K10 il suo uomo a manhattan

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Trish Wylie Ne ha intraprese di carriere, prima di riuscire a coronare il suo sogno di ragazza. Ha giocherellato con i suoi capelli biondi mentre si divertiva a fare la promoter, ha battuto le sue mani sulle spalle di cantanti e chitarristi quando era nel mondo della musica e si è letteralmente persa con la sua auto in ogni città dell'Irlanda facendo la rappresentante. Le ci è voluta una buona dose di determinazione e senso dell'umorismo per ottenere il lavoro dei suoi sogni. Adesso, però, può passare le giornate in pantofole a forma di renna, mentre crea l'uomo dei sogni che ancora crede sia da qualche parte ad aspettarla. Se mai lo trovasse, promette di farvelo sapere...


TRISH WYLIE

IL SUO UOMO A MANHATTAN


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Her Man In Manhattan Harlequin Mills & Boon Romance © 2012 Trish Wylie Traduzione di Marta Donati Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Kiss settembre 2013 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY KISS ISSN 2282 - 0868 Periodico mensile n. 10 dell'11/09/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 433 del 22/11/2012 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Tyler non era l'unico ragazzo a guardarla. Peccato che avrebbe voluto trovarsi altrove e odiasse quell'inferno perché era stato costretto ad andarci. Se le cose fossero andate diversamente, si sarebbe goduto la vista. Sprazzi di luce vorticavano sulla pista da ballo mentre lei ancheggiava a destra e a sinistra, il bacino che eseguiva movimenti sexy. Aveva un corpo che invitava al peccato: alta, magra, i seni pieni e una pelle perfetta, baciata dai raggi del sole. Quando sollevò le braccia nude sopra la testa, l'orlo del suo miniabito argento si alzò, mettendo in evidenza parecchi centimetri di gambe lunghissime, infilate in un paio di stivali al ginocchio. Con il caschetto di una parrucca bianca che copriva i suoi caratteristici capelli, gli occhi truccati di scuro e labbra rubino avrebbe potuto guadagnare una fortuna ballando su una pedana. Quando fletté le ginocchia e si abbassò scuotendo le spalle, per poi rialzarsi inarcando la schiena come una gattina sensuale, Tyler non ebbe alcuna difficoltà a immaginarla con un riflettore puntato su di lei a seguire ogni sua mossa. Ma, sebbene fosse ovvio che si sentisse a proprio agio al centro di così tanta attenzione maschile, spiccava troppo per 5


i suoi gusti in mezzo alla massa di gente che si stava dimenando. Era fortunata che nessuno l'avesse riconosciuta, e se c'era una cosa che lui sapeva bene, era che la fortuna tendeva a esaurirsi presto. Anche per gli irlandesi. Senza preavviso, lo sguardo di lei entrò in rotta di collisione con quello di Tyler. Lo puntò con una precisione da cecchino, come se fosse stata consapevole della sua presenza per tutto quel tempo. L'impatto accese un improvviso calore nel suo corpo, come una scintilla che fa saltare un fusibile. Rifiutandosi di accettare che si trattasse della naturale reazione di un uomo davanti a una donna sexy, Tyler piantò i piedi bene a terra e attese di assistere al passo successivo della ragazza. Ruotando spalle e fianchi, lei si passò la punta della lingua sulle labbra lucide e sorrise in modo sensuale. Lui si sarebbe fiondato sulla pista a quel tacito invito, se avesse mai ballato una sola volta nella sua vita. Anzi, no. Non era il tipo da correre quando una donna chiamava. Un angolo della sua bocca si alzò. Era pronto a scommettere che lei sarebbe stata felice come chi riceve un pugno nello stomaco, quando avesse scoperto a chi stava facendo gli occhi dolci. Un'amica le gridò qualcosa all'orecchio, lei rise e si voltò. Un attimo dopo lanciò un altro sorriso oltre le spalle e si mosse a ritmo di musica, attirando lo sguardo di Tyler sulla curva dei suoi fianchi. Lui guardò altrove. Non ci voleva un genio per capire che si prospettavano guai all'orizzonte. Lo aveva intuito prima ancora di posare gli occhi su di lei. Quando il corpo lo pregò di guardare di nuovo la ragazza, si concentrò su altro. Sebbene fosse in servizio, non era pa6


