PENNY JORDAN
VA BENE, CAPO!
1 Erano le quattro e quarantacinque quando Saskia si diresse verso l'atrio dell'edificio nel quale lavorava, desiderosa solo di raggiungere l'uscita. Era già in ritardo e non badò alla receptionist, che espresse tutta la sua invidia nel vederla passare. «Beata te che puoi svignartela così presto.» Andreas corrugò la fronte nell'udire il commento della receptionist. Era fermo ad aspettare l'ascensore e la donna che era appena passata non l'aveva notato, al contrario di lui. Si trattava di una ragazza bruna con un paio di gambe incredibilmente belle e sfumature di un rosso dorato nei capelli mossi, che le davano un'aria selvaggia. Andreas cercò di correggere la direzione presa dai suoi pensieri, sapendo bene che in quel momento una relazione con una donna era l'ultima cosa di cui aveva bisogno. La sua fronte si corrugò ulteriormente. Da quando era riuscito a convincere suo nonno a ritirarsi, almeno in parte, dalla gestione della catena di alberghi della loro famiglia e ad affidarla a lui, sembrava che gli interessasse solo vedere il nipote spo5
sato con una cugina di secondo grado. Quel matrimonio, secondo il nonno, avrebbe unito due rami della famiglia, oltre a portare in dote al nipote l'importante compagnia di spedizioni di proprietà della cugina. Fortunatamente sapeva che dietro ai progetti del nonno si nascondeva quasi sempre una vena sentimentale, altrimenti non avrebbe permesso a sua figlia, la madre di Andreas, di sposare un inglese. Fino a quel momento i tentativi di farlo sposare con la cugina Athena lo avevano solo seccato, anche perché alle insistenze del nonno si erano unite quelle di Athena, fin troppo desiderosa di unirsi a lui in matrimonio. La donna era vedova e maggiore di lui di sette anni, e perdipiù aveva due figlie dal precedente matrimonio con un ricco uomo greco. Andreas era più che convinto che fosse stata proprio Athena a mettere in testa al nonno l'idea di una possibile unione fra loro due. L'ascensore giunse all'ultimo piano e Andreas si affrettò a uscire dalla cabina. Non era certo quello il momento migliore per pensare a quei problemi. Avrebbe potuto occuparsi della faccenda dopo aver portato a termine i suoi compiti in Inghilterra, dove doveva trattenersi almeno un paio di settimane, prima di fare ritorno all'isola di proprietà della sua famiglia nel Mar Egeo. Il suo obiettivo, per il momento, era quello di valutare l'attuale gestione economica dell'albergo inglese che la famiglia aveva appena acquistato, per trasformarla in una impresa di successo, come era avvenuto per tutti gli alberghi di proprietà della Demetrios Hotels. 6
Andreas era il direttore esecutivo della società, ma suo nonno era abituato a chiedergli comunque conto delle sue decisioni, come aveva sempre fatto fino a quel momento. Il suo arrivo all'albergo era previsto per il giorno successivo, ma lui aveva deciso di mettersi subito al lavoro. Era stata una decisione saggia, altrimenti non avrebbe mai scoperto che c'era chi, come la ragazza incrociata poco prima, si permetteva di svignarsela così presto. Svignarsela così presto! Saskia sorrise con amarezza, mentre si sbracciava per aggiudicarsi un taxi. Che coraggio aveva avuto la receptionist, dopo averla vista prendere servizio ogni mattina alle sette e mezzo per almeno un mese, senza mai concedersi nemmeno il tempo della pausa pranzo. Tutto il personale era stato avvisato che la Demetrios Hotels, che aveva rilevato la piccola catena che gestiva il loro albergo, era inesorabile quando si trattava di effettuare tagli al personale per diminuire i costi. Il giorno successivo ognuno di loro sarebbe stato convocato dalla gestione del personale per incontrare il nuovo direttore, e Saskia non moriva certo dalla voglia di fare la sua conoscenza. La sua fama di manager concentrato sul profitto lo aveva ampiamente preceduto. Come quella che gli alberghi della Demetrios funzionavano tutti alla perfezione e garantivano guadagni più che notevoli in virtù della filosofia aziendale applicata, vale a dire: Il cliente ha sempre ragione, anche quando ha... torto. 7
