Sherryl Woods
La baia
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Sand Castle Bay Mira Books © 2013 Sherryl Woods Traduzione di Danila Sorrentino Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance agosto 2014 Questo volume è stato stampato nel luglio 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 140 del 22/08/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
1
La televisione nella stanza d'hotel di Emily Castle, ad Aspen, Colorado, era sintonizzata sul meteo, dove minuto per minuto venivano mostrati aggiornamenti dell'uragano che mirava dritto verso la costa del North Carolina, luogo che era stato come una seconda casa per lei. Le estati trascorse lì da bambina erano state lente, pigre e piacevoli. La cittadina estiva che sua nonna chiamava casa era il posto in cui, dopotutto, le avevano spezzato il cuore per la prima volta, eppure malgrado quei ricordi spiacevoli e nonostante tutto quello che aveva da fare al momento, era lì che sentiva di doversi trovare. Ancora prima che squillasse il telefono, stava controllando gli orari degli aerei sul portatile. Cliccò sulla coincidenza tra Atlanta e Raleigh, North Carolina, proprio mentre rispondeva alla chiamata in arrivo. «Già fatto» disse alla sorella Gabriella. «Dovrei arrivare a Raleigh domani sul tardi.» «Non credo proprio» si mise a discutere Gabi. «Tutti i voli da e per la costa Est saranno cancellati per almeno uno o due giorni. È meglio se aspetti fino alla prossima settimana e prenoti per lunedì, magari anche martedì, così eviti tutta l'isteria.» «Samantha cosa fa?» chiese Emily, riferendosi alla sorella maggiore. «Ha noleggiato una macchina ed è già partita da New York. Sarà qui stasera tardi, si spera prima dell'uragano. Hanno previsto che arriverà sulla terra ferma durante la notte. Sentiamo già il vento e il temporale che si avvicinano.» E figurarsi se Samantha non avrebbe preceduto la tempe5
sta! Emily non riuscì a non incupirsi. Anche se non era mai riuscita a comprenderla, la strana competitività che da sempre provava verso la sorella maggiore si fece sentire con grande forza. Essendo tre sorelle, si aspettava un po' di rivalità, ma perché con Samantha e non con Gabi? Samantha era la donna d'affari determinata e di successo, quella che le assomigliava di più in quanto ad ambizioni. «Prendo un aereo stasera» disse Emily, risoluta e motivata dai progetti di Samantha, «e se dovrò guidare da Atlanta, allora è ciò che farò.» Anziché rimproverarla, Gabi ridacchiò. «Samantha era sicura che avresti detto così. Fin da quando hai capito la differenza tra perdere e vincere, hai sempre odiato quando ti batteva in qualcosa. Okay, va bene. Vieni qua quando puoi, ma stai attenta. Questa tempesta non è uno scherzo. Se oscilla solo un po' verso ovest, colpirà direttamente Sand Castle Bay. Sicuramente la strada per Hatteras sarà di nuovo allagata, a meno che non siano stati così svegli da ripararla dopo l'ultima tempesta.» «Come sta la nonna?» Cora Jane Castle aveva circa settantacinque anni ma sapeva il fatto suo ed era ancora determinata a gestire il ristorante sul mare, aperto dal suo ultimo marito, anche se nessuno in famiglia aveva mai voluto occuparsene. Secondo Emily avrebbe dovuto venderlo e godersi gli anni d'oro, ma il solo accenno a un'idea simile era considerato una bestemmia. «È impassibile nei confronti della tempesta, ma infuriata come un toro perché papà è andato a prenderla per portarla a Raleigh, lontano dall'uragano» valutò Gabi. «Ora è nella mia cucina che prepara qualcosa e borbotta delle parolacce che neanche sapevo conoscesse. Penso che sia per questo che papà l'ha portata qui e poi se n'è andato. Non voleva essere in giro quando avrebbe avuto dei coltelli per le mani.» «O magari perché non sapeva cosa dirle. Fa sempre così, no?» disse Emily con una punta di amarezza. Nelle sue condizioni migliori, suo padre Sam non era molto espansivo. In quelle peggiori, semplicemente non c'era. Ormai se n'era fatta 6
