J2564 ho voglia di baciarti

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Cara Colter

Ho voglia di baciarti


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: How to Melt a Frozen Heart Harlequin Mills & Boon Romance © 2013 Cara Colter Traduzione di Daniela Alidori Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly luglio 2014 Questo volume è stato stampato nel giugno 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY SERIE JOLLY ISSN 1122 - 5390 Periodico settimanale n. 2564 del 15/07/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 56 del 13/02/1982 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Brendan Grant si svegliò di soprassalto. All'inizio udì solo il ticchettio della pioggia sul tetto, ma poi il telefono squillò ancora. Gli occhi volarono verso la sveglia sul comodino. Le tre. Sentì il cuore che martellava forte, come un tamburo nel petto. Una telefonata alle tre del mattino poteva portare solo cattive notizie. Toccò il posto vuoto nel letto accanto al suo. Due anni e mezzo dopo provava ancora la stessa fitta di panico. Becky se n'era andata. Il peggio era già successo. A tastoni, nel buio, cercò il telefono. «Sì?» La voce suonò roca di sonno. «Charlie sta morendo.» La cornetta divenne muta. Brendan rimase sdraiato per un lungo istante, tenendo in mano il ricevitore, incapace di alzarsi. Non gli piaceva Charlie. In più, il giorno dopo avrebbero cominciato i lavori per il nuovo complesso residenziale, il Villaggio sul lago. Il progetto aveva già attirato l'attenzione di parecchie riviste di architettura ed era stato proposto per il 5


prestigioso premio Michael Edgar Jonathon. Eppure, come sempre, prima che iniziassero a spaccare il terreno per fare le fondamenta, e anche dopo, lottava con la sensazione che non fosse venuto come voleva. Probabilmente era colpa dello stress, si ripeté per l'ennesima volta, consapevole di avere bisogno delle sue ore di sonno, se non voleva lasciarsi travolgere. Ma con un gemito rassegnato buttò giù le gambe dal letto e restò seduto, la testa tra le mani, ad ascoltare il rumore della pioggia. Era così stufo del maltempo. E non aveva voglia di uscire sotto l'acqua alle tre del mattino. Poi, con un sospiro, prese i jeans. Dieci minuti dopo, lui era davanti all'abitazione di Deedee e stava bussando alla porta. La casa era a due minuti di macchina dalla sua. Brendan si girò e ammirò la vista spettacolare che si godeva da lì. Era una zona residenziale e malgrado la nebbia si vedeva tutta la città, le case d'inizio secolo dipinte nei colori pastello sotto gli enormi aceri rossi che si aggrappavano sui versanti della collina. Al di là degli edifici in centro, le luci riflettevano le acque nere e agitate del lago Kootenay. Brendan si voltò appena udì il rumore della porta che si apriva. Deedee lo scrutò sospettosa come se, per qualche strana coincidenza, potesse esserci uno sconosciuto sulla sua soglia in attesa di rapinarla. Soddisfatta che si trattasse di Brendan Grant in carne e ossa, si decise ad aprire. «Somigli a un diavolo» esordì. «Uscito dalla tempesta, tutto scuro e minaccioso, oltre che dotato di un pessimo carattere. Dicevo sempre a Becky che dovevi 6


avere del sangue irlandese nelle vene. O di qualche antenato pirata.» Brendan entrò e guardò la nonna acquisita con un'espressione di affetto. «Cercherò di contenere il brutto carattere» ribatté. Sul resto, era impotente. Lo scuro faceva parte dei suoi colori: occhi marroni, capelli più neri della notte. E il cuore ugualmente tetro. Deedee aveva novantadue anni, era piccolina e spaventosamente magra. Eppure, nonostante fossero le tre e un quarto del mattino e il suo gatto, Charlie, stesse morendo, era vestita elegante, come per andare in chiesa. Indossava una tuta rosa, i capelli bianchi come la neve legati con un nastro dello stesso colore. Un giorno, Becky sarebbe stata come lei? Se avesse avuto la possibilità di invecchiare? Il dolore era aspro, il senso di colpa così intenso che era come un coltello piantato nelle costole. Ma lui era abituato a quel dolore che arrivava all'improvviso, nei momenti più inaspettati, e trattenne il respiro, mentre si guardava dentro quasi perplesso. Dolore, ma nessuna emozione. Un uomo così svuotato che non aveva versato una sola lacrima al funerale della moglie. A volte, aveva l'impressione che il suo cuore fosse diventato come una tomba sigillata per sempre, con una pietra sopra. «Prendo il cappotto» disse Deedee. «Ho già messo Charlie nel trasportino.» Si girò per recuperare il cappotto, rosa anche quello, dal bracciolo del divano e lui vide Charlie che lo fissava da dentro una borsa fatta a mano, con un buco rotondo per respirare da cui si affacciava la testa, il 7


