Grs900 notti d'irlanda

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MICHELLE WILLINGHAM

Notti d'Irlanda


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: WARRIORS IN WINTER © 2012 Harlequin Books S.A. In the Bleak Midwinter © 2012 Michelle Willingham The Holly and the Viking © 2012 Michelle Willingham A Season to Forgive © 2012 Michelle Willingham Traduzione di Marianna Mattei Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici dicembre 2013 Questo volume è stato stampato nel novembre 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 900 dello 04/12/2013 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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La vendetta di Brianna

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La scelta di Rhiannon

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Liam il guerriero


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Romanzo

PARTE PRIMA

La vendetta di Brianna

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Irlanda, 1192 Il vento si era fatto freddo, costringendo Brianna MacEgan a restare nella capanna di pietra a forma di alveare in cui viveva. Il fuoco si era spento, ma lei non l'aveva ancora riacceso. Il gelo all'interno di quelle mura era pari a quello che regnava nel suo cuore. Da un momento all'altro si aspettava di vedere la porta aprirsi e Murtagh entrarne per andare a rubarle un bacio. Ma non sarebbe accaduto, perchĂŠ lui era stato ucciso in battaglia da un guerriero vichingo dell'accampamento di Gall TĂ­r. Nei suoi incubi Brianna rivedeva l'espressione rigida e incredula sul volto di suo marito nell'attimo in cui la lancia lo aveva trapassato. Gli era corsa accanto incurante del pericolo, gridando disperatamente. FinchĂŠ fosse vissuta non avrebbe mai dimenticato l'espressione gelida del vichingo che l'aveva ucciso. In un istante quell'uomo aveva distrutto il mondo di Brianna. Una parte di lei giaceva sepolta sottoterra accanto 9


al suo amato. Peggio ancora, durante il loro breve matrimonio non era riuscita a concepire, dunque non avrebbe avuto nemmeno la consolazione di veder crescere un figlio maschio con gli occhi di Murtagh o una femminuccia con il suo sorriso. Per quanto intenso fosse il desiderio di avere un figlio, era impensabile che qualcuno potesse mai prendere il posto di Murtagh nel cuore di Brianna. Le pareti sembrarono volersi richiudere su di lei, mentre il dolore l'avvolgeva come un sudario. Sebbene suo padre l'avesse supplicata di tornare a Rionallís, dove era nata, Brianna non aveva la forza di lasciare Laochre. Tutti i suoi ricordi più belli erano lì, in quella casa, dove poteva sentire ancora la presenza di Murtagh, che la perseguitava come un fantasma. E, pur sapendo in cuor suo che era giunto il momento di andare avanti, non si sentiva ancora pronta a farlo. Bussarono alla porta e subito dopo sua cugina Rhiannon irruppe, senza attendere un invito. I suoi lunghi capelli castani erano in parte legati in due trecce che le cingevano il capo come una corona e per il resto lasciati sciolti a ricaderle fino alla vita. «Ti ho cercato ovunque» esordì. «Le guardie hanno visto arrivare degli uomini a cavallo. Liam è tornato... e porta con sé una donna!» «È tornato dalla crociata?» Brianna si alzò, sfregandosi le braccia per contrastare il freddo. Il loro cugino Liam era andato in Terra Santa contro il volere del padre. Quando lo aveva saputo, il re si era infuriato, ma alla fine aveva accettato la scelta del figlio, a patto che promettesse di rimanere al seguito di Re Riccardo Cuor di Leone. «Perché pensi che 10


abbia portato qui una donna?» le domandò. La cugina scosse il capo. «Forse intende sposarla. Hanno con sé dei carri e sono accompagnati da un gran numero di cavalieri.» La voce della giovane era carica di emozione. «Chissà, tra loro potrei anche trovare un marito. Preghiamo Iddio che ve ne sia qualcuno di affascinante.» Quella fervida preghiera non era stata pronunciata solo per gioco. Il padre di Rhiannon era convinto che non esistesse uomo al mondo degno di sua figlia. Aveva proibito agli uomini della loro tribù anche solo di guardarla, tanto meno di chiederla in moglie. «E se dovessi conoscere un attraente forestiero?» le chiese Brianna. Rhiannon le rivolse un sorriso malizioso. «Di certo non lo racconterei a mio padre.» Si strinse nelle spalle, iniziando ad avvertire il freddo. «Vieni, andiamo a salutare Liam.» «Va' avanti» la esortò Brianna. «Ti raggiungo tra poco.» Senza dubbio, se Liam si fosse sposato le celebrazioni si sarebbero protratte per giorni. Il solo pensiero di festeggiare le riusciva intollerabile. L'espressione della cugina si oscurò. «Te ne stai nascosta da settimane. Se ti lascio da sola, tu non verrai.» «Mi dispiace.» La sua solitudine era talmente profonda che ormai Brianna non sapeva più come uscirne. «È solo che... oggi è stata una giornata difficile per me.» «Ti aspetto qui fuori» l'ammonì Rhiannon. «Non vorrai farmi morire di freddo?» Al di là del tono faceto, Brianna avvertì una pre11


