HR118_CHIARO DI LUNA A VIRGIN RIVER

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Robyn Carr

Chiaro di luna a Virgin River


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Wild Man Creek Mira Books © 2011 Robyn Carr Traduzione di Maria Claudia Rey Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance giugno 2013 Questo volume è stato stampato nel maggio 2013 presso ELCOGRAF S.p.A. stabilimento di Cles (TN) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 118 del 14/06/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo

Nel campo degli affari, Jillian Matlock possedeva un talento naturale, e la sua capacità di prevedere brutte sorprese o siglare contratti favorevoli era diventata leggendaria. Dopo tanti anni di lavoro, non avrebbe mai immaginato di poter essere ingannata, presa in giro, turlupinata come una novellina. Quel lunedì mattina Jillian si domandò brevemente come mai Kurt Conroy non fosse venuto in ufficio, ma era talmente impegnata che non ci pensò più di tanto. Kurt lavorava alle sue dipendenze presso la Benedict Software System, una giovane impresa molto ben avviata. Era direttore del reparto di Pubbliche Relazioni, un ramo delle Risorse Umane, ed era anche il suo fidanzato, particolare che in ufficio tutti ignoravano. Jillian gli aveva parlato al telefono la sera prima, ma lui non aveva detto di sentirsi male o di aver bisogno di un giorno libero. Al momento tuttavia, lei aveva altro a cui pensare. Harry Benedict, fondatore della compagnia nonché presidente del consiglio di amministrazione, l'aveva appena chiamata a rapporto. Gli incontri con Harry erano routine per Jillian, che in qualità di suo vice lo vedeva parecchie volte la settimana. Harry era il suo mentore, ma anche un amico: perciò la sua chiamata non l'aveva impensierita per nulla. Bussò brevemente alla porta del suo ufficio ed entrò. Ed ebbe subito una spiegazione sull'assenza di Kurt, per5


ché lui era seduto davanti alla scrivania di Harry. «Ah, eccoti» gli disse Jillian. «Mi stavo domandando dove fossi, perché non mi avevi detto che avresti preso il giorno libero.» Passò qualche secondo prima che lei notasse l'atmosfera impacciata che regnava nella stanza. Kurt non la guardava in faccia e Harry aveva un'espressione corrucciata. Jillian si sedette sull'altra sedia e solo allora cominciò a dubitare che qualcosa non andasse. «Abbiamo un problema» esordì Harry guardando prima Kurt e poi Jillian. «Il signor Conroy mi ha comunicato che intende sporgere querela per molestie sessuali. Ha assunto un avvocato e poi è venuto da me per proporre un accordo che ci eviti un'azione legale.» Deglutì, e il suo cipiglio si intensificò. Per un attimo Jillian rimase senza parole. Qualcuno aveva molestato il suo fidanzato? «Santo cielo, Kurt» esclamò stupefatta, «perché non mi hai detto niente? Chi mai ti ha fatto un tiro del genere?» Finalmente Kurt la guardò negli occhi con una smorfia sprezzante. «Molto divertente, Jillian. Davvero.» Lei aggrottò le sopracciglia. «Ma insomma, che significa?» esclamò guardando dall'uno all'altro. Harry si schiarì la voce, profondamente a disagio. «Il signor Conroy sostiene che la parte in causa sei tu, Jillian.» «Cosa?» strillò lei balzando in piedi. «Kurt, sei uscito di senno?» «Siediti, Jillian» disse Harry. Poi guardò Kurt. «Tu puoi prenderti il resto della giornata. Ci vediamo domani.» Kurt si alzò in silenzio e lasciò la stanza senza degnarla di uno sguardo. Jillian fissò il suo capo. «Cos'è, uno scherzo di cattivo gusto?» «Magari» sospirò l'altro. «Adesso voglio sentire la tua 6


