Grs941 la proposta del visconte

Page 1


ANNIE BURROWS

La proposta del visconte


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Reforming the Viscount Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2013 Annie Burrows Traduzione di Patrizia Galletti Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici ottobre 2014 Questo volume è stato stampato nel settembre 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 941 dello 08/10/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1

«Chi è l'uomo che state fissando?» La domanda di Rose strappò Lydia dal tumulto di emozioni che le causava palpitazioni, tremore alle gambe e bocca riarsa. «Non stavo fissando nessuno.» Era riuscita a concentrarsi sul fatto che doveva essere d'esempio alla figliastra, e si era comportata con la massima circospezione, come non era mai stata capace di fare da diciottenne. Lo aveva osservato di nascosto, con una serie di sbirciatine rapide, sapendo che fissarlo direttamente, con il cuore negli occhi, sarebbe stato fatale. E questa volta non solo per lei. La povera Rose aveva già abbastanza difficoltà da affrontare per la sua prima Stagione senza che il comportamento sconsiderato della matrigna peggiorasse la situazione. Fino a quel momento la gente l'aveva trattata come se fosse una vedova del tutto rispettabile. Almeno in apparenza. Ma la reputazione di una donna era fragile, lei lo sapeva bene – eccome se lo sape5


va! – e di chiacchiere dovevano circolarne. Come poteva essere altrimenti? «Sì, ma lo conoscete, vero? Quello attraente, il gentiluomo laggiù, che parla con Lord Chepstow e i suoi amici.» «Ah, lui!» esclamò Lydia sforzandosi di nascondere con disinvoltura quanto si sentisse in colpa per essere stata colta sul fatto. A volte Rose le ricordava il suo chaperon, Mrs. Westerly. Anche lei notava tutto. Non perdete il vostro tempo in quella direzione, l'aveva messa in guardia quella donna dallo sguardo acuto, quando l'aveva sorpresa a fare esattamente quello che stava facendo quella sera. L'intera famiglia è indebitata senza via d'uscita. Di nuovo. E, per tirarsi fuori dai guai, hanno l'abitudine di sposare giovani ereditiere. E questo Hemingford in particolare non sembra proprio intenzionato a rinunciare alla sua vita da scapolo. Ma tenete bene a mente le mie parole: al momento opportuno, si comporterà come i suoi antenati hanno sempre fatto. «Sì, lo conosco, un po'» ammise Lydia. «È l'Onorevole...» Onorevole? Be', non quanto potrebbe sembrare. «... Nicholas Hemingford.» «Oh, parlatemi di lui.» «Non c'è molto da dire» rispose Lydia, arrossendo per la palese bugia. Perché, nonostante la reputazione dell'uomo e i terribili avvertimenti del suo chaperon, aveva perso completamente la testa per lui. Come una falena attratta dalla luce, Lydia non aveva potuto resistere al richiamo di quel suo sorriso sghembo, come di au6


tocritica, senza contare lo scintillio malizioso nei suoi occhi così azzurri. Quando Hemingford aveva deciso, per strane ragioni che solo lui conosceva, di riversare su di lei tutta la potenza del suo fascino, Lydia non aveva avuto via di scampo. Aveva creduto che fosse un'ancora di salvezza, pensò con un mezzo sorriso di autocommiserazione, e invece la sua non si era rivelata altro che una pia illusione. Che era sfumata non appena l'aveva messo alla prova. «Ho ballato con lui una o due volte durante la mia Stagione» raccontò a Rose, sforzandosi di fare apparire la questione come se fosse stata di poco conto. «E voi non lo avete mai dimenticato» osservò la fanciulla con la consueta perspicacia. «No.» Lydia sospirò. E poi, siccome sapeva bene che, se non avesse dato alla figliastra l'impressione di essere onesta fino in fondo, Rose non avrebbe lasciato cadere la questione, ammise: «Hemingford non è il tipo di persona che si dimentica. Lui è... unico». «Davvero? In che senso?» «Be', per prima cosa era un incorreggibile libertino» rispose Lydia, caustica. «Lo vedevo ridurre le ragazze più carine del ballo a creature che ridacchiavano e arrossivano per l'imbarazzo, per poi allontanarsi tranquillo, seguito dai loro sospiri adoranti. A quel punto di solito si dirigeva verso le fanciulle che facevano da tappezzeria, sceglieva fra loro la più insignificante e scialba e la guidava tra 7


