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Diana Palmer

Scandalo e attrazione


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Magnolia HQN Books © 1997 Diana Palmer Traduzione di Sabina Di Luigi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance agosto 2013 Questo volume è stato stampato nel luglio 2013 presso ELCOGRAF S.p.A. stabilimento di Cles (TN) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 122 dello 09/08/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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1900 Le strade di Atlanta erano fangose per via della pioggia caduta di recente, e i poveri cavalli da tiro che trascinavano a fatica il loro carico lungo Peachtree Street sembravano a corto di energie. Claire Lang li osservava, desiderando invano di avere denaro sufficiente per prendere a noleggio una carrozza e tornare a casa, a cinque miglia abbondanti di distanza. Il suo stupido calesse aveva urtato un sasso, facendo rompere l'asse e creandole altri problemi alle finanze, oltre a quelli che già la assillavano da mesi. Will Lang, lo zio di Claire, si era mostrato cosÏ impaziente di avere il pezzo per l'automobile ordinato da Detroit che, alla fine, lei si era decisa ad andare in calesse fino ad Atlanta per ritirare il piccolo ricambio dall'addetto delle ferrovie. Il calesse era vecchio e malandato, ma Claire, invece di stare attenta alla strada, si era messa a guardare i primi segni dell'autunno sugli aceri e i pioppi che apparivano magnifici. Non le restava che raggiungere come meglio poteva il negozio di abbigliamento del suo amico Kenny, e poi sperare che lui le dedicasse un po' del proprio tempo per riaccompagnarla a Colbyville, dove abitava lo zio. Claire si guardò gli stivaletti incrostati di fango e l'orlo 5


sudicio delle gonne facendo una smorfia. Il vestito, blu scuro, con il corpetto e il colletto in pizzo bianco, era nuovo di zecca. Il mantello e l'ombrellino le avevano protetto tutto il resto dalla pioggia, il cappello le aveva riparato i capelli raccolti a chignon, ma, per quanto Claire avesse tentato di sollevarle, le gonne non erano state risparmiate. Chissà quante gliene avrebbe dette Gertie!, pensò. Era sempre in disordine, in un modo o nell'altro, visto che era sempre impegnata in lavoretti nella rimessa dello zio per aiutarlo a far funzionare la sua nuova automobile. Nessun altro a Colbyville aveva una di quelle esotiche invenzioni moderne. Anzi, in tutto il Paese erano davvero pochi a possedere un'automobile, e tutt'al più poteva essere elettrica o a vapore. Quella dello zio Will era alimentata a benzina, che lui acquistava presso l'emporio. Le automobili erano così rare che quando ne passava una la gente si affacciava di corsa in veranda a guardare. Affascinavano e spaventavano allo stesso tempo, perché il forte rumore faceva imbizzarrire i cavalli. Tuttavia, molti la consideravano una moda passeggera che sarebbe presto venuta meno. Claire no. Lei ci vedeva il futuro del trasporto, ed era entusiasta di fare da meccanico per suo zio. La giovane sorrise malinconica. Com'era felice la sua vita da quando era andata a vivere lì con lo zio. Dieci anni prima i genitori erano morti di colera, lasciando la loro unica figlia sola al mondo, senza altri parenti che lo zio Will. E lui era scapolo, e aveva con sé solo la governante africana, Gertie, e un tuttofare, Harry, il marito di lei, che lo aiutavano a mandare avanti la grande casa in cui viveva. Da quando era diventata adulta Claire dava il proprio contributo in cucina e nei lavori domestici, ma la gioia più grande per lei era proprio dare una mano a far funzionare l'automobile! Si trattava di una nuovissima Oldsmobile, e Claire si emozionava solo a guardarla. Zio 6


