P27 NOTTI SELVAGGE

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Foto di copertina: Shutterstock Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Tucker's Claim Spice Books © 2009 Sarah McCarty Traduzione: Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion gennaio 2010 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 27 del 21/1/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/2/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Trasportata dall'aria umida della sera, la musica arrivava alle orecchie di Sally Mae e l'avvolgeva con la sua cadenza allegra. Si ballava nella sala parrocchiale addobbata a festa. Con i fianchi contro la balaustra, Sally Mae appoggiò la testa alla colonnina del portico e chiuse gli occhi per qualche istante, lasciandosi invadere dalla melodia che risuonava gioiosa dentro di lei. Si sentiva sempre meno in colpa, segno che a poco a poco la sua sofferenza si andava attenuando. Jonah lo aveva previsto, dopotutto. Ma Jonah era un uomo buono e altruista, che anteponeva immancabilmente gli interessi del prossimo alle proprie esigenze e seguiva le vie del Signore senza dubbi o turbamenti. Sapeva sempre che cosa fare e i suoi propositi erano chiari e limpidi, mentre Sally Mae era costantemente in lotta con se stessa e i propri impulsi. Il loro era stato un buon matrimonio nonostante le loro differenze, o forse proprio grazie a esse. Sally Mae era stata una brava moglie e aveva apprezzato la stabilità che la loro unione aveva dato a una donna impulsiva come lei. Non poteva dire che le sue fossero state le nozze da favola che tutte le bambine sognano quando giocano alle signore, ma Sally Mae era stata felice con Jonah. Lui era stato in grado di domare la sua inclinazione all'irrequietudine e all'insicurezza. Le risposte che non riusciva a trovare, meditando o pregando, finiva sempre per averle da Jonah e per vederle incarnate in lui. 5


Jonah era solido e incrollabile come la roccia, era il suo faro nella nebbia, il suo baricentro; quando era stato ucciso, la luce interiore che illuminava Sally Mae si era spenta di colpo, facendo piombare il suo mondo nell'oscurità. Aveva smesso di provare qualsiasi sentimento. Per mesi, aveva avuto uno sguardo inebetito e la sua esistenza aveva assunto il tenore della mera sopravvivenza. Poi, a poco a poco, gli abitanti del paese avevano iniziato a rivolgersi a lei per essere curati. Essendo stata infermiera e assistente di Jonah, era vista come la figura più simile a un medico che avessero a disposizione per le emergenze e per ricevere consigli sui problemi di salute. Sally Mae aveva trovato un minimo di consolazione nell'accorgersi di poter essere utile al prossimo. Un barlume di luce aveva illuminato l'oscurità del suo cuore e dato un nuovo scopo alla sua vita. Dopo la morte di Jonah, le era impossibile dire di essere felice, ma almeno aveva trovato un motivo per alzarsi dal letto al mattino, un pretesto per tenere in movimento tutti i meccanismi fisici e mentali, per mangiare, dormire, vestirsi e pensare. Gradualmente quel pretesto non era più solo un ripiego, ma aveva assunto il peso e l'importanza di una vera vocazione. Il suo nuovo ruolo all'interno nella comunità l'aveva distratta dal vuoto lasciato dalla morte del marito, un vuoto che Sally Mae era riuscita a ignorare fino a sei mesi prima, quando Tucker McCade era tornato in città. A quel ricordo, Sally Mae fece una smorfia e cambiò posizione, premendo i fianchi contro la balaustra di legno mentre guardava il cielo punteggiato di stelle. L'immensità dello spazio siderale la colpì per la sua bellezza, come se fosse stata la prima volta che contemplava il cielo di notte. E forse era proprio così, perché lo vedeva con occhi nuovi. A volte aveva l'impressione che la morte di Jonah avesse cancellato la sua identità precedente, trasformando6


la in una donna diversa, che Sally Mae non conosceva e non comprendeva più. Era estranea a se stessa, incomprensibili le sue stesse reazioni. Certo, poteva capire perché le piacesse tanto la notte, mentre altre sensazioni la sconcertavano. Ad esempio, non riusciva a comprendere perché fosse tanto attratta da Tucker McCade, il Texas Ranger dal fisico imponente. A una prima occhiata, non aveva nulla che potesse piacerle. Era troppo grosso e muscoloso, impetuoso, incontenibile e imprevedibile. Viveva immerso nella violenza che lei aborriva, non credeva a nulla, viveva alla giornata ed era un insensibile. Dai suoi occhi non traspariva mai un briciolo di compassione, di dolcezza, di gentilezza. Doveva conoscere parecchi segreti e tanta sofferenza; Sally Mae non avrebbe dovuto esserne attratta, eppure quell'uomo così lontano dai suoi gusti era entrato prepotentemente nella sua vita. Tempo addietro, mentre lei gli medicava una ferita al braccio, Tucker l'aveva ammonita che tentare un uomo come lui era pericoloso, ma a Sally Mae era parsa una promessa più che un avvertimento. In realtà, non le era sembrato di provocarlo, però, a ripensarci, in effetti gli era un po' troppo vicina mentre lo curava e aveva lasciato la mano sul suo braccio più a lungo di quanto fosse necessario. Era affascinata da lui, questo era innegabile. Tucker aveva degli occhi magnetici, capaci di ipnotizzare qualsiasi donna. Le iridi chiare, di un grigio argenteo, risaltavano nel viso dalla pelle brunita. Ma per Sally Mae il suo fascino andava ben oltre il suo fisico robusto e la sua bellezza intensamente virile ed esotica. Ciò che l'attirava soprattutto di Tucker era la gentilezza che emergeva solo a tratti, la delicatezza che lui si curava di celare sotto il suo spirito pungente e la sua propensione per la violenza, ma che faceva parte di lui come la pistola e il coltello. Tucker McCade era un uomo sicuro di sé, proprio come Jonah, ma per motivi diversi. Mentre Jonah aveva una fi7


ducia incrollabile nella via che Dio gli aveva indicato e su cui lui si era avviato senza tentennamenti né deviazioni, Tucker era altrettanto saldo nel proposito di andare per la sua strada senza cedimenti, senza dare ascolto a nessuno né farsi fuorviare, forte della sua capacità di ottenere sempre quello che voleva. In fondo, pur nei loro percorsi diametralmente opposti, erano due uomini dalla forte personalità, intensi e carismatici. Mentre Jonah si prodigava per dare assistenza al prossimo e salvare vite umane, a Tucker bastava il minimo pretesto per litigare, nonostante lo facesse sempre per una giusta causa. Si era battuto per Cissy Monroe, che non voleva più prostituirsi, dopo essere stata costretta dall'indigenza a imboccare la via della perdizione, si batteva per difendere cani randagi e ladruncoli affamati senza casa né famiglia, ma a volte anche senza un motivo plausibile, solo per il gusto di venire alle mani o di incutere timore. Era proprio in quei momenti che Tucker McCade le faceva paura, perché si dimostrava all'altezza della sua fama di rissoso, violento attaccabrighe e incarnava proprio ciò che Sally Mae temeva di più: la violenza che le aveva portato via il marito. Tucker McCade era un uomo brutale, sopra le righe e al di fuori delle convenzioni, ma anche bello e attraente. Rispecchiava il fascino selvaggio della terra in cui viveva e, per quanto Sally Mae cercasse di non lasciarsi avviluppare dalle sue spire, riusciva a insinuarsi nei suoi pensieri e ad attirarla, perché faceva appello alla parte più primitiva e istintiva di lei, quella che non si lasciava imbrigliare dalla ragione, dalla logica o dai suoi precetti quaccheri. Era quella parte di lei che desiderava intensamente Tucker McCade... Sally Mae chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, abbandonandosi a un'innocua fantasia. Immaginò che Tucker fosse davanti a lei, tanto alto e imponente da farla sentire piccola e fragile. Le sue spalle ampie e muscolose 8


le ostacolavano la visuale, impedendole di vedere il proprio passato. I suoi occhi d'argento liquido, penetranti e intensi sopra gli zigomi alti, la fissavano come se volessero carpire tutti i segreti che custodiva in fondo all'anima, con quello sguardo che la faceva agitare, nervosa ed emozionata al tempo stesso. Lo immaginò mentre si chinava verso di lei, con i lunghi capelli corvini, lisci e lucenti come seta, che portava con la riga in mezzo a sottolineare le sue origini indiane che sbandierava come una sfida, la sua bocca sensuale e carnosa, la sua virilità magnetica. Sally Mae aveva notato che lui non la toccava mai, ma si limitava a sfiorarla appena, promettendole e al tempo stesso negandole passione e piacere celestiale. Le sue erano mani che uccidevano con la stessa facilità con cui sarebbero state capaci di darle gioia. Al pensiero di essere accarezzata da Tucker, Sally Mae avvertì un brivido di timore e contemporaneamente di emozione. Essendo quacchera e pacifista, le ripugnava la violenza. Secondo lei, era inutile litigare, battersi, combattere. Inoltre riteneva che fosse ugualmente insensato darsi tanta pena per sfidare il prossimo e montare un caso per la minima sciocchezza; Tucker, però, era un tipo spavaldo e aveva un approccio schietto e sbrigativo nei confronti di tutti e in qualsiasi situazione. Quando posava lo sguardo su una persona, sembrava dirle prendimi così, per quello che sono, e subiscine le conseguenze. La sua sfrontatezza, unita al suo disprezzo per le convenzioni, creava una combinazione letale, irresistibile per le donne. E, se Sally Mae alla luce del giorno riusciva ad aggrapparsi al suo buonsenso di quacchera, non aveva la stessa forza quando era avvolta dalle ombre suadenti della sera, con la luce romantica della luna e la sua immaginazione pronta a galoppare sfrenata e a fantasticare un incontro rovente tra loro. 9


