Lori Foster
Giochi pericolosi
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Sawyer Morgan Harlequin Temptation © 2000 Lori Foster © 2000 Lori Foster Traduzioni di Michela Polverino e Tiziana Tursi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prime edizioni Harmony Destiny gennaio 2003, febbraio 2003 Seconda edizione Il Meglio di Harmony luglio 2010 Terza edizione myLit aprile 2014 Questo volume è stato stampato nel marzo 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) MYLIT ISSN 2282 - 3549 Periodico mensile n. 8 del 23/04/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 162 del 31/05/2013 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Mio eroe!
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Era il tardo pomeriggio. Al termine di una giornata trascorsa sotto il sole insieme al figlio a sferrare colpi di martello per riparare il recinto della proprietà, Sawyer guardò il frutto del loro duro lavoro con un sorriso di compiacimento. Nelle ultime due settimane era stato troppo impegnato con i pazienti per potervisi dedicare, ma quel giorno, grazie al valido aiuto di Casey, aveva portato a termine le riparazioni. Suo figlio aveva soltanto quindici anni, ma era alto, forte, robusto e determinato come pochi. Quel momento di gloria durò purtroppo soltanto qualche breve istante. «Per la miseria!» esclamò improvvisamente Casey, attirando l'attenzione del padre. Lasciò cadere sull'erba il martello e poi si mise a correre verso il lago. Sawyer si volse appena in tempo per vedere per l'ultima volta il recinto intatto: un'auto era fuoriuscita dalla curva della strada che costeggiava la proprietà, andando a sbattere contro lo steccato, per poi procedere fino a inabissarsi nel laghetto. Anche Sawyer accorse in aiuto e, quando arrivò ansante sul luogo dell'incidente, Casey era già immerso nelle acque a mezzobusto, cercando affannosamente di accertarsi delle condizioni del conducente. Solo la parte 7
anteriore dell'auto era sommersa. I due si guardarono stupefatti per ciò che era accaduto. Poi Casey si chinò e guardò all'interno. L'auto era piena delle cose più svariate, come quando si effettuava un trasloco. E al posto di guida... «C'è una ragazzina!» esclamò. Sawyer lo sospinse di lato. Si chinò a sua volta e guardò. Ragazzina non era esattamente il termine con cui avrebbe definito la giovane donna china sul volante in stato di incoscienza. Bionda, minuta, sui venticinque anni, era decisamente una donna fatta e nel rigoglio della sua bellezza! Grazie al cielo, il vetro era abbassato. Perciò, anche se l'acqua era entrata e già arrivava ai polpacci della malcapitata, sarebbe stato più facile tirarla fuori dall'abitacolo. Così Sawyer aprì la portiera e, non senza fatica, alla fine riuscì a estrarre la donna e a riportarla a riva. Le diede una rapida occhiata per valutare se sul suo corpo ci fossero eventuali ferite o contusioni. Fu allora che si sentì cedere le gambe e fremere nel profondo di fronte a quella ragazza irresistibilmente attraente. Come medico aveva imparato a guardare le sue pazienti in modo distaccato, separando la sfera professionale da quella sessuale. E gli era sempre riuscito perfettamente, anzi gli era divenuto naturale. Fino a quel momento. Imprecando in cuor suo per quella inaspettata debolezza, ordinò a Casey: «Monta sull'autocarro e va' da Gabe. Digli di tenersi pronto». Casey sfrecciò via senza indugiare mentre il padre rimase qualche istante a considerare la situazione. La donna era fredda. Per effetto della caduta nelle 8