Will l'aveva ordinata in Michigan sul finire dell'anno precedente; era stata spedita a Colbyville con la ferrovia non appena l'avevano ultimata. Come la maggior parte delle automobili, a volte si fermava, scoppiettava, faceva fumo e sferragliava, e di tanto in tanto le gomme sottili si bucavano sulle strade sterrate, piene di solchi profondi, che circondavano Colbyville. La gente del posto aveva pregato Iddio di essere salvata da ciò che riteneva essere un'invenzione del diavolo, mentre i cavalli fuggivano nei campi come spiritati. Il consiglio cittadino aveva fatto visita allo zio di Claire il giorno dopo l'arrivo della vettura: zio Will aveva sorriso, indulgente, e aveva assicurato che avrebbe tenuto il suo piccolo, elegante veicolo a debita distanza da coloro che andavano in carrozza. Adorava il suo giocattolo, che lo aveva pressoché mandato in rovina, e gli dedicava tutto il tempo libero. Claire ne era affascinata al pari dello zio. Alla fine, lui aveva ceduto e aveva smesso di scacciarla dall'autorimessa; così, a poco a poco, la nipote aveva imparato un po' di cose riguardo a caldaie, marce, cuscinetti, candele e pistoni. Ormai ne sapeva quasi quanto lui. Aveva mani sottili e abili, Claire, e non aveva paura delle scottature che rimediava ogni tanto nel toccare la parte sbagliata del piccolo motore a combustione. L'unico vero inconveniente era il grasso. Per funzionare a dovere, i cuscinetti andavano continuamente cosparsi di grasso, che finiva per imbrattare tutto... Claire compresa. D'un tratto comparì sulla strada una carrozza, e Claire la osservò avvicinarsi. Quando le fu davanti attraversò una pozzanghera, schizzandole di fango il vestito. La ragazza si lasciò uscire un lamento e aveva un'aria così sconsolata che il cocchiere si fermò. La porta della carrozza si aprì e due smaniosi occhi scuri la trafissero. «Per l'amor del cielo! Salite, prima di inzupparvi più di 7


quanto non lo siate già, sciocca figliola!» Quella voce, profonda e familiare, aveva il potere di farle venire sempre un tuffo al cuore. Non che lui lo sapesse. Claire stava ben attenta a tenere per sé i sentimenti che provava per il banchiere di suo zio. «Grazie, Mr. Hawthorn» gli rispose con educazione, sorridendo. Cercò di fare un ingresso signorile nella sua bella carrozza pulita, chiudendo l'ombrellino e sollevando la gonna fino al bordo delle scarpe. Tuttavia, inciampò nell'orlo bagnato e cadde sul sedile come un sacco di patate, arrossendo perché John Hawthorn la metteva tanto in agitazione. Del tutto impeccabile nel suo elegante completo scuro da città, l'uomo si spostò per farle più spazio che poté, poi bussò sul tetto della carrozza con il bastone segnalando al cocchiere di proseguire. «Lasciatemelo dire, Claire, attirate il fango come il miele attira gli orsi!» Aveva un'aria leggermente irritata mentre la squadrava valutando i danni. «Devo essere in banca per l'ora di apertura, ma vi farò accompagnare dal mio cocchiere a Colbyville» le disse, il viso affilato e ben fatto e gli occhi scuri socchiusi. Aveva un'innata insofferenza, una certa freddezza nei confronti delle donne, come se, sapendo di essere attraente per loro, tentasse di mantenere le distanze. Era stata la prima cosa in lui che aveva attirato l'attenzione di Claire, senza dubbio una sfida per la vanità di una donna. Tuttavia, con lei non era freddo. La punzecchiava e la compiaceva come avrebbe fatto con una ragazzina. Due anni prima non le aveva mai dato noia. Ora, sì. Lo aveva conosciuto quando era stato assunto nella banca di proprietà di Eli Calverson. John aveva già fatto carriera diventando un funzionario addetto ai prestiti, l'anno prima che scoppiasse la guerra ispano-americana, e, prevedendo la piega che avrebbero preso le relazioni cubano-americane, nel 1897 aveva lasciato la banca per 8


servire nell'esercito per un breve periodo. Poiché aveva compiuto i primi studi alla Citadel, un'accademia militare in South Carolina, riuscì a entrare come ufficiale. Ferito a Cuba nel '98 e poi congedato, John tornò a lavorare in banca, e Claire cominciò davvero a conoscerlo meglio. Tra loro c'era una frequentazione già da qualche anno, poiché lo zio di Claire aveva fatto diversi piccoli investimenti tramite John, sulla base dei quali aveva dei prestiti garantiti per acquistare terreni. A mano a mano che lo conosceva meglio, Claire ne era sempre più attratta, ma si rendeva conto che il bel viso, gli occhi di un grigio pallido e il corpo giovane e snello non le sarebbero bastati per destare l'interesse di un uomo come John. Non era soltanto un bell'uomo, era anche intelligente. Dopo essersi laureato alla prestigiosa Citadel, aveva continuato gli studi specializzandosi in economia alla Harvard. Al momento era vicepresidente della Peachtree City Bank, e giravano voci sul fatto che Eli Calverson, il presidente della banca, poiché non aveva figli, avesse scelto John come suo successore. Di certo, l'ascesa di John nell'istituto di credito era stata piuttosto rapida. Negli ultimi tempi, però, c'erano stati dei pettegolezzi insistenti riguardo allo sfuggente John e alla bella Diane, la giovane sposina del presidente di mezz'età. John, a trentuno anni, era nel pieno rigoglio della giovinezza e fisicamente faceva invidia a molti uomini. Eli Calverson era sulla cinquantina e non particolarmente attraente. La signora Diane Calverson era minuta, bionda con gli occhi azzurri, e aveva un incarnato color latte. Era colta, dotata di buone maniere e si diceva che fosse imparentata con molte case reali d'Europa. Insomma, rappresentava il sogno di qualunque uomo. Lei e John avevano in comune molto più della banca e del legame con Calverson. Due anni prima erano stati fidanzati. «Siete un gentiluomo, Mr. Hawthorn» disse Claire, con 9


