Brenda Jackson
UNA DINASTIA DI SUCCESSO
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Spencer's Forbidden Passion Taming Clint Westmoreland Tall, Dark... Westmoreland! Silhouette Desire © 2007 Brenda Streater Jackson © 2008 Brenda Streater Jackson © 2009 Brenda Streater Jackson Traduzioni di Maria Latorre Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny novembre 2009 Prima edizione Harmony Destiny febbraio 2009 Prima edizione Harmony Destiny marzo 2010 Seconda edizione Il Meglio di Harmony settembre 2013 Questo volume è stato stampato nell'agosto 2013 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) IL MEGLIO DI HARMONY ISSN 1126 - 263X Periodico mensile n. 167 del 28/09/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 777 del 6/02/1997 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Sommario Pagina 7
Accordo di piacere Pagina 159
Scritto sul corpo e sul cuore Pagina 335
Milionario senza volto
Accordo di piacere
Prologo «Abbiamo un problema, Spence.» Spencer Westmoreland chiuse gli occhi per allontanare l'immagine della madre, che lo guardava dall'altro capo della stanza, e per vanificare al tempo stesso il tono di voce preoccupato dell'avvocato che gli parlava al cellulare. Quando li riaprì, la madre lo stava ancora guardando con un'espressione che non lasciava presagire niente di buono. Si trovavano a Bozeman, nel Montana, per partecipare al matrimonio della cugina Casey con il suo amico d'infanzia McKinnon Quinn. La coppia era ancora all'interno del ranch a scattare fotografie, mentre tutti gli altri avevano già affollato il fienile che era stato trasformato in sala da ballo per il ricevimento. Spencer si guardò intorno. Sembrava che tutti si divertissero. Tutti, tranne lui, ora che era stato interrotto da una telefonata del suo avvocato. Stuart Fulmer era uno degli uomini più in gamba che conoscesse, noto per la precisione con cui conduceva gli affari, e se lui parlava di crisi, voleva dire che la crisi esisteva davvero. «D'accordo, Stuart, qual è il problema?» «I Vigneti Russell.» Spencer si ritirò in un angolo più tranquillo per po9
tere parlare con calma, oltre che per sottrarsi allo scrutinio intenso della madre. Pochi mesi prima aveva sentito dire che il vigneto, che si estendeva per oltre trecento acri nella Napa Valley, era stato messo in vendita, così aveva fatto una capatina da quelle parti e si era innamorato a prima vista della terra. Dopo aver scoperto che i proprietari si trovavano in difficoltà finanziarie, aveva chiesto al suo avvocato di fare loro un'offerta più che generosa. Il suo intento era quello di chiudere l'attività di viticoltura per sostituirla con un albergo, percorsi escursionistici e piste ciclabili. In altre parole, ne avrebbe fatto un paradiso turistico per gli amanti della natura. Fino a pochi giorni prima i negoziati procedevano a gonfie vele, tanto che era convinto di poter chiudere l'affare nel giro di una settimana. E allora, che problema poteva mai essere sorto, così all'improvviso? «Cos'è successo?» domandò irritato. «Una donna, ecco cos'è successo» rispose il legale spazientito. «Una ragazza che risponde al nome di Chardonnay Russell.» «Chardonnay Russell?» ripeté lui. «Non è proprio una ragazza, direi. Ha ventisette anni. Se non erro, è la nipote del proprietario.» «Già, proprio lei. In qualche modo ha convinto il vecchio a cambiare idea.» Spencer aggrottò la fronte. «Ma è impossibile! Ero convinto che avessimo praticamente concluso.» «Già.» «Pensavo anche che i Russell avessero un sacco di problemi finanziari da risolvere.» «È così, infatti.» «Allora come possono tirarsi indietro?» «Non possono farlo, in effetti. Da quello che ho capito, la ragazza sta facendo un ultimo tentativo per ot10
tenere un finanziamento che consentirebbe al nonno di conservare la terra. In fondo appartiene alla loro famiglia da più di cinquant'anni. È chiaro che Chardonnay non è ancora pronta a gettare la spugna.» «Ammirevole, da parte sua, ma non me ne importa un accidenti. Fa' tutto il necessario per concludere l'affare.» «Non sarà facile, Spence. Chardonnay Russell mi sta rendendo la vita difficile.» Sempre più indispettito, lui si passò una mano sul viso. Conosceva Stuart da più di quindici anni e non lo aveva mai sentito così allarmato. Ma insomma, che genere di problemi avrebbe potuto causare una donna sola? All'improvviso decise di scoprirlo di persona. «D'accordo, Stuart, vorrà dire che me ne occuperò io. Domattina prenderò un aereo per la Napa Valley e andrò a parlare con i Russell. Per favore, informali del mio arrivo.» Gli parve di avvertire una nota di sollievo nella voce di Stuart. «Lascia che ti metta in guardia, amico mio. Quella donna potrà anche avere il nome di un vino, ma non c'è niente di frizzante in lei. Preparati ad affrontare il morso di uno scorpione, piuttosto.» E se Stuart si esprimeva in quei termini, c'era davvero da temere il peggio. «Grazie dell'avvertimento, Stu. Lo terrò presente.»
