Le svolte del destino

Page 1




Sharon Kendrick

Le svolte del destino


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: One Wedding Required! One Husband Required! Harlequin Mills & Boon Presents © 1998 Sharon Kendrick © 1998 Sharon Kendrick Traduzioni di Rita Pierangeli e Daniela Alidori Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 1999 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prime edizioni Harmony Serie Jolly novembre 1999 - dicembre 1999 Questa edizione myLit gennaio 2017 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2016 da CPI, Moravia MYLIT ISSN 2282 - 3549 Periodico mensile n. 41 dello 05/01/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 162 del 31/05/2013 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


Aspettando il domani



1

«Così, Amber» chiese il giornalista, alzando lo sguardo dal taccuino, «può dirci come lei e Finn Fitzgerald vi siete conosciuti?» Amber esitò: rispondere a quella domanda significava infrangere una regola. Non era sua abitudine rilasciare interviste. Come non le rilasciava Finn. Non avevano mai permesso a telecamere e macchine fotografiche di invadere la loro casa, eppure era quello che aveva appena fatto, per poi passare il pomeriggio a cambiarsi d'abito per essere fotografata in una varietà di atteggiamenti. Lei, in satin nero, appoggiata ai cuscini bianchi del loro letto matrimoniale. Lei, in un abito rosa, mentre fingeva di parlare al telefono. Lei, in jeans, che beveva un bicchiere di succo d'arancia e dondolava le gambe, seduta sul tavolo in cucina. E ancora, lei che arricciava il naso, in piedi davanti alle ghirlande natalizie con cui il giornalista aveva decorato il camino. Il servizio, infatti, sarebbe stato pubblicato su un numero della rivista che doveva uscire poco prima di Natale. Mancavano ancora alcune settimane, ma Amber aveva accettato di addobbare l'albero, anche se con largo anticipo sul periodo consueto. 7


Il fotografo si era entusiasmato guardandola nell'obiettivo, e le aveva detto che il luccichio del suo abito dorato formava un bel contrasto contro il verde cupo del pino. Avrebbero voluto fotografarla anche in giardino, con indosso un vestito leggero, ma a parte il fatto che faceva freddo, lei conosceva quel vecchio trucco. Avrebbero scattato la foto sfruttando la luce del sole in modo che il vestito sembrasse trasparente, esponendola come se fosse nuda agli occhi di tutti. Lei non sapeva ancora come Finn avrebbe reagito a quell'articolo, ma era sicura che si sarebbe ribellato a una cosa del genere. Per essere uno che lavorava in un'industria dove la nudità non suscitava la benché minima occhiata scandalizzata, Finn era stranamente antiquato quando si trattava della sua fidanzata. Fidanzata! Abbassò lo sguardo sul diamante che luccicava all'anulare della mano sinistra. Stentava ancora a crederlo, ma l'anello di fidanzamento era reale. Avrebbe sposato Finn, l'uomo che amava con tanta passione da esserne terrorizzata. L'uomo dei suoi sogni. «Amber?» «Mmh?» rispose lei, guardando il giornalista che aveva interrotto le sue fantasticherie. «Stava parlandomi di come vi eravate conosciuti lei e Finn.» «Oh. Già.» Amber sorrise. Dopotutto, perché non raccontare al mondo la loro storia? Avendole dato l'anello con il brillante più grosso che lei avesse mai visto, era chiaro che a Finn non sarebbe importato se il 8


loro fidanzamento fosse diventato di dominio pubblico. Quanto a lei, era ansiosa che tutti lo sapessero. Perché, dopo che Finn le aveva infilato l'anello al dito, aveva provato una curiosa sensazione. Come se il fidanzamento avesse dovuto cambiare tutto tra loro, eppure tutto sembrava esattamente come prima. Era una cosa normale tra le coppie fidanzate?, si scoprì a chiedersi, preoccupata. «Come ho conosciuto Finn? Be', non è stato niente di speciale. No, mettiamola in un altro modo: è stato molto speciale, naturalmente, ma...» Amber lasciò la frase in sospeso, chiedendosi come esprimere a parole l'impatto fisico, mentale e psicologico di innamorarsi a prima vista di un uomo come Finn. Un uomo abituato ad avere ai suoi piedi schiere di donne. Il giornalista trafficò con il registratore, quindi si schiarì la gola. «Mi dica...» Il suo sorriso era mellifluo. «Perché non beviamo qualcosa mentre chiacchieriamo?» «Vuole una tazza di tè?» L'uomo scoppiò in una risata beffarda. «Ha mai conosciuto un giornalista che beva tè? Sarei più orientato verso un buon vino.» «A metà pomeriggio?» Il giornalista si strinse nelle spalle, pensando che, per essere un vero schianto di donna, era molto ingenua. «Non infrangeremo nessuna legge. Ecco perché ho portato con me una bottiglia di champagne, per festeggiare il suo fidanzamento.» Amber annuì, assurdamente compiaciuta. Il fatto era che la sua condizione di futura moglie di Finn era troppo recente per comportarsi in un modo che si po9