La musica accelerò verso il finale del brano. Sally Mae immaginò le coppie di ballerini che volteggiavano in modo vorticoso e si fermavano in un abbraccio spasmodico, ansanti per la frenesia della danza, guardandosi con gli occhi lucenti, le gote arrossate, le labbra socchiuse... ma non lei. Lei era immobile, in attesa, in un angolo della scena che si era raffigurata fra sé e sé. Non doveva fare altro che compiere il passo decisivo verso Tucker, quel passo proibito che la terrorizzava e che non era mai riuscita a fare davvero, perché per molti versi era una vigliacca. Non si teneva alla larga da Tucker perché lui era mezzo indiano e la loro unione non sarebbe stata vista di buon occhio in società, ma perché Tucker aveva le mani sporche di sangue, mentre lei aveva scelto un'altra vita. Però, in sogno poteva stare con lui, in sogno poteva averlo. Quando chiudeva gli occhi, aveva il coraggio di compiere quel passo e stringersi a lui, per farsi avviluppare dal calore del suo abbraccio forte e lasciarsi proteggere dalle sue braccia possenti. Sally Mae sospirò mentre il desiderio le percorreva tutto il corpo al pensiero di raggiungere finalmente il culmine di mesi di aneliti smaniosi. Alcuni dicevano che Tucker era un uomo crudele; per altri era duro e spietato. Ma Sally Mae sapeva in modo istintivo che tra le sue braccia non avrebbe trovato altro che gioia. Aveva visto la promessa nei suoi occhi magnetici, la sentiva vibrare tra loro ogni volta che si avvicinava ed era profondamente consapevole che Tucker si sarebbe preso cura del suo corpo con scrupolo, senza riserve, con la stessa attenzione che riservava alla sua sicurezza. Incrociò le braccia sul petto come se volesse stringere a sé quel pensiero per cullarlo, coccolarlo, lasciarlo penetrare tra le sue fantasie più recondite e intime, in modo che Tucker potesse prendersi nei suoi sogni le licenze che non poteva concedergli alla luce del giorno e avere liberamente accesso al suo corpo, al piacere. 10


Prima che l'orchestrina attaccasse un altro brano, Sally Mae approfittò della breve pausa di silenzio per lasciare che la sua fantasia facesse un passo avanti nel regno del proibito. Era quasi inevitabile che tra lei e Tucker finisse così. Tucker era una forza della natura con cui fare i conti e stancava la sua preda braccandola a lungo, ma in maniera implacabile. E, quanto a resistenza, lei non era più salda dei fuorilegge che finivano, senza eccezioni, per arrendersi al braccio muscoloso della legge, rappresentato da Tucker. Sally Mae non voleva opporsi più. Resistere era estenuante, la prosciugava di tutte le forze, specialmente se combatteva contro l'unico aspetto della vita che avrebbe potuto aggiungere una nota di colore alla sua esistenza piatta e tetra. La musica aumentò di ritmo, si trasformò in un allegro e frenetico ballabile che cambiò l'umore della sua fantasia, facendola mutare da languida ad avida mentre immaginava le lunghe dita di Tucker che le stringevano i polsi, le accarezzavano le braccia e le spalle con foga, come Jonah non aveva mai fatto. La sua immaginazione aveva il sapore della slealtà nei confronti di Jonah. Sotto diversi aspetti, Tucker era il suo opposto e Sally Mae non si illudeva che potesse essere gentile e delicato con una donna. Piuttosto era incline a credere che lui fosse in grado di eccitarla al punto da non avere più bisogno di gentilezze e attenzioni. Se fosse stata del tutto sincera, avrebbe ammesso che il desiderio che provava per Tucker era così intenso da condurla in una dimensione che Jonah non aveva mai raggiunto, oltre il punto in cui suo marito si era sempre fermato. Al ricordo degli abbracci delicati di Jonah, Sally Mae ebbe un brivido e cancellò dalla mente la sua torbida fantasia. Era di nuovo sola, con la notte stellata, la musica e un desiderio struggente da cui non riusciva a liberarsi. Non voleva un uomo qualsiasi; la passione ardente che 11


sognava non poteva dargliela chiunque. Un abbraccio non valeva l'altro. Jonah era stato l'unico uomo con cui avesse fatto l'amore e, fino alla sua morte, non aveva posato lo sguardo su nessun altro. Anzi, nelle prime settimane di vedovanza non si era quasi resa conto dell'esistenza di Tucker. Ma un giorno qualcuno le aveva messo una tazza di caffè in mano, lei aveva alzato lo sguardo per ringraziare e lui era lì, con un'espressione seria e solenne, lo sguardo comprensivo per la perdita che Sally Mae non riusciva ad accettare. Da allora aveva gravitato intorno a lei; sbucava dal nulla per andare a trovarla quando tornava in città, la proteggeva quando c'era, badava che mangiasse abbastanza, che i suoi pazienti non la molestassero, che non le mancasse niente... e le faceva capire che la stava aspettando, pazientemente. Il chiaro di luna si confaceva a Sally Mae. Accarezzava la sua carnagione pallida e perfetta con la tenerezza di un amante, faceva risaltare l'oro purissimo dei suoi capelli e il mistero del suo sguardo. Di giorno, Sally Mae poteva nascondere la verità sotto il suo costante movimento e la sua instancabile alacrità, ma, al riparo del manto scuro della notte, i suoi segreti venivano in superficie come bollicine perlacee: la sua solitudine, la sua sete di avventura, la sua sensualità repressa. Al giorno, Tucker preferiva la notte e i suoi misteri, e il più stuzzicante era proprio Sally Mae. Era una donna di grande integrità e notevole bellezza, inoltre possedeva un fascino irresistibile a cui Tucker non era immune. Mentre la osservava, lei si voltò quel tanto da fargli scorgere il contorno del seno sotto il punitivo abito immancabilmente grigio. Avrebbe dovuto tenersi alla larga, si disse. Sorridendo fra sé e sé, pensò che per fortuna non era tipo da fare quello che avrebbe dovuto. Sally Mae sembrava una fata, appoggiata alla colonnina del portico. Il biondo dei capelli che spuntavano dalla 12


cuffietta riluceva contro il legno scuro. Era una donna tutta luce che amava nascondersi nell'ombra, un mistero, una contraddizione. Tucker vide che sollevava leggermente le spalle, come se sospirasse. L'ombra di un'emozione indecifrabile le velò lo sguardo. Negli ultimi tempi l'aveva vista sempre più spesso in preda a una vaga inquietudine che lo eccitava con le promesse che celava. Non desiderava altro che farsi avanti, prenderla per mano, abbracciarla, sentire il suo corpo flessuoso stretto al proprio, assorbire le sue preoccupazioni. Fosse stato per lui, l'avrebbe protetta contro il mondo intero, contro il dolore e le minacce dell'ambiente ostile in cui vivevano. Sally Mae correva troppi rischi, aveva bisogno di un uomo accanto. Di recente, quando non era impegnato nella ricerca della cognata di Caine e tornava in città, la cercava subito con lo sguardo e, quando lei lo fissava con i suoi occhioni grigi tentatori, Tucker dimenticava i motivi per cui si teneva lontano. Sally Mae chiuse gli occhi, avvolta dalla musica che filtrava dalla sala nel silenzio della notte. Tucker sapeva che non si era accorta della sua presenza; era troppo rilassata. Quando le era vicino, era tesa come una corda di violino, e non perché lo trovasse ripugnante, al contrario. Tucker non era sciocco, sapeva che Sally Mae lo desiderava, così come sapeva che non avrebbe mai ceduto alla tentazione. Una bianca poteva avere una torrida relazione con un indiano, ma non avrebbe mai fatto sul serio con lui. C'era troppo odio tra bianchi e pellerossa perché una storia d'amore con un selvaggio fosse tollerata dalla comunità. E circolavano già troppe chiacchiere perché Tucker dormiva nel fienile di Sally Mae. Non che gli importasse. Nessuno sarebbe riuscito a smuoverlo. L'ultima volta in cui qualcuno aveva trovato da ridire sulla sua sistemazione nel fienile della vedova Schermerhorn, Tucker gli aveva fatto ingoiare i denti. Era un uomo d'azione e aveva risposto nell'unico modo pos13


