J2361 LO SCEICCO INNAMORATO

Page 1


Lo sceicco innamorato In due nel deserto


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Sheikh In The City Accidentally The Sheikh's Wife Harlequin Mills & Boon Romance © 2010 Jackie Braun Fridline © 2010 Barbara McMahon Traduzione di Rita Orrico Traduzione di Laura Polli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly luglio 2010 Questo volume è stato impresso nel giugno 2010 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico bisettimanale n. 2361 dell' 8/7/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/2/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Jackie Braun

Lo sceicco innamorato


1 «Credo di aver finalmente capito chi è l'ospite d'onore» dichiarò Arlene Williams dalla porta della cucina, che aveva socchiuso per spiare nella sala da pranzo degli Henderson. Babs e Denby Henderson avevano spesso a cena nella loro casa di Park Avenue personaggi in vista: politici, noti accademici, scrittori e aristocratici europei. Emily Merit, che aveva fornito loro il servizio di catering negli ultimi cinque anni, non dubitava che l'ospite d'onore di quella sera fosse un personaggio altrettanto importante. «Non tenermi sulle spine, allora» pregò la sua assistente, mentre sistemava il dessert sul piatto. Arlene la guardò in tralice prima di rispondere. «Credo che sia il modello di quella pubblicità di intimo maschile.» Emily sollevò lo sguardo dal piatto che stava decorando. «Parli di quello che si vede dappertutto, dalla fermata degli autobus alla metropolitana?» «E dici di aver rinunciato agli uomini!» l'accusò Arlene con un sorrisetto sornione. «Ed è così, ma quella pubblicità è impossibile da evitare.» La sua assistente tornò a spiare nella sala da pranzo e 5


la sua espressione divenne pensosa. «Oppure è l'attore che fa la parte di un agente della CIA in quel nuovo film di spionaggio. Hanno entrambi la stessa bocca sensuale.» Emily alzò gli occhi al cielo. Mentre lei si era ripromessa di non badare più agli uomini, aveva perso il conto degli esemplari maschili che Arlene aveva tirato in ballo soltanto nell'ultimo mese. «Vieni via dalla porta e dammi una mano con i dessert, piuttosto.» «Oh-oh. Lui... sta venendo qui.» Emily sospirò. Se c'era una cosa che non amava, era il pubblico durante il lavoro. Non le piaceva essere disturbata dai clienti, soprattutto se entravano in cucina per flirtare con la sua assistente. «È con la signora Henderson» aggiunse quest'ultima, prima di richiudere la porta. Lei si rilassò. Credeva di sapere perché la padrona di casa e il suo ospite d'onore stessero venendo in cucina. Emily aveva incontrato Babs Henderson cinque anni prima grazie a un progetto di lavoro che il suo allora fidanzato Reed stava conducendo col marito di Babs. In un'occasione la compagnia di catering che gli Henderson avevano ingaggiato aveva cancellato l'impegno all'ultimo momento e Reed aveva suggerito loro di rivolgersi a Emily. A quel tempo, appena uscita dalla scuola alberghiera, lei cucinava per piccoli gruppi di amici o familiari e una cena importante come quella organizzata dagli Henderson l'aveva spaventata a morte. Tuttavia, la serata si era rivelata un vero successo e i padroni di casa, il trampolino di lancio per la carriera di Emily. Come cliente, Babs era piuttosto esigente, ma aveva molte conoscenze nell'alta società e sembrava avesse abbracciato la missione di far conoscere la sua cuoca preferita al maggior numero di potenziali clienti. 6