le coppie che danzavano, rendendo così indimenticabile la sua serata.» «Be'... era cortese da parte sua.» Quando Lydia si accigliò, Rose mormorò: «Non è così?». «Non credo che si trattasse di gentilezza» obiettò lei, cercando di apparire convincente. «Semplicemente lo divertiva mettere in subbuglio i cuori delle signorine. Il suo vero interesse è sempre stato il gioco d'azzardo. Come adesso, di sicuro» aggiunse indicando il gruppo di uomini che, in modo impercettibile, si era spostato per includerlo nella conversazione, «si sta organizzando per incontrarli più tardi nella sala da gioco.» «Ma...» riprese Rose dubbiosa, «... se ballava solo con le ragazze che facevano da tappezzeria, come è successo che...?» «Se rammenti, non stavo per niente bene quando incontrai tuo padre. Il mio chaperon insisteva che partecipassi a tutti gli eventi a cui venivo invitata, nella speranza che, in qualche modo, facessi conquiste. La cosa mi sfinì. Quindi, in quel periodo, non avevo un bell'aspetto.» Che eufemismo! Mrs. Westerly l'aveva obbligata a mettere il belletto per mascherare il pallore e la polvere di riso per coprire le occhiaie, facendola somigliare a un cadavere ambulante. O almeno così, al suo passaggio, l'avevano definita sogghignando i fortunati che accerchiavano la reginetta della Stagione. La sera in cui si era innamorata disperatamente di Nicholas Hemingford era stata senza dubbio la ragazza più sconsolata e infelice presente in sala. La sua Stagione era iniziata male e proseguita peg8


gio. E, dopo avere udito per caso i commenti taglienti sul proprio aspetto, aveva iniziato a evitare la sala da ballo, cercando sollievo dal calore, dalla calca e dallo schiacciante senso di fallimento. Altrimenti lui probabilmente non l'avrebbe notata. Proprio come non l'aveva notata quella sera. Hemingford aveva lasciato il gruppo di uomini e girovagava puntando inevitabilmente verso l'angolo più lontano della sala da ballo, dove, in disparte, sedeva una giovane donna piuttosto paffuta, dall'aria un po' sconsolata. Oh, santo cielo, lo stava facendo di nuovo! Il viso pienotto della ragazza si illuminò quando Hemingford si chinò sulla sua mano. Lydia sapeva esattamente come si sentisse, mentre lui l'accompagnava attraverso la stanza in direzione del gruppo che si stava formando per il ballo. La giovane non poteva credere che, senza alcuna coercizione da parte delle matrone che a volte spingevano i giovanotti a compiere il loro dovere con le ragazze prive di cavaliere, un uomo così attraente le avesse davvero chiesto di ballare. La sua anima sarebbe stata colma di gratitudine e il cuore le sarebbe battuto forte. Lydia sperava solo che non scambiasse quel gesto per qualcosa di significativo, o se lo sarebbe ritrovato in pezzi. «Secondo voi» disse Rose pensosa, «perché balla solo con le ragazze bruttine?» «Be', lui ti direbbe» rispose Lydia, «che tutti meritano di divertirsi a un ballo, non importa come. Direbbe che odia vedere facce tristi e che, se nessuno vi pone rimedio, allora ci pensa lui.» «Ma voi credete che sia vero?» 9


«Oh, no!» Lydia rise in tono aspro. «Una volta ammise che non aveva senso invitare a ballare una delle fanciulle più corteggiate, perché gli chaperon non glielo avrebbero concesso. Lo ritenevano troppo pericoloso.» «Pericoloso?» Rose spalancò gli occhi. «E lo era?» «Oh, sì.» Con buona pace delle ragazze sole e disperatamente tristi, comunque. Trasse un respiro deciso, per poi lasciarlo andare lentamente. Non aveva senso arrabbiarsi perché lui le aveva fatto desiderare l'impossibile. Nemmeno per il modo superficiale con cui l'aveva indotta a credere di essere alla sua portata. Era successo tutto in un'altra vita. Tuttavia, incontrarlo di nuovo la faceva sentire come se fosse accaduto solo il giorno prima. Appena lo aveva visto, aveva reagito esattamente come quando era stata una giovinetta influenzabile dell'età di Rose. Non riusciva a staccare gli occhi da lui mentre conduceva la fanciulla rotondetta verso la pista da ballo. E non era l'unica, fatto che in qualche maniera la consolava. C'era qualcosa nel suo modo di muoversi che gli attirava sempre sguardi ammirati. Infatti, mentre alcuni uomini riuscivano ad apparire formidabili solo se restavano in posa del tutto immobili, Nicholas Hemingford camminava con una grazia languida che la scioglieva dentro. Quando i gentiluomini presero posizione per danzare, lui le capitò quasi davanti. E, sebbene non lo volesse, Lydia non poté proprio fare a meno di 10