occupazione genuina. Sua cugina stava solo cercando di aiutarla, di strapparla dalle grinfie del dolore. Forse aveva ragione: distrarsi le avrebbe giovato. Prese il mantello di suo marito e se lo gettò sulle spalle. Era troppo grande per lei, ma almeno le permetteva di sentirsi ancora vicina a Murtagh. «D'accordo, vengo.» Prima di chiudersi dietro la porta, posò lo sguardo sulla lancia riposta in un angolo. La punta rifulgeva alla luce cupa, la lama era affilata e pronta ad affondare in un corpo umano. Era dibattuta tra il desiderio di distruggere l'arma che aveva causato la morte di Murtagh... e quello di usarla per vendicarsi. Arturo sognava quel momento da quindici anni. Finalmente poteva posare il piede su quei lidi stranieri e visitare i luoghi che aveva sempre desiderato vedere. Arturo de Manzano rivolse un'ultima occhiata alla nave che lo aveva portato lì fin dalla Navarra, quindi affrettò impaziente il passo. Per tutta la vita aveva sperato di poter vivere quell'avventura e adesso intendeva gustarne ogni singolo momento. Anche se in balia di un clima gelido e di una pioggia sferzante. Cavalcava accanto a sua sorella Adriana e al fidanzato di lei, Liam MacEgan. MacEgan sosteneva di essere un principe irlandese, ma Arturo non avrebbe dato la propria benedizione al matrimonio finché non avesse constatato con i propri occhi il lignaggio del suo futuro cognato. Sebbene i due giovani avessero la stessa età, Liam aveva un'aria molto più matura. Preferiva non parlare degli orrori cui aveva assistito durante la crociata e lo stesso valeva 12


per Adriana. Sembravano entrambi sollevati di trovarsi in un territorio pacifico, lontano dal nemico saraceno. Alle loro spalle i servitori stavano scaricando dalla nave i beni che Adriana aveva portato in dote. Lei restava al fianco di MacEgan, lo sguardo fisso su di lui come per trarne forza. Aveva gli occhi velati di stanchezza, ma ciò che preoccupava Arturo più di ogni altra cosa era l'assenza completa di gioia sul suo volto. Una futura sposa avrebbe dovuto sorridere, essere emozionata per le nozze ormai prossime. Invece sua sorella appariva turbata. Arturo affiancò il cavallo a quello di lei. «Hai l'aria stanca.» «È stato un lungo viaggio» ammise lei. «Comunque sono felice di trovarmi di nuovo sulla terraferma. E lo è anche Liam.» Il promesso sposo annuì. «Se avessi saputo che andare alla crociata mi avrebbe costretto a trascorrere così tanti mesi per mare, dubito che sarei mai partito.» Prese la mano di Adriana. «Ma d'altra parte non ti avrei mai incontrato.» Pur vedendo le labbra di sua sorella incurvarsi, Arturo comprese che quel sorriso era vuoto. «Adriana non avrebbe mai dovuto lasciare la Navarra.» La crociata l'aveva cambiata. Per quanto lo negasse, era come se un'ombra scura le gravasse addosso costantemente. «È stato un onore» ribatté lei. «La regina aveva bisogno di una dama di compagnia che si prendesse cura di lei.» Guardò Arturo di sottecchi e aggiunse: «E mio fratello è stato molto saggio quando ha deciso di insegnarmi a difendermi». 13


«Il campo di battaglia non è posto per una donna» insistette lui. «È proprio per questo che ce ne siamo andati» concluse Adriana, scoccando al fratello un'occhiata di monito, una tacita richiesta di abbandonare l'argomento. «Lei è più coraggiosa delle altre donne» intervenne Liam. Poi sorrise e aggiunse: «Del resto dovrà esserlo per forza, se vuole sopravvivere all'incontro con la mia famiglia». Arturo non capì bene cosa MacEgan intendesse dire. «Sanno che vi sposerete?» si informò. L'altro scosse il capo. «Voglio far loro una sorpresa.» Adriana scrutò il suo futuro sposo con sospetto. «E se in tua assenza tuo padre ti avesse già scelto una moglie?» Liam le strinse la mano. «Sei l'unica che intendo sposare. E non dubito che presto impareranno tutti a volerti bene.» Lei tentò di sorridere, ma nei suoi occhi castano scuro aleggiava un certo timore. Arturo rimase volutamente indietro, guardando la giovane coppia cavalcare alla volta dell'imponente castello in pietra calcarea. Fin da quando erano piccoli, per lui Adriana era sempre stata un'amica e un'alleata, oltre che una sorella. Era stata lei a scartare tutte le potenziali spose che la loro madre gli aveva proposto, smascherandole come avide o infedeli. Ed era stata sempre Adriana a presentargli Cristina, la donna con cui era stato sposato a lungo, prima della sua tragica morte, avvenuta tre anni prima. La solitudine stava iniziando a pesargli. A ren14