sibile, l'unico che conoscesse. Il solo motivo per cui doveva ringraziare suo padre era proprio quello di avergli dato i muscoli e la forza che gli permettevano di scavarsi una nicchia in un mondo che gli era ostile. Tucker notò un movimento all'orlo della gonna di Sally Mae e si accorse che batteva il piede a tempo con la musica. Non l'aveva mai vista danzare e aveva dedotto che il ballo fosse contrario ai precetti della sua religione, oppure solo all'osservanza del lutto. Quel piede che batteva a ritmo poteva indicare che Sally Mae era pronta a riemergere dal suo dolore e ricominciare a vivere. A quel pensiero, raddrizzò le spalle e la fissò, teso, come una belva sul punto di balzare addosso alla preda. L'emozione gli faceva battere forte il cuore e gli faceva scorrere più velocemente il sangue nelle vene, come quando era a caccia di fuorilegge e si accorgeva di essere prossimo alla cattura. Con la stessa precisione, la stessa freddezza, ora puntava Sally Mae. Lei era il suo bersaglio e tutti i suoi sensi erano concentrati sulla conquista. Per notti e notti interminabili, era rimasto sveglio a immaginare di percorrere con la punta della lingua la sua pelle candida e morbidissima alla base della gola, dove pulsava il battito affrettato del cuore e dove il suo profumo di limone e vaniglia era più intenso, riscaldato dall'eccitazione e dalla paura. Tucker avrebbe aspirato a fondo quella fragranza seducente prima di slacciare a uno a uno i bottoni del suo vestito castigato, per rivelare il tesoro nascosto dalla stoffa di un severo color grigio. Ad alcuni uomini piacevano le donne formose, ad altri quelle morbide e materne, ad altri ancora quelle energiche e scattanti. Tucker non aveva mai avuto un tipo ideale; conquistava tutte indistintamente. Nondimeno, due minuti dopo essere stato sfiorato per la prima volta dalla mano delicata di Sally Mae, aveva deciso che preferiva le bionde flessuose. Era impegnato in una rissa al saloon e stava sfogando 14


il suo malumore su un uomo muscoloso quanto lui e altrettanto irascibile, quando Sally Mae era entrata nel saloon, si era frapposta tra i due litiganti e li aveva costretti a sorbirsi una predica sulla stupidità e l'inutilità degli scontri fisici. Il suo avversario era pronto a prendere a pugni anche lei, per cui Tucker era stato costretto a stenderlo. Poi l'aveva accompagnata a casa e aveva dovuto sopportare la sua predica per tutta la strada e anche dopo, quando Sally Mae lo aveva fatto accomodare in cucina. Seduto al tavolo della stanza intima e accogliente, lui l'aveva ascoltata, avvolto dal suo profumo e, all'improvviso, era stato colto dal desiderio di dar vita a una dimensione familiare, a un luogo cui sentisse di appartenere in modo viscerale. Se le sue origini fossero state diverse e i suoi genitori fossero stati entrambi visi pallidi o pellerossa, lui non sarebbe stato un sangue misto e sarebbe appartenuto a uno dei due mondi. Invece sua madre era indiana e suo padre bianco e lui non era accettato da nessuno dei due popoli. Solo a Hell's Eight si sentiva a casa, dopo che la sua famiglia e la sua città erano state spazzate via da un'incursione di messicani quando Tucker aveva sedici anni. Ma, nell'istante preciso in cui Sally Mae gli aveva posato la mano sul braccio in un gesto consolatorio e comprensivo, per un attimo Tucker aveva provato il desiderio di trovare il suo posto lì con lei. Nei mesi successivi a quell'episodio apparentemente insignificante, il desiderio era tornato a farsi sentire a tratti. Per quanto si ripetesse che Sally Mae era una brava donna, non il tipo da fugace avventura senza impegno, Tucker non riusciva a scrollarsi di dosso la convinzione che fosse la donna per lui. Dal momento in cui c'era stato quel breve contatto, aspettava con pazienza l'occasione giusta. Era bravo a dare la caccia, a braccare la preda; per questo era un eccellente Texas Ranger, un eccezionale addestratore di cavalli... e un fantastico amante. La musica aveva preso un ritmo vivace e Sally Mae 15


teneva il tempo con il piede. Tucker era sicuro che ballasse con la stessa grazia venata di sensualità innata con cui si muoveva. Un lieve sorriso le increspava le labbra. Tucker adorava il suo sorriso aperto e sincero, generoso come la sua indole. Sally Mae aveva la bocca grande e un naso dritto e affilato che si sposava bene con i suoi lineamenti. Il suo viso esprimeva forza di carattere e la linea del mento tradiva la sua ostinazione. Sally Mae era una donna che nessuno avrebbe potuto mettersi sotto i piedi, si capiva dal suo volto. Dopo la morte del marito, diverse persone avevano tentato di convincerla a trasferirsi e tornare nell'Est, ma lei si era sempre rifiutata di muoversi da casa sua. E quando avevano alluso alla necessità che si risposasse, aveva risposto con la stessa schiettezza decisa. A quel punto, nessuno aveva più insistito, ma per Tucker era pura follia che Sally Mae restasse sola in quell'ambiente ostile. Il Texas non era il posto più adatto per una donna che credeva alla bontà del prossimo e al precetto di porgere l'altra guancia quando in città chiunque, Tucker compreso, era convinto che a una minaccia si rispondesse con una scazzottata. Per lei, tutti erano allo stesso modo creature del Signore, ma, se fosse stato per lui, l'avrebbe messa sul primo treno diretto a Est, legata e imbavagliata, se fosse stato necessario. Era troppo delicata e ingenua per vivere da sola in Texas; non si rendeva conto delle difficoltà che avrebbe dovuto affrontare senza un uomo accanto. Era convinta che, con Tucker sistemato nel suo fienile, fosse protetta a sufficienza, senza rendersi conto che la gente chiacchierava... e che lui stesso rappresentava una minaccia, perché la desiderava ed era fermamente intenzionato a farla sua. Sally Mae sospirò in modo sensuale e si appoggiò meglio alla balaustra. Era chiaro che le piaceva la musica, ma restava sola al buio, in disparte come sempre. Anche se si faceva in quattro per aiutare i suoi concittadini in maniera assolutamente altruistica e imparziale, senza ri16


serve e senza fare domande, dispensando cure a delinquenti e brava gente, alla fine era sempre sola. Tucker era preoccupato per lei, per i rischi che correva a causa della sua totale abnegazione. Anche per questo esitava a riprendere le ricerche di Ari, la sorella della moglie di Caine, e aveva rifiutato l'invito di Sam e Isabella di stabilirsi presso il loro ranch appena fuori Hell's Eight. Tucker voleva vegliare sulla vedova tanto generosa quanto imprudente, e tanto indifesa quanto affascinante, che non dimostrava un briciolo di buonsenso. Per esempio, giusto la settimana prima aveva accolto nella sua pensione Lyle Hartsmith per curarlo, dopo che era stato accoltellato in una rissa al saloon. Lyle Hartsmith era un poco di buono, un fuorilegge privo di scrupoli e di morale. Per Tucker, se al mondo ci fosse stata vera giustizia, Lyle non sarebbe stato curato perché non lo meritava, ma sarebbe stato impossibile convincere Sally Mae a lasciarlo morire. Per lei, anche quel delinquente era una creatura del Signore e aveva diritto di vivere. Perciò Tucker la teneva d'occhio e, al tempo stesso, alimentava il suo desiderio, pur sapendo che non sarebbe stato soddisfatto. Chi diceva che si diventa saggi con l'età?, si chiese Tucker. Aveva trentun anni ed era sempre più stupido. Dalla sala da ballo arrivava la melodia di un motivetto popolare e il sorriso di Sally Mae si velò di malinconia. Sicuramente la musica le evocava ricordi del marito defunto. Tucker non poteva provare risentimento nei confronti dell'uomo che aveva avuto Sally Mae tutta per sé e ora monopolizzava i suoi ricordi. Jonah era stato un brav'uomo che di certo non aveva meritato la fine che aveva fatto. Tucker poteva comprendere il trauma subito da Sally Mae per la morte improvvisa del marito, perché anche i suoi genitori gli erano stati strappati inaspettatamente, sotto una pioggia di pallottole, quando lui aveva sedici 17


anni, e il suo paese natio era stato cancellato dalla faccia della terra dalla ferocia dei soldati messicani. Tucker conosceva bene il profondo smarrimento che si provava quando si era colpiti da una simile tragedia, la sensazione di non avere più niente a cui aggrapparsi. Tucker vide Sally Mae mordersi il labbro inferiore, come per trattenere un singhiozzo, e provò un moto di ribellione. La notte era troppo bella per piangere, specialmente se era Sally Mae a versare lacrime. Uscì dal rifugio che gli offriva l'oscurità, attirato dalla sofferenza di Sally Mae e dal desiderio di alleviarla, ma anche dal suo istinto di cacciatore e dal fascino di lei, come se volesse cancellare con le sensazioni del momento i ricordi che la consumavano. In tre passi arrivò ai piedi dei gradini della veranda, stese la mano verso Sally Mae e le chiese: «Mi concedete questo ballo?». Sally Mae trasalì, sorpresa, ma sorrise con dolcezza e Tucker pensò che quella sera era proprio di un umore insolito per lei. «Sarebbe scandaloso» rispose sottovoce. Tucker sollevò un sopracciglio. «Come accogliere un fuorilegge sotto il vostro tetto, né più né meno» osservò. «Tuttavia non mi pare che abbiate esitato.» «Non avevo scelta.» «Adesso sì, però.» Tucker non si aspettava che gli prendesse la mano e difatti Sally Mae non lo fece, ma lo guardò con intensità, come se lo stesse valutando. Non resistette. «Che cosa state pensando?» le chiese, curioso. «Ho l'impressione di essere a un bivio» confessò lei. «Imboccare una strada nuova può essere una buona cosa» replicò lui. Lei sospirò. «È vero, purché si sappia distinguere tra una benedizione e una tentazione.» «Una benedizione?» ripeté Tucker, perplesso. «Un'occasione di crescere offerta da Dio» spiegò lei. 18