versione dei fatti. Dall'inizio alla fine.» Lei emise una risatina amara. «Credevo di avere un fidanzato, ecco la mia versione! Kurt e io ci frequentiamo da qualche mese, il nostro rapporto è stato assolutamente consensuale ed è diventato... be', serio solo da poco... È stato lui a cingermi d'assedio, ma la nostra relazione non aveva niente a che vedere con il lavoro, tant'è che lui era stato promosso molto prima che cominciassimo a uscire insieme!» «Insomma, vi vedevate di nascosto?» «Preferisco dire con discrezione» replicò lei. «Tu sai che anni fa ho collaborato con le Risorse Umane per stilare la politica dell'azienda, quando eravamo agli inizi: nessun problema per i fidanzamenti o i matrimoni tra colleghi, ma non nello stesso reparto. Secondo quelle regole uno di noi avrebbe dovuto chiedere il trasferimento a un altro reparto, e a spostarsi avrebbe dovuto essere Kurt perché è un mio dipendente. Ma la sua esperienza si limitava alle Pubbliche Relazioni, e noi lavoravamo molto bene insieme. O almeno così credevo...» Harry scrollò il capo. «È vero, fosti tu a stabilire le norme di quella politica – anzi fu proprio una tua idea.» Lei si chinò in avanti. «Sì, e fu sviluppata proprio per ovviare al pericolo delle molestie sessuali. Quel tipo di rapporto non è mai consensuale, e non bisogna mai confonderlo con un corteggiamento normale. Una molestia è sempre una forma di estorsione. Le Risorse Umane si preoccupavano soprattutto delle eventuali lamentele dei dipendenti a cui fosse stata proposta una promozione in cambio di favori sessuali, ed ecco perché un rapporto sentimentale tra colleghi non era raccomandabile. Ma tra le regole specificammo inoltre che non si ammettevano ritardi, né un abbigliamento poco ortodosso, né il parcheggio abusivo nel posto riservato al presidente!» Questa precisazione strappò un piccolo sorriso a Harry. «Pensavo che, dopo un buon periodo di formazione, 7


Kurt avrebbe potuto essere il mio successore» continuò lei. «E prima che tu me lo domandi, non lo pensavo perché mi piaceva come uomo, ma perché era il candidato più qualificato. So che non ami cercare candidati esterni per una posizione che può essere ricoperta da uno dei nostri impiegati...» Jill si interruppe e si passò una mano sulla fronte. Più ci pensava e più la situazione le appariva in tutta la sua gravità. «Che coincidenza» disse Harry. «Anche Kurt si considera il tuo successore ideale... Da' un'occhiata qui.» Jillian esaminò la cartellina che lui le porgeva e vide che conteneva un assortimento di memo, e-mail, appunti e stampati di messaggi da cellulare. La prima e-mail era sua e diceva: Come sto? Avrei bisogno di un bel massaggio alle spalle! «Harry» protestò Jill, «questo non ha niente a che vedere con la nostra relazione! Eravamo appena usciti da una riunione particolarmente pesante, e lui mi ha mandato una e-mail chiedendomi come stavo... anzi» aggiunse guardando la data, «non uscivamo ancora insieme!» Avrebbe dovuto frugare tra mesi e mesi di e-mail, pensò sgomenta. Mesi di messaggi innocenti... Continuò a esaminare il contenuto della cartella. Una serie di SMS provenienti dal suo cellulare, tra cui uno che diceva: Mi manchi! «Anche questo è del tutto innocente» protestò. «Dovrei controllare l'agenda, ma quel giorno dovevo essere fuori città. E in effetti sentivo la sua mancanza, perché non avevo con me i dati che...» Si interruppe di nuovo. Kurt le aveva teso una trappola, pensò. E lei ci era cascata! «Mio Dio» sussurrò. «Messaggi scherzosi tra due persone che lavorano per la stessa compagnia trasformati in qualcosa di completamente diverso... Come mai non ne ho avuto sentore? Come ho potuto sbagliarmi fino a questo punto?» Un'occhiata tra le pagine rivelò altri brevi messaggi del tipo che una donna manda al suo innamorato, ma non c'era alcun modo di scoprire se erano stati mandati durante le 8


