HP30 STRIP CLUB

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Shayla Black

Strip Club


Foto di copertina: Shutterstock Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Strip Search © 2006 Shelley Bradley LLC Traduzione: Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion maggio 2010 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 30 del 13/5/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/2/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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«Ti andrebbe di passare ogni notte circondato da donne in adorazione che spasimano per te?» Mark Sullivan, seduto davanti alla scrivania di suo cognato nel lussuoso ufficio di Manhattan, lo guardò come se gli avesse dato di volta il cervello. «Chissà perché, ma questa domanda mi puzza di fregatura» borbottò, diffidente. Rafe fece un sorriso sornione. «Ieri mi ha chiamato il mio amico Norton dell'FBI. Ha bisogno di un collaboratore esterno e io gli devo un favore perché ha chiuso un occhio su certe mie procedure irregolari, per così dire, mentre cercavo di tirarti fuori di prigione.» «Allora io gli devo un favore più di te» osservò Mark. «Ma perché non vuoi dargli una mano, se lo ha chiesto a te?» Rafe esitò. «Diciamo che esula dal mio campo. Come sai, io mi occupo principalmente di sistemi di sicurezza elettronica. In questo caso serve un commercialista, e chi meglio di te?» «Ma che cosa dovrei fare?» «Norton vuole mandare sul posto qualcuno che non sia dell'FBI. Hanno già un agente sul campo, ma sospettano che ci sia sotto qualcosa, forse che l'agente si sia venduto, chissà. Non sono in contatto da tre mesi.» «Sai chi è?» «No, Norton non me lo ha detto. Sono informazioni 5


top secret che all'FBI non sono autorizzati a divulgare, anche se così ci rendono la vita più difficile. Tu stai in campana e tieni gli occhi aperti.» «Questo sempre.» Mark sorrise. «Quando arriviamo alla parte delle donne in adorazione?» «Ah! Sapevo che questo piccolo particolare avrebbe attirato la tua attenzione. Ma ci torneremo dopo.» Rafe si era fatto serio e Mark lo guardò, preoccupato. La questione doveva essere importante. «Allora, dimmi. Di che si tratta?» «L'FBI sta dando la caccia a un mafioso, un pezzo grosso, che si occupa di riciclaggio di denaro sporco. Se riuscissero a scoprire da dove vengono i soldi e dove finiscono, forse potrebbero incastrarlo, ma servono delle prove certe.» Mark annuì. «Allora dov'è il problema? Mi stai guardando come se stessi per darmi una brutta notizia.» «L'informazione sui traffici è arrivata dalla tua ex moglie» gli rivelò Rafe. «Finalmente ha spifferato qualcosa sui suoi collegamenti con la mafia. Con il processo imminente, sta cercando di ottenere qualche concessione collaborando con la giustizia.» «E che cosa ha detto?» «Non molto, per la verità. Non sapeva il nome del tizio con cui era in contatto, ne ha dato solo una descrizione e il nome del posto in cui lavorava. Secondo lei, il nostro uomo le aveva detto che avrebbe assunto il controllo totale dell'operazione entro quest'estate.» «Tutto qui?» Rafe prese dal piano della scrivania una grossa busta color paglia e la fece scivolare in un cassetto con finta indifferenza. «Che cosa c'è là dentro?» continuò Mark. «Mah, solo delle carte...» «Balle.» Mark si alzò, fece il giro della scrivania, poi aprì il cassetto di scatto e tirò fuori la busta, che però Ra6