«Significa che, senza questa benedizione, non potete ballare con me?» Tucker la osservava rapito. Illuminata dal chiaro di luna che faceva risplendere l'oro della sua chioma, Sally Mae sembrava proprio un angelo, ma, quando lo guardò con i suoi occhi profondi e vellutati, Tucker cambiò idea. Nessun angelo emanava tanta sensualità. «Significa che devo decidere quale tentazione rappresentate per me» precisò lei. «Cioè buona o cattiva?» «Esatto.» Tucker mise il piede sull'ultimo gradino e le sfiorò un ginocchio. Nonostante la lana ruvida dell'abito, ricavò comunque da quel contatto un fremito sensuale. «La mia preferenza va alle cattive tentazioni.» «Perché?» Tucker sorrise, sostenendo lo sguardo di Sally Mae. Era sempre più eccitato perché si era reso conto che lei, stranamente, non si opponeva al suo approccio discreto. «Perché posso renderle molto, molto piacevoli...» insinuò, allusivo. Sally Mae trasalì e, per un attimo, trattenne il fiato. «Lo sospettavo» ammise infine. «Questo mi rende più difficile decidere.» La sua confessione audace la fece arrossire e notare le sue gote accese dall'eccitazione mandò in frantumi le residue buone intenzioni di Tucker. Quindi, fece scivolare le dita dietro il ginocchio di Sally Mae e appoggiò il palmo sulla rotula. «Vuoi che ti faciliti il compito?» le sussurrò, malizioso, passando all'intimità del tu. Lei lo scrutò a lungo, come se stesse valutando seriamente la sua proposta, e non lo rimproverò per i suoi modi confidenziali come avrebbe fatto se fossero stati in pubblico. «Ti farebbe piacere?» lo provocò, adattandosi con facilità al tu. Il desiderio di Tucker si velò di irritazione. Conosceva 19


il mondo femminile abbastanza da scorgere subito i segni della civetteria. Sally Mae non voleva da lui una storia seria; desiderava solo rubare qualche attimo di piacere illecito tra le lenzuola per richiamare alla memoria il suo segretuccio peccaminoso nei momenti di solitudine. Staccò la mano dal ginocchio di Sally Mae e fece un passo indietro. «Il tuo letto è così vuoto e freddo che ti abbassi a invitarvi addirittura un selvaggio?» l'apostrofò, crudo. Lei lo guardò interdetta, offesa ma anche piena di compassione. «E tu hai un'opinione tanto infima di te stesso?» ribatté. Non era vero, pensò Tucker. Lui nutriva un'alta considerazione nei confronti di se stesso, ma pensava che gli altri non condividessero la sua stima di un mezzosangue. «Perché, la tua è migliore?» «Ti considero un brav'uomo, non solo una tentazione» ammise Sally Mae. «Io, un brav'uomo? Hai forse bevuto?» scherzò lui, sarcastico. «Non mi piace bere.» «Non bevi, non partecipi alle feste da ballo e odi la violenza. C'è qualcosa che approvi?» Lei non rispose subito; lo guardò con i suoi intensi occhioni grigi, tanto a lungo da farlo sentire a disagio, lui che era l'uomo più sfrontato del mondo. Alla fine scese i gradini con il suo portamento regale che reclamava rispetto. Per Tucker fu naturale porgerle la mano per aiutarla a scendere, in segno di omaggio, e per Sally Mae fu altrettanto naturale accettarla. Quando arrivò al suo livello, però, non tolse la mano dalla sua. «Credo all'importanza delle scelte» gli disse. Un altro uomo non si sarebbe approfittato di quel momento di debolezza, ma lui era Tucker McCade, noto più per la sua bravura a menare le mani che per i suoi scrupoli morali. 20


«Allora sono contento che tu abbia scelto me.» Sally Mae piegò la testa di lato. «Stai dicendo una bugia.» Era vero, pensò Tucker. Ora che il suo amico Sam era andato via con Isabella, era sempre più consapevole di ciò che non avrebbe mai avuto: una donna che lo amasse per quello che era, come Isabella amava Sam e Desi amava Caine. Ma, per quella sera, poteva fingere di avere anche lui diritto a una donna tutta sua e che quella donna fosse Sally Mae. Sollevò le loro mani unite e la prese alla vita. Quando Sally Mae gli poggiò l'altra mano sulla spalla, Tucker cominciò a ondeggiare lentamente, posando il mento sulla sommità del capo di Sally Mae. «E ti importa?» sussurrò, sfiorando con le labbra i suoi capelli di seta dorata. «Stasera no.» «Bene.» Si ripeté fra sé e sé le parole di Sally Mae. Ti farebbe piacere? Per lui era un piacere immenso darle quello che voleva, indipendentemente dai motivi che l'avevano indotta a essere tutt'a un tratto così accomodante nei suoi confronti. Uno come lui non si sarebbe lasciato sfuggire un'occasione preziosa e forse irripetibile come quella. «Ballavi con tuo marito?» «Sì. Era un bravo ballerino ed era proprio come te, un uomo a cui piace guidare.» Tucker annuì in segno di approvazione. Su questo, Sally Mae non aveva sbagliato. Aveva capito che lui era uno abituato a comandare. «Allora non avrai problemi a seguirmi.» Lei si scostò un po' e sollevò il mento per guardarlo dritto in faccia. «Credo proprio di no» mormorò con voce bassa e calda, resa roca dall'eccitazione. Tucker andava già a fuoco per la vicinanza con il corpo di Sally Mae. Il suo tono sensuale e provocante lo in21


fiammò ancora di più. Le sorrise compiaciuto e la guidò nei primi passi della danza, seguendo la musica che proveniva dalla sala. Sally Mae aveva molta grazia anche nel ballo, come in tutto quello che faceva, e Tucker pensò che per quella sera gli sarebbe stato facile adattarsi ai suoi desideri. «Allora ti piace ballare!» commentò. «Perché pensavi che non mi piacesse?» «Sei molto religiosa.» «Essere quacchera non implica rinunciare alla gioia.» Mentre lui la faceva volteggiare, i fianchi di Sally Mae gli sfiorarono l'inguine e Tucker ebbe un'erezione immediata e potente, come un ragazzino al primo ballo. «Ne sono contento» commentò. Sally Mae rise, stringendogli la mano. «Immaginavo che lo saresti stato.» Tucker avrebbe voluto chiudere gli occhi e abbandonarsi all'emozione di quell'occasione più unica che rara. Sarebbe stato semplice approfittarsi della momentanea debolezza di Sally Mae, perché era lei a renderglielo facile, ma poi lui ricordò la sua gentilezza quando gli aveva medicato la ferita, la delicatezza del suo tocco, le attenzioni che Sally Mae gli aveva dispensato tanto volentieri, e capì che non lo avrebbe fatto. La sua reputazione era appesa a un filo. Le infermiere erano considerate poco meglio delle prostitute per la loro continua dimestichezza con il corpo umano. Se l'avessero vista ballare con lui, le chiacchiere si sarebbero sparse a macchia d'olio in tutto il paese e lui non voleva che Sally Mae dovesse subire le conseguenze di quel momento, per piacevole che fosse. Allargò le dita sulla sua vita sottile; Sally Mae aveva un fisico fragile e flessuoso, che nascondeva bene la sua volontà di ferro. Anche lei approfittava della loro vicinanza per esplorare il suo corpo. Mosse la mano sul suo bicipite e gli sorrise. «Sei molto forte» mormorò. 22


«E tu sei molto bella.» Sally Mae scosse la testa. «Non è vero, ma fa piacere sentirselo dire.» Tucker avrebbe voluto protestare, tuttavia pensò che c'erano modi più efficaci per convincerla della sua avvenenza, e sicuramente più piacevoli per entrambi. Le fece fare un'altra piroetta, stringendola più forte a sé, eccitato nel sentire il suo bacino premuto contro il proprio. Sally Mae sospirò e si appoggiò a lui, prolungando il contatto. «Ti muovi bene» si complimentò Sally Mae. «Sei molto agile.» «Fa comodo nel mio mestiere.» Lei si rabbuiò e si irrigidì. Non gli aveva mai nascosto di disapprovare la sua attività, anche se lui le aveva fatto capire che non faceva alcuna differenza. «Non parlare di queste cose stasera» lo ammonì. «Anche se non ne parlo, non possono cambiare.» «No, ma per stasera posso fingere che non esistano.» «Prospettiva interessante.» «Non essendo possibile conoscere il futuro, non ci resta che godere del presente» sentenziò lei. Tucker annuì. Condivideva lo stesso pensiero. Tranne che per la loro divergenza riguardo all'uso della violenza, spesso lui e Sally Mae erano d'accordo su molte questioni. Le fece fare dei passi complicati, quasi per metterla alla prova, poi terminò con una serie di vorticose piroette che la portarono a incollarsi al suo ampio torace. Si fermò, stringendola forte, e la guardò negli occhi. «E il presente di cui parli è stasera?» la provocò. Lei socchiuse le labbra e le umettò con la punta della lingua, in un gesto tanto nervoso quanto eccitante. «Sì» sussurrò. Tuckeri fece un'ultima giravolta, poi si sporse verso di lei. «Allora permettimi di godere questo momento insieme a te.» 23