tesse definire normale! Le donne appena fidanzate bevevano champagne a metà pomeriggio con degli sconosciuti? «D'accordo, signor Millington» acconsentì con un sorriso, accantonando quella domanda. «Perché no?» «Mi chiami Paul» la pregò il giornalista, stappando la bottiglia e riempiendo due bicchieri. «Alla sua futura felicità» aggiunse, facendo tintinnare il bicchiere contro il suo. Il suono di cristallo contro cristallo assomigliava a uno scampanio. Campane nuziali, pensò Amber. Le voleva, le campane nuziali. Un bel matrimonio all'antica, non sontuoso, ma in chiesa. E le venne fatto di pensare che non ne avevano ancora discusso. «Alla sua salute!» brindò Paul e, accendendo di nuovo il registratore, aggiunse: «E ora mi racconti com'è iniziato. Voleva fare la modella, esatto?». Amber scosse la testa. «Non proprio. Non avevo in mente niente del genere.» «Ma si sarà sentita ripetere fino alla noia che è bella, vero?» «Sbagliato. Non sono cresciuta in quel tipo di mondo. Vivevo in un quartiere povero di Londra.» Il giornalista ne rimase sorpreso. Non l'avrebbe mai intuito. A giudicare dai lineamenti fini e delicati, aveva l'aspetto di una donna nata e cresciuta nel lusso. «Davvero?» «Davvero.» Amber bevve un sorso di champagne, divertita dalla sua espressione stupita. «Mia madre era vedova e il denaro scarseggiava. Si è ammazzata di lavoro per tirar su me e mia sorella in un mondo ostile. Un mondo dove la bellezza è pericolosa.» 10


Amber annuì, mentre i ricordi si affollavano alla sua mente. Ricordi dolorosi. «Era il genere di mondo dove le ragazze di sedici anni restano incinte, per poi essere abbandonate. Il lavoro scarseggiava e gli uomini erano volubili. Un giorno c'erano e quello seguente sparivano. Avere una bella faccia significava doversi difendere da loro.» Amber aveva imparato in fretta a mortificare il proprio aspetto. Capelli tirati indietro. Niente trucco. Abiti indossati per nascondere il corpo piuttosto che per attirare l'attenzione. Sua sorella Ursula era ricorsa a un metodo diverso: si era limitata a ingrassare. «Non si è mai stancata di doversi difendere?» le chiese Paul con malizia. «Mai» rise Amber. «E non ho mai permesso a nessuno di avvicinarsi abbastanza da dovermi difendere. Sapevo soltanto che, da qualche parte, là fuori, c'era qualcosa di meglio. Un modo diverso di vivere. L'appartamento in cui abitavamo era troppo piccolo per mia madre, mia sorella e me. Così me ne andai appena potei, a sedici anni.» «Con un titolo di studio?» «Sta scherzando! La scuola che frequentavo non era famosa per l'istruzione che dava ai suoi studenti. Riteneva di aver fatto un buon lavoro se li strappava alla strada e al riformatorio.» Paul esaminò il foglio di carta che aveva davanti. «Ma lei è entrata nell'agenzia Allure che aveva quasi vent'anni, giusto?» «Giusto.» «Cosa fa allora una sedicenne senza titoli di studio?» «Si procura un lavoro che garantisca anche un al11


loggio. Di solito, presso gli alberghi. Ho fatto la cameriera e l'addetta alla reception. Ho lavorato come barista e ho servito ai tavoli. La paga è bassa, ma hai almeno una stanza nel centro di Londra.» «Ragazza davvero sveglia, da quanto posso sentire. E ha sfruttato al massimo la città, vero?» «Ci ho provato. Ho fatto tutto quello che era gratis, così conosco tutte le gallerie d'arte e i musei come il palmo della mia mano.» «Momenti esaltanti» mormorò Paul con sarcasmo. «Erano i momenti che preferivo» si difese Amber. «Ho cominciato anche a leggere, divorando libri per supplire all'istruzione che mi mancava.» «Poi, cos'è successo?» Amber si strinse nelle spalle. «Troppa gente continuava a dirmi che ero bella.» «Ed era un problema?» «No di certo, ma dopo un po' diventa difficile ignorarlo, soprattutto se la novità di avere un posto dove vivere perde smalto. Le ore in albergo erano lunghe e noiose, la paga miserabile e, d'un tratto, la mia stanzetta ha cominciato a sembrarmi una prigione.» E c'erano stati altri uomini dai quali difendersi. Ricchi e untuosi uomini d'affari, clienti dell'albergo, convinti di poter affascinare con i loro gonfi portafogli una ragazza i cui unici pregi erano la bellezza e un'intelligenza naturale. «Continui» la incoraggiò Paul. Era liberatorio poter parlare del proprio passato con tanta sincerità. «Mi sono scoperta a guardare al futuro e mi sono resa conto che, se non stavo attenta, avrei finito per 12


