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Leanne Banks

Alta societĂ


Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Bedded by the Billionaire Billionaire's Marriage Bargain Silhouette Desire © 2008 Leanne Banks © 2008 Leanne Banks Traduzioni di Lucilla Negro Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny aprile 2009 Prima edizione Harmony Destiny maggio 2009 Seconda edizione myLit dicembre 2013 Questo volume è stato stampato nel novembre 2013 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) MYLIT ISSN 2282 - 3549 Periodico trimestrale n. 4 del 19/12/2013 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 162 del 31/05/2013 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


PARTE PRIMA

Rischiosa seduzione


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«Ho saputo che è incinta del figlio di mio fratello. È così?» Lilli McCall poggiò d'istinto la mano sul ventre rigonfio e scrutò guardinga Maximilien De Luca. Aveva esitato prima di farlo entrare, insieme al suo socio, nel piccolo appartamento di Las Vegas dove abitava da qualche anno. Da quando Tony De Luca era morto, due settimane prima, aveva perso il conto di tutte le sgradite visite che aveva ricevuto. Prima di aprire la porta, aveva guardato dallo spioncino e constatato la sorprendente rassomiglianza con Tony. Stessa carnagione scura, stessa struttura ossea. Solo che quell'uomo non era bello quanto Tony. E non aveva la solarità e i modi accattivanti del fratello, che l'avevano conquistata fin dal loro primo incontro, prima di scoprire che razza di bugiardo fosse. Il suo viso pareva una maschera di pietra, pronta a sgretolarsi al primo accenno di sorriso. Tony le aveva parlato spesso di suo fratello Max. Lo descriveva come un uomo tutto d'un pezzo, inflessibile, talvolta spietato, persino con i suoi stessi familiari. Un duro dal cuore di pietra. Avrebbe fatto volentieri a meno di conoscerlo. E 7


avrebbe preferito non sentir più parlare di Tony De Luca. Si era allontanata da lui già da diverso tempo, per dei gravi motivi. Aveva deciso di non voler avere più nulla a che fare con quell'individuo, né con i suoi amici, né con la sua famiglia. «Signorina McCall?» incalzò Max. Traendo un respiro, si riscosse dai suoi pensieri ed eseguì un lento cenno del capo, imponendosi di non lasciarsi intimidire da quell'uomo. «Sì, abbiamo avuto una storia nel periodo immediatamente successivo alla morte di mia madre. Ma le cose non hanno funzionato tra di noi» aggiunse con voce contratta, nonostante gli sforzi di mostrarsi rilassata. «I particolari della vostra vicenda sentimentale non mi interessano. Come lei ben sa, mio fratello è morto in un incidente d'auto. So per certo che non era tra i suoi desideri mettere al mondo dei figli, quindi...» «Non mi aspettavo nulla da lui, se è questo che intende insinuare» lo interruppe subito Lilli. «Davvero?» pronunciò Max De Luca con occhi stretti e tono dubbioso. Il suo scetticismo la offese. «Sì, davvero» enfatizzò. «Tony mi è stato molto vicino dopo la morte di mia madre, ma ho capito subito che non appartenevo al suo mondo.» «Come mai?» «Io...» Esitò, provando una stretta al petto al ricordo della terribile notte in cui aveva preso la decisione di rompere definitivamente con Tony De Luca. «Non condividevamo gli stessi valori. Non volevo mettere al mondo dei figli che sarebbero cresciuti in quell'ambiente.» 8


Lo sguardo di Max si posò sul suo ventre prominente. «Si è decisa un po' tardi, non le pare?» Altroché, pensò Lilli. «Sì. Ma ormai quel che è fatto è fatto. Come si dice, inutile piangere sul latte versato. O mi concentro sul bambino o continuo a rimuginare sui miei errori. Pensare agli errori non mi porterebbe a nulla, ragion per cui...» disse in tono conclusivo, smaniosa di liberarsi di lui. «Dal momento che non mi aspettavo nulla da Tony, lei non si deve sentire in obbligo di...» «Ecco dove non ci troviamo d'accordo» chiosò lui e fece un cenno verso l'uomo alle sue spalle. «Jim, mi dai quelle carte? Lilli, lui è Jim Gregory. Se ha buona memoria, ricorderà che ha bussato alla sua porta diverse volte, ultimamente.» Lilli staccò lo sguardo da Max e lo soffermò sull'altro uomo, finché non lo ebbe riconosciuto. «Chiedo scusa» disse, «ma vivo da sola e non apro facilmente la porta a degli sconosciuti.» «Capisco» pronunciò Jim e a lei parve di scorgere come un velo di compassione nei suoi occhi. «Ecco qua» aggiunse, rivolto a Max, porgendogli dei fogli che aveva tirato fuori da una cartellina di plastica, insieme a una penna. Max prese le carte e le allungò a Lilli. «Si tratta di un singolo documento. In cambio di un milione di dollari adesso e un altro milione al compimento del venticinquesimo anno di età di suo figlio, lei accetta di rinunciare a tutti i diritti sul patrimonio di mio fratello. Se dovesse morire o non riuscire a tirar su il bambino in maniera responsabile, acconsente ad affidarne la custodia a un tutore di mia scelta.» 9