derlo inquieto non era solo il desiderio di visitare nuovi posti e conoscere culture diverse, bensì anche il bisogno di riempire il vuoto che si era creato nella sua vita. Voleva provare la gioia di stringere le manine di un figlio e di addormentarsi abbracciato a una moglie. Era giunto il momento di trovare una nuova compagna da riportare con sé in Navarra. E forse un'irlandese avrebbe fatto proprio al caso suo. Nonostante le ombre che lo oscuravano, di recente, sul viso di Adriana si leggeva lampante l'amore per Liam. Bastava solo che si adattasse a vivere lì, dopodiché quei due sarebbero stati felici. E un po' Arturo li invidiava. Continuarono a cavalcare verso Laochre Castle. L'aria attorno a loro era molto più fredda di quella della Navarra. Arturo era abituato al sole e alle montagne, mentre quella terra era un unico susseguirsi di colline, le più verdi che lui avesse mai visto. La fortezza era cinta da massicce mura di pietra. Era una costruzione grandiosa, che rivaleggiava con quelle di proprietà del padre di Arturo e Adriana. Quella vista bastò a confermargli che sua sorella avrebbe concluso un buon matrimonio. Con un gesto chiamò a sé un servitore. «Mio signore.» L'uomo si inchinò, attendendo gli ordini. «Manda un messaggio al Visconte de Manzano, chiedendo a lui e a mia madre di prepararsi a venire qui per le nozze.» Prima di invitare i genitori a mettersi in viaggio, Arturo aveva voluto accertarsi che MacEgan avesse detto la verità riguardo al proprio patrimonio. Dopo che il servitore si fu allontanato per esegui15


re il suo ordine, Arturo tornò ad affiancarsi alla sorella e al futuro cognato. Stavano varcando i cancelli, oltre i quali si era radunata una piccola folla di curiosi che fissavano affascinati Adriana. Nel vedere tutta quella gente la giovane impallidì. Arturo le si avvicinò e le si rivolse in spagnolo a bassa voce. «Fatti coraggio, sorella.» «Sono talmente... tanti!» ansimò lei. «E stanno parlando di me.» «Sì, ma solo perché sono rimasti incantati.» «Ti prego, cavalca al mio fianco» lo supplicò lei. Liam parlava con quella gente in una lingua sconosciuta, premurandosi poi di tradurre in normanno a beneficio di Adriana. «Ti cavalcherò alle spalle per bloccarti ogni via di fuga» ribatté Arturo in tono scherzoso. Era comprensibile che sua sorella si sentisse smarrita davanti a tutti quegli sconosciuti. Quando Liam andò ad abbracciare amici e parenti, il sorriso di Adriana divenne sempre più teso. Arturo esaminò la folla, lasciando vagare lo sguardo su ogni volto finché la sua attenzione non fu attratta da una donna che si teneva in disparte. Era vestita di un abito privo di ornamenti e del colore del fango, mentre i suoi capelli erano coperti da un cappuccio ancor più scuro. Nel vedere Liam, sul suo volto si dipinse un'espressione affettuosa, che però si velò subito di tristezza. Lei pareva riluttante ad andare a salutarli. Solo quando un'altra donna la prese per mano si fece largo tra la gente per raggiungere Liam. Nonostante gli abiti non facessero nulla per valorizzarla, in quella donna il giovane Arturo riconobbe subito una 16


fragile bellezza. Dopo aver salutato Liam a bassa voce, lei si trasse di nuovo in disparte. Arturo smontò di sella e affidò il cavallo a uno stalliere. Quando fu di nuovo vicino a Liam gli chiese: «Chi era quella donna?». «Una delle mie cugine» rispose l'irlandese. «Si chiama Brianna.» Poi, con uno sguardo di monito, aggiunse: «Ed è sposata, amico mio». «Vedova» si intromise una delle parenti di Liam, passando dalla lingua irlandese a quella normanna per farsi capire da Arturo. Abbracciò Liam e precisò: «Il marito di Brianna è stato ucciso poco dopo la tua partenza». Ciò spiegava la tristezza sul suo volto. Arturo sapeva bene cosa significasse essere costretti a farsi forza, fingere che il dolore non fosse una presenza costante. Vi erano tuttora dei momenti in cui avrebbe tanto voluto poter parlare con Cristina, udire la sua dolce risata. Nel vedere la sconosciuta ritirarsi discretamente, provò compassione per il suo triste destino. Poco dopo arrivarono i sovrani di Laochre. La Regina Isabel gettò le braccia al collo di Liam, piangendo di gioia nel prendergli il volto tra le mani per poterlo guardare. «Che i santi siano lodati, sei tornato!» Gli si strinse forte e poi lo redarguì. «Hai idea di quanto mi sia preoccupata quando te ne sei andato? Sono così felice di vederti sano e salvo!» «Lo stai stritolando, Isabel» la rimproverò il re, tirandola indietro. Quindi passò ad abbracciare il figlio, prima di voltarsi verso Adriana. «Sono Patrick MacEgan, Re di Laochre.» Lei eseguì una riverenza, poi Liam la sospinse in 17


