733 - Lezioni d'amore - B. Gifford 734 - La signora di Hanover Square* - A. Herries 735 - Gioco pericoloso - E. Bryan 736 - Scandalo nell'alta società** - N. Cornick 737 - Novità a palazzo N. Cornick - J. Maitland - E.Rolls 738 - Passione vichinga - J. Fulford 739 - La città dei segreti - L. Lael Miller 740 - Capricci di una gentildonna** - N. Cornick 741 - Il segreto del Falco - D. MacTavish 742 - D'amore e di ventura - E. Bricca 743 - Sguardo da bandito - L. Lael Miller 744 - Il bacio del visconte - M. Moore 745 - Incantesimo francese - J. Francis 746 - La dama inglese - C. Townend 747 - Le avventure di una gentildonna C. Jewel 748 - Gli scherzi del cuore - A. Ashley 749 - Profezia nella notte - A. O'Brien 750 - Il dilemma del conte - E. May 751 - La figlia segreta del re - M. Fuller 752 - La principessa e il cavaliere - J. Rock 753 - Il segno del peccato - M. Styles 754 - La cortigiana e il libertino - A. Lethbridge 755 - Regole di cavalleria - J. Justiss *
Una Stagione a Londra Le Spose di Fortune's Folly
**
JULIA JUSTISS Regole di cavalleria
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: From Waif to Gentleman's Wife Harlequin Historical © 2009 Janet Justiss Traduzione di Paola Picasso Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici novembre 2010 Questo volume è stato impresso nell'ottobre 2010 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 755 del 22/11/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dell'1/2/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1
Sud dell'Inghilterra, primavera 1817 Ormai certa che la piccola Susan, dimenticato l'incubo che l'aveva spaventata, si era riaddormentata, Joanna Merrill le accarezzò i morbidi capelli e la lasciò alla bambinaia che ne aveva cura. «Grazie, madame, e scusatemi se ho disturbato la vostra serata» sussurrò Hannah, continuando a cullare la sorellina minore di Susan. «Ero alla disperazione con questa piccolina che piangeva e Miss Susan che urlava di paura. Voi avete un tocco magico per calmare quella bambina. Adesso è meglio che torniate di sotto, se volete gustare il vostro tè.» Avendo avuto la possibilità di evitare un'altra interminabile cena sotto lo sguardo lascivo di Lord Master, il marito della sua padrona, Joanna non aveva alcuna intenzione di andare a servire il tè alla famiglia, benché la nobildonna le avesse ordinato di tornare appena fosse riuscita a rasserenare la bambina. 5
«No, Hannah, mi sento stanca. Credo che andrò nella mia camera e mi metterò a leggere.» «Come preferite, madame. Vi auguro una buona notte e... state attenta.» Joanna non aveva bisogno di quell'avvertimento. Evitare le avance sgradite stava diventando così faticoso che, sebbene amasse la quiete della campagna e il compito che svolgeva con le bambine, sapeva che presto avrebbe dovuto cercare un altro impiego. Tuttavia, sospettando che Lord Master, non volendo farsi sfuggire l'oggetto delle sue brame, avrebbe proibito a sua moglie di darle le referenze necessarie, aveva evitato di comunicare la sua decisione. Com'erano cambiate le cose da quando i suoi padroni erano tornati da Londra, pensò, attraversando la stanza in punta di piedi. Un anno prima, quando un amico di famiglia del suo defunto marito l'aveva raccomandata per quel posto di governante, aveva creduto che Dio avesse accolto le sue preghiere di povera vedova, distrutta dalla perdita del suo bambino e di quella del caro Thomas. Non aveva avuto né i mezzi né la forza di ricorrere al padre, sacerdote nell'East India Company, e non aveva voluto cercare la carità di suo fratello maggiore Greville, e neppure abbassarsi a supplicare l'aiuto della famiglia di Thomas, che non aveva mai approvato il matrimonio del figlio con la figlia di un gentiluomo di campagna senza titoli nobiliari. 6
