Grs896 una relazione pericolosa

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GAIL RANSTROM

Una relazione pericolosa


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Daring Liaison Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2013 Gail Ranstrom Traduzione di Federica Isola Pellegrini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici novembre 2013 Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 896 dello 08/11/2013 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Londra, aprile 1822 Charles Hunter sedeva sempre con le spalle rivolte verso la parete onde evitare sgradevoli sorprese... una tattica che gli aveva insegnato Lord Wycliff, il suo superiore al Ministero dell'Interno... e la Black Dog Tavern era il luogo meno indicato per essere colti alla sprovvista. Osservando Wycliff che stava avanzando verso di lui, si chiese per quale motivo avesse fissato quell'incontro fuori dal proprio ufficio. L'espressione cupa del suo viso non prometteva nulla di buono. Guai in vista, dunque. Problemi seri e di natura estremamente delicata, se non potevano parlarne al Ministero. Mandò giù un lungo sorso di birra e indicò l'altro boccale pieno, che Wycliff si affrettò a portarsi alle labbra. «Hunter.» Accennò nella sua direzione mentre gli sedeva di fronte. Charles ricambiò il breve cenno. «Che cos'è successo?» «È una faccenda segreta. Non posso costringervi ad accettare l'incarico, ma gioverebbe alla vostra carriera se lo faceste. Probabilmente, otterreste quel posto al 5


Ministero degli Esteri che avete chiesto. È per questo che ho pensato di offrirvene l'opportunità.» Il Ministero degli Esteri? Era un'allettante carota, quella che Wycliff gli stava agitando sotto il naso. Erano mesi infatti che desiderava lasciare l'Inghilterra, convinto che un trasferimento gli avrebbe chiarito le idee. Da quando era rimasto ferito, l'autunno precedente, si era sentito irrequieto, furioso e un tantino spericolato. Trovarsi accanto al proprio migliore amico mentre questi veniva ucciso con una pallottola alla testa poteva esercitare quell'effetto su un uomo. «Di che cosa si tratta?» Wycliff sospirò e abbassò lo sguardo sul suo boccale. «È una lunga storia. Ma procediamo con ordine. Avete mai conosciuto la pupilla della defunta Lady Caroline Betman, Georgiana Carson, attualmente nota come Mrs. Huffington?» Charles mascherò lo stupore e imprecò contro l'improvvisa contrazione alle viscere. Se l'aveva conosciuta? Aveva avuto intenzione di chiedere la sua mano quando Lady Caroline lo aveva informato che i suoi sentimenti non erano ricambiati. Ma era accaduto prima che Georgiana si sposasse per la prima volta. Era stata così giovane e fresca. Così bella. Così... falsa. «L'ho conosciuta» ammise. «Che cosa ne pensate?» «L'ho sempre trovata straordinaria. Intelligente e padrona di sé, sebbene alquanto guardinga e...» Wycliff assentì. «Imperscrutabile?» Charles scrollò le spalle. Era stato in procinto di usare il termine disonesta, ma poteva darsi che lo fosse stata soltanto con lui. «Direi riservata, piuttosto. E... poco emotiva.» 6