una ragione, ma ogni tanto i vecchi rancori riaffioravano in superficie. «Deve lavorare» disse subito Gabi sulla difensiva, come sempre. «È una cosa importante. Hai idea dell'impatto che gli studi biomedici della compagnia potrebbero avere sulla vita delle persone?» «Mi chiedo quante volte abbia detto la stessa cosa alla mamma quando se ne andava e la lasciava a crescerci da sola.» Per una volta, Gabi non reagì in modo eccessivo. «Era un ritornello fisso, vero? Be', siamo tutte adulte. Ormai non ci dovrebbe più importare di tutte le recite, spettacoli o partite di calcio che si è perso.» «Disse la donna incapace di adattarsi e che sta facendo del proprio meglio per seguire i suoi passi» la prese in giro Emily con ironia. «Sai di non essere poi tanto migliore di lui, Gabriella. Non sarai una scienziata, ma sei una maniaca del lavoro. Ecco perché ti scaldi tanto quando lo critico.» Il silenzio che seguì il suo commento fu assordante. «Gabi, ti stavo solo prendendo in giro» si scusò Emily, consapevole di aver superato il limite. «Davvero. Sai quanto siamo fieri dei tuoi risultati. Sei un'alta dirigente in una delle compagnie biomediche più di successo del North Carolina, se non dell'intero paese.» «Lo so. È solo che hai toccato un tasto dolente» disse Gabi, poi aggiunse vivace: «Fammi sapere quando arrivi che ti vengo a prendere all'aeroporto, okay?». Prima che Emily potesse scusarsi di nuovo per quello che, l'aveva capito, era stato un commento insensibile e inopportuno, Gabriella aveva riattaccato. Non sbattendo il telefono, come invece avrebbe fatto Emily, ma con tranquillità. E, in qualche modo, era molto, molto peggio. Boone Dorsett ne aveva sentiti di allarmi per uragani che avevano colpito la costa. Ormai barricare porte e finestre era diventata una routine, ma quando si arrivava al dunque, era sempre Madre Natura che ne decideva gli esiti. Da bambino era rimasto impressionato dalla tempesta fero7
ce, ma non aveva davvero capito lo sconvolgimento che portava nella vita delle persone. Oggi, con un figlio, una casa e un ristorante attivo, aveva una maggiore consapevolezza di cosa si potesse perdere a causa dei forti venti, degli impeti devastanti della tempesta e delle inondazioni. Aveva visto strade allagate, case crollate, vite sradicate. Per fortuna, quest'ultima tempesta aveva cambiato rotta verso est all'ultimo minuto e aveva rilasciato solo un forte vento di ricaduta. C'erano stati dei danni, molti in effetti, ma per ora non aveva visto quel genere di devastazione di cui era stato testimone in passato. Anzi, la tempesta era stata piuttosto clemente con lui. Il suo ristorante sul lungomare si era un po' allagato, alcune assicelle si erano staccate dal tetto di casa, ma la sua più grande preoccupazione, dopo aver controllato le sue proprietà, era il ristorante per famiglie di Cora Jane. Castle's by the Sea era stato una costante nella sua vita, così come Cora Jane. Entrambi l'avevano ispirato a lavorare nel campo della ristorazione, non per imitare il successo del Castle's, ma per creare un proprio ambiente accogliente. Era in debito con Cora Jane anche perché lo aveva aiutato a credere in se stesso quando nessuno nella sua famiglia disfunzionale lo aveva fatto. La ragione principale del grande successo del Castle's, oltre alla vicinanza con il mare, il buon cibo e il servizio amichevole, era la grande dedizione di Cora. L'aveva chiamato una decina di volte da quando la tempesta era passata, per sapere se gli era stato consentito di tornare a Sand Castle Bay. Non appena l'ordine di evacuazione era stato rimosso, Boone aveva attraversato il ponte dalla terraferma per controllare le sue proprietà e quelle di Cora Jane. Ora si trovava in mezzo alla sala da pranzo umida e piena di detriti del Castle's by the Sea e la chiamò per comunicarle la stima dei danni che stava aspettando con ansia. «Quanto è grave?» chiese, senza neanche salutarlo. «Dimmi la verità, Boone. Non cercare di indorare la pillola.» «Poteva andare peggio» le disse. «C'è stato qualche allagamento, ma non più grave di quello che ho subito io.» 8