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1 «È arrivato, Donnay.» Chardonnay Russell incrociò lo sguardo preoccupato della madre, mise da parte gli appunti che stava scrivendo e si alzò. Non sopportava di vedere i suoi familiari così angosciati per questioni di denaro. Fino a quel momento se l'erano sempre cavata piuttosto bene, ma le spese ospedaliere che avevano sostenuto per il nonno e per le conseguenti cure mediche avevano eroso tutti i loro risparmi, tanto che adesso riuscivano a malapena a sbarcare il lunario. Le banche a cui si erano rivolti fino a quel momento avevano tutte respinto la loro richiesta di un prestito. L'ultima speranza era riposta nella banca di San Francisco che aveva visitato pochi giorni prima, e il cui direttore, il signor Gordon, le aveva dato qualche speranza. «Donnay?» Il tono nervoso della madre la strappò a quei pensieri. Con un sorriso si avvicinò alla donna, constatando quanto fosse ancora bella. Donnay non aveva mai conosciuto suo padre. Le avevano detto che era un soldato di cui la madre si era innamorata, appena diciottenne, nel corso dell'estate in cui lui aveva lavorato al vigneto. E quando lui aveva raggiunto il suo reg12
gimento, non sapeva ancora che presto avrebbe avuto una figlia. «Lascia che aspetti, mamma. Non sarà certo la prima volta.» E invece sarebbe meglio che lo fosse. Quel giorno aveva cercato su Internet alcune informazioni sul conto di Spencer Westmoreland, il trentaseienne diventato milionario già prima di compiere i trent'anni, al punto da potersi permettere di ritirarsi dagli affari giovanissimo. L'inattività, però, doveva averlo stancato, tanto da fargli desiderare di procurarsi un nuovo giocattolo, che aveva individuato, per l'appunto, nel vigneto della famiglia Russell. «Dove sono i nonni?» indagò, sapendo che i due anziani erano ancora più preoccupati della madre all'idea del suo incontro con Westmoreland. «In cucina. Janice ha accompagnato il nostro ospite nello studio.» «Bene.» Donnay annuì. «È arrivato il momento di affrontare il signor Westmoreland. E ricordate, avete promesso di lasciarmi fare a modo mio.» Spencer passeggiava avanti e indietro per lo studio, osservando i premi appesi alle pareti. Sapeva bene per quale motivo lo facevano aspettare. Era il modo migliore per tenere sulle spine un avversario in affari, per farlo innervosire e metterne alla prova la pazienza. Un sorriso gli distese le labbra. Quella tattica si sarebbe dimostrata una perdita di tempo, con lui, ma Chardonnay Russell non poteva saperlo. Di sicuro era convinta di essere lei a tenere il coltello dalla parte del manico, e sarebbe rimasta sorpresa di scoprire che non era affatto così. «Ci dispiace di averla fatta aspettare tanto, signor Westmoreland.» 13
Come no! Spencer si girò verso la suadente voce femminile che aveva pronunciato quelle parole. E ogni suo pensiero coerente perì di morte improvvisa nell'attimo stesso in cui incrociò gli occhi più splendidi che avesse mai visto. Occhi grigi come l'argento, tanto da fargli chiedere se per caso non indossasse lenti a contatto colorate. Scartò subito l'idea, perché anche gli occhi delle persone che erano con lei possedevano lo stesso colore. Doveva essere una caratteristica di famiglia. Si affrettò a ricomporsi. «Nessun problema, le assicuro.» In realtà il problema c'era, considerò tra sé, e si chiamava Chardonnay Russell. Era a dir poco fantastica. In vita sua, Spencer aveva frequentato un buon numero di belle donne, ma di fronte a lui in quel momento si trovava davvero un esemplare di rara bellezza. Era molto