ore di lavoro o in un altro momento. Per lei erano state innocenti manifestazioni di affetto che non rappresentavano alcuna minaccia, tuttavia tra tutti quei messaggi non ce n'era neppure uno proveniente da Kurt. Eppure era stato lui a sedurla: solo che ogni sua frase era stata detta e non scritta, e perciò non era rintracciabile. «Mi ha subissata di frasi seducenti e allusive» disse scuotendo la testa. «Ma l'unica differenza è che non ce n'è traccia. Io non ho mai avuto paura di mandargli e-mail o messaggi, perché mi fidavo di lui! E poi, non vedi quant'è sottile questa cartella? In tanti mesi avremmo dovuto scambiarci una corrispondenza più fitta, non credi? Ma noi sul lavoro ci comportavamo in modo molto professionale. Dovrei rivedere le mie e-mail, ma sicuramente troverei soltanto la dimostrazione che Kurt era sexy e affascinante, e che io ricambiavo le sue attenzioni perché pensavo che fossimo una coppia!» «Non è che ti ricordi qualcosa di particolarmente significativo, così sui due piedi?» domandò Harry corrugando le folte sopracciglia. «Be', il direttore di una gioielleria in centro potrebbe testimoniare di aver visto un Kurt romantico e premuroso che esaminava con me una serie di anelli di fidanzamento... ma non servirebbe a niente, temo. Niente di ufficiale, niente nero su bianco, vero?» disse con una risatina amara. «Avevamo deciso di mantenere la nostra relazione più discreta possibile, finché uno di noi non avesse identificato un reparto della compagnia in cui trasferirsi. Io ero la più adatta a chiedere uno spostamento, anche se Kurt era un mio dipendente. Tu mi proponi da un anno di diventare vice presidente del marketing, ma io avevo avvertito Kurt che se avessi accettato lui probabilmente non sarebbe stato ancora pronto a prendere il mio posto – o che forse tu non saresti stato disposto ad affidarglielo. E lui continuava a dirmi che il nostro rapporto era assai più importante di qualsiasi promozione!» Jillian abbassò lo sguardo, sfor9


zandosi di trattenere le lacrime di rabbia. «Non riesco a crederci, Harry. Io mi fidavo di lui!» «Una serie di suoi colleghi ha testimoniato di aver assistito a carezze e toccamenti inappropriati» osservò Harry. «E lui ha tenuto un registro molto dettagliato di questi episodi.» Ripensando ai mesi passati, Jillian doveva ammettere che Kurt era riuscito a conquistare un gran numero di persone. Tutte le donne dell'ufficio lo adoravano, perché era attraente, divertente e molto disponibile. Ma sul lavoro Jillian si era sempre comportata in modo assolutamente corretto, perché sapeva bene quanto fosse necessario mantenere un atteggiamento professionale in ogni circostanza. Forse gli aveva dato una pacca sulla spalla, o una rapida carezza sulla guancia? Gli aveva sorriso guardandolo negli occhi? Kurt aveva due anni meno di lei, era bello, sexy e in gamba... Lei non aveva capito quanto in gamba! Orchestrare una trappola come quella richiedeva capacità di pianificazione e intelligenza. Peccato che non avesse usato quelle capacità sul lavoro! Adesso, Jillian si pentiva di non aver resistito un po' più a lungo alle sue profferte amorose. Si morse le labbra e commentò: «Nei suoi registri ha scritto che mi ha dovuta invitare a bere qualcosa dopo il lavoro almeno una dozzina di volte prima che io accettassi? Cosa che è normalissima tra colleghi! O racconta che qualche sera fa mi ha preparato un bagno caldo e...». Harry alzò una mano per zittirla. «Non dire altro. Non sono un idiota, e so benissimo che cosa sta succedendo. Tu sei con me fin dall'inizio, e mi hai aiutato a fondare la compagnia. So benissimo che non faresti mai una cosa del genere, ma se non hai delle prove inconfutabili che dimostrino il contrario, siamo nei guai. E tieni presente che se il suo obiettivo era arrivare a un'accusa come questa, non era nemmeno necessario che uscisse con te. Poteva sceglierti come vittima senza che tu ne sapessi niente.» 10


