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Sherryl Woods

Coccole e magnolie


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Sweet Tea at Sunrise Mira Books © 2010 Sherryl Woods Traduzione di Barbara Piccioli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance aprile 2011 Questo volume è stato impresso nel marzo 2011 presso la Mondadori Printing S.p.A. stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 83 dello 09/04/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Ormai da qualche giorno lo stesso uomo, in jeans aderenti e una T-shirt che disegnava bicipiti impressionanti, trascorreva trenta minuti esatti in uno dei séparé più defilati di Wharton, e appoggiato allo schienale di vinile rosso con l'aria del proprietario, studiava Sarah come se la giudicasse la creatura più affascinante della terra. Nessun uomo l'aveva più guardata così da quando aveva conosciuto il suo ex marito, al college. E perfino prima del divorzio, già da un paio di anni Walter non le dimostrava il minimo interesse. Quella continua attenzione era snervante. Ovviamente, erano molti gli aspetti della sua vita a essere snervanti. Grazie anche al sostegno delle sue due migliori amiche, Annie Sullivan Townsend e Raylene Hammond, Sarah aveva finalmente trovato il coraggio di chiedere il divorzio da Walter e – altrettanto importante – dalla sua dispotica famiglia formalista. Aveva lottato per assicurarsi la custodia dei due figli, Tommy e Libby, e aveva vinto. E, soprattutto, spinta dal desiderio di uscire di casa e fare qualcosa, aveva accettato un impiego di cameriera part-time da Wharton, dove più o meno tutti gli abitanti di Serenity si ritrovavano prima o poi nel corso della settimana. Forse non era il modo migliore di sfruttare il suo diploma di maestra elementare, ma era sorprendentemente gratificante. Aveva scoperto di avere il dono di spingere la gente ad aprirsi, una autentica necessità in un ristorante che si vantava di essere il centro focale dei pettegolezzi locali. 5


Nessuno, tuttavia, sembrava sapere chi fosse l'uomo misterioso che occupava uno dei séparé sul fondo. Sarah si era informata. Anzi, gli aveva appena chiesto di punto in bianco se fosse nuovo in città, se fosse lì per restare o solo di passaggio. Lui le aveva risposto con un lento sorriso sexy che aveva rimesso inaspettatamente in funzione la sua libido in coma da tempo. «Immagino che potrei essere persuaso a restare, se arrivasse l'offerta giusta» aveva detto con voce strascicata. «Si offre, dolcezza?» Sarah era rimasta così sconcertata che si era affrettata a rifugiarsi in cucina per comunicare l'ordinazione. Una cosa era chiacchierare con il vecchio Watson del negozio di granaglie, o con il sindaco, che conosceva da quando era una marmocchia, e un'altra ritrovarsi faccia a faccia con un uomo dagli occhi sognanti e una voce capace di attirare una donna dritta nel suo letto e che si comportava come se... be', volesse portarla proprio lì, a letto. Cosa che, naturalmente, non era vera. Lei lo sapeva bene. Non aveva sentito il suo ex marito dilungarsi abbastanza spesso sulle sue pecche? Il peso, la mancanza di organizzazione, l'inettitudine materna? Per vendicarsi della sua decisione di chiedere il divorzio, Walter si era impegnato a fondo per fare a pezzi quel po' di autostima che le restava. Peggio ancora, pur sapendo che lui si comportava come il solito bastardo che era, lei prendeva ancora le sue critiche come oro colato. In quegli ultimi mesi, tuttavia, aveva lavorato sodo per riprendersi. Annie le aveva fatto da personal trainer a The Corner Spa, e lei si era finalmente liberata di gran parte del peso in eccesso. Avrebbe dovuto smaltire altri cinque chili, ma se non ci fosse riuscita, ebbene, avrebbe potuto conviverci. Ma a dispetto di quel successo, a volte si vedeva ancora con gli occhi di Walter, irritando enormemente le sue amiche. Se ne risentiva lei stessa, ma dimenticare anni di critiche incessanti si stava rivelando quasi impossibile. 6