Era in parte grazie agli Henderson che Emily era riuscita a rinnovare la cucina del suo altrimenti modesto appartamento nell'East Village, senza intaccare i risparmi che stava accantonando per il ristorante che sognava un giorno di aprire. Era ovvio pensare che la padrona di casa stesse portando il suo ospite in cucina per le presentazioni. Per Emily il titolo di potenziale cliente contava molto più della sua professione, anche se si fosse rivelato davvero il modello dai bicipiti scolpiti che si vedeva su dozzine di cartelloni pubblicitari sparsi per la città. Arlene sollevò il vassoio con i dolci e lasciò la cucina un attimo prima che Babs facesse il suo ingresso accompagnata dall'uomo del mistero. La padrona di casa era avvolta in un abito vintage di Dior e la sua elaborata acconciatura era così alta sulla testa che a Emily fu impossibile vedere il suo ospite mentre entrava. «Emily, mia cara, stasera hai superato te stessa!» proclamò Babs nel suo solito tono drammatico. Il suo sorriso risplendeva tanto quanto il grosso pendente di diamante che impreziosiva il suo décolleté. «Tutti i miei ospiti sono entusiasti del salmone in crosta aromatica.» Detto ciò, prese sottobraccio il suo accompagnatore e lo tirò al proprio fianco. «Incluso il mio ospite molto speciale, lo sc...» «Per favore, mi chiami Dan» intervenne lui. Non si trattava del modello di biancheria intima maschile, ma Emily restò ugualmente a bocca aperta. Non poteva biasimare la sua assistente per aver trascorso metà della serata sulla porta della cucina a spiarlo e a fare commenti ammirati. Quell'uomo era un vero schianto. Tuttavia, il nome Dan non gli si addiceva: troppo semplice. Troppo... occidentale. 7


Ecco perché lei sollevò un sopracciglio e ripeté: «Dan?». «È quello che voi chiamereste un soprannome.» Le parole furono pronunciate con un vago accento straniero, impossibile da identificare, ma l'effetto su di lei fu potente. Emily ebbe la visione bizzarra dei suoi ormoni che si riscaldavano e soffriggevano come verdure saltate in olio bollente. La preoccupava il fatto di non essere immune al fascino di quell'uomo. L'avrebbe desiderato con tutto il cuore e, dopo quanto era successo con Reed, avrebbe dovuto provare indifferenza. Dan riprese a parlare. «In genere, per i vostri connazionali è più facile da pronunciare del mio nome.» Era una soluzione sensata, ma lui non aveva l'aspetto di un Dan. E non somigliava al modello a cui aveva accennato Arlene, sebbene avesse il fisico adatto. Era alto e snello e il corpo atletico era enfatizzato dal completo di alta sartoria che indossava. Il suo volto però era più marcato e mascolino di quello del modello in questione e gli occhi color cioccolato enigmatici e penetranti. I capelli erano neri come l'ebano, abbastanza corti per conferirgli l'aspetto dell'uomo d'affari, ma sufficientemente lunghi per far desiderare a una donna di passarvi le dita. Emily tese la mano, ma solo per stringere quella di lui. «Sono Emily Merit.» Il suo palmo era caldo contro quello di lei, la stretta energica ma gentile. Emily si scoprì a concentrarsi sulla stretta di mano per non analizzare la bizzarra reazione del proprio corpo a quel semplice contatto. In quel momento le sembrava che gli ormoni dalla padella fossero passati alla brace. Quando la stretta finì, lei si lisciò la giacca da cuoca. Non era una persona vanitosa per natura, ma la perfezio8


ne fisica di quell'uomo la rendeva penosamente consapevole del proprio aspetto, coi capelli raccolti in uno stretto chignon e il trucco della mattina che doveva ormai essersi dissolto. Fu Babs a rompere il silenzio. «Come ti dicevo, Dan, mio marito e io ci rivolgiamo solo a Emily. Per quanto ci riguarda, lei è la migliore a Manhattan.» Lui annuì e piegò le labbra in un sorriso tanto caldo quanto era stata la sua stretta. Dimentica la brace, si disse Emily: ormai la sua temperatura corporea aveva raggiunto il grado di ebollizione. «Allora devo averla» dichiarò lui. Si era reso conto del doppio senso implicito in quella frase? La sua espressione era indecifrabile. Ma Emily ne era più che mai conscia, tanto che quando parlò di nuovo non riuscì a evitare di balbettare. «Ma... n... non conosco nemmeno il suo cognome!» «Mi permetta di rimediare. È Tarim.» Stavolta gli angoli della sua bella bocca si piegarono all'insù e il divertimento accese i suoi occhi. Lei non era divertita, visto il modo assurdo in cui stava reagendo alla sua presenza. Non solo non era nel suo carattere, ma era anche poco professionale. Ricordò a se stessa che era una cuoca rispettata e quotata, diplomata in una delle migliori scuole alberghiere del paese e non una sciocca ragazzina del liceo che rivolgeva la parola per la prima volta al quarterback della squadra di football. Babs si schiarì la gola. «Se voi due volete scusarmi, dovrei tornare dai miei ospiti. Emily, promettimi di non tenere Dan occupato troppo a lungo. Gli altri sono ansiosi di passare più tempo con lui.» «Lo caccerò dalla cucina il prima possibile» replicò 9