«Strano per una donna che è stata sposata due volte.» «Ed è rimasta vedova due volte e che adesso si nasconde in campagna, da quanto mi risulta.» «Quindi non ne siete giunto a conoscenza? Mrs. Huffington è tornata in città.» Lui fu incapace di afferrare il nesso. Che cos'aveva a che fare Georgiana Huffington con l'incarico che intendeva assegnargli Wycliff? Si massaggiò la spalla che gli doleva ancora a causa della ferita che aveva riportato quando il suo migliore amico era stato ucciso nel mese di ottobre. «È tornata in città e...» «Buon Dio, Hunter! Dove siete stato? Lasciate che vi aggiorni.» Wycliff si sporse in avanti e abbassò la voce a un bisbiglio. «Dicono che abbia ucciso i suoi mariti.» Fissando la sua birra, Charles ricordò la passione che aveva provato per Georgiana sette anni addietro. Era rimasto stregato da quegli occhi verde oliva, dalla promessa delle curve voluttuose che si intravedevano sotto gli abiti modesti che aveva indossato allora. Era stata schiva, dolce e dotata di un senso dell'umorismo che lui aveva trovato commovente, benché ci fosse sempre stato un che di misterioso in lei. «Non mi sembra il tipo.» «Dovreste sapere meglio di chiunque altro che le apparenze possono ingannare. Diamine, avete assistito a scene che farebbero ammutolire per l'orrore tutti i membri dell'alta società... be', tranne me, probabilmente.» In effetti, l'inganno e la doppiezza che aveva scoperto sotto le apparenze più innocue lo lasciavano del tutto indifferente. Era un uomo disincantato. 7


«Tuttavia, mi rallegro che la troviate attraente. Renderà più facile il vostro compito.» Un compito che riguardava Mrs. Huffington? Mai. «Sono in vacanza. Ho delle questioni personali da sistemare.» «Suvvia, Hunter. So bene che non state trascorrendo la vostra licenza spassandovela nel demi-monde e danzando con le ragazze di campagna appena arrivate a Londra per la Stagione. Non mentre Dick Gibbons è ancora a piede libero.» Gibbons. Quel maledetto, spregevole, sacco di letame infestato di pulci. Gibbons era appunto la questione personale che intendeva sistemare prima di accettare un altro incarico. Avrebbe scommesso tutto ciò che possedeva che fosse stato lui a uccidere il suo amico e a conficcargli una pallottola nella spalla. «Ho delle faccende personali di cui occuparmi, Wycliff. Non sono propenso a prestare il mio aiuto per risolvere dei problemi non ufficiali, al momento.» Wycliff si appoggiò allo schienale della sedia e batté ripetutamente un dito sul tavolo. «La verità è che dovete uccidere Gibbons prima che lui uccida voi, non è vero? Sebbene ne abbia viste di tutti i colori, la cricca dei Gibbons supera la mia comprensione. Non capisco a che cosa si possa attribuire la loro crudeltà.» «Ce l'hanno nel sangue. È quello che sono e quello che erano destinati a diventare.» «Ho conosciuto dei galantuomini che non avevano avuto un inizio migliore. Credete sul serio nel sangue marcio, vero?» «Sì. E credo che, se Gibbons dovesse generare un figlio, fareste un favore al mondo uccidendolo prima che possa crescere.» 8


Wycliff inarcò un sopracciglio. «E l'indole e l'educazione non hanno importanza? Le giudicate irrilevanti?» «Contano poco, a mio avviso.» «Mi rendo conto che non è la serata adatta per una discussione filosofica.» Non lo era, infatti. Charles riportò la conversazione sul motivo del loro incontro. «Di conseguenza, se ritenete che la Huffington sia colpevole di qualcosa, affidate le indagini a qualcun altro.» «È proprio per questo che mi occorre il vostro aiuto. Non sono ufficiali, vedete. Non ancora. Si tratta di una faccenda delicata, che richiede un uomo in grado di muoversi nel bel mondo, che sia accettato in tutti i livelli dell'alta società e possieda un tocco leggero.» «Se non è ufficiale, perché state ficcando il naso in quello che non vi riguarda?» «Ci sono giunte delle richieste piuttosto pressanti da parte di persone importanti. I congiunti dei suoi ex mariti nutrono dei sospetti sulla causa dei loro decessi. Troppo fortuiti, affermano. Troppo convenienti. Per lei. Ha ricavato dei notevoli vantaggi da entrambe le vedovanze. E il suo ultimo marito, Gower Huffington, era molto ricco. Non aveva dei parenti stretti, solo un lontano cugino che si aspettava di ereditare. Costui ritiene che Mrs. Huffington abbia persuaso il marito a modificare il testamento, privandolo di ciò che gli spettava di diritto.» Dei parenti delusi, ansiosi di mettere le mani su un'eredità, non costituivano una ragione sufficiente per distogliere la sua attenzione da Dick Gibbons. Scosse di nuovo il capo. «Non mi interessa.» «Non avete udito il resto.» Wycliff vuotò il suo boc9