«Grace, porta tu quell'hamburger con patatine fritte al tavolo nove» disse alla proprietaria dell'antiquata tavola calda. La cucina casalinga manteneva il locale in attività, anche se il settore dei farmaci da banco risentiva della presenza delle nuove, grandi farmacie discount. Grace Wharton la scrutò incuriosita. «Perché mai voltare le spalle a un uomo con quell'aspetto, che per di più lascia mance degne di uno di quei damerini di città?» «Fallo e basta» replicò Sarah, riluttante ad ammettere il proprio disagio. L'altra socchiuse gli occhi. «Ti ha detto qualcosa di offensivo? Perché se è così, lo caccio con un calcio nel sedere, per quanto carino quel sedere sia.» Sarah si accorse di essere arrossita. «Si è limitato a scherzare, niente di più. Sai, flirtando come fanno certi. Dovrei esserci abituata.» Grace la osservava meditabonda. «Io dico che qualche parolina dolce capace di metterti un po' di colore sulle guance non può che farti bene.» «Non ho bisogno di un uomo» dichiarò Sarah con enfasi. «Mi sono appena liberata di quello che avevo.» «E che liberazione!» esclamò la donna. «Da quello che ho sentito, ti aveva fatto letteralmente a pezzi. Ora hai bisogno di qualcuno che ti rimetta in sesto. Sì, credo che qualche complimento sarebbe musica per le tue orecchie.» Era un ritornello che Sarah sentiva spesso. Lavorava da Wharton da un mese, e in tutto quel tempo Grace non si era limitata a offrirle quotidianamente la sua opinione, ma aveva attirato nel locale almeno la metà dei single cittadini. Per quanto ne sapeva Sarah, quell'uomo poteva essere il suo più recente tentativo. «Lo conosci?» chiese, insospettita. «L'uomo del séparé nove? Sei andata a Columbia o a Sumter a reclutarlo perché venisse a lusingare il mio ego ferito?» L'insinuazione parve sgomentare Grace. «Assolutamente no! Come se potessi fare una cosa del genere. Fino a pochi 7


giorni fa non lo avevo mai visto.» Dal suo tono traspariva la frustrazione. «E non è sceso al Serenity Inn. Ho controllato.» «Forse è ospite di qualche amico o parente» suggerì Sarah. «Può darsi, ma se è così, non si tratta di un cliente regolare» insistette Grace. «E poi, se è ospite di qualcuno, perché viene sempre solo?» «E Mary Vaughn?» domandò Sarah. «Non solo ha l'abitudine di mettersi alle costole di tutti i single che arrivano in città, ma se lui ha intenzione di acquistare una casa, lei lo saprebbe sicuramente.» «Purtroppo, da quando è tornata con Sonny, passa con lui l'intervallo per il pranzo... a casa, se capisci cosa intendo.» Grace abbozzò una smorfia. «Quei due si comportano come fossero di nuovo in luna di miele. Praticamente non li vedo più, e quando lei passa per un caffè, è sempre di corsa e non riusciamo a scambiare neppure una parola.» «Be', qualcuno deve pur sapere chi è!» esclamò Sarah, non meno frustrata dell'amica. «Gli ho chiesto senza mezzi termini se fosse nuovo in città, ma non mi ha dato una risposta diretta.» Arrossì di nuovo ripensando alle parole allusive dello sconosciuto. Grace la guardò divertita. «Per qualcuno che dichiara di non essere interessata, sembri piuttosto decisa a saperne di più» commentò, aggiungendo l'hamburger ordinato dall'affascinante sconosciuto al vassoio che stava preparando. «Sicura di non volerglielo portare tu?» Sarah scosse la testa. «Sicurissima. Io porto dell'altro caffè al sindaco e ai suoi amici; forse riuscirò a convincerli a prendere un po' della crostata di pesche che hai infornato stamattina.» «A fine mese quei poveretti avranno messo su dieci chili. Riesci a persuaderli a ordinare il dessert praticamente tutti i giorni.» Grace agitò verso di lei un dito ammonitore. «Non voglio che le loro mogli se la prendano con me. E George Ulster è diabetico, quindi vedi di non tentarlo.» Sarah ridacchiò. «George ordina sempre gelato senza zuc8