acque del lago, alcune valigie e scatole di cartone le erano piombate addosso, mandandola probabilmente a sbattere contro il volante con il capo, come dimostrava l'ematoma sulla fronte. L'adagiò sul prato. Tastandole il polso constatò con sollievo che il battito era forte. Ma intanto la pelle di quella donna era così vellutata sotto le sue dita da suscitargli strani brividi... Sawyer non volle dare loro alcuna importanza. Si volse perciò a controllare le condizioni dell'auto. Avendo lasciato completamente aperta la portiera di guida, l'acqua continuava a entrare. Sperò che suo fratello Gabe e Casey arrivassero in tempo. Se fosse sprofondata un po' di più nelle acque melmose, sarebbe stato difficile recuperarla. Intanto la donna emise un lamento e si mosse. Dunque non aveva subito alcun danno alla colonna vertebrale, considerò Sawyer. Con estrema cura, fece scivolare le dita lungo il suo corpo per verificare che non vi fossero fratture. Quindi le piegò delicatamente le braccia, i polsi, le ginocchia e le caviglie. Alla fine gli parve che tutto fosse a posto. D'un tratto, lei aprì le labbra e cominciò a lamentare dolore. Ma dove? Sawyer le scostò le lunghe ciocche bionde dal viso. La fronte scottava e la cosa non gli piacque. In quel mentre tornò Casey, che scese dall'autocarro e si precipitò ansante dal padre. «Gabe voleva portarti la valigetta, ma io gli ho detto che sarei tornato a prenderla nel caso ne avessi avuto bisogno.» Abbassò il tono della voce come se avesse paura di disturbare la poveretta. «La porteremo a casa nostra, vero?» «Sì» rispose Sawyer. Ma ovviamente, se la sconosciuta non fosse rinvenuta in tempi brevi, sarebbe stato 9
più opportuno portarla all'ospedale. Ora, l'unica cosa da fare era metterla al riparo sia dal sole ancora troppo caldo sia dall'effetto debilitante dell'acqua fredda. Per fortuna, la loro abitazione non distava molto da lì. Sawyer possedeva una proprietà di cinquanta acri con una grande villa, circondata da una fitta macchia boschiva. Il lago, lungo e stretto, più simile a un fiume che a un bacino lacustre propriamente inteso, costeggiava il retro della proprietà per un buon tratto di spiaggia. I dieci acri adiacenti al lago erano stati disboscati, ricavandone un sentiero che conduceva alla baia quando si voleva andare a pescare o a farsi una nuotata. Quel giorno, per l'appunto, Sawyer e Casey avevano percorso quello stesso sentiero per andare a riparare lo steccato malconcio. Un sorriso ironico si dipinse sulle labbra di Sawyer: grazie a quella signora, o signorina, le riparazioni allo steccato adesso si erano fatte ancora più necessarie di prima! Sollevò di nuovo la donna fra le braccia e, con cautela, si avviò all'autocarro. Era leggera come una piuma. La tenne con il capo reclinato sulle spalle sudate. Aveva capelli lunghi color del miele con qualche ciocca più chiara, come se fosse stata baciata dai raggi del sole. Emanava una fresca fragranza e lui la inspirò profondamente. «Prendi le chiavi della sua macchina e la sua borsetta» ordinò a Casey. «E anche la mia camicia che ho lasciato sullo steccato.» La camicia sarebbe servita a coprirle almeno le spalle, e non soltanto perché la donna era scossa da brividi, considerò lui con imbarazzo. Attraverso la maglietta leggera e bagnata trasparivano in modo evidente i capezzoli, segno che la ragazza non portava il reggiseno. 10