pelo rosso ritto in tutte le direzioni, i baffi attorcigliati, gli occhi due fessure cariche di rabbia. Fece un debole tentativo di uscire da quell'apertura, ma la rapida rassegnazione con cui accettò la sconfitta e il respiro affannoso per lo sforzo fecero capire a Brendan che quell'anziano animale era giunto alla fine della strada. Mentre Deedee si allacciava il cappotto con cura, Brendan prese il trasportino con una mano e con l'altra tenne sottobraccio la nonna, cercando di non essere impaziente quando la pioggia gli scivolò dentro il collo mentre lei gli porgeva un anello pieno di chiavi. «Chiudi a chiave e con il chiavistello» gli ordinò come se fossero nel quartiere più malfamato di New York. Brendan obbedì e si fece un appunto mentale di lubrificare le serrature che erano un po' arrugginite. La aiutò a scendere quei pochi gradini che portavano al marciapiede e adattò il proprio passo all'incedere lento e faticoso di Deedee. Lui era alto poco più di uno e settanta, il fisico slanciato da corridore più che da culturista, ma accanto a lei sembrava un gigante. Brendan si scoprì a desiderare che si fosse rivolta a uno dei suoi figli per farsi accompagnare in quel tragitto notturno verso l'ambulatorio del veterinario. Ma per una ragione che non riusciva a capire, telefonava a lui quando aveva bisogno di qualcosa. Deedee non era una cara e dolce vecchietta. Era prepotente, ingrata, esigente e concentrata solo su se stessa, ma lui l'aveva ereditata da sua moglie. Becky e Deedee si erano adorate. Solo per quel motivo, arrivava di corsa quando lo chiamava. Dopo che ebbe sistemato entrambi, il gatto dietro, la nonna davanti, si augurò che Charlie non perdesse 8


sangue e macchiasse il sedile di pelle della sua macchina nuova. Una rombante auto sportiva che aveva comprato sperando di riempire un po' di vuoto? Se era per quello, si era sbagliato di grosso. Nessuna gratificazione. Era come mettere un sassolino in un buco lasciato da una palla di cannone. Brendan scacciò quel pensiero, seccato. Era l'anomalia di essere sveglio alle tre di notte a renderlo così vulnerabile. «Qual è il tuo veterinario? Ci sta aspettando?» chiese girandosi verso Deedee che sembrava più eccitata che angosciata da quell'uscita notturna, non come un'anziana donna che stava per accompagnare il suo gatto nell'ultimo, doloroso viaggio. «Ti darò le indicazioni strada facendo» rispose lei. Era il tono di voce dispotico che usava in quei frangenti, perciò lui si strinse nelle spalle e avviò il motore, immettendosi nelle viuzze deserte di Hansen. Aveva deciso di stare calmo. Era un'altra perdita per lei. Rinunciare al compagno di una vita. Aveva tutti i diritti di essere acida e lui non voleva che fosse sola quando sarebbe tornata a casa senza il suo amato gatto. Lei gli spiegò la strada e lui guidò in silenzio, le montagne su entrambi i lati della vallata che rendevano la notte ancora più scura, l'acqua che frusciava sotto le gomme. Il respiro del gatto era affaticato. A un certo punto, Deedee frugò nella borsetta ed estrasse un pezzo di carta e lo tenne in alto, vicino al viso. «Se mi dai l'indirizzo esatto, questa macchina ha il GPS.» Lei rifletté a quella notizia, sospettosa sulle nuove 9


tecnologie, poi, ancora un po' riluttante, glielo lesse. Lui lo inserì e vide che dovevano dirigersi verso Creighton Creek, una zona abitata da giovani professionisti che ambivano ad avere dei figli, un cane e una villetta recintata. Tutto quello che Brendan aveva desiderato, essendo cresciuto figlio unico di madre single, la più irraggiungibile delle ambizioni, la normalità. E quando ci era arrivato vicino, a un battito di ciglia, il suo sogno era svanito. Sentì ancora la fitta di dolore, la sensazione di impotenza, e per un attimo si chiese se un giorno o l'altro sarebbe crollato in mille pezzi. Invece no, fu in grado di concentrarsi sulle vecchie case che pian piano venivano sostituite da nuove costruzioni. La società di Brendan, la Grant Architects, ne aveva progettate parecchie in quella parte della città e lui si lasciò distrarre, nel tentativo di non pensare più alla vita che non avrebbe mai vissuto. «Non ricordo un veterinario da queste parti» osservò. «Anzi, non ho forse accompagnato te e Charlie recentemente dal dottor Bentley?» «Il dottor Bentley è un idiota» borbottò Deedee. «Mi ha proposto di addormentare Charlie. È vecchio. Ha un cancro. Lascialo andare.» Fece una smorfia. «Io sono vecchia. Tu hai intenzione di lasciarmi andare? Di mettermi a dormire, forse?» Brendan la guardò poi con cautela azzardò: «Non è forse quello che stiamo per fare? Portare Charlie... a farlo addormentare?» Deedee girò la testa di scatto e gli lanciò un'occhiataccia. «Lo sto portando da un guaritore.» A Brendan non piacque il suono di quella frase, ma 10