cale e respinse la sedia. «Riguarda lei e Adam Booth.» Un senso di gelo lo pervase al nome dell'amico. «Che cosa c'entra Booth?» Adam era stato colpito da una pallottola destinata a lui, consentendogli di cavarsela con una ferita alla spalla. Dick Gibbons aveva sparato a lui e Adam si era trovato per puro caso nella traiettoria del proiettile. E che cosa aveva a che fare tutto questo con Mrs. Huffington? «Booth aveva corteggiato Mrs. Huffington. Pare che avessero firmato il contratto di matrimonio il giorno in cui lui è stato ucciso.» Pur avendo notato l'interesse di Adam per la vedova, Charles non si era reso conto di quanto fossero state serie le sue intenzioni, altrimenti lo avrebbe messo in guardia da lei. Mandò giù un lungo sorso di birra mentre assimilava quell'informazione. Wycliff incalzò. «Inoltre, la tutrice della bella Mrs. Huffington, Lady Caroline Betman, è mancata piuttosto all'improvviso. Anche la sua dipartita è considerata vantaggiosa per Mrs. Huffington. Tutti i decessi sono stati giudicati degli incidenti, tranne quello di Lady Caroline, attribuito a cause naturali. È per questo che le indagini devono restare segrete. Non sono emerse nuove informazioni che consentano di riaprire l'inchiesta. Raccogliere quelle informazioni sarebbe compito vostro.» Charles dovette ammettere che Mrs. Huffington sembrava effettivamente colpevole di qualcosa. E aveva conosciuto degli assassini assai più inverosimili. «Non l'ho frequentata che per un breve periodo, sette anni or sono, e non ho modo di sapere che cosa potrebbe o non potrebbe essere capace di fare. In effetti, non mi viene in mente nessun motivo valido per accettare 10


questo incarico. Però devo trovare Gibbons prima che lui trovi me.» «È quello che sto tentando di spiegarvi. Può darsi che non sia Gibbons la persona che state cercando.» Per un istante, Charles ebbe l'impressione che Wycliff alludesse a... «Mrs. Huffington?» «Perché no? Se ha ucciso i suoi mariti, perché non Adam Booth? Perfino suo padre è andato a trovare il ministro. Avete sempre affermato che non è da Gibbons mancare un bersaglio e che la pistola non è la sua arma preferita. E se dopotutto non fosse stato lui a sparare, quella sera?» Quell'ipotesi lo lasciò un momento perplesso, finché la logica non ebbe il sopravvento. «Quale movente potrebbe aver avuto Mrs. Huffington? Non essendo ancora sposata con Booth, non avrebbe ereditato niente. Non le sarebbe convenuto attendere che fosse stato celebrato lo sposalizio?» «Lady Caroline aveva preteso un cospicuo risarcimento qualora Booth non l'avesse sposata, per qualunque motivo. Temendo che lui cambiasse idea, senza dubbio.» Maledizione! Possibile che niente di ciò che aveva creduto fosse vero? «Due mariti? E tutti e due deceduti?» le domandò Lady Sarah Travis senza preamboli, sgranando allibita gli stupefacenti occhi viola. Georgiana Huffington era consapevole che la Compagnia del Mercoledì, una sorta di circolo letterario, aveva indetto una riunione di emergenza a causa sua. Le socie si dedicavano segretamente a soccorrere le donne che, per un motivo o per l'altro, si trovavano in 11


