HR73 IL COLORE DELLE MAGNOLIE

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Sherryl Woods

Il colore delle magnolie


Foto di copertina: Shutterstock Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Home in Carolina Mira Books © 2010 Sherryl Woods Traduzione di Elisabetta Lavarello Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance agosto 2010 Questo volume è stato stampato nel luglio 2010 presso la Mondadori Printing S.p.A. stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 73 del 6/8/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 72 del 6/2/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Seduta al solito tavolo, vicino alla cucina del ristorante di sua madre, Annie Sullivan finì l'omelette e aprì il quotidiano locale alla pagina dello sport. Era un'abitudine che non riusciva a perdere, anche se non stava più con il campione di baseball Tyler Townsend da anni. Continuava a sperare che un giorno avrebbe letto il suo nome su un giornale e non le avrebbe fatto male. Finora non era successo. Quel giorno, con il campionato iniziato da poco, a metà aprile, non si aspettava nulla più che una lieve stretta al cuore. Invece, il titolo in cima alla pagina la lasciò senza fiato. Grave infortunio per il lanciatore degli Star Braves Ty Townsend. L'articolo riferiva che, dopo aver giocato tre sole partite, il pitcher di Serenity sarebbe rimasto fermo a tempo indeterminato dopo l'intervento subito due settimane prima per un infortunio alla spalla che rischiava di mettere fine alla sua carriera. Lo attendeva un lungo periodo di riabilitazione, forse di mesi, e si sarebbe curato lì in città. Era già arrivato. Annie afferrò il giornale e tirò un paio di profondi respiri, prima di trovare la forza di alzarsi. Chiamando sua madre, marciò verso la cucina del ristorante. Andò a sbattere contro lo chef, Erik Whitney. «Ehi, dolcezza, dov'è l'incendio?» «Ho bisogno di parlare con la mamma!» «È nel suo ufficio. Che cos'è successo, Annie? Sembra 5


che tu abbia appena visto un fantasma.» Annie si era confidata spesso con Erik, da adolescente, ma in quel momento era ammutolita. Gli mise il giornale sotto il naso. Il cuoco lanciò un'occhiata al titolo e masticò un'imprecazione. «Temevo che sarebbe successo.» Annie lo fissò, e si sentì tradita. «Lo sapevi? Sapevi che Ty è tornato in città?» Erik annuì. «Da un paio di giorni.» «Anche la mamma?» Altro cenno di conferma. Fu Annie, ora, a borbottare un'imprecazione. Girò sui tacchi e tornò al tavolo per prendere la borsetta. Avevano cospirato tutti contro di lei? Perfino sua madre, che meglio di chiunque altro sapeva quali danni potessero fare segreti, bugie e tradimenti? Erik la seguì. «Calmati, Annie, Dana Sue non ha nessuna colpa. Va' da lei in ufficio» la esortò, vedendo che si avviava verso l'uscita. «Voleva solo proteggerti.» Sulla porta, Annie si girò come una furia. «Era meglio tenermi all'oscuro di tutto, allora? Ty è stato operato due settimane fa, Erik! È in città da quanto tempo? Due giorni? Una settimana? Non è mica successo ieri!» «Sono sicuro che Dana Sue pensava di riuscire a parlartene prima che lo pubblicassero sul giornale.» «Lascia perdere il giornale! Stiamo parlando di Serenity, nell'epoca di Internet e dei cellulari.» Annie era incredula. «I pettegolezzi qui si diffondono alla velocità della luce, e Ty fa notizia. Accidenti, perfino tu lo sapevi, e sei uno che non fa chiacchiere.» «Helen sa tutto di tutti e io sono sposato con lei, per non parlare del fatto che lavoro per tua madre. Non sono molte le cose che sfuggono alle Tre Magnolie. E in questo caso, sia Dana Sue che Helen sono state al corrente dell'accaduto nell'istante in cui Maddie ha saputo che Ty doveva essere operato.» 6


