Debbie Macomber
Lettere dal passato
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: 1022 Evergreen Place Mira Books © 2010 Debbie Macomber Traduzione di Barbara Piccioli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2011 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance dicembre 2011 Questo volume è stato stampato nel novembre 2011 presso la Mondadori Printing S.p.A. stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn) HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 95 dello 02/12/2011 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Quasi a casa. Felice di aver terminato il turno, Mack McAfee svoltò per imboccare Evergreen Place, dove abitava al numero 1022. La vista di Mary Jo che lavorava in giardino, approfittando delle giornate più lunghe e della bellezza di una tipica primavera del Pacifico nordoccidentale, gli comunicò un immediato senso di pace. Alle sei, il sole splendeva ancora e il cielo aveva la limpidezza tipica degli inizi di maggio. Mack non riuscì a trattenere un sorriso. La giovane madre single era la sua inquilina, la sua amica e la donna che amava. Follemente. Quel giorno indossava un paio di jeans e un top rosa che aderiva in tutti i punti giusti, ed era deliziosa come sempre. Lì accanto, Noelle dormiva nel passeggino. Era stato Mack a contribuire a farla nascere, la vigilia di Natale. Era appena entrato a far parte del Corpo dei Vigili del Fuoco di Cedar Cove, e come ultimo arrivato gli era toccato il turno festivo. La serata era stata tranquilla, fino all'arrivo di una telefonata dal ranch degli Harding. C'era una donna in procinto di partorire. Mack aveva seguito un corso di paramedico, ma nulla avrebbe potuto prepararlo all'esaltazione provata quando la bambina era nata. Nell'attimo stesso in cui aveva emesso il suo primo vagito, Noelle gli aveva conquistato il cuore. E altrettanto aveva fatto, con il tempo, sua madre. Mack parcheggiò il furgone sul suo lato del viale di accesso e scese. Esternamente appariva calmo, ma aveva la mente in subbuglio. Non le vedeva da due giorni, ed era stato con il suo aiuto che Mary Jo aveva creato il piccolo giardino. «Ciao» lo 5
salutò lei. Si rialzò, spazzando via la terra dai jeans, e gli indirizzò un sorriso timido. «Ciao» rispose lui. Timoroso di lasciar trapelare i suoi sentimenti, finse di esaminare la fila ordinata di germogli verdi che cominciavano a spuntare. Dopo la sua dolorosa esperienza con David Rhodes, Mary Jo era ancora profondamente diffidente nei confronti degli uomini, anche se Mack stava facendo di tutto per guadagnarsi la sua fiducia. «Vedo che il giardino sta cominciando a prendere forma» commentò. Si chinò a sbirciare Noelle, che dormiva placidamente. Quella bambina lo aveva incantato. E così Mary Jo... «Ho sentito la tua mancanza in questi ultimi giorni» disse lei a bassa voce. Ecco una frase incoraggiante. «Sul serio?» Detestava mostrarsi troppo ansioso, perché sapeva di dover procedere con cautela. Aveva già commesso un grosso errore con Mary Jo, e non voleva fare altri passi falsi. «Be', sì. L'ultima volta che abbiamo parlato... insomma, lo sai.» A quel punto Mack si raddrizzò e nervosamente infilò le mani nelle tasche. «Hai detto che portare avanti il nostro fidanzamento non sarebbe stata una buona idea» continuò lei. Come se avesse bisogno che gli venisse ricordato. «Mi sembrava la soluzione migliore» borbottò. «Ma...» «E avevi ragione» lo interruppe Mary Jo. «È la cosa migliore, soprattutto se non mi ami.» Mack non riusciva a credere di aver davvero detto una cosa del genere. «Non è questo; pensavo soltanto...» «Capisco» tornò a interromperlo lei. «Ti eri offerto di sposarmi perché volevi proteggermi.» Lui la guardò socchiudendo gli occhi. «David Rhodes non ha più cercato di contattarti, vero?» La ragazza scosse la testa con enfasi. «No.» Il padre biologico di Noelle aveva minacciato più di una 6