avanti. «Padre, questa è Adriana de Manzano, la donna che voglio sposare. E questi è suo fratello, Arturo de Manzano.» Nel sentir parlare di matrimonio, la regina sorrise entusiasta, quindi abbracciò Adriana senza riserve. «Benvenuta.» Subito dopo prese a chiacchierare a una tale velocità che Arturo si domandò se la sorella sarebbe riuscita a cogliere una sola parola. Le due donne si allontanarono insieme. Era logico che il re desiderasse parlare da solo con il proprio figlio, così Arturo si offrì di occuparsi dei carri. Li fece portare nel cortile interno e lì il suo sguardo cadde nuovamente sulla donna incappucciata. Con suo grande stupore, quando lei lo sorprese a osservarla gli andò incontro, fino a portarsi dinnanzi a lui. Dapprima lo apostrofò in irlandese, ma, vedendolo scuotere il capo senza capire, passò al normanno. «Perché mi guardate?» Quella schiettezza lo colse impreparato. Decise però di risponderle con pari onestà. «Perché credete che un uomo guardi una donna?» Lei sollevò il mento e incontrò il suo sguardo con fierezza. «Trovate un'altra a cui dedicare le vostre attenzioni, spagnolo. Io non faccio per voi.» In quel mentre una raffica di vento le gettò indietro il cappuccio, scoprendole le chiome. Erano brune quasi quanto quelle di Arturo e contrastavano vistosamente con la sua pelle candida e gli occhi verdi. Ad Arturo i suoi lineamenti apparvero incredibilmente esotici e attraenti. «Abbiamo in comune più di quanto non crediate» replicò, risollevando il cappuccio per coprirle i ca18


pelli, mentre la neve iniziava a cadere su entrambi. Si era riferito al suo lutto, ma lei rimase immobile sotto il suo tocco gentile. «Guardate altrove, spagnolo» gli intimò in un sussurro. Arturo riconobbe il dolore sotteso a quelle parole. Come vedova, doveva aver trovato offensivo l'interesse che lui le aveva manifestato. «Conosco la vostra sofferenza» mormorò. «Il dolore non svanisce mai del tutto, ma il tempo finisce per smorzarlo.» Eseguì un lieve inchino e si girò per tornare dagli altri. Non ebbe bisogno di voltarsi per sapere che adesso era lei a fissarlo. Quando Rhiannon la raggiunse, Brianna aveva le guance paonazze. «Perché hai detto allo spagnolo che sono vedova?» l'accusò. Il viso della cugina assunse un'espressione confusa. «Perché lo sei. Cosa è successo? Ti ha importunato?» Brianna non seppe risponderle. No, non l'aveva importunata, tuttavia il palese interesse che le aveva dimostrato le aveva fatto provare un fremito. Lo spagnolo era più alto di Liam, con occhi e capelli scuri. La sua carnagione aveva la tinta olivastra tipica di chi era abituato a trascorrere parecchio tempo sotto il sole cocente. E il suo fisico era quello di un lottatore: asciutto e muscoloso. Ricordando il momento in cui le aveva risollevato il cappuccio si sentì bruciare le guance. L'interesse nel suo sguardo non le era sfuggito, ma erano state le sue parole a turbarla più di tutto. Conosco la vostra sofferenza, aveva dichiarato. 19


La conosceva davvero? E allora come osava parlarle, dandole a intendere di volerla conoscere meglio? Rhiannon era a disagio. Brianna capì di aver esagerato e si scusò. «Perdona il mio malumore. Non hai fatto nulla di male.» La prese per mano e cercò di sorridere. «Se sta cercando una donna, farebbe meglio a rivolgere la propria attenzione su di te.» «Ma sei stata tu a colpirlo» obiettò Rhiannon. «Io non gli interesso affatto.» Brianna stentava a crederlo. «Potrebbe sempre cambiare idea. Tanto più che io non intendo risposarmi.» «Tu perlomeno sei stata sposata.» L'espressione dell'altra giovane si incupì. «Se dessi retta a mio padre mi ritroverei sposata con Dio. Ha minacciato di uccidere qualsiasi uomo si azzardi a rivolgermi la parola.» «Non parla sul serio.» Tuttavia entrambe sapevano quanto Connor MacEgan fosse protettivo nei confronti della sua figlia maggiore. «Che sia così o no, non esiste uomo in questa tribù che oserebbe anche solo guardarmi.» «Forse lo spagnolo oserebbe, se tu lo incoraggiassi» suggerì Brianna, provando però un moto di timidezza nel pronunciare quelle parole. Era trascorso talmente tanto tempo dall'ultima volta in cui era stata corteggiata che non sapeva bene come comportarsi. La cugina le rivolse un sorriso malizioso. «Lui non fa per me. Comunque oggi tua sorella mi farà un incantesimo.» «Oh, no, non darle retta!» Al mondo non esisteva 20