Così, non appena Casey gli portò la camicia, Sawyer si affrettò a proteggere anche il figlio da un analogo turbamento. «Papà, fai guidare me?» «Sì, ma piano e con cautela, intesi? Evita le buche e le manovre brusche.» Casey stava imparando a guidare e non perdeva l'occasione, quando cambiava marcia, di fare andare su di giri il motore. «D'accordo, pa...» Si interruppe non appena la donna si mosse portandosi con fatica una mano alla fronte. Sawyer la sostenne con maggior forza in attesa che riprendesse conoscenza. Rimasero entrambi a guardarla. Aveva ciglia lunghe, folte, castane con qualche punta dorata. Finalmente la donna aprì gli occhi e Sawyer trattenne il fiato: quegli occhi erano meravigliosi! Occhi di un azzurro intenso che si specchiarono direttamente nei suoi. Lui divenne all'improvviso cosciente del richiamo insolito trasmesso da quel corpo che, dopo aver ripreso vita, si muoveva contro il suo. Le sue erano reazioni eccessive data la situazione: era un medico, accidenti, e in quel momento non si stava di certo comportando in maniera professionale. Quella era prima di tutto una persona bisognosa di cure come qualsiasi altra, uomo o donna che fosse! Aveva un sacco di pazienti di sesso femminile che andavano pazze per lui, ma le aveva guardate sempre e soltanto con l'occhio di chi doveva dare il meglio di sé per curare la loro salute. Abbassò di nuovo lo sguardo sulla donna. Benché questa fosse priva di forze, si mise improvvisamente a sferrare schiaffi nell'aria e qualcuno andò a colpire il povero Casey. 11
Sawyer la rimise con i piedi a terra, ma immediatamente dovette riprenderla fra le braccia, poiché la ragazza ebbe un mancamento e per poco non si accasciò al suolo. Subito si rianimò e, sbracciandosi per liberarsi dalla presa, si mise a urlare in preda al panico. Non sapendo come comportarsi, Sawyer rammentò come suo fratello Jordan parlava agli animali malati o spaventati. «Ehi, sta andando tutto bene!» le disse in tono affettuoso. Ma lei si divincolò e sferrò un altro pugno. D'un tratto si arrestò, smarrita. Sawyer la circondò con le braccia e di nuovo mormorò più e più volte con tono rassicurante: «Ehi, non deve avere paura! Va tutto bene! Ora si metta calma. Potrebbe farsi del male». Purtroppo quelle parole suscitarono la reazione contraria: la donna ricominciò a vibrare dei colpi nell'aria senza che stavolta raggiungessero lo scopo. «Signora, sta terrorizzando mio figlio!» Lei si fermò e guardò Casey. Era molto giovane e molto alto, ma sicuramente non aveva un'aria minacciosa. Sawyer sorrise, quindi continuò con la solita calma: «Ora mi ascolti. È precipitata nel lago con la sua auto e noi l'abbiamo ripescata priva di sensi. È probabile che abbia subito una commozione cerebrale, oltre a eventuali altri traumi». «Lasciatemi andare! Non toccatemi!» gridò la sconosciuta, tremando. Sawyer comprese immediatamente che era sotto l'effetto dello stato di shock, oltre a quello del malessere dovuto alla febbre, visto l'arrossamento della pelle. «Se la lasciassi andare, cadrebbe a terra e batterebbe 12
la testa. Dunque, io la reggerò, ma non ricominci a prendere a pugni il mio ragazzo.» «No!» esclamò di nuovo la donna, scuotendo forte la testa. «Non si preoccupi, signora. Non mi ha fatto male. Vede, sono ancora tutto intero!» la volle rassicurare Casey sorridendo, e con lo stesso tono carezzevole del padre aggiunse: «Mi creda, mio papà vuole semplicemente aiutarla». «Chi siete?» domandò allora lei, guardandosi intorno smarrita; e comunque il suo unico sforzo era quello di reggersi in piedi. «Mi chiamo Sawyer Hudson, signora. Sono il proprietario di questa terra. O meglio, lo sono con i miei fratelli. Come le ho già detto, lei si è tuffata con la sua auto nel mio lago. Ma si dà il caso che io sia anche un medico e intendo aiutarla.» Dopodiché attese che anche lei si presentasse. «Senta, voglio che mi lasciate