gato per osservare ogni sua minima mossa. Doveva concentrarsi su ciò che lo circondava, doveva ispezionare la sala per individuare possibili minacce e tenere sotto controllo la folla. Il fatto che fosse attratto da lei era un problema di cui avrebbe fatto volentieri a meno, soprattutto quando negli ultimi tempi sembrava che gliene capitasse una dietro l'altra. Gli mancavano i giorni in cui aveva un controllo maggiore sulla propria vita. Come aveva fatto a incasinarsi a tal punto? Due paroline con un malvivente dei tanti e, bum!, i capi avevano iniziato a usare espressioni tipo lavoro d'ufficio e congedo temporaneo. Chiaro, il fatto che già a suo tempo avesse minacciato un criminale aveva aggravato la situazione, ma ciò che Tyler ancora non capiva era perché l'avessero punito mettendolo a fare da babysitter a una donna. Un volto conosciuto entrò nel suo campo visivo mentre la musica si faceva più ritmata e la folla esultava. Subito in allerta, Tyler fece scorrere lo sguardo sul resto della stanza, individuando due insulsi soggetti prima di incontrare un'altra faccia nota. Doveva portarla fuori di lì. Appoggiando la bottiglia sul tavolo più vicino, guardò la pista da ballo e si accigliò quando scoprì che lei non c'era più. Afferrando la ringhiera davanti a lui, si sporse per esaminare il night, finché non la individuò. Era diretta al bar con la sua amica. Dopo aver localizzato l'uscita più vicina, si avviò dritto verso l'obiettivo. Era a due passi da lei quando la musica si fermò e una voce tuonò: «Polizia di New York, restate tutti dove siete!». Concentrata com'era a cercare di capire quel che stava succedendo all'altro capo della sala, la ragazza saltò su per la sorpresa quando Tyler le afferrò la mano. Lo guardò, gli occhi spalancati. «Cosa...?» 7


«Da questa parte.» Lei cercò di divincolarsi mentre lui la trascinava verso l'uscita. «Lasciami andare!» «Vuoi essere arrestata?» «No, ma...» «Allora seguimi.» Spalancata una porta, si ritrovarono in un corridoio poco illuminato. Tyler guardò a destra e a sinistra. Un rapido controllo rivelò che c'erano i bagni, un telefono a gettoni e, sulla sinistra, delle scale che dovevano portare a uno scantinato. Il frastuono proveniente da destra, invece, indicava che presto avrebbero avuto compagnia. Lo scantinato era l'opzione migliore ma, prima che potesse verificarlo, si udì un boato. A corto di tempo e in cerca di un diversivo, Tyler spinse la ragazza contro il muro e premette le proprie labbra sulle sue. Grave errore. Dal fusibile che lei aveva fatto saltare sulla pista da ballo divampò un'energia pari all'esplosione di una cassa di dinamite. Lo travolsero pennacchi di fumo che incenerirono la sua razionalità, mentre l'invito di quelle labbra schiuse incontrava l'istintiva spinta della sua lingua. Il desiderio pulsava in tutto il suo corpo mentre un gemito di apprezzamento vibrava nella gola di lei. Le dita di Tyler le afferrarono i fianchi e scesero più giù. Per tutta risposta, lei sollevò una gamba e l'allacciò attorno al ginocchio di lui, lasciandogli libero accesso a una coscia serica affinché la sollevasse. Non importava se erano a un passo dall'essere scoperti in una posizione compromettente. I pensieri di Tyler adesso erano completamente concentrati sulla posizione che il suo corpo smaniava di assumere, l'immaginazione infiammata dall'idea che lei indossasse della biancheria intima tanto 8