Lilli era sbigottita. «Questo è quanto» concluse Max. «Mi faccia sapere se ha delle domande da rivolgermi.» Lilli fissava attonita i fogli e si sentì le mani tremare dalla rabbia. Gli gettò le carte addosso e indietreggiò. «È impazzito?» «Hai visto, Jim?» cominciò Max rivolto all'uomo più anziano. «Te lo avevo detto che non si sarebbe accontentata, che avrebbe chiesto di più.» Sconcertata, Lilli continuava a fissarlo con occhi sgranati. «Allora, è pazzo sul serio» inveì. «Non mi ha ascoltata, prima? Non volevo nulla da Tony allora. Non voglio nulla adesso. E se ha pensato anche solo per un istante che io possa permettere a una persona che non conosco di crescere mio figlio, allora deve avere davvero qualche rotella fuori posto.» «È una clausola che serve solo a proteggere il bambino nel caso in cui lei venga a mancare o sviluppi qualche comportamento pericoloso o inadeguato.» Max depositò il documento sulla consolle. «Se lo legga. Ci dorma sopra. Poi ne riparliamo.» Lilli lo afferrò con stizza, pronta a sbatterglielo in faccia. Lui scosse il capo e sollevò la mano. «Mi risparmi certe scenate. Costa molto crescere un figlio, al giorno d'oggi. E non sarà facile farlo da sola. Ci pensi. Pensi a tutto quello di cui avrà bisogno il suo bambino. Davvero crede di poter provvedere a tutto lei? Di voler rinunciare al denaro che le sto offrendo?» Lilli aveva il cuore che le batteva all'impazzata, quasi soffocandola. «Mi terrò in contatto» sibilò a denti stretti. 10


Non appena i due uomini se ne furono andati, chiuse la porta a chiave. Adirata e offesa, iniziò a camminare avanti e indietro per il soggiorno. Il cuore le pulsava nelle orecchie, le unghie affondavano nei palmi mentre serrava i pugni. Chi diavolo si credeva di essere quel tipo, presentandosi in casa sua a dettare legge? Certo, c'erano dei particolari che non deponevano proprio a suo favore, come il fatto stesso che si fosse lasciata coinvolgere in una storia con Tony, tanto per incominciare, o che fosse incinta e senza una fede al dito. Ma tutti potevano commettere degli errori. La soluzione era imparare da essi e cercare di cavare il meglio da qualunque situazione. Sebbene non fosse stata sua intenzione avere un figlio da Tony, Lilli era decisa a diventare la migliore delle madri. Nonostante tutte le sue insicurezze e le responsabilità che avrebbe dovuto fronteggiare, dal momento che aveva appreso di portare una creatura in grembo, si era sentita un po' meno sola. Entrò nella cameretta che aveva cominciato ad arredare per suo figlio e inspirò profondamente, cercando di ritrovare la calma. Aveva ripitturato le pareti e appeso un'arca di Noè piena di tanti animali di pezza. La culletta era di solido legno d'acero e vi aveva già appeso un carillon con farfalle e uccellini colorati. Con il successivo stipendio, pensava di comprare dei lenzuolini e una copertina celeste per il piccolino. Posando di nuovo la mano sul ventre, pensò a Max De Luca. Non aveva mai conosciuto un uomo così. Arrogante, maleducato, privo di tatto. Non poteva negare, però, che in una circostanza diversa non sa11