volta di portarle via la bambina, e benché Mack lo giudicasse un bluff, Mary Jo si era lasciata prendere dal panico al punto che aveva deciso di fare ritorno a Seattle, a casa dei fratelli, che avrebbero potuto proteggerla. Temendo di perderle entrambe, a quel punto Mack aveva proposto che si sposassero. Mary Jo aveva accettato, purché rimandassero le nozze di sei mesi. Non era stata l'unica condizione che aveva posto. Aveva insistito perché fra loro non ci fossero contatti intimi. Era stato a quel punto che Mack aveva compreso l'entità del suo errore. Mary Jo si era trasferita a Cedar Cove unicamente per sfuggire alla soffocante sorveglianza dei fratelli maggiori. Offrendosi di sposarla, lui si era comportato come loro. La amava, certo, ma senza rendersene conto non aveva fatto che sostituirsi a un'altra forma di autorità. Non c'era da stupirsi se lei avesse scelto di temporeggiare. Il suo atteggiamento era cambiato subito dopo il fidanzamento. Aveva smesso di trattarlo come un amico; non scherzavano più e non si divertivano più a prendersi in giro a vicenda. Con la sua proposta, lui aveva conculcato il desiderio di autonomia di lei, e benché Mary Jo avesse acconsentito, era evidente che non lo aveva fatto perché lo amava. Era passato un mese prima che Mack capisse di dover rompere il fidanzamento. Nella sua ansia di sposarla, di farla sua, aveva rischiato di rovinare tutto. Perlomeno, si consolò, nessuno dei due aveva ancora annunciato il fidanzamento alla propria famiglia. Mack sapeva che i suoi non avrebbero capito subito i motivi della sua decisione e gli avrebbero fatto notare che lui e Mary Jo non si conoscevano abbastanza bene per assumersi un simile impegno. E avrebbero avuto ragione. Lui aveva agito d'impulso, lasciando che il prepotente desiderio di proteggerla avesse la meglio sul suo buonsenso. Ora però capiva di doversi muovere con prudenza, e lasciare che la loro relazione si evolvesse naturalmente. La sua incapacità di trattare le donne non gli era di aiuto. 7
Non che fosse un ingenuo, ma prima di conoscere Mary Jo non aveva mai avuto rapporti seri o duraturi. Aveva una sorella... be', due, in effetti. Anche se aveva scoperto l'esistenza di Gloria solo da pochi anni. Era sempre stato molto vicino a Linnette, e ora stava cominciando a instaurare una buona amicizia con la sorella da poco ritrovata. Linnette non gli aveva fatto mancare i suoi consigli quando era alle prese con una ragazza, ma da qualche tempo si era trasferita a Podunk, una cittadina del Nord Dakota, e benché si parlassero spesso per telefono, Mack non aveva avuto l'accortezza di chiedere la sua opinione prima di proporre a Mary Jo di sposarlo. Così, nel tentativo di rimediare a un errore, ne aveva commesso un altro. Aveva rotto il fidanzamento adducendo la scusa che, pur affezionato a Mary Jo, era soprattutto Noelle che amava. Al momento gli era parsa una spiegazione adeguata e ragionevole. Aveva sperato di restituire la libertà a Mary Jo e al tempo stesso salvare la faccia a tutti e due. Invece, non aveva fatto altro che complicare una situazione già abbastanza ingarbugliata. Insomma, non avrebbe potuto comportarsi in modo più maldestro. Avrebbe dovuto semplicemente limitarsi a essere onesto. Chiunque avesse detto che l'onestà era la miglior politica... Madre