sexy quanto il vestito. O, meglio ancora, che non la indossasse affatto. «Guarda un po' qui» disse una voce. «Ehi, voi due, allontanatevi!» intimò loro un'altra voce. Liberando le labbra, Tyler incamerò l'aria di cui aveva un gran bisogno prima di strizzare gli occhi contro la luce che era stata puntata loro contro. Abbassando la gamba che aveva afferrato poco prima, fece un passo avanti per coprire il corpo della ragazza con il proprio. «Resta dove sei, amico» lo avvertì la prima voce. Riconosciuto di chi si trattava, Tyler alzò le braccia in segno di resa, i palmi in avanti, e attese che il poliziotto armato fino ai denti intuisse quel che stava succedendo là dietro. Quando il tizio annuì, immaginò che avesse capito la situazione e abbassò le braccia. Ma, non appena il poliziotto si mosse per cercare di vedere chi fosse nascosto dietro di lui, Tyler si accigliò. «Ci sono problemi, agente?» «Lo sai che di là è in corso una retata?» «Non posso dire di essermene accorto...» «Possiamo immaginare il perché.» Il poliziotto si schiarì la voce prima di chiedere: «Dobbiamo perquisirvi per vedere se nascondete droga, voi due?». «Quello che ci ha spinti oltre questa porta non ha niente a che vedere con la droga.» Tyler si esibì in un sorrisetto. Un'esile mano si attorcigliò intorno al suo braccio e si posò sul suo petto. «Si può andare in prigione per non essere stati in grado di tenere le mani a posto?» chiese la donna dietro di lui con un accento del sud, tanto credibile quanto sensuale. Tyler immaginò non fosse la prima volta che si trovava a recitare una parte per tirarsi fuori da una situazione difficile. «Se sì, allora sono pronto a pagarne le conseguenze.» Rivolse un'occhiata alle sue spalle. «E tu?» 9


«Esistono celle di coppia nello stato di New York?» Lei rise sommessamente, il suono che si riverberava attraverso i nervi tesi della libido di Tyler. «Immagina quanto sarebbe divertente, se noi due dividessimo una stanza.» Quando gli prese delicatamente fra i denti il lobo dell'orecchio e lo sfiorò con la punta umida della lingua, lui sentì l'impatto di quel tocco fino alle dita dei piedi. «Prendere una stanza da qualche parte sembra un piano niente male» commentò l'agente di fronte a loro mentre abbassava la torcia. «Andatevene da qui, prima che cambi idea.» Afferrando la mano sul suo petto, Tyler si incamminò lungo il corridoio e attraverso la porta scardinata. Quando sbucarono in un vicolo illuminato da luci rosse e blu, uno dei poliziotti accanto a una fila di veicoli scostò la mano dalla ricetrasmittente sulla propria spalla e fece loro cenno di andare. Fosse stato in lei, Tyler avrebbe iniziato a fare una sfilza di domande su come avessero fatto a passarla liscia così facilmente, invece a quanto pareva lei era troppo impegnata a cercare di correre con quei tacchi vertiginosi, anziché interrogarsi sul perché e per come. Quando inciampò, lui semplicemente le strinse la mano e continuò a camminare, la rabbia che provava rivolta tanto a se stesso quanto alla ragazza che stava trascinando. Riusciva ancora a sentire il suo sapore sulle labbra, una combinazione di fragole, spezie e libertà. Non ricordava di aver mai desiderato tanto una donna da rischiare tutto per un breve istante di reciproco appagamento. Ma ricordava eccome i giorni in cui il suo tempismo, per non parlare della sua capacità di giudizio, erano stati migliori. «Dove mi porti?» gli chiese lei con il fiato un po' corto mentre svoltavano l'angolo e sbucavano in una stradina dove avrebbero potuto trovare un taxi. 10


Se lei fosse stata una qualsiasi altra donna e avesse reagito come aveva fatto al bacio che si erano scambiati, sarebbero andati dritti all'appartamento di Tyler. Ma lui non poteva usarla per qualche ora per il proprio piacere personale, anche se era quasi sicuro che lei provasse i suoi stessi sentimenti. Finché non avesse portato a termine l'incarico e fosse tornato al suo posto a dispensare giustizia, non aveva il diritto di vivere la propria vita come se niente fosse accaduto. Per concentrarsi rievocò il volto di un'altra donna e le parole che le aveva detto. Non permetterò che ti accada nulla, aveva mentito. Puoi fidarti di me. «Io non ti porterò da nessuna parte». Quando intravide un lampo giallo, alzò un braccio per farsi notare dal tassista. «Ci penserà lui.» Infilata una mano in tasca mentre il veicolo accostava, recuperò qualche banconota e la passò all'uomo alla guida attraverso il finestrino aperto. «Dovrebbero bastare.» Le tenne aperta la portiera posteriore e attese che lei salisse a bordo, lo sguardo sceso a osservare le lunghe gambe prima di posarsi sulle ombre nei suoi occhi. «Niente nome?» «Ne hai già uno.» La bocca della ragazza si curvò in un sorriso. «Intendevo dire il tuo, di nome.» Tyler scosse la testa al ritmo fluido della sua voce. Se l'avesse accontentata, gli avrebbe chiesto anche il numero di telefono e quando avrebbero potuto rivedersi. Era tutto un gioco per quella ragazza. Lui avrebbe potuto essere chiunque, un drogato, un sequestratore, un serial killer, e lei non aveva la più pallida idea di quanto sordido potesse essere il mondo. Ma lui lo sapeva bene. Chiuse la portiera in maniera decisa e si voltò, senza dirle 11