fe gli strappò di mano. Mark lo fissò, irritato. «Quando sono venuto a lavorare con te, abbiamo concordato che saremmo sempre stati sinceri l'uno con l'altro. Anche se adesso siamo parenti, non dobbiamo nasconderci niente per paura di essere indiscreti o offensivi. Allora, che cosa c'è lì dentro?» Mark aveva capito che Rafe voleva nascondere il contenuto della busta. Dopo un inizio un po' burrascoso, tra loro si era instaurato un eccezionale rapporto familiare e di lavoro. Ora sua sorella aspettava un bambino da Rafe, per cui la loro parentela era ancora più stretta, e Mark non vedeva l'ora che nascesse il nipotino. Per questo motivo, la riservatezza e l'eccessiva segretezza di Rafe lo irritavano ancora di più. Rafe sospirò allontanando la busta da Mark. «Non guardare quello che c'è dentro. Davvero, non è necessario. Ti dico io tutto quello che devi sapere. Il tizio che cerchiamo è bianco, alto circa un metro e ottanta, ha tra i ventotto e i trentacinque anni, capelli scuri, occhi castani, e non ha tatuaggi né segni particolari.» «Questa descrizione restringe la rosa dei sospetti al dieci per cento della popolazione maschile!» esclamò Mark, sarcastico. «Cavoli, potresti quasi essere tu! Forza, fammi vedere che cosa c'è in quella busta.» Rafe non protestò oltre e gliela porse, sospirando rassegnato. Mark tirò fuori un foglio con una foto fatta di nascosto in strada a un uomo, appuntata con una graffetta a un foglio che conteneva delle scarne note biografiche. «Blade Bocelli?» lesse. «È questo il tizio che dobbiamo incastrare?» «In base alla descrizione fornita da Tiffany, ho chiamato un investigatore privato che ha fatto delle indagini e ha ristretto i sospetti ai candidati più verosimili. Bocelli è un delinquente di mezza tacca, ma è collegato ai livelli più alti della famiglia Gamalini, crediamo tramite Pietro DiStefano. Il fratello di Bocelli era un mafioso, ma è fini7


to in prigione qualche anno fa per aver assassinato un procuratore federale. Comunque, sembra proprio che Bocelli sia il nostro uomo.» «Fantastico.» Mark infilò di nuovo la mano nella busta e tirò fuori una foto. Tiffany. Con un tuffo al cuore, fissò l'immagine della sua ex moglie, dimenticandosi di respirare. La foto era stata scattata quando erano ancora sposati; lo dimostrava la fede che le aveva messo al dito un piovoso pomeriggio di novembre. Per il resto, non sembrava affatto l'immagine di una sposa fedele. Aveva la gonna sollevata fino ai fianchi e le gambe larghe ad accogliere un uomo bruno che aveva i pantaloni abbassati e un giubbotto di pelle nera mentre teneva saldamente Tiffany. Nell'estasi dell'amplesso, lei aveva la bocca aperta, forse in un grido di piacere, e i capelli scompigliati. «Che figlio di...» borbottò Mark. «Ti avevo detto che sarebbe stato meglio se non avessi visto che cosa c'era nella busta.» «Sapevo che mi aveva tradito» sospirò Mark, anche se vedere la prova dell'infedeltà di Tiffany lo riempiva di rabbia. «Prima l'esperto di informatica, poi il tipo alla banca, e ora questo tizio... Ma essere un'adultera è la minore delle sue colpe, veramente.» Era passato quasi un anno dal divorzio, e Tiffany non poteva più farlo soffrire. Era pieno di rancore, ma non soffriva più. Eppure sapere che Tiffany lo aveva sposato solo per incastrarlo non smetteva di amareggiarlo. Tiffany aveva fatto ricadere su di lui la colpa dell'appropriazione indebita con cui aveva sottratto delle ingenti somme alla banca per cui lavorava, per riciclare denaro sporco e mettersi in tasca un lauto compenso. Un anno prima, quando aveva scoperto la verità, ne era stato sconvolto. Rendersi conto che Tiffany non lo amava lo aveva distrutto, perché invece lui l'amava, o almeno così credeva, 8