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Baciare Sally Mae era naturale come respirare. Tucker si piegò verso di lei, che si sollevò in punta di piedi, piena di desiderio quanto lui. Le sue labbra erano già socchiuse, tumide, quando incontrarono quelle di lui, morbide ed esigenti, piene di speranze sensuali. Non avrebbe dovuto preoccuparsi. Tucker non l'avrebbe delusa a letto. Sostenendola con la mano aperta, poggiata sulla sua vita di giunco, la strinse a sé e attese un istante prima di aumentare la pressione del bacio e infilare la lingua tra le sue labbra, come se volesse assaporare l'emozione dell'istante in cui tutto doveva ancora succedere e rendere più spasmodica ed eccitante l'attesa. La provocò, sfiorandole appena la bocca, pizzicando con delicatezza un lembo di quella carne morbida, arrendevole. Emise un mugugno sommesso, una specie di gemito roco, mentre sentiva il fuoco addensarsi nel ventre e aumentare di intensità, facendolo fremere dal desiderio. «Ah, sapevo che saresti stata così!» esclamò. «Così, come?» Tucker notò che le tremava la voce. «Irresistibile» rispose. Lei si aggrappò alle sue spalle e le strinse con forza, premendo con le dita sui suoi muscoli come gli artigli di una tigre. Non era più una donna sobria, timida e virtuosa, che resisteva ai piaceri della carne, ma una donna sensuale che esprimeva con sincerità e senza ipocrisie i suoi desideri. Ed era un bene che volesse arrivare alla stessa 24


conclusione a cui voleva giungere lui, perché Tucker credeva di impazzire. Gli sembrava quasi che fosse la prima volta in cui sentiva il corpo di una donna stretto al suo; la pressione dei suoi capezzoli contro il torace, i fianchi che gli sfioravano l'inguine, il dolce peso del busto rilassato contro il suo... Era la prima volta che particolari apparentemente insignificanti contribuivano a eccitarlo in maniera indicibile, che con un semplice bacio tutti i suoi sensi erano acuiti al punto tale che gli sembrava di sentire il sangue scorrere più in fretta nelle vene. Il respiro lieve di Sally Mae gli accarezzava il collo mentre si abbandonava contro di lui, arrendevole come la sognava da sei mesi. Sally Mae si staccò e lo guardò con un'espressione di attonita meraviglia, come se le sensazioni suscitate dal bacio di Tucker fossero di un'intensità di cui non si capacitava. Lui doveva lottare contro l'istinto per tenere a freno il suo temperamento focoso, perché era tanto eccitato da aver voglia di sollevarla contro la balaustra, sbottonarsi i calzoni, trovare il suo calore umido attraverso la fessura delle sottili brache di lino e affondare profondamente in lei con uno slancio impetuoso. Da ragazzo, Tucker aveva stentato a capire il potenziale del suo fascino, ma aveva scoperto ben presto i vantaggi di dare a una donna quello che voleva da lui. Il suo fisico imponente, i suoi muscoli e il fascino del proibito legato alle sue origini lo rendevano attraente agli occhi delle signore, e questo significava che, in qualsiasi città fosse di passaggio, il suo letto non era mai vuoto. Però, da quando era arrivato a Lindos per la prima volta, un anno addietro, aveva resistito a qualsiasi approccio femminile più o meno esplicito, perché l'unica donna che desiderava era in lutto. Ora, tuttavia, sembrava proprio che la fortuna avesse ripreso a girare dalla sua parte, pensò con un sorriso soddisfatto. Sally Mae lo guardò ancora più sconcertata, come se davanti ai suoi occhi si fosse verificato un miracolo. Sol25


levò una mano e gli sfiorò un angolo della bocca. «Stai sorridendo!» esclamò, meravigliata. La sua tenerezza lo prese alla sprovvista. «Non è la prima volta che mi vedi sorridere.» Sally Mae scosse la testa. «Ma non era mai un vero sorriso.» «Sei tra le mie braccia e abbiamo davanti a noi tutta la notte... Ho parecchi motivi per essere contento.» «Ti faresti una brutta opinione di me, se ammettessi che sorrido per le stesse ragioni?» Lui la strinse leggermente di più alla vita e lei sussultò quando sentì tutta la potenza del desiderio di Tucker. «Assolutamente no» disse lui. «Bene, perché mi dispiacerebbe essere delusa.» Nella sala la musica si interruppe. Ben presto i ballerini sarebbero usciti a prendere una boccata d'aria. Non potevano restare lì, si disse Tucker, aggrottando le sopracciglia. «A che pensi?» gli chiese lei, notando il suo improvviso cipiglio. «A dove possiamo andare per stare un po' da soli.» Lei gli passò una mano dietro il collo con fare carezzevole, giocherellando con il laccio di cuoio a cui era appesa la pallottola che serviva a ricordargli che cosa succedeva ai deboli. «Non posso aiutarti...» sospirò lei. «Devi sapere che non sono brava in queste cose.» «E che cosa sarebbero per te queste cose?» «Si presume che sia io a sedurti» disse Sally Mae, guardandolo da sotto le lunghe ciglia con fare civettuolo. «Credevo che non fosse troppo difficile.» «Fare cosa? Sedurre un indiano?» Lei lo respinse e gli lanciò un'occhiataccia, ma Tucker non tolse la mano dalla sua vita e l'attirò di nuovo a sé. «Intendevo un uomo qualsiasi» precisò. «Ma io non sono uno qualsiasi.» 26


«Questo lo avevo capito. Quindi vuoi dire che sarà più difficile conquistare te?» «No, perché ti desidero moltissimo. Ti prometto che sarà facilissimo sedurmi.» «Resta da vedere se io voglio te...» insinuò Sally Mae, schiva. «Non è detto, sai?» Lui le sfiorò la guancia, sorridendo sicuro di sé. Era una bugia; lo capiva dal modo in cui Sally Mae si strofinava contro di lui, provocante. Lei si rese conto che Tucker non aveva creduto neppure per un istante alla sua ritrosia, per cui decise di mettere le carte in tavola con sincerità. «Potrei venire da te nel fienile» azzardò con timidezza. La frase, pronunciata in un sussurro pieno di agitazione, lo intenerì. Era chiaro che Sally Mae non era abituata alle tresche clandestine; probabilmente non aveva avuto altri uomini oltre a suo marito. In tal caso, prendere l'iniziativa doveva essere un passo importante per lei, che le costava molto. Il minimo che poteva fare era facilitarle il compito e metterla a suo agio. La baciò, provando di nuovo un'intensa fitta di desiderio, come se fosse stato colpito da un fulmine. Mentre la baciava con maggiore trasporto, il piacere intraprese un lungo viaggio lungo la sua spina dorsale, che culminò alla base; quando si insediò nell'inguine, provocandogli una erezione ancora più potente di prima. Tucker ebbe allora la sensazione di essere tornato a casa dopo un lungo vagabondare in territori sterili, privi di passione. Si staccò da Sally Mae e la guardò, mentre il suo respiro si faceva sempre più affrettato. «Il fienile è troppo in vista» obiettò con voce roca. Ancora stordita dal bacio, Sally Mae impiegò qualche secondo per mettere a fuoco il suo viso e si passò la lingua sulle labbra. «Posso intrufolarmi senza farmi vedere.» «Le chiacchiere comincerebbero appena mettessi piede in giardino.» 27