«Mi dovrei vergognare» lo interruppe Cora Jane. «Non ti ho chiesto come te la sei cavata con la tempesta. Solo qualche allagamento?» «Sì, quella è stata la parte peggiore. La mia impresa sta già ripulendo. Ormai sanno a memoria cosa fare. La casa invece è a posto, e anche la tua. Alcuni rami in cortile, qualche assicella del tetto staccata, ma per il resto tutto bene.» «Grazie al cielo. Ora finisci di raccontarmi del Castle's.» Boone assentì. «Un paio di imposte anti-tempesta sono state strappate e i vetri delle finestre sono finiti dentro. Dovrai sostituire alcuni tavoli e sedie fradici, togliere la muffa ovunque e ridipingere, ma tutto sommato poteva andare peggio.» «Il pontile?» «È ancora in piedi. Mi sembra abbastanza solido, ma lo farò controllare.» «E il tetto?» Boone fece un respiro profondo. Odiava dare cattive notizie e aveva rimandato di proposito quell'informazione fino alla fine. «Senti, non voglio mentirti, Cora Jane, ma il tetto è messo piuttosto male. Una volta che il vento porta via qualche assicella, sai come va a finire.» «Oh, lo so fin troppo bene» disse impassibile. «Quindi è messo male nel senso che è un caso disperato o che un paio di assicelle si sono sconnesse?» Sorrise. «Volevo far venire qui Tommy Cahill per farglielo controllare, ma mi sa che ti conviene rifare tutto. Cosa faccio, lo chiamo? Mi deve un favore. Penso di riuscire a farlo venire entro oggi. Posso chiamare la tua compagnia d'assicurazione per far venire anche un'impresa di pulizie.» «Mi faresti un piacere se riuscissi a far venire Tommy, ma chiamerò io l'assicurazione e non c'è bisogno di un'impresa di pulizie» insistette Cora Jane. «Torno domani mattina insieme alle ragazze. Con il loro aiuto, puliremo tutto in men che non si dica.» Il cuore di Boone sembrò fermarsi a quelle parole. Le ragazze potevano essere solo le nipoti, compresa quella che l'aveva scaricato dieci anni prima per andarsene a iniziare una 9
vita migliore di quella che, secondo lei, Boone fosse in grado di darle. «Anche Emily?» chiese, aggrappandosi alla debole speranza che non sarebbe tornata lì, davanti a lui, mettendo alla prova la sua convinzione che l'aveva dimenticata tempo fa. «Sicuro» disse Cora Jane, poi aggiunse con delicatezza: «È un problema per te, Boone?». «Certo che no. La storia fra me ed Emily appartiene al passato. Un passato molto lontano» aggiunse con enfasi. «Ne sei proprio sicuro?» continuò lei. «Ho voltato pagina. Ho sposato un'altra, no?» rispose sulla difensiva. «E hai perso Jenny troppo presto» disse Cora Jane, come se avesse avuto bisogno di ricordarsi della morte di sua moglie, avvenuta appena l'anno prima. «Ma non nostro figlio» disse Boone. «Ho ancora B.J. a cui pensare. È lui la mia vita ora.» «So che fai di tutto per quel ragazzino, ma hai bisogno di qualcosa di più» iniziò a fargli la predica Cora Jane. «Ti meriti una vita piena e felice.» «Forse un giorno troverò la felicità di cui parli» disse Boone, «ma non la sto cercando ora e di sicuro non con una donna che pensava non valessi niente.» Cora Jane rimase scioccata. «Boone, non è andata così. Emily non ti ha mai giudicato e non ha mai pensato che ti mancasse qualcosa. È solo che aveva tutti questi sogni campati per aria e aveva bisogno di andarsene e vedere da sola se poteva realizzarli.» «Questa è la tua versione. Io la vedo in un modo un po' diverso» rispose Boone. «Forse è meglio se non parliamo di Emily. Tu e io siamo rimasti amici non menzionandola. È la tua famiglia e le vuoi bene. È normale che tu la difenda.» «Anche tu fai parte della famiglia» continuò accanita Cora Jane. «O quasi.» Boone sorrise. «Mi hai sempre fatto sentire come se lo fossi. Ora devo fare un paio di telefonate. Vedrò cosa si può fare per rimettere in funzione questo posto prima del tuo arrivo. 10