perché si era innamorato di una donna che non esisteva in realtà. Ora il ricordo di Tiffany era la prova della sua cecità, della sua incapacità di vederla per quella che era, del suo pessimo gusto in fatto di donne. «Mi dispiace» disse Rafe. «Senti, se pensi di essere troppo coinvolto a livello personale in questo caso, cercherò qualcun altro.» Sì, era stato umiliato e ingannato, ma contribuire alla cattura dell'uomo che aveva orchestrato il piano per farlo incolpare ingiustamente e si era fatto sua moglie era una vendetta allettante. «No, no, voglio partecipare a questa missione. Se Blade Bocelli è il verme che mi ha incastrato ed è un delinquente, merita di finire in prigione.» «Sei molto più serio di me. Se vedessi una foto di mia moglie con un altro, vorrei torturarlo con le mie mani e farlo morire tra atroci sofferenze.» «Per fortuna è la mia ex moglie» precisò Mark. «E comunque tu non hai niente di cui preoccuparti. Mia sorella è troppo innamorata di te per tradirti.» Rafe sorrise contento, anche se non aveva bisogno delle rassicurazioni del cognato. «Allora, ora che hai visto il peggio, vuoi sapere di più della tua copertura? È la parte in cui entrano le donne in adorazione.» Mark buttò sulla scrivania la foto compromettente di Tiffany e del suo amante mafioso. «Finalmente un argomento interessante. Dimmi tutto.» Sorrise. «Dovrai andare a Las Vegas, perché pare che Blade Bocelli viva e lavori lì, in un locale notturno.» «Che cosa sappiamo del locale?» «Si chiama Girls' Night e Bocelli ha iniziato a lavorarci l'anno scorso, poco dopo la sua apertura. È un club specializzato in spogliarello maschile, frequentato da folle di donne che sbavano per i ragazzi che si esibiscono.» Mark lo guardò, diffidente. «Io dovrei fare il commercialista, giusto?» 9


Il sorriso mefistofelico di Rafe gli fece capire che c'era qualcosa sotto. «Al locale sono in cerca di ballerini. Spero che tu non sia un pezzo di legno...» Mark si alzò di scatto. «Togliti quel ghigno dalla faccia. Non sperare che io mi presenti come spogliarellista davanti a un branco di casalinghe assatanate che vogliono infilarmi biglietti da un dollaro nel perizoma» dichiarò con fermezza. «È la nostra unica possibilità di infiltrarti.» Mark imprecò sottovoce e si avvicinò alla finestra, guardando distrattamente il panorama. «Se dovessi fare un'esibizione di karate non avrei alcun problema, ma non sono bravo a sculettare. Non l'ho mai fatto» protestò. «Abbiamo due settimane per prepararci. Ho un contatto con una persona che può insegnarti tutti i trucchi del mestiere.» «Dai, sii serio. Mi ci vedi come spogliarellista?» «Vuoi prendere il nostro uomo o no?» ribatté Rafe. Mark sbuffò, riflettendo. Non gli era affatto difficile immaginare in quanti modi avrebbe potuto fare brutta figura come spogliarellista e rendersi ridicolo davanti a un pubblico femminile. E poi l'idea di farsi vedere in perizoma non lo allettava neanche un po'. «Posso darti un piccolo incentivo?» insinuò Rafe, prendendo dalla busta un'altra foto e porgendogliela. La fotografia ritraeva una donna in minigonna di jeans e canottiera rossa. Aveva in mano una penna e dei fogli e guardava con aria perplessa la persona che aveva scattato la foto. Aveva capelli scuri e lunghi, occhi azzurri a mandorla e labbra carnose. Mark prese l'immagine e la guardò con maggiore attenzione. La ragazza aveva un viso d'angelo e un corpo da diavolo tentatore. Era l'incarnazione del peccato. Gli era bastato fissarla per qualche secondo per avere tutta una serie di fantasie erotiche. Gli sarebbe piaciuto sentire quelle labbra su di sé, affondare il viso nel solco tra i seni 10