Nessuno aveva avuto da ridire sul fatto che Tucker dormiva nel fienile di Sally Mae finché il marito era vivo, ma ora che era vedova tutti lo guardavano con sospetto... tutti tranne Sally Mae. Lei scrollò le spalle con noncuranza. «Alcuni hanno una vita davvero noiosa, se devono aggrapparsi al minimo pretesto per avere qualcosa di cui parlare.» «Però più si annoiano e più possono provare gusto a renderti la vita difficile.» «Se mi preoccupassi di quello che pensano gli altri delle mie scelte, la mia vita sarebbe altrettanto noiosa.» Tucker non le disse che avrebbe preferito vederla annoiata ma al sicuro, senza correre rischi né instaurare conflitti con la comunità in cui viveva. «Per fortuna non occorre che metta a repentaglio la tua reputazione» osservò. «La notte è molto chiara. Potremmo vederci al laghetto.» «All'aperto?» Sally Mae non sembrava restia, notò Tucker con soddisfazione. «Sì.» «Prima devo passare da casa. Ci vediamo là fra un'ora.» Un'ora era un'eternità. L'unico motivo che riusciva a immaginare era che Sally Mae doveva passare a prendere una coperta. «Posso portare la coperta del mio letto» le offrì, impaziente. «Non vado a casa per quello.» «E per cosa, allora?» «Cose di donne» rispose lei, vaga, con un certo imbarazzo. «Non ti offendere, ma non vorrei che il nostro incontro di stanotte avesse conseguenze indesiderate.» Tucker annuì, comprendendo. Neanche lui aveva un desiderio particolare di diventare padre dopo una sola notte di passione con una donna a cui non era legato sentimentalmente, benché non lo escludesse in senso assoluto. Gli sarebbe piaciuto avere figli, un giorno, pur sapendo che la vita per il nascituro sarebbe stata difficile quan28


to la sua. In bilico tra il mondo degli indiani che non aveva mai conosciuto davvero e quello dei visi pallidi in cui non era accettato, non aveva ancora trovato il suo posto e per suo figlio la situazione non sarebbe stata diversa. Lui poteva solo rubare dei momenti di piacere con varie donne, senza un lieto fine. «Sai come evitarle?» «Sì, me lo insegnò Jonah.» «E il tuo metodo funziona?» «Io e Jonah siamo stati sposati per sei anni e non abbiamo mai avuto figli.» Tucker notò che aveva pronunciato quella frase senza particolare malinconia né rammarico e gli parve strano. Una donna come Sally Mae, che curava tutti premurosamente, doveva avere un forte istinto materno, eppure non aveva figli perché suo marito le aveva dato istruzioni precise su come evitare le gravidanze. «C'è una cosa che devo chiederti prima di andare, però» sussurrò, titubante. «Dimmi.» «È possibile che un uomo come te non abbia già una donna?» Tucker la fissò, irritato, come se lei lo avesse insultato. «Se così fosse, non sarei qui con te.» «Scusa, non volevo offenderti, però non è da me arrecare dispiacere a un'altra donna.» «Allora puoi stare tranquilla, perché non c'è nessuna donna.» L'unica donna intorno a cui ruotava la sua vita in quel momento era Ari, la cognata di Caine, e non perché fosse legato a lei da un sentimento. La stava cercando solo perché aveva promesso a Desi di trovarla prima che le mettessero le mani addosso gli scagnozzi di suo zio, sempre che non fosse morta o l'avessero già catturata. Ma fintanto che non avesse ricevuto una risposta alla sua ultima richiesta di informazioni non aveva altre piste da se29


guire, per cui poteva soltanto aspettare... e stare con Sally Mae. Lei gli si strinse contro, strofinando il suo seno morbido contro il suo torace robusto, duro come la roccia, e Tucker pensò che anche aspettare inattivo aveva i suoi vantaggi. «Nessuna tranne me» precisò lei, quasi gli avesse letto nella mente. «Tranne te.» Tucker le accarezzò la schiena, sentendola fremere. Compiaciuto, pensò che era veramente sensibile al suo tocco. «Ti aspetto tra gli alberi davanti all'ingresso posteriore.» «E se qualcuno ti vedesse?» «Non mi vedrà nessuno se non voglio essere scoperto, fidati. Non ti lascio girare per il bosco da sola di notte.» Sally Mae scrollò le spalle. «L'ho fatto molte altre volte, l'ultima due sere fa, per la precisione.» «Lo so.» Lei si accigliò. «Mi spiavi?» «Ti sorvegliavo» la corresse Tucker. Sally Mae sorrise. «Vegli su di me come un angelo custode.» «Un angelo? Non credo proprio. Di solito, vengo definito un demonio.» «Allora devo preoccuparmi perché sono sorvegliata dal diavolo?» «No, con me puoi stare tranquilla. Ti tengo d'occhio perché mi sento in debito con te e non vorrei mai che ti succedesse qualcosa di male» precisò Tucker. Sally Mae si rabbuiò. «Quindi stasera vuoi stare con me perché ti senti in dovere?» Tucker rise. «Mia cara, non sono così altruista. Se sto con te è per motivi molto più egoistici.» Lei gli sorrise maliziosa. «Mi fa piacere.» Tucker non riuscì a trattenersi e la baciò con impeto. Sapeva che era un gesto imprudente, perché qualcuno po30


teva vederli, e lui non era uno sconsiderato. Ma quando lei lo guardava così, provocante e seducente, gli faceva perdere completamente la testa. Quando si staccò da lei, Sally Mae vacillò, stordita, travolta dalla stessa passione che aveva invaso Tucker. Non osava neppure immaginare quale esplosione di piacere li avrebbe avvolti quando l'avesse posseduta. Sentiva ancora sulle labbra il suo sapore di miele. Quella notte avrebbe scoperto il gusto di tutto il suo corpo, avrebbe assaporato tutta la sua pelle... e non vedeva l'ora. Impaziente, le prese il viso tra le mani. «Non farmi aspettare troppo» le raccomandò. Sally Mae era davanti allo specchio e scrutava il proprio riflesso. Tucker McCade la stava aspettando nel bosco. Era emozionata, e il brivido che provava, per quanto sconveniente, era terribilmente eccitante. Guardava la propria immagine chiedendosi che cosa Tucker vedesse in lei. Era una donna semplice, sobria, vestita in maniera castigata. Non indossava biancheria intima provocante o abiti scollati, tutti pizzi e trine, come le ragazze al saloon. Non era seducente, non si profumava, non era nessuno..., pensò. Era solo Sally Mae, la vedova Schermerhorn, una donna senza figli, senza genitori, che era venuta nell'Ovest con la speranza di trovare il suo posto nel mondo, un ambiente in cui sentirsi a casa come non le era mai successo, nonostante fosse stata accolta a braccia aperte e si fosse sentita accettata dalle persone che l'avevano presa con loro quando aveva dieci anni. Neppure tra le braccia di suo marito aveva avuto la sensazione di aver trovato il suo porto sicuro, di appartenere a lui. Tastò la severa cuffietta bianca di lino che indossava sempre sopra i capelli raccolti a treccia e appuntati in alto 31


sul capo, a corona. Tucker era abituato a ben altre acconciature, a piume, fermagli scintillanti, boccoli e chiome fluenti. Era un rubacuori e di sicuro aveva conosciuto un vasto campionario di donne, pensò Sally Mae. Con il suo fisico statuario, i muscoli possenti e il viso dai lineamenti decisi, con gli zigomi alti che sottolineavano i suoi occhi magnetici, di un grigio argenteo liquido, cangiante, era un uomo aitante, dal fascino esotico. Sally Mae si era accorta che le donne si voltavano al suo passaggio e lo seguivano con lo sguardo. Una fitta di insicurezza stemperò la sua emozione, al pensiero che Tucker potesse avere un'ampia scelta di compagne di letto. Si tolse lentamente la cuffietta e, vedendo le trecce strette appuntate intorno al capo, detestò quell'acconciatura e tutto ciò che rappresentava. Indicava conformismo, autocontrollo, perbenismo. Quella notte non voleva essere una donna perbene, ma la donna che vedeva riflessa negli occhi di Tucker. Non sapeva perché lui la desiderasse, ma era così, almeno per quella notte, e lei voleva essere un'altra, non la sobria Sally Mae. Voleva tuffarsi nell'attrazione che era divampata tra loro e seppellire la sofferenza che la tormentava sotto una esplosione di gioia e di piacere. Dal momento in cui si era consumata la sua tragedia, quando lo sceriffo le aveva portato il corpo insanguinato di Jonah e le aveva riferito le sue ultime parole, Sally Mae non aveva fatto altro che urlare in silenzio, gridare mentalmente per esprimere tutto il suo dolore. Ma non voleva più restare zitta, prigioniera della sua vedovanza. Quella era la sua occasione d'oro. Quella notte avrebbe potuto dare a Tucker ciò che voleva e ricevere da lui in cambio un po' di piacere per scacciare la solitudine, senza promesse, e quindi senza delusioni. Erano solo due corpi che si sarebbero uniti per soddisfare le proprie voglie. Poi, quando fossero stati appagati, lei sarebbe tornata alla sua esistenza quieta e lui alla sua vita spericolata. Nessuno avrebbe saputo niente; 32