approfittare dell'occasione per osservarlo attentamente mentre era concentrato sulla fanciulla che ballava con lui. Oh, era più attraente che mai. I capelli castano chiaro erano tagliati un po' più corti ora, ma, a parte quello, non era cambiato affatto. Era snello, slanciato ed elegante come sempre. Del resto, perché mai sarebbe dovuto ingrassare o sembrare invecchiato come tanti suoi coetanei? Tipico da parte sua continuare con la vita dissoluta e uscirne indenne! Proprio come aveva sempre fatto. Con uno scatto Lydia aprì il ventaglio e lo sventolò con energia. Le permetteva di tenere occupate le mani e di non stringere i pugni per colpire la superficie rigida più vicina. Quel movimento doveva avere catturato l'attenzione di Hemingford, perché lui alzò la testa e per un paio di secondi la fissò. Il cuore di Lydia batté forte nel suo petto. Lei sollevò il mento e lo osservò di rimando. Sì, Nicholas, sono io. Guarda. Sono sopravvissuta. E ora sono tornata. E tu, che mi dici di te? Con suo grande turbamento e disappunto, lo sguardo di Nicholas scivolò oltre, come se non l'avesse riconosciuta. «Oh, non sembra che si ricordi di voi, mamma Lyddy» dichiarò Rose, rigirando inconsapevolmente il coltello nella piaga. «No» mormorò lei con aria di scusa, «ma perché avrebbe dovuto? Sono passati otto anni dall'ultima volta che mi ha vista. Ed ero solo una fra le tante signorine che lusingava con le sue attenzioni.» 11


In quegli anni, a dispetto di tutto, Lydia si era aggrappata in segreto al suo ricordo. Eppure sembrava che Nicholas si fosse dimenticato di lei. Era chiaro che il loro incontro non aveva significato nulla per lui. «Qualcosa non va?» «È un po' umiliante» ammise, «sentirsi del tutto insignificante.» Ma era anche peggio. Fino a quel momento lei aveva nutrito la debole speranza che Hemingford avesse davvero inteso ciò che le aveva detto, anche se solo per quei pochi, inebrianti attimi in cui l'aveva tenuta fra le braccia. Le parole che aveva sussurrato l'avevano fatta sentire avvinta dall'abbraccio di un amante... quando in realtà lui l'aveva afferrata solo perché stava per svenire e in quel momento era la persona più vicina. Chiunque al suo posto sarebbe stato abbastanza cortese da portarla all'ombra. Nonostante ciò, in quei pochi minuti necessari a raggiungere la frescura all'interno della casa, le era parso che la conducesse in paradiso. La cingeva con le braccia ed erano così vicini che, mentre affondava il viso sulla sua spalla, aveva potuto inalare il suo inconfondibile profumo. Aveva udito le parole che mai avrebbe creduto che un uomo come lui potesse pronunciare, parole che lasciavano trapelare il desiderio, che suggerivano una possibilità, che le avevano colmato il cuore di speranza. Non che fosse durata troppo a lungo... Appena l'aveva posata sul sofà, era indietreggiato con un'espressione di rammarico. Non le si era mai più avvicinato. 12


L'orchestra attaccò, i gentiluomini si inchinarono alle loro dame e Lydia frugò nella borsetta a rete alla ricerca di un fazzoletto. «Mamma Lyddy?» Rose la guardava preoccupata. Lydia si soffiò il naso bruscamente, perché se c'era una cosa che odiava era lasciare che le emozioni avessero il sopravvento su di lei. «Questo è ciò che accade a soffermarsi sui ricordi della mia Stagione.» «Non sembra che siano ricordi molto felici» osservò Rose. Lydia fece una smorfia. «Non lo sono, infatti.» Rose sospirò e diede un'occhiata al fratellastro, in piedi alle loro spalle, che guardava in cagnesco tutti i presenti. «Era peggio di così?» «Oh, Rose, non ti stai divertendo?» «E come potrei» borbottò la fanciulla in tono insofferente, «con Robert così intrattabile?» Siccome l'orchestra suonava a tutto volume e loro parlottavano dietro i ventagli, Lydia non pensava che Robert potesse udire la loro conversazione, anche se sospettava che Rose un po' lo sperasse. «Sono sicura che sta solo cercando di essere protettivo...» «Be', preferirei che non lo fosse. Non capisco perché non voglia lasciarmi ballare con Lord Abergele.» Neanche Lydia lo capiva, infatti. Ma siccome era abituata a fare da paciere tra i fratelli, disse: «Immagino abbia le sue ragioni...». Rose la guardò, mormorando arrabbiata: «Pro13