nessuno di più superstizioso della sorellastra di Brianna. Alanna credeva nelle fate e nella magia ed era anche convinta di possedere doti soprannaturali. «Che male c'è?» si difese Rhiannon. «Ci incontreremo al dolmen e lei farà il possibile per trovarmi un marito.» Notando l'espressione allegra della cugina, Brianna si rilassò. Era ovvio che Rhiannon non credeva di poter davvero trovare marito grazie alla magia. «Quando vi siete date appuntamento?» «Stasera al tramonto.» «Qualunque cosa tu faccia, non bere le sue pozioni. Solo il cielo sa che cosa ci metta dentro!» «Non berrò» le promise Rhiannon, «ma stai certa di una cosa. Non ho intenzione di perdere altro tempo. Mi troverò un marito e sarò io a decidere del mio destino.» Rientrate nel castello, appresero che la Regina Isabel aveva portato Adriana nel solarium, dove aveva fatto servire cibo e vino. Liam si era appartato con suo padre e con lo spagnolo dagli occhi scuri per discutere della dote di Adriana. «Non invidio la futura moglie di Liam» sussurrò Brianna. «Scommetto che nostra zia la sta sommergendo di domande.» «Dovremmo andare in suo soccorso» propose Rhiannon. «Sì.» Brianna aprì la porta e le due entrarono nel solarium. La giovane dai capelli bruni era seduta vicino alla Regina Isabel, le mani nervosamente strette in grembo. Si era tolta il mantello e, a giudicare dal suo abito pregiato, si era data gran pena per apparire al meglio. La seta verde era intessuta di fili 21


d'argento e una collana d'oro le cingeva la gola. «Rhiannon e Brianna, unitevi a noi!» le esortò la regina sorridendo. «Stavo chiedendo ad Adriana come ha conosciuto Liam.» Brianna scambiò un'occhiata d'intesa con la cugina. Senz'altro Isabel stava sottoponendo la povera Adriana a un vero e proprio interrogatorio, senza darle nemmeno modo di toccare cibo. «Liam ci salvò quando io e la regina eravamo prigioniere sull'isola di Cipro» spiegò Adriana. «Ha rischiato la vita per liberarci.» Nel parlare del suo promesso sposo, una luce amorevole le si diffuse sul volto. «Non mi ha mai lasciato sola, anche durante il viaggio verso Acri.» «Eravate lì durante la battaglia?» Adriana annuì, impallidendo al ricordo. «Mio padre e mio fratello mi hanno insegnato a combattere.» Lasciò vagare la mano sulla gonna dell'abito, rivelando un pugnale nascosto tra le pieghe. «Servivo la regina non solo come dama di compagnia, ma anche come guardia.» Le quattro donne seguitarono a chiacchierare, ma presto Brianna si perse nelle proprie fantasie. Sebbene nessuno le avesse mai insegnato a combattere, si immaginò di poter andare in cerca del guerriero vichingo e di trapassarlo con la stessa lancia che aveva ucciso Murtagh. A quel punto, però, il suo umore si incupì. Non aveva mai ucciso nessuno in vita sua: un conto era fantasticare di farlo, tutt'altro era iniziare ad addestrarsi per prepararsi a un gesto tanto estremo. Si appoggiò il mento sulla mano, sempre più pensierosa. Aveva conservato la lancia, ma le ba22


stava guardarla per avere la nausea. La ragione le diceva che sarebbe stato meglio distruggerla e andare avanti con la propria vita. Ma non poteva. Era trascorso un anno, ma la tristezza e la rabbia non le davano tregua. Esaminò di nascosto Adriana. Il suo corpo, seppure femminile nelle forme, trasudava forza e agilità. Quella non era una donna da lasciarsi intimidire o minacciare. Si sarebbe fatta valere, invece di nascondersi dal resto del mondo. Era esattamente così che Brianna avrebbe voluto essere. Una donna coraggiosa, anziché una codarda. Pur non avendo ancora la minima idea di come affrontare il nemico, poco dopo giunse alla conclusione che imparare a difendersi e a usare le armi non le avrebbe certo nuociuto. E una volta che avesse imparato, avrebbe deciso se andare in cerca del vichingo o meno. Si riscosse nel notare che il vociare delle altre era cessato di colpo. Sollevando lo sguardo vide che il re, Liam e lo spagnolo erano entrati nel solarium. Era stata talmente presa a sognare a occhi aperti che non se n'era accorta. Lo spagnolo accettò la coppa di vino che Isabel gli porse. Quando ne bevve un sorso, lo sguardo di Brianna fu involontariamente attirato dalla sua bocca. Aveva labbra ferme su un viso dai lineamenti decisi. Era talmente diverso da Murtagh! Suo marito era stato un uomo mansueto e dolce. L'aveva trattata con affetto ed era stato un amico, oltre che un amante. Invece, nell'espressione di Arturo de Manzano non vi era alcunché di amichevole. Guardava Bri23