«Il che conduce a una domanda» osservò Annie amara. «Perché nessuno ha pensato che avessi il diritto di saperlo?» A un tratto fu colta da un dubbio. «Era questo il famoso impegno di Maddie un paio di settimane fa, vero? È andata da Ty in ospedale.» Erik annuì. «Senti, qui non si tratta del tuo diritto a sapere. Sei suscettibile su tutto ciò che riguarda Ty. Nessuno sapeva come affrontare la situazione con te.» Okay, questo era vero. Annie comprese il loro dilemma. Lei e Ty erano stati insieme durante il suo ultimo anno di liceo e per un paio di anni dopo il diploma. Dato che le loro madri, Dana Sue e Maddie, erano amiche intime, anche lei e Ty si conoscevano fin da bambini. Tra loro c'era sempre stato un legame molto forte. E poi, era finito tutto. Annie supponeva che la loro rottura fosse stata inevitabile quanto il fatto che si fossero innamorati. Dopotutto, un atleta professionista come Ty aveva belle donne a sua disposizione in ogni città. Come faceva a competere con loro una tranquilla ragazza di provincia come lei, una che frequentava ancora l'università e che lottava quotidianamente contro l'anoressia? La fine del loro rapporto si era trascinata per un anno intero, anche perché nessuno dei due voleva deludere le aspettative materne che si sposassero e vivessero per sempre felici e contenti. Per mesi avevano intuito cosa stava per succedere, ma si erano rifiutati di ammetterlo. Quando la tensione era stata particolarmente alta, avevano cercato di evitare di tornare a Serenity nello stesso periodo. Nelle rare occasioni in cui non avevano potuto sottrarsi alle feste in famiglia, avevano cercato di superare l'imbarazzo con una cortese indifferenza ben orchestrata. Tutti e due avevano compreso che una rottura carica di risentimenti poteva rischiare di rovinare l'amicizia di una vita tra le loro madri, ed erano stati desiderosi di evitare quel danno collaterale. Almeno su questo, si erano trovati d'accordo. 7


Ovviamente, tutto ciò era stato prima che le infedeltà di Ty venissero rese pubbliche nel peggior modo possibile. Da quel momento, non c'erano state più illusioni che le cose potessero finire in modo amichevole. Per fortuna, né sua madre né la mamma di Ty avevano posto loro molte domande, dopo che i fatti erano diventati noti. Non si era trattato solo di una questione di sensibilità. Annie sospettava che Dana Sue e Maddie avessero stretto il patto, anni prima, di non intromettersi tra i due ragazzi. Era noto che le Tre Magnolie, così Dana Sue, Maddie e Helen si facevano chiamare sin dai tempi del liceo, si impicciavano nella vita di tutti, eppure negli ultimi anni avevano a mala pena nominato Ty in presenza di Annie, o lei al cospetto di lui. Recentemente, il silenzio era stato assordante. Annie capiva perché non le avessero detto che Ty era tornato in città, ma questo non le impediva di essere risentita. Pensavano che non le importasse se Ty aveva avuto un grave infortunio? Non si rendevano conto di cosa avrebbe voluto dire, per lei, rischiare di incontrarlo, giorno dopo giorno? Non avrebbero almeno potuto avvertirla? Erik fece un ultimo tentativo di fermarla. «Aspetta! Dai, Annie. Se non vuoi parlare con tua madre, parla con me. Giuro che starò ad ascoltarti muto come un pesce. Potrai strillare e sfogarti quanto vuoi.» Lei lo guardò vacua. «Non c'è niente da dire.» Ty aveva diritto di tornare a Serenity quanto ne aveva lei, anche se questo le avrebbe sconvolto la vita. «Dove vai?» Scosse la testa. Onestamente, non lo sapeva. Non a lavorare, questo era certo. Era istruttrice all'Oasi di relax, una palestra con centro benessere che apparteneva a sua madre, a Helen e alla madre di Ty. Il centro era gestito da Maddie. In quel momento Annie non voleva vedere nemmeno lei. Tra loro c'era stato un certo disagio da quando 8