andare» supplicò invece. Lentamente, tenendola sempre salda, Sawyer le mostrò lo spettacolo nel lago. «Riesce a vedere laggiù? Anche se la lasciassimo andare, temo che non potrebbe spostarsi da nessuna parte con la sua auto. Solamente un autocarro potrà tirarla fuori. E poi avrà bisogno di riparazioni e lei, dolcezza, di cure.» La ragazza si irrigidì. «Ma... lei sa il mio nome!» Sawyer non capì a che cosa si riferisse; era certo però che fosse sotto shock. «Non ancora, ma suppongo che ben presto me lo dirà.» Si interruppe non appena lei sbiancò e si portò una mano alla bocca. «Le viene da vomitare?» si preoccupò di chiederle. «Oh, Dio...» «È normale. È un malessere dovuto alla botta che ha 13
preso contro il volante. Adesso faccia dei respiri profondi.» Poi Sawyer ordinò a Casey: «Vai a prendermi dell'acqua, per favore». Il figlio obbedì prontamente. Sawyer rimase a guardare la donna mentre deglutiva l'acqua e faceva respiri profondi, dopodiché le chiese: «Va un po' meglio?». Lei annuì. «Ora sarà bene allontanarci da questo sole. La sistemeremo sul nostro autocarro e poi...» «Voglio la mia macchina!» Dunque non ricordava di averla vista nel lago qualche istante prima?, si chiese Sawyer, perplesso. Si accigliò, preoccupato. «Lasci che la porti a casa mia dove potrà cambiarsi, indossare abiti asciutti e aspettare che il suo stomaco si aggiusti. Penserà uno dei miei fratelli a estrarle la macchina dall'acqua e a portarla da un meccanico per una revisione e per la pulitura.» «No!» Sawyer, esasperato, la guardò dritto negli occhi. Le labbra della donna tremavano. «Non voglio che rimorchiate la mia macchina!» «Va bene» mormorò Sawyer, pronto ad afferrarla di nuovo non appena avesse accennato a cadere a terra. Era molto pallida e tremante. Per quanto tempo avrebbe resistito sulle proprie gambe? Tuttavia non volle insistere per non aumentare la sua confusione. L'obiettivo primario restava quello di valutare al più presto dove fosse stata ferita. Tentò così di convincerla con una nuova strategia. «Che ne dice di venire a casa nostra per telefonare a qualcuno di sua conoscenza perché possa venire a prenderla?» Lei fu scossa da una tosse convulsa. Sawyer la mise in una posizione che le permettesse 14
di respirare meglio, ma, una volta calmata la tosse, la donna riprese a tremare come una foglia. «Perché? Perché volete aiutarmi? Non so nemmeno chi siete!» gridò in preda al terrore. Sawyer poté constatare che, oltre ad essere ferita, la donna era decisamente spaventata, e non tanto dall'incidente nel lago quanto da lui. Eppure era un medico, noto nella comunità per i suoi modi affabili e gentili, e le donne non lo temevano affatto, anzi! La cosa lo incuriosì. Alzò lo sguardo verso il figlio e lesse sul suo viso lo sconcerto. «Se... se mi lascerete andare, vi darò del denaro...» disse a un tratto la donna. «Casey, va' ad accendere il motore!» ordinò Sawyer senza aspettare oltre. «No!» gemette l'altra. Ma Sawyer non l'ascoltò più. La tenne sottobraccio e lentamente l'aiutò a raggiungere l'autocarro, dove la condusse suo malgrado. «Lei non è assolutamente nelle condizioni di cavarsela da sola, signora.» «Che cosa avete intenzione di fare?» «La porterò a casa mia o all'ospedale. A lei la scelta. La cosa certa è che non la lascerò qui da sola.» La giovane si prese la testa fra le mani. Strinse gli occhi come per far fronte a un dolore improvviso. «Meglio... meglio a casa sua» farfugliò. Sorpreso e, ancora di più, contento, Sawyer la sollevò fra le braccia per farla salire sul veicolo. «Dunque comincia ad avere un po' di fiducia in me?» «Non si illuda!» ribatté l'altra. «Per caso si trova in qualche guaio?» osò chiederle lui a bruciapelo. «Ha svaligiato una banca? Forse è una ricercata?» «No, si figuri.» 15
