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Tutto inizia‌ con un bacio. Una collana fresca, dolce e maliziosa, dove vivere storie d’amore romantiche e sexy, come un bacio a fior di labbra.
Buona lettura!
Nicola Marsh Nicola ha sempre avuto una grande passione per i libri. Da giovane ne ha letti talmente tanti che a un certo punto ha deciso di tenere un diario che da solo potrebbe diventare un grande best seller. Oggi, quando non si gode la vita con il marito e figli, nella sua bellissima casa di Melbourne, si mette al computer e dĂ corpo alle storie romantiche che il suo pubblico adora.
NICOLA MARSH
IN UN LETTO DI DIAMANTI
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Marrying the Enemy Harlequin Mills & Boon Modern Heat © 2012 Nicola Marsh Traduzione di Anna Sibilia Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Kiss maggio 2013 Questo volume è stato stampato nell'aprile 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY KISS ISSN 2282 - 0868 Periodico mensile n. 2 del 10/05/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 433 del 22/11/2012 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
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Jax Maroney aveva barattato gli spazi aperti dell'outback per quella roba. Un'esclusiva riunione dell'élite di Melbourne ad Armidale, la sede dei più importanti gioiellieri d'Australia. Dannati usurpatori. Erano più che rivali per lui, erano il nemico. Il nemico che quella sera lo stava deliberatamente snobbando; che bisbigliava alle sue spalle, lo additava, lo guardava con disapprovazione. Il nemico che lui doveva corteggiare, se voleva raggiungere il suo obiettivo. Dannazione, era dura. Non gli importava un accidenti di quello che pensavano di lui, ma il fatto che avesse bisogno di stare tra quella gente al di fuori dell'arena del business... La punta di rammarico che avvertì venne subito temperata dalla collera che gli ribolliva dentro costantemente per la persona che lo aveva messo in quella situazione. Jax guardò torvo in direzione della bionda dalla bella bocca, coperta di gioielli. Con tutte quelle pietre lui avrebbe potuto tenere in affari la sua compagnia per almeno un decennio. «Cos'hai?» Ignorando bellamente il suo cipiglio, la donna gli indirizzò un sorriso provocatorio. «Il lancio di una 5
collezione della Seaborn merita caviale, champagne ed esuberanza.» Indicò poi la sua fronte. «Quel cipiglio durerà ancora per molto? Non si adatta all'ambiente.» «Perché molti di quelli che sono qui, grazie al Botox, non possono più aggrottare la fronte?» Un sorriso derisorio sulle labbra, Jax la percorse tutta con lo sguardo, dall'abito firmato, ai capelli perfettamente acconciati, ai gioielli. Lei, sorprendendolo, continuò a sorridere. «Probabilmente hai ragione, ma dovresti cercare di essere un po' più simpatico.» «Perché?» «Perché le guardie in borghese non amano i tipi dall'aria tenebrosa che se ne stanno in disparte a fissare la gente. Penseranno che sei un ladro.» Questa volta fu lei a percorrerlo tutto con lo sguardo e per qualche inspiegabile ragione Jax sentì chiudersi lo stomaco. Quando i loro occhi si incontrarono percepì un'ondata di calore. A dispetto di qualunque logica, si sentiva spinto a giocare in intelligenza con quella bionda intrigante. Non era abituato a essere sfidato. Né nella vita, né nel lavoro. Gli piacevano le donne trasparenti e prive di complicazioni. La bionda era tutto meno che quello. Con un cenno indicò il salone affollato. «Non dovremmo... socializzare?» «Non dovresti sorridere?» Le labbra di lui si incurvarono leggermente e la bionda diede un piccolo pugno nell'aria, in segno di vittoria. «Ecco. Lo sapevo che potevi farcela. Non è così difficile. Basta provarci.» Sconcertato, Jax scosse piano il capo. «Chi sei?» 6