fare cortese e riservato, sebbene le brillassero gli occhi. Lui piegò all'insù un angolo della bocca. Era chiaro che fosse divertito. Gli occhi di Claire si soffermarono sul bastone, che lui portava rigorosamente come ornamento. John era in forma e atletico, giocava a tennis e, dalle poche feste da ballo alle quali lo zio l'aveva accompagnata, Claire aveva evinto che sapeva anche ballare meglio di molti altri. Portava un'acqua di colonia dal profumo esotico, che salì piano alle narici di Claire e le provocò il batticuore. Se solo si fosse accorta di lei. Se solo...! Intenta a spianare le pieghe della gonna bagnata, vide le incrostazioni di fango e si incupì. Anche gli stivaletti ne erano pieni, ci sarebbero volute ore per ripulirli con la spazzola dura. Accidenti... e Gertie aveva appena smesso di fare storie per il grasso sulla camicetta bianca di Claire! «Sembrate piuttosto in disordine» fu il commento sommesso di John. Lei diventò rossa, ma lo sfidò. «Se aveste camminato per tre isolati sotto la pioggia, con la gonna lunga, forse anche voi sembrereste in disordine.» Lui ridacchiò. «Dio non voglia! L'ultima volta si trattava di grasso, o sbaglio?» La giovane si schiarì la voce. «Io e lo zio stavamo cambiando l'olio alla sua Oldsmobile.» «Ve l'ho già detto, Claire... non è un'occupazione adatta a una donna.» «Perché no?» John sospirò. «Vostro zio dovrebbe farvi un discorso» le disse. «Avete vent'anni. Vi servono delle basi appropriate riguardo all'etichetta e alla vita in società, così che possiate comportarvi come una vera signora.» «Come la signora Calverson, magari?» Lui mantenne un'espressione impassibile. «Le sue ma10


niere di certo non lasciano a desiderare.» «No, infatti» confermò lei con prontezza. «Sono sicura che Mr. Calverson è molto orgoglioso di sua moglie.» Poi abbassò gli occhi, guardandosi le mani. «E forse molto geloso di lei.» Lui si voltò. «Non mi piacciono le insinuazioni» le disse in tono pericolosamente tranquillo. «Pensate di potermi fare la predica?» Lei inarcò le sopracciglia. «Oh, non mi passava nemmeno per la testa, signore. Insomma, se volete essere oggetto di ignobili pettegolezzi e rischiare il posto in banca, chi sono io per immischiarmi?» Il cipiglio di John faceva paura. Pensando che un tempo potesse aver guardato i suoi soldati in quel modo, Claire non se la sarebbe mai sentita di biasimare uno solo di loro, se avesse disertato. Il tono era ancora tranquillo e metteva ancora più soggezione quando chiese: «Quali pettegolezzi?». «Forse non avrei dovuto dire nulla» ritrattò lei, esibendo un sorrisetto tirato. «Potete farmi scendere qui, se volete. Non ho nessun desiderio di farmi strangolare nel tragitto verso casa.» A vederlo era proprio arrabbiato, ma sembrava non perdere mai le staffe, in particolare con Claire. «Non ho dato motivo a nessuno di fare pettegolezzi» disse lui. «Per voi una cena a lume di candela, da solo con una donna sposata, non è uno scandalo?» Lui sembrò sorpreso. «Non eravamo soli. Era a casa di sua sorella, e c'era anche lei.» «La sorella era di sopra che dormiva. I domestici lo sapevano, e hanno raccontato ai domestici di tutte le altre famiglie ciò che hanno visto» precisò lei in tono distaccato. «È risaputo in tutta la città, John. E se il marito ancora non lo sa, verrà a saperlo, è solo questione di tempo.» John emise un verso aspro di stizza. Era stato incauto, 11