«Ma nel caso fossi costretto a portarla all'ospedale, qualcuno la riconoscerebbe?» «No.» La camicia che le aveva messo addosso le scivolò sui fianchi e lo sguardo di Sawyer cadde sui suoi seni. Anche se con riluttanza, lui dovette riconoscere di essere un essere umano, e un maschio, per giunta! Pur nello stato di smarrimento in cui si trovava, la donna notò quegli occhi neri su di sé e arrossì. Poi sul suo viso si dipinse un'espressione di sconforto. «Mi dispiace per quello che le è accaduto» si rammaricò Sawyer. «Sente molto dolore, non è così?» La sua risposta fu un cenno negativo del capo. «Senta, io sono veramente un dottore. Il mio unico scopo è di curare i pazienti, perciò, per il momento, può benissimo tenere per sé la sua identità e il motivo per cui è così spaventata, se è questo che ha paura di dover dire. Tutto quello che mi interessa è il suo stato fisico e poterla aiutare in caso di bisogno.» Per un lungo istante, lei lo guardò negli occhi, poi sviò lo sguardo altrove. Sawyer le tastò la fronte con la mano. «Da quanto tempo è malata? Ha la febbre alta, lo sa? E sicuramente non è stata la caduta nel lago a ridurla così.» Con una mano, lei si coprì gli occhi. «Oh, è soltanto un semplice raffreddore...» minimizzò. «Non credo che si tratti soltanto di questo» obiettò lui. La ragazza aveva infatti la voce rauca. «Che cosa si sente?» La giovane scosse la testa. Pareva smarrita. «Accusa vertigini? Confusione? Stordimento?» «Un po'.» «Mal di testa?» «Sì.» 16
Sawyer le tastò il collo, controllando il rigonfiamento delle ghiandole. «Qui le fa male?» «Sì, un po'. La gola invece mi fa molto male...» «Fa fatica a respirare?» Lei si mise a ridere di fronte all'incalzare delle domande. Ma la risata venne bruscamente interrotta da una tosse convulsa. Sawyer le sollevò le palpebre e continuò imperterrito la visita. Ebbe il forte sospetto che, a parte la botta alla fronte che le aveva causato sicuramente una commozione cerebrale, avesse in corso un'importante infezione all'apparato respiratorio, se non addirittura una polmonite. La donna fu scossa ancora da una rauca e profonda tosse. «Da quanto tempo si sta trascinando questa brutta influenza?» Con un'aria esausta, la donna rivolse con sospetto lo sguardo su di lui. «Ma lei è veramente un dottore?» «Vuole la prova della valigetta? Vedere per credere, ogni medico ne ha una.» Casey annuì solenne. «Mio padre è l'unico dottore che abbiamo a Buckhorn. Pensi che ci sono alcune donne qui che si fingono malate pur di vederlo!» Sorrise. «Dunque non abbia paura, è nelle mani giuste!» «Casey, zitto. Sta' attento alla guida» gli intimò il padre, che non aveva bisogno di riempirsi le orecchie con le stupidaggini del figlio, per quanto corrispondessero a verità. Nella comunità aveva una posizione molto rispettabile; da questo, però, non aveva mai voluto trarre vantaggio, specialmente con le donne. Ancor meno aveva il desiderio di lasciarsi coinvolgere in storie sentimentali. Portavano più guai che altro. Ecco perché le poche rela17