fare una vita di stenti come mia madre. Ma la mia situazione era diversa. Non ero una vedova con due figlie, niente mi obbligava a rassegnarmi a quel genere di vita. Stavo limitando i miei orizzonti solo perché temevo l'attrazione che esercitavo sugli uomini.» «Così, si è gettata allo sbaraglio e si è fatta prendere all'amo da un tipo come Finn Fitzgerald?» «Ne è passato di tempo prima che Finn mi prendesse all'amo. Prima di tutto, sono andata all'Allure...» «Perché la sua scelta è caduta sull'Allure? Aveva visto una foto del proprietario, giusto?» «Sbagliato. Non sapevo nemmeno che Finn esistesse. Sapevo soltanto che l'Allure era la migliore agenzia di Londra. Sono entrata e...» «E...?» Era difficile esprimere a parole cos'aveva provato quando i suoi occhi erano caduti su Finn. Si era vestita per far colpo. O così, almeno, credeva. Sua sorella le aveva detto che, se intendeva presentarsi a un'agenzia di fotomodelle, doveva cambiare in modo drastico il suo aspetto. E lei le aveva dato retta. Erano spariti la severa coda di cavallo e gli abiti informi. I capelli di un color ambra dorato erano stati lavati e arricciati, così da formare una nuvola vaporosa. Ma aveva commesso l'errore madornale di tutte le principianti in quanto a trucco: ombretto azzurro intenso, mascara nero e un rossetto lucido color ciclamino, che aveva applicato con generosità. Per l'occasione si era comprata anche degli abiti nuovi. Una gonna troppo corta e una camicetta troppo aderente, oltre a un paio di scarpe dal tacco vertigino13


so che le facevano male ai piedi. Rabbrividiva ancora pensando allo spettacolo che doveva avere offerto. «E...?» la sollecitò di nuovo il giornalista. Amber sospirò, ricordando il primo incontro con Finn, il tipo d'uomo che non pensava potesse esistere nella vita reale. Non nella sua vita, comunque. «Sono entrata nell'ufficio dell'Allure e Finn era seduto là, tutto vestito di nero. Maglione a collo alto nero. Jeans neri. Capelli neri, scarmigliati. C'era qualcosa in lui, non so come descriverlo. Qualcosa che attirava il tuo occhio, come se fosse stato dotato di un'illuminazione interiore. Lui era...» Amber si morse il labbro, cercando un modo per descriverlo. «L'oggetto più sexy con due gambe?» le suggerì Paul. «La personificazione del testosterone?» Amber scoppiò a ridere. Era una definizione scandalosa, ma vera. «Be', sì. Ma il suo fascino va ben oltre la bellezza fisica. Ha un grande carisma.» «Questo è evidente!» «Mmh...» convenne Amber con aria sognante. «Comunque, era seduto a quella scrivania circolare e parlava al telefono. La parete alle sue spalle era tappezzata di foto di belle donne. Sono stata sul punto di andarmene.» «Perché?» «Oh, l'ambiente incuteva soggezione, lui incuteva soggezione. Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua.» «Lui le ha dato un'occhiata e ha detto...?» Amber bevve un sorso di champagne. Quella parte la feriva ancora, benché, con il tempo, fosse riuscita a vederne il lato umoristico. «Ha posato il telefono, mi ha guardato per un tempo interminabile e alla fine ha 14


detto che, conciata a quel modo, avrei probabilmente guadagnato un sacco di soldi.» Paul aggrottò la fronte. «Non capisco.» «Era una battuta, con la quale insinuava che assomigliavo a una...» «Una...?» «Una passeggiatrice» ammise lei con riluttanza. «Ha detto così?» «Non l'ha proprio detto, ma l'ha insinuato.» «E lei cos'ha risposto?» «Gli ho detto che i suoi occhi sembravano semafori.» «Semafori?» Amber scoppiò in una risatina. «Be', sì. Ha gli occhi verdi, capisce, solo che quel giorno erano anche rossi. Aveva avuto un terribile attacco d'influenza, cosa che non gli era mai accaduta nella sua vita adulta. Secondo il parere di tutti, era stato un paziente insopportabile.» «Non riesco a immaginare che qualcuno faccia commenti negativi sul suo aspetto. Se l'è presa?» «No. È scoppiato a ridere e ha detto: Touché. Tutti gli altri hanno interrotto quello che stavano facendo per fissarmi. All'inizio, ho pensato che mi guardassero per via del mio aspetto. Solo molto più tardi mi hanno spiegato che erano rimasti stupiti nel vedere Finn ridere in modo così disinibito.» «Vuole dire che di solito è un musone?» «Non proprio. Voglio dire che non sono molti quelli capaci di farlo ridere.» «Lei, invece, ci riesce.» Amber abbassò gli occhi con modestia. «Lo spero.» 15