«Ma perché lo ha fatto?» esclamò lei. «Non ne ho idea» rispose Harry. «Forse un'indagine ce lo rivelerà.» Jill strinse i denti per non piangere di fonte a lui. Da anni era il suo braccio destro, la sua assistente di fiducia, la sua protetta, e fin dall'inizio, quando aveva cominciato giovanissima in un'azienda appena nata, si era sempre fatta un punto d'onore di non comportarsi da donnetta fragile. La Benedict Software si occupava essenzialmente di prodotti per la gestione del denaro: dai sistemi elaborati su misura per le aziende ai programmi di gestione del bilancio familiare. Alcuni dei loro clienti erano importanti e fruttavano guadagni consistenti, ma Jill era sempre stata all'altezza della situazione e sapeva affrontare ogni problema con coraggio e ingegnosità. Poteva accadere di tutto, dal malfunzionamento di un programma alla possibilità che un grosso cliente passasse alla concorrenza, ma il lavoro di Jill nelle Risorse Umane era quello di presentare la compagnia e i suoi prodotti con l'aspetto migliore. Lei e Harry si erano trovati in situazioni difficili, a volte il futuro della compagnia era parso incerto o critico. Ma Jill non aveva mai ceduto, non si era mai arresa. Adesso, le parole di fiducia del suo capo minacciavano di farla crollare... Jillian si raddrizzò. «Insomma, che cosa vuole?» domandò. «Un notevole compenso in denaro. E le tue dimissioni.» Lei sollevò la cartellina con le cosiddette prove incriminanti. «Questa roba ha qualche valore?» «In tribunale forse sì, ma sui giornali può essere una bomba.» «Mi ha corteggiata per un'eternità, e alla fine ho pensato che tenesse davvero a me» osservò lei. «Che stupida... Non vorremo permettergli di vincere?» Harry si chinò verso di lei intrecciando le dita sulla scrivania. «Mi piacerebbe molto lottare contro di lui, Jill. In dieci anni non ho mai dubitato per un momento che tu 11


fossi meno che professionale, leale e sincera. Nessuno dei miei collaboratori ha mai lavorato più duramente, senza badare all'orario e dimenticando la propria vita privata. Sei diventata parte della mia famiglia, Jillian. Se in te c'era la tendenza ad approfittare di un dipendente, io non l'ho mai notata. O io non so giudicare le persone, o quel bastardo ci ha messo tutti nel sacco... ma per essere uno che non sa giudicare le persone, mi pare di aver messo su un'azienda abbastanza solida, non credi?» Scrollando la testa, Harry proseguì: «In sostanza, le cose stanno così. Pare che Kurt abbia programmato accuratamente le sue mosse, ma noi ci siamo già trovati in situazioni difficili e ce la siamo sempre cavata. I nostri legali esamineranno le sue prove e si incontreranno con lui. Se scoprono che ci può danneggiare, io farò tutto il possibile per tenere te e la compagnia lontano dal tribunale. Non dimentichiamo che abbiamo duecentocinquanta dipendenti, e che anche loro vanno tutelati. Per quanto l'idea mi infastidisca, può darsi che saremo costretti a limitare le nostre perdite». «E questo che significa?» domandò lei. «Significa non prenderlo di punta... Perciò voglio che tu ti prenda il resto della settimana. Vai a casa, e stai tranquilla. Farò tutto quello che posso per proteggere te e la compagnia, e se dovrò fare un sacrificio, non ti getterò in pasto agli squali. Alla peggio, farò in modo che qualsiasi accordo venga raggiunto comporti l'obbligo di segretezza, così che i tuoi futuri datori di lavoro non sappiano niente di tutta questa faccenda. Comunque la metà dei miei concorrenti ti dà la caccia da anni...» «Ma io ho fatto la mia scelta tempo fa» obiettò lei. «E ho scelto la Benedict Software System!» «Lo so, Jillian. Lo so. Procurati un avvocato, per ogni evenienza. Non affrontare questa storia da sola, e conta su qualcun altro oltre che su di me. Sai bene che devo proteggere la mia compagnia.» «Così gli darai una quantità di denaro?» 12