Annie e Ty si erano lasciati. Ora sarebbe stato mille volte peggio. Annie non era sicura di poter sopportare un'altra delle occhiate compassionevoli di Maddie. L'ironia della sorte era che Annie lavorava in palestra come personal trainer. Forte della sua laurea in fisiatria e dei due anni di esperienza in una clinica di riabilitazione per traumi da sport, aveva avuto lei l'idea di aggiungere la fisioterapia ai servizi del centro benessere. E anche se l'Oasi di relax era aperta solo alle donne, non nutriva alcun dubbio sul fatto che Ty intendesse fare la sua riabilitazione lì, fuori orario, quando non ci fossero state le clienti. Avrebbe potuto contare sul suo patrigno ed ex allenatore, Cal Maddox, e anche sull'altro istruttore della palestra, Elliott Cruz, ma Annie sentiva che prima o poi qualcuno avrebbe suggerito che se ne occupasse lei. Era l'unica che avesse esperienza di riabilitazione posttraumatica, dopotutto. Bastava il pensiero di rivedere Ty a darle la nausea. Erano anni, ormai, che aveva vinto la sua battaglia contro l'anoressia, e anche se non era mai stata bulimica, quel po' che aveva mangiato a colazione le ribolliva nello stomaco. Aveva voglia di vomitare. Appena se ne rese conto, Annie ansimò. No! Non avrebbe permesso che il ritorno di Ty la facesse precipitare di nuovo in quel modo di alimentarsi autodistruttivo che per poco non l'aveva uccisa in passato. Era più forte ora. E lui era un fetente. Se lo ripeteva almeno una dozzina di volte al giorno, come un mantra. «Io sono forte e Tyler Townsend è un fetente!» disse ad alta voce, provando quelle parole sulla lingua. Sì, questo l'avrebbe aiutata a non ricascarci. E se si fosse sentita scivolare nel tunnel, be', avrebbe sempre potuto prendersi una lunga vacanza lontano da Serenity, finché la spalla di Ty non fosse guarita e lui non fosse tornato alla sua vita brillante ed edonistica, la vita che aveva preferito a lei. 9


Soddisfatta del proprio piano, prese in considerazione l'idea di andare a lavorare, dopotutto, ma concluse che poteva essere un po' troppo presto per mettersi alla prova. Così, chiamò la palestra e chiese a Elliott di sostituirla con alcune clienti e di annullare gli altri appuntamenti. «Ho bisogno di una giornata di decantazione.» «Ah, hai saputo di Ty» dedusse subito lui. «Per caso è venuto lì fuori orario?» si informò Annie. Detestava il fatto che non ci fossero praticamente segreti in quella cittadina, a parte le cose che tenevano nascoste a lei. «Un paio di volte» ammise Elliott. Esitò, poi aggiunse: «Ho cominciato a lavorare con lui, ma farebbe maggiori progressi con te». «Nevicherà all'inferno prima che mi occupi della sua terapia!» «Riflettici, Annie. È in gioco la sua carriera, e un tempo era tuo amico.» «Era molto più che un amico e ha rovinato tutto. Allora, li prendi tu i miei appuntamenti, oggi, o no?» «Ma certo. Mi spiace vederti soffrire.» Annie sospirò. «Vorrei solo sapere se soffro più perché Ty è tornato, o perché tutti hanno cospirato per tenermelo nascosto.» «Per entrambe le cose, suppongo. Fa' qualcosa di bello oggi, concediti una piccola pazzia. Ti sentirai meglio.» Annie considerò il suggerimento, ma lo scartò. L'unica cosa che avrebbe potuto farla sentire veramente meglio sarebbe stato che Elliott, o chiunque altro, tirasse un bel pugno in faccia a Ty. Sorrise a quel pensiero, e a un tratto capì dove doveva andare. Dall'unica persona che avrebbe potuto farlo sul serio. Dieci minuti dopo, era seduta su uno sgabello nel negozio di ferramenta che suo padre aveva sulla Main Street, mentre lui si occupava di un cliente. Ronnie Sullivan aveva fama di essere un uomo impulsivo e protettivo. 10