esposti generosamente dalla scollatura della canottiera. La desiderava moltissimo e l'aveva vista solo in foto; trovarsela davanti in carne e ossa gli avrebbe provocato un'erezione monumentale, ne era sicuro. «Immaginavo che avrebbe attirato la tua attenzione» gongolò Rafe. «Chi è?» «La proprietaria del locale, famosa per la sua vita mondana a New York prima di trasferirsi a Las Vegas. Nicki DiStefano, nipote di Pietro DiStefano, nonché tua futura datrice di lavoro.» Finalmente Mark sorrise. «Davvero? Questa è la prima buona notizia che mi hai dato oggi!» «Però ho un chiarimento da farti. Secondo i federali, Nicki è all'oscuro dei traffici di Bocelli che usa il suo locale per le operazioni di riciclaggio, probabilmente per conto dello zio di lei, noto mafioso di spicco. Ma non è sicuro che Nicki non abbia alcuna parte nei traffici loschi di Bocelli, perciò non deve sapere che il suo locale è oggetto di indagini federali.» «Quindi devo mantenere la mia copertura anche con lei?» dedusse Mark. «Ti presenterai come Mark Gabriel. Ho già dato ordine di procurarti una patente finta e un tesserino sanitario. Però il tuo incarico è delicato. Dovrai trovare il modo di avere accesso alla contabilità del locale ed esaminarne i registri. Scopri se ci sono movimenti strani, entrate o uscite sospette, e poi cerca di individuare chi c'è dietro queste operazioni. Per far questo, dovrai guadagnarti la fiducia di Nicki.» «E come?» Rafe sogghignò. «Usa un po' di immaginazione.» L'immaginazione di Mark correva già a briglia sciolta e stava sbavando per la sua futura datrice di lavoro. «Mi stai suggerendo di andarci a letto?» «Vedi tu, se serve...» 11


«Va bene, mentre lavorerò per lei, troverò il modo di guadagnarmi la sua fiducia. Se poi ci scappa una notte di sesso travolgente, tanto meglio.» «Non è così semplice, per allettante che possa sembrarti. Non è garantito che tu possa avere l'impiego. Per farti assumere dovrai... fare un provino.» «Avanti il prossimo» chiamò Nicki DiStefano con un sospiro esasperato. Pochi secondi dopo arrivò sua sorella minore, Lucia. Era la sua sorellastra ed era molto diversa da lei. Sobria e compassata, portava i folti capelli ramati legati in un elegante chignon e indossava una camicetta bianca abbottonata fino al collo. Il suo stile da bibliotecaria contrastava con l'abbigliamento seducente e sgargiante di Nicki, che amava gli abiti succinti. Quel giorno indossava una canottiera gialla leggera e corta, da cui spuntava il pizzo del reggiseno a balconcino e lasciava intravedere il piercing all'ombelico, un diamantino che brillava sotto i riflettori del palco del locale. «Com'è andato il primo?» le chiese Lucia. Nicki fece una smorfia disgustata. «Bleah! Ballava come un indemoniato e tentava di imitare Michael Jackson. Secondo me, aveva bisogno di un esorcista.» Lucia rise. Anche quando rideva, riusciva a restare composta. Sembrava molto più matura dei suoi ventitré anni. Aveva tre anni meno di Nicki, ma aveva già una laurea e un dottorato in storia, mentre la sua sorellastra non aveva finito l'università e conosceva a menadito tutti i locali notturni di New York. «E poi tutto quell'afferrarsi il pacco...» Nicki rabbrividì. «Credo che gli piacesse fin troppo toccarsi davanti al pubblico. Più che uno spogliarellista, era un esibizionista.» Lucia si schermò la bocca con una mano per soffocare una risata. «Be', magari il secondo candidato sarà miglio12