«No, se riesco a evitarlo.» Lei rise tristemente. «Grazie a te sono diventata ricca, e lui ci avrebbe guadagnato ben di più se mi avesse sposata... Non è nemmeno così bravo, tra l'altro. Stava imparando, ma doveva ancora fare parecchia strada. A te toccherà la parte peggiore dell'accordo.» «Anche se dovesse vincere, non resterà certo qui» dichiarò Harry. «Secondo me, nei suoi progetti noi dovevamo fungere da trampolino di lancio. Poi lui avrebbe sbandierato il suo titolo, si sarebbe attribuito il merito di qualche lavoro che non aveva fatto e avrebbe trovato un incarico più prestigioso con la Microsoft o l'Intel. Dove avrebbe fallito subito.» «A meno di non trovare una donna da sedurre» commentò Jill sottovoce. «So che adesso ti sembra impossibile, ma lo supererai. Sei brava, sei in gamba, e cadrai in piedi. Cerca solo di aver pazienza mentre risolviamo la questione. E non perdere la testa.» O il cuore, pensò lei. «Prenditi un po' di riposo» ripeté Harry. «Se c'è un modo di uscirne, credimi, lo troveremo. Cerca solo di prepararti al peggio, per ogni evenienza, e ovviamente non parlarne con nessuno finché non è tutto risolto.» Poi si alzò in piedi, segnalando che il colloquio era finito, e le tese la mano. «Mi dispiace tanto che sia successo questo pasticcio. Avresti dovuto parlarmi subito del tuo rapporto con lui... Frequentare un collega non è un reato, avremmo trovato una soluzione. Non sei la prima a cui capita, e non sarai certo l'ultima. Ma tenendo la cosa segreta gli hai offerto un'arma.» «Io invece pensavo di proteggere te» obiettò lei. «Non volevo che una mia questione privata ti mettesse in difficoltà.» Strinse la mano del suo capo, e lui la trattenne per un momento. «È un comportamento talmente insolito da par13


te tua... e pensare che mi preoccupavo sempre che tu non avessi una vita privata, perché il lavoro prendeva tutto il tuo tempo! Che cos'aveva quell'uomo di tanto speciale, Jill?» domandò gentilmente. «Come ti ha convinta a rischiare in questo modo?» Lei emise un'altra risatina priva di allegria. Kurt aveva parecchi difetti, ma lei li aveva minimizzati generosamente. Era attraente, premuroso, ma certo non era il più sveglio del gruppo. Se non avesse cominciato a corteggiarla con tanta insistenza lei non lo avrebbe nemmeno notato. Scrollò la testa, pensosa. Forse lo aveva accettato perché era l'unico uomo a cui poteva dedicare un po' di tempo? I romanzetti in ufficio sbocciavano proprio perché erano comodi! «Tu non ci crederai, Harry, ma ci ha messo una quantità di tempo per convincermi a uscire con lui. E forse la spiegazione è proprio questa, lui era insistente e io ero sola. Sappi però che se vince questa battaglia, ti ritroverai con un executive che ha ancora bisogno di crescere. Ha ancora bisogno di un supervisore, non è pronto. Sarai costretto a licenziarlo!» «Oh, sono sicuro che ha già previsto tutto» commentò Harry. «Non sai quanto mi dispiace!» esclamò lei avviandosi verso la porta. «Mi sento una perfetta idiota, e non è una bella sensazione.» Benché sapesse che non era prudente, Jill cercò di mettersi in contatto con Kurt. Lui non le aprì la porta e non rispose alle sue chiamate, e dopo avergli lasciato alcuni messaggi nella segreteria telefonica lei si rese conto che stava peggiorando la situazione. Sarebbe apparsa insistente, isterica, ancora più colpevole. Così lasciò perdere. Parlò con un avvocato, che subito dopo si mise in contatto con Harry e con i legali della compagnia. Consegnò un backup del suo computer di casa e di quello dell'ufficio, insieme al cellulare e al contenuto della sua scrivania. 14


Ovviamente non aveva prove contro Kurt, dal momento che non aveva cercato di tendergli alcuna trappola. Ma se non altro il suo legale avrebbe potuto mantenere le indagini all'interno della compagnia e delle Risorse Umane, senza arrivare alla Commissione per le Pari Opportunità o addirittura in tribunale. Passò una settimana, poi due. A Jillian sembrava di impazzire, confinata nella sua casa di San José senza niente da fare se non navigare in Internet con il nuovo computer che si era comprata. Finalmente Harry le telefonò. «Le cose si stanno mettendo bene per noi» disse. «L'unica testimonianza a tuo sfavore è quella di due impiegate che credono di aver notato una forma di molestia da parte tua – due impiegate che vogliono rimanere anonime. E a dirla tutta, dato il suo comportamento manipolatore, può darsi che queste persone abbiano solo immaginato di vedere qualcosa di scorretto.» «Come no» replicò lei con sarcasmo. Nell'azienda le impiegate di sesso femminile erano solo quindici, e lei immaginava senza difficoltà chi fossero le due donne in questione. Entrambe più vecchie di lei di almeno quindici anni, si agitavano come ragazzine appena Kurt era nei paraggi. «Quel che dovresti fare, secondo me, è uscire di scena per un po'» continuò Harry. «Invece di dare le dimissioni, prenditi una vacanza di almeno tre mesi. Al tuo posto metterò un consulente esterno. Kurt dovrà fare buon viso a cattivo gioco e tra l'altro, come prevedevo, ha acconsentito a siglare un accordo confidenziale.» «Come prevedevi?» Harry ridacchiò. «Non vuole che si sappia in giro della sua denuncia contro un superiore, esattamente come non lo vuoi tu. Sono sicuro che si cercherà un nuovo impiego, ma io continuerò a indagare sul suo passato.» Poi abbassò la voce e domandò: «Non gli hai mai confidato l'ammon15