babilmente pensa che sia solo un cacciatore di dote». «Sì? Be', allora...» «Cosa m'importa! Non sono venuta in città per trovare marito, ma per inserirmi nell'ambiente. E come potrò riuscirci se lui tiene a un passo di distanza qualsiasi uomo che dimostri interesse per me? Lord Abergele ha una sorella con conoscenze che sarebbero molto utili. Ora che ne ha offeso il fratello, non ho alcuna speranza di diventare sua amica.» E c'era di peggio: ora che Robert le aveva respinto un compagno di ballo del tutto rispettabile, Rose quella sera non avrebbe potuto danzare con nessun altro. «Parlerò con lui» decise Lydia. Non che sarebbe servito a molto. Robert era proprio come il padre: credeva fermamente di sapere sempre quello che era meglio per gli altri e si aspettava che la sua famiglia assecondasse il suo volere senza discutere. Certo, gli concedeva che doveva essere particolarmente difficile per lui ascoltare la sua opinione. Essendo lei più giovane di quattro anni, era comprensibile che Robert avesse preso l'abitudine di trattarla come un'altra delle sue giovani sorelle, invece che con il rispetto che avrebbe dovuto mostrare per una matrigna, ma questo non rendeva il suo atteggiamento meno spiacevole. In modo particolare quando le controllava come stava facendo quella sera, come un cane da guardia, rizzando il pelo ogni volta che chiunque non considerasse adatto alla bella sorella si avvicinava. Dimostrava così a tutti quanti come non ritenesse la 14


matrigna un'accompagnatrice abbastanza fidata per Rose. Nello stesso momento in cui Lydia stringeva le labbra per la stizza, chiudendo con un colpo secco il ventaglio, i gentiluomini allineati avanzarono all'unisono, e per un istante lo sguardo di Nicholas Hemingford si posò su di lei. Nemmeno questa volta sorrise, ma le elargì un lieve cenno del capo. Così finalmente un ricordo di lei era riaffiorato, ricordo che sicuramente non lo aveva afflitto per anni. O forse l'aveva già riconosciuta, ma la coscienza sporca aveva fatto sì che evitasse il suo sguardo. Proprio come aveva evitato di restare con lei nella stanza, e nella sua vita, dopo aver fatto quella dichiarazione di cui si era immediatamente pentito. «Oh, alla fine si è ricordato di voi.» Rose osservava perplessa non lui, ma Lydia, che si rese conto di stare tremando. Era così arrabbiata al pensiero della noncuranza con cui lui le aveva spezzato il cuore che tutto il suo corpo letteralmente fremeva. Che cosa mai le stava succedendo? Per anni era riuscita a conservare un'apparenza serena, indipendentemente da ciò che stava pensando. Infatti, l'ultima volta che non era riuscita a controllarsi a causa dell'agitazione era stato il giorno delle proprie nozze. Le ginocchia le tremavano a tal punto che aveva temuto di non riuscire a precorrere la navata fino in fondo. Ma, nonostante ciò, era riuscita a guardare avanti a sé e a sforzarsi di sorridere, determinata a 15


far sì che nessuno e, in modo particolare suo marito, si accorgesse di quanto fosse impaurita. Il colonnello Morgan si era accigliato quando, nel prenderle la mano per infilarle l'anello, l'aveva sentita tremare. Non gli piacque l'idea che lei potesse temerlo o avere dei ripensamenti riguardo ai loro accordi. Così, mentre lei pronunciava la sua promessa, segretamente ne fece una anche a se stessa: non avrebbe mai più lasciato che le emozioni prendessero il sopravvento. Avrebbe mantenuto in ogni momento un'espressione impassibile di serena accettazione. E fino a quella sera ci era riuscita. Prima che potesse riordinare le idee per elaborare una qualche scusa credibile, Robert si abbassò e, avvicinandosi al suo orecchio, sibilò: «Avevo dimenticato che lo conoscevate». Oh, Signore, questa non ci voleva proprio. Ora doveva anche convincere Robert che Hemingford era stato un semplice conoscente. Se avesse immaginato che era stata innamorata di lui e che, a giudicare da quanto si era rivelata vulnerabile in sua presenza, lo era tuttora, il figliastro avrebbe senza dubbio raddoppiato la vigilanza su di lei come su Rose. Era già un problema che pregiudicasse il suo ruolo di chaperon, con quel controllo oppressivo dei potenziali ammiratori di Rose. Non doveva assolutamente dargli l'opportunità di accusarla di essere un cattivo esempio per la fanciulla. Non avrebbe più avuto alcuna possibilità di fargli prendere in considerazione il suo punto di vista. Con un gesto istintivo di autodifesa, Lydia eluse il dubbio sollevato attaccando a sua volta. 16