Dunque era stata ben felice di scambiare il frastuono e la sporcizia di Londra con la serena bellezza della campagna dello Hampshire. Istruire due bimbe dolci ma esigenti le aveva riempito le giornate, lasciandole poco tempo per pensare a se stessa e al sogno ormai infranto di poter costruire una famiglia insieme all'amato marito. La pace di quei giorni era stata purtroppo interrotta dall'arrivo di Lady Master, che aveva visto solo il giorno del colloquio, e di suo marito, Lord Master, che invece non aveva mai incontrato. Ferma sulla soglia, sbirciò con cautela il corridoio, ricordando con amarezza che all'inizio aveva giudicato Lord Master affascinante e gradevole. In apparenza persona alla mano, il nobiluomo si era fermato a conversare con lei, chiedendole della sua famiglia e dichiarandosi buon amico dei suoi parenti altolocati, i Marchesi di Englemere, che avevano affidato a suo fratello Greville la gestione di una piccola proprietà . Sincera come sempre, Joanna aveva informato Lord Master di non aver mai conosciuto quei cugini e in seguito, dopo avergli confessato di non aver mai frequentato l'alta società londinese, si era aspettata che il visconte, abbandonati i modi gentili, la trattasse da semplice governante. Invece lui aveva continuato a intrattenerla, parlando di letteratura, di arte e di teatro con la scusa che quegli argomenti erano importanti per l'edu7
cazione delle figlie e coprendola di attenzioni lusinghiere. Joanna era stata sicura delle sue buone intenzioni finché, la quarta sera dopo il suo arrivo, lui l'aveva bloccata in un angolo della biblioteca. Ripensando a quella scena sgradevole, rabbrividì. L'insistenza con cui il nobiluomo le aveva fissato il seno l'aveva fatta sentire a disagio e l'aveva convinta a rifugiarsi dietro lo scrittoio, poiché ricordava che a tavola lui aveva bevuto una notevole quantità di vino. Infine si era diretta verso la porta, con il libro che aveva scelto stretto al petto come uno scudo. Aveva quasi raggiunto la salvezza, quando lui, coprendo in due balzi la distanza che li separava, aveva allungato una mano e le aveva accarezzato il sedere. Il suono della sua risata, quando gli aveva allontanato la mano ed era fuggita, chiudendo la porta, l'aveva scossa fino nel profondo dell'anima. Chiusa a chiave nella propria stanza, con il cuore che batteva ancora come un tamburo, aveva preso in considerazione l'idea di riferire l'accaduto a Lady Master, ma il dubbio che la donna non le credesse l'aveva trattenuta. Suo marito era stato un semplice soldato, suo padre era un sacerdote insignificante lontano dall'Inghilterra e suo fratello, che non vedeva da anni, un sovrintendente in una proprietà molto distante. Chi l'avrebbe spalleggiata se Lord Master, 8
un visconte, avesse negato le proprie responsabilità, come lei era sicura che avrebbe fatto? Aveva reputato che tacere fosse la soluzione migliore, e si era ripromessa di stare con gli occhi bene aperti. Innanzitutto, da quella sera, aveva chiuso a chiave la porta della propria camera. Tirando un profondo respiro, uscì dalla stanza e si avviò per il corridoio poco illuminato. Era quasi giunta a destinazione, quando una sagoma si materializzò e prese ad avanzare verso di lei. «Lord Master.» Joanna lo affrontò con la maggiore calma possibile. «Ho un leggero mal di testa. Vi prego gentilmente di dire a Lady Master che questa sera non berrò il tè.» «Ah, in questo caso ne farò a meno anch'io e mi prenderò cura di voi. Avete la febbre?» Joanna spostò il capo per evitare che lui le tastasse la fronte. «Soltanto mal di testa, milord, un piccolo malessere che guarirà con il silenzio e il riposo. Immagino che vostra moglie attenda con impazienza il vostro ritorno in salotto.» «Lei ha già avuto la sua parte, perciò può aspettare.» Il suo sguardo era così sfrontato che lei se ne sentì infangata. «Mentre voi, gattina... È da molto tempo, vero? Sono passati anni da quando quel vostro marito soldato vi ha rimandata in Inghilterra, dico bene? Dovreste essere piena di desideri inconfessabili.» Mentre lui parlava, Joanna era arretrata verso la propria camera e a un certo punto, allungando una mano, sentì sotto le dita la maniglia della porta. 9