rebbe rimasta immune al suo indiscutibile fascino. Ma, in fondo, anche i leoni l'avevano sempre affascinata. Però non si sarebbe mai infilata in una gabbia insieme a uno di loro. «È andata bene, no?» domandò Jim in tono beffardo. Max si allentò la cravatta mentre sbloccava le portiere della scintillante Ferrari nera e scivolava dietro il volante. Preferiva guidare lui. Gli dava la sensazione di avere sempre il controllo della situazione. Si accomodò sul morbido sedile in pelle e allacciò la cintura. «Accidenti a Tony» imprecò, sebbene il dolore per la perdita del fratello fosse ancora vivo e devastante. «Stava per diventare padre, per la miseria. Il massimo che avrebbe fatto per suo figlio sarebbe stato provvedere al suo sostentamento economico. E basta.» «È una vita che rimedi ai guai che tuo fratello combina» sospirò Jim, mentre Max conduceva l'auto lontano dall'isolato. «Che bisogno c'era, però, di essere così duro con lei?» Max conosceva Jim da quando era bambino ed era quella l'unica ragione per cui permetteva all'anziano uomo di rivolgersi a lui in quei termini. «Devo ammettere che mi ha sorpreso» ribatté, ingranando la quarta e lanciando l'auto da corsa su una strada a scorrimento veloce. «Mi aspettavo una di quelle soubrettine che cambiava una a sera.» «Te lo avevo detto che era una dentista.» «Credevo che quello fosse il suo mestiere diurno. Che avesse un'altra vita.» Scosse la testa, incredulo. 12


«Mi è sembrata una ragazza a posto... con un bel fisico, per giunta, a parte la pancia. Hai notato che portava delle pantofole con i coniglietti?» «Difficile non notarle.» «Niente trucco pesante, niente capelli tinti. Chi lo avrebbe mai detto, una ragazza semplice, acqua e sapone» concluse, ancora non capacitandosi dell'impressione positiva che gli aveva fatto Lilli McCall. «Per nulla il tipo di Tony.» «Eppure, per un po' lo deve essere stata.» Max sentì una strana contrazione al petto. Come aveva fatto suo fratello ad agganciare una così? Se la sua prima impressione era stata quella giusta, non era una donna da lasciarsi sfuggire, men che meno da abbandonare con un figlio in grembo. «Ha avuto una bella fortuna, mio fratello.» Lilli incarnava quella irresistibile combinazione di dolcezza e sensualità che ogni uomo desiderava. Gli sorse spontaneo chiedersi come sarebbe stato sentire quella sua morbida bocca sulla pelle. Il solo pensiero gli innalzò la temperatura corporea. Non aveva mai provato attrazione per nessuna delle donne di suo fratello, per la miseria. Accese l'aria condizionata e indirizzò la ventola verso il viso. «L'ho davvero spiazzata con la mia offerta» constatò, torcendo le labbra in una smorfia divertita. Lilli lo aveva guardato come se avesse voluto strappargli le corde vocali. Quella sua reazione lo aveva lasciato sorpreso... e anche un po' affascinato. Ciò, però, non cambiava in lui la convinzione che ognuno avesse il suo prezzo. Anche una biondina 13


dalle guance rosee, le labbra tirabaci e due occhi azzurri che si accendevano come stelle quando era arrabbiata. «Accetterà i soldi» sentenziò Jim. «Lo fanno tutte, alla fine.» Max avrebbe sistemato anche quel guaio. Ormai aveva acquisito una certa pratica nel settore. Negli ultimi dieci anni non aveva fatto altro che rimediare ai danni procurati dalle disastrose scelte personali e finanziarie di suo padre e ridare lustro al nome della famiglia. Con lui, i proventi si erano triplicati. Dalla fusione della Magalos Resorts con la De Luca Corporation era nata la Magalos-De Luca Enterprises, una compagnia che costruiva complessi turistici di lusso nelle zone più esclusive del mondo. Max era deciso a mettere un De Luca a capo del successivo consiglio di amministrazione. Niente o nessuno lo avrebbe fermato. Men che meno una biondina che il caso aveva voluto portasse un De Luca in grembo. La sera successiva, mentre usciva dallo studio dentistico, Lilli fece una smorfia di dolore flettendo le dita. Il piccolo Tommy Johnson, di tre anni, non resisteva alla tentazione di morderle ogni volta il dito indice. I guanti di lattice non sempre bastavano a proteggerla dai denti aguzzi di certi suoi piccoli pazienti. Lavorava fino a tardi tre sere a settimana per due motivi, sia per racimolare qualche soldo in più, sia perché non aveva nient'altro da fare la sera. Non era più un'amante delle feste e della vita mondana. Quel periodo della sua vita apparteneva ormai al passato. 14