preso com'era dal desiderio ossessivo di stare di nuovo, un'ultima volta, solo con Diane. Il suo matrimonio con Calverson era stato un modo per vendicarsi, quando lui si era rifiutato di chiedere ai suoi un grosso anticipo sull'eredità per una cerimonia di nozze elegante e una costosa luna di miele. A quel punto John era entrato nell'esercito, con la certezza che avrebbe combattuto. Lei aveva promesso di aspettare, ma nel giro dei due mesi in cui lui era stato a Cuba, a quanto pareva, si era resa conto che Calverson era troppo a portata di mano, troppo ricco e troppo in là con gli anni per non trascinarlo all'altare. John veniva da un ricca famiglia di Savannah, e aveva buone probabilità di ereditare una somma enorme. Ma si rifiutava di chiedere anche solo un centesimo, preferendo guadagnarsi da vivere da solo. Ed era ciò che stava facendo al momento, grazie al proprio stipendio e a qualche piccolo investimento. L'aiuto di Calverson era stato determinante, ma John sapeva bene che le sue origini familiari e la sua laurea a Harvard avevano contribuito a influenzare quell'uomo a suo favore. Perdere Diane lo aveva cambiato, lo aveva reso freddo. Ed ecco che il matrimonio di lei, dopo nemmeno due anni, sembrava già in crisi. Diane aveva supplicato John di andare a cena a casa di sua sorella, perché voleva il suo aiuto. Come avrebbe potuto dirle di no, anche a rischio di uno scandalo? Ma l'urgenza della situazione pareva essere diminuita all'arrivo di John, poiché alla fine lei non aveva fatto nessun accenno a quali fossero i motivi per cui lo aveva invitato. E non gli aveva chiesto nessun genere di aiuto. Gli aveva detto solo che era pentita del matrimonio e che provava dell'affetto per lui. Ma ormai avevano dato adito a quel terribile pettegolezzo che avrebbe minacciato il buon nome di lei, e anche quello di John. «Mi state ascoltando?» insistette Claire, trascinandolo 12


di nuovo nel presente. «Non è solo la vostra reputazione che state mettendo in pericolo, ma anche quella di Mr. Calverson e della signora... e perfino della banca.» Lui la guardò fisso. «Non sto mettendo a rischio la reputazione di nessuno. Ma non riesco a capire come questo problema, ammesso che sia un problema, possa avere a che fare con voi, Claire» rimarcò lui con freddezza. «È vero» fu costretta ad ammettere lei. «Però voi siete amico di mio zio, oltre che il suo consulente finanziario. Mi dispiacerebbe vedere compromessa la vostra reputazione.» «Davvero? E perché?» Lei avvampò e distolse lo sguardo. Lui si appoggiò allo schienale e la guardò con aria quasi affettuosa e colpito dalla sua preoccupazione. «Avete un segreto interesse per me, Claire? Un debole?» La punzecchiò dolcemente. «Davvero eccitante!» Il rossore aumentò parecchio. Claire guardava impaziente i familiari motivi gotici della banca farsi a mano a mano più vicini. Lui sarebbe sceso dalla carrozza, e lei sarebbe rimasta sola con il proprio imbarazzo. Perché mai aveva aperto bocca? Lui la vide stringere la borsetta con entrambe le mani. Per quanto John non sopportasse quell'intromissione nella vita privata, in fondo Claire era solo una graziosa bambina le cui osservazioni non avrebbero dovuto turbarlo. Con lei era indulgente più che con qualunque altra donna avesse mai conosciuto. Si fosse trattato di un uomo, lo avrebbe scaraventato fuori dalla carrozza per molto meno di quanto Claire gli aveva appena detto. Ma lei aveva buon cuore e si preoccupava per lui. Era difficile arrabbiarsi per quello. Inoltre suscitava in lui un atteggiamento protettivo nei suoi confronti. Non fosse stato per Diane, avrebbe potuto avere dei sentimenti per quella fanciulla. Mentre la carrozza co13


