His470 partita a scacchi

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Anne Herries Partita a scacchi


Immagine di copertina: Nicola Parrella Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: His Unusual Governess Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2013 Anne Herries Traduzione di Elena Rossi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony History settembre 2013 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2013 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY HISTORY ISSN 1124 - 7320 Periodico quindicinale n. 470 del 18/09/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 624 dell'11/10/1996 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo «Deve trattarsi di una questione importante, se mi avete convocato.» Lord Rupert Myers guardò il Marchese di Merrivale inarcando un sopracciglio. «È un'ora irragionevole e io ho fatto tardi, la notte scorsa.» Soffocò uno sbadiglio e puntò un elegante monocolo con il bordo dorato sull'uomo più anziano. Notando che lo zio appariva provato, abbandonò l'aria annoiata e domandò, in tono del tutto diverso: «Che cosa posso fare per voi, milord?». «Santo cielo, dove hai trovato una simile mostruosità?» ribatté il marchese, guardando la giacca del nipote, che aveva un numero talmente cospicuo di mantelline da far apparire minacciose le ampie spalle di Rupert. «Zio, voi ferite i miei sentimenti! Non sapete che sono un arbitro della moda? Oserei dire che almeno sei idioti hanno copiato questa giacca, solo nell'ultima settimana. Ho visto il giovane Harrad indossarne una con nove mantelline e questa ne ha solo sette.» «Ridicolo!» borbottò il marchese. «Siedi, figliolo. Mi metti soggezione se continui a torreggiare su di me come un angelo vendicatore.» Sospirò. «Vorrei proprio sapere cosa ne è stato del giovane pieno di ardore che ho visto partire per la guerra sei anni fa.» 5


«Direi che è cresciuto, milord» rispose Rupert in tono distratto, ma il suo sguardo si appannò mentre prendeva posto sulla sedia di fronte e il sorriso svaniva dalle sue labbra. Non gli piaceva che gli venissero riportati alla mente ricordi dolorosi. «C'è qualcosa che vi preoccupa?» «Temo di sì. Mi trovo nei guai, figliolo, e spero che tu possa aiutarmi a uscirne.» «Farei qualsiasi cosa. Non dimentico che siete stato come un padre per me da quando il mio...» Gli occhi blu lampeggiarono con amarezza. Il defunto Lord Myers era stato un furfante e un imbroglione, che aveva portato la famiglia quasi sull'orlo del baratro. Se Rupert era riuscito a salvare se stesso e la sorella dalla rovina, era stato in gran parte per merito dello zio. «No, non voglio pensarci. Ditemi che cosa desiderate, milord, e farò tutto quello che è in mio potere.» «Si tratta dei figli di Lily.» Il marchese fece un profondo sospiro. «Conosci la storia di mia figlia, Rupert. Ha voluto sposare quel perdigiorno. L'avevo avvisata che correva dietro la sua fortuna e che le avrebbe spezzato il cuore. Non mi ha dato ascolto e lui ha fatto questo e ben di peggio... l'ha uccisa.» «Non potete esserne certo, milord.» «L'ha spinta a uscire sotto la pioggia, quella notte. La sua cameriera mi ha riferito della lite che c'era stata. Scunthorpe le ha spezzato il cuore e lei ha passato tutta la notte all'aperto, sotto la pioggia. Sai ciò che è accaduto dopo...» Rupert annuì. Lo sapeva fin troppo bene. Lily Scunthorpe era morta di febbre, lasciando una figlia di sette anni, Francesca, e un figlio di tre, John, ma era un fatto avvenuto quasi dieci anni prima e lui non comprendeva quale fosse il problema, al momento. 6