Sally Mae era sicura che Tucker non avrebbe spettegolato su di lei vantandosi della conquista. Uno dei vantaggi di avere un amante di origini indiane era proprio che lui non avrebbe avuto interesse a sbandierare la loro conoscenza carnale per paura di essere additato dalla comunità. A lei non importava affatto se lui era un mezzosangue, perché era fermamente convinta che Dio avesse creato tutti uguali, ma la società in cui viveva la pensava altrimenti, per cui poteva stare tranquilla, perché Tucker non avrebbe raccontato niente ad anima viva, proteggendo così la sua reputazione. Le venne in mente il pensiero fugace che era molto egoista da parte sua usare un uomo per alleviare le proprie sofferenze. Da tempo, però, anche lei teneva d'occhio Tucker, non era solo lui a sorvegliarla con discrezione, da lontano. Lo vedeva con la camicia dalle maniche strappate che portava sempre sotto il gilet di pelle e che metteva in evidenza i suoi bicipiti possenti e il torace ampio, scultoreo. La pallottola che aveva appesa al collo e che non toglieva mai completava la sua immagine di predatore letale, che incuteva timore. Ma quando si guardavano negli occhi, nelle iridi d'argento di Tucker, lei non vedeva commiserazione o pietà, bensì una profonda comprensione, e Sally Mae intuiva che anche lui era afflitto da una profonda e silenziosa sofferenza. Quello era uno dei tratti che avevano in comune: la consapevolezza che un dolore troppo grande e insopportabile doveva essere tenuto nascosto, sotto silenzio, perché altrimenti sarebbe stato così incontenibile da distruggerli. Sulle prime, quella scoperta l'aveva messa a disagio, perché significava che un estraneo era a conoscenza dei suoi più profondi e inconfessati pensieri, ma con il tempo aveva iniziato a pensare che era consolante sapere che c'era qualcuno che condivideva il suo segreto. E ora il loro rapporto stava per evolversi, diventando più intimo, imboccando una strada che sembrava quasi predesti33


nata, come se lei e Tucker non potessero non stare insieme. Era quasi una benedizione averlo incontrato sul suo cammino, come se Dio le avesse offerto, attraverso lui, un'opportunità di crescita. Sospirando, posò la cuffia sulla toeletta. Il passo che stava per compiere era inevitabile, anche se avrebbe fatto meglio a non indugiare troppo con il pensiero su quanto stava per fare. Aveva deciso di avere un amante, un uomo che non era della sua stessa razza e non credeva ai precetti che erano fermamente radicati in lei. Era un uomo che viveva nell'oscurità, circondato dal sangue e dalla violenza, ma aveva dei momenti di bontà e sensibilità che smentivano la sua immagine di Ranger duro e spietato, veloce con i pugni e dal grilletto facile. E, quella notte, avrebbe condiviso con lui segreti ancora più intimi, momenti privati di passione. Sally Mae non sapeva che cosa avesse in serbo per loro il futuro, ma non aveva dubbi che per quella notte fosse giusto stare con Tucker. La comunità li avrebbe additati gridando allo scandalo se si fosse risaputo, ma Sally Mae era ormai irremovibile. Con la stessa incrollabile certezza con cui, fin da quando aveva dieci anni, aveva saputo che Jonah sarebbe diventato un giorno suo marito, così era sicura che Tucker fosse proprio ciò di cui aveva bisogno quella sera. Sapere che stare con lui era inevitabile oltre che giusto, però, non calmò il suo nervosismo. Aveva un desiderio irrazionale e inconsulto di rimettersi in testa la cuffietta e tornare a nascondersi, seppellendo le proprie emozioni e la propria voglia di vivere, per lasciare passivamente che il dolore crescesse a dismisura fino a travolgerla, divorarla. Non avrebbe opposto resistenza e si sarebbe comportata da vigliacca, come nessuno le aveva mai permesso di essere. Invece si fece forza, si sbottonò l'abito e si tolse in fretta il corsetto; non le sembrava il caso di presentarsi al 34


proprio amante tutta stretta da un corsetto che mortificava le sue forme e la sua femminilità. Senza guardarsi allo specchio, lo buttò sul letto e si rivestì, poi si passò le mani sul busto e sullo stomaco. Le faceva una strana impressione sentire il corpo libero sotto il vestito, senza le pastoie delle stecche di balena. Portare il corsetto la faceva sentire più rigida, più controllata, come se avesse avuto una seconda spina dorsale a sostenerla quando la sua forza di volontà fosse venuta meno. Invece, per quella notte, si sarebbe presentata da Tucker senza impedimenti né costrizioni, solo lei e il suo corpo, e sperava che lui lo avrebbe apprezzato. Lanciò un'occhiata all'orologio e vide che era passata un'ora da quando era rientrata. Non farmi aspettare troppo, le aveva detto lui. Altrimenti che cosa avrebbe fatto?, si chiese Sally Mae. Se ne sarebbe andato? Sperava proprio di no, ora che si era decisa. Oppure sarebbe andato a prenderla? Ancora peggio! L'unico motivo per cui aveva fatto tanto tardi era perché Lyle, l'unico paziente che ospitava attualmente nella pensione, l'aveva tormentata con le sue richieste e i suoi approcci tutt'altro che discreti. Era un brontolone e, per giunta, un porco. Si era fatto portare da mangiare e poi, quando lei lo aveva servito, non aveva fatto altro che lamentarsi e fare insinuazioni. Per fortuna, l'indomani se ne sarebbe andato. La faceva innervosire con le sue occhiate lascive e i suoi modi fin troppo confidenziali. Anche se era convinta che fosse suo dovere aiutare il prossimo e occuparsi dei malati, Lyle era uno di quelli per cui non si sarebbe rammaricata troppo se fosse morto. Quel pensiero pieno di irritazione ed esasperazione la fece sentire in colpa. Tutti gli uomini potevano cambiare, ed era possibile che l'ultima rissa avesse aperto gli occhi di Lyle. Se Jonah fosse stato ancora vivo, l'avrebbe convinta della bontà intrinseca di tutti gli uomini. Lui nutriva 35


una fiducia incrollabile nell'intervento divino, capace di far migliorare le persone. Sally Mae si guardò allo specchio con perplessità. Se Jonah fosse stato ancora in vita, non solo le avrebbe dato forza con i suoi convincimenti, ma ora lei non si sarebbe trovata in quella situazione. Eppure, notando le proprie guance accese dall'emozione, lo scintillio malizioso nello sguardo, si rese conto che in lei c'era uno spirito selvaggio, ribelle, che eguagliava quello di Tucker, ma che aveva sempre contenuto. Quella notte lo avrebbe lasciato correre a briglia sciolta. Si morse le labbra per dar loro un po' di colore e si pizzicò le gote già rosee per l'agitazione, poi rimase per un attimo indecisa. Avrebbe potuto sciogliersi le trecce, ma andare in giro con i capelli fluenti sulle spalle sarebbe stato come uscire di casa nuda. Ricordando che a Jonah piaceva scioglierle le trecce e passare le dita tra le ciocche, quando andavano a letto, sperò che anche a Tucker sarebbe piaciuto. Prima di uscire andò in bagno, si tolse i mutandoni, si sedette sull'asse del gabinetto e applicò profondamente in vagina una pomata a base di burro di cacao e solfato di chinino, come le aveva insegnato il suo defunto marito, spiegandole che sarebbe stata una barriera efficace per prevenire gravidanze indesiderate. Esitò per un istante quando fu il momento di rimettersi le brache di lino. Era tentata di correre da Tucker senza biancheria intima sotto il vestito, ma le sembrava troppo spudorato presentarsi seminuda, ora che si era tolta il corsetto, la sua corazza protettiva. Perciò si rimise i mutandoni, si lavò le mani, poi, senza indugiare oltre, scese di corsa le scale e si tuffò nell'aria dolce della notte. Tucker l'aspettava al limitare del bosco. Appena Sally Mae uscì dalla porta sul retro della casa, lui emerse tra le ombre degli alberi per farsi vedere, poi le prese la mano con impazienza quando lei lo raggiunse. 36


«Come mai ci hai messo così tanto? Cominciavo a disperare» l'apostrofò con voce roca. Le passò l'altra mano dietro la nuca e le avvicinò il viso al suo. Prima che Sally Mae potesse rispondere, Tucker aveva già incollato le labbra alle sue, soffocando il suo sussulto di sorpresa per l'assalto impetuoso. La sua lingua insinuante le trasmetteva tutta la passione selvaggia che gli ruggiva dentro. Lei si sentiva bruciare come se l'avesse inondata un fiume di lava incandescente. Lo strinse a sé e affondò le unghie nelle sue spalle, abbandonandosi al desiderio. Aprì la bocca ancora di più, come se lo implorasse di prenderla più profondamente, e sentì un gemito roco sorgere dalla gola di Tucker, come il ringhio di un lupo famelico. Lui la sollevò tra le braccia e si spostò per farle appoggiare la schiena contro il tronco di un albero, bloccandola con il suo torace mentre continuava a baciarla. Sally Mae non si era mai sentita tanto desiderata. Non era mai stata oggetto dei baci appassionati di un uomo che le cercava la bocca come un affamato che sarebbe morto di inedia se non l'avesse divorata subito. L'avidità famelica di Tucker era sorprendentemente erotica. Le infilò una coscia tra le gambe e lei sollevò un ginocchio per sporgere il bacino contro l'inguine di Tucker. Sally Mae emise un mugugno frustrato, impacciata dalla stoffa dell'abito che la fasciava, impedendole di avvolgere il polpaccio intorno alle gambe di lui. Lui emise di nuovo quel ringhio sordo da belva famelica, poi si staccò e annaspò in cerca dell'orlo della gonna per tirarla su. «Sei troppo vestita, per i miei gusti» borbottò, mordendole il labbro inferiore. «Io mi sento praticamente seminuda» protestò lei. Tucker le sollevò la gonna, liberandole la gamba che lei gli passò dietro le ginocchia. «Se fossi del tutto nuda, sarebbe molto meglio» sussurrò, impaziente. 37