una situazione incresciosa. Annuì risoluta, sentendosi arrossire. Era sempre la stessa reazione, quella che otteneva. Forse perché lei non aveva che ventitré anni. O forse perché tutte quelle signore si stavano chiedendo a che cosa potesse essere dovuta una così spaventosa sfortuna. Tanto valeva che sapessero subito il peggio. «E un fidanzato» ammise con un sospiro. Grace Hawthorne si sporse per depositare la tazza del tè su un tavolo basso. «Mia cara! È... è troppo straziante.» Lady Annica Auberville e Lady Charity MacGregor assentirono. «È per questo che Gina vi ha portata da noi?» la incalzò Lady Sarah, scoccando un'occhiata in tralice alla cognata, Eugenia Hunter. «Ha affermato che sareste state in grado di aiutarmi.» Lady Annica depositò la propria tazza accanto a quella di Mrs. Hawthorne e studiò Georgiana attentamente. «Confesso di non sapere in che modo.» Stordita a causa delle implicazioni di ciò che stava per confidare, la giovane fece un profondo respiro. «Ho cominciato a chiedermi se si sia effettivamente trattato solo di malaugurati incidenti.» Si aspettava delle proteste, o almeno un qualche rassicurante diniego. Invece, le signore si limitarono a osservarla come se avesse fatto un'osservazione assolutamente ragionevole. Per un lungo momento, l'unico suono nell'elegante salotto di Lady Sarah fu il ticchettio della pendola posta in un angolo. Infine, Lady Sarah ruppe il silenzio. «State tranquilla che, qualunque segreto venga rivelato in questo 12


gruppo, è strettamente confidenziale. E ci aspettiamo la stessa cosa da voi.» Lei tirò un sospiro di sollievo e annuì energicamente. Ciò che stava per dire adesso era già abbastanza spaventoso, ma il pensiero che venisse divulgato era intollerabile. «Potreste cortesemente farci un breve resoconto, Mrs. Huffington?» la incalzò Lady Sarah. Georgiana si sentì assalire da un'ondata di nausea. «Mi sono sposata per la prima volta a diciassette anni, solo tre mesi dopo essere stata presentata in società. Lui si chiamava Arthur Allenby. La sera del nostro sposalizio cadde dalle scale, avendo ecceduto nelle libagioni per i festeggiamenti.» «Dopo aver consumato il matrimonio?» domandò Lady Annica con la consueta franchezza. Povero, caro Allenby. Era stato così impaziente di raggiungerla nel talamo nuziale e poi... «No, prima. I genitori di Mr. Allenby restituirono la mia dote, aggiunsero un notevole risarcimento e mi rimandarono immediatamente da zia Caroline. Dissero che io ricordavo loro la tragedia. Poi, dopo il periodo di lutto e un altro anno, si fece avanti Gower Huffington. Ci sposammo due anni or sono, in dicembre, e ci recammo nella sua tenuta di campagna per la luna di miele.» Questa volta il matrimonio era stato consumato. Lui si era mostrato estremamente ansioso e sbrigativo, concludendo l'amplesso prima che il dolore che lei aveva provato avesse avuto il tempo di mitigarsi. Subito dopo l'aveva presa di nuovo, tanto per essere sicuro, aveva dichiarato. Lei aveva sperato, con il tempo, di riuscire a tollerarlo. «Un paio di giorni più tardi, Gower uscì per fare una passeggiata e non tornò più a casa. Quan13