Teresa di Calcutta? Bill Clinton?, aveva assolutamente ragione. Il giorno dopo la loro conversazione lui era stato di turno in caserma, e da allora aveva pensato con ansia e disagio al momento in cui si sarebbero rivisti. E ora eccoli lì. «Non credo che David si farà più vivo» stava dicendo Mary Jo. «Penso che tu avessi ragione, e che le sue fossero solo vuote minacce. Vuole Noelle soltanto perché spera di usarla per convincere suo padre a scucirgli altro denaro.» Mack assentì. «Se però dovesse tornare a molestarti, chiamami. Me la vedrò io con lui.» Rimpianse quelle parole non 8
appena le ebbe pronunciate. Dopotutto, se aveva rotto con Mary Jo, era stato proprio per consentirle di risolvere da sola i suoi problemi. Invece di rispondere, lei si chinò a sistemare la copertina di Noelle. Profondamente frustrato, Mack trattenne un gemito, mentre estraeva le mani di tasca. «Credo che andrò a controllare se c'è posta...» borbottò. Si voltò per andarsene, ma Mary Jo lo richiamò. «Ho scoperto qualcosa su quelle lettere.» Lui la guardò confuso. «Quali lettere?» «Quelle che ho trovato sotto le assi all'interno del mio armadio» gli ricordò lei. Mack aveva momentaneamente dimenticato le missive d'amore risalenti alla Seconda Guerra Mondiale che lei aveva trovato per caso. «Raccontami» la esortò. «Preferirei fartele vedere.» «D'accordo.» «Potresti venire a cena» disse lei, di getto, e subito si azzittì, mordendosi il labbro inferiore. Sembrava pensare che forse, dopotutto, non sarebbe stata una buona idea. «Non sei tenuto, naturalmente...» «No, mi fa piacere.» La risposta di Mack suonò più entusiasta di quanto avesse inteso. «Voglio dire, se sei sicura che ti fa piacere.» «Certo...» Lui controllò l'ora. «Adesso sono le sei e un quarto. Diciamo fra un'ora?» Mary Jo annuì. «Fra un'ora.» Mack si sentiva improvvisamente il cuore più leggero. Forse, dopotutto, non aveva rovinato tutto come aveva temuto. «Ci vediamo fra un po', allora» disse con un sorriso pieno di sollievo. Era già sui gradini della porta di casa sua quando ricordò di 9
non averle chiesto come contribuire alla cena. Un'insalata, magari? No, meglio una bottiglia di vino. Si voltò e, sorpreso, vide Mary Jo che lo stava osservando. Lei si affrettò a distogliere gli occhi. «Che cosa devo portare?» chiese Mack. «Per la cena.» La ragazza si strinse appena nelle spalle. «Ho comperato del pollo per uno stufato con le verdure e infornato una teglia di biscotti. Non credo che ci serva altro.» «Che ne dici di una bottiglia di vino?» Lei annuì. «Allora ci vediamo verso le sette» ribadì Mack. Dopo aver ritirato la posta entrò in casa e, chiusasi la porta alle spalle, tirò un respiro profondo. L'eccitazione minacciava quasi di sopraffarlo. Di lì a meno di un'ora, avrebbe avuto l'opportunità di rimediare all'assurda, goffa rottura del fidanzamento. L'opportunità di cominciare daccapo, di riprendere la relazione con Mary Jo su un piano maggiormente paritario. Un quarto d'ora più tardi aveva fatto la doccia, si era rasato e aveva indossato vestiti puliti. Restava ancora mezz'ora di tempo da ammazzare, pensò, mentre si aggirava inquieto fra le stanze. Sapeva che quella sarebbe stata una serata importante, in cui avrebbe forse gettato le premesse per molte altre. In passato era andato spesso a casa di Mary Jo e Noelle. Lei allora lo invitava con una certa regolarità, ma, sospettava ora Mack, non perché bruciasse dal desiderio di averlo accanto. Semplicemente, era abituata ad avere gente intorno. In fondo, fino a poco tempo prima, aveva vissuto con i tre fratelli maggiori. Era lei a cucinare per l'intera famiglia, anche se Mack sapeva che i ragazzi svolgevano la loro parte di incombenze domestiche. In ogni caso, Mary Jo era abituata a preparare pasti per tre uomini che tornavano affamati dal lavoro, quindi perché meravigliarsi se esagerava sempre nella quantità? A quel punto, pensava Mack, per lei non era certo un problema invitarlo a condividere quello che aveva cucinato. 10