La donna arricciò il nasino e tirò fuori la lingua, l'espressione comicamente minacciosa. «Sono il tuo incubo peggiore, Faccia Felice.» La risata che gli salì alla gola, gli parve aliena, strana. Quand'era stata l'ultima volta che aveva riso? «Una bocca come la tua può metterti nei guai» ribatté, focalizzando lo sguardo sulle labbra di lei. Scintillanti di rossetto, erano piene, sensuali... La singolare sensazione di costrizione al basso ventre si intensificò. La bionda finse di puntargli contro una pistola e con l'indice mimò il gesto di premere il grilletto. «Sono una che porta guai.» Colpito dalla sua audacia, Jax decise di stare al gioco. «Sei brava a parlare, ma sai anche mantenere le promesse?» Con un'alzata di spalle noncurante, la donna si voltò, offrendogli una stuzzicante visione della sua schiena, nuda sino alla vita. L'abito di seta verde smeraldo aveva un fiocco quasi inutile appena al di sopra dei glutei tondi e sodi. Fatti due passi, si fermò e gli lanciò un'occhiata da oltre le spalle. «Se rimani nei paraggi dopo la cena, potresti scoprirlo. Se sei fortunato...» Poi si allontanò ondeggiando sui fianchi, la seta che le aderiva allo splendido corpo. Jax si era dato trenta minuti per dimostrare all'alta società di Melbourne che era tornato e non potevano farci assolutamente nulla. Ma poi si era imbattuto in quella bionda affascinante. Non aveva intenzione di trattenersi lì un minuto in più di quanto programmato, tuttavia dovette ammettere che ora l'idea lo solleticava. 7
Ruby afferrò un calice di champagne da un cameriere di passaggio. Aveva bisogno di tenere le mani occupate per non cedere all'impulso di strapparsi dal collo quella collana di smeraldi che la stava facendo impazzire. Non aveva idea di come sua sorella Sapphire riuscisse a portare roba del genere senza problemi. Le pietre le pesavano sul collo, ed era certa che i lobi si fossero allungati per il peso degli orecchini abbinati, tempestati di diamanti e smeraldi. Mentre il pubblico si lanciava in mormorii entusiastici per i pezzi che lei aveva creato espressamente per quella collezione, dovette stringere le mani per impedirsi di grattarsi. La pelle sensibile reagiva ai gioielli. Diavolo, la stampa ci sarebbe andata a nozze: Ruby Seaborn, genio creativo dell'ultima collezione primaverile della Seaborn, allergica ai gioielli da lei stessa ideati? Doveva essere il subconscio che le ricordava che il suo posto era dietro le quinte, non una vera e propria reazione allergica. Lei usava solo i metalli più preziosi e le gemme più belle. Gemme che di quei tempi, con la Maroney Mine, il gigante che divorava tutto e tutti, erano diventate difficili da trovare. Se mai fosse riuscita a mettere le mani su Jax Maroney, il proprietario della Maroney, lo avrebbe strozzato. E a proposito di mettere le mani su qualcuno... Ruby lanciò un'occhiata verso l'Adone imbronciato che se ne stava appoggiato alla parete in fondo al salone, volutamente in disparte. Era in abito da sera, ma la parvenza di rispettabilità finiva lì. Con quegli occhi del color dell'ebano, quell'espressione imperscrutabile e quella bocca sexy atteggiata in una 8
smorfia di disgusto, aveva scritto in faccia ragazzaccio a lettere cubitali. Oltre alle braccia incrociate e allo sguardo minaccioso, era stato molto rude con lei quando lo aveva avvicinato. Era chiaro che non gli andava per nulla di essere lì. Il che la spinse a chiedersi perché fosse venuto. E chi fosse. I Seaborn avevano costruito la loro reputazione sull'esclusività. Ognuno dei presenti di quella sera era di alto lignaggio, aveva potere o soldi. Molti soldi. Soldi di cui la sua famiglia aveva un bisogno disperato se voleva sopravvivere. Ruby rimase lì a fissare l'uomo un secondo di troppo e i loro sguardi si incontrarono. Si sentì percorrere da un brivido mentre lo sconosciuto inarcava un sopracciglio con fare di scherno. Inconsapevole di aver trattenuto il respiro, lo liberò lentamente e alzò il calice in un brindisi. Poi si voltò e si infilò un dito tra il collo e la collana. Aveva la sensazione di soffocare. Non servì a nulla, perché lo