«Così, lui l'ha impegnata per contratto e l'ha invitata a uscire?» Amber scosse la testa. «No. Mi ha detto che non ero abbastanza alta per fare la fotomodella.» «E lei cos'ha risposto?» «Ho subito ribattuto che lui non era abbastanza gentile per essere il mio boss. E questa osservazione l'ha fatto scoppiare a ridere di nuovo.» «Così, se n'è andata subito dall'agenzia?» «Stavo per farlo. In quel momento è squillato un telefono e lui l'ha staccato e aveva cominciato a parlare quando un altro telefono si è messo a squillare. Mi ha fatto un gesto impaziente con la mano, così ho sollevato la cornetta e ho risposto. Ho preso nota del messaggio, quindi mi sono avviata alla porta.» «E cos'è successo?» «Lui mi ha richiamato e mi ha chiesto se sapevo battere a macchina e io gli ho risposto di sì, più o meno. Mi ha quindi chiesto se sapevo fare il caffè e io ho detto di nuovo di sì, ma lui sapeva farlo?» «È scoppiato di nuovo a ridere, giusto?» Amber sorrise. «Giusto.» «E poi?» «Poi mi ha offerto un lavoro.» «Di che genere?» «Come factotum.» «E lei gli ha detto cosa poteva farsene del suo lavoro?» «Ero molto tentata» ammise Amber. «Ma anche incuriosita. L'atmosfera di quel posto era stimolante. Gli ho detto che ci avrei riflettuto e lui ha ribattuto che non aveva tempo di discuterne al momento, ma 16


avremmo potuto incontrarci più tardi quella sera, se accettavo.» «L'ha portata fuori a cena, giusto?» «Giusto. Ma si era fatto accompagnare da due modelle.» «Perciò, non è stata una serata romantica.» «Per niente. Quelle due passavano il tempo a beccarsi a vicenda, per cercare di accaparrarsi la sua attenzione.» «E lei cos'ha fatto?» «Le ho ignorate e mi sono gustata la cena.» «E lui ne è rimasto sorpreso?» «Sbalordito. Prima di tutto, ha spedito a casa le due modelle, quindi ha guardato il mio piatto vuoto e ha detto di non aver mai visto una donna ingurgitare così tanto cibo. Io gli ho spiegato che non mi capitava tutti i giorni di mangiare in un ristorante come quello, e se lui non apprezzava le leccornie che il menu offriva forse era perché si era rovinato il palato e si sarebbe dovuto limitare per un po' a cibi più semplici.» «E lui ha riso di nuovo, giusto?» «Già. E mi ha chiesto se sapevo cucinare, e io gli ho detto che sì, certo che sapevo cucinare ma stava cercando un'assistente o una moglie?» «Mi lasci indovinare. L'ha fissata nei grandi occhi azzurri e le ha confessato che aspettava da una vita di incontrare una ragazza come lei?» «Niente del genere. Mi ha detto che, se fossi andata a lavorare per lui, avrei dovuto fare qualcosa per la mia immagine. Quando gli ho domandato in che senso mi ha detto di presentarmi da lui la mattina seguente, che me l'avrebbe spiegato. Così gli ho chiesto se si17


gnificava che mi stava offrendo un lavoro e lui ha ribattuto che era appunto quella la sua intenzione.» «E lei ha fatto un salto di gioia?» «No. Gli ho detto che non potevo accettare un lavoro se non comportava anche un alloggio, e lui mi ha risposto che non era un problema.» «Significava che lei poteva trasferirsi a casa sua, suppongo, ed è là che è sbocciato l'amore?» «Oh, no. Mi stava offrendo il vecchio appartamento sopra l'agenzia. Non era male, e Finn lo ha fatto restaurare per me.» Amber ricordava come si era irritata quando lui aveva insistito per scegliere i colori. Colori che non incontravano il suo gusto, ma con il tempo aveva dovuto dargli ragione. Come per molti altri aspetti della sua vita, le aveva fatto da guida. «Così, mi ci sono trasferita.» «E lui l'ha raggiunta?» Amber scrollò il capo e rise. «Oh, no! Non riesco a immaginare Finn in un ambiente così angusto. Lui aveva un appartamento ben più lussuoso, affacciato su Hyde Park.» Paul si guardò in giro. «Questo appartamento?» Lei annuì. «E alla fine mi sono trasferita qui. Con lui.» «Dunque, è stata passione fin dall'inizio?» «No di certo! Ho lavorato due anni per Finn, durante i quali non mi ha sfiorata neanche con un dito.» Due anni trascorsi a desiderarlo, convinta che un uomo come lui non avrebbe degnato delle minima attenzione una ragazza povera. Ma in quello si era sbagliata. «Mi ha fatto invece da Pigmalione.» «In che senso?» 18