che comunque si sarebbero rivisti molto presto. PerchĂŠ rovinarle la sorpresa? Visto che era l'ultima avventura che avrebbe avuto per un bel pezzo, Tyler sperava che se la godesse fino alla fine. Arrivato lunedĂŹ, avrebbe obbedito ai suoi ordini. Se avesse trasgredito, le avrebbe fatto rimpiangere il giorno in cui si erano incontrati.

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9 L'ascensore dei desideri di A. BLAKE Per Paige è proprio una giornata NO! Prima ha accompagnato la sua amica a comprare l'abito da sposa, e lei odia tutto ciò che ha a che fare con le nozze. Ora l'ascensore fa i capricci. Se almeno ci fosse un uomo da spogliare. "Piacere, sono Gabe Hamilton. Piano attico."

10 Il suo uomo a Manhattan di T. WYLIE Miranda Kravitz è decisamente arrabbiata con suo padre, il potente sindaco di New York. Lei non vuole quel bellimbusto di Tyler Brannigan, uomo sfacciatamente sexy, alle calcagna notte e giorno. Un momento, ma se disobbedisco, poi mi sculaccia?

11 Attrazione (im)perfetta di J. HART Clara Sterne deve convincere Simon Valentine, il guru del Dow Jones, a partecipare allo show e la cosa sarà molto difficile: loro due sono agli antipodi. Lei è l'esuberanza e l'eccentricità fatta persona; per Simon il massimo della trasgressione è parlare del tempo. Ma Clara ha un piano.

12 Comunicato stampa: TI AMO di J. WOOD Maddie sono anni che non rivede quella faccia di bronzo di Cale Grant, e ora lui vuole il suo aiuto. Bene, lei lo accontenterà, ma la loro collaborazione non si limiterà al lavoro. Dolcezza, preparati, ti farò talmente impazzire che poi mi supplicherai di rientrare nel tuo letto.


DAL 27 NOVEMBRE

13 Tutta colpa del bikini di N. ANDERSON Messaggio inviato. No, era il Davenport sbagliato! E adesso che se ne farà Brad della foto di Mya in bikini? Non è la sua opinione che lei cercava. Peccato, lui aveva già pronta una risposta niente male. La migliore amica di sua sorella è cresciuta proprio bene e ora lui la vuole per sé.

14 Il tipo sbagliato per nozze perfette di N. MARSH Callie ne ha abbastanza di appuntamenti disastrosi e decide che gli uomini dovranno girare a un metro di distanza da lei. Ma la sua ex fiamma, il surfista più sexy e ingestibile della terra, ha bussato di nuovo alla sua porta. Callie, al cuore si comanda, ma a tutto il resto no!

15 Appuntamento.com di N. HARRINGTON Certe cose succedono sempre agli altri. E invece no, questa volta Andy si vede proporre un accordo da Elise, il suo capo, per cui dovrà fingersi lei, rimediarle un appuntamento on line in cambio di un assegno a più zeri. Peccato che all'ultimo lei decida di piantarla in asso.

16 Ricco & famoso cercasi di C. PHILLIPS Io, Jen Brown, giornalista, mi sono messa all'opera per scrivere l'articolo che farà decollare la mia carriera: I dieci passi per agguantare un milionario. Per questo ho affittato una casa esclusiva sperando di incontrare presto l'uomo giusto "da analizzare"e ho aspettato poco.


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