minciava a rallentare le si avvicinò. «Allora, Claire» insistette con voce profonda e strascicando le parole, «siete tormentata da sentimenti di affetto per me?» «L'unico sentimento che ho in questo momento è un desiderio irresistibile di trapassarvi il cranio con un tubo di ferro» disse lei a bassa voce. «Miss Lang!» esclamò lui fingendosi indignato e, peggio ancora, ridendo. Lei si voltò e gli rivolse uno sguardo di fuoco, gli occhi grigi scintillanti di rabbia. «Mettetemi in ridicolo, avanti. Mi fate provare vergogna per essermi preoccupata per voi» disse seccata. «Rovinatevi pure l'esistenza, signore. Non me ne interesserò più.» Claire picchiò sul tetto con il manico dell'ombrellino e fu fuori dalla carrozza prima che lui potesse riuscire a fare nient'altro che chiamarla a gran voce. Lei armeggiò con l'ombrellino per aprirlo e andò sul marciapiede di legno, che almeno era un sollievo dal fango. Davanti alla banca, che stava per aprire, notò Kenny Blake, un amico dei tempi della scuola, e corse a salutarlo. «Oh, Kenny! Grazie al cielo ti ho incontrato! Puoi darmi un passaggio a casa? Mi si è rotto l'asse del calesse.» «Non sei ferita, vero?» domandò lui. Lei fece cenno di no con la testa. «Solo un po' scossa, tutto qui.» Poi rise. «Per fortuna, è successo molto vicino all'officina del fabbro e alla rimessa dei cavalli da nolo. Sono riuscita a trovare chi mi aiutasse, ma nessuno aveva il tempo di accompagnarmi a casa.» «Avresti potuto prendere a nolo una vettura.» Lei scosse il capo con un mesto sorriso. «Non ho denaro» disse, sincera. «Lo zio ha speso gli ultimi pochi centesimi che avevamo per comprare delle candele nuove per l'automobile, e finché non gli arriva la pensione dobbiamo essere molto previdenti.» 14


«Posso farti un prestito» propose lui. E avrebbe potuto, perché Kenny aveva un ottimo lavoro di direttore in un negozio di abbigliamento maschile in città. «No, non puoi. Dammi solo un passaggio.» Lui sorrise, e il suo viso pulito si illuminò. Kenny era di media altezza, biondo, occhi azzurri, e molto timido. Ma lui e Claire andavano d'accordo, e con lei non era timido. La giovane riusciva a far emergere il meglio di lui. «Se aspetti, finisco una cosa qui, e poi lo farò di certo» le assicurò. Gli lasciò il braccio, avvertendo la sensazione di uno sguardo freddo alle spalle. Si guardò intorno e vide John Hawthorn, con il suo vestito costoso e la bombetta, e in una mano il bastone da passeggio con il manico adorno di un pomo d'argento al quale si era appoggiato con eleganza in attesa che Mr. Calverson gli aprisse la porta dall'interno. Calverson non si fidava di nessun altro che di se stesso per la custodia di quella chiave. Era molto geloso di ciò che gli apparteneva... cosa che John avrebbe fatto bene a ricordare, pensò Claire. Alle nove in punto Mr. Calverson aprì gli enormi battenti di quercia e si spostò per far entrare le persone. Aveva gli occhi sull'orologio da tasca in oro, che era appeso a una spessa catena, d'oro pure quella. Annuì e chiuse la cassa dell'orologio, riponendolo nel taschino del panciotto. Agli occhi di Claire sembrava piuttosto buffo, quell'uomo basso e tarchiato, con fluenti baffi biondi brizzolati e la testa calva. Non riusciva proprio a immaginare una donna che potesse trovarlo attraente, ancor meno una bellissima come Diane. D'altronde, solo John pensava che avesse sposato il vecchio Calverson per amore. Chiunque altro ad Atlanta sapeva che Diane aveva gusti esigenti... e che, avendo la sua famiglia dilapidato il patrimonio, era rimasta, all'età di ventidue anni, senza altra dote che la bellezza. Era costretta a fare un buon matri15


monio perché le sorelle e la madre potessero continuare a indossare abiti costosi, e per assicurare che tutto andasse bene nell'elegante villa su Ponce de León. Mr. Calverson aveva più soldi di quanto lei potesse mai spenderne. Allora perché rischiare tutto per un'avventura con la sua vecchia fiamma John? «La banca non ha problemi, vero?» domandò a Kenny quando si sistemò sul suo calesse per tornare a casa. «Come? Certo che no» disse lui, colpito. «Perché lo chiedi?» Lei si strinse nelle spalle. «Non c'è un motivo. Mi chiedevo solo se fosse solvibile, ecco tutto.» «Mr. Calverson l'ha amministrata piuttosto bene da quando è arrivato qualche anno fa» le ricordò. «È ricco... si vede.» Così sembrava. Ma era strano che un uomo che veniva da una famiglia di coltivatori avesse accumulato una tale fortuna in così poco tempo. Certo, le finanze erano il suo campo, e pignorava terreni, abitazioni e altri immobili. «Il nostro Mr. Hawthorn ti stava fissando» le fece notare Kenny. «Mi ha dato un passaggio e mi ha insultato.» Kenny diede uno strattone alle redini e il cavallo protestò rumorosamente. «Ora mi sente!» «No, Kenny, caro. Non quel genere di insulto. Mr. Hawthorn non si sporcherebbe le mani mettendole addosso a me. Volevo dire che abbiamo avuto una discussione, nient'altro.» «A che riguardo?» «Non ho facoltà di parlarne» disse lei, irrigidendosi. «Be', non ci vuole molto a indovinare» sottolineò lui. «Lo sanno tutti che smania per la moglie del presidente della banca. Dovrebbe avere un po' più di orgoglio.» «Le persone innamorate sembrano perderlo con una certa facilità, e poi, comunque, lei era fidanzata con lui 16