do il guardaboschi lo trovò, il giorno seguente, era morto. Un attacco di cuore, fu il responso del magistrato locale.» Portò lo sguardo su Lady Annica e rispose alla sua muta domanda. «Il matrimonio era stato consumato, questa volta. Né le terre né il patrimonio di Mr. Huffington erano vincolati. Non aveva parenti stretti e mi lasciò in una buona situazione economica.» «E... e voi vi chiedete se quei fatali incidenti siano dovuti al caso?» ripeté Lady Sarah. «Sembra strano che nessuno dei miei matrimoni sia durato più di un giorno o due. Potrebbe trattarsi di una tragica coincidenza.» Georgiana esitò. L'ultimo episodio era il più breve e il più drammatico. «Ma l'autunno scorso, prima che zia Caroline e io tornassimo in fretta e furia nel Kent, mi ero fidanzata con un altro uomo. Fu ucciso lo stesso giorno in cui avevamo firmato il contratto e prima che il nostro fidanzamento fosse stato annunciato.» Perfino l'imperturbabile Gina inarcò le sopracciglia. «Chi era, Georgiana?» «Mr. Booth. Mr. Adam Booth.» «Ero alle Argyle Rooms, quella sera! Ricordo bene l'incidente... avvenuto nella strada fuori da Argyle House.» Georgiana annuì. Benché non conoscesse ancora i particolari, le avevano assicurato che non aveva avuto nulla a che fare con lei. Tuttavia... «Non può trattarsi di semplici coincidenze» osservò Lady Annica. «Avete una ragione particolare, oltre al fatto che sono tutti decessi prematuri, per sospettare che ci sia sotto qualcosa di losco?» «Me lo sono chiesta all'infinito. Non conoscevo nessuno che volesse far loro del male né mi viene in men14


te nessuno che voglia nuocere a me. È tutto così assurdo, insensato, e penso che sia per questo che ho impiegato tanto tempo a capire che è altamente improbabile che si tratti di semplici coincidenze.» «Avevate mai ricevuto una minaccia alla vostra persona, Mrs. Huffington?» le domandò Grace Hawthorne. «Un biglietto, un avvertimento? Un rischio che avete corso, un incidente inspiegabile, un fatto strano?» «Niente. È accaduto ogni volta senza preavviso. Un momento prima andava tutto bene, un momento dopo...» «La catastrofe» concluse Gina. «Ancora più sconvolgente è stato il mio fidanzamento con Mr. Booth. È stato ucciso prima che venisse annunciato. A noi... a zia Caroline e a me... fu assicurato che l'omicidio non era collegato con il nostro fidanzamento, ma...» «Ma?» «I fatti parlano da soli. E, francamente, preferirei credere che ci sia qualcosa o qualcuno dietro tutto questo, piuttosto che pensare che sono stata colpita da una maledizione. Ho sentito bisbigliare che adesso solo un folle si sognerebbe di chiedere la mia mano e che alcuni azzardano l'ipotesi che io abbia affrettato la fine dei miei mariti.» «Desiderate risposarvi?» domandò Lady Sarah stupita. «Oh, no! Ne ho avuto abbastanza di lutti e matrimoni, grazie.» Mai più. Gli uomini e il matrimonio non erano per lei. Lady Sarah si raddrizzò sulla sedia. «In tal caso, il peggio che potrebbe accadere è che noi fossimo incapaci di risolvere questo enigma e le chiacchiere conti15


nuassero. Ma, se voi non desiderate risposarvi, non sono conseguenze poi tanto terribili.» «No» la corresse Lady Annica. «Il peggio che potrebbe accadere è che noi agitassimo le acque, facendo emergere qualcosa di incriminante per la nostra Mrs. Huffington, e lei fosse arrestata.» Arrestata? Se l'avessero giudicata colpevole, l'avrebbero impiccata. Si sarebbe azzardata a correre un simile rischio? «C'è qualcosa, qualsiasi cosa, che non ci avete rivelato, Mrs. Huffington?» Georgiana si spostò sulla poltrona, a disagio. Avrebbe dovuto menzionare i piccoli oggetti che le erano scomparsi negli ultimi anni? La sgradevole sensazione di essere spiata o seguita? O che c'era qualcosa che non andava? No. Aveva bisogno che quelle donne l'aiutassero, non che la giudicassero una visionaria fuori di senno. Clara, la sua cameriera personale, sosteneva che si trattava del frutto della sua immaginazione, causato dalla morte dei suoi mariti. Perfino zia Caroline aveva dichiarato che soffriva di allucinazioni. «Eravate molto innamorata, mia cara?» domandò Lady Charity. «Innamorata? Io... Lady Caroline mi aveva assicurato che l'amore segue il matrimonio. Aveva approvato i miei mariti e la loro dipartita l'aveva addolorata quanto me... forse di più. Aveva tanto desiderato vedermi sistemata.» «Lady Caroline è mancata poco prima di Natale» spiegò Gina. «Quindi siete sola al mondo, non è vero?» sospirò Mrs. Hawthorne. «Poverina... Tante tragedie in un'esistenza così breve.» 16