Il taxi si fermò davanti al ristorante dove Saskia aveva chiesto di essere portata e lei scese dall'auto, dirigendosi poi verso il locale. «Oh, Saskia, eccoti qui. Pensavamo che non arrivassi più.» «Scusatemi tanto» si giustificò lei con le amiche, mentre si lasciava cadere sull'unica sedia libera del tavolo da tre nel ristorante italiano in cui avevano deciso di incontrarsi. «Tra i miei colleghi oggi c'era molta ansia. Domani conosceremo il nuovo direttore» spiegò Saskia, chiaramente preoccupata. Dopo un attimo, però, si accorse che una delle due amiche non la stava assolutamente ascoltando e che sul suo viso era dipinta un'espressione infelice. «Cos'è successo?» le domandò subito. «Stavo raccontando a Lorraine che sono sconvolta...» rispose Megan indicando l'altra donna seduta al tavolo, sua cugina Lorraine, di qualche anno più vecchia e con un aspetto molto professionale. «Sconvolta?» chiese Saskia, mentre la sua fronte ben disegnata si increspava, sciupando l'ovale perfetto del viso, incorniciato dai lunghi capelli scuri. Allungò una mano e prese un panino, perché stava morendo di fame. «È a causa di Mark» proseguì Megan, con voce tremante e con gli occhi color nocciola colmi di dolore. «Mark?» ripeté Saskia, posando sul tavolo il pane. «Pensavo che foste in procinto di annunciare il vostro fidanzamento.» «Sì, lo eravamo, anzi, lo siamo. Però... Mark ne ha tutte le intenzioni, ma...» Megan non riuscì a fi8
nire e Lorraine intervenne in suo aiuto. «Megan crede che ci sia un'altra donna» chiarì a Saskia senza mezzi termini. Saskia sapeva che Megan, di dieci anni più anziana di lei e di Lorraine, avendo alle spalle un matrimonio fallito, tendeva a nutrire poca stima nei confronti di tutto il genere maschile. «Oh, Megan, di certo ti sbagli. Mi hai detto tu stessa che ti ama alla follia.» «È ciò che pensavo finora. Soprattutto da quando mi ha chiesto di fidanzarci» spiegò l'amica. «Tuttavia continua a ricevere strane telefonate e non vuole dirmi chi è. Se rispondo io, dall'altra parte riappendono. Lui dice che sicuramente si tratta di persone che sbagliano numero.» «È facile che sia così.» Saskia cercò di rassicurarla, ma Megan scosse la testa. «Non credo proprio. L'altra sera Mark stava parlando al cellulare quando sono entrata in casa e ha chiuso la comunicazione in tutta fretta.» «Gli hai chiesto spiegazioni?» si informò Saskia. «Sì, e lui ha risposto che sto immaginandomi tutto» le rispose l'amica con aria infelice. «La classica risposta dell'uomo colpevole. Il mio ex mi ha ripetuto per mesi che ero paranoica e poi mi ha lasciata per la sua segretaria...» borbottò Lorraine. «Vorrei solo che Mark fosse onesto con me» confidò Megan a Saskia, mentre gli occhi le si riempivano nuovamente di lacrime. «Se c'è un'altra, io... non posso credere che abbia fatto una cosa del genere... pensavo che mi amasse.» 9
«Sono sicura che ti ama ancora.» Saskia cercò di consolarla. Non aveva mai conosciuto Mark, ma dalla descrizione di Megan sembrava che fosse l'uomo perfetto per lei. «Bene, direi che c'è solo un modo per scoprire la verità» annunciò Lorraine. «Ho letto un articolo che lo spiegava. C'è un'agenzia che se hai dei sospetti sulla fedeltà del tuo partner, provvede a mandare una ragazza a tentare di sedurlo. Mi sembra un'ottima soluzione.» «Oh, no. Non potrei mai farlo» protestò Megan. «Invece devi» insistette Lorraine con forza. «È il solo modo per sapere se puoi fidarti di lui. Avrei dovuto farlo anch'io, prima di sposarmi. Devi assolutamente farlo. Ricordati che Mark ha appena