Oggi, questo poteva andare a vantaggio di Annie. Non appena rimasero soli, suo padre la osservò attentamente. «Non hai una bella cera, bambina.» «Tu potresti farmi sentire meglio.» «Stendendo Ty con un pugno?» tirò a indovinare Ronnie, dimostrando che, anche lui, era al corrente del segreto meglio tenuto della città. «Meglio di no, cara.» Lei sospirò. «Perché no? Se lo merita.» Ronnie rise. «Su questo non ci sono dubbi, ma ti immagini il putiferio che questo provocherebbe tra tua madre e Maddie? Sarebbero costrette a prendere posizione, e così Cal e io. Poi verrebbero coinvolti Helen ed Erik, e alla fine ci andrebbe di mezzo tutta la città. Ben presto, tutti dovrebbero schierarsi. Mi spiace, tesoro. Non sarebbe un bene per nessuno e alla fine tu saresti consumata dai sensi di colpa per aver scatenato una guerra civile.» Suo malgrado, Annie ridacchiò. A Serenity c'era sempre stata la tendenza a impicciarsi dei fatti degli altri, e questa faida tra lei e Ty si sarebbe diffusa a macchia d'olio anche senza che suo padre desse una scarica di botte a Ty. «Suppongo che dovrò buttare giù il rospo, allora» disse imbronciata. Suo padre attirò uno sgabello accanto a quello di lei e la guardò pensieroso. «C'è altro che potrei fare per aiutarti?» «Potresti dirmi perché gli uomini sono così idioti.» Non era una domanda retorica. Voleva saperlo davvero. «Ormoni e una cronica carenza di buonsenso» rispose Ronnie pronto. «Guarda solo che pasticcio ho combinato io con tua madre, e senza neanche un buon motivo. Pensa a quanto mi ci è voluto per rimediare.» La guardò con la coda dell'occhio. «Vuoi parlare di quello che è successo? So che è un tasto dolente, ma non hai mai detto una parola su che cosa hai provato quando i panni sporchi di Ty sono finiti su tutti i giornali scandalistici.» 11


«Credo che i miei sentimenti siano ovvi anche senza bisogno di sezionarli.» «A volte, parlarne aiuta.» Lei scosse la testa. «Ne dubito.» «Tesoro, so quanto Ty ti ha fatto soffrire e se pensassi che servirebbe, glielo darei, quel pugno.» Esitò. «So anche quanto sia stata importante per te la sua amicizia in passato. Vuoi perdere anche quella?» «Ho già perso la nostra amicizia molto tempo fa» sospirò Annie. Questo, più di ogni altra cosa, le aveva spezzato il cuore. «Devo solo accettare la situazione, papà. È finito tutto. Non solo l'amore, ma anche l'amicizia. Non potrò più fidarmi di Ty.» «Tua madre ha imparato a fidarsi di nuovo di me» le rammentò lui dolcemente. «È diverso.» Suo padre aveva ragione su un punto, però. L'infedeltà era una cosa che lui e Ty avevano in comune. La differenza era che Ronnie aveva riconosciuto il proprio errore dopo un'unica breve, irresponsabile avventura. Ty non solo non lo aveva ammesso, ma aveva reiterato l'errore finché alla fine non era stato beccato. C'era un bambino di tre anni a provarlo. Annie avrebbe potuto perdonare l'infedeltà, dopo essersi concessa un po' di tempo, ma quel bambino? Impossibile. Era con lei che Ty avrebbe dovuto fare dei figli, non con una ragazzetta affamata di celebrità che era andata a letto con lui un paio di volte, e poi gli aveva mollato il bambino in cambio di una grossa somma di denaro quando lui si era rifiutato di sposarla. Oh, Annie conosceva tutti i sordidi dettagli. Non perché glieli avesse confessati Ty, ma perché erano stati sulle riviste di gossip per settimane. Se Ty era tornato, doveva aver portato con sé suo figlio. E ora, tutti quelli che a Serenity erano vissuti su Marte al momento dello scandalo avrebbero saputo quanto era stata stupida Annie Sul12