Era una mera questione di praticità. Non che si lamentasse. Proprio no. Gli piaceva stare con lei, fare parte della sua vita. Giocare con Noelle, intrattenerla... era il compito che gli spettava in occasione di quegli incontri. La teneva in braccio e la faceva ridere mentre Mary Jo dava gli ultimi ritocchi alla cena, e dopo di solito sedevano insieme sul divano a guardare la televisione, oppure giocavano a carte. Lei aveva fiuto per il gioco, come avrebbe detto il padre di Mack. E parlavano, naturalmente, mai però di argomenti profondi o troppo personali. Invece, discutevano dei libri che avevano letto o degli spettacoli televisivi che avevano visto, di amici comuni e dei conoscenti che avevano a Cedar Cove. Stavano bene attenti a evitare questioni di natura religiosa o politica, anche se lui era incline a pensare che sotto molti aspetti la pensassero nello stesso modo. A fine serata, si scambiavano il bacio della buonanotte. Dopo il loro cosiddetto fidanzamento, quei baci si erano stranamente fatti più fraterni che giocosi o appassionati. Era stato proprio quell'aspetto del loro rapporto a convincere Mack che l'idea di fidanzarsi non avrebbe mai potuto funzionare. Se pensava al modo in cui l'aveva trattata David Rhodes non poteva non capire la riluttanza di Mary Jo ad avviare una nuova relazione sentimentale. La sua fiducia negli uomini, e nella propria capacità di giudicarli, era stata profondamente scossa. Ma certo, pensava Mack, con il tempo avrebbe capito che lui non era tipo da venir meno alla parola data. Che voleva sinceramente bene a lei e alla bambina e non avrebbe mai fatto nulla che potesse danneggiarle o ferirle. Lo preoccupava la consapevolezza di non essere attraente come David Rhodes. Non era neppure altrettanto disinvolto e sicuro di sé, ma con ogni probabilità queste ultime qualità non attiravano più molto Mary Jo, non dopo la cocente delusione subita. A differenza di David, Mack non era alto, bruno e bello. Superava di poco il metro e settantacinque, e la tonalità 11
ramata dei capelli castani giustificava la spruzzata di efelidi che aveva sul naso. Era, immaginava, un tipo assolutamente nella media. Amava il suo lavoro presso il Corpo dei Vigili del Fuoco, ma dubitava che sarebbe mai stato scelto per uno di quei calendari che ritraevano splendidi esemplari maschili. Mary Jo, invece, era bella e lui non era sorpreso che un uomo come David Rhodes l'avesse notata. Mack aveva deciso da tempo che la bellezza della ragazza faceva parte del problema; la metteva automaticamente fuori della sua portata. Lei, ne era sicuro, avrebbe potuto avere qualunque uomo avesse voluto. Poteva soltanto sperare che, con il tempo, decidesse che era proprio lui che voleva. Quando bussò alla porta di lei, Mary Jo aprì subito, quasi fosse già dall'altra parte ad aspettarlo, anche se Mack lo riteneva poco probabile. Dal seggiolone, Noelle gorgogliò e agitò le braccia, una reazione che scelse di interpretare come un caloroso saluto riservato esclusivamente a lui. «Come sta la mia ragazza preferita?» Tese a Mary Jo la bottiglia di vino bianco che aveva prelevato dal proprio frigo, quindi andò dalla bambina. Mentre la prendeva in braccio, sorrise a Mary Jo. «Non la vedo