«Avete preso sotto la vostra protezione i bambini dopo che Scunthorpe li aveva abbandonati, li avete sistemati a Cavendish Park con una governante, un precettore e la servitù necessaria. Mi chiedo cosa sia successo, dal momento che apparite angosciato.» «L'istitutrice e il precettore hanno dato le dimissioni il mese scorso. Ho cercato di sostituirli, ma con scarso successo. Temo che i miei nipoti si siano conquistati la fama di avere un carattere difficile. Sono riuscito a trovare una donna disposta a farsene carico, immagino perché non ha altre scelte, però non sono sicuro che resisterà più di pochi giorni.» Merrivale si schiarì la gola. «Hanno bisogno di una mano ferma, Rupert. Temo di averli viziati. Se li rimprovero, chiedono scusa e subito dopo riprendono a comportarsi come prima. Sarebbe troppo chiederti di far loro da tutore per un po'? John andrà al college alla fine dell'anno e Francesca... be', la prossima primavera dovrebbe debuttare in società, ma temo che non mi sarà facile assicurarmi i servigi di una gentildonna abbastanza influente da introdurla come si deve.» «Dovrei fare da bambinaia a una giovane alle soglie del debutto e a un ragazzo ribelle?» Rupert era esterrefatto. «Santo cielo, zio! Siete certo di aver valutato bene la situazione? Non potrei certo essere un modello per nessuno dei due. Oltre a essere un arbitro della moda, sono un rinomato libertino. Non lo sapevate?» Merrivale si passò le dita tra i capelli bianchi con un gesto nervoso. «So della tua amante, ma non ti stavo suggerendo di portarla con te a Cavendish.» «Grazie della misericordia» replicò Rupert con un luccichio malizioso negli occhi. «La prenderebbe come una proposta di matrimonio. Annais è troppo avida e io stavo cercando un pretesto per mettere fine alla 7


storia. Immagino che questo sia valido quanto un altro... non le piace la campagna.» «Vuoi dire che lo farai?» Lo sguardo del marchese tradiva un tale sollievo che Rupert non poté trattenersi dal ridere. «Te ne sono così grato, figliolo.» «Farò quello che posso per loro» affermò Rupert. «Ma devo avere mano libera. La disciplina non è mai benvoluta e immagino che l'uno o l'altra avranno da lamentarsi, accusandomi di essere un tiranno o qualcosa del genere.» «Lily mi era molto cara e i suoi figli sono tutto ciò che mi rimane. A parte te, è ovvio. Francesca assomiglia molto alla madre, ma penso che John abbia preso più dal padre. Spero che non si riveli un mascalzone come il capitano Scunthorpe; è per questo che ha bisogno di una mano ferma, di qualcuno che lo metta un po' in riga. Forse avrei dovuto mandarlo prima, in collegio, ma ho preferito istruirli a casa. Sai anche tu che alcuni di questi istituti sono molto duri con i ragazzi.» «Tutti noi abbiamo subito le angherie dei prepotenti, a scuola» gli fece notare Rupert. «John deve imparare a difendersi. Potrei insegnargli la boxe e forse dargli qualche lezione di scherma. Non so che cosa potrei fare per la sorella, ma forse la nuova istitutrice si rivelerà ciò di cui ha bisogno.» «Prego che sia la persona giusta. Lady Mary Winters le ha fornito ottime referenze, ma sua figlia sta partendo per terminare gli studi in Francia, per cui è possibile che volesse solo liberarsi della donna.» «Quanti anni ha e come si chiama?» «Ventisette o ventotto, credo. È una donna intelligente. Si chiama Miss Hester Goodrum e insegna pianoforte, francese, letteratura e ricamo.» Rupert annuì. «Non so bene quanto possa essere u8