livan a dare il proprio cuore a una superstar dello sport. E la cosa peggiore era che, a dispetto del tradimento, della sofferenza, dell'umiliazione, lei lo amava ancora. E questo la rendeva anche più idiota di lui. «Dovresti telefonare ad Annie.» Maddie alzò gli occhi dal giornale e guardò il figlio. «Come abbiamo fatto a pensare di poter tenere segreta la tua presenza qui?» «Non credi che Dana Sue l'abbia già avvertita?» Ty era combattuto tra il timore e la gioia al pensiero di rivedere Annie. Il loro rapporto era finito male, e la colpa era stata solo sua. «Inoltre, Annie non vuole parlare con me. Me l'ha detto senza mezzi termini tre anni fa.» «Quando è nato Trevor» sospirò sua madre. Ty annuì. Annie non gli avrebbe mai perdonato il fatto che, oltre ad averla tradita, aveva avuto un figlio da un'altra. Non esisteva una spiegazione al mondo che potesse giustificare quel gravissimo errore. Dirle che il loro rapporto non era stato esclusivo sicuramente non aveva funzionato. Ricordarle tutte le volte in cui si erano detti quanto sarebbe stato ragionevole che loro due frequentassero altre persone mentre lei era al college e lui in giro con la squadra si era rivelato un boomerang. «Questo non ti autorizzava a mettere incinta un'altra» aveva ribattuto Annie. «Come faccio a perdonare una cosa simile?» «Non lo so» aveva detto lui, sconfitto. «Onestamente, non lo so.» E non lo sapeva ancora. Ma quando si era fatto male in campo, l'unica cosa positiva di quell'infortunio era stata la possibilità di tornare a Serenity. E, forse, di riappacificarsi con Annie. Ty avrebbe potuto fare la riabilitazione ovunque, aveva a disposizione i migliori specialisti del mondo, ma aveva rifiutato ogni soluzione che gli aveva proposto la sua squadra. Aveva preso Trevor ed era tor13


nato a casa. Non avrebbe saputo dire perché farsi perdonare da Annie fosse tanto importante per lui, ma era così. Una delle lezioni che aveva imparato a proprie spese era che l'amicizia era più preziosa e duratura del sesso. Peccato che avesse dovuto perdere la sua migliore amica per capirlo. Ora che era a Serenity, però, non sapeva come comportarsi. Forse sua madre aveva ragione. Forse il primo passo poteva essere una telefonata. «Parla mai di me, Annie?» indagò. Maddie scosse la testa. «Sicuramente, non con me. Puoi darle torto?» «Suppongo di no.» «Mi addolora tanto che sia andata così, Ty. Tra voi due...» «È finita» tagliò corto lui. «Decisione sua.» «Se ne sei così convinto, perché sei tornato qui?» «Ho pensato che a Trevor avrebbe fatto bene passare un po' di tempo con la sua famiglia.» Questo, almeno, era vero. Suo figlio aveva bisogno di più stabilità di quella che potevano dargli una tata affettuosa e un papà spesso assente per lavoro. Maddie lo guardò scettica. «Davvero? E questo pensiero ti è venuto dopo che ho accennato al fatto che anche Annie è tornata in città?» Vedendo che stava per protestare, lo prevenne alzando una mano. «Perché sicuramente non ti era venuto in mente durante la pausa del campionato l'anno scorso, e nemmeno l'anno prima.» «Coincidenze.» «Oh, Ty» sospirò Maddie. «Almeno, sii onesto con te stesso. Sei qui per Annie. Perché ti ostini a negarlo anche con me? Come intendi comportarti?» Lui le lanciò un'occhiata e vide il suo disappunto. Gli fece male. Dopo che suo padre aveva tradito Maddie e che Ty l'aveva odiato per questo, sicuramente avrebbe dovuto comportarsi in modo più responsabile. Invece, 14