«Mi ha messo nelle mani di una truccatrice e di un parrucchiere. Dopodiché, una stilista mi ha consigliato come vestirmi.» «L'ha consigliata molto bene» mormorò il giornalista, osservando la tunica di seta color oro che lasciava scorgere il più bel paio di gambe che avesse mai visto. «Be', Finn ne è convinto» ribatté Amber, con un'in confondibile nota di rimprovero nella voce, un chiaro avvertimento a non insistere sull'argomento. «Ehm, sì, Finn. I suoi affari vanno a gonfie vele.» Amber annuì. A volte pensava che andassero fin troppo bene, tanto che a Finn non restava nemmeno il tempo di prendere fiato. Non era servito nemmeno l'acquisto di un socio. Jackson Geering, che avrebbe dovuto aiutarlo nella gestione dell'Allure, aveva un tale talento per gli affari che in breve era riuscito ad avviare una nuova serie di iniziative. In quel momento era a New York per vagliare le possibilità di aprirvi una filiale. Amber sapeva che Finn era eccitato a quella prospettiva, mentre lei ne era preoccupata. Ma anche se poteva fargli notare che si stava sottoponendo a uno stress eccessivo, non poteva dire a un uomo di quasi trentaquattro anni come vivere la sua vita. Diede un'occhiata all'orologio. Erano quasi le cinque. Appena Paul Millington se ne fosse andato, sarebbe stata libera di mettersi ai fornelli. Le piaceva preparare piatti semplici, sani ed economici, anche se Finn non si stancava di ripeterle che erano abbastanza ricchi da mangiare caviale a pranzo e a cena se avessero voluto. 19


Il giornalista notò che sbirciava l'orologio. Bene, quando il soggetto diventava impaziente di concludere l'intervista, spesso era il momento in cui era più disposto a lasciarsi andare a indiscrezioni. E le storie migliori nascevano dalle indiscrezioni. «In che modo Finn le ha chiesto di sposarlo?» Amber rise e scosse la testa, facendo ondeggiare la folta capigliatura dorata. «Oh, no! Mi ucciderebbe se glielo raccontassi!» «È stato a letto, allora?» chiese Paul con un sorriso malizioso. Amber arrossì. «È inutile che insista!» In realtà, non era successo a letto, bensì in una lussuosa stanza da bagno, durante una festa nella residenza di campagna del proprietario di una delle riviste più vendute del paese, una festa alla quale nessuno dei due era andato molto volentieri. Accadeva di rado che Finn facesse qualcosa che non era di suo gradimento, preferendo condurre una vita semplice, lontano dal frastuono e dalle luci dell'industria nella quale lavorava. Ma in quel caso aveva ritenuto opportuno accettare l'invito. «Vogliamo andarci?» le chiese una mattina, mentre si recavano in ufficio. «Dobbiamo?» obiettò Amber. Non si sentiva a suo agio in mezzo a una folla di sconosciuti, probabilmente perché aveva l'impressione di essere uno scialbo satellite accanto al pianeta abbagliante di Finn. «Nessuno ci costringe a far niente, tesoro, ma potrebbe essere divertente.» 20


«Divertente?» «Avresti un esempio del genere di vita che potremmo fare.» Come aveva previsto, Amber ne ricavò soltanto la conferma che la vita mondana non era fatta per lei. Fu costretta a sopportare una schiera di belle donne, che flirtavano in modo sfacciato con Finn, ignorando il fatto che non fosse arrivato da solo. Lui vide la sua espressione rassegnata attraverso il tavolo e non ebbe difficoltà ad attirarne l'attenzione, sporgendosi per parlarle. «Cosa c'è?» le chiese sottovoce. Amber si strinse nelle spalle. «Niente.» «Non è vero. Si tratta delle altre donne?» Lei gli sorrise con mestizia. «Tu sei un uomo affascinante, Finn, e loro, a quanto pare, non possono fare a meno di civettare con te.» «Ma tu pensi che io le incoraggi?» «No.» «Nemmeno in modo subconscio?» Amber scosse la testa. «Non hai bisogno di essere circondato da legioni di donne per accrescere il tuo amor proprio. Il tuo ego gode già di ottima salute!» gli rispose, dicendosi che avrebbe fatto bene a impegnarsi per trascorrere anche lei una serata piacevole. «Torna dalle tue ammiratrici, Finn, e non ti preoccupare per me.» Si costrinse a chiacchierare con l'uomo alla sua destra, un regista dotato, come scoprì ben presto, di un irriverente senso dell'umorismo, che riuscì a intrattenerla durante una serie impressionante di portate. Stava scartando l'ennesimo cioccolatino quando, alzando 21