tile a John. Il ragazzo avrebbe bisogno di ben altro, ma per i prossimi sei mesi potrà approfittare delle mie conoscenze.» «Non capisco che cosa tu abbia in mente.» Il marchese sembrava confuso. «Pensavo che li avresti tenuti d'occhio e ti saresti fatto vedere di tanto in tanto.» «Non credo che servirebbe a molto, milord.» Rupert inarcò il sopracciglio destro. «La vita mondana mi ha annoiato e questa potrebbe rappresentare una sfida. Mi trasferirò a Cavendish Park finché il ragazzo non partirà per il collegio; immagino che per allora avrete trovato qualcuno per Francesca. Posso fare da precettore a John e tener d'occhio l'istitutrice fino a Natale. A quel punto probabilmente ne avrò abbastanza, ma non rifiuto mai una sfida.» «Allora dammi la mano, figliolo. Se posso esserti utile, non hai che da chiedere.» «Avete già fatto più di quanto meritassi» gli assicurò Rupert, stringendogli la mano con un sorriso. «Sarà un diversivo per me. La mia tenuta è in buona salute e va avanti praticamente da sola. Inoltre non sarò lontano più di un giorno a cavallo, qualora fosse richiesta la mia presenza.» «Temo scoprirai che i tuoi pupilli non accettano di buon grado l'autorità, Rupert.» «Forse John morderà un po' il freno, all'inizio, ma si ammorbidirà con il tempo.» Rupert liquidò con un gesto la gratitudine dello zio. Dopotutto, che problema potevano rappresentare per un uomo di mondo due giovani di quell'età? Sperava solo che l'istitutrice fosse presentabile e non una di quelle zitelle arcigne, ma in ogni caso non sarebbe stato difficile trovare un accordo... 9


1 «È stato davvero gentile da parte vostra portarmi con voi, Miss Hardcastle» pronunciò Hester Goodrum prendendo posto sul sedile del calesse. «Lady Mary aveva promesso di farmi fare un viaggio confortevole fino a Cavendish Park, ma è stata chiamata al capezzale della sorella e si è dimenticata di me. Devo essere lì per la fine della settimana, perché il marchese mi ha fatto sapere che i due giovani nipoti saranno da soli, a parte la servitù, naturalmente.» Sarah Hardcastle guardò la donna che sedeva di fronte a lei e annuì. A ventotto anni, Hester era attraente, pur non essendo particolarmente graziosa, e aveva un animo gentile. Dopo aver saputo del suo problema, Sarah si era offerta di aiutarla. «Sto facendo ritorno a casa, nell'Inghilterra del nord, e dobbiamo passare a una ventina di miglia da Cavendish Park. Non è un problema fare una piccola deviazione, Hester.» «Il mio fidanzato dice che sono stata folle ad accettare questa posizione» riprese l'altra, sistemandosi sul sedile. «Voleva che rinunciassi al lavoro e tornassi a Chester per sposarlo.» «Perché non l'avete fatto?» domandò Sarah aggrappandosi al reggimano mentre il calesse partiva con un 10


sobbalzo. «Temo che il cocchiere sia di nuovo di cattivo umore. Se continua così, dovrò dirgli di fermarsi e dargli una sgridata.» «Vi prego, non preoccupatevi per me. Mi piacerebbe sposarmi, sapete. Sto risparmiando da anni, ma Jim ha bisogno di altro denaro per sistemarsi con una locanda. Ha qualcosa da parte, ma sappiamo entrambi che dovremo aspettare almeno un altro anno.» «È un peccato...» Sarah la guardò con espressione pensosa. Le avevano raccontato la storia dell'istitutrice ed era in parte per quello che le aveva offerto un passaggio. «Quanto vi serve ancora?» «Immagino che un centinaio di sterline potrebbero bastare...» Hester sospirò. «Se entrambi risparmiamo ancora per un anno, potremmo farcela, anche se il mio contributo è scarso.» Sarah provava compassione per lei. Non era più giovanissima e il tempo passava. Era ironico che Hester desiderasse sposarsi ma non avesse abbastanza denaro, mentre lei faceva di tutto per evitare il matrimonio perché ne aveva troppo. Forse il suo piano era troppo audace per avere successo?, si chiese. Ci aveva riflettuto per tutta la notte e aveva lo stomaco stretto in un nodo. Senza dubbio Hester avrebbe pensato che era impazzita. «Supponiamo che io vi offra duecento sterline e vi dia due dei miei abiti migliori in cambio delle vostre referenze da parte di Lady Mary e dei vostri abiti. Fareste cambio con me? Intendo dire, io prenderei il vostro posto di istitutrice a Cavendish Park e voi andrete a casa a sposare il vostro fidanzato.» Ecco, l'aveva detto. Sembrava davvero così pazzesco? Hester la fissava, sbigottita. «Che cosa... avete det11