iniziato la sua attività e fatica ad arrivare alla fine del mese, mentre tu hai ereditato un bel gruzzolo dalla prozia.» Saskia ebbe un tuffo al cuore mentre ascoltava. Voleva molto bene alle sue amiche, tuttavia sapeva che Megan spesso permetteva alla cugina di prendere delle decisioni per lei. Saskia non aveva niente contro Lorraine, ma a volte partiva per la tangente e non era disposta a tornare sulle sue decisioni. Saskia era anche convinta che quella fosse una delle ragioni del fallimento del suo matrimonio. In quel momento, però, aveva urgenza di mettere qualcosa sotto i denti e ricominciò a esaminare il menù con sguardo affamato. «In fondo è una buona idea» stava dicendo Megan. «Ma non credo che ci sia un'agenzia di quel tipo qui a Hilford.» 10
«Non ci serve un'agenzia» protestò Lorraine. «Ciò di cui abbiamo bisogno è un'amica bellissima che Mark non abbia conosciuto e che possa quindi tentare di sedurlo. Se lui reagisce...» «Un'amica bella da mozzare il fiato? Più o meno come Saskia?» Era evidente che Megan stava architettando un piano. Due paia di occhi si posarono interessati su Saskia, mentre affondava i denti in un pezzo di pane. «Proprio come lei» concordò Lorraine ispirata. «Infatti, credo proprio che Saskia sarebbe perfetta.» «Che cosa?» Saskia inghiottì il boccone senza masticarlo. «Non potete dire sul serio» protestò. «Non lo farei mai.» Sollevò gli occhi e vide la determinazione negli occhi di Lorraine e la supplica in quelli di Megan. «Non riuscirete a convincermi. Megan, è una follia, non puoi non rendertene conto. Ti sembra giusto fare una cosa simile a Mark? È così che gli dimostri di amarlo?» «Non potrà mai fidanzarsi con lui finché non saprà se può fidarsi.» Lorraine appariva oltremodo determinata. «Bene, allora faremo così... Ora dobbiamo solo decidere in quale luogo Saskia potrebbe incontrare casualmente Mark e attuare il piano.» «Questa è la sera in cui di solito esce con i suoi amici e mi ha spiegato che avevano in progetto di andare in un locale che hanno appena aperto. Un suo amico conosce il proprietario.» «Non posso farlo» protestò Saskia. «È immorale.» Poi sollevò lo sguardo sul viso disperato di Megan. «Mi dispiace per te, ma...» «Mi sarei aspettata che tu volessi aiutare Meg, 11
Saskia, per proteggere la sua felicità. Soprattutto dopo quello che lei ha fatto per te» sottolineò Lorraine, con totale mancanza di tatto. Era vero. Saskia sapeva benissimo di dovere un favore enorme a Megan. Sei mesi prima, quando era ancora in forse l'acquisizione dell'albergo da parte della Demetrios Hotels, Saskia aveva lavorato sempre sino a tarda sera, e a volte anche durante i fine settimana. Era stata allevata dalla nonna, perché i suoi genitori si erano sposati quando erano ancora troppo giovani e la loro unione era finita miseramente molto presto. Pochi mesi prima la nonna aveva contratto un'infezione virale e Megan, che era un'infermiera, si era occupata di lei, rinunciando al tempo libero e a parte delle vacanze. Saskia tremò al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere alla nonna se non fosse stata così ben accudita. Era davvero molto grata a Megan, per aver salvato la donna che da bambina le aveva sempre offerto un profondo affetto e garantito un tetto, proprio quando ne aveva maggiormente bisogno. Sua madre, che l'aveva messa al mondo a diciassette anni, era stata una figura distante nella sua vita, e suo padre, il figlio della nonna, si era allontanato da lei e dalla madre, andando a vivere in Cina con la seconda moglie e una nuova famiglia. «Capisco che tu non approvi» stava dicendo intanto Megan, «tuttavia ho bisogno di sapere che posso fidarmi di Mark.» I suoi occhi si riempirono di lacrime. «Lui significa molto per me. Ha tutto ciò che ho sempre desiderato in un uomo. È uscito con 12