sguardo ardente di quel tipo l'aveva riempita di un calore che non riusciva a disperdere. C'era un che di primitivo in quell'uomo, di selvaggio, cui si ritrovava a rispondere visceralmente, automaticamente. L'eccitazione che avvertiva era del tutto inattesa e per nulla ben accetta. In genere lei ci giocava con i ragazzi, si divertiva con loro e poi li mollava. Quindi quello non era il suo tipo. Ma con Sapphire convalescente, si era dovuta assumere maggiori responsabilità di quante potesse gestirne. Aveva dovuto relegare in secondo piano ciò che più amava, cioè creare gioielli che diventassero opere d'arte, e diventare 9
portavoce della compagnia di famiglia, modella persino. E altro ancora sarebbe arrivato. Anche adesso, a mesi di distanza da quando sua sorella era collassata e lei era venuta a sapere la verità, avrebbe voluto che l'ultimo anno fosse stato diverso. Avrebbe voluto che sua sorella e sua madre si fossero fidate di lei. Era stato duro affrontare il dolore per la perdita della mamma e aveva provato una profonda ammirazione per Sapphire, che aveva assunto la direzione della Seaborn ed era divenuta il volto della compagnia. Dopotutto, era a questo che Sapphire era stata preparata sin da quando aveva imparato a camminare. Non aveva mai invidiato sua sorella per le responsabilità che si era assunta. Lei era più che felice di poter dare libero sfogo alla sua vena creativa ed essere la Seaborn libera e spensierata. Ora però, le si erano rovesciate addosso più responsabilità di quante volesse, o avrebbe mai immaginato di avere. E la faceva impazzire di rabbia che sua sorella fosse dovuta andare in pezzi prima che lei scoprisse la verità. I profitti dell'azienda di famiglia erano in continuo calo e la Maroney Mine stava facendo di tutto per estrometterli dal giro d'affari. Ma aveva dodici settimane di tempo mentre Sapphire era in convalescenza forzata. Dodici settimane per dimostrare a sua sorella e al mondo che non era la testa matta che tutti pensavano. Mentre si muoveva tra la gente, accettando baci e congratulazioni, Ruby seguitò a gettare occhiate in direzione dello sconosciuto. E a ogni occhiata, si accorgeva che lui la stava guardan10
do. Decisa a scuotersi di dosso la sensazione che fossero incappati in un'attrazione più forte di loro, si spostò da un gruppo all'altro, ridendo o sorridendo. Quando finalmente la serata ebbe termine, Ruby si lasciò cadere su una sedia e tirò un sospiro di sollievo. Ma sua cugina Opal le batté qualche colpetto sulla spalla e le mise un foglio davanti al naso. «Quanti pezzi abbiamo venduto?» le chiese. Il morale le andò sotto i tacchi quando vide Opal scuotere piano il capo. «Non abbastanza.» «Dannazione.» Ruby afferrò il foglio e scorse velocemente la lista. Le si chiuse lo stomaco nel vedere tutte quelle righe senza l'etichetta "venduto". La Seaborn stava navigando in cattive acque e niente, nemmeno il lancio della loro collezione migliore, sembrava potesse salvarla. Opal le diede una stretta rassicurante. «Si sistemerà tutto, vedrai.» Inaspettatamente, le si riempirono gli occhi di lacrime. Sbattendo gli occhi, le ricacciò. «Sì» riuscì a ribattere. Per il bene di Sapphire, per il suo bene, per il bene dell'azienda di famiglia, non aveva alcuna intenzione di uscirne sconfitta. Ruby lo aveva saputo solo di recente, ma sua sorella aveva fatto una promessa alla mamma prima che morisse. Era stato l'anno prima, mentre Mathilda Seaborn, la matriarca della famiglia negli ultimi cinquant'anni, era prostrata in un letto d'ospedale, imbottita di morfina e tuttavia ancora perfettamente lucida. 11