anna come se nella stanza non vi fosse stata un'altra donna. L'intensità di quello sguardo la toccò nel profondo, come un'intima carezza. Brianna si mise a bere per cercare di distrarsi, ma il gusto speziato del vino non riuscì ad attenuare le strane sensazioni scaturite dentro di lei. Quell'uomo pensava di conquistarla con la sola forza dello sguardo?, si domandò. Incrociò dunque quegli occhi di proposito, quasi a lanciargli una sfida. Era decisa a non permettere a nessun uomo di avvicinarsi. Nemmeno a uno attraente come lui. «I nostri genitori arriveranno tra qualche settimana» stava spiegando Arturo a Isabel. «Penso che saranno molto contenti delle nozze.» Isabel assentì, quindi tornò a rivolgersi ad Adriana. «Se amate mio figlio e lo renderete felice, non potrò che essere contenta anch'io. Se il viaggio dei vostri genitori dovesse richiedere parecchio tempo forse sarebbe meglio celebrare le nozze dopo la festa dell'Epifania.» Liam era in piedi dietro ad Adriana, le mani posate sulle sue spalle. Quando la giovane gli coprì una mano con la propria, Brianna ravvisò in quel gesto amore, sì, ma anche un'altra emozione, quasi un accenno di tristezza. Era difficile restarsene lì a guardare due innamorati che avevano davanti anni e anni di felicità, quando invece il suo matrimonio era stato stroncato da una lancia nemica. Quando Isabel iniziò a parlare di decorare l'intero castello di rami di sempreverde e agrifoglio, Brianna si scusò e li lasciò a discutere i preparativi. Voleva restare da sola per potersi addestrare nell'uso della lancia e decidere del pro24


prio futuro. Con passi lenti attraversò il salone e si avviò verso casa. Il freddo pungente la obbligò a sollevare il cappuccio del mantello. A giudicare dalla posizione del sole, le restava soltanto un'ora, prima del crepuscolo. Quando giunse a casa, Brianna prese la lancia e la nascose sotto il mantello. Portò con sé un paniere, sperando che, se qualcuno l'avesse vista, avrebbe pensato che fosse uscita a raccogliere erbe. Era giunta appena a metà dei giardini del castello quando lo spagnolo le si accostò. «Gradireste un po' di compagnia per la vostra passeggiata?» «No, grazie.» L'ultima cosa che desiderava era che lui la sorprendesse a esercitarsi con la lancia. «Allora resterò a distanza per proteggervi da chiunque volesse infastidirvi.» Lui arretrò, facendole cenno di precederlo. Brianna non sapeva cosa rispondere. Avrebbe voluto rifiutare, ma quello di lui era stato un gesto premuroso. «Non è necessario» si schermì. «Penseranno le guardie di mio zio a proteggermi.» Nell'uscire dai giardini si gettò un'occhiata alle spalle e lo vide mantenere le distanze. Fedele alla parola, stava vegliando su di lei, pur senza imporle la propria presenza. Attraversò un grande prato, dirigendosi verso la foresta. In quel punto gli alberi erano ancora radi, ma vi era un boschetto in cui avrebbe potuto esercitarsi. Depose il paniere e si tolse il mantello, lasciandolo cadere a terra. Impugnò la lancia, cercando di trovare il punto di equilibrio. Pur essendosi immaginata tante volte di farlo, era 25


la prima volta che si esercitava a usare quell'arma. Solamente a toccarla provava fastidio e prestò arrivò a pentirsi di non averne scelta un'altra. I ricordi si abbatterono su di lei, facendo riaffiorare tutta la sofferenza patita da Murtagh per colpa di quella lancia. La sua agonia era durata ore, ore strazianti che Brianna non avrebbe mai dimenticato. Le lacrime le bruciavano negli occhi, inducendola a chiedersi come avesse mai potuto pensare di avere la forza di vendicare Murtagh, soprattutto dal momento che le bastava toccare la lancia per mettersi a piangere. Sei debole, la canzonò la sua mente. Non ne sei capace! Affondò le dita nel legno e individuò un albero come bersaglio. Ritrasse il braccio, preparandosi a tirare. «Dunque è così che voi donne irlandesi vi intrattenente?» la sorprese una voce maschile. La lancia le scivolò di mano, cadendo sul terreno ghiacciato mentre Brianna si girava di scatto. «Vi avevo detto che non ho bisogno che mi facciate la guardia!» «Era evidente che tenevate una lancia sotto il mantello» ribatté lui. «Non siete stata molto brava a nasconderla.» «Non sono affari vostri.» Si sforzò di mantenere la voce salda e di celargli quanto fosse turbata. «Mi chiedevo perché volevate portarla così lontano dal castello» continuò lui. «State cercando di imparare a usarla?» Lei rimase in silenzio, pregando in cuor suo che lui si decidesse a lasciarla in pace. 26


Invece lo spagnolo si chinò a raccogliere l'arma, saggiandone poi il peso con una mano. «Questa lancia non è fatta per essere scagliata» decretò poi. La posizionò in verticale, quindi prese la mano di Brianna e la guidò verso l'impugnatura. Lei si ritrovò a osservarlo, notando la leggera cotta di maglia che indossava e la forza che emanava dalla sua persona. In lui non vi era nulla dell'affabilità di Murtagh, né della bonarietà dei suoi modi. Piuttosto, lo spagnolo era duro e irremovibile come un blocco di pietra. I suoi occhi scuri la stavano scrutando attenti, quasi volessero sondare le sue intenzioni. Tenendo la mano su quelle di Brianna, lui si portò la lancia appena sotto il petto. «È fatta per il combattimento ravvicinato» proseguì. «Dovete attendere finché il nemico non sarà abbastanza vicino e poi spingerla verso l'alto.» La punta della lancia era appoggiata sulla cotta. «Non nel cuore?» gli domandò Brianna con un fil di voce, intimidita dalla sua prossimità. «Troppo rischioso. Se mancaste il colpo la punta verrebbe deviata delle costole.» «Me lo ricorderò.» Lentamente lei ritrasse la lancia e gli fece cenno di andarsene. Lui però ignorò l'invito. «Chi vi minaccia?» Il suo tono era sollecito, ma anche fermo e deciso. «Nessuno. E anche qualora vi fosse qualcuno, non chiederei certo aiuto a voi.» Depose la lancia ed estrasse un coltello dal paniere, quindi si dedicò a recidere rami di sempreverde, ostentando indifferenza anche se in verità era ben consapevole della virile presenza accanto a sé. 27