lei con un sorriso a denti stretti. Ed era proprio ciò che intendeva fare. «Che cosa posso fare per lei, signor Tarim?» gli chiese, non appena furono soli. «Mi chiami Dan, per favore. E io posso chiamarla Emily?» «Certamente.» Il suo nome, che lei aveva sempre considerato banale e antiquato, suonava quasi esotico pronunciato da lui. «Vorrei dare una cena per ringraziare alcune delle persone di cui sono stato ospite durante il mio soggiorno qui.» «È la prima volta che viene a New York?» «No. Vengo qui diverse volte all'anno per questioni d'affari. In passato ho ingaggiato un'altra agenzia di catering per le mie cene ma dopo aver assaggiato la sua cucina, ho deciso di cambiare.» «Grazie, ne sono lusingata.» Gli abiti di lui trasudavano ricchezza, senza dubbio poteva permettersi di ingaggiare qualsiasi chef e il fatto che si rivolgesse a lei non poteva che farle piacere. Negli ultimi anni aveva lavorato come una matta per crearsi una clientela e consolidare la propria fama. Sapere che i suoi sforzi erano ripagati l'aiutava ad accettare i sacrifici che la sua carriera comportava a livello personale. Il pensiero andò senza volere a Reed. Erano stati insieme per sei anni. Tutti, inclusa Emily, avevano dato per scontato che un giorno si sarebbero sposati. Ripensandoci adesso, però, era evidente che nel loro rapporto c'erano state diverse falle, che col passare del tempo si erano solo ampliate. Finché il catering aveva costituito un lavoro part-time, Reed era sembrato orgoglioso di lei, ma quando era diventato una vera professione, portando guadagni e sufficienti apprezzamenti da farla apparire sul New York Ti10


mes, l'entusiasmo del suo fidanzato si era raffreddato in modo considerevole. Quando lei gli aveva parlato del suo sogno di aprire un ristorante, lui aveva fatto di tutto per scoraggiarla, menzionando le statistiche circa il numero di attività che fallivano ogni anno. Alla fine, lui aveva trovato un'altra: la sorella di Emily. «La lista degli invitati non includerà più di sei persone, oltre a me» spiegò Dan, riportandola al presente. «Che data aveva in mente?» volle sapere lei. «Il sabato della prossima settimana» rispose lui, guardandola con espressione di scusa. «So che il preavviso è breve, ma come ho detto di solito mi rivolgo a un'altra agenzia. Spero che lei trovi tempo per me nella sua agenda. Come ha giustamente detto la nostra ospite, lei è la migliore.» Le labbra di lui si spiegarono in un altro magnifico sorriso, ma stavolta, immersa com'era in questioni d'affari, lei fu in grado di ignorare l'ondata di calore. Dan, anche noto come sceicco Madani Abdul Tarim, non era il tipo di persona che rinunciasse al meglio. Grazie al suo titolo e alla sua ricchezza, non era mai stato costretto ad accontentarsi di qualcosa di meno. La cena di quella sera era stata davvero eccellente, ma doveva ammettere che non si era aspettato che a prepararla fosse una cuoca tanto giovane. O tanto attraente. Malgrado la divisa e i capelli stretti in un austero chignon, non poteva negare l'interesse tutto maschile che si era risvegliato in lui nell'incontrarla. Ovviamente, non avrebbe dato seguito a quell'attrazione: presto il suo fidanzamento sarebbe stato ufficializzato e lui non sarebbe più stato sul mercato per alcun tipo di relazione, casuale 11