Estraendo le chiavi dalla borsa, si incamminò verso la sua Toyota Corolla blu. Mentre si avvicinava all'auto, due uomini le si pararono davanti. Erano entrambi sulla ventina e sembravano fratelli. «Lilli McCall?» chiese uno di loro. Uno dei due le sembrava un viso conosciuto, anche se non riusciva bene a inquadrarlo. Era forse un amico di Tony? Un tipo poco raccomandabile, quindi. Si irrigidì. «Perché me lo chiede?» Indietreggiò. I due avanzarono. «Speravamo potessi aiutarci.» Lilli si mordicchiò le labbra e arretrò di un altro passo. «Io... ehm...» Si schiarì la voce. «In che modo, scusi?» «Siamo qui per Tony» spiegò uno dei due, scrollando le spalle. «Ha lasciato dei debiti insoluti. Sappiamo che voi due eravate intimi e speravamo potessi aiutarci.» Lei scosse la testa. «Io e Tony non ci vedevamo più da diversi mesi. Ci eravamo lasciati.» «Ha fatto in tempo a metterti incinta, però» intervenne l'altro bruscamente. «Quel bambino che porti in pancia deve valere tanto per la famiglia De Luca. Ti avrà pur lasciato qualcosa.» «No» riuscì a pronunciare, nonostante la paura che le occludeva la gola. «Guardate con che auto sono costretta ad andare in giro. Ha più di dieci anni. Vi sembro una che ha un sacco di soldi?» Gli uomini corrugarono la fronte. «Forse fai in modo di non sembrarlo, vuoi tenerlo nascosto.» Avvilita e spaventata, Lilli agitò la testa. «Non è così. E ora, per favore, lasciatemi in pace.» 15


«Ti lasceremo in pace se ci darai quello che ci spetta.» Uno dei due estrasse un biglietto da visita dalla tasca e glielo allungò. L'impulso di Lilli fu quello di fuggire, ma era come se avesse i piedi incollati al marciapiede. L'uomo le mise il biglietto in mano, costringendola a prenderlo. «Chiamami quando avrai trovato i soldi. Torneremo a cercarti, se te ne scorderai.» Con il cuore che le batteva forte, osservò i due tizi allontanarsi e provò una fitta allo stomaco. Per quanto tempo ancora avrebbero continuato a tormentarla? E quanti altri presunti creditori si sarebbero presentati alla sua porta? Fece un bel respiro e si affrettò verso l'auto. Aprì la portiera e si chiuse dentro. Forse sarebbe stato meglio andarsene, lasciare la città. Ma non le andava di perdere quelle poche amicizie che aveva allacciato negli ultimi due mesi. Crescere un figlio circondata da gente estranea non sarebbe stato facile. Valutò una serie di possibilità mentre si fermava a un fast-food e ordinava un frappé. Lo bevve a casa, poi si cambiò, indossando una comoda canotta e un paio di pantaloncini. Infine, per distrarsi e mettere a tacere il brusio dei suoi pensieri, accese la TV e iniziò a guardare la sua serie televisiva preferita. Cinque minuti più tardi, suonarono alla porta. Con un sospiro, si alzò dal divano, sperando che fosse la sua migliore amica, Dee, che aveva finito in anticipo con il corso di aerobica. Prima che potesse raggiungere la porta, un'altra scampanellata. Guardò dallo spioncino, ma era tutto buio e riuscì a intravedere soltanto la sagoma di un uomo. 16