alta, quasi un metro e ottanta, e nonostante un'aggraziata snellezza, aveva tutte le curve al posto giusto. Per non parlare del volto, i cui tratti bastavano a lasciarlo senza fiato. Lunghi capelli fluenti le scendevano oltre le spalle, incorniciando un ovale perfetto color cioccolato sul quale spiccavano un nasino all'insù e un paio di labbra da baciare. I cerchi che portava alle orecchie le conferivano un'aria ancora più sexy. E facevano sentire lui più eccitato di un adolescente. Non gli era mai capitato di sentirsi così sottosopra per colpa di una donna, ma in quella che gli stava dinanzi in quel momento c'era qualcosa di così palesemente erotico da impedirgli di pensare ad altro che non fosse un groviglio di corpi tra le lenzuola. «Vogliamo passare alle presentazioni?» propose la statuaria bellezza andandogli incontro. «Temo che si 14
senta a disagio perché ancora non ci conosce, mentre noi sappiamo chi è lei.» Lo sguardo di Spencer la seguì come una calamita mentre attraversava la stanza per andargli incontro. Aveva gambe lunghissime e una vita sottile, che lui avrebbe potuto facilmente stringere tra le mani. E a peggiorare le cose, ci si mise anche il suo profumo, una fragranza eccitante che non fece altro che acuire i suoi sensi già fin troppo scossi. Fino a quel momento Spencer aveva sempre dato prova di una straordinaria capacità in fatto di affari, ma adesso cominciava a temere che quel giorno non gli sarebbe stato tanto facile, vista l'improvvisa ondata di desiderio che lo aveva travolto. «Mi chiamo Chardonnay Russell» si presentò lei tendendogli la mano. «Questa è mia madre Ruth e loro sono i miei nonni, Daniel e Catherine Russell.» Spencer prese la mano di lei nella sua, e gli parve che una scossa elettrica gli saettasse nel braccio a quel leggero contatto. Quella sensazione lo irritò non poco. Non era il momento di farsi governare dagli ormoni. E soprattutto non era il momento di pensare che, a causa dei suoi innumerevoli impegni, erano ormai più di sei mesi che non stava con una donna. In quella situazione doveva preoccuparsi soprattutto di conservare una facciata distaccata e professionale. «Signorina Russell» la salutò, prima di stringere la mano agli altri componenti della famiglia. Si accorse che il nonno non aveva una buona cera, e ricordò che le difficoltà finanziarie dell'azienda erano dovute appunto ai problemi di salute di cui aveva sofferto negli ultimi anni. «Adesso che abbiamo fatto le presentazioni, la prego, sediamoci» lo invitò Chardonnay. Il tono della sua voce gli accarezzò i sensi. «Già, 15
sarà meglio» convenne, ricordandosi di colpo per quale motivo si trovava lì. «Come ho già detto al suo legale, l'avvocato Fulmer, il vigneto non è più in vendita. E se lei dà per scontato di riuscire a farci cambiare idea, è meglio che l'avverta subito: non ci riuscirà.» A Spencer piaceva quell'atteggiamento coraggioso e diretto. «Tutt'altro, signorina Russell. Negli affari non do mai niente per scontato, soprattutto quando intendo ottenere ciò che voglio.» Non gli sfuggì il cipiglio preoccupato che le corrugò la fronte, né il lampo che adombrò quegli splendidi occhi grigi. «E lei pensa di riuscire a ottenere il vigneto, signor Westmoreland? Anche se le ho appena detto che non è più in vendita?» «Sì, penso di sì» replicò lui in tono piuttosto arrogante. «Soprattutto perché non avete ancora esaminato la mia nuova proposta.» Non riuscì a trattenersi dallo scoccarle un ghigno presuntuoso: era certo che l'avrebbe irritata oltre ogni dire, ma in quel momento non gliene importava niente. Sentiva