Ma lui, di colpo, la imprigionò contro lo stipite di mogano e le alitò sul viso una zaffata di alcol. Che cosa fare?, si chiese lei. Se fosse scappata dentro la stanza, avrebbe fatto in tempo a chiudere a chiave prima che lui, grazie alla sua forza, la spalancasse? Di una cosa era sicura: pur essendo piccola e fragile, non gli avrebbe dato la soddisfazione di vedere quanto fosse spaventata. «Lord Master» esordì con il tono di una severa governante. «Trovo estremamente sgradevoli le vostre attenzioni. Vi prego di ricordare che siete un gentiluomo e di abbandonare subito questo atteggiamento.» Il visconte scoppiò a ridere. «Che animaletto compito siete. Vi ho forse arruffato il pelo? Per tutti i diavoli, voi mi suscitate una voglia matta di togliervi quell'abito informe e di sentire sotto le dita la morbidezza della vostra pelle.» Comprendendo che tentare di farlo ragionare sarebbe stato tempo perso, Joanna si chinò di colpo, cercando di passare sotto il suo braccio teso, ma lui, ridendo di cuore, l'afferrò e, spingendola contro la porta, le premette le labbra, cercando di schiuderle con la lingua. Furibonda e spaventata, lei lo colpì con tutta la forza e gli morsicò la lingua. Grugnendo di dolore, lui le afferrò i polsi con una mano e con l'altra le tappò la bocca per impedirle di urlare, poi la strinse con tanta forza da farle male. «Ti piace la violenza, eh?» ansimò, 10
l'espressione esaltata. «Bene, posso accontentarti. E adesso, piccola bisbetica, ti avrò!» Tenendola stretta contro il fianco, spalancò la porta con un calcio e, mentre lei si dibatteva, cercando disperatamente di liberarsi, la trascinò attraverso la camera, la buttò sul letto e le montò sopra. Poi, imprigionandola sotto il suo peso, cominciò a sollevarle la gonna con una mano. Semisoffocata e in preda al panico, Joanna riuscì a liberare un braccio, vibrò un colpo alla cieca sulla testa dell'uomo e addentò le dita che le coprivano la bocca. Ma, nonostante tutti i suoi sforzi, lui riuscì a infilarle una mano tra le cosce. In quell'istante una voce femminile strillò: «Mrs. Merrill! Che cosa state facendo?». Dopo un istante di sorpresa, il suo aggressore rotolò da un lato e Joanna, lottando per respirare, si mise a sedere sul letto. «Che cosa significa questo oltraggio?» domandò Lady Master con espressione ferita e disgustata. «Andiamo, Lizze, non farne un dramma» replicò il marito in tono suadente. «Questa strega dai capelli rossi mi si è buttata addosso da quando siamo arrivati e un uomo non può resistere a lungo a una tale tentazione.» Lo sguardo della nobildonna divenne sprezzante. «In questo caso, direi che la resistenza è stata molto poca.» «Tentazione!» gridò Joanna, ritrovando la vo11
ce. «Non vi ho mai incoraggiato in alcun modo. In realtà ho fatto di tutto per scoraggiare le vostre sgradite attenzioni.» «Scoraggiare, ah!» sbuffò Lord Master. «Guardala, amore mio. Quella chioma fiammeggiante, la gonna sollevata, le guance rosse e il respiro affannoso... Diamine, questa scostumata dal sangue caldo mi ha perfino morsicato» affermò, mostrandole la mano e il labbro insanguinati. Lady Master chiuse gli occhi ed emise un sospiro tremante. Adesso che il pericolo era passato, Joanna sentì pena per lei. Doveva essere orribile essere legata per la vita a un depravato che cercava di violentare la governante delle figlie sotto il suo naso. Avrebbe scommesso che non era la prima volta che il marito le infliggeva una tale umiliazione. Riaprendo gli occhi, la nobildonna si rivolse al marito. «Prego, volete lasciare a me il disbrigo di questa faccenda?» «Come desideri, amore mio.» Sorridendo alla moglie e lanciando a Joanna uno sguardo da bambino a cui è stato negato il dolce promesso, lui lasciò la stanza. «Lady Master, vi assicuro...» «Vi prego, Mrs. Merrill, non cercate di spiegarmi. Data la situazione, non posso permettere che una donna di simili appetiti stia vicina alle mie figlie. Devo chiedervi di lasciare immediatamente questa casa.» La punizione era così inattesa e ingiusta che 12