re. Di sicuro, ha un aspetto molto piacevole.» Con quel commento criptico sparì, dopo aver guardato la sorella con un luccichio malizioso nello sguardo. «Avanti!» gridò Nicki. Un attimo dopo, sentì la porta sul retro del palcoscenico scricchiolare e poi chiudersi di scatto. Il secondo aspirante spogliarellista apparve da dietro la tenda nera sullo sfondo e si fermò al centro della scena, sotto il riflettore, con uno zainetto in spalla. E Nicki rimase senza fiato. Oh... mio... Dio... La vista di quell'Adone la faceva balbettare persino mentalmente. Vestito con una semplice camicia bianca e calzoni aderenti di pelle nera, il candidato era l'uomo più bello su cui Nicki avesse mai posato lo sguardo. Guardò l'elenco dei candidati e vide che si chiamava Mark Gabriel: una manciata di lettere per definire l'incarnazione di tutte le sue fantasie erotiche. La temperatura della stanza si era alzata immediatamente di qualche grado appena Mark Gabriel era apparso in scena. Aveva un fisico imponente, statuario, occhi penetranti, forse verdi, e capelli biondi da vichingo, lunghi fino all'attaccatura del collo, un viso virile, con mascelle squadrate, mento volitivo e una leggera ombra di barba molto sexy. «Signorina DiStefano...» la salutò lui con un cenno. Nicki trasalì. Aveva anche una voce calda e profonda, che le si avvolgeva intorno come la carezza di un amante. Oltre che lo spogliarellista, avrebbe dovuto candidarsi per lavorare in una chat erotica maschile. «Chiamami Nicki e dammi del tu» lo invitò lei, solo per il gusto di sentirsi chiamare per nome da quello stallone biondo. Non aveva ancora mosso un passo e già l'aveva mandata in visibilio più delle sue clienti esaltate. «Nicki...» ripeté lui. Nel sentir pronunciare il suo nome, lei avvertì un fremito tra le cosce. 13


«E tu sei Mark Gabriel» riuscì a dire in tono neutro, non senza un certo sforzo. «Sì.» Era un tipo di poche parole, pensò Nicki. D'altronde era a un'audizione, non a un appuntamento al buio. «Hai esperienza in questo campo? Non ho ricevuto il tuo curriculum.» «No.» Laconico, le aveva dato una risposta secca, senza spiegazioni né la promessa di farle avere il suo curriculum. «Di dove sei?» «Florida.» Questo spiegava la sua abbronzatura, pensò Nicki. «È lontana da qui. Come sei finito a Las Vegas?» «Avevo voglia di un cambio di scena.» Nicki esitò. Qualcosa, nell'espressione di Mark, le diceva che la storia era più complicata; non si era semplicemente stancato di vedersi circondato da palme e spiagge. Però non erano affari suoi; lui era venuto a cercare lavoro e, se fosse stato bravo, lo avrebbe assunto. La sua vita privata non la interessava. «Sai ballare?» Lui scrollò le spalle muscolose e sorrise, incurvando le sue belle labbra. «Me la cavo.» Mark Gabriel le provocava brividi di eccitazione. A che serviva informarsi sulle sue capacità come ballerino? Gli sarebbe bastato presentarsi in scena e restare immobile al centro del palco per attirare frotte di spettatrici e far guadagnare a entrambi una fortuna. E Nicki aveva un disperato bisogno di soldi per poter raggiungere l'indipendenza economica e sottrarsi al pugno di ferro dello zio Pietro. Eppure non era tipo da dare niente per scontato, anche se i suoi ormoni stavano facendo la ola per Mark Gabriel. «Sai muoverti in modo sexy, essere seducente?» Come se lei avesse messo in discussione la sua virilità, 14


Mark posò lo zaino a terra, scese dal palco e si avvicinò al tavolino a cui era seduta Nicki. Non ancheggiava, sarebbe stato troppo scontato. Ma avanzava come una belva che punta la preda... come se lei fosse stata la preda da divorare. Ora che era più vicino, Nicki si accorse che non aveva gli occhi verdi né castani. Erano di una sfumatura intermedia, come muschio, bellissimi, penetranti. Nicki ne era ipnotizzata, e sperava che lui non si fosse accorto di averla già sedotta con un semplice sguardo, perché avrebbe fatto la figura della stupida. Mark poggiò una natica sul bordo del suo tavolino, si sporse verso di lei e le sorrise divertito. Nicki notò che aveva persino le fossette sulle guance; non gli davano un'aria femminea, anzi, aumentavano ancora di più il fascino virile del suo volto. «Posso essere seducente, se voglio, ma preferirei parlare» disse con la sua voce baritonale. «Di te, per la precisione.» Nicki cercò di ignorare il suo cuore che aveva accelerato i battiti, piegò la testa e lo guardò con fermezza, o almeno così sperava. «E perché?» «Perché sono un uomo schietto e mi piace andare dritto al punto. Prima di questa audizione, ho cercato il tuo nome su Google e ho notato che sei un tipo molto festaiolo. Dimmi, che cosa si prova a fare bisboccia con Paris Hilton?» «Si rimane a bocca asciutta, perché tutti gli uomini convergono su di lei. Non posso competere con un tipo simile...» «Allora hai conosciuto solo uomini stupidi.» «Perché?» «Per essere più interessati a Paris Hilton che a te, dovevano essere proprio stupidi. Oltre a essere bella, sei intelligente, forte, concreta, indipendente e determinata, altrimenti non potresti gestire un'attività da sola.» 15