prima che decidesse di sposare Mr. Calverson.» «Se lei sta mettendo a rischio la propria sicurezza familiare per incontrarsi con John alle spalle del marito, forse qualche preoccupazione finanziaria c'è» commentò lui. «Quella giovane donna non sbaglia una mossa.» «Se John la ama...» «Uno scandalo lo rovinerebbe, ad Atlanta. Per non parlare della reputazione di lei. La sua è sempre stata una famiglia di persone venali, ma non c'è mai stata nemmeno l'ombra di uno scandalo che li riguardasse.» Claire rammentò quando era tornato a casa ferito e aveva trovato Diane tranquilla e beata con la fede al dito. John era stato malissimo a quel tempo, chiuso nel proprio dolore e inavvicinabile per tutta la convalescenza. Claire era andata con lo zio Will a trovarlo in ospedale, avendo sentito le voci riguardo al suo fidanzamento rotto in malo modo. Diciottenne, Claire aveva provato i primi moti d'amore per quel soldato ferito che sopportava il dolore con tanto coraggio e aveva persino ottenuto una medaglia al valore. «Deve essere terribile perdere qualcuno che si ama molto» sottolineò lei, e pensò a se stessa, perché amava John da quasi due anni... «Presto verrà un circo in città» disse Kenny. «Ti piacerebbe venire a vederlo con me sabato?» Lei sorrise. «Mi piacerebbe moltissimo, Kenny.» «Chiederò il permesso a tuo zio» disse lui, raggiante. Claire non gli disse che suo zio era troppo moderno per certe cose, né che non sentiva il bisogno di chiedere il permesso per fare ciò che voleva. Kenny era gentile e semplice, e le teneva la mente lontana da John. Qualunque cosa servisse a quello scopo andava bene. Lo zio Will aveva appena finito di aggiustare il radiatore che perdeva acqua. Kenny fece la sua richiesta e se 17


ne andò, mentre Claire si stava cambiando per mettersi gonna, camicia e scarpe pulite. Con una smorfia, porse il vestito a Gertie. Gertie sospirò. «Miss Claire, avete il dono di riuscire a sporcarvi sempre i vestiti» le fece notare la donna, con un luccichio di rimprovero negli occhi. «Ci provo, a restare pulita» le rispose Claire. «Solo che lo sporco mi insegue, è destino.» Gertie fece una risatina. «A quanto pare. Va bene, farò quello che posso per ripulirlo. Oh, e domenica non ci sarò. Devo vedermi con mio padre alla stazione e andare con lui a una riunione familiare.» «Come sta?» Gordon Mills Jackson era un noto avvocato di colore di Chicago, molto rispettato. «È perfido e subdolo come sempre» disse Gertie ridendo. «E io e mio fratello siamo molto, molto orgogliosi di lui. Ha fronteggiato una folla pronta al linciaggio qualche mese fa e salvato un bracciante di una fattoria dalla forca. Era innocente, e papà lo ha difeso con successo.» «Un giorno diventerà un giudice della Corte Suprema» predisse Claire. «Lo speriamo. Ce la fate da sola, domenica, o volete che trovi qualcuno che venga a cucinare per voi, quel giorno?» «Ci penserò io. Mi avete insegnato a fare il pollo con i fagottini, dopotutto, e non sono così delicata da non riuscire ad ammazzare un pollo.» Gertie sembrava avere dei dubbi. «Magari potreste pensare di lasciare quella parte a vostro zio. È più veloce di quanto lo siate voi.» «Be', è perché ho bisogno di rilassarmi per farlo» disse la giovane per giustificare la propria lentezza. «Appunto, lui no. Avrete poi tutto il tempo per metterlo in cottura.» «Credo che abbiate ragione.» 18


