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Victoria Janssen

Carezze di luna


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Moonlight Mistress Spice Books © 2009 Victoria Janssen Traduzione: Marco Zonetti/Grandi & Associati Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2010 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion luglio 2010 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 34 del 16/7/2010 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 71 del 6/2/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


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Non c'erano treni per Strasburgo, continuava a ripeterle il bigliettaio in tono sempre più esasperato. Restia a cedere, Lucilla Daglish strinse con forza la valigia e trasse un sospiro profondo. Non l'avrebbe data vinta a quello sciocco tedesco che la guardava dall'alto in basso come se lei fosse una donnina isterica. Per l'ennesima volta, Lucilla tentò di spiegare il suo problema al bigliettaio, ma per via del suo tedesco carente era possibile che lui non la capisse fino in fondo. E forse anche lei aveva frainteso le istruzioni dell'uomo, quindi probabilmente si trattava di un semplice disguido dovuto a un problema di incomunicabilità. Lei non poteva neppure prendere in considerazione l'eventualità di rimanere bloccata in Germania. Cercando di farsi capire, Lucilla tornò a spiegare la situazione al bigliettaio, facendo appello al suo scarso vocabolario tedesco, appreso durante il suo soggiorno a Francoforte. Era semplice, spiegò all'uomo che la fissava con aria perplessa. Lei era inglese, e voleva raggiungere Parigi via Strasburgo. Aveva un biglietto. Eccolo. E quelli erano i suoi documenti che provavano la sua nazionalità. «No, non ci sono treni per Strasburgo» ripeté il bi5


gliettaio nello stesso tono stanco di poco prima. «Non ci sono treni, è questo il problema, signorina.» Dopo l'attentato all'arciduca austriaco a Sarajevo, un fatto che aveva creato scalpore in tutta Europa, la Germania aveva dichiarato guerra alla Russia e non vi sarebbero stati treni fino a nuovo ordine. «Ma io non sono in guerra!» esclamò Lucilla in inglese, sapendo che il bigliettaio non avrebbe compreso le sue rabbiose rimostranze. «Perché non posso andarmene da questo paese?» «Oggi non ci sono treni» ripeté l'uomo in tedesco, sbuffandole in faccia. «Forse domani, o la settimana successiva» aggiunse a beneficio di altre persone smarrite che, come lei, si erano radunate per chiedergli informazioni. «E voi, signorina» l'apostrofò con aria condiscendente come se fosse una mocciosa, «fareste meglio a trovarvi una camera d'albergo in città, prima che le occupino tutte.» Lei avrebbe tanto desiderato prendere a pugni il bigliettaio, che la trattava con l'aria di sufficienza tipica degli uomini che disprezzavano le donne intraprendenti che osavano viaggiare da sole, ma lui poi avrebbe chiamato la polizia. E trascorrere la notte in prigione non era il massimo, anche se così avrebbe avuto un tetto sulla testa, cosa che, nella sua situazione attuale, era un lusso. Lucilla non poté fare altro che lasciare la stazione di Francoforte, rendendosi conto che avrebbe dovuto scarpinare per tutta la città con la valigia, in cerca di una sistemazione per la notte. E chissà fino a quando, visto che, a quanto diceva quell'insopportabile bigliettaio, i treni non sarebbero partiti fino a nuovo ordine. Ordine di chi, Lucilla non lo sapeva. 6


L'unica sua possibilità era quella di tornare all'Istituto. Magari avrebbe pernottato lì, e l'indomani mattina avrebbe potuto prendere una decisione più chiara in merito alla sua sorte. Era stata una sciocca a lasciare la stanza al pensionato femminile. Ma non aveva il denaro sufficiente a pagare un altro mese di soggiorno, come aveva insistito quell'arpia della direttrice, e del resto lei avrebbe dovuto comunque tornarsene in Inghilterra. O almeno così aveva creduto. Non aveva amici cui chiedere aiuto. Le altre inquiline del pensionato parlavano sempre di matrimonio o del loro futuro lavoro. A differenza di loro, con i suoi quarantadue anni suonati, Lucilla aveva superato di molto l'età da marito, e aveva già un impiego. Per tutto il suo soggiorno nel pensionato, non aveva mai stretto amicizia con nessuno. Inutile perdere tempo a discutere con quelle donnine che lei riteneva delle sciocche e svenevoli pupattole, quando il laboratorio la reclamava. Peccato che i suoi colleghi fossero tutti uomini, e che la considerassero una scimmietta ammaestrata anziché una studiosa di chimica, venuta dall'Inghilterra a Francoforte per un corso di approfondimento. Dopo sei mesi in Germania non conosceva nessuno cui potersi rivolgere, anche per andare a prendere una tazza di tè. Mentre Lucilla lasciava la stazione, il sole era già tramontato e, sconsolata, lei si rese nuovamente conto che l'attendeva una notte incerta. Rispetto a quella mattina, in città sembrava tutto cambiato. Gli strilloni erano appostati a ogni angolo di strada, sventolando i loro giornali che annunciavano lo scoppio delle ostilità tra Russia e Germania. Tutt'attorno a lei, uomini e donne sembravano di 7


colpo avere una gran fretta e quella sensazione di angoscia e di inquietudine per il futuro cominciò a poco a poco a prendere possesso anche di Lucilla. Dopo aver camminato in lungo e in largo per strade e vicoli gravata dal peso della valigia, nessuno si degnò di aiutarla, raggiunse l'Istituto, ma solo per avere un'amara sorpresa. I cancelli erano chiusi con un catenaccio, e sembrava che all'interno non vi fosse anima viva. Possibile che se ne fossero andati tutti?, si domandò Lucilla, cercando di non farsi prendere dal panico. Dopo qualche istante di sconcertata attesa, si aggrappò alle sbarre dei cancelli e prese a gridare, sicura che nelle sale dell'Istituto dovesse essere rimasto qualcuno e che potesse farla entrare, togliendola dalla strada. Nessuno rispose, e Lucilla rabbrividì in quel silenzio di tomba che circondava l'edificio. Si guardò attorno: le finestre erano tutte buie, e l'Istituto, di solito brulicante di attività, sembrava deserto come un cimitero. Avvertendo la gelida morsa della paura nel sapersi sola e smarrita in una città straniera in cui lei, improvvisamente, era più straniera che mai, Lucilla scosse i cancelli e riprese a gridare. «Fatemi entrare, vi prego! Fatemi entrare, sono sola e non so dove andare!» «Mademoiselle Daglish?» Udendo una voce maschile alle sue spalle, Lucilla si volse lentamente, sperando che i suoi guai fossero terminati.

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ritorna a SETTEMBRE con 2 romanzi intensi e passionali delle autrici pi첫 amate e apprezzate.

Preparati a una lettura... incandescente! In uscita dal 9 settembre


Questo volume è stato stampato nel giugno 2010 presso la Mondadori Printing S.p.A. stabilimento Nuova Stampa Mondadori - Cles (Tn)


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