Nicki si sentì invadere da un'ondata di calore a quelle parole che le avevano fatto un piacere assurdo. Da anni si chiedeva perché gli uomini non riuscissero a vedere le qualità di una donna oltre i suoi attributi fisici, concentrati soprattutto in tette e sedere. Forse aveva finalmente trovato il tipo giusto, che apprezzava anche altre doti. Oppure stava semplicemente cercando di ingraziarsela perché voleva essere assunto. Anche se fosse stato così, comunque, bisognava dire che ci sapeva fare. «Hai degli occhi bellissimi, molto interessanti» sussurrò lui, sempre più vicino. «Sono di un azzurro intenso e con un taglio esotico. Spiccano moltissimo sulla tua carnagione olivastra.» «Mio padre era un tipico italiano e ho preso da lui il colorito mediterraneo. Tutto il resto l'ho ripreso da mia madre che era un miscuglio di razze molto diverse tra loro. Pensa, per metà norvegese e per metà cinese. Era molto bella.» «Come sua figlia.» Nicki aveva l'impressione che lo sguardo di Mark le penetrasse fino in fondo all'anima. La fissava con i suoi occhi color sottobosco come se volesse carpire tutti i suoi più profondi segreti. Nicki non avrebbe voluto farsi turbare dal suo sguardo. Sarebbe stato poco professionale perdere la testa per un aspirante spogliarellista durante un'audizione! «Allora, hai intenzione di ballare per me o vuoi continuare a farmi i complimenti per tutto il giorno?» lo apostrofò, burbera. «Ai tuoi ordini, capo.» Le strizzò l'occhio, si girò e tornò sul palco. Tirò fuori dello zainetto un CD e lo mise nello stereo portatile a un lato del palcoscenico. Qualche istante dopo, nel locale si diffuse una musica calda, sensuale. Al ritmo con il brano, Mark si avvicinò al centro del palco e la fissò negli occhi con un'espressione arrogante e misteriosa. Si muoveva con grazia fluida e atleti16


ca nonostante la sua mole, e Nicki non poté fare a meno di pensare che, se era bravo a ballare, sarebbe stato anche bravo a letto. Nicki sapeva che avrebbe dovuto essere più cinica e disincantata, avrebbe dovuto guardare Mark con l'occhio impersonale della proprietaria di un locale notturno che vede quel genere di esibizioni tutte le sere. Mark, però, aveva qualcosa di speciale; Nicki non avrebbe saputo spiegare perché lui la turbasse più di qualsiasi altro spogliarellista che lavorava per lei. Ancheggiando e muovendosi a tempo con la musica, Mark avanzò verso di lei. Si fermò quasi al bordo del palcoscenico e si passò una mano tra i capelli lunghi, che dovevano essere morbidi come seta dorata. Nicki immaginò di sentirli tra le dita e rimase ipnotizzata dallo sguardo sensuale di Mark, che le fece rimpiangere gli ultimi due anni di astinenza. Se avesse avuto una vita sessuale decente, non avrebbe avuto quella reazione al fascino erotico di Mark e alle sue movenze sinuose. Quando lui afferrò i lembi della camicia e li tirò, strappando i bottoni automatici e rivelando il torace muscoloso e il ventre piatto, Nicki perse la testa. Con la camicia aperta, il cui candore faceva risaltare ancora di più la sua pelle abbronzata e i suoi pettorali guizzanti, Mark portò le mani all'allacciatura dei pantaloni. Era impossibile non notare il rigonfiamento promettente che gli tendeva la patta dei calzoni. Quando fece scorrere con lentezza la mano verso il basso, accarezzandosi l'inguine mentre la fissava con il suo sguardo peccaminoso, Nicki trattenne il fiato. Lui le sorrise, provocante, poi si strappò di dosso la camicia e si voltò per mostrarle la sua schiena dai muscoli perfettamente definiti prima di girare su se stesso con lentezza sensuale e tornare a guardarla. Nicki vide che aveva un tatuaggio con un motivo decorativo celtico intorno a un bicipite muscoloso. 17