to, Miss Hardcastle? Ho paura di non aver sentito bene.» «Vi ho offerto duecento sterline in cambio dei vostri vestiti e della lettera di raccomandazione di Lady Mary. Potete fare quello che volete con il denaro.» «Volete fare l'istitutrice? Perché?» Hester era attonita. «Siete una donna giovane e ricca, Miss Hardcastle. Perché mai vorreste fare l'istitutrice?» «Ho bisogno di sparire per un po' e mi sembra la situazione ideale. Il vostro datore di lavoro non vi ha mai vista. La giovane ha quasi diciassette anni, quindi non sarà difficile da trattare e il fratello andrà presto in collegio. Che danni potrei fare? I miei precettori mi consideravano un'allieva brillante. Immagino che potrò insegnare a entrambi matematica e geografia e alla ragazza musica, letteratura, francese, latino, disegno e danza. Che cos'altro ha bisogno di sapere?» «Niente, direi» mormorò Hester, ma sembrava nervosa. «Non so che cosa dire, io... Non mi sembra giusto. Inganneremmo il mio datore di lavoro...» «Se non si è dato nemmeno la pena di ricevervi, significa che dopotutto non è molto preoccupato per i nipoti. Tutto quello che desidera è che non gli creino problemi e in questo sono in grado quanto voi di accontentarlo.» «Forse di più. Avete un gran carisma. La gente vi ascolta quando parlate.» «Solo perché mio padre mi ha lasciato una fortuna investita in fabbriche e miniere, che dirigo da sola dalla sua morte, quando avevo diciannove anni.» «Se posso permettermi di chiedere... quanti avete, Miss Hardcastle?» «Venticinque.» Sarah sospirò. «Sono mesi che i miei zii cercano di trovarmi marito. Dicono che ho bi12


sogno dell'aiuto di un uomo e temono che muoia zitella.» «Vi tormentano?» «Mentirei se sostenessi qualcosa di simile. Zia Jenny è gentile e lo zio vuole solo il mio bene, ma io non ho intenzione di sposarmi solo per fargli piacere. Me ne sono andata perché era diventato troppo insistente.» «Che ne sarà delle vostre fabbriche, se non sarete presente?» «Ho degli amministratori e un responsabile di cui mi fido. Mi terrò in contatto per lettera e poi sarà solo per un breve periodo, finché non mi sarò chiarita le idee. Allora darò le dimissioni e i vostri pupilli avranno una nuova istitutrice. Di certo la mia influenza non potrà danneggiarli in così poco tempo.» Sarah si sporse in avanti. «Ci penserete? Stasera, quando ci fermeremo alla locanda, mi darete una risposta. Se accettate, ci scambieremo i vestiti. Al mattino vi manderò con il calesse a Chester... e io proseguirò con il postale per Cavendish Park.» «Non so che cosa dire...» Hester sembrava preoccupata, chiaramente combattuta tra quell'opportunità incredibile e il senso del dovere. «È una grande occasione per me. Significherebbe molto per il mio Jim avere la sua locanda quest'anno, invece di essere costretto ad aspettare.» «Bene, a voi la scelta. Non voglio forzarvi la mano. Se dite di no, troverò semplicemente un altro modo per sparire per un po'.» Hester annuì e si lasciò andare contro il sedile con un sospiro. Era evidente che era tentata e Sarah incrociò le dita sotto le pieghe dell'elegante abito da viaggio. Un posto da istitutrice era una sistemazione sicura 13