Georgiana agitò la mano per respingere quell'indesiderata compassione. «L'unica cosa che desidero è riabilitare il mio nome e la mia reputazione. E, se i miei mariti sono stati assassinati, voglio scoprire chi è stato e ottenere giustizia per loro.» Lady Annica batté le mani. «Giustizia. È precisamente questo lo scopo che ci siamo prefisse, Mrs. Huffington... Georgiana, se siete d'accordo. Ci chiamiamo tutte per nome, qui.» «Vi preghiamo di riflettere attentamente sulla nostra prossima domanda, Georgiana» dichiarò Lady Sarah. «Fino a che punto desiderate essere coinvolta nelle indagini?» «Molto da vicino.» Se qualcuno aveva preso di mira gli uomini che aveva sposato, voleva scoprirne il motivo. «Ottimo. Prenderò gli accordi necessari e vi farò sapere dove e quando ci riuniremo la prossima volta. Non prendete troppi impegni, mia cara. Con ogni probabilità, inizieremo già domani.» La mano alzata, Charles stava per bussare alla porta della sorella quando questa si spalancò e rischiò di fargli perdere l'equilibrio. Grazie a Dio, era arrivato in tempo. «Charlie! Ci hai spaventate a morte.» Portando lo sguardo al di là della spalla della sorella, lui notò il suo consueto gruppo di amiche... oltre alla famigerata Vedova del Kent. Il suo primo amore, la più profonda delle sue ferite... e adesso la sua preda. Sarah seguì la direzione del suo sguardo. «Hai già conosciuto Mrs. Huffington, Charles?» «Mi pare di aver avuto il piacere alcuni anni or so17


no» ribatté lui, togliendosi il cappello. «Forse dovresti rinfrescarmi la memoria.» Fu ricompensato dal sussulto pressoché impercettibile di Mrs. Huffington a quella sottile frecciata. Sarah si scostò per consentirle di avanzare. «Georgiana, posso presentarvi il mio notoriamente scapestrato fratello, Mr. Charles Hunter? Charles, posso presentarti Mrs. Georgiana Huffington?» L'incantevole creatura eseguì un'educata riverenza, tenendo gli occhi bassi. Stava ricordando quell'unico, incredibile bacio che si erano scambiati in un giardino sette anni prima? Le prese la mano e si inchinò. «Lieto di rinnovare la vostra conoscenza, Mrs. Huffington. Da quanto tempo siete in città?» «Non molto, signore. Sono appena ritornata dal Kent.» Charles si concesse un intero minuto per ammirare i suoi magnifici occhi verdi. Non verde smeraldo. Né grigioverdi e neppure verde mare. Piuttosto... verde oliva. E in tutto e per tutto affascinanti come lo erano stati tanti anni addietro. La memoria non lo aveva ingannato. Né aveva ingannato lei, a giudicare dal leggero rossore che le era salito alle guance. Sì, stava ricordando anche lei il loro stupefacente bacio. Ma ora non era più una ritrosa fanciulla. Georgiana adesso era una donna che possedeva una notevole esperienza. Una donna che non si sarebbe fatto alcuno scrupolo di sedurre. «Il Kent è la vostra residenza abituale?» le domandò per rompere il silenzio. «Lo è stata fino al mio matrimonio... matrimoni. E lo è di nuovo adesso.» Molto interessante il modo in cui affastellava i suoi 18


