MARGUERITE KAYE
Ritratto di gentildonna
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Beauty Within Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2013 Marguerite Kaye Traduzione di Graziella Reggio Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A.. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici gennaio 2014 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 907 del 23/01/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Prologo
«Un'autentica meraviglia, un trionfo!» Mentre ammirava il ritratto appena scoperto dal telo, Sir Romney Kirn si sfregò con entusiasmo le mani carnose, dalle dita simili a grosse salsicce. «Davvero splendido. Direi proprio che mi rende giustizia. Non ti pare, tesoro?» «Certo, caro» concordò la sua gentile signora. «Ti fa apparire ancora più avvenente e distinto che nella realtà, ammesso che ciò sia possibile.» Sir Romney Kirn non soffriva di timidezza, né di troppa modestia. Quindi, con ogni probabilità, il rossore che si diffuse sul suo viso gonfio e rubicondo era da attribuire all'eccesso di Porto della sera precedente. Con uno sconcertante scricchiolio del corsetto, Lady Kirn si voltò verso l'autore del dipinto. «La vostra fama di genio è ben meritata, signore» dichiarò con una sciocca risatina, battendo le ciglia in maniera allarmante. Civettava apertamente, per giunta di fronte al marito. Non si vergognava? Giovanni di Matteo so5
spirò. Come mai le signore mature si invaghivano in continuazione di lui? Anzi, perché le donne di ogni età provavano sempre l'impulso di gettarsi tra le sue braccia? Ansioso di allontanarsi, accennò un inchino. «Il merito è soprattutto del soggetto, milady» si schermì. Era preoccupato dalla facilità con cui riusciva a mentire. Il baronetto, un uomo rozzo e sgarbato che non aveva altri interessi oltre alla coltivazione del luppolo, aveva dato sfoggio di una conoscenza enciclopedica sull'argomento nel corso delle numerose sedute per il ritratto, mentre posava con in mano La ricchezza delle nazioni di Adam Smith, un volume che, per sua stessa ammissione, non aveva mai aperto prima di allora, né tanto meno letto. La libreria che faceva da sfondo al quadro era stata comprata come merce d'occasione ed era rimasta intonsa, Giovanni era pronto a scommetterlo, fino alla sistemazione nella sontuosa dimora, anch'essa acquistata di recente, in seguito alla nomina di Sir Romney a pari del Regno. Giovanni sogguardò il lustro dipinto con l'occhio critico che mancava ai committenti. Dal punto di vista tecnico, era senza dubbio riuscito; la luce, la prospettiva, la posizione del soggetto nella composizione, la posa studiata in modo da ridurre al minimo la notevole circonferenza di Sir Romney e trarre il massimo dai suoi lineamenti insulsi. Tutto era perfetto e la somiglianza era ammirevole, come affermavano sempre i clienti. Impossibile negarlo, il 6
baronetto era stato raffigurato come desiderava mostrarsi. Era compito di Giovanni creare l'impressione di autorità o ricchezza, sensualità o innocenza, fascino o intelligenza, a seconda della combinazione richiesta dal committente. Bellezza, di un certo genere. Era proprio tale stile levigato e idealistico a essere apprezzato nei suoi ritratti e a decretare il suo successo. Eppure, al culmine della fama, dieci anni dopo essersi trasferito in Inghilterra e averla resa sua patria di elezione, Giovanni di Matteo guardava con disprezzo il dipinto, che giudicava un fiasco. Non era sempre stato così. C'era stato un periodo in cui una tela bianca lo aveva colmato di entusiasmo febbrile e un'opera finita lo aveva fatto sentire euforico, non svuotato e avvilito come in quel momento. Arte e lussuria. A quei tempi, celebrava l'una con l'altra e viceversa. Pure illusioni, come quelle che ormai dipingeva per guadagnarsi da vivere. Arte e lussuria. In passato, erano stati collegati in maniera inestricabile. Ormai aveva rinunciato alle donne, e l'arte lo lasciava triste e freddo. «Ecco, signore. Qui c'è... quanto concordato.» Sir Romney gli porse un borsellino pieno con l'atteggiamento furtivo di un criminale che corrompeva un testimone. «Grazie» ringraziò lui in italiano e ripose il compenso nella tasca del soprabito. Lo divertiva il modo in cui tanti suoi clienti trovassero sgradevole il pagamento di un ritratto; rifiutavano di collegare la 7