la testa, si accorse che Finn la fissava con uno sguardo intenso. Posò il cioccolatino e si sporse sul tavolo. «Qualcosa non va, Finn?» «Incontriamoci dabbasso» le sussurrò lui. Amber sbatté le palpebre. «Perché?» «Niente domande.» «Neanche per chiederti dove?» Finn rise. «Perché non ti nascondi in una delle nicchie in ombra dell'atrio, e lasci che io venga a cercarti?» le suggerì, in tono sensuale. Il cuore le batteva forte per l'eccitazione mentre si alzava in piedi, convinta che ai presenti non fosse sfuggito quel loro strano conciliabolo. Nessuno, invece, guardò nella sua direzione mentre si eclissava. Si recò in uno dei bagni al pianterreno, dove si spazzolò i capelli, si lavò le mani e ritoccò il rossetto. Stava per uscirne quando Finn apparve sulla soglia, entrò, e richiuse la porta a chiave. «Finn?» esclamò Amber, senza fiato. «Ssh!» Lui la prese tra le braccia e iniziò a baciarla con una foga che poteva significare una sola cosa. «Finn!» protestò, quando lui la spinse contro la parete e le strofinò un capezzolo con il pollice. «Cosa?» «Non devi.» «Perché non devo?» «Perché...» Amber inclinò la testa all'indietro mentre lui iniziava a tracciarle una scia di baci lungo la gola. «Perché...» «Sei a corto di parole?» la stuzzicò Finn, le cui carezze diventavano sempre più audaci. 22


Amber si sentiva ormai persa, imprigionata da una rete di sensazioni erotiche. «Non... non dovremmo fare questo.» «Perché no?» «Perché c'è gente di sopra. E se lo intuissero?» «Intuissero cosa?» «Che tu sei... sei...» «Io cosa?» «Privo di scrupoli!» ansimò Amber. «E...?» «Fantastico» ammise lei, senza fiato. Fecero l'amore in quel bagno e dopo rimasero abbracciati a lungo. Alla fine Finn le mise un dito sotto il mento e la costrinse a sollevare il volto. «Stavo pensando...» iniziò. «Oh, è così che lo chiami?» lo canzonò lei. «Per quanto riguarda quelle donne.» «Non ha importanza.» «Invece ne ha, tesoro. È una cosa che ti dà fastidio, vero, Amber?» Lei rifletté un istante. «Certo che mi dà fastidio» ammise alla fine. «Ma spero di riuscire a nasconderlo bene.» «Non a me.» «A tutti gli altri, allora. Voglio dire, a cena non ho fatto scenate, e mi sembra di aver mascherato bene l'irritazione.» «Certo» disse Finn, posandole un bacio sulla punta del naso. «Io me ne sono accorto perché ti conosco bene e so riconoscere i sintomi.» «Per esempio?» «Ho capito che eri tesa quando hai mangiato il quarto cioccolatino!» 23


Amber scoppiò in una risatina. Lui le scostò una ciocca dalla guancia arrossata. «Anche se ho notato che non hai perso tempo a trovarti un diversivo.» «Suppongo che ti riferisca al regista?» «Lo sai che è così.» Il cuore di Amber batteva forte. Possibile che ci fosse un'ombra di gelosia nella sua voce? Finn, gelo so di lei? Era un pensiero che la elettrizzava e la scioccava al tempo stesso. «La cosa ti ha seccato?» «Immagino di sì. Stupido da parte mia, vero?» «Non stupido.» Amber gli posò la testa sulla spalla. «La gelosia è un sentimento naturale, anche se sai che le tue paure sono infondate.» «Lo so.» Finn le posò un bacio sui capelli e Amber sollevò la testa con riluttanza. «Dobbiamo proprio tornare di sopra, Finn? A essere sincera, non me la sento di affrontare tutta quella gente.» «Nemmeno io.» «Credi che potremmo raggiungere la nostra stanza senza che nessuno se ne accorga?» Finn scosse la testa e Amber si accorse che sembrava stranamente nervoso. «Non ancora. Prima c'è una cosa che voglio dirti.» Lei girò lo sguardo sulla scintillante stanza da bagno pensando che, come ambiente per parlare, lasciava un po' a desiderare. «Non possiamo rimandare?» «Temo di no, tesoro.» Amber aggrottò la fronte, perplessa. «Mi devo preoccupare?» «Niente affatto. Tutte quelle donne che mi ronzano 24