mariti in un unico fascio. Perversamente, si chiese se dovesse farle le condoglianze o le congratulazioni. Senza lasciargli la possibilità di aprire bocca, lei si scostò dalla guancia una ciocca biondo scuro che era sfuggita da sotto la cuffietta e continuò in tono un tantino trafelato. «Sono venuta a Londra per parlare con l'amministratore e l'avvocato di mia zia di alcune questioni che riguardano la sua tenuta.» Un lampo di angoscia le sfrecciò sul viso e scomparve alla stessa velocità... un dolore autentico per la zia, dunque, ma non più di un'ombra di rammarico per i mariti. E Adam Booth? Che cos'aveva provato per lui? «Mi dispiace per la vostra perdita... perdite, Mrs. Huffington.» Un repentino sfavillio nei suoi occhi gli fece capire che aveva colto il suo sarcasmo. A poco a poco, divenne consapevole che le altre signore li stavano osservando incuriosite e che lui teneva ancora nella sua la mano delicata di Mrs. Huffington. La lasciò andare e le rivolse il più sfrontato dei suoi sorrisi mentre si inchinava e si faceva da parte per consentire loro di passare. Un inizio promettente. Poiché erano stati presentati da sua sorella, era altamente improbabile che Georgiana Huffington indovinasse il vero motivo per cui intendeva dimostrare di nuovo un particolare interesse nei suoi confronti. Tuttavia, era rimasto sbalordito dall'improvviso moto di collera che lo aveva assalito al ricordo di quel bacio, un bacio talmente appassionato da indurlo quasi a chiederle di sposarlo. Un bacio che non aveva dimenticato dopo sette anni. Un bacio che, era risultato poi, era stato falso come quello di Giuda.

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Una relazione pericolosa GAIL RANSTROM

LONDRA, 1822 - Charles Hunter deve indagare su Mrs. Huffington, sospettata di essere una pluriomicida. Ma la famigerata vedova è una donna bellissima e innocente... O no?

Guerriero ribelle BLYTHE GIFFORD

SCOZIA, 1529 - Per vendicarsi, Rob Brunson rapisce Stella, la figlia del suo peggior nemico. Poi però il disprezzo che prova per lei comincia a trasformarsi in qualcosa di diverso.

L'ultimo cavaliere DEBORAH SIMMONS

INGHILTERRA, 1287 - Nicholas de Burgh ha giurato di aiutare Emery senza sapere che si tratta di una donna. E quando scopre che è una fanciulla bellissima, tutto si complica...

La sfida del visconte MICHELLE STYLES

INGHILTERRA, 1852 - Lord Bingfield è un libertino senza legami. Sophie crede nell'amore. Per evitare uno scandalo organizzano un finto fidanzamento... e un vero matrimonio!


Notti d'Irlanda MICHELLE WILLINGHAM

IRLANDA, 1192 - In una magica Irlanda innevata, si intrecciano le vicende del clan MacEgan. Il passato tormenta Brianna, Liam e Rhiannon, ma l'amore è in agguato!

La spia francese JULIA JUSTISS

AUSTRIA - INGHILTERRA, 1816 - Quando Will Ransleigh rintraccia la famigerata Elodie Lefevre, cade vittima del suo fascino. E inizia a chiedersi se lei sia davvero una spia...

Le tentazioni di una lady BRONWYN SCOTT

INGHILTERRA, 1817 - Phaedra Montague è la figlia minore del Duca di Rothermere. Bram è il nuovo, affascinante stalliere. E per una vera lady come lei è una sfida irresistibile!

Il gioco degli inganni MARGARET MCPHEE

LONDRA, 1810 - Da un abisso di segreti e un sottile gioco di inganni può nascere un'ardente passione? Sì, se si tratta dell'attrice più acclamata di Londra e di un enigmatico lord.

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