Il cancro al pancreas aveva minato il suo organismo, ma non aveva intaccato la sua mente brillante; la mamma aveva fatto promettere a Sapphire che avrebbe fatto qualunque cosa per tenere in vita la sua ereditĂ . Per loro. Per i loro figli. Considerato che Ruby non era tipo da relazioni a lungo termine piĂš di quanto non lo fosse Sapphire, era poco probabile che ci sarebbero stati bambini nel prossimo futuro. E comunque ora Sapphire era sotto stretta osservazione dei medici dopo essere crollata per lo sfinimento e lo stress accumulati per aver portato da sola un fardello che avrebbero invece dovuto condividere. Per Ruby era stato uno shock doppio, venire a conoscenza delle pessime condizioni finanziarie dell'azienda, e scoprire che, senza volerlo, era stata responsabile del crollo di Sapphire. E non c'erano dubbi che ne fosse stata responsabile. Era sempre stata la piĂš viziata, quella che poteva inseguire i suoi sogni e viaggiare, mentre la sorella era cresciuta all'ombra della mamma, imparando quanto piĂš poteva. Mentre Sapphire studiava come un mulo per avere i voti migliori, lei si era trascinata da una classe all'altra, accontentandosi di sufficienze striminzite. Sapphire si era laureata brillantemente in Economia, lei si era iscritta al corso di laurea in Arte, senza preoccuparsi se l'avrebbe portato a termine o meno, visto che aveva cominciato a creare gioielli per la Seaborn. Sapphire non aveva una vita sociale, mentre lei imperversava tra feste, cene ed eventi di vario genere. Non c'era da meravigliarsi che la mamma non si fosse fidata di lei. 12
Era tempo di dimostrare sia a lei sia a sua sorella che si sbagliavano. Poteva darsi che in passato fosse totalmente assorbita dalla sua vita creativa e spensierata, ma adesso aveva l'opportunità di sistemare le cose, rimettendo in sesto l'attività di famiglia. «Abbiamo un irriducibile» disse Opal, indicando verso il fondo della sala. Ruby si voltò e vide lo sconosciuto che l'aveva intrigata per tutta la sera. Il fatto che fosse rimasto lì le fece accelerare il polso. Fece fatica a non saltar su dalla sedia per l'eccitazione, nonostante le brutte notizie che la cugina le aveva appena portato. Gli uomini sono così prevedibili. Flirti un pochino con loro e credono che tu abbia loro consegnato il tuo cuore su un piatto d'argento. «Me ne occupo io» replicò. Opal corrugò la fronte mentre l'uomo fissava torvo la guardia della sicurezza che gli si era avvicinata. «Sicura?» «Sì, più grandi sono, peggiore è la caduta» rispose Ruby. L'espressione della cugina si rasserenò mentre la abbracciava. «Grazie per il tuo aiuto, tesoro. Non ce l'avrei fatta senza di te stasera.» «Devo aggiungere alle mie credenziali "impeccabile padrona di casa"» rispose lei. Ruby le diede un colpetto col fianco. «Certo che sì. Ora, fila via. Mi occupo io del nostro ospite recalcitrante.» Gettando un'ultima occhiata sospettosa allo sconosciuto, Opal si avviò all'uscita. Ruby squadrò le spalle e si preparò a dar battaglia. La collana le dava ancora fastidio, le facevano male i piedi per 13
via dei tacchi alti, cui non era abituata, e la seta dell'abito, scivolando sui fianchi, le creava una sorta di reazione elettrostatica che la attraversava come una scossa nei momenti meno opportuni. Come ora, mentre si incamminava verso il tipo affascinante che l'aveva ossessionata tutta la sera. «C'è qualche problema, Fritz?» L'espressione severa della guardia, con loro da anni, si addolcì mentre si voltava verso di lei. Erano molto legati, sin da quando era piccola e lui le passava di nascosto le caramelle gommose che le piacevano tanto. Adorava andare lì quando era bambina. Lo scintillio, l'eccitazione, le luci. Non l'avrebbe perso quel luogo così magico. Non poteva. Fritz gesticolò in direzione di Faccia Felice, che la fissava come se quella seccatura fosse tutta colpa sua. «Questo signore rifiuta di andarsene.» La freddezza del tono indicava chiaramente che non riteneva affatto un signore il loro ospite. Considerato che le facevano male i piedi, che le prudeva il collo e che il vestito la stava facendo impazzire, Ruby decise di revocare l'invito rivolto allo sconosciuto nel corso della serata. Non aveva tempo da perdere flirtando con qualcuno che non avrebbe più rivisto. Aveva cose ben più importanti da fare, tipo escogitare un altro sistema per raccogliere il denaro che le serviva per tenere a galla la Seaborn. Pronta a congedare l'uomo con garbata fermezza, fece l'errore di incontrare il suo sguardo. I begli occhi scuri scintillavano come carboni ardenti. La invitavano a portare avanti la sua sfida di poche ore prima. 14