intorno, non si può dire che ti mostrino rispetto, vero, tesoro?» «No, non lo si può proprio dire.» «E forse è così perché pensano che tu sia soltanto la mia ragazza.» «Soltanto?» lo interruppe Amber, indignata. «Ma se viviamo insieme da quasi due anni!» «Sì, ma non è detto che loro lo sappiano, non credi? Probabilmente pensano che tra noi non ci sia un impegno preciso.» «È così. Non c'è» ammise lei con sincerità. «Ma è abbastanza normale di questi tempi. E non è che me ne importi» si affrettò ad aggiungere. «Lo so ma, d'un tratto, importa a me. M'importa moltissimo, e voglio provvedere.» «Stai continuando a parlare per complessi enigmi, Finn Fitzgerald, e questo non è da te.» «Sono un novellino in questo genere di cose» replicò lui, sorridendo. «E di che genere di cose si tratta?» La voce di Finn era così roca da essere irriconoscibile quando rispose: «Proposte di matrimonio». «Proposte di matrimonio?» ripeté lei, incredula. «Vuoi farlo?» «Cosa?» Amber doveva sentirselo dire a chiare lettere, per convincersi che non stava sognando. «Vuoi sposarmi?» Con il cuore colmo di gioia, lei non dubitò neanche per un attimo delle sue intenzioni, perché sapeva che Finn non diceva mai niente di cui non fosse profondamente convinto. «Oh, Finn» sussurrò. «Mio fantastico Finn! Come 25


puoi farmi una domanda del genere? Certo che voglio sposarti!» Solo quando smisero di baciarsi lui estrasse dalla tasca una scatoletta di pelle e Amber sgranò gli occhi quando vide l'anello con il brillante, un anello della misura esatta del suo dito quando lui glielo infilò. «Santo cielo! È il brillante più grosso che io abbia mai visto!» «Questo dovrebbe scoraggiare quelle donne rapaci. Ti piace?» «Non fare domande idiote! Certo che mi piace! Ed è della misura perfetta!» «E con questo?» «Vuoi dire che l'avevi programmato?» «Chi è ora a fare domande idiote? Certo che l'avevo programmato per tempo! Oppure immagini che avrei potuto lasciare al caso una questione così importante e delicata come il matrimonio?» «Così, sei uscito e hai comprato l'anello?» «Be', di sicuro non l'ho rubato.» «Hai indovinato la misura del mio dito?» Finn scosse la testa. «Ho preso in prestito quel cerchietto con la pietra dura che porti di solito.» «E io che credevo di averlo perso!» I loro sguardi rimasero avvinti per un lungo istante. «Ti amo» dichiarò Finn con semplicità. «Amber? Amber?» Persa nelle sue reminiscenze, lei alzò la testa e scoprì che il giornalista la stava fissando. Nei suoi occhi c'era una luce dura, ma le sue parole furono abbastanza noncuranti da darle un falso senso 26


di sicurezza. «Per l'esattezza, in quale luogo le ha proposto di sposarlo?» La domanda le s'insinuò in modo subdolo nella mente ancora distratta da altri pensieri, e la sua risposta fu quasi automatica: «In bagno». «In bagno?» «Sì, ma ora, se non le dispiace, non voglio rispondere ad altre domande, soprattutto su questo argomento.» Lui sospettava cosa doveva essere successo in quel bagno: lei aveva uno di quei volti trasparenti che costituivano un grande vantaggio nella sua professione. «Non mi dispiace affatto. Comunque, mi permetta di dirle che lei è una bella donna, Amber.» «Molto gentile da parte sua.» «Ma lavora in un ambiente popolato da belle donne e alcune, posso dirlo?, sono perfino più belle di lei.» «Eccome se può dirlo! Me ne rendo conto!» «Non vuole allora rivelare ai nostri lettori qual è la sua arma segreta?» le domandò il giornalista. «Intende l'arma con cui ho intrappolato Finn?» «Esattamente!» Scorgendo nei suoi occhi uno strano bagliore, Amber capì a cosa alludeva, e in modo neanche troppo velato. Diamine, cosa si aspettava? Che lei gli confessasse di essere pura e semplice dinamite a letto? «Non ho nessuna arma segreta» replicò con calma. «Se il nostro rapporto funziona, credo che lo si possa attribuire a un'unica cosa: l'amore.» «Oh» mormorò Paul, chiaramente deluso. «Adesso dobbiamo concludere. Se non ci sono altre domande...» «Soltanto una. Per quando è fissato il matrimonio?» 27


Se soltanto l'avesse saputo! «Finn ha fatto qualche accenno al giorno di San Valentino, ma mancano solo un paio di mesi e non so se basteranno per i preparativi.» Gli occhi di Paul scintillarono. «Un matrimonio il giorno di San Valentino! Sarebbe un articolo fantastico, da prima pagina. Glielo garantisco!» Amber si sentiva un po' a disagio mentre lo accompagnava alla porta, ma cercò di convincersi di non avergli dato elementi per un articolo piccante. Che razza di scoop era una proposta di matrimonio in una stanza da bagno?