«Allora hai la memoria corta. Fu proprio Hemingford a presentarmi a te la prima volta. Non ricordi? Mi accompagnò a uno di quei picnic che eravate soliti organizzare a Westdene.» «Credevo aveste detto di aver ballato con lui solo una o due volte» intervenne Rose. «Sì?» Lydia dovette agitare con energia il ventaglio per calmare il rossore che le saliva alle guance. «Be', in effetti non accadde molto più spesso.» Sebbene, dopo quel primo ballo, lui avesse mostrato, come le aveva definite il suo chaperon, delle attenzioni particolari. Entrambe si erano stupite per la quantità di occasioni in cui lui l'aveva invitata e scelta per il ballo, anche se a ogni passo di danza lei arrossiva e inciampava goffamente. Lui non si era lasciato scoraggiare dal suo balbettare né dalla sua apparente stupidità, non come gli altri uomini che inizialmente avevano mostrato interesse per lei. Anzi, lui aveva raddoppiato i propri sforzi per metterla a suo agio. E a poco a poco in sua compagnia si era tranquillizzata. Fino al punto che, un pomeriggio, mentre stavano passeggiando nel parco, le era sfuggito che non capiva perché si disturbasse tanto per lei... «Se con questo volete intendere che preferite che vi lasci in pace» l'aveva ammonita con finta intransigenza, «allora dovrete smettere di apparire così compiaciuta quando vengo a invitarvi.» Lydia arrossì ancora di più e per qualche passo si fissò i piedi, prima di trovare il coraggio di rispondere. «No... non... non voglio che mi lasciate in pace. 17


Mi... mi piace molto la... la vostra compagnia.» «Bene» rispose Hemingford allegro, «perché non ho nessuna intenzione di farlo finché non avrò ottenuto un vero sorriso dalle vostre labbra.» «M... ma, perché? Cioè, cosa p... può importarvi? Mrs. Westerly d... dice che voi non siete interessato al m... m...» «No! Non pronunciate quella parola in mia presenza!» esclamò lui, fingendosi terrorizzato. «C'è di più nella vita che...» Si guardò attorno come per verificare che nessuno potesse origliare, per poi abbassarsi e sussurrarle nell'orecchio: «... il matrimonio. Ci possiamo godere una passeggiata nel parco in un pomeriggio di sole o ballare insieme, proprio per il semplice piacere di farlo, non credete?». «Oggi non c'è il sole» notò Lydia con aria malinconica, mentre si fermavano davanti a una macchia di narcisi che, altrettanto tristi, avevano diretto le loro corolle dorate verso il punto in cui avrebbe dovuto splendere il sole, se avesse potuto penetrare la fitta coltre di nuvole. Nonostante Mrs. Westerly l'avesse avvisata di non fantasticare più del dovuto sul modo in cui lui l'avrebbe trattata, il cuore sciocco di Lydia osò pensare che Hemingford forse non era una causa così persa come tutti pensavano. «Ma possiamo ancora godere della reciproca compagnia» aggiunse lui, «senza che per forza si convoli a nozze. Non siete d'accordo?» Da quel giorno Lydia associò l'aroma dei narcisi alla fine delle sue speranze sentimentali. «Certo» rispose, sforzandosi di sorridere, anche se non riuscì a guardarlo in viso. Se una tiepida amicizia era tutto ciò che lui era disposto a offrirle, 18


lei non avrebbe fatto nulla che lo potesse allontanare, dato che i rari minuti che passava con quel giovane affascinante, brillante e spiritoso erano diventati l'unico sprazzo di luce nella sua altrimenti grigia esistenza. «I... inoltre, tutti sanno che non siete in cerca di moglie. E, anche se lo foste, non vi soffermereste su una come me. Voi saprete, immagino, che io non ho alcuna dote.» «Lo so, certo. Quelle vecchie pettegole si accertano che tutti sappiano la quotazione di ogni nuovo arrivato entro i primi cinque minuti dal suo ingresso nella sala da ballo. Ma questo non cambia ciò che provo per voi.» Be', certo, dal momento che non vedeva in lei una potenziale moglie. «E inoltre» continuò Hemingford, prendendola sottobraccio e dirigendosi di nuovo lungo il sentiero, «voi ancora vi illuminate ogni volta che vi chiedo di ballare.» «Be', danzate divinamente» ammise Lydia. «E Mrs. Westerly dice che...» Si interruppe, mordendosi il labbro. «Continuate. Raccontatemi cosa dice Mrs. Westerly. Vi prometto che, per quanto possa essere spiacevole, non mi sorprenderà. Gli chaperon sono soliti dare alle loro protette tremendi avvertimenti su di me.» «Be', dice che non è sbagliato trascorrere del tempo con voi, dato che mi fate sorridere. E la cosa mi rende più attraente agli occhi dei buoni partiti.» «Ah! Così è questo il motivo per cui non mi vieta di guastare il suo salotto con la mia presenza.» Lei annuì, acquietata da un senso di... qualcosa 19


