio Conte di Ashwood era morto. «Bene, il mondo se n'è liberato» aveva commentato Tobin, e aveva fatto cenno al valletto in livrea di riempirgli il bicchiere di vino. «Non ha lasciato eredi, sai» aveva aggiunto Charity. Tobin si era stretto nelle spalle. «Miss Lily Boudine adesso è la sua parente più prossima, quindi è diventata contessa ed eredita Ashwood.» Quella notizia aveva riscosso tutta l'attenzione di Tobin. Aveva alzato gli occhi dall'oca che era stata servita nei piatti di porcellana di Limoges. «Immagina» aveva continuato Charity, prendendo il bicchiere di vino. «Proprio lei che diventa contessa, dopo tutti questi anni.» Tobin si era sentito gelare il sangue. Aveva pensato al cumulo di ingiustizie che Lily aveva riversato su di lui con la sua bugia, una bugia che ancora lo torturava come una piaga in cancrena. Ed era tornato a Hadley Green per raddrizzare i torti, una volta per tutte. Era così immerso nei ricordi che non si rese conto di dov'era fino a quando Tiber Park non gli si eresse davanti maestosamente. Fermò il cavallo per una lunga occhiata al luogo. Era come lo ricordava... un monolito, troppo grande da mantenere per chiunque, tranne un re, abbandonato per mancanza di denaro. A volte gli sembrava che fosse stato Dio stesso a mandarlo là. Era già curioso che si ricordasse di quel posto, ma per pura coincidenza aveva ingaggiato un irlandese per allevare per conto suo un cavallo da corsa di assoluto valore. Quando il suo agente gli aveva detto che l'irlandese avrebbe tenuto la fattrice a Kitridge Lodge, nel West Sussex, era stato quasi come se il cielo avesse preparato la scena per lui. Naturalmente Tobin 16


conosceva Kitridge Lodge, anche perchĂŠ suo padre aveva lavorato lĂ quando lui era ragazzo. Si era ricordato che c'erano diversi palazzi nobiliari nel West Sussex, e si era chiesto... Non appena aveva concluso l'acquisto di Tiber Park, aveva iniziato i lavori. Era compiaciuto dei risultati raggiunti fino a quel momento. La pietra bianca era stata ripulita dalla sporcizia accumulatasi nel tempo ed erano in costruzione due nuove ali che avrebbero formato un quadrato attorno ai lussureggianti giardini. Aveva ordinato tappeti e mobili europei e aveva comprato intere collezioni d'arte a varie aste, e perfino arredi del diciottesimo secolo dagli aristocratici francesi emigrati che si sforzavano disperatamente di mantenere il loro tenore di vita privilegiato in Inghilterra. Aveva ordinato alberi di arancio in Spagna per il frutteto, e aveva assunto un esperto capo giardiniere. Nessuna spesa sarebbe stata risparmiata per fare di Tiber Park il gioiello del West Sussex. Nello stesso modo in cui il potere del nome e della ricchezza degli Ashwood aveva distrutto la sua famiglia, quindici anni prima, Tobin avrebbe usato il potere del proprio nome e della propria ricchezza per distruggere Ashwood e la sua nuova contessa, Lily Boudine.

17


Ballo di mezzanotte NICOLA CORNICK Scozia, 1815 - Lady Mairi MacLeod, la più chiacchierata vedova di tutta Edimburgo, ha pensato di seppellire la malinconia tra le braccia di un amante occasionale. In fondo quale migliore occasione di un ballo in maschera per indulgere in un peccato passionale senza essere riconosciuta? Dopo una notte indimenticabile, tuttavia...

La vendetta di un lord JULIA LONDON Inghilterra, 1808 - Di nuovo a Hadley Green dopo quindici anni, il giovane Tobin Scott, ora Lord Eberlin, ha un solo obiettivo in mente: vendicare la morte del padre, accusato ingiustamente di aver rubato i gioielli degli Ashwood. Ma quando si trova di fronte all'incantevole oggetto del suo risentimento, Lily Boudine, il suo piano vacilla.

L'intrigo della rosa d'oro KASEY MICHAELS Inghilterra, 1810 - Valentine Redgrave ha un debole per le sfide impossibili e questa volta ha trovato pane per i suoi denti: infiltrarsi nella Society, il cui simbolo è una rosa d'oro, per scoprire i nomi di tutti gli adepti e sgominarla una volta per tutte. Il luogo scelto per la sua affiliazione è la tenuta di Lord Mailer, e mentre vi si trova ospite...

La rotta del desiderio ALISON DELAINE Inghilterra, 1767 - Lady Katherine Kinloch, al comando della Possession, recupera un naufrago di bell'aspetto, che dice di chiamarsi Thomas Barclay. Lo sconosciuto, tuttavia, altri non è che il famoso capitano James Warre, messo dalla Corona sulle tracce di Katherine, con l'ordine di indagare sulle presunte attività illecite di quest'ultima.


Un'incantevole tentazione NICOLE JORDAN Inghilterra, 1816 - Il Conte di Hawkhurst è tornato in Inghilterra per concordare un matrimonio di convenienza e Lady Skye Wide capisce di avere un'unica possibilità per convincerlo che è lei la donna destinata ad amarlo. Con un pretesto, si presenta alla porta dell'imponente castello di Hawk, decisa a sfoderare tutto il suo fascino per tentarlo.

La signora degli inganni KASEY MICHAELS Inghilterra, 1810 - Con la tenuta di famiglia sotto assedio, tocca a Maximillien Redgrave lanciare il definitivo attacco alla Society e smascherare la donna che è diventata l'efferato capo supremo della setta. È il caso, o forse il destino, a mettere sulla sua strada Zoé Charbonneau, un tempo compagna d'avventura e amante appassionata.

Ritratto di uno scandalo ANNE BARTON Londra, 1816 - Daphne Honeycote nel giro di pochi mesi viene proiettata nel mondo dell'alta società, grazie alle nozze della sorella Anabelle con il Duca di Huntford. Ma il passato non si può cancellare facilmente, e Daphne si trova a fare i conti con uno scandaloso segreto: l'aver posato come modella per due dipinti compromettenti.

Le virtù di un libertino ANNA CAMPBELL Inghilterra, 1826 - Ricchissimo ma con il marchio dell'illegittimità che gli pesa addosso, Jonas Merrick è bandito dall'alta società che lo reputa una canaglia. Ma neanche il più insensibile dei villani potrebbe approfittarsi di Sidonie Forsythe. Lei, per salvare la sorella che ha contratto un debito di gioco con Jonas, si offre di compiacerlo, ma...

Dal 16 luglio


Abbonati! PER TE UNA SORPRESA MISTERIOSA!

Sì!

Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O Brescia CMP - 25126 Brescia

Voglio abbonarmi ai Grandi Romanzi Storici Special. Speditemi bimestralmente 2 inediti romanzi e la sorpresa misteriosa che resterà comunque mia al prezzo scontato del 15%: € 11.70 più € 1.80 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10 gg. (Diritto di recesso Art. 64 Dlg. 206/2005).

4B0142 Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici Special. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2014. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO

Regalo non condizionato all’acquisto ed esente dalla disciplina delle operazioni a premio


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.