tare del tuo conto in banca, vero, Jillian?». «Non mi pare... è un argomento di cui di solito non parlo. Perché lo vuoi sapere?» «Perché se glielo avessi detto non avrebbe accettato questo accordo con tanta facilità. Gli toccherà una cifra sostanziosa, ma niente in confronto a quello che vali tu. Avrebbe dovuto prendersi la pena di leggere i vecchi prospetti, o magari di dare una sbirciatina al tuo portafoglio di investimenti.» Jillian aveva un'agente di borsa molto in gamba, che aveva assunto dopo aver guadagnato il primo premio di produzione in azioni. Insieme avevano deciso che non aveva senso tener ferme le azioni perciò, con l'aiuto della sua consulente, Jillian le aveva investite saggiamente in alcune operazioni vantaggiose. Così, mentre lei guadagnava sempre di più con la Benedict Software, la sua agente investiva somme sempre più consistenti. Ma il denaro per lei contava fino a un certo punto: quello che le importava davvero era il suo lavoro, e soprattutto la fiducia che Harry le aveva accordato fin dall'inizio. «Ma che farò per tre mesi?» esclamò sgomenta. «Non lo so... prendi fiato, fai un viaggio, segui dei corsi. Il denaro non ti manca, no? Lascia che la faccenda si sgonfi, hai bisogno di tempo per pensare a quello che vuoi fare in futuro. Ma non prendere decisioni avventate – so bene che ti piace seguire il tuo istinto... Cerca invece di rilassarti, di goderti la vita e di rimetterti in forze. Credo di poter dire che tra qualche mese Kurt se ne sarà andato altrove, e niente ti impedirà di rioccupare il tuo posto, se ti va. È chiaro che niente ti impedisce di cambiare... tra poco riavrai la tua vita, Jill, e potrai fare ciò che preferisci. Pensaci.» Oh, lei ci aveva pensato... e la prospettiva la terrorizzava. Aveva nostalgia delle volte in cui lavoravano fino alle quattro del mattino, ingurgitando pizza fredda e Red Bull per tirare avanti, per preparare un'offerta pubblica o per 16


mettere insieme i dati necessari a una riunione del consiglio di amministrazione. Adorava i tempi di consegna strettissimi, le maratone per elencare tutti i profitti della compagnia prima della revisione trimestrale, il terrore e poi il sollievo degli esami superati, la raccolta di tutti i dati per un prospetto. Solo lei era l'anima del suo reparto, quella che presentava la compagnia nel suo aspetto migliore di fronte al consiglio di amministrazione, ai revisori, agli agenti di borsa e al pubblico. Era lei che metteva in pratica l'intuito di Harry e lavorava duramente con lui per arrivare al risultato finale. Per questo non sapeva come rallentare i ritmi. E non era nemmeno sicura di volerlo fare. Nonostante le raccomandazioni di Harry sulla segretezza, Jillian mise a parte della situazione l'unica persona di cui si fidasse ciecamente, colei che era la sua migliore amica e confidente: sua sorella Kelly. Kelly era chef in seconda in un ristorante a cinque stelle di San Francisco, e il suo tempo libero era assai limitato. Però parlava al telefono con Jillian almeno una volta al giorno. La sua reazione alle confidenze della sorella fu semplice e immediata: avrebbe desiderato uccidere Kurt e nemmeno troppo metaforicamente. «Sarà meglio che non si azzardi a venire a cena nel mio ristorante» ringhiò. «Non sarà così sciocco da provarci» replicò Jillian. «Ha preparato tutto con tale cura!» «Dico solo che saprei come far sì che la sua fine sembri un incidente.» «Ssh... magari sta registrando le mie telefonate! Mi sa che non puoi far niente di drastico.» «Bello schifo. Quel porco! Non mi è mai piaciuto, lo sapevi?» «Non è vero, ti piaceva eccome. Aveva abbindolato anche te, il che ci rende entrambe delle idiote. Dio mio, com'è potuto accadere? Non sono un Einstein, ma non mi 17