per qualche attimo Joanna poté solo guardare interdetta la nobildonna. «Lady Master, non potete incolparmi...» «Mrs. Merrill, ho già detto che non voglio scuse. Sarò tanto generosa da ordinare a uno stalliere di accompagnarvi in calesse al villaggio più vicino tra mezz'ora esatta. Non mettete alla prova la mia indulgenza trattenendovi un minuto di più sotto il mio tetto.» «Devo andarmene adesso?» Era incredula. «Ma è buio pesto. E il salario che mi dovete per questo periodo?» «L'ora tarda è un problema vostro. In quanto al salario...» Lady Master la guardò dall'alto in basso. «Presumo che riuscirete a guadagnare quello che vi serve.» Fu così che in un battibaleno, ancora sconvolta e furiosa, Joanna venne depositata davanti alla locanda del villaggio. Lo stalliere la lasciò senza dire una parola, frustò il cavallo e scomparve nel buio, in direzione del castello. Non volendo svegliare i locandieri e soprattutto non sapendo come spiegare la sua apparizione improvvisa a quell'ora della notte, sgattaiolò dentro la stalla, accolta dai nitriti sommessi dei cavalli, e si lasciò cadere sopra un mucchio di paglia. Dopo qualche momento di sconforto e di disperazione, si fece forza e si mise a valutare i pochi beni che possedeva: una borsa con la biancheria buttata alla rinfusa, gli abiti e le scarpe che indos13
sava e un borsellino che conteneva poche monete. Senza referenze, né la prospettiva di trovare un altro impiego, come avrebbe fatto a sopravvivere? Per fortuna, le venne in mente un pensiero confortante: avrebbe potuto raggiungere suo fratello, Greville Anders. Lui aveva lasciato l'esercito dopo Waterloo, a causa di una disputa con i suoi superiori dopo che gli era stata negata la promozione che gli spettava. Attualmente era impiegato come sovrintendente presso la proprietà dei Marchesi Englemere. Joanna non aveva notizie recenti e sperava che si fosse sposato, avesse una bella famiglia e vivesse soddisfatto nella proprietà dei loro illustri cugini. Quando aveva saputo della morte di Thomas, Greville non era corso a Londra per confortarla e lei, non volendo disturbarlo, aveva accettato l'impiego presso i Visconti Master. Tuttavia, sposato o no, lui era l'unico parente che avesse in Inghilterra e di certo l'avrebbe ospitata finché avesse trovato una soluzione al suo problema. Consolata da quel pensiero, si adagiò nella paglia con un sospiro. L'indomani avrebbe speso i pochi soldi che aveva per pagare il viaggio verso Blenhem Hill. «Allora, Ned, che cosa dovrei fare, secondo te?» Sir Edward Austin Greaves alzò lo sguardo dal 14
bicchiere di brandy che teneva in mano e guardò il suo amico Nicholas Stanhope, Marchese di Englemere, seduto davanti a lui nella biblioteca del castello di Englemere. «Che cosa ne sarà della tua proprietà, adesso?» domandò invece a propria volta. Nicky sorbì un sorso di brandy e scosse la testa. «Non avendo ispezionato la tenuta, non posso dirtelo con certezza. Ma, se non fosse per le agitazioni e per i disagi generali che ho notato anche negli altri miei possedimenti, sarei incline a pensare che Martin esagera. Quando ha smesso di fare il sovrintendente per me, ho affidato la conduzione di Blenhem Hill a un lontano cugino che, dopo Waterloo, mi aveva chiesto di essere assunto. Pensavo che fosse il meno che potessi fare per uno dei nostri uomini coraggiosi che avevano militato nel corpo di Wellington e ho dato per scontato che avrebbe dimostrato di essere una persona capace. Martin, però, non la pensa così. Nonostante l'età avanzata, ha sempre un occhio molto acuto.» «Secondo Martin la situazione è così brutta?» domandò Ned, in un tono carico di partecipazione. A parte alcuni casi di possidenti molto ricchi le cui terre erano ben tenute, come le sue, in generale l'economia agricola si trovava in gravi difficoltà, alla fine della guerra. Nicky strinse le labbra. «Tanto brutta che Martin mi ha consigliato di licenziare mio cugino e il suo aiutante, un altro veterano che ha combattuto 15