«In un paio d'ore preparerò qualcosa per pranzo da mettere in tavola. Nessun ospite, oggi?» Claire scosse il capo. «Kenny è dovuto tornare al lavoro. Saremo solo io e zio Will.» Avviandosi verso l'officina, Claire chiamò a gran voce: «Sono tornata. Serve aiuto?». Lo zio sbucò da sotto la parte anteriore dell'auto. «Alleluia! Sei arrivata giusto in tempo! Ho dovuto riparare il radiatore che perdeva acqua. Passami una chiave inglese e quei manicotti, e poi portami le candele nuove!» Ci vollero circa due ore per sostituire il pezzo, inserire le candele, regolare gli elettrodi e mettere perfettamente in fase il motore. Lo zio dovette estrarre una candela e combatterci un po' fino a sistemarla nel modo giusto, ma poco prima di pranzo il motore funzionava bene. «Funziona! L'avete fatto ripartire!» esclamò lei. Lui si alzò, con i capelli bianchi anneriti, perché doveva esserseli toccati con le mani sporche di grasso, e con un sorriso enorme sotto i folti baffi grigi. «Perdinci se l'ho fatto ripartire! Merito tuo, ragazza mia! Quando sei venuta a stare qui, per me è stato un grande giorno. Non pensavo di riuscire a farti diventare un meccanico così in gamba.» Lei fece un inchino, ignorando le macchie di grasso su quella che era stata una camicetta pulitissima e sul viso. «Grazie.» «Non montarti troppo la testa, però. Ti sei dimenticata l'ultima vite della caldaia, quando l'hai rimessa a posto.» «Sono stata interrotta da Gertie» si lamentò lei. «È vero» disse Gertie a voce alta dalla veranda. «Colpa mia.» «Non origliate!» le rispose Claire. «Smettetela di parlare di me e lo farò. Il pranzo è pronto.» 19


Gertie rientrò in casa, e Claire scosse il capo. «Non è incredibile? Come riesca sempre a sapere quando do a lei la colpa di qualcosa...» Lo zio la interruppe. «Andiamo a fare un giretto.» «Piove a dirotto. E poi Gertie ha già messo il pranzo in tavola.» Lui sbuffò innervosito. «La mia solita fortuna, dannazione! Una volta che funzionava a dovere! Perché non fanno dei tetti sulle automobili?» Dopo mangiato, i due si misero a sedere in salotto mentre fuori la pioggia scrosciava. «Come mai ti ha portato Kenny a casa?» chiese lui d'un tratto. «Dov'è il calesse?» Lei tirò un lungo sospiro. «Il cavallo lo ha fatto passare sopra una pietra che non avevo visto, e l'asse si è spaccato. Suvvia, non costerà così tanto farlo riparare...» Lo zio lasciò ricadere le spalle robuste. «Oh, cara. Oh, povera cara» mormorò. «E io che ho speso gli ultimi soldi che avevamo per comprare quel pezzo per l'automobile nuova.» Poi alzò lo sguardo. «Ma sì, Claire! Sai che ti dico? Possiamo vendere cavallo e calesse, ormai» esclamò. «Abbiamo una carrozza che funziona senza cavallo!» Lei sorrise raggiante. «È vero.» Lui fece un sospiro di sollievo. «La benzina costa davvero poco all'emporio, quindi non ci costerà molto farla camminare. E con il denaro che avanzerà estingueremo l'ultima grossa ipoteca che avevo dovuto fare sulla casa.» Il suo viso assunse un'espressione beata. «I nostri problemi sono finiti, mia cara. Sono proprio...» Si interruppe. Sul viso sembrava avere uno strano colorito grigio e si teneva il braccio sinistro. Fece una breve risata. «Che sensazione strana. Non mi sento più il braccio, e ho un dolore fortissimo alla... alla gola...» Guardava la nipote senza vederla e all'improvviso cad20


de in avanti, lungo disteso sul tappeto. Claire corse da lui con le mani tremanti e gli occhi spalancati e disperati. Si rese conto subito che non si trattava di un semplice svenimento. Lo zio giaceva del tutto immobile, senza respirare, ed era pallido come un morto. Ma, quel che era peggio, aveva gli occhi spalancati e le pupille fisse e dilatate. Claire, che negli anni aveva visto morire cagnolini, gatti e polli, sapeva fin troppo bene cosa questo significava...