chero. Howard Lewis è vedovo, quindi nessuno verrà a lamentarsi del fatto che è ingrassato, e Fred Watson è magro come uno spaventapasseri. Va tutto bene, Grace.» L'altra le scoccò un'occhiata. «Perché tu voglia occuparti di quei vecchi bacucchi quando hai sotto mano un tipo come quello proprio non lo capisco, ma naturalmente ognuno ha i suoi gusti» disse, aprendo la porta della cucina con l'ampio fianco. Con la faccia rotonda, le guance rosee, i capelli grigi e un paio di occhialini appollaiati sul naso, sembrava la moglie di Babbo Natale. Sarah la seguì a ruota con i caffè, attenta a non guardare in direzione del tavolo nove. Qualcosa le diceva che un paio di occhi verde mare stavano seguendo ogni sua mossa, e che sarebbero stati pieni di divertimento quando fosse stata Grace ad avvicinarsi al tavolo. Fortunatamente, il locale era troppo affollato perché potesse soffermarsi troppo sulle reazioni dello sconosciuto. Nel momento in cui lui si alzò per andarsene, tuttavia, ne fu immediatamente consapevole, e quando l'uomo le si fermò accanto per dire con voce strascicata e sexy: «Ci vediamo domani, dolcezza» fu sul punto di rovesciare sul pavimento bianco e nero le mousse di tonno. Ancora una volta il rossore le salì alle guance. Prima che potesse rifugiarsi in cucina, lui era uscito, lasciandola imbarazzata e irritata in egual misura. «Non so perché mi dia tanto sui nervi» dichiarò quella sera Sarah, mentre lei, Raylene e Annie sorseggiavano Margarita sulla veranda posteriore del suo piccolo bungalow. Si era trasferita lì con Tommy e Libby quando era diventato evidente che il suo matrimonio era fallito. Era una splendida serata di maggio della Carolina del Sud, tiepida ma senza l'umidità opprimente che presto sarebbe subentrata. Inizialmente, Sarah si era rifugiata a Serenity dall'Alabama con l'intenzione di ripartire poco dopo e diventare la moglie perfetta per Walter, ma non ci aveva messo molto a capire 9


che non sarebbe mai riuscita a soddisfare le aspettative di lui. Fortunatamente, quando erano andati a vivere in una comunità per anziani sulla costa del Golfo, in Texas, i suoi avevano conservato la casa, apparentemente consapevoli ben prima di lei, che la sua unione era destinata a finire. «Non avete sentito niente sul suo conto?» chiese alle amiche. «Di sicuro non io» replicò asciutta Raylene. Da quando era tornata a Serenity da Charleston per sfuggire alle violenze del marito, Raylene non era quasi mai uscita di casa. Sarah le aveva offerto un rifugio sicuro e in cambio lei badava alla casa e ai bambini quando la babysitter non era disponibile. Era la soluzione perfetta per entrambe, benché Sarah stesse cominciando a chiedersi se fosse sano da parte dell'amica continuare a nascondersi e fingere che i suoi problemi non esistessero. «A questo proposito...» cominciò Annie, prima che un'occhiata fulminante di Raylene non la facesse ammutolire. «Non perdiamo il filo, ragazze» intervenne Sarah, ansiosa di evitare un battibecco quanto di tornare all'argomento che le stava a cuore. «Chi è quell'uomo? E cosa ci fa a Serenity?» Annie le scoccò uno sguardo divertito. «Io sono d'accordo con Grace. Stai dimostrando molta curiosità per essere una che sostiene di non essere interessata.» Sarah la guardò accigliata. «E se fosse un molestatore o, cosa più probabile, una spia di Walter? Sarebbe proprio da lui mandare qualcuno a tormentarmi, nella speranza di farmi saltare i nervi e indurmi a qualche sciocchezza, permettendogli di portarmi via Tommy.» Nessuna di loro aveva dimenticato che Walter si era mostrato interessato a garantirsi la custodia solo del figlio maschio, l'erede della famiglia Price, proprietaria di un cotonificio in Alabama, ma non della figlia. Anzi, l'avvocato di Sarah, Helen Decatur, aveva sfruttato la circostanza per dimostrare al giudice che era un padre insensibile e inadeguato. Raylene aveva l'aria meditabonda. «Sarebbe tipico di quel 10