di simile alla condivisione mentre passeggiavano insieme. Fu questo probabilmente a spingerla ad aggiungere d'impulso: «Non che abbia molta importanza, alla lunga, dato che appena comincio a parlare con chiunque sia un buon partito arrossisco e balbetto a tal punto che mi prendono per una vera sciocca. E se c'è una cosa che un uomo non vuole è avere per moglie una sciocca. A meno che non sia un'ereditiera o abbia un titolo importante». A quel punto, Nicholas le rivolse un'occhiata interrogativa e osservò: «Ma adesso avete smesso di balbettare del tutto». «Sì? L'ho fatto davvero?» «Perché non state cercando di impressionarmi. Sapete che non sono affatto un buon partito.» Era davvero quello il motivo? O era forse perché, alla fine, aveva abbandonato ogni speranza in qualcosa di più di una semplice amicizia? «Immagino che il vostro chaperon vi abbia avvisato» continuò lui disinvolto, «che nella mia famiglia c'è un bel po' di sangue cattivo. Come saprete, il primo Rothersthorpe non era altro che un pirata, nonostante la buona regina Bess lo avesse ricompensato con un titolo per il suo impegno nella lotta contro gli spagnoli.» «Oh, sì. Lo sanno tutti. Ma la cosa principale che lei contesta è... che siete privo di denaro. Mrs. Westerly mi ha avvisato che questo è il motivo per cui mi invitate a passeggiare con voi, invece di portarmi a fare un giro in carrozza nel parco.» «Davvero lo ha detto? La vecchia p... pettegola!» esclamò. «Anche se di certo è la verità. Non ho il becco di un quattrino.» 20


«Forse» continuò Lydia con un pizzico di asprezza, «se non scommetteste su faccende tanto assurde...» «Per esempio?» «Be', ho saputo di una gara tra un'oca e un topo.» Nicholas scoppiò a ridere. «E chi ve lo ha detto? Non che non sia vero. Ma almeno ho puntato sul topo. Ho vinto una fortuna» concluse compiaciuto. «E su cosa avete poi perso quella fortuna?» ribatté Lydia. «Un giro di carte?» «No! Sono un giocatore di carte molto abile» si difese lui con aria offesa, come toccato sul vivo. Ma solo il tempo di alcuni passi e, accennando un sorriso, le rivolse uno sguardo malizioso per poi confessare: «Era un cavallo». Lydia contrasse le labbra. «Avete ragione» sospirò Hemingford, fingendosi disperato. «Sono incorreggibile. Il denaro scorre via dalle mie mani come acqua. Non riesco a trattenerlo per più di cinque minuti. E comunque» aggiunse, guardandola interrogativo, «voi non avete mai dimostrato che passeggiare con me fosse una perdita di tempo. Anche quando non ci sono in giro potenziali pretendenti ad assistere ai vostri sorrisi e alla pronuncia di intere frasi senza balbettare.» Il cuore di Lydia sobbalzò a tal punto che fu quasi doloroso. Se Hemingford avesse immaginato come lei si sentiva veramente, si sarebbe spaventato e sarebbe sparito dalla sua vita? Ma, nonostante questo timore, parlò liberamente. «Mi fate ridere quando a volte penso che non è rimasto molto altro da fare che riderci su.» Per un attimo era stata quasi sopraffatta da quel 21


pensiero. Aveva dovuto abbassare la testa, premere le labbra per fermarne il tremore e sbattere le palpebre rapidamente per disperdere le lacrime che affioravano. Dandole un colpetto sulla mano, lui le disse: «Quindi, sarà mio dovere farvi sorridere ogni volta che le nostre strade si incroceranno». E lo stava già facendo. Succedeva sempre quando ballavano, cenavano o camminavano insieme, come in quel momento, mano nella mano, fissando i suoi occhi azzurri e sorridenti: ogni volta era come se il sole trapassasse le nuvole scure che solitamente gravavano su di lei. Ma poi Hemingford fece ritornare quelle nuvole aggiungendo: «La vita è troppo breve per rovinarla preoccupandosi di quello che può o non può succedere, Miss Franklin. Dobbiamo solo godere di ogni giorno che ci viene concesso e lasciare che il futuro venga da sé». E Lydia dovette trattenersi dal controbattere duramente. Era normale che si esprimesse in quel modo. Non aveva idea di come fosse la realtà! Lui aveva un tetto sulla testa, una rendita regolare... anche se si lamentava che fosse una somma da fame... e una posizione sicura in società grazie al proprio rango. E, più importante ancora, non doveva sposarsi, a meno che non lo decidesse lui stesso e solo per sua scelta. Sarà sposato ora?, si chiese, tornando di colpo al presente. Lo osservò sorridere alla fanciulla grassottella 22