apparentemente, il sangue non mentiva. «Non so proprio cosa fare» ammise. «Be', riflettici bene. Studia un piano. È inevitabile che voi due vi incontriate. Non solo viviamo in una cittadina di provincia, ma le nostre famiglie sono molto unite. Dana Sue e io siamo amiche e socie in affari. E Annie... Annie lavora per me, santo cielo!» Ty fece una smorfia pensando a tutte le complicazioni che era riuscito a creare. «Mi spiace, mamma. Se la mia presenza può creare dei problemi tra te e Dana Sue, farò la mia riabilitazione altrove. Ci sono ottime strutture ad Atlanta.» «No, no!» si affrettò a fare marcia indietro Maddie. «Averti qui è una gioia inaspettata per me e per tutta la famiglia. Ci dà anche la possibilità di passare un po' di tempo con Trevor.» Raddrizzò le spalle. «Dana Sue e io troveremo un accordo. Siamo amiche e abbiamo sempre saputo che poteva succedere qualcosa tra te e Annie. Per questo ci siamo sforzate di non intrometterci.» «E i tuoi rapporti con Annie?» chiese Ty preoccupato. Avrebbe dovuto riflettere meglio prima di complicare la vita a tutti. Tornare lì era stato un atto di puro egoismo, ora lo capiva. «È come una figlia per te, e voi due lavorate insieme. La mia presenza le creerà dei problemi. E se lasciasse la città per evitarmi?» «Annie è una giovane donna molto forte. Ce la farà.» «E se...» Esitò, poi espresse la sua più grande paura, quella che lo tormentava da quando si erano separati. «E se ricadesse nell'anoressia?» Maddie lo guardò costernata. «No, Ty! È guarita.» «Potrebbe succedere, mamma.» Scosse la testa. «Ma cosa diavolo mi è venuto in mente? Fu lo stress per l'allontanamento di Ronnie a scatenare il suo disordine alimentare, all'inizio. La sua vita si era complicata, e il cibo era l'unica cosa che poteva controllare. Ora, trovarsi faccia a faccia con me potrebbe provocarle una ricaduta. 15


Non mi perdonerei mai se accadesse.» «Non succederà» disse Maddie enfatica. «Era solo un'adolescente quando si è ammalata. Ora ha ventitré anni. Credimi, Dana Sue e Ronnie riconoscono tutti i segni. Annie va ancora dalla dottoressa McDaniels, di tanto in tanto. Interverrebbero immediatamente, se ci fosse anche solo il sospetto di una ricaduta nell'anoressia. E poi, non è crollata quando voi due vi siete lasciati, perciò non c'è motivo di credere che lo farà adesso solo perché sei tornato a Serenity.» «Può darsi.» Tuttavia, Ty non poteva fare a meno di preoccuparsi per Annie. Era molto meno forte di quanto volesse far credere. Lui era una delle poche persone che avevano intuito la sua vulnerabilità molto prima che le fosse diagnosticata l'anoressia. Si era appoggiata a lui, si era fidata, gli aveva parlato... si era innamorata. Poi lui aveva tradito la sua fiducia. E per cosa? Per una serie di avventure che non avevano alcun significato. L'aveva lusingato l'interesse che suscitava nell'altro sesso. Uscire con le fan era stato un rito di passaggio. A tutti i suoi compagni piaceva rilassarsi dopo le partite. C'erano sempre belle donne disponibili. Sfortunatamente, Ty ci aveva messo troppo tempo per capire quanto fosse vuoto e privo di significato quel comportamento. Aveva perduto ciò che aveva con Annie – vero amore, ora lo sapeva – per un po' di sesso e di risate con delle ragazze a cui piaceva vantarsi di essere uscite con un giocatore di baseball. Gli spiaceva dirlo, ma la madre di Trevor non era stata diversa dalle altre. Quando si erano conosciuti, dopo una trasferta a Cincinnati, gli era parsa timida. Con i suoi occhioni castani e i suoi capelli di seta, era più tranquilla delle altre, meno aggressiva. Riusciva persino a sostenere una conversazione. Ironicamente, lui aveva visto in lei una vulnerabilità che gli aveva ricordato Annie. La volta successiva che aveva giocato a Cincinnati, Ty 16