l'adrenalina scorrergli a fiumi nelle vene, come gli succedeva sempre, quando doveva affrontare un degno avversario. «E adesso» aggiunse con calma, «che ne direste se vi spiegassi cosa ho in mente?» Donnay sollevò di scatto la testa dalla relazione che stava leggendo. «Ciò che intende fare di questa terra è inaccettabile!» esclamò. Nello scorgere il lampo gelido che gli saettò negli occhi a quelle parole, capì che taceva per imbrigliare la furia. «Ciò che intendo fare della proprietà dopo averla acquisita non dovrebbe riguardarla affatto» ribatté Spencer. «Lei dovrebbe preoccuparsi soltanto di 16
ricevere un prezzo equo dalla transazione.» Lei aggrottò la fronte. Se ne stavano seduti sul divano, e lui sorseggiava il vino che gli aveva offerto il nonno, una delle annate migliori della loro produzione. «Si sbaglia, signor Westmoreland. La cosa mi riguarda, eccome, visto che abbiamo deciso di non vendere più. E adesso che abbiamo preso visione della sua proposta, siamo ancora più certi di aver preso la decisione migliore.» Una nota irritata gli scivolò nella voce quando rispose. «Non credo che lei abbia considerato la proposta con la dovuta attenzione, signorina Russell. Sono disposto a pagare mezzo milione più di quanto avessi autorizzato a fare il mio legale, e ritengo che si tratti di un'offerta più che generosa, da parte mia. È davvero convinta di essere nelle condizioni di poterla rifiutare?» Donnay si morse le labbra. No, non era affatto nelle condizioni di rifiutare una proposta del genere, e non osava neppure pensare alle circostanze in cui lei e i suoi familiari si sarebbero trovati se la banca di San Francisco avesse rifiutato il prestito. Guardò la madre e i nonni, si accorse di quanta fiducia riponessero in lei, di come si aspettassero che prendesse la decisione giusta per tutta la famiglia, ma soprattutto per il nonno, con i suoi problemi di salute. Ciononostante, non tollerava l'idea di dover abbassare le armi di fronte a un uomo così presuntuoso e prepotente come Spencer Westmoreland. Eppure avrebbe dovuto rendersi conto di essere nei guai nell'attimo stesso in cui era entrata nello studio e l'aveva visto lì, con indosso un abito di Armani e l'aria di chi è convinto di poter conquistare il mondo. Era l'uomo più sexy che avesse mai incontrato, uno dei pochi a torreggiare su di lei con la sua altezza, con una 17
pelle color caffè che la faceva morire dalla voglia di accarezzarla, corti capelli neri e gli occhi più scuri che avesse mai visto. Erano così intensi, che ogni volta che incrociava il suo sguardo si sentiva correre un brivido lungo la schiena. «Le ho fatto una domanda, signorina Russell.» Quel tono non le piaceva. Chardonnay lo fissò a lungo, poi guardò i familiari. Il nonno assentì in silenzio, con un leggero sorriso, quasi volesse incoraggiarla a rispondere, e lei colse il messaggio al volo. Doveva continuare a sperare che la banca di San Francisco concedesse loro il prestito. Così, dopo aver tratto un lungo sospiro, guardò di nuovo il suo interlocutore e assentì. «Sì, signor Westmoreland, sono nelle condizioni di poterla rifiutare. Ed è proprio ciò che intendo fare.» Detto questo, si alzò. «Abbiamo già abusato fin troppo del suo tempo e, come può ben capire, qui c'è parecchio lavoro da fare. Le siamo tutti molto grati per aver mostrato interesse per i nostri vigneti, ma come le ho già spiegato, non sono più in vendita.» Spencer rimase a fissarla allibito. Poi, con un colpo secco chiuse il fascicolo che aveva tra le mani e si alzò. «Se crede che sia finita qui, si sbaglia di grosso, signorina Russell» affermò in tono gelido. «Stia pur certa che ci rivedremo.» Lei s'irrigidì. «Per noi sarà un piacere, signor Westmoreland. Le chiediamo soltanto di cercare altrove un vigneto da acquistare. La avverto, però, se conta di procurarci noie, se ne pentirà.» Il sorriso con cui lui le rispose le fece correre un brivido lungo la schiena. «Non sarò io a procurarle noie, mi creda. Se le è procurate da sola rifiutando la mia offerta. Buona giornata, signorina Russell.» 18