28


Questo mese L'amore non conosce ostacoli per Amber e Ursula, disposte a lottare per l'uomo che amano, come ci racconta Sharon Kendrick. La maestria di Lucy Gordon e il suo amore per il nostro Paese si fondono armoniosamente nella miniserie dedicata a due aitanti fratelli italiani.

La prossima uscita il 16 marzo Melanie Milburne riesce a trasformare in un sottile gioco di seduzione il diabolico piano di due uomini desiderosi di vendetta. Penny Jordan ricrea splendidamente l'atmosfera di lusso, potere e fascino che circonda i due milionari russi Kiryl e Vasilii.


Londra, 1852. Troppi segreti, un unico fine… e una passione alla quale è impossibile resistere. L’ultimo appuntamento con Gli irresistibili libertini di St. James’s vi aspetta. “Un’autrice unica, una storia avvincente ricca di colpi di scena.” Goodreads Reviews

Inghilterra - Austria, 1891. Intrighi diplomatici e passioni scandalose. Siete pronti per tornare alla corte della Principessa Sissi? “Coinvolgente, emozionante, uno dei romanzi migliori che abbia mai letto.” Amazon Reviews

Dall’11 gennaio in edicola e sul nostro store www.harpercollins.it - Seguici su


Un’esclusiva selezione dei più bei romanzi d’ambientazione Regency in una nuova collana di antologie 2in1. Grandi storie d’amore, scandali e intrighi sullo sfondo dell’epoca più affascinante della storia: non potrete più farne a meno.

Sguardi provocanti e baci appassionati, attentati e sabotaggi… una nuova travolgente avventura firmata Brownyn Scott

In edicola e sul nostro store dal 4 gennaio www.harpercollins.it - Seguici su


E SE JANE AUSTEN CREDESSE AI VAMPIRI? LA NUOVA SERIE A PROPOSITO DI JANE AUSTEN VI TRAVOLGERÀ, GRAZIE AL SUO MIX PERFETTO IN GRADO DI CONIUGARE IL FASCINO DI UNA DELLE AUTRICI PIÙ AMATE DI SEMPRE… AD UNO SCENARIO OLTREMODO SURREALE.

“Appassionanti, divertenti e... tenebrosi. Sia i lettori di romanzi paranormal che gli ammiratori di Jane Austen troveranno questi racconti intriganti!” Library Journal

UN’ANTICA LEGGENDA, UNA SPARIZIONE MISTERIOSA...

LA VOCE DEI MORTI HA DEI SEGRETI DA SVELARE. NON PERDETE IL NUOVO APPUNTAMENTO CON KREWE OF HUNTERS “Un’autrice veramente ineguagliabile.” Los Angeles Daily News

In edicola e sul nostro store dal 27 gennaio www.harpercollins.it - Seguici su


* rapportato al prezzo abituale dei romanzi pubblicati nella serie.

I romanzi più seducenti per il giorno più romantico dell’anno. Un San Valentino così non l’avete mai visto.

Dal 27 gennaio in edicola e sul nostro store. www.harpercollins.it – Seguici su


MAYA BANKS È TORNATA! IL SECONDO TRAVOLGENTE APPUNTAMENTO CON LA SLOW BURN SERIES VI ASPETTA

Doveva essere un lavoro come gli altri. Invece è la passione che cambierà per sempre la sua vita.

Il primo romanzo della serie vi aspetta!

Dal 19 gennaio in libreria e sul nostro store www.harpercollins.it - Seguici su


Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con

A B B ON ATI!

-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS

Sì!

Voglio abbonarmi a My Lit. Speditemi bimestralmente 2 romanzi al prezzo scontato del 50%: € 7.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 12.00 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).

7B0222

Cognome.............................................................Nome................................................................................ Via.....................................................................................................................N°...................................... Località.............................................................................Prov...................CAP............................................. Prefisso....................Telefono....................................e-mail.......................................................................... Firma............................................................................................Data........................................................ Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza i romanzi Harmony Romance. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2017. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Viale Monte Nero, 84 – 20135 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.