Lui strinse la camicia nel pugno e se la passò sul petto e sul collo robusto, rovesciando la testa all'indietro, poi la buttò via. Nicki pensò che la sua carica erotica era innegabile; se faceva a lei quell'effetto, figurarsi come avrebbero sbavato le sue clienti. A torso nudo, Mark cominciò una lenta danza muovendo i fianchi stretti a ritmo con la musica, come se stesse mimando l'atto sessuale, poi si voltò di colpo e si fermò, offrendole una deliziosa vista posteriore. Le sue natiche sode erano davvero allettanti, fasciate nei pantaloni di pelle. Nicki fece un respiro profondo. Non fare sesso da tanto tempo l'aveva messa in una posizione pericolosa, perché non riusciva a resistere al fascino di Mark e non faceva che immaginare in quanti modi avrebbe potuto godere con lui. Doveva riprendere il controllo dei suoi ormoni impazziti, si disse. Mark Gabriel era un suo potenziale dipendente, e le sarebbe servito per fare soldi. Le sue priorità erano gli affari, il suo locale, il suo futuro, punto e basta. Di colpo, Mark afferrò i pantaloni ai due lati e tirò, togliendoseli con un gesto repentino. Le strisce di velcro lungo i fianchi si staccarono e i calzoni vennero via, lasciandolo in perizoma nero. Nel vedere le sue natiche nude, Nicki si rese conto di essere rimasta a bocca aperta e la richiuse di colpo. Mark fece ondeggiare i fianchi con movimenti fluidi, sfoggiando il suo fisico perfetto, poi si voltò verso di lei, continuando a ballare, e le sorrise, come se avesse potuto leggerle nei pensieri. Si avvicinò ancora, fino ad arrivare al bordo del palco, proprio davanti a lei, e si inginocchiò guardandola, come se il suo unico desiderio fosse quello di possederla, di realizzare tutte le sue più perverse fantasie e farla godere come nessun uomo aveva mai fatto. Dalla vita in giù, Nicki era già conquistata. 18


La musica vibrava tutt'intorno a loro, sensuale e insistente. Mark stese le braccia verso di lei, poi le prese una ciocca di capelli tra due dita e la fece scivolare via, le accarezzò una guancia e la fissò intensamente, come se avesse davanti a sé la donna più affascinante del mondo. Il cuore di Nicki perse un battito... poi si fermò del tutto. La sua pelle era percorsa da un fremito e la sua carne tra le gambe pulsava. Mark le strizzò l'occhio e le fece un sorriso tutto fossette e denti candidi, poi si alzò, tornò al centro del palco e assunse una posa da culturista, sfoggiando il suo fisico scultoreo. Rimase immobile, mentre il brano finiva. Nicki era incerta se applaudire con entusiasmo o balzare sul palcoscenico strappandosi i vestiti di dosso e stuprarlo. Oppure liquidarlo con un arrivederci e grazie prima di cedere alla tentazione di saltargli addosso. Indecisa, finì per restare ferma, impietrita, sbalordita. Mark si sciolse dalla posizione, le lanciò una rapida occhiata, come per valutare se le era piaciuta la sua esibizione, raccolse da terra gli indumenti e il CD, poi scese dal palco e si fermò davanti a lei, bellissimo. Nicki riuscì finalmente a respirare e fu avvolta dal suo profumo di pino, cuoio e maschio. «Bravo» si complimentò. Lui sorrise, divertito. «Grazie.» Era una tentazione in carne e ossa. Nicki aveva una voglia folle di trascinarlo in camera sua e porre fine a due anni di astinenza con un amplesso selvaggio. Un uomo con un fisico così possente sarebbe stato uno stallone scatenato a letto... «Nicki?» Lei si riscosse e arrossì leggermente. Era stata tanto stupida da farsi sorprendere a fissarlo come una scolaretta alla prima cotta. Si schiarì la voce, si alzò e lo guardò. «Scusa, ma stavo pensando a una faccenda urgente di cui avrei dovuto occuparmi» mentì, sperando che la bevesse. 19