da un paio di giorni appena, eppure giurerei che si è alzata di almeno due centimetri.» «Cambia di giorno in giorno» assentì lei. «Me ne accorgo anch'io.» Mack fece il solletico a Noelle, che rispose con un buffo gorgoglio che lo fece ridere. «Le lettere sono lì» disse Mary Jo, indicando il tavolino basso da caffè. Mack distolse lo sguardo dalla piccola il tempo necessario per lanciare un'occhiata alla scatola di sigari. Le lettere impresse sul coperchio erano sbiadite e la scatola appariva alquanto malconcia. «Quante sono?» domandò. «Oh, dozzine. Non mi sono sembrate così tante quando le ho trovate, ma solo perché la carta è sottilissima.» 12
La scoperta l'aveva letteralmente affascinata, e anche Mack era interessato, chi non lo sarebbe stato? Quelle missive rappresentavano un legame diretto con la storia del loro paese e gli avvenimenti più importanti che avevano caratterizzato il secolo precedente. «L'articolo che ho letto su Internet diceva che la carta veniva chiamata buccia di cipolla e le lettere erano note come lettere V.» Mary Jo sorrise. «Credo che V stia per vittoria.» Si sedette sul divano e Mack la imitò, con la bambina ancora tra le braccia. Divideva la sua attenzione fra le due. «Le ho lette tutte due volte» continuò lei. «Sono indirizzate a una certa Joan Manry.» «Sì, ricordo.» Nel risentirlo, Mack rammentò il nome della destinataria, benché avesse scordato quello del mittente. «Lui chi era?» «Jacob Dennison, un maggiore. Di stanza in Europa durante l'ultima guerra. Alcune delle lettere hanno brani cancellati, altre invece sono intatte. Sai, ho letto che c'erano più di duecento uffici addetti alla censura. Il loro lavoro consisteva nell'assicurarsi che i militari non rivelassero informazioni riservate.» Si interruppe un momento. «Ovviamente, questo non spiega perché le lettere fossero nascoste.» «Sono sicuro che questo abbia a che fare più con eventuali problemi di Joan che di Jacob.» «Be', anche con i tratti cancellati, restano terribilmente affascinanti. Non vedo l'ora che le legga anche tu.» Mack annuì, contagiato dal suo entusiasmo. «Joan lavorava al cantiere di Bremerton» riprese Mary Jo. «E viveva con la sorella maggiore. Elaine... la sorella... era sposata, e suo marito si trovava da qualche parte nel Pacifico. Pare che Joan abbia conosciuto il maggiore a un ballo e che abbiano cominciato a scriversi quando lui è stato mandato in Inghilterra.» Nel frattempo Mack si faceva ballare sulle ginocchia Noelle, che sembrava gradire. 13
«Mi piacerebbe proprio dare un'occhiata alle lettere» dichiarò a quel punto. «Questa è la prima. Le ho disposte in ordine cronologico.» Mary Jo spiegò con cura il foglio e glielo porse. Magg. Jacob Dennison 36354187 Hgs. Co. Hgs. Cond. 1st Plotone trasporto aereo Base Regno Unito Ufficio postale militare 413 PM N.Y., N.Y. 15 gennaio 1944 Cara Joan, Come sta la ragazza del mio cuore? La mia unica e sola ragazza! Ho ricevuto un'altra tua lettera. Quando me l'hanno consegnata e ho visto l'indirizzo del mittente, non ho potuto fare a meno di sorridere. L'ho letta tre volte, perché in questo modo mi sento più vicino a te. Sento terribilmente la nostalgia di casa, ma se chiudo gli occhi e immagino il tuo viso ho l'impressione di stare meglio. Ti penso molto, mi aiuta quando rammento i posti che mi sono familiari e le persone che amo. Prima di entrare nell'esercito, non ero mai uscito dallo stato di Washington. Mi hanno scritto anche i miei. Mio fratello è nel Pacifico e pare che veda un sacco di azione. A volte vorrei essermi arruolato nei marines invece che nell'esercito, perché sono ansioso