aveva rivisto Dee-Dee e aveva passato tre notti con lei. In occasione del terzo viaggio, lei gli aveva rivelato di essere incinta. La notizia lo aveva colpito come una palla da baseball allo stomaco. Si era reso conto che non conosceva neanche il suo cognome. Né poteva essere sicuro che il bambino fosse suo. Aveva chiesto una prova, insistito, e questo aveva scatenato la loro prima violenta lite. Dee-Dee, che aveva poi scoperto si chiamava Mitchell, si era offesa per la sua richiesta. Ty era rimasto sconcertato che lo ritenesse tanto stupido da crederle sulla parola. Poiché gli era stato insegnato di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, Ty aveva chiesto consiglio a un compagno di squadra. «Sei innamorato di lei?» aveva chiesto Jimmy Falco. «No» aveva ammesso Ty. «La conosco appena.» «Allora, aspetta che il bambino sia nato. Fagli fare un test di paternità. Se risulterà tuo, potrai prendere una decisione.» Dee-Dee era stata furiosa quando le aveva comunicato le proprie intenzioni. Aveva minacciato di creare uno scandalo se non l'avesse sposata immediatamente. Nonostante temesse quella pubblicità negativa, Ty era rimasto fermo sulle proprie posizioni. Era stato allora che sarebbe dovuto andare da Annie e confessarle tutto, ma aveva aspettato. E, ovviamente, la notizia era trapelata. Ancor prima che nascesse Trevor, i vaghi sentimenti che poteva aver provato per Dee-Dee erano morti e sepolti. Il risultato positivo del test di paternità non aveva cambiato la situazione. In tribunale, Ty aveva riconosciuto di essere il padre del bambino, ne aveva lasciato la custodia a Dee-Dee riservandosi il diritto di visita, aveva accettato di pagare gli alimenti per il figlio e aveva perfino aggiunto una generosa somma perché Dee-Dee potesse acquistare un bell'appartamento per sé e per suo figlio. 17


Due mesi dopo, aveva aperto la porta della propria stanza d'albergo, a Denver, e aveva trovato Trevor in una cesta ai suoi piedi. Di Dee-Dee nessuna traccia. Da un momento all'altro, si era assunto il ruolo di ragazzo padre. A causa delle precedenti disposizioni del giudice e del fatto che Dee-Dee era irreperibile, c'era voluto un anno perchÊ Ty riuscisse a modificare le condizioni della custodia e a ottenere l'affido esclusivo. Aveva fatto i salti mortali per conciliare la paternità con una carriera che, oltre a essere estremamente impegnativa dal punto di vista fisico, lo allontanava da casa troppo spesso. La ricerca di una tata affidabile era stata un incubo, ma alla fine aveva trovato Cassandra, un'anziana signora che aveva allevato quattro figli e che trattava Trevor come se fosse uno dei suoi nipotini. Con segreto divertimento di Ty, trattava lui come un figlio che aveva preso una brutta strada e che aveva bisogno di una ferma guida morale. Cassandra era stata una benedizione per entrambi. Nel frattempo, la storia era finita, a puntate come una telenovela, sui giornali di gossip. Ty immaginava che Dee-Dee si fosse fatta pagare un bel gruzzoletto per lo scoop, per non parlare di quello che doveva aver preso per aver avvertito un fotografo prima di abbandonare il bambino davanti alla sua camera d'albergo. La storia era diventata di dominio pubblico prima che lui riuscisse a trovare il coraggio di parlarne con Annie. Era stato un codardo della peggiore specie. Ciò che Annie pensava di lui corrispondeva a quello che lui pensava di se stesso. Ma ora, l'importante era che lei non ricadesse nel tunnel dell'anoressia. Questo, non lo avrebbe sopportato. Era già terribile sapere di averla fatta soffrire. Non sarebbe mai riuscito a perdonarsi se avesse distrutto tutti i progressi che lei aveva fatto, la vita sana e normale che conduceva ora. Tuttavia, forse stava esagerando il dolore che le aveva 18


procurato. Forse Annie aveva rimosso ciò che era successo, e si considerava fortunata per essersi sbarazzata di lui. Era sicuramente ciò che Ty si meritava, ma quel pensiero lo deprimeva. Perché Annie Sullivan si era insinuata nel suo cuore un milione di anni prima, ed era ancora lì... a dispetto di tutto quello che lui aveva fatto per dimostrarle il contrario.

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Il colore delle magnolie di Sherryl Woods Costretto a un lungo riposo per un infortunio, Tyler Townsend sa di creare trambusto arrivando a Serenity. Qui tutti sono a conoscenza della storia difficile con Annie Sullivan, che combatte una battaglia interiore, perché nel profondo del proprio cuore non è sicura di riuscire a perdonarlo. L’unico rimedio per un cuore infranto è l’amore.

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