per una ricca ereditiera che voleva nascondersi, almeno finché non fosse riuscita a liberarsi dalla sensazione di essere ricercata solo per i propri soldi. Pensò con una fitta di rimpianto al padre, morto in un incidente. Tobias Hardcastle era sempre stato un gran lavoratore, che non disdegnava di togliersi la redingote e rimboccarsi le maniche. Aveva iniziato con cinquanta sterline che gli aveva lasciato il nonno e aveva costruito il suo impero d'affari usando il cervello e la capacità di lavorare ventiquattr'ore su ventiquattro per anni. Prima di morire la madre di Sarah aveva spesso commentato con amarezza che non sapeva quando avesse trovato il tempo di darle un figlio. Naturalmente non era vero, perché il padre tornava regolarmente a casa per i pasti e occasionalmente si prendeva una domenica libera, però era innegabile che dedicasse la maggior parte del suo tempo ad assicurarsi che le aziende fossero solide. Sarah non poteva dire di aver fatto altrettanto, ma possedeva un talento spiccato nella scelta dei dipendenti e nel conquistarsi la loro lealtà. All'inizio aveva raccolto la sfida perché non voleva consegnare l'impero del padre a qualcuno che avrebbe potuto abusarne. Tuttavia incominciava a essere stanca di tutte quelle riunioni e dei libri contabili che erano diventati una parte onnipresente della sua vita. Era venuto il momento di fermarsi per un po', poiché la vita le stava scivolando di mano e alcuni la consideravano già troppo in là con gli anni per fare un buon matrimonio. I suoi amministratori si sarebbero assicurati che le fabbriche e le due miniere di rame che possedeva in Cornovaglia continuassero a prosperare durante la sua assenza. 14


Era stato di ritorno dalla visita biennale alle miniere che si era fermata a trovare l'anziana governante e aveva incontrato Miss Hester Goodrum. Qualcosa, nella giovane donna, l'aveva colpita immediatamente. Se Hester avesse aspirato a una carriera, le avrebbe offerto un posto nella sua compagnia, però quando aveva saputo del suo sogno di sposarsi Sarah aveva fatto lavorare in fretta la mente. Non era del tutto onesto fingersi un'altra persona, ma in fondo non avrebbe fatto del male a nessuno. Non avrebbe rubato l'argenteria nÊ insegnato ai suoi pupilli a imprecare e a bere gin. Un sorriso le si dipinse sulle labbra, perchÊ l'idea di avere due giovani da educare le piaceva. Sarah aveva lavorato duramente dopo la morte del padre, concedendosi ben pochi piaceri. Veniva invitata alle cene e alle riunioni d'affari nelle case degli amici del padre, ma sapendo che quelli sposati erano interessati ad acquistare le sue fabbriche, e che i vedovi intendevano sposarla per averle a buon mercato, trovava estremamente noiose quelle serate. Anche a scuola era sempre stata ben consapevole della propria appartenenza sociale. Era la figlia di un uomo ricco che possedeva una grande casa e numerosi terreni, ma nelle sue vene non scorreva una sola goccia di sangue blu. Le sue compagne erano abbastanza cordiali, eppure lei sentiva la barriera che le separava e sapeva che ridevano del suo accento del nord, che ormai era sparito quasi del tutto. A volte ricompariva quando era nervosa, ma i suoi insegnanti avevano fatto un buon lavoro. Mr. Hardcastle aveva voluto che la figlia diventasse una signora, e a tutti gli effetti lo era, eppure Sarah sapeva di non essere pienamente accettata nell'alta società . Le gentildonne l'accoglievano per 15