bastardo» commentò, benché non avesse mai posato gli occhi su Walter. Quando lui andava a trovare i figli, lei si nascondeva in camera sua, sostenendo di non voler interferire o dire qualcosa che potesse peggiorare i rapporti già tesi fra lui e Sarah. «Sono d'accordo» annuì Annie. Lei aveva una conoscenza di prima mano delle manovre di Walter dopo il ritorno di Sarah a Serenity, e poteva parlare con più autorità. «Chiederò a Helen di controllare. O magari a mio padre. Dato che ha il negozio proprio in Main Street, vede più o meno tutto quello che succede in città. E pregherò Jeanette di parlare con Tom. È via per un paio di giorni, ma sarà di ritorno domani. In quanto sindaco, lui potrà informarsi presso lo sceriffo e sapere se per caso stanno tenendo d'occhio qualche tipo sospetto.» «Ottima idea» disse Raylene rabbrividendo leggermente. L'idea di stranieri in città la spaventava ancora, benché sapesse che il suo ex marito era in carcere. Quanto a Sarah, stava cominciando a pensare di aver esagerato. «Siete sicure che non sia un po' eccessivo? Potrebbe trattarsi semplicemente di un nuovo arrivato con una certa tendenza al flirt.» «In questo caso dobbiamo saperlo» dichiarò Annie. «E tu potrai stare tranquilla.» «Oppure agitarti ancora di più» aggiunse Raylene con uno dei suoi rari sorrisi. «Quell'uomo non mi interessa» dichiarò Sarah con energia. Le sue amiche, che andassero al diavolo, si limitarono a ridere. Travis McDonald sedeva nella cucina del cugino con in mano una tazza di caffè, pensando alla graziosa camerierina di Wharton che da qualche giorno gli stava procurando piacevoli momenti di distrazione. Il giorno prima l'aveva spaventata a tal punto che era stata Grace a servirlo. Quel giorno, poi, lo aveva evitato del tutto, se non per qualche rapida occhiata inquieta. Era un pezzo che non gli capitava di incontrare una 11


donna che lo evitasse. Quasi sempre erano più che pronte a saltargli addosso, e lei rappresentava un cambiamento tonificante. Come il cugino Tom, sindaco di Serenity, al college Travis era stato un campione di baseball. In seguito era passato nella categoria professionisti e per qualche anno era passato di squadra in squadra fino ad approdare ai Red Sox di Boston. Il suo ingresso in una squadra del Nord era stato un duro colpo per la sua famiglia, appartenente alla buona società del Sud. Dopo che un paio di settimane prima la sua carriera aveva subito un arresto improvviso, quando i Red Sox lo avevano congedato dopo la stagione primaverile di allenamento, e nessun'altra squadra si era fatta avanti, la prima persona a cui aveva telefonato era stato Tom. Il cugino lo aveva invitato ad andare a trovarlo e a fermarsi fino a che avesse deciso cosa fare della propria vita. Entrambi sapevano che sarebbe stato più semplice senza i genitori di Travis a interferire. A Serenity avrebbe trovato un relativo anonimato, dato che gran parte dei locali era fan degli Atlanta Braves, e Travis anelava a un po' di pace. Fino a quel momento, aveva deliberatamente mantenuto un basso profilo, mentre rifletteva sul proprio futuro. Dopo aver vissuto anni sotto i riflettori, era piacevole non venire riconosciuto. A ventinove anni, lasciava il baseball con una somma di denaro abbastanza consistente, nessun legame stabile oltre ai genitori divorziati e a due sorelle benintenzionate ma irritanti, e senza una sola idea sulla direzione da prendere. L'unica cosa di cui era stato certo era di voler tornare al Sud. Il clima settentrionale non gli si confaceva, e Boston era troppo affollata. E naturalmente, non lo attirava la prospettiva di restare nella città dove la sua amata squadra lo aveva scaricato. In quegli ultimi giorni aveva trascorso un'infinità di ore discutendo delle possibili opzioni con il cugino più anziano e con sua moglie Jeanette, che lo trattava come un fratello minore, ma senza tormentarlo. 12