mentre si inserivano in un gruppo di ballo a coppie. Non ne aveva idea. Aveva appositamente evitato di chiedere qualunque informazione lo riguardasse da quando aveva sposato il colonnello Morgan. Le cose erano state già abbastanza difficili. Se mai avesse letto l'annuncio della sua promessa di matrimonio con un'altra donna, che era riuscita a impressionarlo abbastanza da fargli rinunciare al suo stile di vita edonistico, avrebbe desiderato nascondersi e morire. Il che non sarebbe stato leale nei confronti del marito, a cui lei doveva molto. No, ripagare la generosità del colonnello Morgan spezzandogli il cuore per un altro uomo sarebbe stato imperdonabile. «Quindi... è un tuo amico allora, Robert?» Rose li stava osservando con uno sguardo perplesso a incresparle le sopracciglia. «Non più» borbottò Robert. «Non ne ho accennato, ma...» Cambiò posizione con un'aria di disagio. «Be', se proprio lo volete sapere, abbiamo avuto un piccolo alterco. Non ho più parlato con Rothersthorpe da poco dopo che voi sposaste nostro padre» riferì a Lydia, sebbene fosse stata Rose a porgli la domanda. «Non ve lo dissi perché, be', perché...» Rothersthorpe? Aveva acquisito il titolo del padre, allora. Le viscere le si accartocciarono al pensiero di quanto si fossero allontanati, tanto da non sapere praticamente nulla della sua vita. Anche se era ciò che lei aveva voluto. O dovuto. 23


«Ma mamma Lyddy lo ha chiamato Mr. Humming... qualcosa del genere.» «Hemingford» la corresse Robert. «Quello è il nome di famiglia. Ora che suo padre è morto, lui ha ovviamente ereditato il titolo. Adesso è il Visconte Rothersthorpe. Be', credevo che lo sapeste, mamma Lyddy.» «No.» Si era data così tanta pena di evitare di leggerne il nome sul Weekly Messenger, che aveva perso anche quella notizia. Si era dovuta assumere le responsabilità delle proprie scelte. Era stato già difficile abituarsi al genere di marito che era il colonnello Morgan. Lasciare che sospettasse che lei lo avesse sposato per poi piangere per la volubilità di un altro non avrebbe giovato a nessuno. E alludere alla verità non sarebbe convenuto a nessuno nemmeno ora. «Santo cielo, Robert, dovresti sapere che non sono mai stata un'attenta lettrice delle notizie mondane! Mi sono lasciata alle spalle quel mondo quando ho sposato vostro padre.» «Ma adesso ne stavate parlando» insistette Robert. «Nessuna di voi due riesce a distogliere lo sguardo da lui.» Povera lei! Robert non aveva intenzione di lasciar cadere la questione. Era proprio come un cane che ha agguantato un osso. «Stavo cercando di mettere in guardia Rose. Non voglio che si faccia abbindolare dal suo bel viso e dal suo fascino superficiale.» Robert le lanciò uno di quegli sguardi penetranti che le ricordavano terribilmente il padre. Aveva gli 24


stessi occhi grigi come l'acciaio, lo stesso naso adunco e delle sopracciglia tali che non potevano essere definite altro che impressionanti. Fra tutti i figli del colonnello Morgan, lui era quello che gli assomigliava di più, perlomeno nell'aspetto. E glielo ricordò ancora di più quando, guardando al di sotto della punta del suo naso, le disse: «Non dovete preoccuparvi, sono più che in grado di proteggerla dalle persone sgradite». Sia Rose sia Lydia gli diedero le spalle, aprirono con uno scatto i loro ventagli e iniziarono ad agitarli con vigore. Uomini! Sono tutti così... impossibili! Specialmente quelli affascinanti e di bell'aspetto come Rothersthorpe, ormai non poteva evitare di ammetterlo. Infatti, anche se era in collera con lui, sapeva esattamente dove si trovava in ogni momento, e tale consapevolezza era alquanto dolorosa. Si rifiutava di guardarlo, ciononostante sapeva benissimo che aveva riportato la fanciulla grassottella al suo chaperon. E lo percepì mentre si girava per attraversare il salone e dirigersi dalla loro parte. Il suo cuore mancò un battito quando si rese conto che stava venendo proprio verso di lei. E che stava per parlarle. Be', sarebbe stato meglio che le sue prime parole fossero state di scusa per averla delusa proprio quando aveva più bisogno di lui. Si fermò ad appena tre passi dalla sua sedia, un sorriso beffardo che indugiava sulle sue labbra. A Lydia fu necessaria tutta la sua forza di volontà per non alzarsi e schiaffeggiarlo. Dovette fermamente ricordare a se stessa che si trovava in un sa25


lone pubblico e non doveva fare una scenata che si sarebbe ritorta su Rose. Trasse un respiro profondo e chiuse con un colpo secco il ventaglio. Era in grado di comportarsi in modo civile e dignitoso. Certo che lo era, anche se il cuore le batteva a piĂš non posso, la bocca era riarsa e le ginocchia le tremavano. Non era piĂš una suggestionabile giovinetta di diciotto anni, ma una donna matura, e si rifiutava di arrossire, balbettare o perdere il controllo delle gambe soltanto perchĂŠ un uomo di bell'aspetto si degnava di concederle un po' di attenzione!