insieme a lui. Ho seguito il suggerimento e adesso mi trovo in difficoltà. Blenhem Hill è maledettamente lontana dalle altre mie proprietà, ma, sebbene detesti lasciare Sarah e nostro figlio per compiere un viaggio tanto lungo, ho deciso di recarmi di persona a controllare la costruzione del piccolo stabilimento tessile che Hal mi ha raccomandato di realizzare.» «Una fabbrica locale che darà alle famiglie del posto un'entrata capace di coprire gli ammanchi dovuti all'abbassamento dei prezzi delle messi, giusto? Ho parlato con alcuni proprietari che hanno avuto la stessa idea. Ottima iniziativa.» «Così sostiene Hal, soprattutto adesso che sono disponibili dei telai migliori. Conosci Hal.» Nicky ridacchiò, pensando al loro comune amico Hal Waterman, un pezzo d'uomo con la passione per gli investimenti e le invenzioni. «Sempre innamorato degli ultimi ritrovati della tecnica. In ogni modo prevedo di trattenermi per poco tempo a Blehnem Hill. Se la situazione mi sembrerà grave come sostiene Martin, mi sentirò in dovere nei confronti dei miei fittavoli di trovare una soluzione. Dato che io sono esperto di finanza, e poco di agricoltura, desidero i tuoi consigli sul da farsi.» Ned stava pensando a come rispondere quando, dopo un rapido colpetto alla porta, apparve una bella donna dai capelli biondi. Insieme a lei entrarono luce e calore e lui pensò a un campo di grano sotto il sole, dopo un temporale. 16
«Ned, Nicky, mi dispiace interrompervi, ma...» Sorridendo, Nicky balzò in piedi e andò a baciare la moglie. «Vederti è sempre un piacere, tesoro. Non è vero, Ned?» «Sempre» confermò l'amico con un'invidia che non riuscì a soffocare. Aveva sempre provato una forte attrazione per Sarah Wellington. Se il suo caro amico non l'avesse chiesta per primo, l'avrebbe corteggiata lui stesso. «Grazie, cari signori» replicò lei, eseguendo un inchino esagerato. «Nicky, Aubrey si rifiuta di dormire se non gli dai il bacio della buonanotte. Ned, puoi privarti di lui per qualche minuto?» «Certo. Vai da tuo figlio. Io resterò qui e penserò a una soluzione.» «Ahimè, questi sono i compiti che spettano a un padre» sospirò Nicky, ma Ned non gli credette nemmeno per un istante. Sapeva che il suo amico adorava il figlioletto e la moglie. «Torno subito.» E, prendendo sottobraccio Sarah, sparì dietro la porta. Ned li guardò allontanarsi con un rinnovato senso di invidia. Dopo la delusione che gli aveva inflitto Amanda, una ragazza di campagna che avrebbe potuto amare e stimare un semplice gentiluomo dedito all'agricoltura come lui, pensava di non poter mai più trovare una donna sincera e leale. Un gusto amaro gli riempì la bocca. L'immagine solare di Amanda, con i suoi capelli d'oro, gli occhi brillanti e la vitalità inconte17
nibile, gli passò davanti agli occhi. Lei lo aveva rapito subito, quando l'aveva vista nella proprietà del padre, Lord Bronning, un agricoltore entusiasta che aveva conosciuto alla fiera annuale di Holkham. E lei non lo aveva scoraggiato, ricordò, sorridendo. Oh, no. Aveva subito cercato di monopolizzare la sua attenzione, insistendo con il padre per fargli da guida, portandolo in giro e colpendolo con le sue conoscenze agricole e con i suoi commenti vivaci. Inoltre lo aveva infiammato di passione, toccandogli a bella posta le mani, le braccia, sfiorandolo con il seno e umettandosi le labbra. E cosÏ lui, che si sentiva solo dopo aver perso la compagnia dei suoi migliori amici - Nicky si era sposato e Hal Waterman era sempre alle prese con i suoi investimenti - si era convinto di essersi innamorato e aveva deciso di chiedere la sua mano. Per fortuna si era rivolto a Lord Bronning. Il poveretto, balbettando per l'imbarazzo, lo aveva informato che sua figlia, civetta incorreggibile, aveva giurato che avrebbe sposato solo un uomo molto ricco e dal titolo altisonante: ne aveva fin sopra i capelli di vivere in campagna e voleva risiedere a Londra per la maggior parte del tempo. E graziosa com'era, aveva aggiunto con un pizzico di orgoglio paterno, sarebbe riuscita nel suo intento in autunno, quando sua sorella l'avrebbe introdotta alla Stagione. Grato di essersi almeno risparmiato l'umilia18