Quella mattina, mentre guardava Grace Wharton cercare inutilmente di sintonizzarsi sulla più vicina stazione radiofonica di Colombia, un'idea aveva cominciato a ronzargli nella testa, e ora non vedeva l'ora che Tom e Jeanette rientrassero per potergliene parlare. Il progetto gli avrebbe permesso di mettere a frutto gli studi effettuati al college, e avrebbe perfino soddisfatto i suoi genitori, oltre a garantirgli la sfida a cui anelava. Aveva già svolto qualche ricerca in Internet, e scoperto che una piccola emittente radio virtualmente priva di segnale e che mandava in onda ben poco a parte le previsioni meteorologiche e vecchie canzoni, era in vendita. Una telefonata al proprietario gli aveva fatto concludere che poteva non solo permettersi la spesa, ma anche di garantirsi per qualche mese l'esperienza dell'attuale titolare. Ora restava solo da aspettare l'approvazione di Tom... o più probabilmente, una severa ramanzina per i suoi bizzarri voli di fantasia. Tanto per partire con il piede giusto, Travis aveva trascorso l'ultima ora preparando un'insalata e riscaldando la griglia per le bistecche acquistate al supermercato. Aveva perfino apparecchiato la tavola e stappato una bottiglia di vino decente. Per sé, aveva messo in ghiaccio una bottiglia della sua birra preferita. L'ampio giardino... stando a Jeanette, la ragione principale per cui aveva soffiato la casa a Tom battendolo sul tempo quando loro due non avevano nemmeno cominciato a frequentarsi... era il luogo ideale per una buona cena e una conversazione seria. Un'ora dopo, davanti ai padroni di casa soddisfatti dei suoi sforzi culinari, Travis si lanciò nella descrizione del suo piano. Ignorò l'espressione vagamente sgomenta del cugino, e quando ebbe finito rimase in attesa di eventuali commenti. «Sei impazzito?» furono le prime parole di Tom. Era più o meno la reazione che Travis si sarebbe aspettato da suo padre, e fu quindi scoraggiante che venisse invece dal cugino, da cui aveva sperato un maggiore appoggio. 13


Jeanette, invece, sembrava entusiasta. «Credo che sia un'idea favolosa. Proprio quello di cui la città ha bisogno.» «Da quando Serenity ha bisogno di una sua radio?» fece Tom, dubbioso. «Lo hai detto tu stesso, dopo che l'ultimo uragano ha minacciato di investirci in pieno» rispose la moglie. «Hai detto che era necessario che i residenti potessero essere aggiornati in tempo reale su tutto quello che interessa la città, invece di venire informati su quanto succede a Charleston o a Columbia.» Tom la guardò accigliato. «È diverso.» «In che senso?» «Io volevo soltanto dire che qualcuno avrebbe dovuto farlo» brontolò l'uomo. «Non che mio cugino venisse in città per buttare al vento i suoi soldi.» «Sei così sicuro che a Serenity un'emittente radiofonica non farebbe soldi?» intervenne Travis. «Non c'è concorrenza, o per lo meno non così vicina da costituire un problema. E per farsi pubblicità, le attività locali dovranno necessariamente rivolgersi a me.» «Siamo nel pieno di una crisi, non te ne sei accorto?» ribatté Tom. «Nessuna delle imprese cittadine ha denaro da sperperare in pubblicità. Si limitano tutti a cercare di restare a galla.» «Esattamente il motivo per cui hanno bisogno di farsi pubblicità» intervenne Jeanette. «E comunque, quand'è che hai cominciato ad assumere un atteggiamento così negativo nei confronti di Serenity?» «Il punto non è questo. Sto soltanto cercando di essere realista.» Tom guardò il cugino. «Perché mai dovresti trasferirti qui, quando potresti stabilirti in qualunque altro luogo del paese?» «Perché no?» fu la risposta. «Tu lo hai fatto. Anzi, se ricordo bene, quando hai avuto la possibilità di tornare a Charleston, l'hai lasciata cadere.» Tom guardò la moglie; nei suoi occhi c'era un'espressione 14