26


Il giornale degli scandali MAGGIE ROBINSON LONDRA, 1820 - Lord Gray, stanco di finire sempre in prima pagina sul London List, si presenta alla redazione del giornale. Ma quando scopre che il direttore è in realtà la bella Evangeline...

La proposta del visconte ANNIE BURROWS INGHILTERRA, 1820 - Lydia torna in società dopo otto anni e si ritrova davanti proprio Nicholas, l'uomo che l'aveva fatta sognare con la sua proposta di matrimonio. E lui, di nuovo, le sconvolge la vita.

Segreti a corte BLYTHE GIFFORD INGHILTERRA, 1361 - Sir Nicholas è un cavaliere del Principe Edoardo. Anne la dama di compagnia della principessa. Tra i due aleggiano una strana alchimia... e un segreto che mette a rischio il regno!

L'onore dei Gilvry ANN LETHBRIDGE SCOZIA, 1822 - Drew Gilvry ha giurato di proteggere Rowena, ma il suo senso dell'onore viene messo a dura prova. La giovane infatti risveglia in lui una fiamma troppo a lungo sopita...


Una lady tutta da scoprire LOUISE ALLEN EUROPA, 1814 - In partenza per il Grand Tour, il Conte di Palgrave accetta di portare con sé l'amica d'infanzia. Thea però non è più una bambina e l'amicizia si trasforma presto...

La vendetta del cavaliere MERIEL FULLER INGHILTERRA, 1326 - Katerina nasconde un terribile segreto. Il prode Lussac è determinato a scoprirlo, ma c'è qualcosa nella fanciulla che tocca il suo animo avido di vendetta.

Contratto di seduzione MAGGIE ROBINSON LONDRA, 1820 - Lady Maris è pronta a tutto pur di avere un erede, anche a pagare... E il famigerato Reynold Durant, libertino senza scrupoli, sembra deciso ad accontentarla.

La concubina del vichingo MICHELLE STYLES INGHILTERRA, 876 - Per mantenere il controllo sulle proprie terre, la ribelle Edith di Breckon sarà disposta davvero a diventare concubina per un anno di un barbaro suo nemico? Dal 4 novembre


Le più belle saghe storiche d’autore, da collezionare. - Le spose di Fortune’s Folly In amore e… nei matrimoni, tutto è permesso.

Inghilterra, 1809-1810 Quando lo Squire di Fortune’s Folly decide di ripristinare una legge medievale che gli consente di confiscare metà dei beni delle donne senza marito, la cittadina viene presa d’assalto dai cacciatori di dote. Per giovani come Lady Laura Cole, Alice Lister e Lady Elizabeth Scarlet è arrivato il momento di trovare l’uomo giusto? Forse, ma la strada verso il matrimonio riserva molte sorprese… “Una serie che dimostra, ancora una volta, che Nicola Cornick è la Regina dell’Historical Romance. Deliziosa!” – Romance Junkies

Dall’8 ottobre in edicola

www.harlequinmondadori.it - Seguici su


Le autrici che fanno emozionare il mondo Harper Summerville è la donna con la valigia. Ora si fermerà per un po’ a Razor Bay, una cittadina meravigliosa, dallo scenario naturale strabiliante e…con uno sceriffo supersexy. Chissà, forse non lo sa ancora, ma è arrivata a casa.

Una romantica e frizzante storia d’amore, firmata SUSAN ANDERSEN. Quando Tom Cavanaugh torna a Virgin River per occuparsi del frutteto di famiglia, ha le idee chiare sul tipo di donna con cui metterà su casa: dolce, perbene e magari un po’ ingenua. Niente a che fare con Nora Crane, tosta e indipendente. Ma si sa, l’amore è imprevedibile…

Bentornate a Virgin River, il luogo dove i sogni si avverano.

Scopri e acquista tutta la serie su www.harlequinmonndadori.it

Dal 10 ottobre in edicola www.harlequinmondadori.it – seguici su


Ab bonati! PER TE UNA SORPRESA MISTERIOSA! Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O Brescia CMP - 25126 Brescia

Sì!

Voglio abbonarmi ai Grandi Romanzi Storici Speditemi mensilmente 4 inediti romanzi e la sorpresa misteriosa che resterà comunque mia al prezzo scontato del 15%: € 20.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10 gg. (Diritto di recesso Art. 64 Dlg. 206/2005).

4B0144

Cognome.............................................................Nome.................................................................. Via.....................................................................................................................N°........................ Località.............................................................................Prov...................CAP............................... Prefisso....................Telefono....................................e-mail............................................................ Firma............................................................................................Data.......................................... Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2014. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da Harlequin Mondadori S.p.A. - Via Marco d’Aviano, 2 – 20131 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con Harlequin Mondadori S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso Harlequin Mondadori S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO

Regalo non condizionato all’acquisto ed esente dalla disciplina delle operazioni a premio


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.