zione di sentirsi rifiutare, Ned si era chiuso in casa, giurando che, non essendo ricco come Hal né titolato come Nicky, in futuro sarebbe stato molto cauto prima di proporsi a una donna. Abbandonando quei pensieri, cercò di concentrarsi sui problemi che affliggevano l'amico. Ned non era ricchissimo, ma possedeva molte terre e soprattutto gli piaceva il suo lavoro: lo entusiasmava scoprire nuovi metodi di coltivazione e convincere i fittavoli ad adottare le tecniche più innovative. E poi occuparsi dei suoi possedimenti non lo aveva mai deluso. Purtroppo anche i migliori ritrovati della scienza non erano sufficienti a salvare dal disastro in quei tempi durissimi. I costi per modernizzare l'agricoltura avevano gravato con maggiore pesantezza sulle spalle di quei poveri contadini che coltivavano il loro piccolo appezzamento e dovevano trarre da quello il loro sostentamento. Nicky aveva ragione. Era un preciso dovere del proprietario far sì che le condizioni di vita dei fittavoli fossero buone e che quelli costretti a vendere la loro terra fossero assunti con un salario ragionevole. Rimettere a posto una proprietà dissestata da una cattiva gestione, in tempi come quelli, sarebbe stata una difficile sfida anche per un uomo esperto come lui. Forse era proprio di una sfida che lui aveva bisogno per dimenticare l'amarezza lasciatagli da Amanda e per non soffrire di solitudine. 19
L'idea gli balenò nella mente quando Nicky riapparve e gli domandò, versandosi un'altra dose di brandy: «Adesso che hai avuto il tempo di riflettere, che cosa mi consigli di fare?». «Vendi Blenhem Hill. È troppo lontana perché tu possa occupartene di persona. Sei costretto a delegare a un sovrintendente di dubbie capacità e anche così le sue condizioni restano precarie.» «Vendere? Adesso? Con i prezzi delle messi in caduta libera, chi sarebbe tanto pazzo da comprare una proprietà in pessime condizioni, nelle lontane Midlands?» Ned sorrise. «Io.»
20
La principessa e il cavaliere JOANNE ROCK Irlanda - Inghilterra, 1169 - Quando Aine incontra un cavaliere che assomiglia moltissimo al padre di suo figlio, segreti e misteri del passato tornano a galla. E con loro la passione.
Il segno del peccato MICHELLE STYLES Scandinavia, 793 - Thyre sostituisce la sorellastra nel letto del valoroso guerriero vichingo appena sbarcato sulla loro terra. È un semplice capriccio o dietro c'è qualcosa di più profondo?
La cortigiana cortigiana e il libertino ANN LETHBRIDGE Inghilterra, 1816 - Alla lettura del testamento, Christopher scopre che lo zio gli ha lasciato un'eredità decisamente insolita: una bellissima ragazza francese che accende in lui strani desideri.
Regole di cavalleria JULIA JUSTISS Inghilterra, 1817 - Per aiutare la bella Joanna senza tuttavia mettere a repentaglio il proprio cuore, Sir Edward si presenta alla giovane sotto mentite spoglie. Ma le bugie hanno le gambe corte!
IL LATO OSCURO DELL’AMORE.
Ogni ultimo VENERDÌ del mese, appuntamento fisso con 2 NUOVI ROMANZI!
Un Demone irresistibile, un Angelo assassino, una passione incontrollabile. L’attesissimo nuovo romanzo della saga dei Demoni si prepara a sedurre le lettrici italiane…
Un amore oltre i confini del tempo e un destino a cui è impossibile sottrarsi: Maggie Shayne, autrice che ha venduto più di 7 milioni di copie in tutto il mondo, con questo libro si riconferma una delle regine del paranormal romance.
Dal 26 novembre Scoprili su www.eHarmony.it.