adorante. «Ero convinto che qualcuno, qui, facesse sì che ne valesse la pena.» «Non dare la colpa a me!» esclamò Jeanette, che ovviamente non aveva preso quelle parole come un complimento. «Quando la cittadinanza ha saputo che forse te ne saresti andato, ha mosso mari e monti per trattenerti. Sono stati tutti quegli elogi a farti cambiare idea, non certo lo stipendio o le mie arti di seduttrice.» Tom si strinse nelle spalle. «D'accordo, ho accettato la sfida di consolidare la base economica della città» ammise. «Pensavo che sarebbe stato ingiusto andarmene prima di aver svolto il lavoro per cui ero venuto.» «E io credo che una stazione radio a Serenity sia perfetta per te, Travis» disse Jeanette. «Dio solo sa se ti piace parlare. E con quell'accento strascicato e sexy, in onda farai faville. Tutte le donne della città ti ascolteranno, soprattutto se andrai in onda di notte.» Rispondendo con un sorriso al brontolio del marito, riprese: «E so già per certo che sei l'argomento numero uno di conversazione da Wharton. Oggi, quando sono tornata al lavoro, Annie mi ha chiesto se sapevo chi fosse il nuovo arrivato in città. Pensa che Tom dovrebbe chiedere allo sceriffo di indagare su di te». Travis ridacchiò, ma Tom parve scosso. «Cosa diavolo hai fatto per attirare l'attenzione?» chiese al cugino. «Pare che flirti con Sarah.» Era stata Jeanette a rispondere, palesemente divertita. «E ora Annie è sul sentiero di guerra. Ho cercato di eludere le sue domande, perché so quanto tieni alla tua intimità, ma è bene che tu sappia che non demorderà tanto facilmente.» «Chi sarebbe questa Annie?» chiese Travis. «È una delle migliori amiche di Sarah. Sposata con Ty Townsend.» «Il lanciatore dei Braves?» Travis era impressionato. «È maledettamente veloce.» «Perché non rimandiamo a più tardi la discussione sulla 15


tua propensione al flirt e le capacità sportive di Ty?» intervenne Tom. «Torniamo alla questione della radio.» «A me continua a piacere» incalzò Jeanette, caparbia. «Credo che Travis avrebbe un enorme successo.» «E chi altri dovrebbe andare in onda il resto del tempo?» volle sapere suo marito. «Assumerà delle persone.» «Ci sono molti dj frustrati a Serenity?» ribatté Tom. «Non lo saprà finché non avrà fatto circolare la voce che intende assumere» disse Jeanette. «Io voto sì, ma dato che è evidente che mi sono messa contro la saggezza superiore di mio marito, lascio a voi due la decisione finale. Domattina presto ho una riunione al centro benessere.» Si chinò a dare al marito un bacio appassionato che riempì Travis di invidia. Stranamente, portò anche con sé l'immagine della cameriera di Wharton. E, probabilmente, non era una buona cosa. D'altra parte, si disse poi, forse non era più rischiosa dell'avventura radiofonica che aveva catturato la sua fantasia.

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Coccole e magnolie di Sherryl Woods Per una donna non è mai facile reinventarsi daccapo, soprattutto se si hanno due figli e un'autostima ridotta ai minimi termini per un matrimonio fallito. Ma quando le amiche fanno sentire Sarah Price di nuovo a casa, tutto pare possibile. Persino innamorarsi un'altra volta. Travis MacDonald sembra l'uomo dei sogni. Corteggiatore perfetto e fisico statuario, riesce a conquistare subito le fantasie erotiche e sentimentali di Sarah. Ma sarà l'uomo capace di garantirle la stabilità emotiva che cerca? E, soprattutto, Sarah è pronta a rimettersi in gioco?

Eredità nel cuore di Susan Mallery Tre sorelle, un unico impero. Chi tra loro si dimostrerà più abile negli affari erediterà tutto. Una sfida destinata a dividere o a unire per sempre. Lexi Titan è un'elegante e abile donna d'affari. Non lascia niente al caso ed è un'amara sorpresa scoprire che il finanziamento su cui contava per aprire un nuovo centro benessere in realtà non esiste. Nel frattempo la sua integrità viene scossa dall'incontro causal, con l'affascinante Cruz Rodriguez, ex ragazzo del barrio che ha fatto fortuna. Nessuno dei due ha dimenticato l'appassionata notte di dieci anni prima e rivedersi è una scossa di desiderio intenso per entrambi. Dopo aver messo a repentaglio gli affari è disposta a rischiare il proprio cuore?


DAL 31 MARZO


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