Esausta, si accasciò contro la porta e urlò. «Vada via! I soldi di Tony non ce li ho! Non...» «Signorina McCall» la interruppe una voce maschile. Lilli riconobbe subito quella voce. Il fratello di Tony, l'uomo tutto d'un pezzo. Si morse le labbra. «Lilli» ripeté Max De Luca. «Mi fa entrare?» Lilli guardò com'era vestita. Non era nuda, ma si sarebbe sentita più a suo agio con qualcosa di più coprente. Un'armatura, per esempio. «Non sono in condizioni di ricevere visite.» «Non le ruberò che qualche minuto» insistette lui. Ingoiando un brontolio, aprì la porta. «Non credo che io e lei abbiamo altro da...» Max si infilò dentro senza tante cerimonie. Indossava un completo nero che gli era probabilmente costato più della sua Toyota. Rivedendolo, intuì perché Tony ce l'avesse tanto con il fratello. Max era più alto, aveva le spalle più larghe ed emanava un senso di sicurezza e di potere pari a quello di dieci uomini messi insieme. Lilli immaginava che fosse uno capace di tenere sempre testa a tutti, indipendentemente da come fosse vestito. Nonostante la durezza dei lineamenti, però, c'era un qualcosa di incredibilmente sensuale nella forma della sua bocca e in quegli occhi scuri dalle lunghe e folte ciglia. Era sicura che, se solo lo avesse voluto, sarebbe stato in grado di ridurre una donna alla sua mercé con una sola occhiata. Non c'era nulla dell'impaccio di un ragazzo in lui. Era un vero uomo, sicuro e consapevole, e avrebbe voluto una donna altrettanto sicura e consapevole al suo fianco, oltre che bellissima natu17


ralmente. E lei sapeva di non essere alla sua altezza. Max la fissava con quei suoi occhi fiammeggianti. «Perché continua a parlarmi di mio fratello e dei suoi soldi?» Lilli incontrò il suo sguardo implacabile. «Da quando Tony è morto, alcune persone di sua conoscenza, con le quali era in affari, continuano a venire da me per chiedermi di saldare i suoi debiti.» Max corrugò la fronte. «Vengono da lei? Perché?» Il suo viso si compose in un'espressione cinica. «Era per caso coinvolta anche lei in uno di quei suoi affari?» «Assolutamente no. Le ho già detto che non vedevo più Tony da mesi perché mi ero resa conto che non condividevamo gli stessi valori.» Mentre parlava, si ricordò della loro ultima, terribile serata insieme e chiuse gli occhi, cercando di scacciarla dalla mente. «Siamo stati insieme solo quattro mesi.» «Abbastanza per restare incinta, mi sembra» concluse lui. Offesa dal suo tono, Lilli gli indirizzò un'occhiataccia. «Nel caso non fosse stato abbastanza attento alle lezioni di biologia, a scuola, non ci vogliono quattro mesi di frequentazione di un uomo per restare incinta. Può essere sufficiente andarci a letto una sola volta.» Cacciò un lungo sbuffo d'aria, seccata. «Mi ascolti, non gliel'ho chiesto io di presentarsi a casa mia, offendermi, offrirmi del denaro e minacciarmi di portarmi via il bambino nel caso non dovesse approvare il modo in cui lo educo.» «Sa già il sesso?» «Maschio» gli rispose, e in quel momento sentì la 18


sua creatura muoversi. Chiudendo le mani attorno al ventre, cercò gli occhi di Max che la scrutavano da capo a piedi. Dopo essersi soffermati sul seno e le gambe, si posarono di nuovo sulla bocca. C'era una tale intensità in quegli occhi che le mise addosso uno strano calore. Alla fine, Max incontrò il suo sguardo. «Quante persone sono venute a chiederle soldi?» «Cinque o sei» gli rispose Lilli. «Di solito si presentano in coppia. Guardo sempre dallo spioncino, prima di aprire. Ho imparato a non aprire mai a persone che non conosco.» «Questo è successo quante volte, due, tre?» «In realtà più di setto od otto» ammise, mordendosi nervosamente le labbra. «E due uomini mi hanno avvicinata oggi al parcheggio, quando sono uscita dallo studio.» Max rimase in silenzio un istante, poi annuì. «Non mi sembra il caso che lei rimanga qui da sola. Potrebbe venire a stare da me, se vuole. Ho dieci camere da letto, personale di servizio, agenti di sicurezza, tutto quello che serve per farla stare al sicuro.» Stupita dalla proposta, Lilli lo guardò con occhi sgranati. «Non le sembra di correre un po' troppo? Si stuferanno di presentarsi alla mia porta quando capiranno che non ho nulla da dar loro, no?» «Il fatto è che lei ce l'ha, invece. Si dimentica che porta in grembo un De Luca?» «Uno dei due tizi di prima mi ha dato un suo biglietto da visita.» «Me lo faccia vedere, per favore» chiese lui in tono gentile ma perentorio. 19