So che vorrai accendere le caffettiere e aprire le porte non appena ritornerà la corrente. Ti avviso che potrebbero volerci un paio di giorni. Forse dovresti pensare a rimanere da Gabi finché sarà tutto sistemato.» «Devo venire lì» replicò Cora Jane con determinazione. «Stare qui seduta a preoccuparmi non serve a nulla. Suppongo che riusciremo a cavarcela con quel generatore che avevi installato dopo l'ultima tempesta.» «Mi assicurerò che funzioni ancora e controllerò i frigoriferi e i congelatori per vedere se il cibo è ancora fresco. Hai bisogno di qualcos'altro prima di tornare?» «Se Tommy ti fa un preventivo onesto per il tetto, digli pure di iniziare, okay?» «Sarà onesto, ti do la mia parola» la rassicurò Boone. «E sarai la prima della lista. Come ho detto prima, mi deve un favore.» «Allora ci vediamo domani» disse Cora Jane. «Grazie per aver controllato tutto al posto mio.» «È questo che fanno le famiglie, no?» replicò lui, sapendo che era una lezione appresa da Cora Jane e non da uno dei suoi genitori. Essere di supporto non faceva parte del loro carattere. Mentre riattaccava, non poté fare a meno di chiedersi se sarebbe arrivato un giorno in cui non avrebbe rimpianto che i suoi legami con Cora Jane non fossero più stretti. A Emily ci vollero due giorni davvero frustranti per fare tutti i collegamenti giusti dal Colorado al North Carolina. Il tempo sprecato negli aeroporti era irritante, ma lo era molto di più immaginare il Te-l'avevo-detto di Gabi quando sarebbe atterrata a Raleigh in una giornata serena, che non recava nessun segno evidente del cattivo tempo che aveva invaso lo stato due giorni prima. Ma quando emerse dall'aeroporto con il bagaglio a mano, trovò Samantha ad aspettarla. La sorella maggiore la avvolse in abbraccio grintoso. Non era riuscita a camuffare che era famosa, nonostante 11
gli enormi occhiali da sole alla moda che le nascondevano gran parte del viso e i capelli con mèche a regola d'arte raccolti con nonchalance in una coda di cavallo. La stupiva sempre che Samantha potesse mettersi dei jeans sbiaditi e una maglietta e sembrare una modella da copertina. Aveva quell'aspetto da celebrità, anche se la sua carriera di attrice non era mai decollata nel modo in cui se l'era immaginata. «Dov'è Gabi?» chiese Emily, guardandosi attorno. «Hai tre tentativi.» «La nonna ha insistito per andare a casa» disse subito Emily. «Indovinato al primo colpo» confermò Samantha. «Appena hanno permesso ai residenti di rientrare, la nonna ha iniziato a fare le valigie. Gabi l'ha trattenuta per un giorno, poi le ha detto che se proprio doveva essere testarda come un vecchio mulo, almeno non sarebbe andata lì da sola. Sono partite questa mattina all'alba, quindi sono stata scelta per farti da autista.» «Ti ricordi davvero come si fa a guidare?» chiese Emily scettica. «Vivi a New York da un sacco di tempo.» Samantha si limitò ad alzare un sopracciglio, comunicando a Emily cosa ne pensava del suo senso dell'umorismo. Ecco cosa significava avere un'attrice in famiglia. Samantha riusciva a esprimere con un solo sguardo molto più di quanto le persone facevano in una discussione intera. Nel corso degli anni Emily ne aveva ricevuti parecchi di quegli sguardi. «Non iniziare» la avvisò Samantha. «Sono arrivata fin qui, no?» Emily annuì, dirigendosi verso l'auto. «È la stessa macchina che hai usato per venire da New York? O hai dovuto scambiarla con un rottame?» «Non sei divertente» ribatté Samantha. Lanciò uno sguardo al piccolo bagaglio a mano che Emily aveva portato. «Tutto lì? È quello il tuo bagaglio?» Emily scrollò le spalle. «Viaggio leggera. Ero ad Aspen per lavoro quando ho sentito della tempesta. Non ho avuto tempo di tornare a Los Angeles per prendere altre cose.» 12