pittura al commercio, poiché la bellezza non doveva avere prezzo. Dopo aver declinato l'offerta di un bicchierino di Madera da parte della sorridente Lady Kirn, Giovanni strinse la mano a Sir Romney e salutò la coppia. Aveva un appuntamento a Londra, l'indomani. Un nuovo ritratto da eseguire, un'altra tela bianca in attesa di essere dipinta, l'ennesimo cliente da lusingare. E un nuovo mucchietto di monete da riporre in cassaforte, che in fondo rappresentava lo scopo di tutto il lavoro. Mai più, quand'anche fosse vissuto fino a cent'anni, Giovanni avrebbe fatto affidamento su qualcuno, a parte se stesso. Mai più si sarebbe piegato ai desideri di un'altra persona, né si sarebbe adeguato ad aspettative altrui. Non sarebbe stato l'erede di suo padre, né il giocattolo di una donna. E nemmeno di un uomo; c'erano, infatti, parecchi signori di un certo tipo, ricchi e depravati, che amavano definirsi mecenati, i quali però dimostravano molto più interesse per il corpo dell'artista che per il suo lavoro. La risposta di Giovanni a simili proposte era sempre stata concisa – la lama minacciosa di un pugnale davanti alla gola – e aveva sempre ottenuto l'effetto desiderato. Mai più. Se doveva prostituirsi, in un modo o nell'altro, per conservare la sua preziosa indipendenza, lo avrebbe fatto soltanto con la pittura. La sala affittata per quella sera dalla Società Astronomica di Londra in Lincoln's Inn Fields era 8
già affollata quando il giovanotto prese posto in silenzio, prestando attenzione a non farsi notare. Le riunioni dell'illustre associazione di astronomi e matematici non erano aperte al pubblico, ma l'accesso gli era stato garantito da uno stimato membro, Charles Babbage. Il primo contatto con lo studioso era avvenuto tramite la famiglia, poiché Georgiana, la moglie di Mr. Babbage, era una lontana cugina di Mr. Brown, nome con il quale il giovane gentiluomo si presentava in occasioni simili; ma poi la comune passione per la matematica aveva trasformato la conoscenza superficiale in una sorta di amicizia non convenzionale, che qualcuno avrebbe potuto definire addirittura sovversiva. Quella sera John Herschel, il presidente della società, avrebbe presentato il proprio studio sulle stelle doppie, che gli aveva di recente procurato una medaglia d'oro. Benché non provasse un interesse specifico per l'argomento, soprattutto perché non possedeva un telescopio, Mr. Brown prendeva appunti con estrema cura. Non aveva ancora abbandonato la speranza di persuadere il padre ad acquistare il prezioso strumento ottico, sottolineando i benefici effetti didattici che l'osservazione degli astri esercitava sulle giovani menti; in quel caso specifico, i fratelli più piccoli, viziati e coccolati dai genitori. In ogni caso, il processo deduttivo di Mr. Herschel, basato sulla logica e sulla costante verifica, era comune a tutte le scienze, compreso quindi il 9
campo di interesse specifico di Mr. Brown. Le fiammelle delle candele tremolavano lungo le pareti del locale, male illuminato e soffocante. Mentre la conferenza proseguiva, i pastrani venivano sbottonati e il livello delle caraffe calava in continuazione. Invece Mr. Brown non beveva nemmeno un goccio di vino, non si levava il cappello, nĂŠ, tantomeno, apriva i bottoni d'osso della redingote troppo abbondante. Sembrava molto piĂš giovane degli altri partecipanti, se le apparenze non ingannavano, con guance lisce che parevano non essere mai state sfiorate dal rasoio. I capelli, almeno quello che se ne vedeva, erano castani scuri con riccioli a cavatappi che gli attribuivano un aspetto un po' femmineo. Gli occhi erano di un azzurro sorprendente, simile a quello