«Va bene» accettò Lilli e andò in camera da letto. Lo cercò dentro la borsa, poi tornò da Max e glielo consegnò. «Chiederò a Jim di prendere informazioni su questo tizio, domattina.» Lui la guardò intensamente. «Ha avuto una storia con un De Luca. Siamo una famiglia potente e c'è gente che ce l'ha con noi. Se davvero ci tiene all'incolumità di suo figlio, deve venire da me.» Automaticamente, Lilli scosse la testa. «La conosco appena. Perché mai dovrei lasciare il mio appartamento per stabilirmi a casa sua?» «Perché starà più al sicuro lì» le rispose Max in tono spazientito. «Davvero crede che quella porta la proteggerà dal malintenzionato che vuole entrare a tutti i costi?» Lilli si sentì improvvisamente la bocca asciutta all'immagine di un pericoloso intruso, ma si rifiutò di farsi intimidire. «Sta cercando deliberatamente di spaventarmi.» «Non è vero. Voglio solo proteggerla. Lei e mio nipote.» Quelle parole furono come un cazzotto nello stomaco. Era come se desse per scontato che sarebbe toccato a lui assumersi la responsabilità del figlio di Tony. Non potevano essere più diversi i due fratelli. «Come faccio a sapere che lei non è come Tony?» si sentì in dovere di domandargli. Max assunse un'espressione risentita. «Come chi? Tony?» Dalle labbra gli sfuggì una secca risata. «Non ho mai avuto assolutamente nulla in comune con mio fratello. Né con mio padre, se è per questo.» 20


Lilli si chiese che cosa ciò significasse, ma dalla sua espressione intuì che ci fosse una lunga storia dietro quella dichiarazione. Una storia che non era sicura di voler conoscere. Avvertì la sua tensione, tuttavia resistette alla pressione. «Le uniche cose che so di lei sono quelle che mi ha raccontato Tony.» «Sarebbe a dire?» domandò lui, inarcando un sopracciglio. Non aveva voglia di ripetere le parole offensive di Tony. «Non credo sia una buona idea...» «D'accordo, mi faccia indovinare. Tony le ha detto che sono un tipo spietato, implacabile, noioso, assetato di potere, arrogante.» Lilli rimase colpita dalla sua accuratezza. «Non sono sicura che abbia usato queste parole. La descriveva come una persona tutta d'un pezzo, dal cuore di pietra.» «Cuore di pietra, è vero. Così mi diceva. Non che non ci avesse visto giusto, eh. Posso davvero avere il cuore di pietra, quando questo serve a proteggermi, a evitare di essere raggirato, ingannato, e questo può succedere molto spesso, mi creda. Ma, mi dica, se fossi stato davvero una persona senza cuore, perché mi sarei presa tanta pena per lei e il suo bambino?» Giusta osservazione, notò Lilli. Restava il fatto, comunque, che quell'uomo la rendeva nervosa. «Che cosa le dice il suo istinto al riguardo?» la interrogò. Lei si morse le labbra e provò un senso di disappunto nei confronti di se stessa. «Il mio istinto sta facendo cilecca, ultimamente. Da quando è morta mia 21


madre, per la precisione. Non so piĂš se potermi fidare.Âť L'espressione che lui le rivolse era enigmatica. ÂŤA ogni modo, si deve decidere. O si fida della resistenza della sua porta contro gli attacchi dei brutti ceffi che torneranno a importunarla. O si fida di me.Âť

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Questo mese Nora Roberts, unico e irripetibile fenomeno editoriale da oltre cento milioni di copie in tutto il mondo. Passioni, intrighi, amori senza confini, per lei non hanno segreti. Come per Leanne Banks non ha segreti il mondo patinato del jet set internazionale, dove gli uomini non devono chiedere, e le donne devono conquistare.

La prossima uscita il 20 febbraio L'attesa è lunga, ma ne varrà la pena! L'indimenticata Penny Jordan ci catapulta in un mondo da fiaba, dove il blu intenso del cielo e il giallo acceso delle dune del deserto faranno da cornice a storie da mille e una notte. Maya Banks, invece, ci accompagna tra gli dei della Grecia moderna e le loro solerti ancelle. Sullo sfondo il monte Olimpo e le profondità cristalline del Mar Egeo.


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