tentò di eliminare ogni traccia di giudizio dalla voce. «Cosa intendi per guaritore?» «Si chiama Nora. Ha un rifugio per cuccioli abbandonati. Babs Taylor mi ha detto che ha un dono.» «Un dono» ripeté lui. «Come quei predicatori di un tempo che imponevano le mani sulle persone.» «Mi stai forse prendendo in giro?» Cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di uno spazio dove girare la macchina. «Hai bisogno di un veterinario, non di una pazza.» «Quello di cui ho bisogno è un miracolo e il dottor Bentley mi ha già detto che non può farlo.» La voce di Deedee era stridula. «La nipote di Babs fa la volontaria lì. Ha detto che qualcuno ha portato il suo cane che era moribondo e Nora Anderson l'ha richiamato in vita. Con la sua energia.» Brendan sentì la bocca che si stringeva in una linea dura. Sia Becky sia sua nonna sguazzavano in quel genere di cose. Credevano davvero in quella che definivano la forza della psiche, e avevano aggrottato la fronte di fronte ai suoi commenti sprezzanti su maghe, fattucchiere e indovine. Nella sua mente si formò un'immagine di Nora simile a una chiromante: grandi orecchini a cerchio, sciarpa colorata avvolta intorno alla testa, trucco vistoso, occhi bistrati di blu scuro, labbra rosso fuoco. «Sai tenere un segreto?» Deedee non aspettò che lui rispondesse, ma abbassò la voce in modo cospiratorio, come se ci fossero decine di persone in ascolto. «Clara, l'impiegata dell'ufficio postale, sospetta che Nora sia Rover. Sai, della rubrica Chiedi a Rover.» Lui non l'aveva mai sentita nominare. 11


«Nora entra nelle loro teste. Degli animali» continuò Deedee senza smettere di bisbigliare. «Dev'essere utile, così sa dove incanalare le energie» decretò in tono sarcastico. Ma Deedee non si accorse dell'ironia perché proseguì con entusiasmo. «Esattamente! Sono una fedele lettrice di Chiedi a Rover, così ho capito che lei poteva aiutare Charlie. Non guido più» dichiarò Deedee come se Brendan non lo sapesse, lui che era il suo autista preferito, «e non sento bene al telefono. Così le ho scritto una lettera e l'ho portata direttamente all'ufficio postale, per essere sicura che la ricevesse il giorno seguente. Lei mi ha risposto subito dicendo che avrebbe mandato a me, e a Charlie, un po' di energia.» Brendan si sentì assalire da un'ondata di collera. Deedee chiudeva la porta a doppia mandata. Era diffidente nei confronti della cassiera del supermercato per paura che le desse il resto sbagliato! Come poteva cadere in quella trappola? «Ha funzionato» bisbigliò Deedee. «Charlie è migliorato. Ma poi si è aggravato ancora, e lei non ha più risposto alle mie lettere. L'ho anche chiamata, ma ho trovato la segreteria telefonica e io detesto quelle macchinette. Poi, stanotte, il respiro di Charlie è peggiorato. Mi sono spaventata. So che sta morendo.» Brendan non sopportava che fosse spaventata, e ancora di più che la paura la rendesse vulnerabile. «Le hai spedito dei soldi?» Il silenzio era una conferma. «Allora?» «Pochi.» Il GPS li avvisò di svoltare a destra all'incrocio. Di colpo lui ebbe voglia di incontrare la persona che si 12


approfittava del dolore di un'anziana donna per derubarla con l'inganno. Meglio ancora se la strappavano al sonno in piena notte! Girò a destra e passarono sotto un arco che non aveva mai notato prima, da cui pendeva un cartello dipinto di fresco con la scritta L'Arca di Nora. In qualunque altro momento, avrebbe pensato che era un intelligente gioco di parole. O forse no. Non gli piaceva intelligente. Era un architetto. Gli piacevano i calcoli, la precisione, la matematica. Amava il suo lavoro, un equilibrato connubio tra arte e scienza. Se alla fine di un progetto pensava di avere fallito, riprovava fino a raggiungere l'obiettivo. Lui si considerava pragmatico e realista, oltre che dotato di una buona dose di cinismo. Lui era l'uomo meno incline all'esoterico. Eppure, sentÏ uno strano brivido corrergli lungo la schiena mentre transitava sotto il cartello L'Arca di Nora. In piccolo c'era una scritta che spiegava che erano sponsorizzati dalla Commissione per i Beni Culturali del Comune di Hansen. Il suo studio era uno dei soci! Scacciò il senso di irritazione e passò su un ponticello di legno che attraversava il ruscello, impetuoso, anche se ormai era fine giugno. In mezzo a una vegetazione selvaggia, spiccava una casa bianca, circondata da una recinzione di legno e un piccolo giardino dove fiorivano delle rose gialle rampicanti. Attraverso la fitta pioggia, una luce brillava, calda e invitante. Sembrava un luogo accogliente, non il genere di posto dove abitava una ciarlatana, pronta a truffare le vecchiette. 13