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All'ombra delle magnolie di Sherryl Woods Quando Misty Dawson inizia a fare assenze a scuola, la sua insegnante Laura Reed capisce che c'è qualcosa che non va. Confrontandosi con J.C. Fullerton, scopre che Misty ha seri problemi di relazione. La vicenda riporta in superficie avvenimenti del passato sia di Laura che di J. C., che si sentono così ancora più vicini.

Scandalo e attrazione di Diana Palmer Atlanta, 1900. Claire Lang ha sempre amato la città in cui vive, finché il destino cambia le carte in gioco, obbligandola ad accettare la proposta di matrimonio del tenebroso John Hawthorn, un uomo affascinante che lei trova irresistibile, nonostante lui non possa contraccambiare i suoi sentimenti.

La felicità a piccoli passi di Leanne Banks Come souvenir per una notte di follia non si è certo limitata Trina Roberts, genio delle pubbliche relazioni alla Bellagio Calzature. A due mesi di distanza da quel momento di passione con Walker Gordon, si ritrova incinta e determinata a cavarsela da sola. Anche perché Walker nel frattempo si è trasferito nella romantica Parigi.

Non amarmi di Lori Foster Pepper Yates vive in clandestinità da due anni, nascondendosi in un condominio fatiscente sotto il nome di Sue Meeks. Ha cambiato il proprio aspetto, prediligendo abiti informi, ed è molto riservata. Quando però si ritrova come vicino di casa l'affascinante Logan, si lascia stuzzicare dall'attrazione che prova per lui.


Mele rosse e storie di famiglia di Susan Wiggs Tess Delaney ristruttura vecchi tesori, oggetti antichi, ridonando loro nuova vita. Il suo lavoro la porta a scavare nel passato dei clienti, forse perché lei un passato vero non ce l'ha, tra un padre che non ha mai incontrato e una madre che ha trascorso più tempo in viaggio che con la propria figlia. Finché un giorno Tess eredita la metà di un frutteto da un nonno che non ha mai conosciuto e si ritrova con una sorellastra che non sapeva di avere. Inizia così per lei un viaggio che la porta ad assaporare le gioie della famiglia, il piacere di camminare a piedi nudi nell'erba e a scoprire il passato in cui affondano le sue radici.

Una chef a Virgin River di Robyn Carr Kelly Matlock è una stimata chef di San Francisco, ma quando viene ingiustamente accusata di adulterio dalla moglie del suo mentore, lo chef italiano Luca Brazzi, Kelly decide che la pressione per lei è troppa e decide di partire alla volta di Virgin River, dove sua sorella Jillian possiede un'azienda agricola specializzata in prodotti biologici. Kelly si rende subito conto che questo è un posto speciale. La gente è accogliente, la natura incontaminata e il tempo sembra dilatarsi per fare spazio a tutto ciò che può rendere felici. C'è l'occasione così anche per incontrare l'amore, quello vero, basato su rispetto e passione.

Dall'11 ottobre


Le più belle saghe storiche d’autore, da collezionare.

L’onore degli Aikenhead

Londra, Vienna, Marsiglia, 1814-1815 Nell’Europa sconvolta dalle guerre napoleoniche, gli uomini della famiglia Aikenhead si ritrovano a dover gestire non solo la loro attività di agenti segreti al servizio della corona inglese, ma anche inaspettate sorprese di cuore. Molto più travolgenti delle loro missioni. “Sontuosi: protagonisti che non si dimenticano e trame dal ritmo incalzante, ricche di intrighi e soprese… Il genere di romanzi che ti tiene sveglia fino a notte fonda!” CataRomance.com VOTO: **** 4 stelle e ½

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L’oscuro fascino delle creature della notte… Pronta a lasciarti sedurre?

VIVERE TROPPO A LUNGO NELLE TENEBRE PUÒ FARTI SCORDARE LA LUCE… Intrighi, bugie, passione, colpi di scena: il nuovo romanzo di RACHEL VINCENT vi lascerà senza fiato.

Tra i candidati di Romantic Times Books Review a MIGLIOR PARANORMAL ROMANCE DELL’ANNO, arriva in Italia l’ultimo romanzo della serie THE PORTAL. Dall’autrice bestseller MAGGIE SHAYNE, una FAVOLA OSCURA intrisa di PASSIONE, MAGIA e ROMANTICISMO. “Ho letto tanti romanzi belli nella mia vita. Ma questa trilogia… INDESCRIVIBILE, ti emoziona tanto da toglierti il fiato.” Goodreads Review

I PRIMI DUE ROMANZI E IL PREQUEL EBOOK SONO IN VENDITA SU WWW.EHARMONY.IT

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