del mare in estate. Piuttosto distanziati tra loro e incorniciati da lunghe ciglia scure, a un osservatore attento avrebbero rivelato un certo luccichio, come se il giovanotto avesse riso tra sĂŠ. Per timidezza o per altri motivi, Mr. Brown evitava con cura osservazioni ravvicinate e stava chino sul quaderno senza incrociare lo sguardo di nessuno, mordicchiandosi un labbro e coprendosi il viso con la mano libera. Le dita che tenevano la matita erano delicate, ma purtroppo le unghie erano smangiucchiate e la pelle attorno era rossa e sbucciata. La snellezza della figura era evidenziata dalle grosse pieghe del pastrano scuro. Sembrava un giovane un po' rachitico o semplicemente malnutrito, come capitava spesso a10
gli studiosi in erba, che tendevano a trascurare l'alimentazione. Alla Società Astronomica erano abituati a tipi simili. Appena terminata la presentazione, seguita dagli applausi e da una miriade di domande, Mr. Brown si alzò in piedi e si avvolse in un voluminoso mantello nero che lo faceva apparire ancora più minuto. In risposta alla cortese domanda se avesse apprezzato la conferenza del presidente, annuì con serietà ma non aprì bocca, quindi si diresse in fretta e furia all'uscita, precedendo tutti gli altri, discese i bassi gradini dell'edificio e infine uscì in Lincoln's Inn Fields. I giardini sul lato opposto della strada erano bui, silenziosi e inquietanti. La logica suggeriva che le forme scure fossero soltanto alberi, eppure apparivano minacciose. «Sii uomo» borbottò tra sé Mr. Brown. Quelle parole lo divertirono, aiutandolo a scacciare i timori. Gli altri edifici, un tempo lussuose residenze, erano occupati quasi tutti da studi legali. Benché fossero passate le dieci di sera, molte finestre erano ancora illuminate. Nel seminterrato più vicino si scorgeva la sagoma di un impiegato chino sulla scrivania. Consapevole dell'ora tarda e ignorando con determinazione il potenziale pericolo che qualunque persona sensata avrebbe avvertito in quel luogo, il giovanotto costeggiò Covent Garden e si diresse verso Drury Lane. Lì avrebbe trovato senza difficoltà una vettura a nolo, ma la sua meta era piuttosto vicina e lui non 11
aveva voglia di affrettarsi. A capo chino, con la falda del cappello abbassata sul volto, superò bordelli e case da gioco. Evitando il percorso più breve lungo Oxford Street, scelse le vie signorili di Bloomsbury, dove si concesse di rilassare l'andatura. E mentre si avvicinava alla ricca dimora di Lord Henry Armstrong in Cavendish Square, andò soggetto a un cambiamento radicale. Lo sguardo si spense, le spalle si incurvarono e il passo rallentò ancora di più. Il brivido dell'illecito, combinato con gli stimoli intellettuali, lo aveva elettrizzato durante la conferenza, donandogli una ventata di energia. Eppure, mentre guardava le alte finestre mute e chiuse del salotto del primo piano, Mr. Brown aveva l'impressione che quelle sensazioni esilaranti lo abbandonassero senza scampo. Pur tentando di resistere, non riusciva a contrastare il profondo abbattimento. Non si sentiva a casa sua in quel palazzo, tuttavia non poteva negare di abitarci. Attraverso le tende tirate della finestra a pianterreno, a sinistra della porta di ingresso, filtrava una luce. Lord Armstrong, uno stimato diplomatico con alle spalle molti anni di servizio, che era riuscito a mantenere la carica e accrescere il potere personale nel nuovo governo del Duca di Wellington, stava lavorando nel suo studio. Avvilito, il giovane gentiluomo girò la chiave nella serratura e si inoltrò a passi felpati nell'atrio. «Sei tu, Cressida?» tuonò una voce. Lady Cressida Armstrong si fermò sui suoi passi, 12
con un piede posato sul primo gradino dello scalone, e imprecò tra sé in modo assai poco signorile. «Sì, padre, sono io. Vi auguro una buonanotte» rispose. Con un gesto futile e infantile, incrociò le dita dietro la schiena e salì il più in fretta possibile la scala per rifugiarsi in camera sua, prima di venir colta in flagrante.