C'era qualcuno sveglio? Probabilmente, era l'ora giusta per consultare le carte e leggere i fondi di caffè, anche se non c'era nessun cartello che lo indicava. Sul retro, poco visibile data l'oscurità che stava lentamente lasciando il posto all'alba, si ergeva la sagoma bianca di una seconda costruzione. «Oh, eccoci...» bisbigliò Deedee felice. «È proprio come me l'ero immaginata.» Quello spiegava tutto. Come la villetta della strega di Hansel e Gretel. Perfetta per adescare la gente. «Tu aspetti qui» ordinò Brendan, e zittì le proteste di Deedee chiudendo la portiera con un colpo secco. Seguì il sentiero che profumava dei petali appassiti delle rose per terra. Con la coda dell'occhio, vide una luce sbalzata in alto nell'edificio bianco, e di seguito si udì il nitrito acuto di un cavallo e un urlo soffocato. L'urlo di una donna.

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2562 - Tra le braccia di un greco

di R. Winters Incinta! Kellie ancora non ci crede. Ha messo un oceano tra lei e suo marito, Leandros Petralia, proprio perché non riuscivano ad avere figli... Ora lui deve sapere del bambino e non per telefono. Devo tornare a casa. Ultimo appuntamento con DUE AMICHE IN GRECIA.

2563 - Un'ereditiera ai miei ordini

di M. Way Lei, Carol Chancellor, esuberante studentessa, un'ereditiera! Ma questa non è l'unica novità. Damon Hunter, giovane promettente avvocato, bello da mozzare il fiato, è stato incaricato di vegliare su di lei e di guidarla nelle scelte che dovrà affrontare. Compito difficile, quasi impossibile.

2564 - Ho voglia di baciarti

di C. Colter Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Brendan Grant ormai conosce solo questo. L'amore non ha più alcuna importanza per lui, dato che ha deciso di non innamorarsi più. Ma è davvero così? Da quando ha conosciuto Nora Anderson, qualcosa gli si è risvegliato dentro. Ha ritrovato la voglia di baciare.

2565 - Portami con te

di B. Hannay Milla Brady è convinta che tornare nella sua cittadina sia la cosa migliore per dimenticare un matrimonio fallito. Ma il passato spesso ritorna. Ed Cavanaugh, fratello del suo ex, la sta cercando e tra loro c'è sempre stata una forte attrazione. Secondo appuntamento con BELLAROO CREEK.


dal 5 agosto 2566 - Sposa a sorpresa

di R. Winters Leon Malatesta non ama i giornalisti e quando viene a sapere che Belle, un'americana affascinante e molto femminile, va in giro a fare domande sulla sua famiglia, cerca di fermarla. Un modo ci sarebbe: un abito bianco per lei, uno scuro per lui e una mamma per la sua piccola bambina.

2567 - Mai innamorarsi del capo!

di B. Wallace Abby finalmente si sente libera e al sicuro. L'uomo che l'ha salvata e aiutata, Hunter Smith, le ha concesso di stare un po' di tempo nel suo appartamento. Abby, per sdebitarsi e non pesare sull'affascinante fotografo, potrebbe fargli da governante tuttofare. Unica regola: non innamorarsi del capo!

2568 - La veritĂ del milionario

di N. Logan Tash non immaginava che sua madre avesse avuto un amore segreto: Nathaniel Moore, facoltoso uomo d'affari. La ragazza vuole conoscerlo, ma tra loro si intromette Aiden Moore, l'affascinante e pericoloso figlio. Lui non vede di buon occhio questa amicizia e non perde occasione per sottolinearlo.

2569 - Una maestra da corteggiare

di S. Lane Poppy sarĂ la nuova insegnante di Bellaroo Creek. Non vede l'ora di conoscere i suoi alunni e le loro famiglie. Tutti sono entusiasti di lei, tranne Harrison Black, padre single, che ha messo bene in chiaro che presenzierĂ solo ai colloqui. Ultimo appuntamento con BELLAROO CREEK.


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