o a lungo termine. Tuttavia, Emily Merit gli fece quasi desiderare che il suo futuro non fosse stato deciso, quando era ancora un bambino. Diede la colpa ai suoi occhi. Erano una straordinaria combinazione di blu e verde, che gli ricordò il Mediterraneo, dove i suoi avevano una residenza estiva. Lo sguardo di lei era franco e diretto, come a dire che lei si considerava alla sua pari. Quel dettaglio gli piaceva. Di fatto, il suo rango intimidiva fin troppe persone, uomini o donne che fossero. Forse per questo aveva deciso di presentarsi solo come Dan. Madani preferiva l'anonimato, che gli permetteva di entrare in contatto con le persone in modo più naturale. Per questo la esortò a dargli una risposta. «Allora, che cosa ne pensa?» «Purtroppo quel giorno ho già in agenda una festa di compleanno per un bambino di cinque anni.» «Le porterà via tutto il giorno?» «In circostanze normali no» replicò lei, «ma questa festa in particolare si terrà a un'ora di macchina da qui, in Connecticut e i genitori insistono per un pranzo che definirei epicureo.» «Non è d'accordo con la loro scelta del menu?» intuì lui. «Non sta a me approvare o meno le scelte dei clienti» fu la diplomatica risposta di lei. «Ma?» insistette lui, sollevando un sopracciglio. Lei esitò prima di rispondere. «È solo che non credo che dei bambini di quell'età possano apprezzare certe scelte. Ci sono cibi poco adatti ai palati giovani.» Madani ridacchiò, affascinato dalla sua onestà. «Che cosa hanno ordinato? Tartine al caviale?» «Qualcosa del genere» ammise lei e stavolta sorrise, così che una piccola fossetta sulla guancia conferì un'aria 12


sbarazzina ai suoi lineamenti classici. «Per fortuna sono riuscita a dissuaderli dall'ordinare gli antipasti a base di fegato d'oca. Ma anche così, sono sicura che resteranno molti avanzi.» «Quindi significa che non sarà disponibile?» Emily si morse il labbro. Madani trovò quel piccolo gesto tremendamente sexy. «Forse posso liberarmi» annunciò lei, alla fine. «Potrei affidare l'incarico della festa di compleanno alla mia assistente. Certo, molto dipende dall'orario della sua cena e dal menu che le piacerebbe proporre.» Lui non avrebbe saputo dire se il sollievo che provò fosse dovuto al fatto di essersi assicurato un'ottima cuoca o dall'idea che l'avrebbe rivista. «So essere molto flessibile all'occorrenza. Quando possiamo incontrarci per discutere i dettagli?» «Sono libera domattina, se per lei va bene.» Madani aveva tre appuntamenti di fila la mattina seguente, ma decise senza esitazione che avrebbe trovato un momento anche per lei. Al contempo, si rifiutò di analizzare le ragioni di tanto entusiasmo. Emily gli porse il proprio biglietto da visita. «Mi alzo presto, la mattina, quindi si faccia pure vivo in qualunque momento, dopo le nove.» Dan aveva ancora il biglietto nelle mani e un sorriso stampato in viso, quando incontrò il proprio autista da basso, un paio d'ore dopo. «Vedo che è stata una bella serata» esordì Azeem Harrah. Oltre che suo autista personale, Azeem era anche confidente e guardia del corpo di Madani. I due uomini erano amici d'infanzia e il padre di Azeem era membro anziano del parlamento di Kashaqra. Suo zio era giudice della corte suprema. Azeem stesso era colto e a volte fin 13


troppo franco, ma soprattutto era leale, a Madani e al suo paese. «Molto bella. Gli Henderson sono ospiti generosi e il cibo era... squisito.» Il sorriso si ampliò. «Conosco quel sorriso» commentò Azeem con una risata, mentre s'immetteva nel traffico. «C'è di mezzo una donna.» Madani divenne serio. «Ti sbagli, amico mio.» «Davvero?» «Quei giorni sono finiti.» «Perché?» lo sfidò l'altro. «Sai bene perché, anche se non sei d'accordo con la mia decisione.» «Sì, perché non è stata una tua decisione» ribatté Azeem. «Non posso credere che proprio tu abbia acconsentito a un matrimonio combinato.» A Kashaqra Madani era noto per le sue idee molto più progressiste di quelle del padre, sebbene l'anziano sceicco Adil Hammad Tarim avesse promosso molte riforme. «Conosci le mie motivazioni.» «La salute di tuo padre è buona, sadiqi» gli fece notare Azeem, usando il termine arabo per amico. «L'attacco di cuore dell'autunno scorso è stato lieve.» Ma non era sembrato tale sul momento. Madani chiuse gli occhi, ricordando come il volto del padre fosse sbiancato, prima di stramazzare a terra. Padre e figlio avevano discusso proprio della questione del matrimonio combinato. Madani aveva cercato di far cancellare l'accordo, ma suo padre non aveva voluto sentire ragioni. La sua unione era frutto di un matrimonio combinato che aveva funzionato alla perfezione e per questo era convinto che lo stesso sarebbe successo al figlio. «Lui desidera che io sposi Nawar» insistette. 14