le sue opere di beneficenza ed erano ancor più ben disposte nei confronti del suo denaro, ma la cercavano di rado, in altre occasioni. A volte veniva invitata a un ballo grazie alla propria influenza, ciò nonostante non era il tipo di donna che un gentiluomo avrebbe preso in considerazione come moglie. Be', non è del tutto vero, si disse, guardando fuori dal finestrino. Aveva avuto un corteggiatore piuttosto insistente. Sir Roger Grey le aveva chiesto di sposarlo ben tre volte e aveva incassato i suoi rifiuti con sempre maggiore insofferenza. Lei sapeva che si trovava in difficoltà finanziarie, anche se lui era riuscito a nascondere il fatto a suo zio e alla maggior parte dei suoi conoscenti. Sarah aveva chiesto a uno dei suoi agenti di svolgere delle indagini e la sua relazione era stata inquietante. Sir Roger dava l'impressione di essere ricco e rispettabile, ma in realtà era un libertino e un giocatore d'azzardo, l'ultimo uomo che avrebbe mai sposato. Tuttavia le era difficile liberarsene perché lui sembrava convinto che sarebbe riuscito a farle cambiare idea se solo avesse continuato a farle pressione. Purtroppo lo zio lo reputava un uomo di parola. Era stato l'assedio di Sir Roger al ballo di beneficenza a Newcastle che l'aveva spinta a partire per la Cornovaglia un mese prima del solito. Quando aveva cercato di baciarla e di infilarle le mani nel corpetto, Sarah era stata costretta a difendersi e l'aveva graffiato sul viso. «Piccola gatta selvatica!» le aveva sibilato lui portandosi una mano alla guancia. «Ve ne pentirete, Sarah. Vi insegnerò a rispettare chi vi è superiore.» «Non vi considero superiore a me, milord» aveva ribattuto. «Non ho alcuna intenzione di lasciarmi sedurre. Se pensate di compromettermi per costringermi 16


al matrimonio, siete fuori strada. Preferirei sentirmi additata per strada che sposarvi.» Il che era perfettamente vero, perché sarebbe stata disposta a morire piuttosto che sposare un uomo simile. Tuttavia il tempo passava e lei non era più giovanissima. Doveva sposarsi, se voleva una famiglia, e Sarah cominciava a rendersi conto di quello che avrebbe perso se non l'avesse fatto. Era così poco dotata da aver bisogno del suo denaro per trovare marito? Sapeva di non essere bella nel senso classico del termine. I capelli erano castano scuro e il naso troppo dritto. La bocca era più grande di quanto le sarebbe piaciuto; avrebbe preferito avere le labbra sottili di Hester. Miss Goodrum era più graziosa di lei, ma Sarah non si sentiva brutta. Quando vestiva con cura, era attraente e tutti dicevano che aveva un bel sorriso. Era proprio impossibile che trovasse l'amore? Era convinta che avrebbe avuto più opportunità, se non fosse stata un'ereditiera. Quando gli uomini la guardavano, vedevano in lei la ricca Miss Hardcastle; i più realisti volevano far crescere gli affari e diventare più ricchi; gli spendaccioni anelavano a una vita facile. Lei voleva... Un sospiro le sfuggì dalle labbra. Voleva un uomo che la facesse ridere. Che apprezzasse la musica, la poesia e i bei giardini... qualcuno che l'amasse per quello che era, non per il suo denaro. Era chiedere troppo? Forse lo zio aveva ragione. Sarebbe stato più ragionevole accettare uno dei suoi corteggiatori e affidarsi a un avvocato affinché redigesse un contratto che le garantisse il controllo delle aziende e proteggesse il capitale. Era il modo più semplice di risolvere la questione. 17