13
1
Londra, marzo 1828 L'orologio dell'atrio battÊ mezzogiorno. Dopo aver trascorso la mattinata a elaborare e rielaborare un articolo che esponeva i principi fondamentali della sua teoria sulla matematica della bellezza in una forma semplice e comprensibile per i lettori del periodico The Kaleidoscope, Cressie esaminò la propria immagine allo specchio. Se si fosse concessa il tempo necessario per chiamare la cameriera personale, forse i riccioli ribelli non avrebbero fatto pensare a un nido di uccello; ormai, però, era troppo tardi per porvi rimedio. L'abito da mattino di mussola marrone, con motivi stampati color crema e ruggine e nastri di raso blu, era tra i suoi preferiti. Le maniche, in contrasto con la moda del momento, erano solo un poco a sbuffo e le arrivavano quasi alle nocche delle dita, nascondendo cosÏ le numerose chiazze di inchiostro sulle mani. La gonna, anch'essa di foggia antiquata, era appena svasata e decorata da una sola balza. 14
Aveva puntato su un effetto sobrio e serio. Cressie fece una smorfia. Sbiadito, insignificante e logoro era il risultato raggiunto. «Come al solito» borbottò tra sé, voltando la schiena allo specchio con una scrollata di spalle. Mentre scendeva, si fece forza per prepararsi al previsto colloquio. Qualunque fosse il motivo per cui il padre desiderava parlarle, sarebbe stata di sicuro un'esperienza sgradevole. «Sii uomo» raccomandò a se stessa con un provocatorio fruscio di tessuti, mentre bussava alla porta dello studio. Dopo una rapida riverenza, prese posto davanti all'imponente scrivania di noce. «Padre.» Lord Henry Armstrong, ancora attraente a cinquantacinque anni di età, la salutò con un breve cenno del capo. «Eccoti, Cressida. Stamattina ho ricevuto una lettera dalla tua matrigna. Devi congratularti con me. Sir Gilbert Mountjoy ha confermato che è in arrivo un figlio.» «Di nuovo!» Bella aveva già generato quattro bambini in otto anni; di sicuro non ne occorrevano altri! E comunque, Cressie aveva immaginato che il padre avesse superato da tempo quel tipo di attività. Arricciò il naso. Non che volesse immaginare lui e Bella impegnati in quel tipo di attività. Appena colse lo sguardo del padre, tentò di assumere un'espressione più lieta. «Un altro fratellino. È una... buona notizia. Magari una sorellina rappresenterebbe un cambiamento gradevole, no?» Lord Armstrong tamburellò con le dita sul tam15
pone di carta assorbente e guardò di traverso la figlia. «Mi auguro che Bella abbia il buonsenso di regalarmi ancora un maschio. Le femmine hanno una loro utilità, ma sono i maschi a provvedere i mezzi per garantire la posizione della famiglia in società.» Sembrava che considerasse i figli semplici pedine di un gioco di potere, pensò lei con amarezza. Conoscendo bene il padre, sapeva che quello era un semplice preambolo. Se l'aveva convocata, significava che intendeva chiederle un favore. Le femmine hanno una loro utilità! «Tornando al nostro discorso...» riprese Lord Armstrong, elargendole il sorriso benevolo che aveva evitato centinaia di incidenti diplomatici e placato una miriade di cortigiani e funzionari in tutta Europa. Su Cressie, però, sortiva l'effetto opposto. Qualunque cosa stesse per dirle, l'avrebbe infastidita, non aveva dubbi. «La tua matrigna non gode dell'abituale salute ferrea. Il buon Sir Gilbert l'ha confinata a letto. È assai seccante, poiché, se Bella è indisposta, il debutto in società di Cordelia andrà rimandato.» Il sorriso teso di Cressie svanì. «Oh, no! Cordelia resterà molto delusa; sta contando i giorni. Zia Sophia non potrebbe sostituire Bella per la Stagione?» «Tua zia è un'ottima persona e mi è stata di grande appoggio per molti anni, tuttavia non è più tanto giovane. Se il problema riguardasse solo Cordelia, non sarebbe grave. Senza dubbio, tua sorella si sistemerà presto, graziosa com'è. Sappi che ho in mente Barchester per lei, un gentiluomo con ottime 16