Azeem scosse la testa. Non capiva, e Madani non si aspettava che lo facesse. «D'accordo, ma non sei ancora fidanzato ufficialmente. Non ci sarebbe niente di male se ti concedessi un'ultima... scappatella, come dicono gli americani.» Madani fissò lo sguardo fuori del finestrino e lasciò cadere l'argomento. Era vero: non era ancora fidanzato ufficialmente. L'annuncio sarebbe stato dato alla fine dell'estate. Tuttavia, non era libero. In quel senso, non lo era mai stato. Emily arrivò a casa poco prima di mezzanotte. Era esausta, ma anche galvanizzata dall'esito della serata. Oltre all'enigmatico Dan, altri due ospiti avevano richiesto il suo biglietto da visita; come al solito gli Henderson l'avevano pagata profumatamente e una volta detratte le spese per gli ingredienti e il personale extra, sarebbe stata in grado di depositare una bella sommetta sul suo conto in banca. Le occorsero tre viaggi dall'appartamento al furgone e ritorno per scaricare tutto il materiale. Una volta a casa, le sarebbe piaciuto sprofondare sul divano, ma preferì sistemare l'attrezzatura in cucina, in modo da trovare l'appartamento, che fungeva anche da ufficio, in perfetto ordine il giorno seguente. Era quasi l'una di notte quando finalmente si distese sul divano e poggiò i piedi sulla pila di lettere che doveva ancora leggere. Si trattava per la maggior parte di bollette e volantini pubblicitari, ma una busta conteneva un messaggio personale e richiedeva una risposta. Emily si mise seduta e suo malgrado aprì la busta bianca, di cui conosceva in anticipo il contenuto: l'invito al matrimonio della sua sorella minore. Il cartoncino di avorio era in carta vellum, di prima qualità. Gli inviti do15


vevano essere costati una piccola fortuna, ma per i genitori di Emily nessuna spesa era eccessiva pur di far felice la loro amata Elle. Ai loro occhi, la minore delle loro figlie non sbagliava mai. Nemmeno il fatto che stesse per sposarsi con l'ex fidanzato di Emily e che avesse cominciato a frequentarlo quando lui e la sorella stavano ancora insieme avevano suscitato particolare sconcerto. Piuttosto, a Emily era stato chiesto di mostrare più comprensione e di essere felice per sua sorella. Elle Lauren Merit e Reed David Benedict richiedono l'onore della Sua presenza alle nozze che... Emily non lesse oltre, prima di accartocciare il biglietto e gettarlo nel cestino della carta da riciclo. Non aveva nessuna intenzione di onorare Elle e Reed con la propria presenza e men che meno di indossare l'abito scelto da sua sorella per le damigelle d'onore. Il problema non era non riuscire a perdonarli: Emily era certa di essere superiore a certi risentimenti, anche di fronte a un tradimento di quell'entità. A infuriarla era il fatto che nessuno dei due si fosse degnato di riconoscere il proprio errore, o di addurre una qualche scusa. Al contrario, Elle aveva strumentalizzato la vicenda sostenendo che al vero amore non ci si poteva opporre. «È il destino, Em, la risposta alle mie preghiere. Reed e io siamo fatti l'uno per l'altra» aveva avuto il coraggio di dichiarare. Come se l'ineluttabilità del tradimento lo avesse reso meno doloroso. Quanto a Reed, la sua reazione era stata addirittura peggiore. Aveva dato la colpa della propria infedeltà a Emily. «Se non fossi sempre così impegnata col tuo catering, avresti notato quanto ero infelice» le aveva detto. «Ho un'attività da mandare avanti, Reed» gli aveva fatto notare lei. Attività che lui era stato ben disposto a 16