«C'è qualcosa di utile per spazzare e strofinare là dentro?» chiese Samantha dubbiosa. «Non ti ci vedo proprio a ripulire il ristorante di famiglia con dei tacchi firmati. Quelle sono Louboutin, vero? Hai sempre preferito un guardaroba costoso.» Il calore si diffuse sulle guance di Emily. «Lavoro con persone che sono fissate con le griffe, ma puoi star sicura che anche io lavoro duramente quando ristrutturo una casa» ribatté sulla difensiva, poi sospirò. «Però hai ragione, il mio guardaroba non va bene per fare le pulizie. Ho viaggiato fino in Colorado per un breve incontro con un nuovo cliente, quindi mi sa che avrò bisogno di prendere dei pantaloncini e delle magliette da qualche parte. E tu? Di solito sei un figurino. Cosa ci fai con dei jeans sbiaditi e...» spalancò gli occhi, «quella è la maglia di football di Ethan Cole?» Samantha arrossì furiosamente. «Era in una scatola di cianfrusaglie a casa di Gabi. Ho preso quello che ancora mi andava.» «Quella maglia non ti sta» la schernì Emily. «È sei taglie in più della tua. Ti fa sembrare come una quattordicenne che ha una cotta per il capitano di football.» Fece un gran sorriso. «Oh aspetta, eri proprio tu vero? Seduta sugli spalti, con gli occhi spalancati e pieni di speranza?» «Lo capisci che se continui così, potresti non vivere abbastanza a lungo da arrivare a Sand Castle Bay?» chiese Samantha acida. «Penso di poter trovare qualche parte deserta dell'autostrada dove gettare il tuo corpo.» «Carino da parte tua, parlare così alla tua sorellina» replicò Emily. «Tanto mi hai sempre assicurato che mi volevi bene, anche quando ti rompevo le scatole.» «A quei tempi sì» confermò Samantha sorridendo a sua volta. «Come facevo a resistere a una cosina tanto carina e paffuta?» Scrollò le spalle. «Ora non tanto.» Una volta sulla strada diretta a est, l'umore di Emily si calmò. «Qualcuno ha avuto notizie di come sono messe le cose laggiù? Che cosa troverà la nonna quando entrerà nel ristorante?» 13
«A quanto pare, Boone le ha detto che era ancora in piedi, solo parecchio allagato, bisognoso di delicate e amorevoli cure e, molto probabilmente, di un nuovo tetto.» Emily rimase paralizzata, con il cuore che a sorpresa saltò un battito. «Boone? Non starai parlando mica di Boone Dorsett. Che cosa c'entra lui con questa storia?» «Lui e Cora Jane sono come pappa e ciccia» disse Samantha, rivolgendole un breve sguardo comprensivo. «Non lo sapevi?» «Perché dovrei saperlo? Nessuno mi dice niente.» O perlomeno niente d'importante, come il fatto che sua nonna e il fardello della sua esistenza, Boone Dorsett, erano amici. Sua nonna aveva sempre avuto un debole per Boone. Gli si era affezionato non appena lui ed Emily avevano iniziato a uscire durante l'estate in cui avevano entrambi quattordici anni. Mentre Emily si era innamorata del ragazzaccio un po' pericoloso che quasi di sicuro si sarebbe cacciato nei guai, Cora Jane aveva intravisto un ragazzo che si ribellava a genitori, ai quali non importava niente di lui. Aveva notato del potenziale e, doveva riconoscerglielo, l'aveva fatto sviluppare. Eppure, non avrebbe dovuto tagliare i legami con Boone quando l'aveva fatto Emily, per spirito di solidarietà familiare? Nonostante questi pensieri, Emily sapeva come stavano davvero le cose. La nonna non avrebbe mai abbandonato Boone come invece aveva fatto lei. In realtà, anche se non aveva mai espresso la sua opinione, Emily sapeva che Cora Jane l'aveva giudicata duramente per quello che aveva fatto: scegliere la carriera al posto dell'uomo che, come tutti sapevano, amava. «Che cosa vuole Boone?» chiese sospettosa. «Cosa vuole?» le fece eco Samantha confusa. «Non credo che voglia niente. Cora Jane dice che le è stato di grande aiuto con il ristorante. È tutto quello che so.» «Se Boone le è stato d'aiuto, allora vuole qualcosa» dichiarò Emily con convinzione. Non voleva sempre qualcosa? O almeno, quella era stata la sua esperienza. Tempo fa voleva 14