Accidenti a lui. Come faceva a sapere che non si era mai tirata indietro di fronte a una sfida? La più giovane a salire sulle montagne russe, al luna park. La più giovane a surfare a Bell Beach. La più giovane designer della Seaborn... Quell'uomo non avrebbe avuto la soddisfazione di vederla retrocedere. «Va tutto bene, Fritz. L'ho invitato io a trattenersi per un caffè.» Fritz corrugò la fronte, ma non replicò. Leale sino alla morte ai Seaborn, non aveva mai messo in dubbio la capacità di giudizio di uno della famiglia. «Vuole che chiuda, signorina?» «Sì, grazie. Porto il nostro ospite di sopra, quindi chiudi pure lo showroom e vai a casa.» Fritz annuì. Se pensava che fosse insolito che si portasse in casa un estraneo, non lo diede a vedere. «Buonanotte, signorina Ruby.» «Buonanotte, Fritz.» Ruby attese che fosse fuori portata d'orecchio prima di girarsi verso lo sconosciuto. Il piano era mandare a monte l'invito per il caffè, ma l'uomo le indirizzò un sorriso devastante che le tolse il respiro. Provò la stessa sensazione che aveva sperimentato la prima volta che aveva visto un rarissimo diamante rosa. «Mi piace l'idea di un caffè» disse l'uomo. Com'era possibile che con un semplice sorriso riuscisse a farla sentire così incerta, così esitante, così elettrizzata? Ruby detestava non avere il controllo delle emozioni. Ed era per questa ragione che preferiva gli uomini gentili e dalla vena artistica a quelli rudi e dall'aria pericolosa. 15
«A dire il vero è stata una serata piuttosto pesante e...» «Hai paura?» chiese lui interrompendola per poi chinarsi in avanti, sino a sfiorarle volutamente l'orecchio. Non fosse bastata la carezza del suo alito sulla guancia, il suo profumo la avvolse, stordendola. Sapeva di buono, un profumo di agrumi, così sensuale da far venir voglia di mangiarlo. Incrociando le braccia sul petto per nascondere il segno evidente della sua eccitazione, Ruby roteò gli occhi. «Va bene. Beviamo un caffè, poi te ne vai.» Lui le mise una mano sul braccio e di nuovo venne pervasa da un'ondata di calore. «Non sei più così coraggiosa ora, eh?» Il coraggio non c'entrava nulla. Era puro spirito di autoconservazione. L'attrazione tra loro era troppo potente, troppo pericolosa. Ruby non voleva complicazioni, non adesso che la sua priorità era salvare la Seaborn. E quel tipo affascinante, dal profumo celestiale, portava scritto in fronte "pericolo" a lettere cubitali. «Io flirto con tutti...» ribatté, «... non pensare di essere speciale.» «Davvero?» replicò lui, avvicinandosi. Non la toccava. Non ce n'era bisogno, il suo corpo aveva reagito comunque, segno evidente dell'effetto che aveva su di lei. «Sarà meglio che impari a controllare questa abitudine perché qualche uomo potrebbe farsi l'idea sbagliata.» Non avrebbe dovuto abboccare, ma non ce la fece a resistere. C'era qualcosa in quell'uomo... Le faceva venir voglia di scuotere la sua incrollabile sicurezza. «Che idea?» chiese dunque. 16
«Che tu stia offrendo più di quanto intendi dare.» L'allusione le scatenò dentro un ribollire di emozioni. Dovette fare appello al suo autocontrollo per non lasciar trapelare quanto fosse disposta a dare in quel momento. Erse invece la testa. «Ti sto offrendo un caffè. Prendere o lasciare.» Lui ebbe un attimo di esitazione. Sembrava... deluso. La qual cosa rafforzò l'inspiegabile desiderio che Ruby avvertiva per quell'uomo che non conosceva neppure. La stava scrutando, come in cerca di qualcosa. Uno sguardo così intenso che la fece sentire a disagio. Poi, mentre lei stava per ritirare l'offerta, alzò lentamente un braccio e indicò verso il retro dello showroom. «Fai strada.»