Un accordo l'avrebbe protetta dagli avventurieri e dagli uomini d'affari privi di scrupoli che volevano mettere le mani sull'ingente fortuna ereditata dal padre. Fino a poco tempo prima Sarah l'avrebbe ritenuta un'idea sensata, ma per qualche ragione aveva incominciato a provare una certa insoddisfazione per l'esistenza che stava conducendo. Non aveva mai pensato al matrimonio mentre il padre era ancora in vita, e nei primi anni seguiti alla sua morte era stata troppo occupata con il lavoro per prendere in considerazione l'idea. Di recente, però, aveva iniziato a notare i bambini che giocavano nei parchi e gli innamorati che passeggiavano al sole. Se non si fosse sposata, si sarebbe persa quelle gioie, si era detta. Non che si sentisse sola, beninteso. Aveva molti amici e dei fedeli impiegati ed era troppo impegnata per soffrire di solitudine. Eppure doveva esserci un altro modo di vivere. Doveva prendersi il tempo per riflettere e decidere che cosa voleva dalla vita. Quello di cui aveva bisogno era un posto in cui ritirarsi, nascondersi e fingere di essere un'altra per un po'... «Sì, lo farò, Miss Hardcastle.» La voce di Hester la riscosse da quelle riflessioni. «Come avete detto, la vostra proposta non può nuocere a nessuno e Jim sarà così felice di avermi a casa...» Sarah batté le palpebre, tornando al presente. Per un istante non riuscì a credere che Hester avesse accettato, poi, vedendo che diceva sul serio, le sorrise. «Vi ringrazio molto» mormorò, allungandosi per sfiorarle la mano. «Non ve ne pentirete. Non farò niente che possa danneggiare il vostro buon nome, ve lo prometto.» «Oh, Signore, come se fosse possibile!» Hester rise 18


e parve più giovane mentre gli occhi brillavano di eccitazione. «Non vi ringrazierò mai abbastanza per avermi dato questa occasione e spero che vi troverete bene con i vostri allievi. Lady Mary dice che sono un po' difficili, ma sono sicura che ce la farete.» «Sì, ne sono sicura anch'io» ribadì Sarah, ridendo. «Quanto può essere difficile badare a una giovinetta di diciassette anni e a un ragazzo di tredici?»

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469 - UN'ECCENTRICA GENTILDONNA

di Lucy Ashford

Inghilterra, 1819. Belle Marchmain intraprende un'attività di modista che riscuote un notevole successo presso il bel mondo. Tre uomini, tuttavia, cercano di ostacolare i suoi progetti di indipendenza: il fratello, incallito giocatore sull'orlo del lastrico; Lord Jarvis, indispettito dal secco e inatteso rifiuto della giovane; e Mr. D., un affascinante e potente uomo d'affari che suscita in Belle sentimenti contrastanti. Ma è proprio quest'ultimo a proporle un patto cui lei non può rinunciare e così, tra battibecchi e occhiate taglienti, i due fingono un fidanzamento che sembra preludio di un'unione appassionata. Finché...

470 - PARTITA A SCACCHI

di Anne Herries

Inghilterra, inizio XIX secolo. Sarah Hardcastle, ricca ereditiera, cerca di sfuggire alle sgradite attenzioni di un pretendente fingendo di essere una istitutrice. Giunge così a Cavendish Park, dove però non trova la quiete che sognava. Il mentore dei suoi pupilli è infatti un gentiluomo il cui fascino irresistibile è pari solo al cuore di pietra. Almeno all'apparenza... Perché la frequentazione quotidiana e la forte intesa che si instaura tra loro fanno capire a entrambi che quel rapporto potrebbe trasformarsi in qualcosa di più profondo e appagante. Ma come si può pensare di innamorarsi con l'inganno?


471 - INCONTRO COL DESTINO

di Isabelle Goddard

Inghilterra, inizio XIX secolo. Per salvare il gemello da un triste destino, Miss Lucinda Lacey è disposta perfino a rischiare la vita travestendosi da uomo e assaltando una carrozza per derubare il proprietario. La sera stessa, come se niente fosse, la giovane impersona la perfetta padrona di casa a un ricevimento in onore del gentiluomo che dovrebbe sposare e si rende conto inorridita che lui, il ricco e affascinante Conte di Frensham, è proprio colui che lei ha appena tentato di rapinare. La situazione è quanto mai imbarazzante, anche se Lucinda è sicura che lui non possa riconoscerla. Ma è davvero così?