lei e quando gli aveva detto che le serviva del tempo per esplorare un po' il mondo, l'aveva lasciata andare e aveva sposato Jenny Farmer dieci secondi dopo. L'ultima notizia che le era giunta era che avevano avuto un maschietto. Alla faccia dell'amore eterno che le aveva dichiarato. Era stata lei a partire, ma lui l'aveva tradita in modo così profondo che non si era mai ripresa davvero. «Probabilmente vuole la proprietà del Castle's by the Sea» considerò Emily con cattiveria. Durante i giorni peggiori, non aveva preso in considerazione più di una volta l'idea che forse l'aveva corteggiata sin dall'inizio perché aveva dei secondi fini? Come si spiegava allora quel matrimonio lampo con un'altra dopo che se n'era andata? Il vero amore non sarebbe mai stato così volubile. «Scommetto che spera che questo uragano sia stata l'ultima goccia e che la nonna gli venderà l'ottima posizione di fronte alla spiaggia.» Samantha la guardò storto. «Lo sai che Boone ha già tre ristoranti di pesce di successo, vero?» «Tre?» le fece eco Emily, sbigottita. «Certo. Boone's Harbor sulla baia è stato il primo ad aprire. Ora ne ha uno a Norfolk e uno giù a Charlotte. Mi sa che c'è un tizio, tipo il suo assistente amministrativo, che scova dei posti nuovi e li rende operativi, ma è Boone a dare gli ordini. La nonna dice che ha ricevuto delle recensioni fantastiche in tutte le città. Ne fa la collezione. Mi stupisce che non te le abbia mai mandate.» «Forse avrà pensato che non mi sarebbero interessate» disse Emily, stranamente smontata dalla notizia. Voleva credere il peggio del peggio di Boone. Anzi, aveva bisogno di crederlo. Non le piaceva pensare che forse si era fatta un'idea sbagliata delle sue aspirazioni o che aveva fatto un grave errore a lasciarlo andare così in fretta. Non credeva ai rimpianti, quindi perché sentiva tutto quel dolore? Sua sorella la studiava con evidente confusione. «Pensavo che ti fosse passata da un bel pezzo. Sei stata tu a lasciarlo, vero? Non il contrario? Ho sempre pensato che Jenny fosse 15
un amore di ripiego dopo la vostra rottura.» «Passata?» sbuffò Emily indignata. «Certo che mi è passata. Non ho pensato a lui neanche una volta da quando me ne sono andata dieci anni fa.» Bugiarda, bugiarda!, urlò la sua coscienza. «E allora perché ti comporti così?» «È solo che non voglio che si approfitti della nonna, ecco tutto. Cora Jane tende a fidarsi troppo e non è sempre un bene.» Samantha si mise a ridere. «Mi sa che stai pensando a un'altra nonna. Cora Jane è furba come nessun altro quando si parla di affari e la sua mente è affilata come un rasoio se deve giudicare le persone.» «Dico solo che non è immune a un uomo con un fascino notevole come quello di Boone» disse Emily irritata. «Smettiamo di parlarne. Mi sta venendo mal di testa.» Si guardò attorno accigliata. Si trovavano nel parcheggio affollato di un discount. «Perché ci stiamo fermando qui?» «Per rifornire il tuo nuovo guardaroba con completi di pulizie post-uragano» disse sua sorella, poi aggiunse un po' troppo vivace: «Non dimentichiamoci le infradito e le scarpe da ginnastica». Emily la guardò costernata. Le uniche infradito che metteva in quel periodo provenivano da un negozio di scarpe griffato in Rodeo Drive. «Okay» disse acida, «ma tu e Gabi fareste meglio a ricordarvi che non ho intenzione di pulire le finestre...» esitò, poi aggiunse: «o i pavimenti». Samantha le avvolse le spalle con un braccio mentre attraversavano il parcheggio trafficato. «Va bene, Cenerentola. Ti faremo sgrassare la cucina. È sempre un piacere.» Emily la guardò torva. Sarebbero state delle settimane piuttosto lunghe, specie se Boone le fosse stato fra i piedi.