molte donne in passato, prima di trasferirsi qui da Londra, ma giura che nessuna di loro è mai stata importante quanto me. Io però ho bisogno di essere sicura.» Vedendo la disperazione negli occhi dell'amica, e pensando a quanto le era grata per come si era presa cura di sua nonna, Saskia ebbe improvvisamente la certezza che l'avrebbe aiutata, per quanto non approvasse quei sistemi. «D'accordo» accettò con aria rassegnata. «Lo farò.» Megan la ringraziò con entusiasmo e Saskia, a quel punto, le chiese informazioni sull'uomo che doveva cercare di sedurre. «Descrivimi Mark, se vuoi che sia in grado di riconoscerlo.» «Oh, è semplice» fece Megan con un'espressione estatica dipinta sul viso. «Sarà senz'altro l'uomo più bello che vedrai nel locale. È fantastico, Saskia, incredibilmente affascinante, con i capelli folti e scuri e la bocca più sexy che si sia mai vista. E indosserà una delle camicie blu che gli ho regalato, in tinta con i suoi occhi.» «A che ora credi che arriverà? Non so se riesco a recuperare l'auto della nonna in tempo per stasera e la mia è dal meccanico.» «Oh, non preoccuparti. Ti accompagno io» si offrì Lorraine, «e verrò anche a riprenderti più tardi. Potresti non trovare taxi in quella zona dopo una certa ora.» Un cameriere le stava osservando discretamente, in attesa che fossero pronte per ordinare, ma Lor13
raine insistette che si alzassero subito, senza cenare, altrimenti Saskia non avrebbe fatto in tempo a prepararsi. «Megan, a che ora pensi che Mark andrà a quel nuovo bar?» chiese Lorraine alla cugina. «Verso le otto e mezzo, credo.» «Bene, allora Saskia deve arrivare lì per le nove.» Poi si rivolse all'amica. «Vengo a prenderti alle otto e mezzo.» Due ore dopo Saskia stava scendendo dalle scale di casa quando sentì suonare il campanello. Sua nonna stava trascorrendo qualche settimana a Bath con la sorella. Si sistemò meglio l'orlo del completo nero che indossava poi andò ad aprire. Appena la vide, Lorraine assunse un'espressione contrariata. «Devi cambiarti» le disse, senza mezzi termini. «Hai un aspetto troppo professionale e inavvicinabile con quel completo. Mark dovrà pensare di avere delle possibilità con te, ricordatelo. E dovresti metterti un altro rossetto, forse rosso, e truccarti di più gli occhi. Se non mi credi, guarda questo articolo.» Detto questo, l'amica le mise sotto il naso una rivista aperta. Con riluttanza, Saskia lesse brevemente l'articolo, mentre la sua fronte si corrugava sempre più. Si trattava di una descrizione dei servizi disponibili presso l'agenzia di cui aveva parlato Lorraine, quella che forniva ragazze addestrate ad adescare gli uomini per mettere alla prova la loro fedeltà. «Non potrei mai fare nessuna di queste cose» 14
commentò lei dopo aver letto il pezzo. «Per quel che riguarda il mio vestito...» Lorraine entrò in casa con decisione e si chiuse la porta alle spalle. «Devi farlo, per il bene di Megan. Ha perso la testa per Mark. Lo conosce da meno di quattro mesi e sta già parlando di sposarlo, di avere bambini, di condividere con lui il suo patrimonio. Sai a quanto ammonta l'eredità che le ha lasciato la prozia?» le domandò con amarezza. Saskia scosse la testa. Sapeva che Megan era rimasta scioccata, quando aveva saputo che la prozia le aveva lasciato tutto il suo patrimonio, ma per discrezione non aveva mai osato chiedere di quale cifra si trattasse. Lorraine, a quanto pareva, non si era fatta simili scrupoli. «Ha ereditato circa tre milioni di sterline» sbottò l'amica, osservando con soddisfazione l'espressione strabiliata di Saskia. «Capisci che dobbiamo fare di tutto per impedirle di commettere passi falsi. Promettimi che farai tutto ciò che puoi per smascherare Mark. Se dovesse esserle infedele, non solo le spezzerebbe il cuore, ma si porterebbe via anche il suo patrimonio.» La nonna di Saskia, quando lei era piccola, aveva faticato a mantenere se stessa e una bambina solo con la sua pensione. Appena le era stato possibile lei aveva contribuito ad aumentare le entrate con lavoretti saltuari. Perciò sapeva bene cosa significasse essere in ristrettezze economiche. Il pensiero di perdere l'indipendenza economica e il senso di sicurezza che le dava il suo impiego la 15