472 - INDOMABILE

di Carole Mortimer

Inghilterra, 1817. Sebastian St. Claire è un vero dandy, scapestrato, attraente e dai modi irresistibili, la cui unica preoccupazione è sedurre le donne più affascinanti del bel mondo. Almeno finché i suoi occhi non si posano sulla chiacchieratissima Juliet Boyd, soprannominata la Vedova Nera. Incurante delle maligne voci che circolano sul conto della gentildonna, Sebastian la corteggia sfoggiando tutta la sua galanteria, ma proprio quando gli sembra di averla conquistata, lei fugge lasciandolo in preda a un desiderio mai provato prima: quello di fare di Juliet la sua sposa!

DAL 23 OTTOBRE


Sedotta da un libertino JULIA JUSTISS AUSTRIA - INGHILTERRA, 1815 - Malgrado la fama di seduttore, Max è pur sempre un gentiluomo. E quando Caroline gli chiede di comprometterla rifiuta. Poi però ci ripensa e...

Prigioniera a corte BLYTHE GIFFORD SCOZIA, 1528 - A scortare Bessie alla corte di Re Giacomo è l'enigmatico Thomas. Lui è l'uomo più pericoloso per i Brunson... ma lo è ancor di più per il suo cuore vulnerabile.

Sfida nelle Highlands TERRI BRISBIN SCOZIA, 1375 - Quando prende prigioniera Lilidh MacLerie, Robert è deciso a usarla come merce di scambio. Poi però capisce di non poter rinunciare a lei... di nuovo!

Un principe senza trono MICHELLE WILLINGHAM LOHENBERG, 1855 - Karl rapisce la Principessa Serena deciso a sedurla e sposarla. Il sentimento che sboccerà tra loro sarà abbastanza forte da sopravvivere alla collera del re?


L'educazione di una contessa NICOLA CORNICK Londra, 1817 - Come cameriera personale di alcune delle dame più note dell’alta società, Margery Mallon sa che deve tenersi alla larga dagli affascinanti gentiluomini: le avventure di quel tipo vanno bene solo nei romanzi che legge in segreto. Tuttavia, quando un attraente sconosciuto le offre un assaggio di passione, Margery non sa resistere. L'uomo è in realtà Lord Henry Wardeaux, deciso a ricongiungerla con il nonno, Lord Templemore: il vero nome di Margery è infatti Marguerite, scomparsa vent’anni prima durante una tragica rapina. Erede della nobile famiglia, viene trasformata di punto in bianco da cameriera in contessa, ma dovrà fare i conti con i pettegolezzi del ton, una fila di corteggiatori attirati dal suo ingente patrimonio e una serie di misteriosi incidenti. Per fortuna Henry è rimasto al suo fianco, a proteggerla...

Scandalo al ballo NICOLE JORDAN Inghilterra, 1816 - Quando la cugina lo sprona a corteggiare l'affascinante Sophie Fortin, Lord Jack Wilde si dimostra scettico. La fanciulla in questione è senza dubbio una bellezza, ma la famiglia a cui appartiene preferirebbe vederla morta che sposata a un Wilde, dato che una ruggine di vecchia data, apparentemente insanabile, divide le due casate. Jack, tuttavia, intrigato dalla sfida, decide di partecipare a un ballo in maschera e, non riconosciuto, ammalia Sophie con un bacio mozzafiato, rimanendone a sua volta stregato. Non appena l'identità del giovane lord viene svelata, volano scintille. Come ha osato Jack irretirla con false promesse e dolci parole, sapendo che un futuro insieme è per loro impossibile? Lui dovrà sfoderare le più sottili arti seduttive per dimostrare a Sophie che una simile passione non può essere osteggiata neppure dal destino.


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