16
I migliori bestseller storici vi aspettano IN ESCLUSIVA nei supermercati NOVITA’ di agosto Sarà un amore dal valore inestimabile, come un gioiello raro, oppure una dozzinale imitazione? Solo il tempo darà loro una risposta… “Molto più di un romance. Una storia intensa di inganni, amore e vendetta.” - Amazon Review
La vera seduzione inizia dopo le nozze. Dopo LE REGOLE DEL CORTEGGIAMENTO e CONSIGLI DI FASCINO, il terzo romanzo di una frizzante trilogia, firmato da una delle più amate maestre del Regency: Vicky Dreiling.
Nei migliori supermercati e su www.eHarmony.it Seguici su
Appuntamento in libreria con due bollenti novità: DAL SELF-PUBLISHING ALLE CLASSIFICHE INTERNAZIONALI
Il romanzo erotico che ha sedotto la Rete finalmente in libreria. “Non so cosa ti abbiano detto su di me, ma fidati, non sono cattivo come dicono.” “E invece sono sicura che lo sei…”
UNA LUSSUOSA TENUTA. UN’ATTRAZIONE MAGNETICA. UN AFFARE DA CONCLUDERE. “La Walker sa stregare il lettore e tenerlo col fiato sospeso fino all’ultima pagina.” Publishers Weekly
A GRANDE RICHIESTA, UN NUOVO ROMANZO DI SASKIA WALKER.
In libreria
www.harlequinmondadori.it – Seguici su
Rosso Passione di Diana Palmer Phoebe Keller, esperta di cultura dei nativi americani, si reca a un sito archeologico per saperne di più su un ritrovamento, ma prima che possa approfondire l'argomento, il suo contatto viene ucciso. Jerry Cortez arriva per indagare, e con grande sorpresa si ritrova davanti la donna che, anni prima, si ha dovuto dimenticare.
Parole in riva al mare di Christie Ridgway Jane è una book doctor, aiuta cioè scrittori in difficoltà creativa. Questa volta il suo paziente è Griffin Lowell, ex giornalista, una specie di eremita che si è rifugiato su una spiaggia, da dove, a quanto pare, non riesce più a scrivere. Peccato che al suo arrivo lo trovi al centro di un'esuberante festicciola...
Le Tre Sorelle di Susan Mallery Abbandonata all'altare, Andi decide di dare una svolta alla sua vita e compra una della tre case vittoriane di Blackberry Island, note come le Tre Sorelle. L'edificio è malconcio, come lo stato d'animo della proprietaria, e ha bisogno di essere sistemato. Anche le altre due dimore appartengono a donne. E diventeranno amiche...
La baia di Sherryl Woods Emily Castle se ne è andata dal North Carolina anni fa per diventare una designer. Ora, però, sa che il suo posto è a casa, per aiutare la propria famiglia dopo che una tempesta ha raso quasi tutto al suolo. Nulla la potrà tenere lontana, anche se tornare significa incontrare di nuovo Boone Dorset, l'amore della sua vita...
L'amore arriva d'estate di Susan Andersen Harper Summerville è... la donna con la valigia. Ha passato la vita a spostarsi da un luogo a un altro, prima per seguire il padre e poi perché ha sempre trovato piacevole e stimolante conoscere posti nuovi e gente diversa. Ora si fermerà per un po' a Razor Bay, dove ha una missione da compiere: lavora infatti in incognito per la fondazione di famiglia, la Sunday's Child Foundation, e deve valutare l'idoneità di una casa accoglienza per bambini a rischio. Razor Bay è una cittadina meravigliosa, dallo scenario naturale strabiliante, ma a renderla ancora più interessante e mozzafiato è Max Bradshaw, lo sceriffo sexy e un po' ombroso. Non sarà un mago con le parole, ma i suoi baci dicono tutto ciò che c'è da sapere.
Mele dolci a Virgin River di Robyn Carr Quando Tom Cavanaugh torna a Virgin River per occuparsi del frutteto di famiglia, ha le idee chiare sul tipo di donna con cui metterà su casa: dolce, perbene e magari un po' ingenua. Un tipo da sposare, insomma. Niente a che fare con Nora Crane, che ha iniziato a lavorare al frutteto, nonostante si tratti di un'attività faticosa e decisamente stancante. Ma farebbe qualsiasi cosa per le sue due bambine. È abituata ad andare avanti e a rimanere a galla nonostante tutto, senza mai darsi per vinta e senza perdere la concentrazione. Allora come mai ha iniziato a pensare sempre più spesso a quel fusto del suo capo?
Dal 8 ottobre