riempì di sensazioni spiacevoli e di ansia. Improvvisamente si rese conto che sarebbe stata abbastanza forte da aiutare Megan a dissipare i suoi dubbi, per proteggerla da spiacevoli eventualità. Se poi Mark si fosse rivelato degno di fiducia, allora sarebbe stato tanto meglio per tutti. «Dovresti levare la giacca del completo e indossare un top estivo, molto scollato e sexy...» Lorraine si interruppe quando vide l'espressione di Saskia. «Un top estivo posso indossarlo, ma non sexy.» Lorraine alzò gli occhi al cielo e sospirò rassegnata, pensando che quando una ragazza nasceva bella come Saskia non doveva faticare a rendersi ancora più attraente, altrimenti gli uomini si sarebbero radunati attorno a lei come sciami di api sul miele. «Avrai pure un cardigan da portare sbottonato.» «Sì, ho un cardigan, ma non l'ho mai portato sbottonato.» «Ti serve un rossetto rosso e più trucco sugli occhi. È per il bene di Megan, ricorda.» Erano quasi le nove quando le due donne lasciarono la casa. Avevano fatto tardi perché Lorraine aveva tanto insistito che Saskia si truccasse di nuovo, molto più pesantemente di quanto facesse di solito. Lei non osava nemmeno guardarsi allo specchio, con tutto quel rossetto appiccicoso sulle labbra. Aveva anche dovuto indossare il cardigan, sotto la giacca del completo. Ma era decisa a riabbottonarlo non appena Lorraine l'avesse lasciata sola nel locale. 16
Detestava provocare gli uomini così apertamente. «Siamo arrivate» annunciò Lorraine fermando l'auto. «Vengo a prenderti alle undici. Credo che tu abbia abbastanza tempo fino ad allora. Ricordati che stai facendo tutto questo per Megan.» Ma quando l'auto di Lorraine si fu allontanata, Saskia si sentì prendere dallo sconforto. Sapeva che le sarebbe stato difficile seguire tutte le istruzioni che la sua amica le aveva dato, anche se agiva per il bene di Megan. Prima di cambiare idea, fece un respiro profondo e aprì la porta del locale.
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Corrugò la fronte nel vedere Saskia, che era ferma appena dentro il locale e sembrava cercare qualcuno con gli occhi. Quando lei voltò la testa, Andreas notò lo spesso strato di rossetto che ricopriva le sue labbra. La reazione immediata del suo corpo a quella provocazione lo irritò, e lo spinse a cercare in tutti i modi di controllarsi. Che diamine gli stava succedendo? Quella ragazza era così apertamente provocante che avrebbe dovuto ridere di lei, non certo desiderarla. Era disgustato di se stesso. Naturalmente l'aveva riconosciuta subito: era la stessa ragazza che aveva visto uscire in tutta fretta dal lavoro poche ore prima. Ora, però, i suoi occhi erano carichi di rimmel e ombretto, e la sua bocca incredibilmente rossa. Il completo che aveva indossato nel pomeriggio era stato sostituito da una gonna molto corta, che metteva in evidenza le gambe, fasciate da calze nere molto velate. Saskia era infastidita dalla gonna che aveva dovuto arrotolare intorno alla vita per rendere più corta. Ciò che la innervosiva di più, comunque, era di trovarsi in un locale con una gonna così... scarsa. Non vedeva l'ora di trovare Mark, di re citare la sua parte e di poter poi rifugiarsi nella toilette per rendersi di nuovo presentabile. Naturalmente era stata Lorraine a insistere perché si conciasse così! Anche il cardigan, sbottonato di proposito, le causava un preoccupato disagio, al punto che iniziò inconsapevolmente a tormentarne l'allacciatura. 19