Quando lui le si avvicinò, Brianna si ritrovò con lo sguardo all'altezza del suo petto e si rimproverò per non aver potuto fare a meno di notare quanto fosse possente. «Preferisco restare.» La voce di lui aveva un tono profondo che la fece fremere. Rimase a guardarla lavorare per qualche istante, prima di commentare: «Avete la lama smussata. Usate il mio pugnale». La mano di lui sfiorò quella di Brianna nel porgerle un coltello dal manico d'avorio. Lei lo tenne in mano per qualche istante, poi replicò: «Nessuno vi ha mai detto che siete incredibilmente insistente?». «Mia sorella, anche se di solito preferisce definirmi eccessivamente protettivo.» Prese tra le dita un ramo di pino, tenendolo fermo per permettere a Brianna di tagliarlo. La lama del pugnale recise con estrema facilità il fuscello che lo spagnolo prese e depose nel paniere. «Dovete riempirlo tutto, prima di rientrare. Così non solleverete sospetti.» Lei seguitò a tagliare rami, mentre lo spagnolo li riponeva a uno a uno nel paniere. Alla fine, però, quel silenzio iniziò a metterla a disagio, così tentò di riempirlo conversando. «Avete intrapreso un lungo viaggio, per amore di vostra sorella.» «Adriana e io siamo sempre stati molto uniti.» Nella sua voce Brianna avvertì affetto, ma subito dopo lui cambiò tono, aggiungendo: «Dovevo assicurarmi che Liam fosse degno di lei». «Un giorno mio cugino sarà re. Nessuno potrebbe essere più degno.» Lei raccolse un fascio di rami e restituì il coltello allo spagnolo. «E vostro marito?» le domandò lui. «Se il re è vostro zio, significa che lui era...» 28


«Non voglio parlare di Murtagh.» Il dolore era ancora vivo in lei, inoltre non aveva alcuna intenzione di spiegargli come mai avesse sposato il figlio del mugnaio. Per quanto la famiglia di Brianna non fosse stata entusiasta della sua scelta, non l'aveva osteggiata apertamente. Pur non essendo nobile, Murtagh era stato onesto e un gran lavoratore. «Perdonatemi per aver rivangato ricordi dolorosi.» Lui si servì del pugnale per recidere un altro ramo, aggiungendolo a quelli già nel paniere. «La mia era pura e semplice curiosità.» Lei si morse il labbro, rendendosi conto di essere stata alquanto acida. «Oggi è il primo anniversario della sua morte.» Arturo smise di tagliare un ramo, la lama ancora affondata nel legno. «Allora avete sbagliato a venire qui.» Lei lo guardò, confusa, come per esortarlo a spiegarsi meglio. «Il primo anniversario della morte di mia moglie mi ubriacai fino a perdere conoscenza.» Brianna fu tentata di sorridere. «E fu una scelta saggia?» «Non mi parve certo tale il mattino seguente, ma al momento mi parve il modo più facile di affrontare la situazione.» Lo spagnolo si chinò e sollevò il cesto colmo di rami. «Non è facile dimenticare una persona amata.» «No.» A dire il vero, a Brianna sembrava di tradire Murtagh per il semplice fatto di stare parlando con un fascinoso forestiero. Ma negli occhi di lui vide riflesso un dolore identico al suo. Senza quasi rendersene conto, gli confessò: «Murtagh venne uc29


ciso da un vichingo proprio con quella lancia». «Mia moglie morì di parto.» Sebbene quella frase fosse stata pronunciata in tono inespressivo, Brianna vide il dolore balenargli sul volto. «E il bambino?» non seppe impedirsi di chiedergli. Lui rimase immobile, permettendole di intuire la risposta. Poi scosse piano il capo. L'eco di quel vuoto riverberò fin nel cuore di Brianna. Quindi si stupì nuovamente di se stessa, quando gli domandò: «Amavate vostra moglie?». «Molto.» «Allora perché mi avete seguito fin qui?» Arturo prese la lancia e gliela porse. «Ricordo bene la sofferenza e la solitudine. Quando vi guardo mi rivedo così com'ero qualche anno fa. Pensavo poteste aver bisogno di un amico che vi capisse.» L'aria divenne più fredda e la neve prese a cadere tutt'attorno a loro, sospinta dal vento in una danza accecante. «Ho solo bisogno di qualcuno che mi insegni a combattere.» Lui socchiuse gli occhi, insospettito. «E perché mai?» «Per uccidere l'assassino di mio marito.» Brianna gli tolse di mano il paniere, rivolgendogli uno sguardo di sfida. «Avanti, ditemi pure che è una follia.» Lui però si limitò a scrollare la testa. «Non è una follia. Siete soltanto arrabbiata.» «Sì.» Afferrò la lancia, sentendosi sopraffare da quel tremendo senso di ingiustizia. «Quando lo persi, dapprima trascorsi mesi e mesi a piangere. Ma 30