relazioni. Tuttavia non c'è soltanto Cordelia, giusto? Anche tu sei ancora nubile. Intendevo incaricare Bella di scortarvi tutte e due ai ricevimenti. Non puoi rimandare la questione all'infinito, Cressida.» L'esperto diplomatico lanciò un'occhiata significativa alla figlia, la quale, nel frattempo, si stava domandando se il padre fosse consapevole di quanto sarebbe stato arduo tentare di costringere Cordelia a sposarsi con un uomo la cui dentatura perfetta era stata estratta a forza dalle gengive di un locatario, ammesso che si dovesse prestare ascolto alle dicerie. «Se aspirate a Lord Barchester per Cordelia» replicò abbassando lo sguardo sulle proprie dita intrecciate, «allora speriamo che si invaghisca di lei piuttosto che di me.» «Mmh...» Lord Armstrong tamburellò ancora con le dita. «Ottima osservazione.» «Davvero?» gli domandò, circospetta. Non era abituata a ricevere elogi di nessun genere da lui. «Sì. Ormai hai ventotto anni.» «Ventisei, in realtà.» «Non importa. Il punto è che hai spaventato a morte qualunque buon partito ti avessi presentato. Ora intendo proporre alcuni di questi giovanotti a tua sorella. Non vorranno vederti al suo fianco come uno spettro quando faranno la sua conoscenza. Come ti accennavo prima, zia Sophia è troppo avanti negli anni per accompagnare due giovani per l'intera Stagione, quindi, a quanto pare, dovrò scegliere. È probabile che Cordelia trovi subito marito, 17
mentre dovrò mettere da parte le mie ambizioni per te, almeno per il momento. No, ti prego, non fingerti delusa, figlia mia» aggiunse in tono caustico. «Niente lacrime da coccodrillo, ti supplico.» Lei strinse i pugni. Nel corso degli anni, aveva deciso di non permettere mai al padre di capire con quanta facilità riuscisse a ferirla. La scoperta che era comunque in grado di leggerle nel pensiero la infastidiva da morire. Le sue frecciate erano prevedibili, eppure colpivano sempre nel segno. Ormai Cressie aveva abbandonato la speranza di godere della sua comprensione e, ancora di più, della sua stima, eppure si ostinava a tentare di conquistarle. Per quale motivo era tanto difficile far combaciare emozioni e ragione?, si chiese. Sospirò. Forse perché amava suo padre. Tuttavia le risultava difficile provare simpatia per lui. Lord Armstrong rilesse accigliato la missiva della consorte. «Non illuderti di essere libera, Cressida. C'è un altro problema pressante per cui ti chiedo assistenza. A quanto pare, la maledetta governante dei ragazzi ha lasciato il lavoro. James aveva nascosto nel suo letto una vescica di maiale piena di acqua e lei se n'è andata senza alcun preavviso.» Scoppiò a ridere. «Tutto suo padre, il piccolo James! Mi divertivo a fare lo stesso scherzo quando mi trovavo ad Harrow, da adolescente.» «James non è vivace e divertente, ma viziato» commentò Cressie con convinzione. «E il peggio è che Harry lo imita, qualunque guaio combini.» Avrebbe dovuto prevedere che il discorso sarebbe ca18
duto sui preziosi pargoli. Voleva abbastanza bene ai fratellini, benché fossero maleducati, ma l'eccessivo affetto paterno, che escludeva gli altri e tutto il resto, la urtava. «Il nocciolo della questione è che mia moglie non è in grado di procurare una sostituta adeguata e io, com'è evidente, sono gravato da troppi problemi politici per occuparmene. Wellington fa affidamento soltanto su di me, sai.» Era un'illusione, come Cressie sapeva, ma il padre era orgoglioso di affermarlo. «Tuttavia l'istruzione scolastica dei miei ragazzi non può essere interrotta» proseguì. «Ho grandi progetti per tutti loro. Ho riflettuto a lungo e ho concluso che la soluzione è semplice.» «Davvero?» domandò lei, dubbiosa. «Certo. Tu, Cressida, farai da istitutrice ai miei figli, così Cordelia avrà la possibilità di partecipare alla Stagione, come previsto. Avendo questo impegno, non le sarai di intralcio con la tua presenza e, allo stesso tempo, potrai fare buon uso del cervello di cui vai tanto orgogliosa. Intanto i ragazzi riceveranno un'adeguata istruzione. Con un po' di fortuna, magari riusciremo a celebrare le nozze di Cordelia entro l'autunno. Ci sarà anche un altro vantaggio: potrai dare una mano a Killellan Manor, mentre Bella è indisposta, e avrai un'ottima occasione per migliorare i rapporti con lei.» Lord Armstrong sorrise compiaciuto. «Insomma, ho escogitato una soluzione elegante e soddisfacente per un problema che pareva difficile. Per questo, immagino, Wellington attribuisce tanto valore alla mia abilità diplomatica.» 19
La sposa segreta JOANNA FULFORD SCOZIA, 1075 - L'unione tra Isabelle e Ban deve rimanere segreta finché lei non concepirà un figlio. Ma perché questo accada, lui dovrà prima conquistare il cuore della giovane!