ritenevo tanto ingenua. Anzi, a dirla tutta non credevo che lui fosse abbastanza intelligente da architettare un piano del genere.» «Il fatto è che sei impulsiva» commentò Kelly. «Lo sei sempre stata. Vedi qualcosa che ti piace e devi averlo subito.» «In questo caso non lo sono stata» protestò Jill. «Mi ha corteggiata per un bel po' prima che... oh, lasciamo perdere. Harry ha ragione, anche se io vincessi la causa la faccenda si verrebbe a sapere, e la cattiva fama mi perseguiterebbe per un lungo periodo.» «Però c'è una cosa che non capisco» osservò Kelly. «Come ha potuto farla a tante persone? Un tiro del genere non è un'ottima operazione di Relazioni Pubbliche? Riuscire a girare le cose per il suo verso, vendere un'idea, convincere la gente a volere qualcosa che non sapeva di volere?» «In sostanza sì» ammise Jill. «Kurt avrebbe dovuto investire tutta questa energia nel suo lavoro!» «Be', tu hai aiutato Harry a costruire il suo piccolo impero» riprese Kelly. «Le cose non sono andate esattamente come volevi, ma hai guadagnato un mucchio di denaro e poi lo hai raddoppiato. Moltissime imprese di software sono fallite rapidamente, ma la tua no. Perciò dovresti essere in grado di trovare un lavoro dove e quando vuoi! Guardiamo avanti per un momento. Qual è la prima idea che ti viene in mente?» «Seguirò il consiglio di Harry e mi prenderò un periodo di riposo. E poi penserò al prossimo lavoro.» «Mi sorprendi. La Jill che conosco io starebbe già correndo in avanti! Nonostante gli sforzi di quell'individuo per annientarti, la tua reputazione è eccellente. Chiunque chiami Harry per avere delle referenze lo saprà. Puoi trovare un incarico dove e quando vuoi!» «Sì, forse» sussurrò Jill con voce così bassa che la sorella la sentì appena. «Ma la ferita sanguina ancora.» 18


«Oh, tesoro...» sospirò Kelly dopo una pausa. «Sai che cosa mi faceva sentire più in colpa mentre lo frequentavo?» domandò Jill. «Mi preoccupavo che lui mi amasse più di quanto lo amavo io! E invece lui pensava solo a fregarmi...» «Che gran bastardo!» esclamò Kelly. «Non avevo mai avuto problemi di questo genere prima d'ora» continuò Jillian sottovoce. «Ho sempre avuto un buon istinto, appena conoscevo qualcuno capivo se mi potevo fidare o no, e mi sbagliavo di rado. E invece adesso...» «Devi solo lasciar passare un po' di tempo» suggerì Kelly. «Adesso non mi fiderò mai più di un uomo» continuò lei. «A meno che non accada un miracolo.» Ci fu una pausa di silenzio, poi Jill riprese: «Me ne vado per un po', Kell. In un posto tranquillo, per staccare da tutto. Harry ha ragione, devo prendermi il tempo di pensare». «E dove andrai? Vuoi che venga con te?» Jill rifiutò l'offerta con una risatina. «So bene che non puoi lasciare il lavoro. No, farò questo viaggio da sola. Non so dove andrò, ma tu non devi preoccuparti, starò benissimo. Ho solo bisogno di un po' di tempo per superare tutto quanto, e per guarire.» Kelly sospirò. «E va bene. Ma dico sul serio, meglio che quel figuro non metta piede nel mio ristorante perché voglio vederlo morto. E spero proprio che abbia registrato questa frase!»

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