«Immagino che tu sia molto impegnata» disse lui, infilandosi la camicia. Andò a riprendere lo zainetto e ne tirò fuori un paio di jeans che si mise rapidamente. «Uhm, ho solo il tuo nome, quindi mi servirà un numero a cui contattarti. Nei prossimi giorni ho altre audizioni, ma ti chiamerò appena avrò preso una decisione.» Mark le diede il numero del suo cellulare. «E il tuo indirizzo?» Lui esitò. «Sono arrivato in città solo ieri, quindi per ora sono in un motel. Appena troverò lavoro, cercherò un appartamento perché il motel è una vera topaia.» «Va bene, ti chiamerò.» «Lo spero.» Le porse la mano e lei gliela strinse, provando un brivido nel contatto, come se dal braccio di Mark si fosse propagata una scossa elettrica per tutto il suo corpo. Appena aveva posato lo sguardo su di lui, aveva capito subito che aveva del potenziale. La sua stretta forte e salda le confermò che era un vero maschio. Se l'avesse baciata, Nicki sarebbe andata in fiamme, ne era sicura. «Grazie» gli disse, compita, sforzandosi di assumere un'espressione professionale e impersonale. «È stato un piacere... e spero anche per te» rispose lui, ammiccante. Nicki arrossì. Il vichingo biondo non aveva neanche idea di che piacere fosse stato per lei.

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Strip Club di Shayla Black Mark Sullivan si tuffa nelle notti bollenti di Las Vegas per incastrare un mafioso con cui ha un conto in sospeso. La sua copertura? Lavorare come spogliarellista in un locale notturno per sole donne la cui proprietaria, Nicki, è una seducente bellezza esotica dai penetranti occhi a mandorla e dal corpo mozzafiato. Ben presto Nicki irretisce Mark con il suo fascino e si trova a sua volta conquistata dai muscoli possenti, dalle movenze feline e dal sorriso ammaliatore del suo ultimo acquisto. Ma i due fanno a gara a chi nasconde più segreti. Nella caccia a un pericoloso delinquente, tra colpi di scena ad alto tasso adrenalinico e incontri piccanti, l’attrazione che divampa tra loro è ancora più incandescente dell’atmosfera torrida dello strip club, più esplosiva delle armi puntate sulla coppia...

Bionda Samurai di Jina Bacarr Siamo alla fine dell’Ottocento, e già si preannunciano sentori di scandalo: a scatenare un vero putiferio sono le memorie di Katie, una fascinosa e spregiudicata signora americana decisa a raccontare ogni dettaglio, dal più elettrizzante al più morboso, della sua vita movimentata da appetiti insaziabili. Poi la scena si sposta in Giappone e non è che l’inizio di un lungo viaggio nei meandri più scabrosi e vibranti dell’erotismo. Ecco l’atteso ritorno della più stuzzicante e provocatoria firma della sensualità. E si tratta di un ritorno di gran classe, perché Jina Bacarr mette in campo, con la consueta maestria che non ha eguali e che ha saputo conquistare milioni di lettori in tutto il mondo, i suoi temi più cari, audaci e suggestivi, le situazioni più scabrose e piccanti venate, però, di romanticismo.


ESCLUSIVO:

ritorna il 9 luglio con 4 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate.

Preparati a una lettura... incandescente!


Questo volume è stato stampato nell'aprile 2010 presso la Mondadori Printing S.p.A. stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn)


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