«Potrebbero vederci.» «E a chi importa?» «A te» rispose Sally Mae di getto, in una folgorazione. L'intuito le diceva che a Tucker stava a cuore la sua reputazione quanto a lei, se non addirittura di più. Tucker le infilò una mano sotto il vestito e le afferrò una coscia. Sally Mae sentiva il calore ardente delle sue dita attraverso il lino sottile dei mutandoni. «Sì, è vero, mi dispiacerebbe se tu fossi oggetto di maldicenze per causa mia, però muoio dalla voglia di vederti nuda.» Sally Mae ebbe un fremito di desiderio, avvertendo quanto fosse potente l'eccitazione di lui. Sentiva la corteccia ruvida dell'albero premerle contro la schiena mentre Tucker aderiva contro il suo corpo, strofinando il pube contro il suo ventre per farle sentire quanto la desiderasse. La sorreggeva senza sforzo, come se Sally Mae pesasse quanto una piuma, mentre le cercava di nuovo la bocca, pieno di impeto e di furia. Mentre la palpava, divorandola, invadendole la bocca con la sua lingua guizzante, imperiosa, Sally Mae si sentì sopraffatta da tanto ardore. Quello non era l'uomo premuroso che vegliava su di lei, sempre pronto ad aiutarla, quello cui bastava uno sguardo per comprendere il suo umore, a cui non occorreva dire niente perché capisse quanto fosse profonda la sua sofferenza. Ora davanti a lei, contro il suo corpo, c'era un altro, l'uomo temuto dai fuorilegge e desiderato da tutte le donne del Texas. Tucker aveva gli occhi foschi e il piglio deciso; il suo era l'assedio di un invasore, più che la seduzione di un raffinato rubacuori. Aveva l'espressione intensa, quasi feroce, di chi era disposto anche a uccidere pur di averla. Si staccò da lei e appoggiò le mani sul tronco, accanto al viso di Sally Mae, continuando a tenerla prigioniera nell'arco delle sue braccia come se temesse di vederla scappare. «Scusa, forse sono stato troppo irruente» mormorò. 38


Sally Mae capì che era incerto e temeva di averla intimorita con il suo ardore selvaggio. Gli accarezzò una guancia con fare rassicurante. «Non preoccuparti. Mi piace che mi desideri tanto» lo tranquillizzò. Lui annuì. «Non hai idea di che effetto mi fai. Mi sento sul punto di esplodere come se avessi un fuoco d'artificio dentro.» Sally Mae sorrise. «Allora forse dovrei fare qualcosa per alleviare il tuo tormento» sussurrò, maliziosa. Audace, allungò le mani verso l'abbottonatura dei suoi calzoni, tesi sul ventre. Lui le accarezzò i capelli e Sally Mae si abbassò, sfiorando la sua erezione con le labbra attraverso la stoffa dei pantaloni. «Stai giocando con il fuoco» l'avvertì lui con voce roca, facendo un passo indietro per darle maggiore libertà di movimento. Lei sorrise. «Sono mesi che non fai altro che mettermi in guardia contro i rischi che corro.» «Magari, prima o poi, mi darai ascolto.» «Non stanotte, però...» Sally Mae alzò la testa per guardarlo e vide gli occhi di Tucker scintillare al chiarore lunare, come se fossero accesi da una fiamma argentea. Si inginocchiò davanti a lui e gli sbottonò i pantaloni. «E mi piace anche vedere che ti eccito così tanto...» Lui fece una risata calda e sommessa. «Bene, perché non credo proprio che riuscirei a fingere il contrario.» La potenza della sua erezione, quando gli abbassò i calzoni, le confermò l'intensità del desiderio di Tucker. Aveva un pene grande, impressionante per la sua circonferenza. Turgido, le faceva già pregustare il piacere che avrebbe provato a essere invasa da un membro virile di tali dimensioni. Lo accarezzò con delicatezza dapprima, poi con maggiore vigore, sentendo il respiro di Tucker diventare più affrettato man mano che aumentava il ritmo delle sue carezze. Intanto, con l'altro mano, gli sfiorava 39


sensualmente i testicoli, sbalordita dalla sua reazione, ma soprattutto dall'enormità di quello che stava per fare. Stava per congiungersi carnalmente con un uomo che non era suo marito. Una volta che lo avesse accolto dentro di sé, avrebbe raggiunto un punto di non ritorno. Non sarebbe stata più soltanto la vedova di Jonah, con un futuro davanti a sé definito dal suo passato. Sarebbe stata semplicemente Sally Mae, una donna con tutta una vita davanti, piena di infinite possibilità. Aveva l'impressione di essere in bilico sull'orlo del baratro, tra la sicurezza e il vuoto, e non sapeva dove andare, se avanti o indietro, che cosa scegliere tra la vita e la morte. Signore, dammi un segno, pregò fra sé e sé. Tucker le mise un dito sotto il mento per farle alzare la testa e guardarla negli occhi. Fissare le sue iridi d'argento era come contemplare la vastità del cielo notturno, pieno di stelle. Era emozionante e al tempo stesso spaventava per la sua immensità. Lui parve accorgersi del suo timore e della sua indecisione. «Non devi avere paura di me, raggio di luna.» Fu quel vezzeggiativo affettuoso che la fece decidere. Le piaceva che Tucker la vedesse eterea e luminosa come un raggio di luna, quasi una fantasia, un sogno fatato come quella notte da trascorrere insieme. Voleva essere così, desiderava ardentemente di essere in grado di lasciarsi alle spalle il dolore per vivere una notte di passione. «Grazie» gli sussurrò. Lei sapeva perché. Si abbandonò al desiderio e socchiuse le labbra per passarle piano sulla punta del pene di Tucker senza staccare lo sguardo dai suoi occhi. Non lo prese subito in bocca; prima lo provocò con il suo respiro caldo, con la dolce agonia dell'anticipazione, con una lieve carezza della lingua. Lo vide serrare leggermente la bocca, allargare le narici e stringere le labbra in un'espressione temibile, concentrata. Era così che lo voleva, selvaggio, pericoloso e pronto a tutto. Tucker aveva una forza primitiva 40


come gli elementi, inarrestabile come il vento, misterioso come la notte. Lui emise un gemito e le strinse le spalle quando lei cominciò a succhiarlo piano. Compiaciuta per aver suscitato una reazione tanto veemente, continuò imperterrita a eccitarlo con le labbra e la lingua, accarezzandolo contemporaneamente. Non le bastava; voleva tutto ciò che lui aveva da darle, ma soprattutto voleva donargli un piacere indicibile, per cancellare il ricordo di tutte le donne che aveva avuto prima di lei, offrendogli un'esperienza memorabile. A un tratto, lui la staccò da sé. Sally Mae lo guardò con aria interrogativa. «Non durerà ancora molto, se continui così» l'ammonì. Sally Mae sorrise maliziosa. «Perché? Non ce la fai più di una volta?» lo provocò. Tucker rise del suo commento impudico, sfrontato. «Se mi lasci fare, domani non riuscirai a camminare» l'avvertì. Sally Mae non fu affatto spaventata. Se lui le avesse dato una notte di passione, le avrebbe permesso di non pensare, di non soffrire, di non rimpiangere la sua passata serenità. «Dimostramelo» lo sfidò. Lui la guardò con desiderio allo stato puro, selvaggio. «Te la sei voluta» ringhiò. «Peggio per te.» Sally Mae non ebbe il tempo di chiedergli perché. Tucker sporse di nuovo i fianchi verso di lei, che non poté fare altro che prenderlo di nuovo in bocca, dargli tutto il piacere che voleva. Fare l'amore con suo marito era stato soddisfacente, ma Sally Mae non aveva mai provato una passione così veemente, e ora la voleva tutta. Lo succhiò e lo leccò stando al gioco, per dimostrargli che era in grado di sostenere il suo ardore virile e che era alla sua altezza come amante. Accoglieva ogni gemito di Tucker, ogni sua esclamazione con trionfo. 41


«Sbottonati il vestito» le ordinò lui, rauco. Sally Mae si staccò da lui e ubbidì. Si slacciò i bottoni e scostò i lembi del vestito, scoprendo i seni. Tucker si piegò verso di lei, che capì. Lo accarezzò, sfiorandolo con le mani e il seno, eccitata indicibilmente dal contatto con i suoi capezzoli turgidi. Tucker emise un gemito e le coprì il seno di seme lattiginoso, perlaceo come un raggio di luna. Sally Mae chiuse gli occhi, bagnata dal suo calore, ansiosa di averlo dentro di sé, di completare la loro unione. Tucker tirò fuori dalla tasca il fazzoletto e la pulì con delicatezza, premurosamente tenero, mentre lei lo leccava un'ultima volta, assaporando il gusto acre del suo piacere. Continuò a tenerlo in mano, carezzevole, quasi non sopportasse di doversi separare dal suo membro, mentre lui le accarezzava il seno, chino su di lei. «Ti è piaciuto?» le sussurrò. Sally Mae annuì. Voleva di più e, con il suo sorriso sensuale, Tucker le fece capire che avrebbe avuto da lui tutto ciò che la sua fantasia avesse potuto immaginare. Lui scivolò a sedere con la schiena contro il tronco dell'albero, e aprì le gambe, come per abbandonarsi a lei. «E ora vieni qui. Non pensare neanche per un istante che sia finita così...»

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