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1 La migliore delle ex di A. CARSON Kate Anderson, sei un'ex reginetta e un'ex moglie, ma non sarai mai un'ex del sesso! Ecco perché alla festa con i suoi vecchi compagni di scuola si presenterà con l'uomo più eccitante e canaglia che abbia mai conosciuto, Memphis. Il suo corpo sarà ancora stropicciato a dovere.
2 In un letto di diamanti di N. MARSH Ruby Seaborn ha bisogno di soldi per evitare il crollo delle gioiellerie di famiglia ed è disposta a tutto, anche a scendere a patti con il diavolo, che ha un nome preciso, Jax Maroney. Lui, infatti, ha bisogno di rifarsi una reputazione, e per questo non rifiuterà un accordo.
3 Quando il cioccolato non basta... di N. HARRINGTON Profumo intenso di cioccolato, praline che ti si sciolgono in bocca, Max Treveleyn è già conquistato! Il maestro pasticciere che ha realizzato quelle sublimi prelibatezze si chiama Daisy Flynn, un bocconcino niente male. Lui ha da farle una proposta molto allettante...
4 Ti prego non spogliarti di L. ASHTON Ella Cartwright non ha dubbi, è lei la migliore, il modello a cui tutti si ispirano. Ora, un suo vecchio compagno di liceo, Jake Donner, ha bisogno di un consulente d'immagine e ha pienamente ragione! Qui serve una mano dal cielo, ma anche un completo firmato!
DAL 30 LUGLIO
5 Pazzo viaggio per due di A. ANDREWS Per Sadie sarà un lungo viaggio: la jeep le farà rivoltare lo stomaco come una frittella; dovrà mangiare solo ortaggi per non perdere la linea faticosamente raggiunta e in più dovrà passare notte e giorno con quel sexy ed eccitante di Kent senza nemmeno sfiorarlo, dato che lui la ignora.
6 La dea dell'amore di S. NARAYANAN È ufficiale: Riya non ha mai dimenticato Dhruv! Altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo si sia risvegliato alla sua sola presenza. Piccolo dettaglio: lui l'ha già scaricata una volta e lei non vuole ripetere l'esperienza. Riya, se facessi una doccia gelata?
7 Il testimone cerca la sua sposa di F. HARPER Damien Stone questo è il tuo sesto matrimonio... Non sarebbe ora di fare la parte dello sposo? Potrebbe rifarsi con la damigella d'onore. No, impossibile, è quell'eccentrica e vulcanica di Zoe St. James, che tra l'altro non le toglie gli occhi di dosso. Quando finirà questa tortura?
8 L'uomo giusto (non) aspetta di N. LOGAN Aimee si è innamorata a prima vista del suo salvatore, Sam, che ha due occhi che potrebbero sciogliere tutta la calotta polare. E dire che la situazione non è delle più felici, dato che è sull'orlo di un precipizio, con la sola cintura di sicurezza che la separa dal fondo del burrone.
ANTOLOGIE da 3 ROMANZI ďŹ rmate dalle autrici delle serie piĂš amate. Il MEGLIO, selezionato per te. Antologia firmata ANNE MATHER: autrice Harmony amatissima, con piĂš di 150 romanzi pubblicati e 100 milioni di copie vendute. Dallo stile inconfondibile, sa raccontare i sentimenti e gli intricati legami di coppia, appassionando la lettrice pagina dopo pagina.
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OMBRE SU NEW YORK UN MIX DI MISTERO, STORIA E PASSIONE.
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“Non vedi l’ora che esca il successivo.” Amazon Reviews
Un nuovo HISTORICAL CRIME della serie dedicata alle indagini di Francesca Cahill, dama dell’Alta Società con la passione per il mistero. Caso dopo caso, questa Sherlock Holmes bella e raffinata cattura le lettrici per gli intrecci gialli ben costruiti e l’affascinante setting storico.
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