adesso, ogni volta che penso a colui che l'ha ucciso mi sento piena di rabbia.» «Uccidere anche lui non vi restituirà vostro marito.» «Comunque mi farebbe sentire meglio.» Con un sospiro gli restituì la lancia. «Inoltre ho bisogno di tenermi occupata.» Sul viso di lui si dipinse un'espressione provocante. «Esistono molti modi in cui una bella donna può tenersi occupata.» Lei gli scoccò un'occhiata irritata, ben sapendo a cosa avesse alluso. «No, grazie.» La voce di lui si fece più profonda. «Posso insegnarvi io ciò che desiderate imparare, Brianna.» La serietà del suo tono la indusse a fermarsi sui propri passi. «A patto, però, che mi giuriate che non andrete a cercare quell'uomo da sola» aggiunse lui. «Sfogate la rabbia esercitandovi, vi aiuterà a superare il dolore.» Quell'offerta d'aiuto la stupì. Suo padre e i suoi zii le avevano sempre proibito anche solo di avvicinarsi a un'arma. «Perché mai dovreste farlo?» «Trascorsi l'anno successivo alla morte di Cristina combattendo in ogni battaglia cui potessi partecipare. Sfogare la rabbia è meglio che tenersela chiusa dentro.» Brianna guardò nei suoi occhi scuri e capì che aveva ragione. La fatica dell'addestramento l'avrebbe fatta sentire meglio. Voleva estenuarsi fisicamente fino a cadere stremata in un sonno senza sogni. Soltanto allora, forse, non avrebbe più provato quel senso di vuoto. Rabbrividì nel venir investita dal gelo invernale. 31


La neve si stava già accumulando attorno a loro, ammantando i rami dei pini di una veste ghiacciata. Arturo riprese il paniere e le fece cenno di tornare con lui a Laochre. «In cambio vi chiedo di accompagnarmi a visitare i territori circostanti. Prima di tornare in Navarra vorrei vedere quanto più possibile del vostro paese.» Era una richiesta ragionevole e facilmente accontentabile. «D'accordo. Fino al matrimonio di Liam e Adriana.» Non appena lui ebbe assentito, Brianna iniziò a temere che trascorrere così tanto tempo in sua compagnia non si sarebbe rivelata un'idea saggia. Già in quel momento, camminando semplicemente al suo fianco, sentiva qualcosa ridestarsi, una parte di lei rimasta a lungo sopita. Farsi addestrare da quell'uomo poteva rivelarsi un gioco molto pericoloso, concluse fra sé.

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Notti d'Irlanda MICHELLE WILLINGHAM

IRLANDA, 1192 - In una magica Irlanda innevata, si intrecciano le vicende del clan MacEgan. Il passato tormenta Brianna, Liam e Rhiannon, ma l'amore è in agguato!

La spia francese JULIA JUSTISS

AUSTRIA - INGHILTERRA, 1816 - Quando Will Ransleigh rintraccia la famigerata Elodie Lefevre, cade vittima del suo fascino. E inizia a chiedersi se lei sia davvero una spia...

Le tentazioni di una lady BRONWYN SCOTT

INGHILTERRA, 1817 - Phaedra Montague è la figlia minore del Duca di Rothermere. Bram è il nuovo, affascinante stalliere. E per una vera lady come lei è una sfida irresistibile!

Il gioco degli inganni MARGARET MCPHEE

LONDRA, 1810 - Da un abisso di segreti e un sottile gioco di inganni può nascere un'ardente passione? Sì, se si tratta dell'attrice più acclamata di Londra e di un enigmatico lord.


La sposa segreta JOANNA FULFORD SCOZIA, 1075 - L'unione tra Isabelle e Ban deve rimanere segreta finché lei non concepirà un figlio. Ma perché questo accada, lui dovrà prima conquistare il cuore della giovane!

I silenzi del marchese ALYSSA EVERETT LONDRA, 1820 - Rosalie, convinta che la freddezza del Marchese di Deal celi un animo sensibile, accetta di sposarlo. Un terribile segreto, però, minaccia il loro amore.

Cuore mercenario ANNE HERRIES INGHILTERRA, 1509 - Reduce da un naufragio, Anne non ricorda nulla di sé. Ma la sua dolcezza suscita nel cinico Stefan sentimenti che lui credeva sepolti per sempre. E così...

Ritratto di gentildonna MARGUERITE KAYE INGHILTERRA, 1828 - Solo la matematica riesce a far battere forte il cuore di Lady Cressida. Almeno finché non conosce un affascinante pittore italiano... e le sue arti amatorie! Dal 2 gennaio


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