di fare la mia parte per mettere fine a questa guerra. Nessuno sa per quando sia prevista l'invasione. Presto, spero. Ci hanno addestrati giorno e notte e sto quasi cominciando ad abituarmi a saltare giù da un aereo. Pazzesco, vero? Mia madre diceva sempre che ero uno scavezzacollo. Immagino che avesse ragione. Sono contento che tu abbia ricevuto il mio regalo di Natale, e scusami se ti è arrivato in ritardo. Spero, il prossimo Natale, di essere con te. È quello che penso sempre quando ascolto alla radio Bing Crosby che canta I'll be Home for Christmas. 14
Quanto a Elaine, non so davvero cosa dire, ma mi angustia sapere che ti sta causando problemi. Vorrei capire che cosa ha contro di me. Credi che sarebbe di aiuto se le scrivessi? Farò tutto quello che vorrai, proprio tutto, a parte rinunciare a te. Ti scriverò ancora appena mi sarà possibile. Un mondo di baci e di abbracci Jacob Mack posò la lettera e lesse rapidamente le due successive. «Non sono meravigliose?» Mary Jo osservava quasi con avidità la sua reazione. Lui non avrebbe potuto essere più d'accordo. «Lo sono, sì.» Allungò la mano a prenderne un'altra. Magg. Jacob Dennison 36354187 Hgs. Co. Hgs. Cond. 1st Plotone trasporto aereo. Base Regno Unito Ufficio postale militare 413 PM N.Y., N.Y. 3 marzo 1944 Carissima Joan, Come sta la mia ragazza preferita? All'inizio della settimana ho avuto un giorno di licenza e sono andato a Londra a mangiare pesce fritto e patatine. Erano i più buoni che avessi mai assaggiato, e non è poco, dato che sono nato e cresciuto nei pressi di Puget Sound. Mio padre adorava pescare e la mamma faceva la trota fritta più saporita che si possa immaginare. Il pesce che ho mangiato a Londra era diverso, e me lo hanno servito avvolto in un foglio di giornale. Ho perfino preso un treno per Stratford per assistere a una delle tragedie di Shakespeare. Hai mai visto Re Lear? A dire la verità, non sono esattamente un appassionato del linguaggio aulico, ma era un buon lavoro, e ha spezzato la monotonia delle mie giorna15
te. Alcuni degli altri si sono ubriacati e non sono rientrati in orario alla base. Non voglio fare il bacchettone, ingurgito anch'io la mia dose di birra, ma sono abbastanza furbo da capire che non devo esagerare. Grazie per le tue lettere. Non so dirti quanto significhino per me. Mi basta vedere l'indirizzo 1022 Evergreen Place sull'angolo della busta perché il mio umore migliori all'istante. Incontrarti è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Ti amo, Joan. Hai detto che era troppo presto per dichiarazioni simili, ma io so quello che provo. E non si tratta soltanto della lontananza da casa, come immagini tu. Il mio è un sentimento reale. Dici che è impossibile conoscere davvero qualcuno per lettera, ma io credo che si possa. Quanto meno, ho la sensazione di conoscerti, e tu sei sicura di poter dire in tutta onestà di non conoscere me? Quando tornerò a casa, se Dio lo vorrà, ti chiederò nel modo giusto, mettendomi in ginocchio davanti a te, di diventare mia moglie. Ti scrivo di nuovo domani. Scrivimi anche tu. Cercherò di restare in contatto quanto più possibile, ma è l'ora in cui si spengono le luci, e devo lasciarti. Baci e abbracci, Jacob Mary Jo si protese leggermente in avanti. «Sei riuscito a sapere qualcosa dal precedente proprietario della casa?» chiese. «Voglio scoprire tutto il possibile sul conto di Joan e Jacob.» Mack aveva dimenticato di averle promesso di informarsi presso il padrone di casa, anche se naturalmente non era necessario, dato che le due case comunicanti appartenevano a lui. Ora rimpiangeva di aver mentito a Mary Jo in proposito. Sapeva che lei non avrebbe reagito bene alla modestia dell'affitto che pagava, se avesse saputo che era lui il suo padrone di casa. Lo avrebbe interpretato come un gesto di condiscendenza, o magari avrebbe pensato addirittura che Mack si aspettava qualcosa in cambio. 16