incoraggiare, finché gli aveva fatto comodo. «Non ricordarmelo» si era lamentato lui. «Sei molto richiesta di questi tempi.» «Ti aspetti che mi scusi per il fatto che ho successo?» «No, ma non dovresti essere sorpresa che con tutto il tempo che ho trascorso da solo, io abbia trovato un'altra.» «L'altra è mia sorella!» aveva sbottato lei, indignata. Lui si era stretto nelle spalle. «Elle mi capisce. Non le interessa mettersi in proprio o lavorare tutto il giorno: vuole solo aiutarmi nella mia carriera.» Emily era rimasta a bocca aperta, chiedendosi se Reed fosse sempre stato così maschilista o se era stata l'invidia per il suo successo a scatenare il suo egoismo latente. In entrambi i casi, era furibonda. «Quindi, secondo te, se le donne hanno una carriera impegnativa o cercano di realizzare i loro sogni, devono aspettarsi che i loro uomini le tradiscano. È questo che stai dicendo?» «Voglio dire che nessun uomo ama essere messo al secondo posto nella vita della sua donna.» Mentre lui era chiaramente più che disposto a mettere in pratica questo comportamento. Tuttavia, c'era un fondo di verità in ciò che affermava Reed e così Emily aveva deciso che se nella sua vita c'era posto per un solo amore, tanto valeva fosse la cucina. Emily sospirò e si riscosse da quegli sgradevoli ricordi. Si alzò dal divano e si diresse nella camera da letto che fino a un anno prima aveva diviso col futuro sposo di sua sorella.

17


SUPER OFFERTA ESTIVA:

4 uscite 2 in 1

più pagine più convenienza! Questo mese La notte delle lanterne

2360 di L. Gordon

Per Olivia la partenza per la Cina vuol dire un taglio netto con il passato e una nuova prospettiva di vita, fatta anche di amore.

La legge dell’amore

di M. Way

Skye deve tornare a Djinara e questo significa fare i conti con tutto ciò che ha cercato di dimenticare. Non ultimo, il suo primo amore.

Lo sceicco innamorato

2361 di J. Braun

Emily non desidera altro che Madani, affascinante sceicco prossimo sposo di un’altra, si accorga finalmente di lei.

In due nel deserto

di B. McMahon

Per Bethanne recitare la parte della fidanzata di Rashid sarà l’inizio di una travolgente storia d’amore nella cornice del Golfo Persico.

Nel cuore del milionario

2362 di C. Colter

Molly, una ragazza dal cuore d’oro, si imbatterà in un cinico uomo d’affari che le farà vivere un meraviglioso sogno d’amore.

Tra carriera e amore

di C. Wenger

Mari, rampante amministratore delegato, culla il sogno di una famiglia con il suo amore di sempre.

Un’assistente tutta da scoprire

2363 di R. Winters

Dana si ritroverà in breve tempo da timida assistente a protagonista sul set più importante: la sua vita!

La fidanzata del direttore

di N. Beynon

Ava deve lottare tra l’amore e la realtà televisiva dove tutto è permesso pur di aumentare l’audience.


SUPER OFFERTA ESTIVA:

4 uscite 2 in 1

più pagine più convenienza! Il prossimo appuntamento Scommessa con lo sceicco

2364 di S. Mallery

Per Victoria una partita a poker è l’inizio di un’avventura nel deserto e l’incontro ravvicinato con l’affascinante sceicco Kateb.

Il fiore del desiderio

di D. Palmer

Lettera dopo lettera, Jennifer arriverà nella tenuta dei fratelli Culhane e rimarrà folgorata dagli ideali dell’affascinante Everett.

Un’amica speciale per il milionario

2365 di A. Blake

Cosa succede quando uno scapolo è alle prese con la paternità? Zac potrebbe avere bisogno dei consigli della dolce Meg.

Il ricco proprietario del suo cuore

di L. Fielding

Per Josie organizzare un evento in un lodge è un’avventura esotica: incontrerà l’affascinante Gideon che conquisterà il suo cuore.

Il segreto del principe

2366 di L. Goodnight

Sara scopre a sua insaputa di avere amato un principe. Adesso che deve rincontrare Aleks, si troverà coinvolta in un vortice di emozioni.

Una principessa in incognito

di C. Flynn

Cosa c’è di meglio per una principessa di una vacanza in una tenuta? Per Sophie significherà la scoperta di Carter e dell’amore.

Il mio impossibile capo

2367 di J. Hurt

Per Summer e Phin lavorare insieme è un incubo, non si piacciono proprio. Ma alla fine, come sempre, i poli opposti si attraggono...

Mi sposo per lavoro

di S. Connelly

Per Kelsey i matrimoni sono un lavoro. Ha sottovalutato l’incontro con Connor, futuro sposo da urlo, che la farà innamorare.

DAL 3 AGOSTO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.