zioni che aveva, con donne che comunque non erano del luogo, erano basate solamente sul sesso. Relazioni a lunga distanza e a breve scadenza. Notò ancora il pallore terreo della nuova paziente. La sconosciuta socchiuse i grandi occhi azzurri e con la lingua si inumidì le labbra secche. Bastò quel semplice gesto per evocare in lui i più bassi istinti maschili. E si adirò per questo. Per scacciare quei pensieri le chiese: «La sua auto è stipata di cose. Per caso stava traslocando, dolcezza?». Lei diede un forte colpo di tosse e mormorò: «Allora lei sa il mio nome!». Sawyer alzò un sopracciglio. «Come potrei?» «Di certo lo avrà letto sui miei documenti personali...» D'un tratto la sua espressione seccata si tramutò in una smorfia di dolore. Si strinse le tempie con le mani. Sawyer ne ebbe compassione e decise di rimandare l'interrogatorio a quando la ragazza sarebbe stata in condizioni migliori. «Si sente confusa, eh? Non mi meraviglio, sapendo quanto sta male per il colpo alla testa che ha ricevuto andando a cadere nel lago.» «Le rifonderò i danni, stia tranquillo» biascicò la donna. Era incredibilmente debole, al punto che anche la minima parola costituiva un enorme sforzo per lei. «Oh, lasci perdere questo, per il momento!» ribatté Sawyer. Finalmente Casey imboccò il vialetto di casa. Gabe li stava aspettando sotto il portico con impazienza e si precipitò loro incontro. «Che diavolo è successo?» chiese al fratello, poi sgranò gli occhi sulla donna e fischiò. Sawyer sussurrò all'orecchio della poveretta: «Questo è il mio fratellino, Gabe». Lei annuì, ma non parlò. 18
Quindi, rivolgendosi a Gabe, lui spiegò: «Si è trattato di un incidente fra l'auto della signora e il nostro laghetto». Gabe squadrò la donna con un'espressione imperscrutabile. «Che cosa si è fatta? Perché non la porti direttamente all'ospedale?» «Semplicemente perché lei non ci vuole andare» rispose Sawyer, che rimase stupito nel vedere come la donna mostrasse quasi un atteggiamento di rifiuto verso Gabe. Eppure, era risaputo che Gabe era il giovane scapolo più corteggiato di Buckhorn. Sorrideva e le donne si innamoravano all'istante. Per questo non passava giorno senza che i suoi fratelli lo prendessero in giro! In ogni caso, lui era troppo modesto per inorgoglirsi della propria prestanza fisica. Per Sawyer fu un evento davvero fuori dell'ordinario che la donna con la testa reclinata sulla sua spalla non fosse rinvenuta o svenuta del tutto alla sua vista! Con un rapido movimento, scese dall'autocarro con lei fra le braccia, ritornando immediatamente nel ruolo di medico. Questa volta la donna non oppose resistenza, anzi si aggrappò a lui con tutte le forze rimaste, affondando il viso nel suo collo. Per Sawyer non fu facile reprimere l'ondata di emozioni che lo travolgevano. Deglutì e, con voce gutturale, ordinò: «Casey, va' a preparare un letto e prendimi la valigetta». Il ragazzo si precipitò all'interno della magnifica casa, mentre Gabe, camminando a lunghi passi accanto al fratello, bisbigliò: «La cosa è davvero strana, Sawyer, non trovi?». «Lo so.» «Almeno dimmi se è ferita gravemente.» 19
«Non ho ancora potuto fare un controllo accurato. Se non riuscirò a occuparmene personalmente qui a casa, vedrò di farla ricoverare. Nel frattempo ho bisogno del tuo aiuto.» «Vale a dire?» «La signora ha un sacco di cose sulla sua macchina. Ti va di salvare il salvabile prima che sprofondi nel lago? Se ce la fai, recupera anche l'auto. Fatti aiutare da Morgan a tirarla fuori.» «Ci proverò.» «E... mi raccomando, Gabe, non portare la macchina dal meccanico, ma direttamente qui. La metteremo nel garage.» Gabe rimase qualche attimo in silenzio, rimuginando le proprie considerazioni. Alla fine si limitò a dire: «Faremo come vuoi, ma spero che tu sappia in quale genere di guai potresti cacciarti». La donna affondò ancora di più il viso nel collo di Sawyer, e lui, salendo i gradini del portico, mormorò tra sé e sé: «Penso proprio di sì...».
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