Soffocò un sospiro di pura desolazione. Si stava cacciando in una situazione sempre più precaria. Prima o poi, avrebbe dovuto dirle la verità, e lo avrebbe fatto, quando il momento gli fosse sembrato opportuno. Anche se non era affatto certo che avrebbe saputo riconoscere quel momento... «Ho detto che mi sarei informato, vero? Scusa, non l'ho ancora fatto.» «Oh, non importa.» Mary Jo non sembrava irritata. «Pronto per andare a tavola?» Solo allora lui si accorse che la tavola era già apparecchiata, con la pentola di stufato e il vassoio dei biscotti al centro, e davanti a ogni piatto i bicchieri per l'acqua e il vino. «Ho dato da mangiare a Noelle prima che tu arrivassi» riprese lei. Era un modo per dirgli di rimettere la bambina nel seggiolone e sedersi a tavola. Mack obbedì. Mary Jo era un'ottima cuoca, brava come sua madre, e non era un complimento da poco. Aveva perso i genitori quando frequentava ancora le superiori, e si era assunta l'incarico di badare alla casa, anche se più per necessità che per un autentico desiderio. Nondimeno, sembrava che cucinare le piacesse, ed era per lei motivo di orgoglio preparare pasti al tempo stesso nutrienti e dall'aspetto invitante. Mack non era pigro nelle faccende domestiche, o almeno così amava pensare, ma prima dell'arrivo di Mary Jo i suoi pasti erano stati a dir poco raffazzonati, e si limitava ad affidarsi al microonde e alle varie tavole calde disponibili a Cedar Cove. Non aveva l'abitudine di capitare inatteso a casa dei suoi ma, quando lo faceva, sua madre insisteva sempre perché si fermasse a cena. E non succedeva spesso che lui rifiutasse. «Ehi, è ottimo!» esclamò dopo il primo boccone. Era sincero. Teneri pezzi di pollo, verdure fresche cotte al punto giusto così da mantenersi croccanti, e un sughetto delizioso. Quanto ai biscotti che li accompagnavano, si scioglievano letteralmente in bocca. «Sarebbe anche troppo facile abituarsi a man17
giare sempre così!» esclamò lui a quel punto in tono allegro. Mary Jo non replicò. Oh, santo cielo, lo aveva fatto di nuovo. Avrebbe mai imparato? «Uh, non intendevo dire che... volevo soltanto tu sapessi che è squisito... non sto insinuando nient'altro» farfugliò. Mary Jo posò con attenzione la forchetta accanto al piatto. «Lo temevo.» «Temevi che cosa?» Mack deglutì prima di aver finito di masticare, e un pezzo di biscotto rischiò di soffocarlo. «Fra noi c'è ancora imbarazzo, non trovi?» mormorò lei. Lui annuì, afferrò il bicchiere del vino e bevve un lungo sorso. «Non c'è bisogno che ti sforzi tanto, Mack.» Lui aggrottò la fronte. Non era sicuro di capire che cosa intendesse dire. «Siamo amici, giusto?» insistette Mary Jo. «Amici» ripeté lui. «Bene.» Annuì, soddisfatta. «E gli amici si sentono a loro agio insieme. Non ha senso preoccuparsi che quello che diciamo possa venire interpretato nel modo sbagliato o che appaia inappropriato.» Mack tossì e annuì di nuovo. «Quindi rilassati e goditi la cena. Piantala di avere paura di offendermi, d'accordo?» Il sorriso con cui Mary Jo accompagnò quelle parole fu abbagliante. «Okay.» Lei aveva inteso metterlo a proprio agio, invece il suo commento aveva sortito l'effetto contrario. Sì, erano amici, ma lui aveva sperato che sarebbero diventati molto di più.
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