I silenzi del marchese ALYSSA EVERETT LONDRA, 1820 - Rosalie, convinta che la freddezza del Marchese di Deal celi un animo sensibile, accetta di sposarlo. Un terribile segreto, però, minaccia il loro amore.
Cuore mercenario ANNE HERRIES INGHILTERRA, 1509 - Reduce da un naufragio, Anne non ricorda nulla di sé. Ma la sua dolcezza suscita nel cinico Stefan sentimenti che lui credeva sepolti per sempre. E così...
Ritratto di gentildonna MARGUERITE KAYE INGHILTERRA, 1828 - Solo la matematica riesce a far battere forte il cuore di Lady Cressida. Almeno finché non conosce un affascinante pittore italiano... e le sue arti amatorie!
Nuovi scandali e vecchi sospetti MADELINE HUNTER INGHILTERRA, 1818 - Audrianna vuole scagionare il padre. Lord Summerhays invece è convinto che sia colpevole. Così, quando si incontrano, tra i due scoccano scintille...
Il conte e la rosa HELEN DICKSON INGHILTERRA, 1464 - Guy St. Edmond vuole che la bellissima Jane diventi la sua amante. Ma quando riesce ad averla, scopre che possedere il suo corpo non gli basta.
L'eredità della baronessa ANN LETHBRIDGE SCOZIA, 1819 - Lady Jenna sa che deve sposare un uomo ricco. Il giovane che ha conquistato il suo cuore, però, non lo è. Abbandonarsi all'amore è dunque impossibile... o no?
La dama spagnola JOANNA FULFORD SPAGNA - INGHILTERRA, 1816 - Harry Montague deve scoprire la verità sulla morte del fratello. Quando però conosce la bella Elena, tutto il resto sembra perdere importanza... Dall'1 febbraio
I SIGNORI DEGLI INFERI: SEDUCENTI GUERRIERI IMMORTALI, LEGATI DA UN’ANTICA MALEDIZIONE CHE NESSUNO È MAI RIUSCITO A INFRANGERE...
TORNANO I DEMONI firmati
GENA SHOWALTER , più sexy che mai!
Vivi o morti, siamo tutti in cerca di qualcosa... “Mistero, passione e f enomeni paranormali. Cosa chiedere di più?” Kirkus Reviews
Dal 31 gennaio in edicola e nei migliori supermercati www.eHarmony.it - Seguici su
✓ Questo libro ti è piaciuto? ✓ Vuoi consigliarlo
ad altre lettrici come te? Dì la tua su
Vai su www.facebook.com/Harlequin.Mondadori
e clicca
mi piace
:
potrai commentare i romanzi che hai letto, leggere le opinioni delle altre fan e sarai sempre aggiornata sulle nuove uscite Harlequin Mondadori. Ti aspettiamo!
Ab bonati! PER TE UNA SORPRESA MISTERIOSA! Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O Brescia CMP - 25126 Brescia
Sì!
Voglio abbonarmi ai Grandi Romanzi Storici Speditemi mensilmente 4 inediti romanzi e la sorpresa misteriosa che resterà comunque mia al prezzo scontato del 15%: € 20.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10 gg. (Diritto di recesso Art. 64 Dlg. 206/2005).
4B0144
Cognome.............................................................Nome.................................................................. Via.....................................................................................................................N°........................ Località.............................................................................Prov...................CAP............................... Prefisso....................Telefono....................................e-mail............................................................ Firma............................................................................................Data.......................................... Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2014. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO
Regalo non condizionato all’acquisto ed esente dalla disciplina delle operazioni a premio