Dopo essersi allontanato di un paio di chilometri dalla tenuta, Spencer si fermò sul ciglio della strada per fare una telefonata. Non riusciva a togliersi dalla mente la bellezza di Chardonnay, né tanto meno l'attrazione che aveva provato per lei. Non gli era mai successo di sentirsi così eccitato al cospetto di una donna. L'istinto gli faceva capire che anche lei aveva provato la stessa attrazione, anche se aveva cercato di non darlo a vedere. Dopotutto, lui era il nemico. La telefonata fu breve. «Stuart? Sono Spence. Devi scoprire qual è la banca che intende fare un prestito ai Russell e farmelo sapere al più presto» istruì l'avvocato prima di agganciare. Poi rimase a lungo a guardarsi intorno, ammaliato dal panorama che lo circondava. Era una giornata splendida, per essere l'inizio di dicembre, e la terra che gli si stendeva intorno a perdita d'occhio era magnifica. La voleva a tutti i costi. E non solo quella. Voleva anche Chardonnay Russell. Tutti i suoi cugini ancora scapoli stavano cadendo come mosche nella rete del matrimonio, e a giudicare dall'espressione della madre al matrimonio di McKinnon e Casey, era chiaro che si aspettava che la prossima vittima fosse lui. Perché deluderla, dunque? Dopo il tradimento di Lynette Marie, il pensiero di sposarsi per amore gli risultava del tutto alieno. Aveva pianto a lungo la scomparsa della compagna, morta in un incidente di sci quattro anni prima, ma dopo gli esami del medico legale aveva scoperto che lei era incinta di sei settimane, e questo poteva significare soltanto che aveva concepito il bambino nel corso dei due mesi in cui era rimasta lontana da lui per lavoro. Non era lui, quindi, il padre del bambino. Serrò le mani intorno al volante. Certo, un matri19
monio per amore era fuori discussione, ma almeno avrebbe potuto sposarsi per il sesso. A trentasei anni, si era guadagnato una fortuna enorme, e forse era arrivato il momento di pensare al futuro e ai cambiamenti da apportare alla sua vita. Anche se non era alla ricerca dell'amore eterno quello che avevano invece trovato i suoi tre fratelli, Jared, Durango e Ian - avrebbe fatto comunque il possibile per garantirsi una famiglia e un erede a cui trasmettere tutta la sua ricchezza. Un sorriso gli distese le labbra al pensiero di tutti i bambini che erano nati nella famiglia Westmoreland nel corso dell'ultimo anno. C'erano Arielle, la secondogenita della cugina Delaney, e la bambina del cugino Dare e della moglie Shelley. Soltanto tre mesi prima era nata anche la figlia di Durango e Savannah, e in breve tempo sarebbero venuti al mondo anche i pargoli degli altri due cugini, Thorn e Stone. Spencer avviò di nuovo il motore, consapevole di aver preso una decisione importante. Avrebbe incontrato di nuovo Chardonnay Russell, e in quell'occasione lei non sarebbe stata in grado di rifiutare la sua proposta. Sapevano tutti che era un uomo risoluto, un uomo che finiva sempre per prendere ciò che voleva. E quello che voleva in quel momento era un'unione molto intima con Chardonnay Russell.
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